L’UMANESIMO E IL RINASCIMENTO Flashcards

1
Q

Quali eventi storici hanno segnato il passaggio dall’età medievale a quella moderna durante il Rinascimento?

A

Il passaggio dall’età medievale a quella moderna è stato segnato da eventi come la fioritura delle monarchie europee, le scoperte geografiche, l’invenzione della stampa e della polvere da sparo, e la Riforma protestante. Questi eventi hanno portato alla formazione degli Stati nazionali e all’ascesa della borghesia mercantile.

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2
Q

Come si è sviluppata la geopolitica italiana durante il Quattrocento e il Cinquecento?

A

Nel Quattrocento e nel Cinquecento, l’Italia era frammentata in vari principati regionali, come Milano, Venezia, Firenze, lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli. Dopo la pace di Lodi (1454), si raggiunse una stabilità relativa, ma la debolezza politica rese l’Italia vulnerabile alle mire espansionistiche di Francia e Spagna, culminando con la pace di Cateau-Cambrésis (1559) che rese l’Italia un possedimento spagnolo.

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3
Q

Quali sono stati i principali cambiamenti economici durante il Rinascimento?

A

Il Rinascimento ha visto l’affermazione di un’economia “aperta”, in contrapposizione all’economia “chiusa” del Medioevo. L’espansione del commercio e dell’economia mercantile ha portato alla nascita di una borghesia urbana, impegnata nei traffici e nel guadagno, in particolare in Italia, dove città come Genova, Venezia e Firenze divennero centri finanziari di rilievo.

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4
Q

Come si è evoluto il commercio italiano a partire dalla seconda metà del Quattrocento?

A

A partire dalla seconda metà del Quattrocento, il commercio italiano ha subito una battuta d’arresto. La caduta di Costantinopoli e le scoperte geografiche spostarono l’asse commerciale dal Mediterraneo all’Atlantico, marginalizzando l’Italia rispetto ai nuovi centri di potere economico in Europa.

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5
Q

Quali sono le differenze tra la cultura rinascimentale e quella medievale?

A

La cultura rinascimentale si differenzia da quella medievale per la sua attenzione all’uomo e al mondo reale. Mentre la cultura medievale era dominata da una visione metafisico-religiosa e contemplativa, il Rinascimento promuoveva un nuovo atteggiamento realistico verso la vita, sostenuto dall’umanesimo e dalla riscoperta dei valori dell’antichità classica.

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6
Q

In che modo l’ascesa della borghesia ha influenzato la nascita del Rinascimento?

A

L’ascesa della borghesia urbana, caratterizzata da una visione più pragmatica della vita e dal desiderio di guadagno, ha creato le condizioni sociali per lo sviluppo dell’Umanesimo e del Rinascimento. La borghesia ha promosso un’economia aperta e mercantile, contribuendo alla formazione di una nuova cultura urbana, distinta dall’ideologia feudale medievale.

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7
Q

Perché il Rinascimento non può essere considerato una semplice continuità con il Medioevo?

A

Nonostante alcuni elementi di continuità, il Rinascimento rappresenta una rottura significativa con il Medioevo. Mentre nel Medioevo c’era una subordinazione ai valori religioso-feudali, il Rinascimento ha abbracciato una visione del mondo più dinamica e centrata sull’uomo, rigettando l’eredità delle scholae medievali e rivolgendosi all’antichità classica per nuovi modelli culturali.

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8
Q

Quali differenze esistono tra la borghesia medievale e quella rinascimentale?

A

La borghesia medievale era ancora profondamente influenzata dai precetti religiosi e feudali, sentendosi spesso in colpa per la sua partecipazione al commercio e al guadagno. Al contrario, la borghesia rinascimentale ha abbracciato una nuova filosofia della vita più incentrata sul presente e sull’autodeterminazione, senza il senso di colpa associato alle vecchie credenze.

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9
Q

Quali erano le cause della decadenza economica italiana durante il Cinquecento?

A

Le cause della decadenza economica italiana nel Cinquecento sono legate principalmente al declino del commercio nel Mediterraneo, dovuto allo spostamento delle rotte commerciali verso l’Atlantico dopo le scoperte geografiche, e alla crescente egemonia economica delle potenze d’Oltralpe, che marginalizzarono l’Italia nei traffici internazionali.

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10
Q

Come la cultura del Quattrocento rifletteva i cambiamenti sociali ed economici del tempo?

A

La cultura del Quattrocento rifletteva i cambiamenti sociali ed economici attraverso l’elaborazione filosofica dell’Umanesimo. Essa promuoveva un’immagine nuova e realistica dell’uomo, in contrasto con la visione statica e contemplativa del Medioevo. Questo nuovo atteggiamento era il risultato di una società urbana e mercantile in piena espansione.

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11
Q

In quale contesto la cultura era prevalentemente concentrata nel Medioevo e nell’età comunale?

A

La cultura era prevalentemente concentrata nelle università ed era monopolio quasi esclusivo della Chiesa e degli ordini religiosi.

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12
Q

Cosa ha causato la perdita del predominio della Chiesa sull’organizzazione della cultura?

A

La perdita della potenza politica della Chiesa all’interno degli Stati ha portato alla fine del suo predominio sulla cultura, che è passata nelle mani dei laici, cioè della borghesia cittadina.

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13
Q

Come la borghesia cittadina percepiva la cultura durante il periodo rinascimentale?

A

La borghesia apprezzava l’arte, l’eloquenza nello scrivere, le conoscenze storiche, e non vedeva il denaro come unico valore della vita, contrariamente a una mentalità puramente plutocratica.

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14
Q

In che modo è cambiata la figura dell’umanista nel tempo?

A

All’inizio, l’umanista apparteneva alla classe dirigente, provenendo da mercanti, finanzieri e giuristi, ma successivamente divenne un professionista della penna, al servizio di un signore.

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15
Q

Quali motivi spingevano i principi e i mercanti a sostenere letterati, artisti e filosofi?

A

Essi erano spinti dall’amore per la cultura, ma anche dal desiderio di prestigio, per esibire talenti che potessero dar lustro e fama ai loro casati, oltre che per ragioni pratiche, come la redazione di documenti ufficiali.

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16
Q

Quali città divennero centri intellettuali importanti durante la Rinascita?

A

Firenze, Napoli, Roma, Urbino, Ferrara, Mantova, Rimini e altre divennero vivacissimi centri intellettuali, sostenuti da mecenati come i Medici, gli Aragonesi, i Montefeltro, gli Este, i Gonzaga, e i Malatesta.

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17
Q

Quali furono alcune delle accademie più importanti del Quattrocento?

A

L’Accademia fiorentina diretta da Marsilio Ficino, l’Accademia romana fondata da Giulio Pomponio Leto e quella napoletana di Giovanni Pontano.

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18
Q

Come si differenziavano le accademie dai centri universitari?

A

Le accademie erano centri di elaborazione di alta cultura, non istituti educativi ufficiali, e si contrapponevano alle università, che restavano dominate dalla filosofia scolastica.

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19
Q

Qual era il pubblico della cultura umanistico-rinascimentale?

A

La nuova cultura era destinata principalmente a un pubblico elitario, anche se la diffusione del latino e l’invenzione della stampa ampliarono il suo coinvolgimento a una cerchia più ampia di persone.

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20
Q

Perché l’uso del latino era considerato progressista nel Rinascimento?

A

Il latino classico rappresentava una rottura con il latino medievale e permetteva la rinascita della civiltà romana e la traduzione delle opere greche, favorendo anche lo scambio intellettuale tra le nazioni europee.

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21
Q

Quale ruolo ha avuto l’invenzione della stampa nella diffusione della cultura rinascimentale?

A

L’invenzione della stampa ha permesso una circolazione delle idee molto più ampia, facilitando il coinvolgimento di persone esterne alle élite tradizionali.

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22
Q

Qual è il significato originario del concetto di “rinascimento” e come si evolve nel Rinascimento rispetto al Medioevo?

A

Il concetto di “rinascimento” ha origine religiosa, riferendosi alla seconda nascita dell’uomo “nuovo” o “spirituale” come descritto nel Vangelo di Giovanni e nelle Lettere di Paolo, che indicano il ritorno a Dio. Nel Rinascimento, il significato si espande per includere un rinnovamento globale dell’uomo nei suoi rapporti con se stesso, con gli altri, il mondo e Dio, oltre alla dimensione esclusivamente spirituale.

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23
Q

Come era inteso il concetto di “ritorno al principio” nel neoplatonismo antico e quali analogie si possono trovare nel pensiero rinascimentale?

A

Nel neoplatonismo antico, il “ritorno al principio” era un concetto religioso che indicava il ritorno a Dio (l’Uno) come compimento del vero destino dell’uomo, ripercorrendo il processo emanativo inverso. Nel Rinascimento, il concetto mantiene una dimensione religiosa, ma si arricchisce anche di una valenza umana e storica, rappresentando un ritorno a modelli civici e culturali del passato.

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24
Q

In che modo gli umanisti del Rinascimento interpretano il concetto di “ritorno al principio” e come si distingue dalla visione di Machiavelli?

A

Gli umanisti interpretano il “ritorno al principio” come un ritorno ai modelli dei classici antichi, cercando di riscoprire e rivalutare la cultura e le pratiche dei tempi passati. Machiavelli, invece, concepisce il ritorno al principio come un ritorno alle comunità antiche e ai loro sistemi politici e sociali, enfatizzando la restaurazione delle strutture civiche e politiche.

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25
Q

Qual è il significato e l’importanza del “ritorno alla natura” nel contesto dell’arte e della filosofia rinascimentale?

A

Il “ritorno alla natura” rappresenta un desiderio di rappresentare e comprendere il mondo naturale nella sua forma autentica, contrariamente alle astrazioni dell’arte medievale. Nella filosofia rinascimentale, questa idea è centrale per i naturalisti come Telesio, Bruno e Campanella, che vedono la natura come una forza vitale e creativa, fondamentale per la realizzazione artistica e filosofica.

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26
Q

In che modo il “principio” contribuisce alla riforma dell’uomo e del mondo nel contesto rinascimentale?

A

Il “principio” è concepito come la realtà a cui l’uomo deve riferirsi per autentificare e realizzare se stesso nella sua natura più profonda. Esso garantisce la riforma dell’uomo e del mondo restituendoli alla loro dimensione ottimale, facilitando il rinnovamento e il miglioramento della condizione umana e sociale.

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27
Q

Come Lutero interpreta il concetto di “ritorno al principio” e in che modo questo si differenzia dal significato rinascimentale?

A

Lutero interpreta il “ritorno al principio” come un ritorno alla cristianità primitiva, focalizzandosi su una restaurazione della purezza e autenticità della fede cristiana originale. Questa visione, pur condividendo con il Rinascimento l’idea di un ritorno a uno stato originario, si concentra maggiormente sulla dimensione religiosa e spirituale rispetto al rinnovamento culturale e civico del Rinascimento.

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28
Q

Come si sono evoluti i concetti storiografici di “Umanesimo” e “Rinascimento” nel corso del tempo?

A

Per molto tempo, “Umanesimo” e “Rinascimento” furono usati come sinonimi per indicare il movimento culturale italiano del Quattrocento e del Cinquecento. Tuttavia, nel XIX secolo, Georg Voigt e Jacob Burckhardt li distinsero: l’Umanesimo come fenomeno filologico-letterario e il Rinascimento come fenomeno filosofico-scientifico. Nel XX secolo, Konrad Burdach ricongiunse i due termini, vedendo l’Umanesimo come la prima fase del Rinascimento.

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29
Q

Qual è la differenza tra la visione di Voigt e Burckhardt sull’Umanesimo e quella di Burdach?

A

Voigt e Burckhardt consideravano l’Umanesimo come una causa del Rinascimento, che avrebbe prodotto un cambiamento culturale solo in seguito al risorgimento delle lettere classiche. Burdach, invece, vede l’Umanesimo come un effetto del Rinascimento, sostenendo che il rifiorire degli studi classici fosse già espressione dello spirito rinascimentale.

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30
Q

Come Paul Oskar Kristeller ha interpretato il ruolo degli umanisti rispetto alla filosofia?

A

Kristeller ha sostenuto che gli umanisti erano principalmente filologi, non filosofi, affermando che il loro entusiasmo per la letteratura e la filologia li avesse portati a trascurare il pensiero speculativo e le elaborazioni dottrinali del Medioevo. Questa interpretazione riduceva l’importanza filosofica degli umanisti, concentrandosi principalmente sul loro lavoro letterario.

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31
Q

In che modo Eugenio Garin ha respinto l’interpretazione di Kristeller sugli umanisti e la filosofia?

A

Eugenio Garin ha respinto la visione riduttiva di Kristeller, sostenendo che gli umanisti filosofavano concretamente su temi antropologici, etici, politici, economici e estetici. Garin ha affermato che persino la filologia umanistica conteneva un nuovo approccio filosofico, poiché il recupero dei manoscritti antichi rifletteva una nuova visione dell’uomo e del mondo classico.

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32
Q

Perché l’umanesimo rinascimentale si concentrava sul ritorno all’antichità, e quale ruolo giocava l’antico nel pensiero rinascimentale?

A

L’umanesimo rinascimentale vedeva nell’antichità un modello ideale da ripristinare. I pensatori del Rinascimento non volevano semplicemente imitare il passato, ma riappropriarsi delle possibilità aperte dall’antichità, ignorate durante il Medioevo. L’antico rappresentava una “norma” o un ideale di purezza, che doveva essere rinnovato per riportare l’uomo alla sua vera natura.

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33
Q

Quali sono le principali dottrine filosofiche del Rinascimento e come si differenziano rispetto a quelle medievali?

A

Le principali dottrine filosofiche del Rinascimento si concentrano sull’uomo, la storia e la natura. Questi temi rappresentano un distacco dalle speculazioni metafisiche del Medioevo e delineano una nuova “atmosfera filosofica” incentrata sull’individuo e sul mondo naturale. Sebbene queste dottrine non siano presenti in ogni autore, esse sono condivise da molti e sono fondamentali per definire l’originalità del Rinascimento rispetto al Medioevo.

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34
Q

In che modo gli umanisti vedevano la luce della classicità greca e latina, e quale funzione attribuivano agli studi classici?

A

Gli umanisti rinascimentali vedevano la classicità greca e latina come una fonte di ispirazione e un esempio di vita ideale. Gli studi classici erano considerati essenziali per educare l’uomo e migliorare i suoi costumi, aiutandolo a realizzare la sua natura autentica. Le “litterae humanae” forgiavano uomini veri, e le “arti liberali” formavano individui liberi.

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35
Q

Qual è il nucleo dell’intera cultura rinascimentale secondo l’affermazione ‘homo faber ipsius fortunae’?

A

Il nucleo dell’intera cultura rinascimentale risiede nella concezione che l’uomo è il fabbro della propria sorte. Questa idea esprime la dignità dell’essere umano nella sua capacità di forgiare se stesso e il proprio destino nel mondo, a differenza dell’idea medievale di un ordine cosmico già dato.

36
Q

Come Giovanni Pico della Mirandola descrive l’uomo nell’orazione ‘De hominis dignitate’?

A

Giovanni Pico della Mirandola descrive l’uomo come ‘libero e sovrano artefice di se stesso’, un essere con una natura plastica e indeterminata che può progettare se stesso e adattarsi in mille forme diverse.

37
Q

In che modo la concezione rinascimentale dell’uomo si differenzia da quella medievale?

A

Nel Medioevo, l’uomo era visto come parte di un ordine cosmico predeterminato, che doveva solo riconoscere e seguire. Al contrario, nel Rinascimento, l’uomo è considerato come colui che costruisce e conquista il proprio posto nel mondo, enfatizzando la propria autonomia e capacità di determinare il proprio destino.

38
Q

Come coesistono nella concezione rinascimentale l’idea di libertà umana e la concezione religiosa dell’uomo come immagine di Dio?

A

Nell’età rinascimentale, la concezione dell’uomo come artefice del proprio destino coesiste con la visione religiosa dell’uomo come immagine del Dio-creatore. Non si pone un’alternativa tra ‘uomo’ e ‘Dio’, ma si riconosce ‘l’uomo e Dio’ all’interno di una struttura concettuale che enfatizza l’antropocentrismo rinascimentale rispetto al teocentrismo medievale.

39
Q

Qual è la differenza principale tra l’antropocentrismo rinascimentale e il teocentrismo medievale?

A

L’antropocentrismo rinascimentale pone l’uomo al centro e Dio alla periferia, mentre nel Medioevo Dio era al centro e l’uomo alla periferia. Questo riflette una visione più focalizzata sulla capacità e dignità umana rispetto a una visione più centrata sulla divinità.

40
Q

Qual è la visione rinascimentale del limite della libertà umana?

A

I rinascimentali riconoscono che, sebbene l’uomo possa forgiare se stesso attraverso la virtù, è comunque condizionato da forze reali, naturali e soprannaturali. Queste forze non annullano la libertà, ma la circoscrivono. La visione rinascimentale considera che finché il rapporto tra ciò che è in potere dell’uomo e ciò che non lo è è risolto a favore dell’uomo, si è ancora nel Rinascimento; quando l’uomo appare dominato dalle forze esterne, si avvia il declino dell’era.

41
Q

Qual è il significato della concezione dell’uomo come ‘microcosmo’ nel Rinascimento?

A

La concezione dell’uomo come ‘microcosmo’ implica che l’uomo è visto come la sintesi vivente del Tutto, un nodo della creazione che riassume le caratteristiche di tutte le entità del mondo, avendo qualcosa dell’angelo, della bestia, di Dio e del diavolo. L’uomo è quindi visto come il centro del mondo e la creatura in cui si concentrano tutte le caratteristiche degli enti.

42
Q

Come si manifesta il rifiuto dell’ascetismo medievale nella visione rinascimentale della vita?

A

Il rifiuto dell’ascetismo medievale e l’esaltazione della vita attiva sono manifesti nel Rinascimento attraverso la concezione dell’uomo come profondamente radicato nella terra e destinato a realizzare la propria sorte in questa vita, piuttosto che essere un pellegrino in attesa dell’aldilà. Questa visione sottolinea l’importanza della vita concreta e dell’impegno attivo rispetto alla speculazione e alla meditazione ascetica.

43
Q

Quali sono i valori celebrati nella vita attiva secondo i pensatori rinascimentali?

A

I pensatori rinascimentali celebrano la gioia e il piacere, come testimoniato dai versi di Lorenzo il Magnifico, e promuovono l’ideale dell’eudaimonía, cioè la felicità come realizzazione armonica e completa delle possibilità umane. Inoltre, riconoscono il valore del denaro come elemento indispensabile per la vita individuale e sociale.

44
Q

Qual è l’esigenza avvertita nell’Umanesimo riguardo alla dimensione storica degli eventi?

A

Nell’Umanesimo si avverte l’esigenza di riconoscere la dimensione storica degli eventi, che era stata ignorata nel Medioevo. Si cerca di ripristinare la sapienza degli antichi nella sua forma autentica, collocata correttamente nella sua realtà storica.

45
Q

In che modo il Medioevo differiva dall’Umanesimo nella percezione della cultura classica?

A

Il Medioevo assimilava la cultura classica ai propri paradigmi concettuali, senza riconoscere la dimensione spaziale e temporale specifica degli eventi e delle dottrine classiche. Invece, l’Umanesimo rinascimentale mira a restituire l’autenticità dei testi antichi, considerando la loro forma e contesto originari.

46
Q

Cosa si intende per ‘prospettiva storica’ nel contesto dell’Umanesimo rinascimentale?

A

La ‘prospettiva storica’ si riferisce all’atteggiamento di distacco e di alterità nei confronti dell’oggetto storico. L’Umanesimo rinascimentale concretizza questo concetto cercando di riscoprire e restituire la dottrina genuina dei filosofi antichi, come Platone e Aristotele, al di là delle deformazioni medievali.

47
Q

Quali sono le tre principali istanze del compito di restaurazione storica nell’Umanesimo?

A

Le tre principali istanze sono: 1) la difesa dell’eloquenza classica, riportando la lingua della classicità alla sua forma genuina; 2) la scoperta di falsificazioni documentarie o errate attribuzioni di opere; 3) la comprensione delle figure dei letterati e filosofi nel loro contesto storico e culturale.

48
Q

In che modo la scoperta della prospettiva storica ha influenzato la concezione della personalità umana?

A

La scoperta della prospettiva storica ha contribuito a riconoscere il significato della personalità umana come centro originale e autonomo nella vita, permettendo di vedere gli individui nel loro ‘luogo’ effettivo e nella loro autentica individualità.

49
Q

Qual è l’idea di continuità dello sviluppo umano emersa durante il Rinascimento?

A

L’idea di continuità dello sviluppo umano è quella della civiltà come linea che collega il passato, il presente e il futuro, con l’opinione che gli uomini del presente siano superiori a quelli del passato, simili a nani sulle spalle di giganti.

50
Q

Cosa rappresenta la concezione della verità come ‘figlia del tempo’ secondo Francesco Bacone?

A

La concezione della verità come ‘figlia del tempo’ suggerisce che la verità si sviluppa e si chiarisce nel corso del tempo, con l’idea che il progresso della conoscenza umana è continuo e accumulativo.

51
Q

Quali sono i principali aspetti del ‘naturalismo’ rinascimentale?

A

Il ‘naturalismo’ rinascimentale enfatizza: 1) l’uomo come parte della natura e non un ospite provvisorio; 2) la natura come una realtà piena, non come l’ombra di un mondo ideale; 3) l’interesse e la capacità dell’uomo di studiare la natura, che è vista come una manifestazione della potenza divina.

52
Q

In che modo il naturalismo rinascimentale ha influenzato la nascita della scienza moderna?

A

Il naturalismo rinascimentale ha rappresentato uno dei presupposti teorici generali della nascita della scienza moderna, contribuendo alla magia e filosofia della natura e alla futura evoluzione scientifica.

53
Q

Come si differenzia la concezione del sapere nel Rinascimento rispetto al Medioevo?

A

Nel Rinascimento, si verifica una rottura con l’universalismo medievale, rifiutando l’enciclopedia del sapere teologico e promuovendo una tendenziale laicizzazione del sapere, con ciascuna disciplina che rivendica la propria autonomia e libertà operativa.

54
Q

In che modo la cultura rinascimentale si differisce dal Medioevo riguardo alla visione del sapere?

A

La cultura rinascimentale rompe con l’unità culturale medievale, rifiutando l’enciclopedia del sapere teologico e permettendo una maggiore autonomia e libertà alle varie discipline, mentre il Medioevo aveva concepito le discipline come ancelle della teologia, con la teologia al vertice dell’unità dello scibile.

55
Q

Qual è l’esigenza avvertita nell’Umanesimo riguardo alla dimensione storica degli eventi?

A

Nell’Umanesimo si avverte l’esigenza di riconoscere la dimensione storica degli eventi, che era stata ignorata nel Medioevo. Si cerca di ripristinare la sapienza degli antichi nella sua forma autentica, collocata correttamente nella sua realtà storica.

56
Q

In che modo il Medioevo differiva dall’Umanesimo nella percezione della cultura classica?

A

Il Medioevo assimilava la cultura classica ai propri paradigmi concettuali, senza riconoscere la dimensione spaziale e temporale specifica degli eventi e delle dottrine classiche. Invece, l’Umanesimo rinascimentale mira a restituire l’autenticità dei testi antichi, considerando la loro forma e contesto originari.

57
Q

Cosa si intende per ‘prospettiva storica’ nel contesto dell’Umanesimo rinascimentale?

A

La ‘prospettiva storica’ si riferisce all’atteggiamento di distacco e di alterità nei confronti dell’oggetto storico. L’Umanesimo rinascimentale concretizza questo concetto cercando di riscoprire e restituire la dottrina genuina dei filosofi antichi, come Platone e Aristotele, al di là delle deformazioni medievali.

58
Q

Qual è l’idea di continuità dello sviluppo umano emersa durante il Rinascimento?

A

L’idea di continuità dello sviluppo umano è quella della civiltà come linea che collega il passato, il presente e il futuro, con l’opinione che gli uomini del presente siano superiori a quelli del passato, simili a nani sulle spalle di giganti.

59
Q

Cosa rappresenta la concezione della verità come ‘figlia del tempo’ secondo Francesco Bacone?

A

La concezione della verità come ‘figlia del tempo’ suggerisce che la verità si sviluppa e si chiarisce nel corso del tempo, con l’idea che il progresso della conoscenza umana è continuo e accumulativo.

60
Q

Quali sono i principali aspetti del ‘naturalismo’ rinascimentale?

A

Il ‘naturalismo’ rinascimentale enfatizza: 1) l’uomo come parte della natura e non un ospite provvisorio; 2) la natura come una realtà piena, non come l’ombra di un mondo ideale; 3) l’interesse e la capacità dell’uomo di studiare la natura, che è vista come una manifestazione della potenza divina.

61
Q

In che modo il naturalismo rinascimentale ha influenzato la nascita della scienza moderna?

A

Il naturalismo rinascimentale ha rappresentato uno dei presupposti teorici generali della nascita della scienza moderna, contribuendo alla magia e filosofia della natura e alla futura evoluzione scientifica.

62
Q

Come si differenzia la concezione del sapere nel Rinascimento rispetto al Medioevo?

A

Nel Rinascimento, si verifica una rottura con l’universalismo medievale, rifiutando l’enciclopedia del sapere teologico e promuovendo una tendenziale laicizzazione del sapere, con ciascuna disciplina che rivendica la propria autonomia e libertà operativa.

63
Q

Qual è il nodo centrale del dibattito storiografico riguardante il Rinascimento e il Medioevo?

A

Il nodo centrale è il problema delle relazioni tra il Rinascimento e il Medioevo, che influisce sulla valutazione del senso della civiltà del Quattrocento e del Cinquecento.

64
Q

Qual è la principale interpretazione ‘classica’ delle relazioni tra Rinascimento e Medioevo?

A

La principale interpretazione ‘classica’ vede una frattura completa tra le due epoche, con il Rinascimento considerato una crociata della ragione e dello spirito critico contro l’oscurantismo medievale, e il Medioevo visto come religioso e solidaristico rispetto al paganesimo e all’individualismo rinascimentale.

65
Q

Qual è la visione di Jacob Burckhardt sulla relazione tra Medioevo e Rinascimento?

A

Jacob Burckhardt, nella sua opera ‘La cultura del Rinascimento in Italia’, ha sostenuto la contrapposizione tra un Medioevo trascendentista, teocentrico e universalista, e un Rinascimento immanentista, antropocentrico e individualista.

66
Q

Cosa afferma la ‘teoria della continuità’ riguardo al Rinascimento e al Medioevo?

A

La ‘teoria della continuità’, rappresentata da Konrad Burdach, sostiene che non c’è stato un salto netto tra le due epoche e che la rinascita ha radici nel rinnovamento religioso del Medioevo, come nelle predicazioni di Francesco d’Assisi e nelle attese escatologiche di Gioacchino da Fiore.

67
Q

Qual è l’argomento di alcuni medievalisti riguardo alla datazione del Rinascimento?

A

Alcuni medievalisti hanno cercato di retrodatare il Rinascimento al XII o XIII secolo, suggerendo che il Rinascimento del Quattrocento e Cinquecento sarebbe un ‘mito’ creato dagli intellettuali dell’epoca e poi diffuso dagli illuministi, con le origini della rinascita che risalirebbero ai Comuni, all’arte gotica e alla cultura del Duecento.

68
Q

Che cosa propone Eugenio Garin riguardo al Rinascimento e al Medioevo?

A

Eugenio Garin ha proposto una conciliazione critica tra le due tesi, affermando la tipicità irriducibile del Rinascimento e, allo stesso tempo, la sua continuità con il Medioevo, sintetizzando il punto di vista con la formula dell’ ‘originalità nella continuità’.

69
Q

Come è stato visto il Rinascimento dai teorici della frattura tra Medioevo e Umanesimo?

A

I teorici della frattura hanno visto il Rinascimento come l’inizio dell’età moderna e il definitivo seppellimento dell’età di mezzo.

70
Q

Qual è la visione dei teorici della continuità riguardo al Rinascimento e al mondo moderno?

A

I teorici della continuità hanno visto il Rinascimento come un ‘figlio’ della civiltà cristiana medievale piuttosto che come il ‘padre’ del mondo moderno.

71
Q

Come viene considerato il Rinascimento dagli studiosi odierni rispetto all’età moderna?

A

Gli studiosi odierni tendono a considerare il Rinascimento come un’età di transizione tra il Medioevo e il mondo moderno, con elementi di novità e conservazione, e non come un periodo equidistante tra le due epoche.

72
Q

In che modo il Rinascimento ha contribuito alla nascita della civiltà moderna secondo gli studiosi attuali?

A

Il Rinascimento ha contribuito alla nascita della civiltà moderna come uno dei principali fattori genetici e propulsivi, ponendo le premesse storiche e culturali per la rivoluzione scientifica e la cultura ad essa legata. Tratti rinascimentali come la visione attivistica dell’uomo, l’interesse per la natura, la scoperta della prospettiva storica e la rivendicazione dell’autonomia del sapere sono considerati pilastri della moderna civiltà occidentale.

73
Q

Qual è l’origine dell’Umanesimo e chi sono alcuni dei suoi principali esponenti italiani?

A

L’Umanesimo nasce come fenomeno culturale italiano, influenzato da Francesco Petrarca. Altri esponenti principali includono Coluccio Salutati, Leonardo Bruni e Lorenzo Valla.

74
Q

Qual è il contributo di Lorenzo Valla all’Umanesimo?

A

Lorenzo Valla è noto per il suo scritto ‘Sul piacere’ (1431), in cui difende la tesi che il piacere è l’unico fine delle attività umane e l’unico bene per l’uomo.

75
Q

In quali paesi europei si diffonde l’influsso dell’Umanesimo italiano?

A

L’influsso dell’Umanesimo si diffonde in paesi come Francia, Inghilterra, Germania e Paesi Bassi.

76
Q

Quali sono le differenze principali tra l’Umanesimo italiano e quello europeo?

A

Le differenze principali includono il fatto che l’Umanesimo italiano è caratterizzato da una rapida involuzione verso il formalismo, mentre l’Umanesimo europeo si evolve in modo continuo e si connette alla formazione della mentalità moderna.

77
Q

Come si distingue l’Umanesimo europeo rispetto a quello italiano?

A

L’Umanesimo europeo è generalmente più metodico, moderato e costruttivo, e si connette strettamente alla fondazione di nuovi istituti e scuole sostenuti da forze politiche stabili, contrariamente all’Italia dove le accademie hanno una fioritura effimera.

78
Q

Chi sono i principali rappresentanti del Rinascimento europeo?

A

I principali rappresentanti del Rinascimento europeo sono Erasmo da Rotterdam e Michel Eyquem de Montaigne.

79
Q

Qual è l’essenza del moto di rinnovamento rinascimentale secondo Michel Eyquem de Montaigne?

A

L’essenza del moto di rinnovamento rinascimentale secondo Montaigne è l’idea del ritorno dell’uomo a se stesso, espressa attraverso i suoi ‘Saggi’ (Essais).

80
Q

Cosa significa il titolo ‘Essais’ dell’opera di Montaigne?

A

Il titolo ‘Essais’ significa ‘prove’ o ‘cimenti’, e si riferisce alle esperienze e prove personali che Montaigne confronta con quelle degli autori antichi e moderni.

81
Q

Qual è il metodo di Montaigne nella sua filosofia?

A

Montaigne usa un metodo autobiografico per esplorare la natura umana, confrontando la propria esperienza con quella altrui e cercando di comprendere l’universalità della condizione umana.

82
Q

Qual è la visione di Montaigne riguardo alla conoscenza della natura umana e alla condizione umana?

A

Montaigne vede la conoscenza della natura umana come un compito inesauribile e riconosce l’incertezza e l’instabilità dell’esistenza umana, condannando i tentativi di evadere dai propri limiti.

83
Q

Qual è il punto di vista di Montaigne sulla morte?

A

Montaigne considera la morte come un elemento costitutivo della condizione umana, accettandola come inevitabile e insegnando che la preparazione alla morte è parte dell’arte di vivere.

84
Q

Come si collega il pensiero di Montaigne alla filosofia antica?

A

Il pensiero di Montaigne si collega allo stoicismo e allo scetticismo, ma trova il suo equilibrio in una posizione socratica che aiuta a realizzare la libertà spirituale e a valutare la conoscenza sensibile.

85
Q

Qual è la critica di Montaigne alla conoscenza sensibile?

A

Montaigne critica la conoscenza sensibile perché manca di un criterio sicuro per discernere la verità dalle apparenze false, mettendo in dubbio la validità di tutto il sapere basato sui sensi.

86
Q

Chi sono i filosofi successivi che si collegheranno al pensiero di Montaigne?

A

I filosofi successivi che si collegheranno al pensiero di Montaigne sono René Descartes e Blaise Pascal, che esploreranno ulteriormente la condizione umana e la fondatezza del sapere.