PARTE BLU: ossa, articolazioni e muscoli Flashcards
tipi di ossa
ossa lunghe: prevale il diametro longitudinale
brevi: i diametri si equivalgono
piatte: prevale la superficie
irregolari: non hanno un diametro prevalente (vertebre, massiccio facciale, anca)
pneumatiche, sesamoidi, accessorie
ossa pneumatiche
contenenti aria
esempio: ossa dello splancnocranio con seni paranasali
ossa sesamoidi
incluse in tendini
esempio: patella, piriforme
ossa accessorie
supplementari, compaiono irregolarmente
esempio: ossa wormiane della calotta cranica
osso degli Inca
osso supplementare dovuto alla mancata fusione della squama occipitale
struttura di un osso lungo
- periostio: membrana connettivale responsabile dei processi di crescita dell’osso
- osso compatto o corticale sotto il periostio
- osso spugnoso o trabecolare sotto l’osso compatto
osso compatto
unità strutturali: osteoni
- al centro: canale di Havers con vaso che scorre al centro
- 5-20 lamelle circonferenziali di osteociti e matrice circondate da collagene disposte parallelamente con andamento elicoidale (angolo di 45)
- canali di Volkmann
canali di Volkmann
collegano i canali di Havers degli osteoni fra loro e ai vasi di periostio e spazio midollare
osso spugnoso
contiene midollo osseo per l'emopoiesi struttura lamellare (200-300 micron di spessore) non vascolarizzato, nutrito per diffusione
articolazioni per continuità
sinartrosi
mobilità da ridotta a media
superfici articolari unite da tessuto di riempimento costituito da
- connettivo fibroso (sindesmosi)
- tessuto cartilagineo (sincondrosi), se fibroso si parla di sinfisi - pubica, intervertebrale
- osso, superfici articolari saldate fra loro (sinostosi)
articolazioni per contiguità
diartrosi
superfici articolari contigue separate da rima articolare
mobilità buona
anfiartrosi
articolazioni per contiguità ma rigide per la presenza di legamenti fissi
esempio: art sacroiliaca
pseudoartrosi
“giunzione falsa”
interruzione del normale processo di guarigione di una frattura che porta a una mancata consolidazione ossea
anchilosi
irrigidimento patologico di un’articolazione
artrodesi
azione chirurgica che trasforma un’articolazione da mobile a fissa
è importante la stabilizzazione in posizione funzionale
principali indicazioni
- artrite infettiva
- distruzione articolare post-traumatica
- malattia degenerativa delle articolazioni
- recuperare almeno parzialmente una funzionalità compromessa da malformazioni congenite
artrotomia
apertura chirurgica di un’articolazione
artrografia
radiografia della cavità articolare mediante mezzo di contrasto
artroscopia
esame endoscopico delle articolazioni associato a una terapia endoscopica
sinoviectomia
asportazione del rivestimento articolare
artrocentesi
iniezione intra-articolare: aspirazione di liquidino infiltrazione di sostanze
artroprotesi
sostituzione chirurgica di un’articolazione con una protesi in caso di artrosi avanzata
esempi di sinostosi
osso sacro: vertebre sacrali fuse
osso dell’anca: fusione di ileo, ischio e pube
triplice artrodesi
piede torto equino - artrodesi in posizione plantigrada (90gradi tra gamba e piede)
coinvolge tre articolazioni : sottoastragalica, talonavicolare, calcaneo-cuboidea
articolazioni sinoviali
altro nome con cui sono note le diartrosi, perché circondate da una capsula articolare tappezzata da membrana sinoviale e contenente liquido sinoviale
liquido sinoviale, composizione
(in grandi articolazioni anche 3-5 ml):
▪ Giallastro e viscoso
▪ pH 7.4-7.7
▪ Contiene acido ialuronico, lubricina, fosfolipidi, elementi del plasma (glucosio, proteine), 60-150 micron di linfociti e macrofagi
liquido sinoviale, funzione
nutrimento della ialina per diffusione
lubrificazione delle superfici articolari della cartilagine per ridurre l’attrito
ammortizzamento della pressione, che viene distribuita sulla superficie articolare in maniera che risulti diffusa
faccette articolari della capsula
forma complementare
rivestite da ialina
rivestimento della caspula
due strati: membrana fibrosa e membrana sinoviale
membrana fibrosa
riveste la capsula articolare
costituita da fibre di collagene che continuano fino al periostio
spessore variabile (in molte articolazioni è rinforzata da legamenti intracapsulari)
membrana sinoviale, struttura
è disposta a formare
- Recessi (se lassa)
- Cercini / pliche alari
- Pieghe / pliche sinoviali
- Villi / villi sinoviali
può essere intima o subintima
si rigenera dal pericondrio (t. connettivo) circostante
membrana sinoviale, funzione
reagisce agli stimoli:
- aumentando la secrezione di liquido sotto forma di versamento articolare
- rilasciando mediatori infiammatori come prostaglandine, istamina, citochine
membrana sinoviale intima
□ costituita da 1-3 strati di sinoviociti - cellule epiteliali prive di membrana basale deputate a produzione (tipo B) e riassorbimento (tipo A) di liquido sinoviale
membrana sinoviale subintima
□ tessuto connettivo con vasi sanguigni e linfatici
□ terminazioni nervose libere (recettori del dolore)
□ corpuscoli di Ruffini e Pacini - meccanocettori che controllano il movimento della capsula
Può essere areolare (lassa, ricca di connettivo), adiposa, fibrosa (tanto collagene pochi vasi)
sinoviociti
cellule epiteliali presenti nella membrana sinoviale intima prive di membrana basale deputate a produzione (tipo B) e riassorbimento (tipo A) di liquido sinoviale
- sinoviociti di tipo A: simili a macrofagi, contengono vacuoli, lisosomi, Golgi, mitocondri
- sinoviociti di tipo B: al di sotto del tipo A, simili a fibroblasti, contengono rer, granuli secretori
cartilagine ialina articolare - composizione
Spessore variabile: da 1-2 mm nelle dita a 5-7 mm nel ginocchio
Non possiede né un pericondrio né dei vasi
Composizione: Matrice extracellulare ECM + condrociti 5%
cartilagine ialina articolare - cosa riveste
Ricopre tutte le superfici articolari
eccetto art. temporomandibolare e sternoclavicolare (fibrocartilaginee)
cartilagine ialina - struttura
è suddivisa in 4 zone distinte in base alla posizione ad arcata del collagene
- dalla zona IV dove si collegano con l’osso, si spostano perpendicolarmente e radialmente nella zona III
- ruotano parallelamente nella zona II (zona di transizione)
- dopo un percorso tangenziale nella zona I ritornano in profondità
matrice extracellulare - struttura
- fibre collagene o fibrille (di tipo II, IX, XI)
- proteoglicani, principalmente aggrecani, con glicosaminoglicani
- glicoproteine (proteine di adesione come la condronectina)
- liquido interstiziale ed elettroliti (cationi come Ca, K, Na)
struttura ECM: fibre collagene
visibili al microscopio elettronico dopo scissione con ialuronidasi di condrociti e proteoglicani
- Diametro 15-130 nm
- Ciascuna molecola costituita da tre catene polipeptidiche alfa legate da legami covalenti a formare una tripla elica destrogira
- Forniscono resistenza alla trazione, garantendo stabilità meccanica
proteoglicani
- Sono soprattutto aggrecani
Composti macromolecolari formati da + di 100 glicosaminoglicani fissati a un acido ialuronico centrale
glicosaminoglicani
Ciascuno è costituito da un acido uronico, un amminozucchero e due cariche negative (gruppo carbossilico, gruppo solfato)
sono strutture ingombranti perché attraggono cationi determinando un aumento nel richiamo osmotico di acqua - che viene intrappolata - proprietà fisico-chimica che associata alla resistenza alla trazione delle fibre garantisce pressione di rigonfiamento
modello viscoso-elastico della cartilagine articolare
□ In soluzione, i proteoglicani si distendono a causa delle forze di repulsione fra anioni ma occupano solo 1/5 della superficie disponibile (perché le fibre impediscono la trazione e un’ulteriore compressione)
□ Se la cartilagine viene compressa il liquido interstiziale e i cationi si spostano nella cavità articolare: così l’ecm può essere ulteriormente compressa
□ Effetto: la pressione idrostatica aumenta (componente viscosa) per equilibrarsi alla spinta esterna, le cariche negative dei glicosaminoglicani si avvicinano aumentando la forza di repulsione (equivalente alla compressione)
□ Fine compressione: le cariche negative si distanziano per la repulsione richiamando nel tessuto liquido interstiziale e ioni liberi (componente elastica) - così il tessuto riacquista volume originario, attraverso questo flusso di liquido interstiziale definito convezione
componenti accessorie intra-articolari: funzione
ampliano le superfici di contatto riducendo la pressione di carico sulla cartilagine articolare
aumentano la congruenza tra le superfici articolari
struttura di una diartrosi
faccette articolari rivestite di ialina capsula articolare con sinovia componenti accessorie intra-articolari legamenti intra ed extracapsulari borse sinoviali
stabilizzazione di un’articolazione
attraverso: muscoli (agonisti/antagonisti) che la stabilizzano contraendosi in direzioni opposte
legamenti intra ed extracapsulari
componenti accessorie intra-articolari, quali sono
menischi: mezzelune, regolari solo nel ginocchio
- Esterno - tessuto connettivo con vasi sanguigni
- Interno - fibrocartilagine, con liquido sinoviale
dischi articolari: costituiti in parte da tessuto connettivo articolare, in parte fibrocartilagineo, e suddividono in due la cavità (es: art. mandibolare, sternoclavicolare, del polso)
labbri articolari: cuneiformi, fibrocartilagine aderente alla superficie esterna della capsula per ampliarne la superficie
- Acetabolare - anca
- Glenoideo - spa
LEGAMENTI INTRACAPSULARI
Rinforzano le capsule contribuendo alla stabilità
si trovano nella membrana fibrosa o subintima
Testa del femore, crociati del ginocchio - sono però extra-articolari (delimitati da membrana sinoviale ma siti fuori dalla cavità articolare)
LEGAMENTI EXTRACAPSULARI
Non hanno contatto diretto con la capsula
esempio: collaterale fibulare del ginocchio
alterazioni della lunghezza dei legamenti
- Se i legamenti sono troppo tesi: possono lacerarsi e l’articolazione diventa instabile
- Se sono troppo brevi: contrattura articolare - l’art diventa immobile
artrosi - cause
l’artrosi secondaria causata da superfici articolari irregolari
Squilibrio sul carico e sulla cartilagine in:
- deformità post traumatiche - displasia (anormale sviluppo cellulare di un tessuto)
- deviazioni degli assi e instabilità
artrosi - patogenesi
Usura meccanica: la ialina sovraccaricata per lungo tempo altera il processo di entrata-uscita del liquido interstiziale e l’assenza di pericondrio rende difficile la rigenerazione
Quando il danno raggiunge i condrociti diventa irreversibile - restitutio ad integrum impossibile
artrosi: prevenzione
- correzioni di deviazione dell’asse corporeo
- osteotomie in caso di incongruenze tra articolazioni
artrosi: siti caratteristici
Vertebre
Ginocchio
Anca
intervento di sostituzione dell’anca in caso di artrosi
intervento migliore, con durata di oltre 10 anni: protesi interna (THR)
Può essere fissata con o senza cemento: senza prevede un rivestimento rugoso nel quale l’osso si accresce fissando la protesi ma il processo richiede molte settimane di recupero post operatorio
artrosi - sintomi
Dopo un lungo periodo asintomatico , si accusa dolore sotto sforzo
Tipiche alterazioni radiologiche: riduzione della rima articolare, addensamento dell’osso subcondrale, formazione di geodi (cavitazioni) e osteofiti
artrosi attivata
insorge quando il dolore è percepito anche a riposo a causa dell’infiammazione della capsula articolare (sinovite)
artrosi: caratteristiche cliniche, stadio I
sulla superficie articolare irregolare vengono esposte le fibrille di collagene
artrosi: caratteristiche cliniche, stadio II
a causa di profonde fessure cartilaginee i condrociti si riuniscono in gruppi
artrosi: caratteristiche cliniche, stadio III
in risposta al logoramento della cartilagine
- compaiono osteofiti nell’art osteocondrale
- sclerosi subcondrale (ispessimento osso)
- sinovite reattiva (infiammazione)
artrosi: caratteristiche cliniche, stadio IV
- Osteonecrosi: crolla il rivestimento osseo subcondrale e le superfici ossee sfregano l’una contro l’altra
- Esostosi marginali: ipertrofia per la formazione di osteofiti
- Formazione di cisti con detriti: cavità per il riassorbimento di midollo osseo attiguo generate dall’attivazione delle progenitrici mesenchimali
artrosi: meccanismi di compensazione della fase iniziale
- Compensazione della perdita di cartilagine: limitata divisione cellulare dei condrociti - che formano gruppi
- Equilibrio della pressione nell’osso subcondrale: sclerosi subcondrale
artrosi: meccanismi di compensazione della fase tardiva
- Compensazione della perdita di cartilagine: formazione di cisti e metaplasie (superfici articolari che assumono consistenza fibrocartilaginea)
- Equilibrio della pressione nell’osso subcondrale: formazione di osteofiti marginali per aumentare la superficie
funzioni articolazioni
Innanzitutto le articolazioni devono
- mantenere il corpo in equilibrio, quindi devono essere posizionate al di sopra del centro di gravità
- garantire stabilità, grazie ai legamenti e ai tendini
Poi garantiscono il movimento: le forze che agiscono su di loro generano una pressione congiunta che determina il movimento articolare al di fuori del centro di rotazione.
movimenti di traslazione
punti che si muovono lungo lungo linee parallele percorrendo lo stesso tratto nella stessa direzione
Movimento lungo uno o due assi principali su un piano
▪ art. femoro-patellare del ginocchio - la rotula scorre spostando il cuscinetto femorale in alto o in basso
▪ art. vertebrali - movimenti in un solo piano ma direzioni opposte
movimenti di rotazione, superfici articolari congruenti
rotazione: punti che si muovono lungo archi di circonferenze concentriche percorrendo tratti diversi
superfici articolari congruenti: possono scivolare
- senza guadagno nel range di movimento
- un punto della superficie articolare tocca uno dopo l’altro diversi punti
- esempio: abduzione della spalla
movimenti di rotazione, superfici articolari non congruenti
rotazione: punti che si muovono lungo archi di circonferenze concentriche percorrendo tratti diversi
superfici articolari non congruenti: possono rotolare
- con guadagno nel range di movimento
- un punto della superficie articolare tocca un solo punto.
- L’asse di movimento (asse di coppia) si muove all’indietro secondo una linea definita e è possibile determinare in quale punto si trova
- esempio: flessione del ginocchio
assi e movimenti articolari
- Articolazioni a sfera (enartrosi): 3 gradi di libertà, 6 movimenti
- Articolazioni ellissoidale (condiloartrosi) e a sella: 2 assi, 4 movimenti
- Ginglimo angolare (art a troclea) o laterale (trocoide): 1 asse, 2 movimenti
6 movimenti delle enartrosi
- adduzione/abduzione
flessione/estensione
intra/extra rotazione
moto di scorrimento dell’articolazione
Parte convessa: moto di scorrimento orientato nella direzione opposta del movimento angolare dell’articolazione
Parte concava: moto di scorrimento orientato nella stessa direzione del movimento angolare dell’articolazione
limitazione del movimento articolare
Oltre che alla forma dell’articolazione può essere dovuta a
I. Ossa (L’olecrano impedisce l’ipertensione dell’avambraccio)
II. Muscoli (La musc. ischiocrurale impedisce la flessione massima dell’anca)
III. Legamenti (Il leg ileofemorale - tra anca e femore - impedisce l’ipertensione dell’anca)
IV. Parti molli (Tessuti di rivestimento della coscia che impediscono la flessione dell’art del ginocchio)
metodo neutro - 0
misura la mobilità articolare
Angoli
- Nella norma 5/0/140 - con mobilità limitata causa contrattura in flessione 0/20/140 - Anchilosi (immobilizzazione a 20gradi a causa di un irrigidimento) 0/20/20
stabilizzazione articolare del ginocchio
- Passiva: legamenti capsulari posteriori (popliteo obliquo e arcuato - se il carico è avanti fanno da vincolo)
- Attiva: muscolo quadricipite femorale (quando un carico si trova sul lato posteriore)
stabilizzazione articolare della caviglia
Piano frontale: legamenti collaterali del ginocchio
Piano sagittale: muscoli della porzione inferiore della gamba (tricipite della sura e tibiale anteriore)
stabilizzazione articolare della colonna vertebrale
muscoli spinovertebrali
stabilizzazione articolare dell’anca
Piano frontale: gluteo medio e piccolo
Piano sagittale: glutei
Iperestensione prevenuta dal legamento ileofemorale
classificazione delle fratture
IN BASE AL MECCANISMO DI FORMAZIONE: traumatica da trauma diretto, traumatica da trauma indiretto (distante dal punto d’impatto), non traumatica (patologica)
IN BASE ALLA MORFOLOGIA: si considerano percorso delle linee di frattura, numero di frammenti,…
IN BASE ALL’ENTITÀ DEL DANNO A CARICO DEI TESSUTI MOLLI: frattura chiusa o esposta (cute lacerata - pericolo di infezioni)
IN BASE ALLA POSIZIONE ANATOMICA:
- epifisiaria/metafisiaria/ diafisiaria
- distale o prossimale
- con o senza interessamento articolare
fratture infantili
- Bisogna tener conto della cartilagine di accrescimento che potrebbe venir chiusa prematuramente
frattura a legno verde
Avendo un periostio più forte, nei bambini potrebbe verificarsi una frattura a legno verde o intraperiostale: un lato della diafisi si rompe, l’altro si incurva mentre il periostio rimane intatto
dislocazione dei monconi nelle fratture scomposte
Ad latus Ad axim Ad peripheriam Ad longitudinem Ad longitudinem / Cum contractione Cum destractione
riparazione della frattura
riallineamento dei capi ossei fratturati e stabilizzazione indiretta (naturale/secondaria) o diretta (primaria)
riparazione indiretta della frattura
- Fase infiammatoria, formazione di un ematoma e riorganizzazione del t. connettivo lasso
- Immobilizzazione, mediante un callo fibrocartilageo
- Mineralizzazione, consolidazione del callo osseo
riparazione diretta della frattura
▪ Caso raro: non si forma un callo osseo, la vascolarizzazione ossea non è danneggiata, gli osteoni si svluppano tra un frammento e l’altro
▪ Richiede un intervento di osteosintesi - a patto non sia più larga di 0.5 mm
composizione della muscolatura scheletrica
- 75% acqua
- 20% proteine contrattili (actina, miosina, troponina, tropomiosina)
- 3% ioni calcio inorganici
- 2% trigliceridi o altri comp organici a basso peso molecolare
costituendo circa il 40% del peso corporeo in un adulto medio
quanti sono i muscoli scheletrici
più di 600
- di cui 2/3 negli arti inferiori (posturali, antigravitari, del movimento)
- in prevalenza da lavoro o extrafusali
muscoli extrafusali
muscoli da lavoro
presiedono il movimento attivo
si distinguono per motivi funzionali in muscoli di sostegno (statici o posturali) e di movimento (fasici o dinamici)
tipi di fibre muscolari
toniche: depolarizzazioni graduate (si trovano sporadicamente nei fusi neuromuscolari e nei muscoli esterni dell’occhio)
a contrazione: si contraggono con tutta la forza possibile in risposta a un potenziale dell’azione dell’assone che li innerva o non si contraggono
fibre muscolari a contrazione di tipo I
○ Scossa lenta, resistenza alla fatica
○ Muscoli costituiti da grandi unità motorie (un’unità: motoneurone + fibre da esso innervate) - tonici
○ Muscoli posturali
○ Velocità di contrazione: 100 ms
○ Al microscopio con la reazione istochimica della SDH (succinato deidrogenasi) appaiono scure per i mitocondri negli interstizi tra le miofibrille e al di sotto del sarcolemma
fibre muscolari a contrazione di tipo II
○ Scosse rapide e intense
○ Presenti in muscoli composti da < 100 unità motorie - fasici
○ Muscoli che sviluppano una contrazione potente
○ Velocità di contrazione: 30 ms
○ Al microscopio con la reazione istochimica della SDH appaiono chiare per la scarsa quantità di mitocondri
più propense a essere colpite da sarcopenia
sarcopenia
perdita di massa muscolare dovuta alla vecchiaia, del 15% per ogni decade dai 50 anni
le fibre di tipo II sono più propense a essere colpite
decorso delle fibre muscolari
possono presentare decorso parallelo (muscoli non pennati) o obliquo (muscoli pennati)
fibre dei muscoli scheletrici: caratteristiche comuni a tutte e peculiarità
- hanno quasi tutte lo stesso spessore (diametro di 60 micron)
- differiscono in termini di lunghezza, di rapporto lunghezza fibre / lunghezza muscolo, di angolo di pennazione
lunghezza delle fibre muscolari scheletriche
da pochi mm a 20 cm
più sono lunghe, più aumenta l’h max di sollevamento
rapporto lunghezza fibre muscolari scheletriche / lunghezza muscolo
da 0.2 a 0.6 - lunghezza fibre tra 20 e 60% della lunghezza del muscolo
più è grande e minore è la forza di sollevamento
angolo di pennazione
quanto è maggiore l’ampiezza, tanto maggiori sono la sezione fisiologica e la capacità di sollevamento
capacità contrattile in muscoli pennati e a fibre parallele
m. pennati: Ridotta - formano con l’asse longitudinale del tendine un angolo di 30 gradi
m. a fibre parallele: Possono trasmetterla quasi tutta al tendine - allineate lungo il suo asse longitudinale
movimento in muscoli pennati e a fibre parallele
m. pennati: Minore velocità di accorciamento - ma maggiore forza
m. a fibre parallele: Maggiore accorciamento, movimenti ampi e veloci
sezione anatomica e fisiologica in muscoli pennati e a fibre parallele
m. pennati: Sezione fisiologica maggiore perché la pennazione addensa + fibre in porzioni ridotte di aree muscolari trasversali (vantaggio del m. pennato: occupa poco spazio)
m. a fibre parallele: Stesse dimensioni
sezione anatomica e sezione fisiologica
- sezione anatomica: perpendicolare all’asse longitudinale della parte + spessa del muscolo
- sezione fisiologica: perpendicolare all’andamento longitudinale delle fibre
muscoli tonici
o rossi (forte irrorazione capillare)
fibre di tipo I, quindi costituiti da grandi unità motorie (si affaticano tardivamente)
filogeneticamente + antichi
Elevate quantità di mioglobina, forte irrorazione, tanti mitocondri
pas-negativi
Se poco utilizzati tendono ad accorciarsi
muscoli fasici
o bianchi (scarsa irrorazione capillare)
fibre di tipo II, quindi costituiti da piccole unità motorie (si affaticano rapidamente)
filogeneticamente + recenti
Scarse quantità di mioglobina, scarsa irrorazione, pochi mitocondri
pas-positivi
Se poco utilizzati tendono ad atrofizzarsi
esempi di muscoli tonici e fasici
muscoli tonici: trapezio, adduttori, retto del femore, intercostali, masticatori
muscoli fasici: bicipite brachiale, tibiale anteriore, dentato anteriore, grande gluteo, gastrocnemio
struttura di una fibre muscolare scheletrica
Diametro medio 60 micron, lunghezza massima 20 cm
Nel loro citoplasma: miofibrille, mitocondri, sistemi L e T
Sarcolemma : membrana cellulare
Numerosi nuclei - 50/mm perché + mioblasti si fondono a formare una singola fibra
tra sarcolemma e membrana basale si trovano dei mioblasti quiescenti (c. staminali) che fungono da riserva cellulare
sistema L o longitudinale
sistema di canalicoli presente nel citoplasma delle cellule delle fibre muscolari scheletriche
costituito dai tubuli a orientamento longitudinale del reticolo sarcoplasmatico, che decorrono longitudinalmente rispetto alle miofibrille
funzione: serbatoio di ioni Calcio
sistema T o trasversale
presente nel citoplasma delle cellule delle fibre muscolari scheletriche
costituito da tubuli trasversi derivati da invaginazioni della membrana plasmatica , grazie a cui la superficie di una fibra aumenta di 5-10 volte
compartimentazioni dell’involucro di connettivo nel tessuto muscolare scheletrico
I. Endomisio
▪ Riunisce le cellule muscolari in fascicoli primari di 200-250 fibre
▪ Importante per l’irrorazione - contiene numerosi capillari - e per la resistenza del muscolo
contiene anche i terminali assonici dei motoneuroni
II. Perimisio
▪ Unisce i fasci primari in fascicoli secondari
▪ Trasmette la forza di contrazione del muscolo al tendine
▪ Forma fibre carnose visibili a occhio nudo
III. Epimisio
▪ Consente il movimento
Connettivo lasso posto subito sotto la fascia muscolare
struttura di un sarcomero
è l’unità contrattile del muscolo striato
Alternanza di filamenti sottili di actina (d = 7 nm) e spessi di miosina (15 nm)
L’actina - con troponina e tropomiosina - è connessa ai dischi Z
Le miosine - con titina -sono interconnesse dalla linea M
sarcomero: contrazione muscolare
- scorrimento dei filamenti spessi (movimento rotatorio) lungo quelli sottili (spinti verso il centro del sarcomero) in direzione del disco Z
- dovuto a reazioni che creano e distruggono ponti trasversali tra teste di miosina e filamenti di actina
- ogni sarcomero si accorcia di massimo il 70% della sua lunghezza a riposo
- Alla base del ciclo contrattile: idrolisi di ATP e aumento della concentrazione citosolica di ioni Calcio
unità motoria del muscolo scheletrico
è l’Insieme delle fibre innervate da un motoneurone alpha (assone della cellula nervosa motoria del midollo spinale)
Piccole unità : si contraggono velocemente, movimenti fini
Grandi unità : contrazione lenta, movimenti grossolani
struttura della placca motrice terminale
chiamata sinapsi neuromuscolare
situata nelle ramificazioni del terminale assonico privo di guaina mielinica
presenta vescicole sinaptiche dove è immagazzinata acetilcolina
nella fessura sinaptica (100 nm) è presente la membrana basale con ancorato l’acetilcolinesterasi
struttura di un tendine muscolare
secondo Kristic:
il tendine si inserisce nel muscolo grazie al paratenonio (tessuto lasso riccamente vascolarizzato)
- Guaina peritendinea interna: circonda i fasci primari
- Guaina peritendinea esterna: unifica i fasci primari nel tendine vero e proprio
Vascolarizzati grazie al mesotendine
funzione dei tendini
trasmettere la forza di un muscolo all’osso
possono essere deputati
alla trazione
- non circondano l’osso
- costituiti da tessuto connettivo compatto a fibre parallele
alla compressione
- circondano l’osso
- costituiti da cartilagine fibrosa non vascolarizzata sul lato che aderisce all’osso
costituenti di un tendine
I. Fasce muscolari
II. Guaina tendinea
III. Borsa sinoviale (regione spalla)
IV. Ossa sesamoidi
fasce muscolari
costituite da connettivo compatto
garantiscono forma e posizione dei muscoli consentendo lo scivolamento senza attrito
guaina tendinea
strato sinoviale interno + membrana fibrosa esterna
il foglietto interno della membrana sinoviale aderisce al tendine, quello esterno alla membrana fibrosa della guaina tendinea e tra essi c’è liquido sinoviale
servono a proteggere le capacità di scivolamento dei tendini in prossimità dell’osso
borse sinoviali
(regione della spalla)
strutture sacciformi appiattite spesso comunicanti, contengono liquido sinoviale
hanno pareti simili a quelle di una capsula articolare
ossa sesamoidi
(rotula : il + grande)
ossa incluse nei tendini (che le proteggono da attriti) sono il prolungamento del braccio attivo di leva di un muscolo e portano un risparmio di forza