Introduzione e panoramica storica Flashcards

1
Q

Le quattro caratteristiche dello stigma?

A
  1. A un gruppo di persone viene applicata un’etichetta che le distingue dalle altre (ad esempio, “pazzo”);
  2. L’etichetta si associa ad attributi che la società ritiene devianti o indesiderabili (ad esempio, i pazzi sono pericolosi);
  3. Le persone così etichettate sono viste come sostanzialmente diverse dalle altre; ciò contribuisce al sorgere di una mentalità che contrappone un “noi” a un “loro” (ad es.., noi non siamo come quei pazzi);
  4. Le persone definite da questa etichetta sono ingiustamente discriminate (ad es., una clinica per pazzi non deve essere costruita nei dintorni di casa nostra).
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2
Q

Elenca le caratteristiche essenziali incluse nel concetto di disturbo mentale.
(pag 6)

A
  • Il disturbo colpisce il funzionamento dell’individuo;
  • Implica alterazioni clinicamente significative nella sfera del pensiero, delle emozioni e del comportamento;
  • Di solito comporta una qualche forma di disagio personale, ad esempio nelle relazioni sociali o nell’attività lavorativa;
  • Implica una disfunzione dei processi psicologici, evolutivi e/o neurobiologici che sottendono il funzionamento mentale;
  • Non è una reazione culturalmente attesa a un evento (ad esempio, la morte di una persona cara);
  • Non è primariamente il risultato di una devianza sociale o di un conflitto con la società.
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3
Q

Definisci il disagio personale.

A

Il comportamento di una persona può essere diagnosticato come disturbo quando è causa per la persona stessa di un profondo malessere.
Non tutti i disturbi mentali causano disagio personale e non tutti i tipi di disagio derivano da comportamenti riconducibili a un disturbo mentale.

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4
Q

Definisci la disabilità.

A

La disabilità, cioè la compromissione di qualche area importante della vita dell’individuo - ad esempio, il lavoro o le relazioni personali - può essere un’altra caratteristica del disturbo mentale.
Anche la disabilità non è, da sola, un criterio sufficiente a definire il disturbo mentale, in quanto non necessariamente si associa a tutti i disturbi mentali.
ad esempio, i disturbi correlati all’uso di sostanze vengono diagnosticati anche sulla base di disabilità a livello sociale o occupazionale create dall’abuso di una determinata sostanza.

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5
Q

La violazione delle norme sociali nell’ambito del disturbo mentale.

A

Comportamenti che violano norme sociali potrebbero essere classificati come disturbati, nel senso di patologici. Ad esempio, i rituali ripetitivi messi in atto dalle persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo e le conversazioni con voci immaginarie tipiche di alcune persone affette da schizofrenia sono comportamenti che violano le norme sociali.
Non tutti i comportamenti che violano le norme sociali sono da ricondursi a disturbi mentali, e viceversa, non tutti i disturbi mentali sono caratterizzati da comportamenti che violano norme sociali.
Per cui come per le disabilità e il disagio personale anche la violazione delle norme sociali può essere una parte che caratterizza il disturbo mentale.

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6
Q

La definizione di disturbo mentale secondo Wakefield.

A

Wakefield ha proposto di definire il disturbo mentale una disfunzione che produce danno. Tale definizione si compone di due elementi: il primo è un sostantivo che esprime una condizione oggettiva, scientifica (disfunzione), il secondo è un attributo che esprime un giudizio di valore (che produce danno). Formulare un giudizio “dannoso” in merito a un dato comportamento implica riferirsi a degli standard, che molto probabilmente dipendono dalle norme e dai valori sociali. Si parla di “disfunzione” quando un meccanismo interno non è in grado di svolgere la sua funzione naturale.

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7
Q

Critiche al concetto di disfunzione di Wakefield?

A

Numerose sono state le critiche rivolte al concetto di disfunzione proposto da Wakefield, in quanto non così facilmente e oggettivamente identificabile quando si tratta di valutare un disturbo mentale. Una difficoltà è data dal fatto che i meccanismi interni coinvolti nei disturbi mentali sono ancora, in larga parte, sconosciuti e quindi risulta impossibile definire con esattezza quali particolari elementi non funzionino in modo corretto in un determinato disturbo.

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8
Q

La definizione di disfunzione nel disturbo mentale da parte del DSM?

A

Il DSM utilizza un concetto di disfunzione più ampio, che è supportato dalla ricerca attuale. Fa riferimento al fatto che le disfunzioni comportamentali, psicologiche e biologiche sono fra loro interrelate. Vale a dire che il cervello ha un impatto sul comportamento, e il comportamento ha un impatto sul cervello; pertanto una disfunzione nell’uno è interrelata nell’altro.

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9
Q

Fra le caratteristiche dello stigma compaiono tutte le seguenti, tranne una. Quale?

a) Un’etichetta che riflette caratteristiche desiderabili.
b) Discriminazione nei confronti delle persone etichettate.
c) Le differenze tra chi ha e chi non ha una determinata etichetta vengono poste in risalto.
d) Assegnazione di un ‘etichetta a un gruppo di persone diverse.

A

a

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10
Q

Quale delle seguenti definizioni di disturbo mentale è attualmente ritenuta la migliore?

a) Disagio personale
b) Disfunzione dannosa
c) violazione di norme sociali
d) Nessuna delle tre precedenti

A

d

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11
Q

Perché la definizione di disturbo mentale fornita dal DSM è oggi probabilmente la migliore?

a) Include in sé sia il concetto di violazione delle norme sociali sia quello di disfunzione.
b) Tiene conto di molte componenti, nessuna delle quali è da sola in grado di spiegare il disturbo mentale.
c) Fa parte dell’attuale sistema diagnostico.
d) Tiene conto dei limiti delle nostre attuali conoscenze.

A

b

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12
Q

Quale terapia inventarono Ugo Cerletti e Lucio Bini?

A

Nei primi anni del ventesimo secolo i due medici italiani inventarono la terapia elettro-convulsivante (ECT) o elettroshock.

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13
Q

La terapia tramite elettroshock viene utilizzata oggi?

A

Si, in alcuni casi di depressione grave viene utilizzata la terapia ad elettroshock. Fortunatamente i consistenti miglioramenti scientifici apportati a questa tecnica l’hanno resa meno problematica, e in taluni casi efficace.

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14
Q

Chi ideò la lobotomia frontale e quale era il principale effetto di tale terapia?

A

Egas Moritz nel 1935 ideò la lobotomia prefrontale come metodo di trattamento, era un tipo di intervento chirurgico che distrugge le connessioni nervose tra i lobi frontali e altre aree del cervello.
Negli anni cinquanta questo metodo venne abbandonato perché dopo l’operazione molte persone diventavano apatiche e fiacche, e soffrivano di gravi perdite delle abilità cognitive - ad esempio, non erano più in grado di sostenere una conversazione coerente con un’altra persona - il che non sorprende, dato che venivano distrutte parti del cervello responsabili del pensiero e del linguaggio.

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15
Q

I tre assunti freudiani che hanno maggiormente influenzato il campo della psicopatologia?

A
  1. Le esperienze infantili contribuiscono a plasmare la personalità adulta. I clinici e i ricercatori contemporanei continuano ad attribuire un’importanza cruciale alle esperienze infantili e ad altri eventi ambientali. Raramente essi fanno riferimento alle fasi psicosessuali descritte da Freud, tuttavia alcuni attribuiscono grande importanza alle difficoltà delle relazioni genitore-figlio e a come queste possano influenzare negativamente le relazioni che l’individuo stabilisce poi in età adulta.
  2. Sul comportamento agiscono influenze inconsce. L’inconscio è al centro dell’attenzione della ricerca contemporanea nelle neuroscienze cognitive e in psicopatologia. Queste ricerche dimostrano come le persone possano essere inconsapevoli di ciò che è all’origine del loro comportamento. Tuttavia, la maggior parte dei ricercatori e dei clinici odierni non crede che l’inconscio sia da intendersi come depositario degli istinti dell’Es.
  3. Le cause e gli scopi del comportamento umano non sono sempre evidenti. Teorici psicodinamici contemporanei continuano a metterci in guardia dall’accettare ogni cosa per come appare superficialmente. Una persona esprime disprezzo per un’altra, ad esempio, può in realtà provare nei suo confronti forti sentimenti di attrazione e simpatia, e avere paura di ammetterli. Questa tendenza a guardare sotto la superficie, a trovare il significato nascosto dei comportamenti , è forse l’eredità più importante lascataci da Freud.
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16
Q

Riempire gli spazi vuoti.
1_________era un neurologo francese che fu influenzato dal lavoro di _______.
2________ sviluppo il metodo catartico, che più tardi _______ utilizzò per sviluppare la psicoanalisi.
3 _______ è guidato dal principio di piacere, ma ________ è governato dal principio di realtà.
4 Nella psicoanalisi, il termine _______ si riferisce all’interpretare la relazione fra terapeuta e cliente come indicativa della relazione tra il cliente e altre figure della sua vita.
5 ______ elaborò il concetto di inconscio collettivo;
_______ sviluppò la tecnica delle associazioni libere;
_________ è associato con la psicologia individuale.

A

1: Charcot; Mesmer
2: Breuer; Freud
3: Es; Io
4: Transfert
5: Jung; Freud; Adler

17
Q

Cosa studia il comportamentismo, e chi ne fu l’ideatore?

A

Watson spostò l’attenzione dal pensiero all’apprendimento e ideò il comportamentismo (o behaviorismo) il quale si incentra sullo studio del comportamento osservabile anziché della coscienza o delle funzioni mentali.

18
Q

Quali sono le tre principali teorie che caratterizzano il comportamentismo?

A

Le tre principali teorie sono:

  • Il condizionamento classico di Ivan Pavlov: stimolo incondizionato => risposta incondizionata; stimolo condizionato => risposta condizionata;
  • Il condizionamento operante di Skinner: rinforzo positivo e negativo;
  • L’apprendimento per imitazione o modellamento: apprendimento tramite l’osservazione e l’imitazione degli altri.
19
Q

Cosa dice la legge dell’effetto di Thorndike?

A

Un comportamento seguito da effetti gratificanti per l’organismo sarà ripetuto, mentre un comportamento seguito da effetti dannosi o spiacevoli verrà scoraggiato.

20
Q

La terapia comportamentale?

A

Inizialmente eseguita tramite il condizionamento classico e operante per poi progressivamente arrivare a tecniche più contemporanee e l’avvalersi anche del modellamento. Una delle tecniche più importanti è quella sviluppata da Joseph Wolpe, utilizzata ancora oggi nel trattamento di fobie e disturbi d’ansia, la desensibilizzazione sistematica. La tecnica è costituita da due componenti fondamentali:

  1. un profondo rilassamento muscolare
  2. l’esposizione graduale a una serie di situazioni temute dalla persona, a partire da quelle che le causano meno ansia per arrivare progressivamente a quelle più ansiogene. Wolpe ipotizzò che, man mano che la persona viene esposta a paure via via più forti, la risposta d’ansia che gli è usuale viene gradualmente sostituita da uno stato o da una risposta antagonista alla paura.
21
Q

Le basi della terapia cognitiva?

A

La terapia cognitiva si basa sull’idea che le persone non solo si comportano in un certo modo, ma pensano anche e provano sentimenti ed emozioni. Tutti gli approcci cognitivi hanno un elemento in comune: pongono l’accento sul fatto che il modo in cui le persone elaborano cognitivamente se stesse e il mondo è un fattore determinante nei disturbi psicologici.

22
Q

Vero o falso?
1 Il rinforzo positivo si riferisce all’incremento di un comportamento desiderato, mentre il rinforzo negativo si riferisce all’eliminazione di un comportamento indesiderato?

A

F
F
V
F