PARTE BLU: ossa, articolazioni e muscoli Flashcards

1
Q

tipi di ossa

A

ossa lunghe: prevale il diametro longitudinale
brevi: i diametri si equivalgono
piatte: prevale la superficie
irregolari: non hanno un diametro prevalente (vertebre, massiccio facciale, anca)
pneumatiche, sesamoidi, accessorie

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2
Q

ossa pneumatiche

A

contenenti aria

esempio: ossa dello splancnocranio con seni paranasali

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3
Q

ossa sesamoidi

A

incluse in tendini

esempio: patella, piriforme

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4
Q

ossa accessorie

A

supplementari, compaiono irregolarmente

esempio: ossa wormiane della calotta cranica

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5
Q

osso degli Inca

A

osso supplementare dovuto alla mancata fusione della squama occipitale

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6
Q

struttura di un osso lungo

A
  • periostio: membrana connettivale responsabile dei processi di crescita dell’osso
  • osso compatto o corticale sotto il periostio
  • osso spugnoso o trabecolare sotto l’osso compatto
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7
Q

osso compatto

A

unità strutturali: osteoni

  • al centro: canale di Havers con vaso che scorre al centro
  • 5-20 lamelle circonferenziali di osteociti e matrice circondate da collagene disposte parallelamente con andamento elicoidale (angolo di 45)
  • canali di Volkmann
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8
Q

canali di Volkmann

A

collegano i canali di Havers degli osteoni fra loro e ai vasi di periostio e spazio midollare

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9
Q

osso spugnoso

A
contiene midollo osseo per l'emopoiesi
struttura lamellare (200-300 micron di spessore)
non vascolarizzato, nutrito per diffusione
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10
Q

articolazioni per continuità

A

sinartrosi
mobilità da ridotta a media

superfici articolari unite da tessuto di riempimento costituito da

  • connettivo fibroso (sindesmosi)
  • tessuto cartilagineo (sincondrosi), se fibroso si parla di sinfisi - pubica, intervertebrale
  • osso, superfici articolari saldate fra loro (sinostosi)
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11
Q

articolazioni per contiguità

A

diartrosi

superfici articolari contigue separate da rima articolare
mobilità buona

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12
Q

anfiartrosi

A

articolazioni per contiguità ma rigide per la presenza di legamenti fissi

esempio: art sacroiliaca

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13
Q

pseudoartrosi

A

“giunzione falsa”

interruzione del normale processo di guarigione di una frattura che porta a una mancata consolidazione ossea

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14
Q

anchilosi

A

irrigidimento patologico di un’articolazione

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15
Q

artrodesi

A

azione chirurgica che trasforma un’articolazione da mobile a fissa
è importante la stabilizzazione in posizione funzionale

principali indicazioni

  • artrite infettiva
  • distruzione articolare post-traumatica
  • malattia degenerativa delle articolazioni
  • recuperare almeno parzialmente una funzionalità compromessa da malformazioni congenite
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16
Q

artrotomia

A

apertura chirurgica di un’articolazione

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17
Q

artrografia

A

radiografia della cavità articolare mediante mezzo di contrasto

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18
Q

artroscopia

A

esame endoscopico delle articolazioni associato a una terapia endoscopica

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19
Q

sinoviectomia

A

asportazione del rivestimento articolare

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20
Q

artrocentesi

A

iniezione intra-articolare: aspirazione di liquidino infiltrazione di sostanze

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21
Q

artroprotesi

A

sostituzione chirurgica di un’articolazione con una protesi in caso di artrosi avanzata

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22
Q

esempi di sinostosi

A

osso sacro: vertebre sacrali fuse

osso dell’anca: fusione di ileo, ischio e pube

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23
Q

triplice artrodesi

A

piede torto equino - artrodesi in posizione plantigrada (90gradi tra gamba e piede)
coinvolge tre articolazioni : sottoastragalica, talonavicolare, calcaneo-cuboidea

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24
Q

articolazioni sinoviali

A

altro nome con cui sono note le diartrosi, perché circondate da una capsula articolare tappezzata da membrana sinoviale e contenente liquido sinoviale

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25
Q

liquido sinoviale, composizione

A

(in grandi articolazioni anche 3-5 ml):
▪ Giallastro e viscoso
▪ pH 7.4-7.7
▪ Contiene acido ialuronico, lubricina, fosfolipidi, elementi del plasma (glucosio, proteine), 60-150 micron di linfociti e macrofagi

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26
Q

liquido sinoviale, funzione

A

nutrimento della ialina per diffusione
lubrificazione delle superfici articolari della cartilagine per ridurre l’attrito
ammortizzamento della pressione, che viene distribuita sulla superficie articolare in maniera che risulti diffusa

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27
Q

faccette articolari della capsula

A

forma complementare

rivestite da ialina

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28
Q

rivestimento della caspula

A

due strati: membrana fibrosa e membrana sinoviale

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29
Q

membrana fibrosa

A

riveste la capsula articolare

costituita da fibre di collagene che continuano fino al periostio

spessore variabile (in molte articolazioni è rinforzata da legamenti intracapsulari)

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30
Q

membrana sinoviale, struttura

A

è disposta a formare

  • Recessi (se lassa)
  • Cercini / pliche alari
  • Pieghe / pliche sinoviali
  • Villi / villi sinoviali

può essere intima o subintima
si rigenera dal pericondrio (t. connettivo) circostante

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31
Q

membrana sinoviale, funzione

A

reagisce agli stimoli:

  • aumentando la secrezione di liquido sotto forma di versamento articolare
  • rilasciando mediatori infiammatori come prostaglandine, istamina, citochine
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32
Q

membrana sinoviale intima

A

□ costituita da 1-3 strati di sinoviociti - cellule epiteliali prive di membrana basale deputate a produzione (tipo B) e riassorbimento (tipo A) di liquido sinoviale

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33
Q

membrana sinoviale subintima

A

□ tessuto connettivo con vasi sanguigni e linfatici
□ terminazioni nervose libere (recettori del dolore)
□ corpuscoli di Ruffini e Pacini - meccanocettori che controllano il movimento della capsula

Può essere areolare (lassa, ricca di connettivo), adiposa, fibrosa (tanto collagene pochi vasi)

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34
Q

sinoviociti

A

cellule epiteliali presenti nella membrana sinoviale intima prive di membrana basale deputate a produzione (tipo B) e riassorbimento (tipo A) di liquido sinoviale

  • sinoviociti di tipo A: simili a macrofagi, contengono vacuoli, lisosomi, Golgi, mitocondri
  • sinoviociti di tipo B: al di sotto del tipo A, simili a fibroblasti, contengono rer, granuli secretori
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35
Q

cartilagine ialina articolare - composizione

A

Spessore variabile: da 1-2 mm nelle dita a 5-7 mm nel ginocchio
Non possiede né un pericondrio né dei vasi
Composizione: Matrice extracellulare ECM + condrociti 5%

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36
Q

cartilagine ialina articolare - cosa riveste

A

Ricopre tutte le superfici articolari

eccetto art. temporomandibolare e sternoclavicolare (fibrocartilaginee)

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37
Q

cartilagine ialina - struttura

A

è suddivisa in 4 zone distinte in base alla posizione ad arcata del collagene

  • dalla zona IV dove si collegano con l’osso, si spostano perpendicolarmente e radialmente nella zona III
  • ruotano parallelamente nella zona II (zona di transizione)
  • dopo un percorso tangenziale nella zona I ritornano in profondità
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38
Q

matrice extracellulare - struttura

A
  • fibre collagene o fibrille (di tipo II, IX, XI)
  • proteoglicani, principalmente aggrecani, con glicosaminoglicani
  • glicoproteine (proteine di adesione come la condronectina)
  • liquido interstiziale ed elettroliti (cationi come Ca, K, Na)
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39
Q

struttura ECM: fibre collagene

A

visibili al microscopio elettronico dopo scissione con ialuronidasi di condrociti e proteoglicani

  • Diametro 15-130 nm
  • Ciascuna molecola costituita da tre catene polipeptidiche alfa legate da legami covalenti a formare una tripla elica destrogira
  • Forniscono resistenza alla trazione, garantendo stabilità meccanica
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40
Q

proteoglicani

A
  • Sono soprattutto aggrecani

Composti macromolecolari formati da + di 100 glicosaminoglicani fissati a un acido ialuronico centrale

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41
Q

glicosaminoglicani

A

Ciascuno è costituito da un acido uronico, un amminozucchero e due cariche negative (gruppo carbossilico, gruppo solfato)

sono strutture ingombranti perché attraggono cationi determinando un aumento nel richiamo osmotico di acqua - che viene intrappolata - proprietà fisico-chimica che associata alla resistenza alla trazione delle fibre garantisce pressione di rigonfiamento

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42
Q

modello viscoso-elastico della cartilagine articolare

A

□ In soluzione, i proteoglicani si distendono a causa delle forze di repulsione fra anioni ma occupano solo 1/5 della superficie disponibile (perché le fibre impediscono la trazione e un’ulteriore compressione)

□ Se la cartilagine viene compressa il liquido interstiziale e i cationi si spostano nella cavità articolare: così l’ecm può essere ulteriormente compressa

□ Effetto: la pressione idrostatica aumenta (componente viscosa) per equilibrarsi alla spinta esterna, le cariche negative dei glicosaminoglicani si avvicinano aumentando la forza di repulsione (equivalente alla compressione)

□ Fine compressione: le cariche negative si distanziano per la repulsione richiamando nel tessuto liquido interstiziale e ioni liberi (componente elastica) - così il tessuto riacquista volume originario, attraverso questo flusso di liquido interstiziale definito convezione

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43
Q

componenti accessorie intra-articolari: funzione

A

ampliano le superfici di contatto riducendo la pressione di carico sulla cartilagine articolare
aumentano la congruenza tra le superfici articolari

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44
Q

struttura di una diartrosi

A
faccette articolari rivestite di ialina
capsula articolare con sinovia
componenti accessorie intra-articolari 
legamenti intra ed extracapsulari
borse sinoviali
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45
Q

stabilizzazione di un’articolazione

A

attraverso: muscoli (agonisti/antagonisti) che la stabilizzano contraendosi in direzioni opposte
legamenti intra ed extracapsulari

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46
Q

componenti accessorie intra-articolari, quali sono

A

menischi: mezzelune, regolari solo nel ginocchio
- Esterno - tessuto connettivo con vasi sanguigni
- Interno - fibrocartilagine, con liquido sinoviale

dischi articolari: costituiti in parte da tessuto connettivo articolare, in parte fibrocartilagineo, e suddividono in due la cavità (es: art. mandibolare, sternoclavicolare, del polso)

labbri articolari: cuneiformi, fibrocartilagine aderente alla superficie esterna della capsula per ampliarne la superficie

  • Acetabolare - anca
  • Glenoideo - spa
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47
Q

LEGAMENTI INTRACAPSULARI

A

Rinforzano le capsule contribuendo alla stabilità

si trovano nella membrana fibrosa o subintima

Testa del femore, crociati del ginocchio - sono però extra-articolari (delimitati da membrana sinoviale ma siti fuori dalla cavità articolare)

48
Q

LEGAMENTI EXTRACAPSULARI

A

Non hanno contatto diretto con la capsula

esempio: collaterale fibulare del ginocchio

49
Q

alterazioni della lunghezza dei legamenti

A
  • Se i legamenti sono troppo tesi: possono lacerarsi e l’articolazione diventa instabile
  • Se sono troppo brevi: contrattura articolare - l’art diventa immobile
50
Q

artrosi - cause

A

l’artrosi secondaria causata da superfici articolari irregolari

Squilibrio sul carico e sulla cartilagine in:

  • deformità post traumatiche - displasia (anormale sviluppo cellulare di un tessuto)
  • deviazioni degli assi e instabilità
51
Q

artrosi - patogenesi

A

Usura meccanica: la ialina sovraccaricata per lungo tempo altera il processo di entrata-uscita del liquido interstiziale e l’assenza di pericondrio rende difficile la rigenerazione

Quando il danno raggiunge i condrociti diventa irreversibile - restitutio ad integrum impossibile

52
Q

artrosi: prevenzione

A
  • correzioni di deviazione dell’asse corporeo

- osteotomie in caso di incongruenze tra articolazioni

53
Q

artrosi: siti caratteristici

A

Vertebre
Ginocchio
Anca

54
Q

intervento di sostituzione dell’anca in caso di artrosi

A

intervento migliore, con durata di oltre 10 anni: protesi interna (THR)

Può essere fissata con o senza cemento: senza prevede un rivestimento rugoso nel quale l’osso si accresce fissando la protesi ma il processo richiede molte settimane di recupero post operatorio

55
Q

artrosi - sintomi

A

Dopo un lungo periodo asintomatico , si accusa dolore sotto sforzo

Tipiche alterazioni radiologiche: riduzione della rima articolare, addensamento dell’osso subcondrale, formazione di geodi (cavitazioni) e osteofiti

56
Q

artrosi attivata

A

insorge quando il dolore è percepito anche a riposo a causa dell’infiammazione della capsula articolare (sinovite)

57
Q

artrosi: caratteristiche cliniche, stadio I

A

sulla superficie articolare irregolare vengono esposte le fibrille di collagene

58
Q

artrosi: caratteristiche cliniche, stadio II

A

a causa di profonde fessure cartilaginee i condrociti si riuniscono in gruppi

59
Q

artrosi: caratteristiche cliniche, stadio III

A

in risposta al logoramento della cartilagine

  • compaiono osteofiti nell’art osteocondrale
  • sclerosi subcondrale (ispessimento osso)
  • sinovite reattiva (infiammazione)
60
Q

artrosi: caratteristiche cliniche, stadio IV

A
  • Osteonecrosi: crolla il rivestimento osseo subcondrale e le superfici ossee sfregano l’una contro l’altra
  • Esostosi marginali: ipertrofia per la formazione di osteofiti
  • Formazione di cisti con detriti: cavità per il riassorbimento di midollo osseo attiguo generate dall’attivazione delle progenitrici mesenchimali
61
Q

artrosi: meccanismi di compensazione della fase iniziale

A
  • Compensazione della perdita di cartilagine: limitata divisione cellulare dei condrociti - che formano gruppi
  • Equilibrio della pressione nell’osso subcondrale: sclerosi subcondrale
62
Q

artrosi: meccanismi di compensazione della fase tardiva

A
  • Compensazione della perdita di cartilagine: formazione di cisti e metaplasie (superfici articolari che assumono consistenza fibrocartilaginea)
  • Equilibrio della pressione nell’osso subcondrale: formazione di osteofiti marginali per aumentare la superficie
63
Q

funzioni articolazioni

A

Innanzitutto le articolazioni devono

  • mantenere il corpo in equilibrio, quindi devono essere posizionate al di sopra del centro di gravità
  • garantire stabilità, grazie ai legamenti e ai tendini

Poi garantiscono il movimento: le forze che agiscono su di loro generano una pressione congiunta che determina il movimento articolare al di fuori del centro di rotazione.

64
Q

movimenti di traslazione

A

punti che si muovono lungo lungo linee parallele percorrendo lo stesso tratto nella stessa direzione

Movimento lungo uno o due assi principali su un piano
▪ art. femoro-patellare del ginocchio - la rotula scorre spostando il cuscinetto femorale in alto o in basso
▪ art. vertebrali - movimenti in un solo piano ma direzioni opposte

65
Q

movimenti di rotazione, superfici articolari congruenti

A

rotazione: punti che si muovono lungo archi di circonferenze concentriche percorrendo tratti diversi

superfici articolari congruenti: possono scivolare

  • senza guadagno nel range di movimento
  • un punto della superficie articolare tocca uno dopo l’altro diversi punti
  • esempio: abduzione della spalla
66
Q

movimenti di rotazione, superfici articolari non congruenti

A

rotazione: punti che si muovono lungo archi di circonferenze concentriche percorrendo tratti diversi

superfici articolari non congruenti: possono rotolare

  • con guadagno nel range di movimento
  • un punto della superficie articolare tocca un solo punto.
  • L’asse di movimento (asse di coppia) si muove all’indietro secondo una linea definita e è possibile determinare in quale punto si trova
  • esempio: flessione del ginocchio
67
Q

assi e movimenti articolari

A
  • Articolazioni a sfera (enartrosi): 3 gradi di libertà, 6 movimenti
  • Articolazioni ellissoidale (condiloartrosi) e a sella: 2 assi, 4 movimenti
  • Ginglimo angolare (art a troclea) o laterale (trocoide): 1 asse, 2 movimenti
68
Q

6 movimenti delle enartrosi

A
  • adduzione/abduzione
    flessione/estensione
    intra/extra rotazione
69
Q

moto di scorrimento dell’articolazione

A

Parte convessa: moto di scorrimento orientato nella direzione opposta del movimento angolare dell’articolazione

Parte concava: moto di scorrimento orientato nella stessa direzione del movimento angolare dell’articolazione

70
Q

limitazione del movimento articolare

A

Oltre che alla forma dell’articolazione può essere dovuta a
I. Ossa (L’olecrano impedisce l’ipertensione dell’avambraccio)

II. Muscoli (La musc. ischiocrurale impedisce la flessione massima dell’anca)

III. Legamenti (Il leg ileofemorale - tra anca e femore - impedisce l’ipertensione dell’anca)

IV. Parti molli (Tessuti di rivestimento della coscia che impediscono la flessione dell’art del ginocchio)

71
Q

metodo neutro - 0

A

misura la mobilità articolare

Angoli

- Nella norma 5/0/140
- con mobilità limitata causa contrattura in flessione 0/20/140
- Anchilosi (immobilizzazione a 20gradi a causa di un irrigidimento) 0/20/20
72
Q

stabilizzazione articolare del ginocchio

A
  • Passiva: legamenti capsulari posteriori (popliteo obliquo e arcuato - se il carico è avanti fanno da vincolo)
  • Attiva: muscolo quadricipite femorale (quando un carico si trova sul lato posteriore)
73
Q

stabilizzazione articolare della caviglia

A

Piano frontale: legamenti collaterali del ginocchio

Piano sagittale: muscoli della porzione inferiore della gamba (tricipite della sura e tibiale anteriore)

74
Q

stabilizzazione articolare della colonna vertebrale

A

muscoli spinovertebrali

75
Q

stabilizzazione articolare dell’anca

A

Piano frontale: gluteo medio e piccolo
Piano sagittale: glutei
Iperestensione prevenuta dal legamento ileofemorale

76
Q

classificazione delle fratture

A

IN BASE AL MECCANISMO DI FORMAZIONE: traumatica da trauma diretto, traumatica da trauma indiretto (distante dal punto d’impatto), non traumatica (patologica)

IN BASE ALLA MORFOLOGIA: si considerano percorso delle linee di frattura, numero di frammenti,…

IN BASE ALL’ENTITÀ DEL DANNO A CARICO DEI TESSUTI MOLLI: frattura chiusa o esposta (cute lacerata - pericolo di infezioni)

IN BASE ALLA POSIZIONE ANATOMICA:

  • epifisiaria/metafisiaria/ diafisiaria
  • distale o prossimale
  • con o senza interessamento articolare
77
Q

fratture infantili

A
  • Bisogna tener conto della cartilagine di accrescimento che potrebbe venir chiusa prematuramente
78
Q

frattura a legno verde

A

Avendo un periostio più forte, nei bambini potrebbe verificarsi una frattura a legno verde o intraperiostale: un lato della diafisi si rompe, l’altro si incurva mentre il periostio rimane intatto

79
Q

dislocazione dei monconi nelle fratture scomposte

A
Ad latus 
Ad axim
Ad peripheriam 
Ad longitudinem
Ad longitudinem / Cum contractione
Cum destractione
80
Q

riparazione della frattura

A

riallineamento dei capi ossei fratturati e stabilizzazione indiretta (naturale/secondaria) o diretta (primaria)

81
Q

riparazione indiretta della frattura

A
  • Fase infiammatoria, formazione di un ematoma e riorganizzazione del t. connettivo lasso
  • Immobilizzazione, mediante un callo fibrocartilageo
  • Mineralizzazione, consolidazione del callo osseo
82
Q

riparazione diretta della frattura

A

▪ Caso raro: non si forma un callo osseo, la vascolarizzazione ossea non è danneggiata, gli osteoni si svluppano tra un frammento e l’altro
▪ Richiede un intervento di osteosintesi - a patto non sia più larga di 0.5 mm

83
Q

composizione della muscolatura scheletrica

A
  • 75% acqua
  • 20% proteine contrattili (actina, miosina, troponina, tropomiosina)
  • 3% ioni calcio inorganici
  • 2% trigliceridi o altri comp organici a basso peso molecolare

costituendo circa il 40% del peso corporeo in un adulto medio

84
Q

quanti sono i muscoli scheletrici

A

più di 600

  • di cui 2/3 negli arti inferiori (posturali, antigravitari, del movimento)
  • in prevalenza da lavoro o extrafusali
85
Q

muscoli extrafusali

A

muscoli da lavoro
presiedono il movimento attivo
si distinguono per motivi funzionali in muscoli di sostegno (statici o posturali) e di movimento (fasici o dinamici)

86
Q

tipi di fibre muscolari

A

toniche: depolarizzazioni graduate (si trovano sporadicamente nei fusi neuromuscolari e nei muscoli esterni dell’occhio)

a contrazione: si contraggono con tutta la forza possibile in risposta a un potenziale dell’azione dell’assone che li innerva o non si contraggono

87
Q

fibre muscolari a contrazione di tipo I

A

○ Scossa lenta, resistenza alla fatica
○ Muscoli costituiti da grandi unità motorie (un’unità: motoneurone + fibre da esso innervate) - tonici
○ Muscoli posturali
○ Velocità di contrazione: 100 ms
○ Al microscopio con la reazione istochimica della SDH (succinato deidrogenasi) appaiono scure per i mitocondri negli interstizi tra le miofibrille e al di sotto del sarcolemma

88
Q

fibre muscolari a contrazione di tipo II

A

○ Scosse rapide e intense
○ Presenti in muscoli composti da < 100 unità motorie - fasici
○ Muscoli che sviluppano una contrazione potente
○ Velocità di contrazione: 30 ms
○ Al microscopio con la reazione istochimica della SDH appaiono chiare per la scarsa quantità di mitocondri

più propense a essere colpite da sarcopenia

89
Q

sarcopenia

A

perdita di massa muscolare dovuta alla vecchiaia, del 15% per ogni decade dai 50 anni

le fibre di tipo II sono più propense a essere colpite

90
Q

decorso delle fibre muscolari

A

possono presentare decorso parallelo (muscoli non pennati) o obliquo (muscoli pennati)

91
Q

fibre dei muscoli scheletrici: caratteristiche comuni a tutte e peculiarità

A
  • hanno quasi tutte lo stesso spessore (diametro di 60 micron)
  • differiscono in termini di lunghezza, di rapporto lunghezza fibre / lunghezza muscolo, di angolo di pennazione
92
Q

lunghezza delle fibre muscolari scheletriche

A

da pochi mm a 20 cm

più sono lunghe, più aumenta l’h max di sollevamento

93
Q

rapporto lunghezza fibre muscolari scheletriche / lunghezza muscolo

A

da 0.2 a 0.6 - lunghezza fibre tra 20 e 60% della lunghezza del muscolo

più è grande e minore è la forza di sollevamento

94
Q

angolo di pennazione

A

quanto è maggiore l’ampiezza, tanto maggiori sono la sezione fisiologica e la capacità di sollevamento

95
Q

capacità contrattile in muscoli pennati e a fibre parallele

A

m. pennati: Ridotta - formano con l’asse longitudinale del tendine un angolo di 30 gradi
m. a fibre parallele: Possono trasmetterla quasi tutta al tendine - allineate lungo il suo asse longitudinale

96
Q

movimento in muscoli pennati e a fibre parallele

A

m. pennati: Minore velocità di accorciamento - ma maggiore forza
m. a fibre parallele: Maggiore accorciamento, movimenti ampi e veloci

97
Q

sezione anatomica e fisiologica in muscoli pennati e a fibre parallele

A

m. pennati: Sezione fisiologica maggiore perché la pennazione addensa + fibre in porzioni ridotte di aree muscolari trasversali (vantaggio del m. pennato: occupa poco spazio)
m. a fibre parallele: Stesse dimensioni

98
Q

sezione anatomica e sezione fisiologica

A
  • sezione anatomica: perpendicolare all’asse longitudinale della parte + spessa del muscolo
  • sezione fisiologica: perpendicolare all’andamento longitudinale delle fibre
99
Q

muscoli tonici

A

o rossi (forte irrorazione capillare)

fibre di tipo I, quindi costituiti da grandi unità motorie (si affaticano tardivamente)

filogeneticamente + antichi

Elevate quantità di mioglobina, forte irrorazione, tanti mitocondri

pas-negativi

Se poco utilizzati tendono ad accorciarsi

100
Q

muscoli fasici

A

o bianchi (scarsa irrorazione capillare)

fibre di tipo II, quindi costituiti da piccole unità motorie (si affaticano rapidamente)

filogeneticamente + recenti

Scarse quantità di mioglobina, scarsa irrorazione, pochi mitocondri

pas-positivi

Se poco utilizzati tendono ad atrofizzarsi

101
Q

esempi di muscoli tonici e fasici

A

muscoli tonici: trapezio, adduttori, retto del femore, intercostali, masticatori

muscoli fasici: bicipite brachiale, tibiale anteriore, dentato anteriore, grande gluteo, gastrocnemio

102
Q

struttura di una fibre muscolare scheletrica

A

Diametro medio 60 micron, lunghezza massima 20 cm

Nel loro citoplasma: miofibrille, mitocondri, sistemi L e T

Sarcolemma : membrana cellulare

Numerosi nuclei - 50/mm perché + mioblasti si fondono a formare una singola fibra

tra sarcolemma e membrana basale si trovano dei mioblasti quiescenti (c. staminali) che fungono da riserva cellulare

103
Q

sistema L o longitudinale

A

sistema di canalicoli presente nel citoplasma delle cellule delle fibre muscolari scheletriche

costituito dai tubuli a orientamento longitudinale del reticolo sarcoplasmatico, che decorrono longitudinalmente rispetto alle miofibrille

funzione: serbatoio di ioni Calcio

104
Q

sistema T o trasversale

A

presente nel citoplasma delle cellule delle fibre muscolari scheletriche

costituito da tubuli trasversi derivati da invaginazioni della membrana plasmatica , grazie a cui la superficie di una fibra aumenta di 5-10 volte

105
Q

compartimentazioni dell’involucro di connettivo nel tessuto muscolare scheletrico

A

I. Endomisio
▪ Riunisce le cellule muscolari in fascicoli primari di 200-250 fibre
▪ Importante per l’irrorazione - contiene numerosi capillari - e per la resistenza del muscolo
contiene anche i terminali assonici dei motoneuroni

II. Perimisio
▪ Unisce i fasci primari in fascicoli secondari
▪ Trasmette la forza di contrazione del muscolo al tendine
▪ Forma fibre carnose visibili a occhio nudo

III. Epimisio
▪ Consente il movimento
Connettivo lasso posto subito sotto la fascia muscolare

106
Q

struttura di un sarcomero

A

è l’unità contrattile del muscolo striato

Alternanza di filamenti sottili di actina (d = 7 nm) e spessi di miosina (15 nm)

L’actina - con troponina e tropomiosina - è connessa ai dischi Z
Le miosine - con titina -sono interconnesse dalla linea M

107
Q

sarcomero: contrazione muscolare

A
  • scorrimento dei filamenti spessi (movimento rotatorio) lungo quelli sottili (spinti verso il centro del sarcomero) in direzione del disco Z
  • dovuto a reazioni che creano e distruggono ponti trasversali tra teste di miosina e filamenti di actina
  • ogni sarcomero si accorcia di massimo il 70% della sua lunghezza a riposo
  • Alla base del ciclo contrattile: idrolisi di ATP e aumento della concentrazione citosolica di ioni Calcio
108
Q

unità motoria del muscolo scheletrico

A

è l’Insieme delle fibre innervate da un motoneurone alpha (assone della cellula nervosa motoria del midollo spinale)

Piccole unità : si contraggono velocemente, movimenti fini
Grandi unità : contrazione lenta, movimenti grossolani

109
Q

struttura della placca motrice terminale

A

chiamata sinapsi neuromuscolare

situata nelle ramificazioni del terminale assonico privo di guaina mielinica

presenta vescicole sinaptiche dove è immagazzinata acetilcolina

nella fessura sinaptica (100 nm) è presente la membrana basale con ancorato l’acetilcolinesterasi

110
Q

struttura di un tendine muscolare

A

secondo Kristic:
il tendine si inserisce nel muscolo grazie al paratenonio (tessuto lasso riccamente vascolarizzato)

  • Guaina peritendinea interna: circonda i fasci primari
  • Guaina peritendinea esterna: unifica i fasci primari nel tendine vero e proprio

Vascolarizzati grazie al mesotendine

111
Q

funzione dei tendini

A

trasmettere la forza di un muscolo all’osso

possono essere deputati
alla trazione
- non circondano l’osso
- costituiti da tessuto connettivo compatto a fibre parallele

alla compressione

  • circondano l’osso
  • costituiti da cartilagine fibrosa non vascolarizzata sul lato che aderisce all’osso
112
Q

costituenti di un tendine

A

I. Fasce muscolari
II. Guaina tendinea
III. Borsa sinoviale (regione spalla)
IV. Ossa sesamoidi

113
Q

fasce muscolari

A

costituite da connettivo compatto

garantiscono forma e posizione dei muscoli consentendo lo scivolamento senza attrito

114
Q

guaina tendinea

A

strato sinoviale interno + membrana fibrosa esterna

il foglietto interno della membrana sinoviale aderisce al tendine, quello esterno alla membrana fibrosa della guaina tendinea e tra essi c’è liquido sinoviale

servono a proteggere le capacità di scivolamento dei tendini in prossimità dell’osso

115
Q

borse sinoviali

A

(regione della spalla)
strutture sacciformi appiattite spesso comunicanti, contengono liquido sinoviale

hanno pareti simili a quelle di una capsula articolare

116
Q

ossa sesamoidi

A

(rotula : il + grande)

ossa incluse nei tendini (che le proteggono da attriti) sono il prolungamento del braccio attivo di leva di un muscolo e portano un risparmio di forza