Logica Aristotelica Flashcards

1
Q

È corretto affermare che le leggi della logica aristotelica sono quelle dell’ontologia formale?

A

Sì.

Infatti, nei suoi Analitici, Aristotele tratta della verità che compete all’essere. Questo perché la Logica non è, secondo Aristotele, solo studio del discorso, ma anche e soprattutto, studio del pensiero, e del pensiero che indaga la realtà.

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2
Q

Qual è il fondamento ontologico della Logica aristotelica?

A

La dottrina delle categorie.

La dottrina delle categorie è la dottrina che distingue tra sostanza prima, sostanza seconda e gli accidenti che ineriscono alla sostanza prima.

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3
Q

La logica aristotelica è una logica dei termini a base intensionale.
Vero o Falso?

A

Vero.

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4
Q

In che modo la Logica intensionale differisce da quella estensionale?

A

La Logica intensionale tende a definire la qualità delle cose.
La Logica estensionale enumera le cose. In genere, l’enumerazione è finalizzata ad assegnare ciascuna cosa ad una determinata classe di oggetti.
.

Ad esempio, la frase “Isidoro era un sapiente”
Secondo una logica estensionale
* Tende ad assegnare Isidoro alla classe dei sapienti e ad affermare che egli è uno degli enti di quella classe.

Secondo una logica intensionale
* Si sofferma sulla qualità della sapienza di Isidoro, la quale è ciò che determina meglio la sua persona e la sua esistenza

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5
Q

Cosa intende Aristotele con il termine logos apofantikos (λογος αποφαντικος)?

A

Un enunciato che afferma o nega la verità di qualcosa.

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6
Q

In quale testo Aristotele riporta il cosiddetto “Quadrato Logico”?

A

Nel De Interpretazione.

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7
Q

Cosa intende Aristotele con oggetti universali e oggetti singolari?

A

Dice Aristotele:
1. “Chiamo universale ciò che per natura si predica di parecchi oggetti”
2. “Chiamo singolare ciò che non si predica di parecchi oggetti.

“Uomo”, ad esempio, fa parte degli oggetti universali, mentre “Callia” fa invece parte di quelli singolari.

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8
Q

Secondo lo schema del Quadrato Logico, in che rapporto si trovano un’affermazione universale e la sua negazione?

A

In rapporto di contrarietà.

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9
Q

È possibile che di due giudizi universali contrari uno sia vero e l’altro falso?

A

Certamente.

Ad esempio, “Tutti gli uomini sono mortali” e “Non tutti gli uomini sono mortali”, sono due giudizi universali contrari, dei quali il primo è vero e il secondo è falso.

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10
Q

È possibile che due giudizi universali contrari siano entrambi falsi?

A

Sì.

Ad esempio, i due giudizi: “Ogni uomo è bianco e “Nessun uomo è bianco”, sono evidentemente entrambi falsi.

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11
Q

In che rapporto si trovano i seguenti due enunciati?
1. Ogni uomo è giusto
2. Qualche uomo è giusto

Quadrato Logico

A

Subalternazione.

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12
Q

I seguenti enunciati sono in rapporto contraddittorio tra loro.
Vero o Falso?
1. Ogni uomo è bianco
2. Nessun uomo è bianco

Quadrato Logico

A

Falso.

Sono invece in rapporto di contrarietà.

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13
Q

Assumendo i due enunciati seguenti: “Ogni uomo è bianco” e “Nessun uomo è bianco”, i seguenti enunciati sono in rapporto di subalternità tra loro.
Vero o Falso?
1. Qualche uomo è bianco
2. Non ogni uomo è bianco

Quadrato Logico

A

Falso.

Sono invece in rapporto di subcontrarietà tra loro. Inoltre, l’enunciato 1) è in rapporto di subalternità con “Ogni uomo è bianco” e l’enunciato 2) è in rapporto di subalternità con “Nessun uomo è bianco”.

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14
Q

Due giudizi universali contrari possono essere entrambi veri?

A

No, dato che presentano entrambi lo stesso oggetto in modo universale e in modo contrario l’uno rispetto all’altro.

Ad esempio, i due giudizi: “Ogni uomo è bianco e “Nessun uomo è bianco”, evidentemente non possono essere entrambi veri.

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15
Q

Due affermazioni subcontrarie tra loro, possono essere entrambe vere?

A

Sì.

Ad esempio, i due giudizi: “Qualche uomo è bianco e “Non ogni uomo è bianco”, possono essere entrambi veri.

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16
Q

Due affermazioni contraddittorie tra loro, possono essere entrambe vere o entrambe false?

A

No.

Di due giudizi contraddittori uno deve necessariamente essere vero e l’altro falso o viceversa.
Ad esempio, “Ogni uomo è bianco” (universale) è falsa e “Non ogni uomo è bianco” è vera.

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17
Q

È possibile che, in un quadrato logico, la subalterna superiore sia vera e quella inferiore sia falsa?

A

No.

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18
Q

Traccia (anche mentalmente) il quadrato logico dei seguenti giudizi relativi all’oggetto “uomo”:
1. Qualche uomo è mortale
2. Nessun uomo è mortale
3. Non ogni uomo è mortale
4. Ogni uomo è mortale

A
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19
Q

Di cosa trattano gli Analitici secondi?

A

Della scienza e della sua struttura, dei vari tipi di indagine scientifica e della metodologia scientifica.

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20
Q

Negli Analitici secondi, Aristotele afferma che la sostanza delle cose può essere definita e dimostrata. Vero o Falso?

A

Non è esatto.
Aristotele afferma invece che la sostanza delle cose può essere solamente dimostrata, ma non definita in maniera esaustiva.

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21
Q

Secondo Aristotele, ogni dottrina ed ogni apprendimento si sviluppano da una conoscenza precedente?

A

Sì.

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22
Q

Quali sono le conoscenze dalle quali è necessario far iniziare qualsiasi ulteriore conoscenza sul medesimo oggetto?

A

Il principio di non contraddizione
Per alcuni oggetti, comprendere il significato dell’espressione che li indica (ad es. “triangolo”)
Per altri oggetti ancora, sia il PnC, sia il significato dell’espressione che indica l’oggetto.

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23
Q

La concezione aristotelica di conoscenza si distacca fortemente da quella platonica su una questione fondamentale.
Quale?

A

Platone riteneva che la conoscenza delle cose consistesse nel riportare alla mente conoscenze preesistenti, mentre Aristotele afferma che “si sa solo ciò che si apprende”.

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24
Q

Che cosa bisogna conoscere di un oggetto, secondo Aristotele, perché quella conoscenza possa essere definita “scientifica”?

A

Le cause (materiale, formale, finale e efficiente) che ineriscono a quell’oggetto.

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25
Q

Quale procedimento rende possibile la conoscenza, secondo Aristotele?

A

Il procedimento dimostrativo.

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26
Q

Quanti e quali tipi di indagine su un oggetto sono possibili?

A

Quattro:
1. Esistenza (∃X) - εἰ ἔστι
2. Che cosa è X - ὅτι
3. Predicazione (A inerisce X) - τί ἔστι
4. Causa (perché A inerisce X) - διότι

I tipi di indagine 1 e 2 e i tipi 3 e 4 sono in relazione tra loro.

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27
Q

Secondo Aristotele, esistono i “predicati universali”?

A

No.
A differenza di Platone, che parlava di Idee universali, esistenti di per sè a prescindere dagli enti, per Aristotele i predicati sussistono solo in relazione agli enti ai quali ineriscono.

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28
Q

Quali sono le nove categorie in cui Aristotele suddivide i predicati?

A

Quantità, qualità, relazione, spazio, tempo, situazione, avere, agire, subire.

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29
Q

Qual è l’“oggetto universale” della scienza?

A

La sostanza seconda degli enti.

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30
Q

Cosa intende Aristotele con il termine “definizione”?

A

Un’espressione che mette in relazione l’oggetto di studio della scienza particolare con un predicato relativo all’essenza dell’oggetto stesso.

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31
Q

Conoscere le relazioni predicative degli enti esaurisce il compito della scienza?

A

No.
È sempre necessario che la scienza mostri anche che cosa causa le relazioni predicative degli enti indagati.

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32
Q

Secondo Aristotele, cosa caratterizza lo scienziato sapiente?

A

La conoscenza delle cause che danno luogo agli enti studiati e ai predicati che ineriscono a tali enti.

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33
Q

Ogni sillogismo è anche una dimostrazione, ma una dimostrazione non sempre è un sillogismo. Vero o Falso?

A

Falso.

E’ esattamente il contrario: la dimostrazione è un particolare tipo di sillogismo, ma un sillogismo non è sempre anche una dimostrazione.

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34
Q

Perché è sempre necessario un termine medio, nell’indagine scientifica riguardante gli enti studiati?

A

Perche’ gli enti studiati non sono immediatamente intelligibili.

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35
Q

Cosa s’intende con “sillogismo dimostrativo”?

A

Il calcolo che permette di mettere insieme i termini inerenti gli oggetti della dimostrazione.

36
Q

Cosa s’intende con “giudizio”?

A

Il giudizio è l’atto con il quale si afferma o
si nega la relazione tra termini, cioè viene giudicato se la predicazione relativa ad un determinato ente sia vera o falsa.

37
Q

Un sillogismo può procedere da premesse false? E una dimostrazione?

A

Un sillogismo può procedere da premesse false, una dimostrazione no.

38
Q

Si può dedurre il vero da premesse false?

A

In alcuni casi, sì, si può verificare questa condizione nel ragionamento.

39
Q

Secondo Aristotele, nella dimostrazione le premesse devono essere indimostrabili perche’ si possa parlare di scienza.
Vero o Falso?

A

Vero.
Le premesse devono solo intuitivamente essere vere.

40
Q

Fai due esempi di principi intuitivamente veri e non dimostrabili.

A

Esistenza (di un ente) e Principio di non
Contraddizione.

41
Q

Delle premesse, Aristotele dice che: “Debbono essere….. del sapere dimostrativo”.

A

cause.

42
Q

Aristotele riteneva che anche gli enti matematici fossero costituiti da potenza e atto.
Vero o Falso?

A

Vero.

La potenza, in un ente matematico è la potenzialità che quell’ente ha prima di essere esplicitato mediante il ragionamento.
Diventa atto nel momento in cui viene esplicitato.

43
Q

Secondo Aristotele, tutte le scienze sono ugualmente rigorose?

A

No.

Ad esempio, è più rigorosa una scienza che mostri sia il che di un ente, sia il perché di quell’ente, rispetto ad una
scienza che mostri solo il perché un ente è.

44
Q

In quanti e quali categorie Aristotele divide le scienze?

A

In pratiche, poietiche e teoretiche.

45
Q

Cosa sono gli assiomi?

A

I principi (o proposizioni prime) comuni a tutte le scienze.

46
Q

Che cosa sono le ipotesi?

A

Un tipo di tesi che stabilisce una qualsiasi delle due parti della contraddizione: o qualcosa è o qualcosa non è.

47
Q

Secondo Aristotele sapere è:
1. Possedere la dimostrazione
2. Definire esattamente

A

Possedere la dimostrazione.

48
Q

La definizione è:
1. Un discorso che spiega cosa significa il nome di un oggetto
2. La dimostrazione che il genere inerisce all’oggetto relativamente ad uno o più attributi
3. La conclusione cui giunge la dimostrazione dell’essenza

A

Tutte e tre le cose.
Per gli oggetti semplici (ai quali ineriscono solo predicati universali) è la dimostrazione che il genere inerisce all’oggetto per tali predicati universali.

49
Q

Secondo Aristotele, l’intuizione è “il principio del principio”.
Vero o Falso?

A

Vero.

50
Q

Per Aristotele, accanto alla scienza dimostrativa, esiste una scienza che conosce, per intuizione, principii e definizioni.
Vero o Falso?

A

Vero.

51
Q

Cosa significano i termini ἐπαγωγή e νοῦς?

A

Rispettivamente: induzione e intuizione.

52
Q

L’intuizione può essere sottoposta a dimostrazione?

A

No.

L’intuizione è un principio di scienza non dimostrativa che ci permette di conoscere, in maniera immediata, principi e definizioni.
È da questi principi e definizioni che la scienza principia.

53
Q

Cosa significa il termine greco ἐπιστήμη?

A

Scienza dimostrativa.

54
Q

Sensazione e intuizione sono la stessa
cosa, secondo Aristotele?

A

No.

La sensazione rimane ancorata al singolare, mentre l’intuizione giunge in qualche misura a cogliere l’universale presente nel singolare.

55
Q

Che cos’è l’induzione?

A

È il processo mediante il quale si passa dal particolare all’universale.

56
Q

Il processo di induzione può essere formalizzato come un particolare caso di sillogismo?

A

Si.

AaC ∧ CaB → AaB

L’induzione può essere rappresentata mediante un sillogismo in cui, in forza di uno degli estremi (C), si fa inerire l’altro estremo (A) al termine medio (B, che non deve avere estensione maggiore di C).

57
Q

L’induzione aristotelica supera il problema dell’enumerazione infinita?

A

Si, in quanto nell’espressione AaC ∧ CaB → AaB è vero che nB ≤ nC.

n= numero di elementi

58
Q

L’induzione di Aristotele rappresenta un “sistema aperto”? Perché?

A

Rappresenta un sistema aperto perché l’induzione aristotelica non pretende di risolvere il problema dell’enumerazione infinita.

Aristotele considera, nel processo induttivo, ogni singolo elemento in rapporto all’essenza, sapendo che non si potrà mai giungere ad una definizione completa ed assoluta dell’essenza di qualsiasi ente reale.

59
Q

Nella logica medievale si è fatto uso di espedienti mnemonici per dare significato a espressioni del tipo: AaB, AiB, AeB e AoB, dove “A” rappresenta il predicato che inerisce l’oggetto “B”.
Quali sono le espressioni latine utilizzate per memorizzare queste espressioni?

A

AdfIrmo, nEgO

60
Q

Cosa intende Aristotele con “giudizio”?

A

In un enunciato, ciò che si afferma o si nega riguardo a qualche ente.

Tipicamente, il giudizio afferma o nega che un predicato inerisca ad un oggetto.

61
Q

Cosa si intende con “termine sincategorematico”?

A

Un termine che ha significato solo se unito ad un altro termine.

Ad esempio: “ogni”, “nessuno”, “qualche”, “non ogni”.

62
Q

In un quadrato logico, è possibile che gli enunciati in relazione di contrarietà siano entrambi falsi.
Vero o Falso?

A

Vero.

Ad esempio: “Tutti i romani sono calvi” e “Nessun romano è calvo” sono entrambi falsi.

63
Q

In un quadrato logico, due enunciati in relazione di contraddizione possono essere entrambi falsi.
Vero o Falso?

A

Falso.

64
Q

In un quadrato logico, due enunciati in relazione di subcontrarietà possono essere entrambi falsi.
Vero o falso?

A

Falso.

65
Q

In un quadrato logico, due enunciati in relazione di subalternazione sono sempre entrambi veri.
Vero o Falso?

A

Falso.

Solo se l’universale è vera, allora la subalterna è vera.

66
Q

In un quadrato logico, negare un universale positivo porta ad un enunciato particolare negativo.
Vero o falso?

A

Vero.

67
Q

In un quadrato logico, negare un universale negativo porta ad un enunciato particolare positivo.
Vero o falso?

A

Vero.

68
Q

Cosa significano le espressioni latine “Dictum de omni” e “Dictum de nullo”?

A

Che ciò che si afferma o si nega di un’intera classe di oggetti, può essere affermata o negata anche di una parte di quella classe di oggetti.

69
Q

Definisci “sillogismo”.

A

Il sillogismo è l’enunciabile in cui, poste alcune cose, per il fatto che queste sono, segue di necessità qualcosa di distinto da tali cose.

70
Q

In base a cosa si costruiscono le varie
“figure” sillogistiche?

A

In base alla posizione del termine medio nella premessa maggiore e in quella minore.

71
Q

Le figure sillogistiche possono essere declinate secondo modi differenti?

A

Sì, in quanto ciascun soggetto, predicato e termine medio può essere affermato o negato in modo universale o particolare.

Secondo lo schema “AdfIrmo”, “nEgO”.

Dunque vi sono 64 modi differenti di declinare ogni figura sillogistica (4^3).

72
Q

Quante figure sillogistiche sono state individuate e quanti modi in tutto?

A

Aristotele individuò 3 figure di 64 modi ciascuna, nel medioevo ne è stata individuata una quarta con altri 64 modi, per cui abbiamo un totale di 4 figure e 256 modi differenti (4^4) totali di declinare le figure.

73
Q

La dimostrazione è una particolare forma di sillogismo.
Vero o Falso?

A

Vero.

74
Q

Ogni sillogismo è anche una dimostrazione.
Vero o Falso?

A

Falso.

75
Q

Quali sono i soli ragionamenti validi, secondo Aristotele?

A

Quelli che possono essere formalizzati tramite un sillogismo.

76
Q

Cosa significa che la “conoscenza scientifica è una “conoscenza mediata”?

A

Che studia oggetti che non sono immediatamente intellegibili, e che perciò ha sempre bisogno di qualcosa (oggetto o predicato) che costituisca il termine medio del ragionamento o della dimostrazione.

77
Q

ὅτι e διότι sono due termini greci utilizzati da Aristotele per indicare due differenti tipi di conoscenza scientifica.
Quali?

A

ὅτι è un tipo di conoscenza che apprende che un oggetto è qualcosa.
διότι è quel tipo di conoscenza che apprende perché un oggetto è qualcosa.

78
Q

Per Aristotele le scienze possono essere tutte rigorose allo stesso modo o vi sono scienze più rigorose di altre?

A

Secondo Aristotele, alcune scienze sono più rigorose di altre.

79
Q

Quali sono i criteri che Aristotele considera nello stabilire la rigorosità di una scienza?

A

Uno è il criterio ὅτι/διότι: una scienza che dica solo che cosa è un determinato ente è meno rigorosa di una scienza che dica non solo “il che cosa”, ma anche il “perche’” quella cosa e’.

Un altro criterio è il numero di riferimenti che ciascuna scienza ha necessità di stabilire nel descrivere gli enti che tratta: minore è il numero di riferimenti, più la scienza è rigorosa.

80
Q

In tutti i tipi di scienze è sempre possibile stabilire sia che gli oggetti esistono sia perché esistono.
Vero o Falso?

A

Falso.

Nella Metafisica, ad esempio, non è possibile conoscere perché esiste il Motore Immobile, ma solo che esiste.

81
Q

Sia la sostanza prima, sia la sostanza seconda esistono di per sè.
Vero o Falso?

A

Falso.

Solo alla sostanza prima è attribuibile la “perseità”. La sostanza seconda esiste solo negli enti e finché esiste almeno un ente per il quale è predicabile quella sostanza seconda.

82
Q

Quando ha inizio la scienza, secondo Aristotele?

A

Quando, entro il sensibile, dal singolare viene colto l’aspetto universale (εἵδος).

83
Q

E’ la sensazione o l’intuizione a permetterci di cogliere l’universale dal singolare?

A

L’intuizione.

84
Q

Che cosa si muta, dapprima in memoria (μνήμη) e quindi in esperienza (ἐμπειρία)?

A

La sensazione.

85
Q

Che cosa significa ἔνδοξα?

A

Ciò che si conosce “per lo più”.

86
Q

Secondo Aristotele, ciò che si conosce “per lo più” non può avere un ruolo nella vera scienza.
Vero o Falso?

A

Falso.

Gli ἔνδοξα possono invece funzionare come premesse plausibili di un ragionamento.