La fame e l'abbondanza Flashcards

1
Q

CUCINA POLITICA, IL CASO DI AUGUSTO e di ALTRI IMPERATORI

A

Tutte le biografie imperiali nella Storia Augusta non sono descrizioni private, ma RAPPRESENTAZIONI PUBBLICHE AD ALTO VALORE SIMBOLICO E IDEOLOGICO.

Augusto: cena di 3 portate, senza eccessiva spesa, appetito minimo, gusto quasi volgare, pane di seconda qualità, pesciolini piccoli, formaggio di mucca premuto a mano, sobrio nel bere vino e non più di 3 volte durante il pasto

Giuliano: sobrio, modesto, frugale, mangia verdura e legumi senza carne

Settimio Severo la carne non l’assaggia neppure

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2
Q

ACCULTURAZIONE MEDIEVALE

A

Nel Medioevo SI INCONTRANO DUE MODELLI culturali, opzioni ideologiche, produttive, psicologiche (greco-latino con la mediazione del cristianesimo + barbarico) –> sintesi romano-barbarica per la creazione di un MODELLO AGRO-SILVO-PASTORALE che si confronta in maniera decisa, dopo un periodo di tensione, tra VII e VIII secolo. Duby vede in questa fusione la fortuna dell’alimentazione e dell’economia medievale

  • descrizione dei due modelli
  • codificati da mitologie

Un’integrazione tra due sistemi grazie a

1) AFFERMAZIONE DEL POTERE POLITICO E SOCIALE DELLE TRIBU’ GERMANICHE (i vincitori) e un nuovo modo di intendere la natura
2) CRISTIANIZZAZIONE DEI TERRITORI dell’ex impero con il cristianesimo che porta con sé l’impronta e i simboli greco-latini

Duplice incontro:

  • SALTO CULTURALE che include anche incolto/foresta/crudo/voracità/animalità + boschi misurati in maiali e incolto simbolo della solidarietà sociale contadina la cui estensione garantisce la sopravvivenza + carne alto valore alimentare
  • cristianeimo diffonde la cultura del PANE, VINO E OLIO che hanno delle forti valenze metaforiche

Quindi viene formandosi un SISTEMA ALIMENTARE MOLTO ARTICOLATO (attività agricole + sfruttamento dell’incolto; fonti di approvvigionamento differenziate)

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3
Q

IMPERATORI ROMANI D.O.C

A

Augusto: cena di 3 portate, senza eccessiva spesa, appetito minimo, gusto quasi volgare, pane di seconda qualità, pesciolini piccoli, formaggio di mucca premuto a mano, sobrio nel bere vino e non più di 3 volte durante il pasto

Giuliano: sobrio, modesto, frugale, mangia verdura e legumi senza carne

Settimio Severo la carne non l’assaggia neppure

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4
Q

BARBARI DIVENTATI IMPERATORI

A

Massimino il Trace nato in un villaggio ai confini della Tracia da genitori barbari (goto + alana). I suoi atteggiamenti e l’attitudine nel mangiare tradiscono la sua provenienza.

  • grande bevitore di vino (20 litri)
  • 40 libbre di carne o 60 (tra i 13 i 20 kg)
  • mai assaggiato ortaggi e bevande fredde
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5
Q

CRISTIANESIMO ROMANO. QUAL E’ IL SUO RUOLO NELL’ALTO MEDIOEVO?

DOPO DIVENTA ANCHE CRISTIANESIMO BARBARICO, PERCHE?

A

1) Mediatrice tra cultura greco-latina e cultura barbarica, assorbe i simboli e l’impronta greco latina e la trasmette al medioevo, grazie alla sua attitudine evangelizzatrice diffonde in tutta Europa la cultura del pane, del vino e dell’olio (grano, vite e ulivo erano i 3 perni fondamentali della cultura antica, li carica di valenze metaforiche e cristiane)
2) Assimila il modello barbarico e la carne diventa valore primario che contende il ruolo al pane di cibo per eccellenza.

Tutte le regole alimentari del calendario liturgico ruotano attorno alla carne (consumo obbligato durante le festività e negato durante i periodi di penitenza e rinuncia, le regole alimentari dei monaci) –> la carne ha trovato un luogo nel sistema alimentare e nelle logiche dei destinatari

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6
Q

CAMBIAMENTI DELLO SPAZIO DI CIVILTA’

A
  • si allarga in senso religioso: il cristianesimo ha l’obiettivo di evangelizzare i popoli
  • inizia ad includere natura, selvatico, saltus, crudo, animalità e voracità (il mondo barbarico)
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7
Q

LA STORIA DELLA CARNE

A
  • uno dei perni dell’alimentazione barbarica. Il grande consumo che ne facevano li aveva fatti apparire come degli incivili agli occhi dei romani
  • le cose cambiano nell’alto medioevo e i due modelli alimentari, culturali, economici si incontrano e si fondono (sintesi romano-barbarica) –> modello agro-silvo-pastorale che implica

1) sfruttamento incolto, natura vergine anche per allevamento brado, pascoli –> DIFFUSIONE DELLA CARNE
2) boschi iniziano ad essere misurati in maiali

La carne diventa il valore nutrizionale e simbolico per eccellenza, soprattutto la selvaggina grossa.
Richiama immagini e valori:
- guerra e status symbol del guerriero, sopratutto la selvaggina grossa (cinghiali, cervi, orsi)
- caccia (espressione di potere e prestigio) –> - un re deve mangiare molta carne: Liutprando da Cremona su Guido di Spoleto
- contende al pane il ruolo di cibo per eccellenza
- entra nella cultura del cristianesimo: tutte le regole alimentari del calendario liturgico ruotano attorno alla carne (consumo obbligato durante le festività e negato durante i periodi di penitenza e rinuncia, le regole alimentari dei monaci) –> la carne ha trovato un luogo nel sistema alimentare e nelle logiche dei destinatari
- diventa attributo di santi
- diverse carni per diversi consumatori (fresca o conservata con sale e affumicatura. Il pollame era riserato ai contadini per i gg di festa)

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8
Q

IL MITO DEL GRANDE MANGIATORE DI CARNE

A

Nell’Edda (sec. XIII) narrata la competizione tra Loki e Logi per mangiare più in fretta.

Logi mangia persino il vassoio e le ossa della carne

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9
Q

DOPO LA SINTESI ROMANO-BARBARICA, QUASI SONO GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL MODELLO ALIMENTARE?

A
  • pane
  • vino
  • porco –> rappresentazioni di S. Antonio. Nella versione selvatica del cinghiale e domestica del maiale.
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10
Q

IL RAPPORTO CON L’ISLAM DELL’EUROPA ALIMENTARE CRISTIANA:

A

Un rapporto ambiguo: il Mediterraneo diventa lago di confine, mentre prima era un melting pot.

  • contrapposizione politica e religiosa (vino e maiale rifiutati da islam) –> arretra la viticoltura nelle aree orientali. Il pane non ha la stessa sacralità, si utilizzano cereali per fare focacce, pasta, cous cous.
  • integrazione economica e commerciale –> gli arabi introducono nuove piante e tecniche (canna da zucchero, agrumi, melanzane, carciofi, spinaci, spezie, agrodolce, dolce-salato già romano, riso, pasta secca di formato lungo).
    Sono spesso più dei mediatori che degli inventori, magari riprendono tradizioni romane che si erano perse in Europa.
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11
Q

MANGIARE SELVAGGINA E’ LA CONDIZIONE E LA CONSEGUENZA DEL MODELLO CULTURALE CHE SI AFFERMA NEL MEDIOEVO

A
  • condizione –> condizione per essere forti, assumere prestigio e potere
  • conseguenza –> dall’affermarsi del modello barbarico e dall’interazione col modello romano
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12
Q

MODELLO GRECO-LATINO (CRISTIANO)

A
  • città organizzata attorno a un ager produttivo
  • diffidenza per incolto (realtà marginale)
  • agricoltura, orticoltura, arboricoltura –> addomesticamento simbolo di civiltà
  • grano, vite e ulivo valori simbolici per eccellenza
  • un po’ di pastorizia (carne, formaggio)
  • sobrietà, frugalità, moderatezza –> l’esempio di Augusto narrato da Svetonio nella “Vita” è emblematico, rappresentazioni politiche ad alto valore simbolico e ideologico

+ modelli codificanti: età dell’oro vegetariana che dà nutrimento spontaneamente

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13
Q

MODELLO BARBARICO

A
  • sfruttamento dell’incolto e della natura vergine (caccia, pesca, raccolta di frutti selvatici, allevamento brado)
  • consumo di carne (maiale, equini, bovini) e cruda (vs cotto che è il simbolo dell’umanizzazione)
  • bevande: latte di giumenta, sidro, birra
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14
Q

DALL’OPERA DI LIUTPRANDO DA CREMONA, Antapodosis: LA TAVOLA CHE DISTINGUE nel caso di GUIDO DA SPOLETO e di NICEFORO II FOCA

A

Simboleggia i valori alimentari e nutritivi presenti nell’Alto Medioevo (re deve mangiare molto, deve abbuffarsi: elemento di prestigio, di ricchezza, di forza, segnala lo status sociale del guerriero)

1) GUIDO DI SPOLETO:
gli venne negata la corona del SRI perché “non è degno di regnare chi si prepara un umile pranzo da dieci dracme”
Mentre entrava nella Francia romana gli si fanno incontro dei messaggeri dei Franchi che gli dicono di tornare indietro perché avevano eletto Oddone. In realtà era perché aveva mandato avanti il suo scalco prima di raggiungere Metz per comunicare al vescovo che avrebbe mangiato un terzo delle cibarie preparate”

2) NICEFORO II FOCA descritto come “un greco che mangia aglio, cipolla ed è parco”: come può essere degno di regnare?

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15
Q

LIUTPRANDO ALLA CORTE DI NICEFORO II FOCA A COSTANTINOPOLI

A

Nella relazione scrive quanto sia scadente avere per re questo “Greco” che mangia aglio, cipolle, porri come un contadino ed è sempre parco

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16
Q

LA DIFFICILE SITUAZIONE DOPO LA CADUTA DELL’IMPERO ROMANO: STATO DI EMERGENZA DI III - VI SECOLO

A
  • nuove realtà politiche
  • crisi delle strutture produttive e dell’agricoltura
  • rimescolamento di popoli
  • guerre ed epidemie

1) crollo demografico, ma rapporto inverso tra carico demografico/condizioni alimentari (allentarsi della domanda. Si convive con la fame e si cercano soluzioni di ripiego)
2) distesa di incolto per pregiudizio culturale (non si sfruttano le potenzialità del saltus)
3) incontro e integrazione tra due modelli produttivi, culturali, alimentari, opzioni psicologiche

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17
Q

DIFFERENZE SOCIALI NELL’INTEGRAZIONE TRA I DUE MODELLI

A

Al nord i ceti superiori accolgono il pane, vino e olio ma ceti inferiori ancora legati alla birra.

Al sud le elite accolgono la carne, ma poveri ancora legati al consumo di verdure. Si mangia il pollame nei giorni di festa

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18
Q

COME CAMBIA LA REGALITA’ TRA ‘300 E ‘500?

A

1) Si manifesta una nuova concezione di potere: non più forza fisica e bruta (il re deve mangiare molto) ma abilità diplomatica e amministrativa, diritto ereditato per sangue (nobiltà di diritto del Basso Medioevo).
2) Con la parentesi di benessere e di floridezza parziale del Duecento e la diffusione di consumi a una fascia più ampia della popolazione, i ricchi SPOSTANO PIU’ IN ALTO LA SOGLIA DI DISTINZIONE SOCIALE e nasce la VITA CORTESE (importante il distacco, la moderazione, la temperanza nei confronti del cibo, la ritualità conviviale fondata sull’eleganza, sul contorno del cibo)

3) In questi secolo si è affermata una particolare TEORIA FILOSOFICO-NATURALE che istituisce un parallelismo tra società umana e società naturale. Uomini, piante e animali sono anelli di una scala verticale, ad ognuno è assegnato un determinato posto, alto o basso.
- bisogna rispettare il proprio posto
- osservare la corrispondenza alto-basso

Un uomo in alto (signore) mangerà cibi che nella scala verticale animale e delle piante sono in alto: volatili (fagiani e pernici) e frutti —> NON PIU’ SELVAGGINA GROSSA.
Di contro chi è in basso mangerà bulbi, radici, cervi e cinghiali

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19
Q

IDEE DI CIVILTA’ E INCIVILTA’ DALL’ETA’ ROMANA. NOI E GLI ALTRI nei testi ad es. di Cesare, Tacito

A

L’ELABORAZIONE DEL CIBO è il gesto umano per eccellenza. La cucina non è esclusiva dell’essere umano, ma con la cottura si fa il grande passo verso l’emancipazione, l’umanizzazione e la civiltà.

2 modelli si incontrano, attraversano un periodo di tensione e poi si integrano le Medioevo.

  • cultura greco-romana
  • cultura barbarica

Che cosa scrivevano dei barbari i romani?

Cesare: non praticano agricoltura, mangiano latte, formaggio, carne
Tacito: cacciagione appena uccisa e frutti selvatici
Ammiano Marcellino su Unni: mangiano crudo e scaldano la carne tra le cosce e il dorso del cavallo
Enkidu che entra nel mondo degli uomini

Quindi ci sono degli ELEMENTI CHE SEGNALANO LA PRESENZA DI CIVILTA’ in questo sistema di pensiero.

  • agricoltura (ortocultura, arboricoltura): addomesticamento della natura
  • pane
  • vino
  • olio
  • cottura

Ma sono SOLAMENTE CULTURE DIVERSE che hanno tecniche, saperi, attrezzature materiali e mentali, mitologie codificanti (rigenerazione della selvaggina, arco, Grande Maiale)

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20
Q

RIGENERAZIONE DELLA SELVAGGINA, PASSO DELL’EDDA

A

Dopo aver ucciso delle capre, il dio Thor le fa scuoiare, le mette in pentola, getta la pelle lontano dal fuoco e dice ai compagni che vi si gettino sopra le ossa delle capre.

Il figlio di un fattore tiene un osso per sé per trarne il midollo senza sapere che durante la notte Thor fa roteare in aria il suo martello consacrando la pelle delle capre e gli animali rinascono e si rimettono in piedi: vengono rigenerati.

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21
Q

IL GRANDE MAIALE, PASSO LETTO DA EDDA

A

Il Grande maiale che ogni giorno viene bollito e la sera è di nuovo intero e che può sfamare l’intera popolazione dell’aldilà

dimostra come anche altre culture, spesso considerate inferiori (barbarica), siano solo diverse e UGUALMENTE PORTATRICI DI MITOLOGIE E DI CODIFICAZIONI

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22
Q

PERCHE’ SI USANO LE SPEZIE?

A

Già presenti nel IX e X sec in Italia e Fiandre ma grande utilizzo nel XI (contatto dei crociati in Oriente e trasporto ad opera di mercanti veneziani). In passato attenzione solo al pepe

  • zenzero
  • cannella
  • chiodi di garofano
  • galanga

1) uso strettamente medicinale –> ambito della gastronomia (come succederà allo zucchero)
- convinzioni medico-dietetiche: calore che favorisce la digestione (teorizzazione post-pratica che cerca nella scienza giustificazioni e rassicurazioni)
2) lusso e ostentazione, prestigio (ci sarà una requisitoria di papa Innocento III agli inizi del ‘200, de contemptu mundi)
3) gusto personale (sono entrate nella struttura del gusto)
4) concentrano su di sé valori di sogno (Oriente = Paradiso)
5) strategia di nobilitazione

NON PER CONSERVARE LA CARNE (i ricchi la mangiavano fresca, si aggiungevano dopo la cottura ed esistevano altri metodi di conservazione, come salagione, affumicatura, essiccazione)

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23
Q

IDEOLOGIA DELLA DIFFERENZA

A

1) GLI UOMINI NON SONO TUTTI UGUALI.
Contrapposizioni tra lo stile di vita e modi di nobili/signori e contadini.
La cultura medievale è una cultura basata su PERSONE, non sul territorio, dove la QUALITA’ di un prodotto deve coincidere con la qualità del consumatore (caratteristiche FISIOLOGICHE e consuetudinarie individuali e salutistiche + status SOCIALE rigido e incontrollabile, immutabile) –> correttezza nutrizionale + correttezza politico/sociale
2) TRASFORMARE LO STATO DELLE COSE/COSTRIZIONE IN UNA CONVINZIONE e teorizzazione post-pratica.
(contadini non possono mangiare come signori, altrimenti si sentono male, si veda Bertoldo)

3) Popolo consuma PANE DI CEREALI INFERIORI, il signore il PANE BIANCO

4) BASSO MEDIOEVO (‘100/’200): benessere e floridezza parziale consentono un generale miglioramento anche dei consumi per le fasce popolari, quindi bisogna spostare più in alto la soglia di distinzione. Nel frattempo:
- il CAMBIAMENTO NELLA CONCEZIONE DI REGALITA’:
dal grande mangiatore di carne
a una nobiltà che non deve essere più dimostrata, è nel sangue –> distacco, frugalità, moderazione.

5) NASCE LA CIVILTA’ DELLE BUONE MANIERE E IL RUOLO DELLA TAVOLA

6) E’ LEGATO ALLA CATENA DELL’ESSERE/pensiero filosofico-naturalistico che istituisce un parallelismo tra società umana e società naturale. Uomini, piante e animali sono anelli di una scala verticale e i signori consumano chi nella scala vegetale e animale sta più in alto.
Bisogna conservare il proprio posto all’interno della catena dell’essere.
La tavola del signore è ancora ricca (es: matrimonio di Lucrezia d’Este con un Bentivoglio) ma solo perché deve essere mostrata e ostentata. Non si mangia tutto.
- ne risentono i modi con cui si consuma il cibo: il signore è temperato, modesto, mangia secondo le regole della tavola, mentre “il villano smascherato” (Girolamo Cirelli) mangia come un porco

7) LETTERATURA AL SERVIZIO DELL’IDEOLOGIA DELLA DIFFERENZA ma è prodotta da un’elite in maniera autoreferenziale che deve rassicurarsi.
Troviamo esempi in tantissimi testi:
- leggi palatine di Pietro IV d’Aragona: è giusto che alcune persone nel servizio siano onorate più di altre
- testi di dietetica e agronomia (Piero de’ Crescenzi, Michele Albini, Michele Savonarola)
- Bertoldo

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24
Q

IDEOLOGIA DELLA DIFFERENZA

A

1) Gli uomini non sono tutti uguali.
- Contrapposizioni tra lo stile di vita e modi di nobili/signori e contadini
- la cultura medievale è una cultura basata su PERSONE, non sul territorio, dove la QUALITA’ di un prodotto deve coincidere con la qualità del consumatore (caratteristiche FISIOLOGICHE e consuetudinarie individuali e salutistiche + status SOCIALE rigido e incontrollabile, immutabile) –> correttezza nutrizionale + correttezza politico/sociale

2) Nel Basso Medioevo, dal Cento/Duecento l’Europa conosce del benessere e della floridezza parziale, c’è un allargamento dei consumi a fasce più ampie della popolazione e questo è un pericolo per l’ordine sociale, bisogna spostare più in alto la soglia di distinzione sociale, impedire che chiunque possa accedere ai privilegi alimentari tipici delle classi elitarie –> cosa si mangia e come si mangia smascherano lo status sociale delle persone. Nasce la CIVILTA’ CORTESE, DELLE BUONE MANIERE in contemporanea anche con un CAMBIAMENTO NEL SIGNIFICATO DI REGALITA’ (il re non è più il grande mangiatore di carne che si abbuffa, ma apparente distacco dal cibo, abilità amministrativa e diplomatica) e si LEGA ALLA CATENA DELL’ESSERE

3) TEORIA FILOSOFICA-NATURALISTICA secondo cui c’è un parallelismo tra uomini e natura. Uomini, piante e animali sono anelli di una catena e devono rispettare il posto assegnato loro. Quindi ci sono differenze alimentari.
Le costrizioni sociali, giuridiche ed economiche orientano le scelte della dieta contadina

4) LA TAVOLA E’ IL SIMBOLO DOVE SI REALIZZA L’OPPOSIZIONE
5) TRASFORMARE LO STATO EFFETTIVO DELLE COSE IN UNA CONVINZIONE, TEORIZZAZIONE POST-PRATICA: dieta collettiva e correttezza politico-sociale. Si deve mangiare ciò che è adatto al proprio status, altrimenti si sta male (es: Bertoldo)

5) LETTERATURA AL SERVIZIO DELL’IDEOLOGIA DELLA DIFFERENZA.
Troviamo esempi in tantissimi testi:
- leggi palatine di Pietro IV d’Aragona: è giusto che alcune persone nel servizio siano onorate più di altre
- testi di dietetica e agronomia (Piero de’ Crescenzi, Michele Albini, Michele Savonarola)
- Bertoldo
- novella di Zuco Padella di Sabadino degli Arienti (l’eroe popolare che ha oltrepassato il confine stabilito dall’ideologia)

6) MA CONTAMINAZIONI

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25
Q

VITA CORTESE e la CIVILTA’ DELLE BUONE MANIERE

A

1) Dopo una PARENTESI DI BENESSERE e di floridezza parziale del Duecento e la diffusione di consumi a una fascia più ampia della popolazione, i ricchi spostano più in alto la soglia di distinzione sociale e nasce la VITA CORTESE (importante il DISTACCO, la moderazione, la temperanza nei confronti del cibo, la ritualità conviviale fondata sull’eleganza, sul contorno del cibo. Si passa da quantità a qualità del cibo). + TAVOLA
2) Si DEFINISCONO GLI STILI DI VITA adatti alla loro appartenenza sociale e si avvia un’omologazione e normalizzazione delle consuetudini alimentari elitarie, definendo anche leggi suntuarie per impedire che nuovi gruppi sociali e politici in ascesa possano oscurare quel privilegio.
3) CAMBIAMENTI nell’IDEA DI REGALITA’ (da nobiltà di fatto che deve essere dimostrata a nobiltà di diritto che si eredita) + catena dell’essere

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26
Q

L’ARITMETICA DELLE VIVANDE ALLA CORTE DI PIETRO IV DI ARAGONA

A

E’ giusto che nel servizio alcune persone SIANO ONORATE PIU’ DI ALTRE secondo il loro status.

CRESCITA O DIMINUZIONE ESPONENZIALE della quantità di cibo da PRESENTARE sul vassoio che dipende dallo status sociale del consumatore –> ASSEGNAZIONE ARITMETICA DI PROPORZIONI
(cibo del re per 8 persone ecc)

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27
Q

LA CORRETTEZZA POLITO/SOCIALE E NUTRIZIONALE NEL MEDIOEVO

A

Salda le teorie:

  • nei testi di DIETETICA (mangiare il proprio cibo per stare bene)
  • quelle afferenti all’IDEOLOGIA della DIFFERENZA (stare al proprio posto per garantire l’ordine sociale, rispettare la posizione nella catena dell’essere).

Testi a servizio della differenza: letteratura, agronomia, dietetica (Piero de’ Crescenzi, Michele Albini, Michele Savonarola, Giulio Cesare Croce con Bertoldo)

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28
Q

IL VILLANO DI CHRETIEN DE TROYES

A

Letteratura che esprime barriere ideologiche anticontadine. Villano con fattezze ferinee proprio come Bertoldo

  • testa grossa, capelli arruffati
  • orecchi come quelli di un elefante
  • occhi di civetta
  • denti di cinghiale
  • fisa come un animale

Quando il cavaliere gli domanda chi sia, risponde: “Sono un uomo”

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29
Q

IL CONTADINO MANTOVANO DELL’OTTOCENTO

A

Letteratura che esprime barriere ideologiche anticontadine. Sono spariti i parallelismi con il mondo animalesco, e viene fornita l’immagine di un contadino privo di vita, smorto, non vivace, faccia depressa, emana incuria.

  • emana un cattivo odore
  • ha occhi istupiditi
  • faccia butterata e piena di macchie
  • testa grossa
  • denti ingialliti
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30
Q

RAPPRESENTAZIONI ANIMALESCHE DI VILLANI/CONTADINI

A
  • Le fattezze di Bertoldo (Giulio Cesare Croce)

- Il villano di Chretien de Troyes

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31
Q

LA LETTERATURA AL SERVIZIO DELL’IDEOLOGIA DELLA DIFFERENZA

A

Serve a confermare le teorie espresse dall’ideologia della differenza.

  • esprime barriere ideologiche anti-contadine
  • realtà autoreferenziale prodotta dalle classi dominanti come auto-rassicurazione e rito propiziatorio

ma c’è una convergenza quotidiana di gusti, abitudini e tradizioni. Questa contaminazione suggerisce ancora di più l’esigenza di barriere ideologiche

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32
Q

RICETTARI ITALIANI MEDIEVALI (‘300 - ‘400)

A
  • meridionale (Liber de coquina prodotto alla corte degli Angiò forse ricalcato su un modello siciliano)
  • toscano (Libro della cucina scritto a Siena negli ambienti dell’alta borghesia.)

1) sono PROTOTIPI COPIATI E RIELABORATI IN TUTTA LA PENISOLA –> significa che c’è una cultura di fondo condivisa. Iniziano ad essere PERCEPITI COME NAZIONALI nonostante la presenza di numerose VARIANTI delle ricette
2) rivelano una CONTAMINAZIONE e complicità tra popolo/ceti superiori e nord/sud: verdure, ortaggi, conserve nei consumi elitari (il Liber de coquina inizia dichiarando che tratterà per primo il genere delle verdure) e chiave gastronomica mediterranea in area settentrionale

LINK INATTESO VERTICALE E ORIZZONTALE che si accetta ma che deve essere riadattato all’ideologia della differenza

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33
Q

CONTAMINAZIONI TRA CULTURA ALTA E BASSA

A

Nel Medioevo si verifica un rapporto di STRETTA COMPLICITA’ tra gli USI ALIMENTARI CLASSI ALTE/BASSE (link verticale inatteso)

1) presenza di prodotti tipicamente popolari (e mediterranei) nei ricettari (= tipicamente elitari che circolano in tutta Italia) –> il Liber de coquina del ‘300 si apre dedicando un’attenzione particolare al genere delle verdure
2) le elite iniziano a fruire anche delle conserve (che invece è una modalità di conservazione del cibo a cui ricorrevano i ceti popolari per sconfiggere la schiavitù del tempo)

Link possibile solo in presenza di strategie di nobilitazione.

  • aggiungere spezie
  • accostare piatti popolati a piatti raffinati come accompagnamento
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34
Q

LE CARESTIE DELLA PRIMA META’ DEL ‘300

A
  • 1302
  • 1315/17
  • 1328-30 e 1347 –> Italia
  • 1340/47 sud Francia
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35
Q

FINE DUECENTO, IL RITORNO DELLA FAME.

MOTIVAZIONI E CONSEGUENZE

A
  • battuta d’arresto della crescita agraria
  • pressione demografica, ma risorse insufficienti –> limiti sono stati raggiunti ed è inutile continuare a mettere a coltura terreni marginali inadatti (arretramento delle colture cerealicole + pani di carestia)

Conseguenze:

  • tensioni tra cittadini e contadini ed esempi di ferocia borghese (indigenti si riversano in città e cittadini verso la campagna visto che i mercati sono vuoti)
  • indebolimento di sistemi immunitari dietro stress alimentare
  • carestie durissime della prima metà del ‘300
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36
Q

MIGLIORAMENTI DOPO LA PESTE

A

Abbiamo testimonianza di ABBONDANZA E OSTENTAZIONE di cibo, quindi tornano le LEGGI SUNTUARIE per evitare eccessi che possano alterare l’equilibrio sociale.

CARNE E PESCE tornano protagonisti

1) Europa carnivora fino a prima metà del ‘500 anche per strati inferiori e grandi consumi al Nord
- aziende specializzate con colture foraggere
- aumento pascoli e prati naturali
- consumo a breve e a lungo raggio (si spedisce la carne da paesi dell’est
- bovini, manzo, vitello molto costose, pecore e castrati sui mercati cittadini, mentre il suino (porco salato) simbolo della vecchia economia autarchica e familiare

2) Il pesce (soprattutto quello di acqua dolce): modello alimentare alternativo, surrogato della carne e simbolo dei periodi di magro
(conosce affermazione contrastata, è simbolo della dieta di magro limitata dalle proscrizioni delle autorità ecclesiastiche, ma non sazia e non riempie, è un lusso.

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37
Q

MANGIARE DI MAGRO/CALENDARIO ARTIFICIALE/PROSCRIZIONI DELLE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE

A

Il cibo è LEGATO ALLE RICORRENZE DEI CALENDARI, assume un particolare valore rispetto allo scorrere del tempo.

Ma quale TEMPO: quello NATURALE (adeguarsi al ritmo delle stagioni) o quello ARTIFICIALE/culturale?

Ci sono dei ritmi artificiali che CONDIZIONAVANO IL CALENDARIO ALIMENTARE

  • calendario consuetudinario: associare determinati cibi a determinate festività
  • calendario liturgico dal IV secolo: che distingueva giorni di grasso da giorni di magro, stabilendo delle precise proscrizioni alimentari per
  • ordine penitenziale (rinuncia al piacere)
  • immagine pagana di alcuni consumi (carne)
  • convinzione che il consumo di carne favorisca eccesso di sessualità
  • tradizioni di pacifismo vegetariano greco e latino

1) astenersi nei giorni di magro da carne, lardo e sostituirli con cibi alternativi (legumi, formaggi poi sdoganati, uova e pesce)

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38
Q

IL PESCE

A

Surrogato per eccellenza della carne da assumere durante i giorni di magro (le proscrizioni ecclesiastiche, quelle stabilite dal calendario liturgico dividevano giorni di grasso/giorni di magro)

  • affermazione contrastata simbolo della dieta quaresimale e monastica
  • netta contrapposizione con la carne anche nei menù
  • simbolo dell’evangelizzazione (si evangelizzavano territorio esportando l’attività di pesca)
  • fortuna del pesce di acqua dolce e conservato
  • lusso e raffinatezza che non riempiono
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39
Q

IL PESCE

A

Surrogato per eccellenza della carne da assumere durante i giorni di magro (le proscrizioni ecclesiastiche, quelle stabilite dal calendario liturgico dividevano giorni di grasso/giorni di magro)

  • affermazione contrastata simbolo della dieta quaresimale e monastica
  • netta contrapposizione con la carne anche nei menù
  • simbolo dell’evangelizzazione (si evangelizzavano territorio esportando l’attività di pesca)
  • fortuna del pesce di acqua dolce e conservato (con salagione, sott’olio, affumicato, essiccato)
  • lusso e raffinatezza che non riempiono

Quali pesci?

  • aringa salata del Baltico che abbandona tra ‘300 e ‘400
  • carpe salate o essiccate nel Danubio
  • lucci e trote in montagna
  • salmone, lampreda, storione nel Po, Rodano e Garonna seccati e salati
  • merluzzo da fine ‘400 in quantità inesauribile sui banchi di Terranova (competizione tra Francia e Inghilterra)
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40
Q

LA TAVOLA

A

E’ IL SIMBOLO dove si realizza l’OPPOSIZIONE TRA DOMINATI E DOMINANTI e dove si manifestano le relazioni di potere.

Nel Basso Medioevo diventa immagine del CAMBIAMENTO NELLA CONCEZIONE DI REGALITA’ come abilità amministrativa e diplomatica.

  • capacità di organizzare attorno a sé un apparato sapientemente orchestrato, raffinato di vivande
  • sovrabbondante nella quantità sì ma soprattutto nella fantasia: architettura della tavola, professionalità artistica (si parla di un artificioso castello imbandito nel banchetto nuziale di Lucrezia d’Este e Giovanni II Bentivoglio)
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41
Q

ABBONDANZA DEI POVERI E PAESE DI CUCCAGNA

A

Nonostante le rigide regole, teorizzazioni dell’ideologia della differenza, le costrizioni sociali, giuridiche ed economiche orientano le scelte della dieta contadina

anche i poveri avevano SOGNI DI ABBONDANZA.

Questi si materializzano in immagini evocate come il Paese di Cuccagna.

E’ il mondo felice, utopico, dove ogni desiderio trova risposta immediata e soddisfazione, paese dell’abbondanza alimentare, della sessualità, della ricchezza, “dove più si dorme, più si guadagna”

Ha avuto nel corso della storia diverse declinazioni:

  • zoocrazie comiche antiche (Cratete, Teleclide, Ferecrate)
  • testo francese del ‘200 dove si dice che il papa stesso suggerì di andare in questo luogo per purificazione spirituale
  • Boccaccio, paese di Bengodi
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42
Q

PAESE DI BENGODI DI BOCCACCIO

A

E’ un’altra immagine cuccagnesca, dell’abbondanza alimentare (i poveri avevano sogni di abbondanza)
- montagna di formaggio grattugiato da cui rotolano ravioli e maccheroni che poi si tuffano in un lago di burro, 3 fium con nomi di vini (Moscatello, Trebbiano e Mangiaguerra)

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43
Q

IL RUOLO DELLE CITTA’

A

1) significato nel modello greco-latino: città è il simbolo di CIVILTA’. E’ lo spazio attorno a cui è organizzato l’AGER produttivo e che si contrappone al saltus (incolto). Era il perno della vita economicda e politica dello Stato. Le derrate alimentari vengono custodite nei magazzini cittadini.
2) Con il Medioevo ci sono altri punti di riferimento (villaggi, abbazie, chiese) e un’economia di sussistenza e autoconsumo. Ma con la crescita agraria tra IX e XI secolo tornano a rifiorire i mercati locali.

L’Italia nel Medioevo è frazionata, una dimensione policentrica e frammentaria e una RETE DI CITTA’ (materiale e mentale), che dal XI secolo estendono il proprio dominio sul territorio circostante (CONTADO).
3) Bisogna considerare la dimensione CENTRIPETA (la campagna produce risorse che affluiscono verso i mercati cittadini) e CENTRIFUGA (dalla città poi si estendono reti commerciali che diffondo specialità altamente commerciabili = nodi identitari)

Dalle città e verso le città si forma una rete di viaggi di uomini, prodotti, culture che tengono insieme le realtà locali italiane –> es: Ortensio Lando in “Commentario” si figura un viaggio gastronomico immaginario per tappe che dalla Sicilia giunge fino al Nord + Bologna luogo di ibridazione e di incontri, un centro universitario trafficato.

4) Signorie sono eredi del fenomeno comunale, sono dinastie familiari dove il CARATTERE TERRITORIALE DEL GOVERNO CITTADINO è rafforzato (centri maggiori impongono un dominio su centri minori)
5) I libri di cucina/ricettari circolano da sud a nord, da nord a sud, di città in città –> DAL LOCALE ALLA FORMAZIONE DI UN SOSTRATO NAZIONALE CONDIVISO

Es: LE DENOMINAZIONI CITTADINE DI PRODOTTI e RICETTE: formaggi, salumi,
(Tartufo d’Alba, Mortadella di Bologna, Radicchio di Treviso, Insalata Romana, Gallina Padovana) + risotto alla Milanese, pesto alla Genovene, pizza Napoletana.
Non significa che i prodotti nascono sulle piazze delle città, ma nei territori limitrofi che dialogano con il mercato cittadino (centro che accoglie le risorse del territorio)

Questa cultura delle città ha posto anche le basi per lo stile gastronomico italiano (rif. schema)

NON POSSIAMO QUINDI PARLARE DI CUCINE REGIONALI

44
Q

RAPPORTO TRA CULTURA E NATURA PER L’UOMO ANTICO

A

1) RIVOLUZIONE AGRICOLA

L’uomo ha dovuto fare i conti con la natura da sempre.
Tra i 12mila e i 5mila anni fa è avvenuta una rivoluzione “contemporanea”: agricola con cui si è affermata anche stanzialità e civiltà (così era percepita).
Dalla raccolta di frutti selvatici –> agricoltura
Dalla caccia –> pastorizia
L’uomo ha fatto l’ingresso nella civiltà (es: Epopea di Gilgamesh), ma anche le altre culture hanno tecniche, saperi e attrezzature mentali.
Datato non significa arcaico: ci sembra un dato naturale, ma ha rappresentato un’aggresione, un’alterazione degli equilibri ecologici e ambientali (forzare il territorio a produrre)

2) 2 MODELLI PREDOMINANTI come opzioni culturali e psicologiche destinati poi a interagire e a fondersi nei secoli centrali dell’Alto Medioevo.

3) LA GASTRONOMIA E’ ORIENTATA CULTURALMENTE ANCHE PER QUANTO RIGUARDA L’ELABORAZIONE DEL CIBO.
E questi due modelli rispondono in maniera diversa.
- cucina: insieme di processi di preparazione + cottura dopo la conquista del fuoco e quindi l’assunzione della padronanza sulla natura–> gesto umano per eccellenza (i Romani si sorprendono dei Germani che mangiano la carne).
Binomio cotto e crudo significa binomio tra civiltà e selvatichezza.

4) L’ECO DI QUESTI DUE MODELLI POI RIMANE NEL CORSO DEI SECOLI E VIENE RIPRESO E ADATTATO. Le ragioni del potere orientano le scelte.
- il modello di Augusto: l’imperatore doc con cui deve confrontarsi Carlo Magno, ma che è troppo sobrio per Liutprando da Cremona alla corte di Niceforo II
- il modello del re grande consumatore di carne

45
Q

LA CACCIA E CHE TIPO DI ANIMALI SI CACCIAVA

A
  • caposaldo del MODELLO BARBARICO (produttivo, psicologico, culturale, mentale, materiale)
  • PASSATEMPO del signore medievale che ha delle precise valenze simboliche –> simbolo di forza, di prestigio, di potere. Si cacciano animali di grossa taglia (cinghiali) soprattutto nell’Alto Medioevo
  • cambiamento dell’IDEA DI REGALITA’ (nobiltà di fatto –> nobiltà di diritto
  • Con la COLONIZZAZIONE DELLE TERRE E L’EROSIONE DI BOSCHI E DI SPAZI INCOLTI: scontro per appropriazione di diritti d’uso di questi spazi che erano rimasti. I nobili iniziano a definire i loro privilegi e nascono le RISERVE DI CACCIA che escludono dall’attività venatoria i ceti rurali e si COMBATTE IL BRACCONAGGIO (es: in Inghilterra c’è un diritto di caccia maggiore del re e uno minore dei signori locali)
46
Q

IL PANE

A

1) ruolo fondamentale nella cultura GRECO-LATINA: gli uomini antichi sono i sitofagoi, i mangiatori di pane e grano, vite e ulivo sono i 3 simboli con cui l’uomo CIVILE può dire di aver addomesticato la natura
2) VALORE METAFORICO NELLA CULTURA CRISTIANA che aiuta a diffondere la cultura del pane in tutta Europa grazie alla sua attitudine evangelizzatrice
3) OSCURATO brevemente il PRESTIGIO e dall’alto valore simbolico della CARNE
4) CHE TIPI DI PANE? dopo il III secolo:
- cereali di qualità inferiore dal III sec. con cui si fa pane (avena, orzo, farro, spelta, miglio, panìco, sorgo, segale, pane nero, consumati da strati POPOLARI oppure più apprezzati in NORD EUROPA
- pane bianco di frumento per ELITE
- più o meno lievitato, diversi modi di cottura, pane o zuppe e polente) –> corrispondenza tra qualità consumatore e prodotto
5) RUOLO DECISIVO DALL’XI SECOLO e la sua menzione ricorre in maniera ossessiva: le famiglie fanno scorte di pane e una quota viene chiesta come CANONE per l’affitto o per la decima delle terre, si fanno PANI DI CARESTIA in situazioni emergenziali (è un atto disperato ma controllato per rispondere razionalmente. Anche le scienze vengono in aiuto cercando di fornire delle regole importanti che evitano di far cadere in errori fatali come l’utilizzo di erbe velenose)

47
Q

LA COLONIZZAZIONE, ABBATTERE ALBERI PER METTERE A COLTURA LO SPAZIO COLTIVATO, SCELTA COATTA

A

Processo lento e progressivo di erosione degli incolti per allargare lo spazio coltivato: scelta obbligata

A causa di nuove esigenze:
- pressione demografica e insufficienza dell’economia della foresta e della predazione (è il numero di uomini che determina l’alternativa tra cereali e carne)

1) abbattere terreni boschivi o quelli infruttuosi
2) addomesticamento di boschi e messi a coltura –> nascita di castagneti da frutto per fare farina
3) nascita di cultura agraria e risposta a una domanda i civiltà di cui si fanno promotori i monaci –> scontro con nobili che avevano il gusto venatorio della caccia e con i contadini che erano legati all’utilizzo degli incolti
4) modificazioni di ordine sociale (concorrenza per sfruttamento degli incolti che restano, come per l’attività venatoria, e restringersi dei diritti d’uso. Nascita dei privilegi di classe).

48
Q

PANI DI CARESTIA

A

E’ un atto disperato ma controllato per rispondere razionalmente. Anche le scienze vengono in aiuto cercando di fornire delle regole importanti che evitano di far cadere in errori fatali come l’utilizzo di erbe velenose.

  • ruolo sempre più centrale del pane a partire dal XI sec ed è insostituibile
49
Q

PANE BIANCO

A

pane del signore, dei cittadini, dei grandi proprietari terrieri. In Toscana è presente in parte nei consumi rurali e nelle regioni del sud Italia.
Si rinuncia al frumento solo in caso di estrema necessità.

Nonostante il frumento tra il 1000 e il 1200 torni a guadagnare terreno è ancora un pane di lusso.
Il frumento viene chiesto come canone.

50
Q

PANE NERO

A

pane dei contadini, quello duro, tosto, adatto a stomaci forti e rozzi, che si fa con cereali inferiori.
Ai rustici vanno le biade, ma anche agli strati inferiori della popolazione urbana (a Bologna nel 1288 sono citati 3 tipi di farina).

51
Q

RESTRINGERSI DEI DIRITTI D’USO SULL’INCOLTO

A

A causa del lento e progressivo processo di erosione degli incolti e di disboscamento per allargare le superfici coltivabili a causa della pressione demografica tra IX e X sec.

Ci sono degli scontri per l’appropriazione degli incolti che rimangono

  • tra monaci e contadini
  • tra gli stessi signori che si contendono questi spazi (per attività venatoria, ad esempio)
  • città (cives) e nobiltà rurale
  • limitazioni di accesso ai contadini (limitazioni per il diritto di erbatico, di ghiandatico, spigolatura)

RIVOLTE CONTADINE

  • 966 Normandia
  • 1381 Inghilterra
  • 1525 Germania
52
Q

SUCCESSIONE DI EVENTI DOPO LA CRESCITA AGRARIA del IX sec

A
  • processo di colonizzazione delle terre che provoca modificazioni nell’ordine sociale (concorrenza per lo sfruttamento degli incolti che restano, restringersi dei terreni a pascolo, quindi minor consumo di carne, che diventa un privilegio sociale + nascita dei privilegi di classe)
  • rifiorire dei mercati locali (rispetto alla vecchia economia
  • imperialismo cittadino (l’Italia è una rete di città. Estendono il controllo sul contado. Dimensione centripeta e centrifuga)
  • riconversione di terreni al frumento che diventa il cereale più richiesto in città
  • benessere e floridezza parziale. L’equilibrio tra popolazione e risorse resta fragile, ma minore è l’incidenza delle carestie (la possibilità di consumo tra più ampi strati può essere un pericolo per i ricchi: spostare più in alto la soglia di distinzione sociale: la nascita della civiltà cortese).
    Riccobaldo di Ferrara a fine Duecento parla di un’epoca nuova di consumi qualitativamente e quantitativamente migliori
53
Q

I PROBLEMI DEL ‘500

A
  • AUMENTO DEMOGRAFICO e INSUFFICIENZA DI RISORSE AGRICOLE E STRUTTURE PRODUTTIVE (insufficiente resa cerealicola, concimazione)
  • tensioni e manifestazioni sociali di RABBIA e di violenza (forni presi di assalto, contadini cercano fortuna alle porte della città, dalla città vengono allontanate le bocche in sovrannumero)
  • si guarda con CURIOSITA’ AL NUOVO PAESE AL DI LA’ DEL MARE al di là del mare (utopia cuccagnesca)
  • DUE EUROPE e radicalizzazione di topos contrapposti che diventano elementi identitari e le differenze si fanno ancora più evidenti con la Riforma (prima le normative cattoliche/prescrizioni alimentari avevano fornito una certa omologazione culturale dei consumi)

1) Soluzioni tradizionali
2) Sfruttamento di nuovi prodotti

54
Q

L’AMERICA

A

Si guarda con curiosità al nuovo paese al di là del mare (utopia cuccagnesca)

  • periodo di crisi europea: i problemi del ‘500
  • le due soluzioni (tradizionale + cercare in nuovi prodotti, tra cui quelli provenienti dall’America, la soluzione).

Ma in questo momento la loro avanzata è lenta, contenuta, per un maggiore slancio bisogna attendere il Settecento.

  • il caso del mais
  • il caso della patata
  • il caso del pomodoro
55
Q

LE DUE EUROPE

A

Vanno delineandosi due Europe in Età moderna. Si radicalizzano dei topos, si formano antitesi geografiche viste come segno di identità nazionale. Tagliano trasversalmente l’Europa e la differenza si inasprisce ancora di più con la Riforma che dà corpo a differenze di gusto già presenti.
Qui la riforma protestante rigetta la normativa dietetica e i precetti alimentari della chiesa.
Aumenta il consumo di carne, di birra, rivendicato l’utilizzo di certi tipi di grassi

Nord: voraci e carnivori, tedeschi ubriaconi, francesi golosi.

Sud: sobri e frugali, prodotti della terra. Troppo caldo per il consumo di carne –> il simbolo della gastronomia italiana all’estero sono le verdure (tipicamente meridionali).

Gli esuli protestanti viaggiano in Europa e diffondono saperi, usi, tecniche, pratiche: es: Giacomo Castelveltro (esule per simpatie protestanti) in Inghilterra pubblica “Brieve racconto”

56
Q

I PRODOTTI CHE VENGONO SFRUTTATI nel ‘500 o che fanno il loro timido ingresso

A
  • riso (prima era impiegato con grande parsimonia. Non sappiamo se giunse attraverso gli arabi di Sicilia o attraverso la Spagna)
  • grano saraceno (ora ampia diffusione da Paesi Bassi, Germania, Italia)
  • mais
  • patata
  • pomodoro
57
Q

PRODOTTI AMERICANI. QUALI SONO E COME VENGONO IMPIEGATI

A

Mais e patata.

  • Dal ‘500 gli Europei entrano in contatto con il continente americano che si carica di valori cuccagneschi e da cui affluiscono nuovi prodotti (es: pomodoro, mais e patata)

Conoscono vicende turbolente e la loro AVANZATA LENTA E TIMIDA. Nel ‘600 tornano nell’ombra e riemergono nel ‘700 davanti a una nuova crisi.

MAIS:

  • diffusione: messo a coltura a fine ‘400 nella penisola iberica, poi Francia del sud, Italia nord, Pannonia e Penisola balcanica
  • come foraggio sui terreni a maggese e negli orti su cui era esente il canone.
  • nel Settecento durante un periodo di scarsità alimentare e di crisi –> riscoperta di colture prima timidamente accolte per la loro grande resa e affidabilità.
  • alto rendimento
  • richiesto come canone
  • farne una monocoltura in campo aperto
  • contadini costretti al consumo di mais (cibo da riempimento) mentre aumentano le esazioni di frumento e delle eccedenze agricole più pregiate e di qualità da riversare sul mercato (apre la strada a un nuovo tipo di rapporti economici e accumulazione del credito per proprietari e meccanismo che sfocia nel capitalismo agrario)
  • elogiato per qualità nutritive da Giovanni Battarra, agronomo –> ma rischio pellagra per l’assenza di niacina (tra ‘700 e ‘800)

PATATA: conosciuta dagli spagnoli attraverso il Perù, in Italia chiamata tartuffolo, tartufo bianco. Fine ‘500 in Inghilterra ma bisogna attendere il ‘700.

  • cibo di carestia nelle campagne dell’Europa nord per alta affidabilità
  • elogiato per virtù nutritive e contadini convinti con coercizione al suo consumo (da parroci + vincolati nei contratti agrari a riservare una parte di terreno alla sua coltivazione)
  • scarsa qualità (polpa acida e acquosa) e non ci si può fare il pane
  • monotonia alimentare e basare approvvigionamento solo sulla patata –> grande carestie dell’Irlanda del 1845/46

Si cerca di impiegarli per usi tradizionali, il diverso viene filtrato attraverso le categorie mentali europee, secondo il meccanismo di riduzione dell’ignoto al noto/omologazione culturale.
Mais: polenta
Patata: si spera di fare il pane, poi ci si faranno gli gnocchi.

58
Q

LE SOLUZIONI TRADIZIONALI DAVANTI ALLA CRISI DEL ‘500

A
  • inserire foraggere nel ciclo di rotazione delle colture. Integrare agricoltura e allevamento favorendo anche una maggiore concimazione dei campi
  • allargare lo spazio coltivato con bonifiche e dissodamenti (polder, monocolture come le risaie che sono la prima iniziativa capitalistica, restringere i terreni a pascolo e diminuzione dei consumi carnei, maggior attenzione al pane)
59
Q

LA RIFORMA PROTESTANTE

A

Momento di lacerazioni e di approfondimento dei solchi alimentari.
Rigetta la normaliva dietetica e i precetti alimentari della chiesa. Fa uscire allo scoperto desideri già sopiti –> consumo di carne, di birra, salse grasse (es. burro)

60
Q

IL SIMBOLO DELLA CULTURA GASTRONOMICA ITALIANA ALL’ESTERO CHE VA AFFERMANDOSI

A

le VERDURE, genere tipicamente MERIDIONALE

1) diffuse nei ricettari che sono tipicamente ELITARI (connessione e complicità inaspettata tra popolo/ceti superiori)
2) diffuse al NORD (chiave gastronomica mediterranea in area settentrionale padovana): finocchi, biete, torte d’erbe
3) Giacomo Castelveltro, “Brieve racconto”: parla all’Inghilterra di cosa si consuma in Italia
4) John Evelyn, “Acetaria”, 1699

Con i viaggi di uomini e prodotti si TENGONO INSIEME LE REALTA’ LOCALI facendole interagire nella metaforica struttura della rete.
L’Italia ha una grande VARIETA’ gastronomica, ma è solo un’articolazione di un MODELLO DI FONDO UNITARIO, condiviso e riconoscibile: cultura aperta al confronto e alla trasversalità.

61
Q

CHE COSA RAPPRESENTA LA VARIETA’ ITALIANA?

A

1) un’articolazione di un MODELLO DI FONDO UNITARIO, condiviso e riconoscibile: cultura aperta al confronto e alla trasversalità.
2) simbolo di un’IDENTITA’ FORTISSIMA. Non esisterebbero se non ci fosse la possibilità di PARTIRE DA UNA MATRICE CONDIVISA e RICONOSCIBILE per declinarla in variazioni locali che SI ADATTANO ALLE LOGICHE E ALL’AMBIENTE DEL DESTINATARIO

Già nell’esempio dei due ricettari di cucina del ‘300 si evince: sono riadattati e rielaborati in tutta Italia: significa che c’è una cultura di fondo condivisa, iniziano ad essere percepiti come nazionali nonostante le varianti.

62
Q

I CAMBIAMENTI ALIMENTARI TRA ‘500 E ‘600: MUTAZIONI DI GUSTO

A

Nella società europea ci sono CAMBIAMENTI NELLA PRODUTTIVITA’, nei valori, negli scambi, nell’ideologia della differenza. Un colpo di grazia lo dà anche la RIFORMA che fa uscire allo scoperto desideri mai del tutto sopiti. Si affermano i consumi di:

  • CARNE
  • BIRRA
  • SALSE GRASSE come il burro (già ammesso come cibo di magro dal 1365 per venire incontro alle preferenze dei nobili) e utilizzato a caldo nelle insalate per sostituire un olio che al nord arrivava scadente. Possibile grazie al diffondersi di allevamento bovino e di animali da latte
  • SCOMPARSA SPEZIE: oramai molto diffuse (no genere esclusivo) a favore di erbe della cultura povera (erba cipollina, scalogno, capperi, acciughe)
  • affermazione dello ZUCCHERO dietro la lezione della scuola francese per la separazione dei sapori agro e dolce –> consumo popolare, non solo in ambito terapeutico, considerato indispensabile per mitigare l’acidità dei cibi
63
Q

LA LEZIONE DELLA SCUOLA FRANCESE nella NUOVA CUCINA EUROPEA (nel caso ad esempio dello zucchero)

A

A partire dal ‘600 una nuova lezione arrivò dalla scuola francese che cambiò il modo di percepire il sapore delle cose (nella nostra cucina e in quella francese).
Un autore francese scrisse che le zuppe di cavolo devono sapere di cavolo, il porro di porro e la rapa di rapa.

NATURA PRENDE LA RIVINCITA SULL’ARTIFICIO

Prima: Medioevo sovrapposizione si sapori dietro consiglio della scienza dietetica: sapori esprimono le qualità nutritive delle cose –> una pietanza è tanto più completa quanto più riesce a riunire diversi sapori (agro-dolce)

Ora: separazione dei sapori AGRO e DOLCE, reso ora con lo zucchero (prima utilizzo solo medicinale) in area europea. Si impiantano monocolture di canna da zucchero nel continente americano.

  • per mitigare acidità dei cibi
  • considerato indispensabile e distribuito anche ai poveri di un monastero dell’appennino emiliano
64
Q

JOHN EVELYN, “Acetaria”, un trattato sul miglior modo di fare l’insalata, 1699

A

Pubblicò l’opera in Inghilterra.

1) L’insalata è un ortaggio, consumato prevalentemente in Italia –> simbolo di come ci sia una circolazione di uomini, merci, sapere e culture. (Già Giacomo Castelveltro era stato in Inghilterra)
2) Scrive che le insalate al nord iniziano ad essere CONDITE CON BURRO FUSO perché l’olio che lì arriva è scadente, per
a) ragioni di gusto –> affermazione delle salse grasse
b) la Riforma dà corpo ad antiche contrapposizioni mai sopite, si rivendica il consumo di certi cibi e ci si allontana dalle prescrizioni della normativa ecclesiastica che già dal 1365 aveva dovuto definire un posto per il burro facendolo entrare nei cibi di magro.

65
Q

GIACOMO CASTELVELTRO, COSA HA SCRITTO?

A

“Brieve racconto” quando era esule in Inghilterra perché simpatizzava per idee protestanti.
Attenzione a radici, erbe, frutti, vegetali.

Dice che al sud si è sobri e frugali per ragioni di povertà e di clima: ci si ingegna a trovare nutrimento in altro che non sia la carne + troppo caldo per il consumo di carne –> il simbolo della gastronomia italiana all’estero sono le verdure (tipicamente meridionali).

66
Q

PERCHE’ LE FARINATE SONO ANCORA PIU’ IMPORTANTI DEL PANE?

A

Perché consentono di sfuggire al monopolio di mulini e forni (monopolio signorile)

67
Q

DIMINUZIONE DEL CONSUMO DI CARNE NEL ‘500 E CRESCITA DEL CONSUMO DI PANE, perché?

A

A causa delle trasformazioni dovute all’AUMENTO DEMOGRAFICO

  • allargamento spazio coltivato con bonifiche, dissodamenti, polder, monocolture come risaie (prima vera iniziativa capitalista) –> RESTRIZIONE DEI TERRENI A PASCOLO
  • addensamento edilizio e divieti di tenere bestie in città
  • contrazione delle importazioni a lungo raggio dall’est dopo la conquista dei Turchi dell’Ungheria

con conseguente maggiore attenzione riservata al pane che cresce sempre in rapporto alla diminuzione di consumi carnei, ma non vuol dire miglioramento del regime alimentare

68
Q

SE AUMENTANO I CONSUMI MA LA SITUAZIONE NON MIGLIORA, COME SI DICE?

A
  • deterioramento qualitativo e monotonia alimentare
  • impoverimento e atrofizzazione della dieta
  • non c’è un rapporto di dipendenza proporzionale tra aumento della popolazione e miglioramento della qualità dei consumi (anzi, meno c’è pressione demografica più si avverte il miglioramento del regime alimentare: ristagno e regresso demografico –> maggiore ricchezza e varietà)
69
Q

I PROBLEMI DEL SETTECENTO

A
  • crescita demografica poderosa e mai arrestata (Europa da 195 mln di abitanti)
  • insufficienza produttiva/cerealicola/bassi rendimenti cerealicoli e caresite
  • sottonutrizione (problematiche nutrizionali)
70
Q

QUALI SOLUZIONI PER LA CRISI DEL SETTECENTO? (3)

A

1) ESPANSIONE DEI COLTIVI –> messi a coltura terreni incolti in Inghilterra e bonifiche di paludi in Italia
2) RIVOLUZIONE AGRICOLA che precede quella industriale perché necessità di trovare EQUILIBRIO TRA ARATIVI, PASCOLI E BOSCHI (bisogno di maggese per concimazione + urgenza di coltivare) –> nuove tecniche produttive (leguminose da foraggio in rotazione con cereali che rilasciano azoto e sfamano animali; rotazione pluriennale; attrezzi moderni come macchine; enclosures per gestione imprenditoriale e privata delle terre finalizzata al commercio sul mercato)
3) RISCOPERTA DELLE COLTURE prima timidamente accolte per la loro maggiore resa e affidabilità (resistenza contro avversità climatiche) che non rivoluzionano il modo di mangiare europeo perché hanno successo in prossimità di un’urgenza alimentare e vengono impiegati per utilizzo tradizionale/meccanismo di piegamento dell’ignoto al noto/omologazione culturale

71
Q

ENCLOSURES

A

RECINZIONI DELLE TERRE COMUNI e dei fondi indivisi (➔ open fields), per uno SFRUTTAMENTO AGRICOLO ORIENTATO VERSO IL MERCATO, nel quale ci si avvalesse delle nuove tecniche della semina. Comportando l’abolizione dei diritti consuetudinari delle comunità dei villaggi, il processo contribuì all’esodo della popolazione rurale verso la città nel corso del 18° e 19° secolo.

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Q

DIRITTI CONSUETUDINARI DELLE COMUNITA’ DI VILLAGGI

A

pascolo, legnatico, spigolatura, caccia

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Q

LEGUMINOSE DA FORAGGIO

A

erba medica, trifogli, ecc

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Q

GRANDE CARESTIA IRLANDESE DEL 1845/46

A

Dovuta all’affidamento che la popolazione irlandese faceva sulla SOLA COLTIVAZIONE DI PATATE (fortuna per gli alti rendimenti e per la sua capacità di adattarsi). Colpita da un fungo chiamato PERONOSPERA

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Q

POMODORO

A
  • importante per le comunità precolombiane, ma Colombo quando arrivò in America neppure se ne accorse
  • forse fa il suo ingresso in Europa nel 1539. Varietà del pomodoro giallo (fortuna del colore)
  • si afferma come salsa (“salsa spagnola”, dall’uso di schiacciare i pomodori). Nel 1692 Antonio Latini (ne “Lo scalco alla moderna”), un marchigiano a Napoli, la inserisce nel suo ricettario per accompagnare le carni bollite
  • nella pasta per la prima volta nell’Ottocento citata da Ippolito Cavalcanti e poi da Pellegrino Artusi
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Q

STORIA DELLA PASTA

A

In antichità la pasta fresca è in area mediterranea e Cina. Gli arabi probabilmente introdussero l’uso di essiccarla per conservarla e trasportarla agevolmente durante gli spostamenti nel deserto.
Nel ‘200 a Trabia (Sicilia), industria di pasta secca. Poi i genovesi iniziano a commerciarla. In Toscana ci sono i vermicelli.

1) La pasta conosce una grande VARIETA’ DI FORMATI grazie al sovrapporsi di diverse tradizioni gastronomiche
- uso romano (forma larga, es. lasagne)
- uso arabo (forma allungata a cui si aggiunge il processo di essiccazione, es: vermicelli, fettuccine)
- forma corta e forata: maccheroni
- ripiena
- torte di pasta ripiene di qualsiasi cosa (pasticci) –> torta è l’involucro che viene reso friabile utilizzando pasta imburrata

2) Ma fino al ‘400 non ha una categoria a sé, si confonde e NON HA UN USO SOCIALE DEFINITO/importanza circoscritta/sfizio costoso di cui si può fare a meno in periodi di rincaro dei prezzi
3) Nuova spinta dà una situazione di crisi che si verifica a NAPOLI (una SECONDA RIVOLUZIONE che parte da Napoli, a causa di sovraffollamento demografico, crisi politica ed economica), grazie anche a rivoluzione tecnologica (uso di gramola, torchio meccanico) –> la pasta sostituisce i consumi carnei e i napoletani diventano mangiamaccheroni.
4) Nella FASE RISORGIMENTALE i Savoia recuperano i simboli alimentari del sud per farsi garanti degli interessi di tutti
5) Nuovo impulso con EMIGRAZIONE (il caso degli spaghetti with meatballs)

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Q

PEPERONI E PEPERONCINI

A

americani ma percepiti come simbolo di italianità
“calabresella”

Simbolo di come la cucina sia fatta di incontri e di convergenze tra uomini, merci e saperi talvolta inaspettati. Identità significa scoprire l’altro che è in noi.

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Q

LE NUOVE DROGHE DEL ‘600

A

Si beveva già molto per sete (a causa dell’utilizzo del sale per la conservazione dei cibi), per apporto calorico, per le qualità terapeutiche che erano propagandate, perché era considerato un antisettico, per aspetto ludico e di aggregazione sociale (si beveva insieme, si raggiungevano orizzonti estatici, ubriachezza sacra), per evasione sociale ed energia, perché il vino era lo strumento sacrale della fede cristiana.

Nuove droghe hanno prima una dimensione elitaria, poi popolare

  • distillati (tecnica figlia dell’alchimia. Egitto –> perfezionata da arabi che utilizzano il metodo di refrigerazione delle serpentine. Acquavite, rum, distillati di frutta, cereali, liquori dolci
  • caffè: da Etiopia –> regioni Africa orientale –> Arabia nord ovest (‘200/’300) –> Egitto, Impero Turco, India, entra in Europa a metà ‘500 dai veneziani, piantagioni nelle colonie, a Parigi nel 1643.

La grande fortuna dei caffè per vendita, degustazione, a Parigi viene fondato il Procope da Procopio Coltelli, ma viene anche accolto con ostilità (Francesco Redi lo considera veleno)

  • té: origine cinese –> conosciuto dagli europei in India –> Amsterdam, 1610 –> Francia, 1635 –> oltremanica dopo il 1650.
    Inizia a sostituire alcolici e caffé in Olanda e Inghilterra, molto propagandate le virtù terapeutiche, bevuto anche dagli operai e dal proletariato urbano delle città
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Q

IL PRIMO CAFE’ D’EUROPA

A

Le Procope, Parigi, Procopio Coltelli

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Q

LA FORTUNA DEL CAFFE’

A

a Etiopia –> regioni Africa orientale –> Arabia nord ovest (‘200/’300) –> Egitto, Impero Turco, India, entra in Europa a metà ‘500 dai veneziani, piantagioni nelle colonie, a Parigi nel 1643.

La grande fortuna dei caffè per vendita, degustazione, a Parigi viene fondato il Procope da Procopio Coltelli, ma viene anche accolto con ostilità (Francesco Redi lo considera veleno)

simbolo di
- cultura razionale, dinamica, borghese, acume, lucidità. lavoro e produttività

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Q

IL GUSTO CONTADINO

A
  • ovviamente avevano sogni di abbondanza alimentare
  • osservazione superficiale dei comportamenti visibili: rigide codificazioni che non tengono conto della presenza di aspirazioni, di gusti personali che si scontrano con le costrizioni sociali, ideologiche, con le congiunture economiche che impongono determinate scelte
  • nel Settecento si afferma però uno SPIRITO FILANTROPICO/ILLUMINATO PATERNALISMO piuttosto AMBIGUO: i contadini sono liberi di scegliere ma mangiano così perché sono sciocchi, vogliono mangiare male
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Q

LA CARNE nel SETTECENTO

A

Uso limitato che fa bene, che porta con sé visioni del mondo

  • pace e frugalità cristiana
  • razionalità e leggerezza del cibo e del corpo –> elevazione dell’intelligenza e della ragione
  • risposta igienica e politica rispetto all’opulenza e l’eccesso dell’Ancien Regime
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Q

INVERSIONE DI TENDENZA NELL’OTTOCENTO

A
  • aumento consumo di carne e ridimensionamento di quello dei cereali che sfrutta la logica della produzione industriale MA anche diffusione di culture di vegetarianismo
  • consumo di pane esteso a fascia di popolazione più ampia (grazie a prestazioni di mulini in ferro, poi porcellana per farina ancora più raffinata)

RIVOLUZIONE ALIMENTARE che sfrutta logiche di PRODUZIONE INDUSTRIALE

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Q

RIVOLUZIONE ALIMENTARE dell’OTTOCENTO che sfrutta le logiche di PRODUZIONE INDUSTRIALE

A

agricoltura –> materie prime all’industria –> che ha bisogno di consumatori (quindi deve esserci un allargamento sociale degli alimenti. La classe proletaria inglese si vede offrire té, zucchero, cacao e carne. Vengono meno le barriere della differenza: forse ora si può parlare di prima e seconda scelta) e aumenta i ritmi di produzione.

Rivoluzione alimentare si è avvalsa anche di nuove importanti novità:

a) DELOCALIZZIONE del sistema alimentare (no vincoli con territorio e con stagionalità)
b) RIVOLUZIONE DEI TRASPORTI (macchina a vapore che rivoluziona la ferrovia)
c) SISTEMI DI CONSERVAZIONE del cibo (inscatolamento, refrigerazione, congelamento)
d) UNIFORMITA’ DEL SISTEMA ALIMENTARE con pubblicità, mobilità sociale che porta uomini e conoscenze a circolare e a diffondersi + perdita della ritualità dei cibi
e) carattere urbano del sistema alimentare

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Q

PRIMA SOCIETA’ VEGETARIANA INGLESE

A

Manchester, 1847

  • attenzione umanitaria per animali
  • ci sono altri modelli distintivi in una società dove i consumi di carne sono più accessibili
  • processo di civilizzazione di un ambiente cittadino che si è allontanato dalla natura
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Q

LE FRODI ALIMENTARI

A

Si indicano oggi tante cose con il termine frodi/sofisticazioni alimentari.
Uno dei significati è:
“contraffazione, che consiste nel mettere in vendita prodotti industriali con nomi o marchi atti a indurre in inganno il consumatore”, denunciate da Frederick Accum (1820), “Sulle sofisticazioni del cibo e i veleni in cucina” e stabilita la prima commissione d’inchiesta sulle frodi alimentari nel Parlamento inglese (1834) e nel 1860 viene approvata l’Adulteration of Food Act

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Q

MITO DELLA STAGIONALITA’ DEL CIBO

A

Il rapporto dell’uomo con il tempo della natura è problematico.

1) armonizzare il proprio ritmo con il ciclo naturale/ritmo annuale di crescita di piante e animali
2) controllare/sconfiggere la schiavitù del tempo (es. Paese di Cuccagna) per proteggersi da bassi rendimenti, da avversità climatiche, dalla fame. COME?

a) DIVERSIFICANDO le specie e facendole durare più a lungo DISLOCANDO temporalmente la crescita dei prodotti e proteggendosi da avversità climatiche (cereali di vario tipo, tante varietà di pere)
b) elaborare metodi efficaci di CONSERVAZIONE (ansia sul futuro/paura della fame): essiccazione, affumicatura, sale, aceto, olio, miele e zucchero dall’800, fermentazione, sigillatura, refrigerazione, cottura plurima che consente una miglior conservazione dei cibi

OGGI i moderni sistemi di approvvigionamento (il fatto che POSSIAMO DISPORRE DI QUALUNQUE COSA, qualunque cibo esotico in diversi momenti dell’anno) ci hanno disorientato culturalmente (ci hanno allontanato dai processi produttivi e dalla provenienza)

  • Pietro Chiaro
  • Bartolomeo Stefani
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Q

IL PIACERE, LA SALUTE, LA BELLEZZA

A

1) Il grasso era un ideale estetico, forniva vitamina D.
Simbolo di benessere e floridezza alimentare. Grasso: consumo di carne
2) Valore di magrezza dal ‘700, simbolo di razionalità, di dinamismo, di attitudine al lavoro, borghesia, di chi si sacrifica per il profitto e non sta in ozio.
Oltretutto il privilegio alimentare inizia a sfumare perché c’è una democratizzazione dei consumi (consumi sono aperti a una fascia più ampia) e i SEGNI DISTINTIVI SONO ALTRI (civiltà delle buone maniere –> “L’arte di convitare spiegata al popolo” di G. Rajberti
3) Rivincita della carne e del grasso dopo il 1950. La pratica che conservava il grasso carneo per eccellenza era la bollitura che permetteva di non disperdere i succhi
4) Oggi dieta = ristrettezza alimentare, privazione, pericolo dell’eccesso e del piacere, che la Chiesa ci ha insegnato sia peccato, valore penitenziale della rinuncia

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Q

BARTOLOMEO SCAPPI (gusto antologico)

A

è italiano il GENERE delle torte, ma ci sono tante declinazioni, variazioni, modificazioni, articolazioni dello stesso modello

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Q

PIETRO CHIARO VS BARTOLOMEO STEFANI SULLA STAGIONALITA’ DEL CIBO

A
  • P. Chiaro: accusa la nobiltà di essere stravagante e ostentatrice che vuole cose rarissime fuori stagione andando contro natura
  • B. Stefani (‘600, cuoco dei Gonzaga): il signore deve avere buon destriero e buona borsa e avere sulla sua tavola tutte le ricchezze che l’Italia può offrire
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Q

IN BREVE LA FORTUNA DELLA CARNE

A

mmmm

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Q

COME E’ CAMBIATA LA CUCINA?

A
  • ELABORAZIONE: oggi cotture rapide, semplici. Un tempo artificio, alterazione del carattere dei prodotti.
  • SAPORE: oggi si distinguono i sapori sulla scorta di una rivoluzione che dal ‘600 è stata avviata in Francia e poi in Italia (cucina analitica, razionale, illuminista) che ha voluto separare i sapori. Nel Medioevo riuniti più sapori all’interno della stessa vivanda –> influenza della dietetica antica che ritiene equilibrato un cibo che contiene insieme tutte le virtù nutritive che si manifestano in sapori diversi (ogni sapore = una virtù nutritiva) es: mescolanza dolce con agro (miele e aceto, zucchero e agrumi).
  • COLORE: grande attenzione per il giallo, bianco. Più tardivo il rosso.
  • IMPORTANZA DELLA DIETETICA (oggi cucina e scienza dietetica sono separate): medicina galenica.
    Pochi sono i prodotti che hanno natura bilanciata: la cucina è l’arte combinatoria per eccellenza
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Q

LA NOVELLA DI ZUCO PADELLA

A

Il signor Lippo di Ghisilieri aveva un bel giardino in un luogo chiamato la Torre di Ghisilieri, con tanti alberi da frutti su cui crescevano pesche. Ogni notte gli erano rubate da un contadino chiamato Zuco Padella, per “dare sostegno al corpo” (per necessità).
- furto come sfida al privilegio di classe, una provocazione

Lippo deve cercare di scoprire chi è il malfattore, allora fa conficcare nel terreno delle trappole rivolte all’insù.
Si buca i piedi, ma pur ferito decide di ritornare la notte seguente con due trampoli ai piedi rinforzati da ferri di asino –> si alza la posta in gioco

Secondo stratagemma del signore: fa raccogliere tutte le pesche tranne quelle di un solo albero e sotto questo fa scavare una gran buca a mo’ di lupara.
Dopo 3 notti, in cui il padrone fa da guardia, Zuco Padella è catturato.
Ne segue una lezione: messer Lippo riempie una caldaia d’acqua bollente e la rovescia dentro la buca. Seguono parole di disprezzo: “villano ladro, che te vegna mille cacasangui.” La prossima volta lascia i frutti de li miei pari e mangi i tuoi che sono rape, agli, porri, cipolli, scalogni con pan di sorgo:

DUREZZA DELL’IDEOLOGIA DELLA DIFFERENZA

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Q

FATTEZZE DI BERTOLDO IN “LE SOTTILISSIME ASTUZIE DI BERTOLDO” (G. C. Croce)

A

Letteratura che esprime barriere ideologiche anticontadine.

  • capo tondo come un pallone
  • ciglia come setole di porco
  • orecchie asinine
  • bocca strorta con labbro di sotto pendente a guisa di cavallo
  • barba cadente come quella del becco
  • denti da cinghiale
  • gambe caprine come un satiro
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Q

LA SATIRA DEL VILLANO DELLO PSEUDO GENTILE SERMINI

A

Letteratura al servizio dell’ideologia della differenza che esprime barriere ideologiche anticontadine e deve ribadire dei confini.

Mattano è un villano che vorrebbe incittadinarsi, ma viene deriso da un gruppo di giovani che gli mandano a dire come a corte non si usino le sue “porcaggini villanesche”

  • mangiare con le mani e poi, tutte insozzate, pulirsele al petto
  • mangiare pane e bere la mattina due o tre volte
  • pucciare con lunghe fette di pane la minestra di cavolo riscaldata più volte
  • VITA CORTESE, CIVILTA’ DELLE BUONE MANIERE
  • ricorda il proverbio del formaggio con le pere che esprime un orientamento anticontadino, lotta di classe contro il parvenu che vorrebbe emaniciparsi e imitare i modi del signore
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Q

IL CONTADINO CHE IMITA IL SIGNORE, PSEUDO GENTILE SERMINI

A

Letteratura al servizio dell’ideologia della differenza che esprime barriere ideologiche anticontadine e deve ribadire dei confini.

Vuole sforzarsi di apparire costumato, quando non sa trattenersi dal fare la scarpetta (di fare gran fecte all’usato), si lecca le dita.

  • VITA CORTESE, CIVILTA’ DELLE BUONE MANIERE
  • ricorda il proverbio del formaggio con le pere che esprime un orientamento anticontadino, lotta di classe contro il parvenu che vorrebbe emaniciparsi e imitare i modi del signore
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Q

LE PRINCIPALI STRATEGIE DI NOBILITAZIONE

A
  • usare le spezie
  • accompagnare piatti raffinati e prestigiosi con un contorno popolare (accostare), o produrli con un ingrediente popolare: secondo Gentile Sermini, l’aglio “sempre è cibo rusticano”, ma “alle volte artificiosamente civile se fa, ponendose nel corpo de li arostiti pavari”.
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PRODOTTI/INGREDIENTI CHE SEGNALANO UN PRIVILEGIO DI CLASSE

A
  • spezie

- zucchero (dolce): da impiegare in ogni piatto e villano escluso dal suo consumo (fino al ‘600)

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LA FAME

A

1) Alto Medioevo: il contadino è un contadino e un pastore. Grazie all’acculturazione medievale e a quel salto culturale che ha permesso l’entrata nell’incolto all’interno dell’ager produttivo ha davanti a sé un ventaglio variegato di risorse
2) X-XI sec.: crescita agraria e trasformazione agraria: nuovi bisogni e problemi lo richiedono –> diminuzione dei terreni a pascolo, assume di rilevanza il ruolo dei cereali e modificazioni in senso sociale (si approfondisce la distanza tra cucina popolare e cucina di elite, nascono i privilegi del signore che annullano i diritti consuetudinari come quello di caccia, rif. Robin Hood)
3) Sogni di abbondanza
4) La fame diventa una tragedia nel Settecento: crescita demografica mai arrestata, insufficienza produttiva, alimentare, cerealicola e nuove soluzioni (2) –> monotonia alimentare/monofagismo e restrizione del ventaglio di risorse a disposizione

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Q

LA CUCINA ITALIANA E QUELLA FRANCESE TRA RINASCIMENTO E SEICENTO

A

mmmmm

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Q

CASSIODORO SULLA TAVOLA DEL SIGNORE

A

Deve avere tutte le varietà e le specialità gastronomiche possibili, riunire prodotti di vari territori anche lontani. Percezione del cibo come differenza sociale. Il territorio è democratico

  • ragionamento sul territorialismo e stagionalità (in realtà c’è sempre stata la volontà di sconfiggere il tempo e la dipendenza dal territorio)
  • Bartolomeo Stefani in “L’arte di ben cucinare”: buon destriero e buona borsa
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Q

I NUOVI RAPPORTI CHE CREA IL MAIS

A

Apre la strada a un nuovo tipo di rapporti economici e ACCUMULAZIONE DI CREDITO per proprietari e meccanismo che sfocia nel CAPITALISMO AGRARIO.

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Q

CARLO MAGNO

A

Premesse:

1) imperatore del Sacro Romano Impero, alleatosi con la Chiesa, e re dei Franchi: TIENE UNITE, AMALGAMANDOLE E SOMMANDOLE, DUE IDENTITA’ POLITICHE, che nascondono dietro di loro un retroterra culturale, sociale ed etnico
2) Mangiare non è un gesto neutro, e il RITRATTO che fornisce Eginardo ha un ALTO VALORE SIMBOLICO E PROPAGANDISTICO.

A) COME MANGIAVA UN IMPERATORE ROMANO: ritratto di Augusto in Svetonio + modello alimentare greco latino (città, diffidenza per incolto, arboricoltura, orticoltura, moderazione, temperanza, diffidenza nei confronti dei modi dell’altra cultura nelle descrizioni di Cesare, Ammiano Marcellino e Tacito). Si ritrovano dei PARADIGMI CHE SERVONO A VALUTARE L’ADEGUATEZZA DI QUESTO O DI QUEL SOVRANO ALLA VERA TRADIZIONE ROMANA.
B) COME MANGIA INVECE UN GERMANICO: modello alimentare fondato sul grande appetito, sulla voracità, sul consumo di carne, sulla caccia, sulla predazione, sul crudo
C) ACCULTURAZIONE MEDIEVALE: i modi dei vincitori si impongono e la carne diventa un valore nutritivo e simbolico per eccellenza che qualifica il potente e rimando implicito e protagonista della cultura alimentare cristiana sia nei giorni di magro che di grasso
D) CARLO RIUNISCE DUE RUOLI e deve rappresentare contemporaneamente due modelli contrastanti.

Quindi

  • moderato nel bere, ma non riesce ad esserlo nel cibo, anzi i digiuni (=riferimento ai digiuni) gli fanno male
  • golosissimo degli arrosti (questo modo di cottura della carne evoca l’aggressività e la violenza della pratica della caccia)
  • non ci rinuncerà neanche quando avrà la gotta
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Q

COSA RISPONDERESTI SE TI CHIEDESSERO CHE COSA SI MANGIAVA NEL MEDIOEVO?

A

E’ una domanda per cui non si può avere la pretesa di avere una risposta univoca.

Mangiare è un gesto che presuppine una relazione tra chi mangia e chi viene mangiato a cui viene conferita una grande complessità di valori.
Per molti versi è un aspetto incomunicabile e inconoscibile: non possiamo far sentire agli altri ciò che proviamo incorporando qualcosa.

Parlando di Medioevo dobbiamo prima rispondere alle 5 W (Chi mangia, che cosa viene mangiato, quando, dove, perché, per quale scopo, chi ne beneficia, come e quanto)

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Q

LE 5 W DELLA STORIA DEL CIBO APPLICATE AL MEDIOEVO

A
  • CHI? CHE COSA VIENE MANGIATO? –> gli uomini non sono tutti uguali, contrasti tra modi alimentari del signore e del contadino/villano (ideologia della differenza)
  • QUANDO? Alto medioevo (acculturazione medievale, economia agro-silvo-pastorale e risorse diversificate oppure basso medioevo che conosce una trasformazione e svolta in senso agrario?
    Periodi di abbondanza o scarsità alimentari?
    Accordando il mio ritmo a quello del tempo o secondo le scansioni stabilite dalla liturgia ecclesiastica? (Giorni di magro vs giorni di grasso?)
  • DOVE? Nord o Sud Europa? Alla tavola del signore o in casa del contadino?
  • PERCHE? (Per necessità/per fame; per piacere (il gusto è un dato irriducibile), per salute (pensiamo all’importanza che la scienza dietetica galenica ha rivestito), per comunicazione e socialità? (devo comunicare il mio status sociale? devo ostentare? la tavola è un segno di distinzione sociale).
  • COME? da soli come segno di punizione come gli eremiti o insieme, quindi il cibo diventa un gesto caricato di valori sociali? crudo o cotto? conservato o fresco?
  • QUANTO? molto? con voracità? oppure è un pasto frugale e modesto? –> diversi modelli cambiano nel Medioevo (il re che deve mangiare molto e molta carne e poi il modello di regalità cambia)