Diagnosi e valutazione Flashcards

1
Q

Il concetto di affidabilità nella diagnosi e valutazione clinica? I più importanti tipi di concetti di affidabilità?

A

Per il concetto di affidabilità si intende la coerenza delle misurazioni. I più importanti concetti dai affidabilità sono:

  1. Affidabilità interrater, indica il grado di concordanza nel giudizio espresso da due osservatori indipendenti su uno stesso fenomeno da essi osservato. Per fare un esempio tratto dal baseball,due arbitri possono trovarsi o meno d’accordo nel giudicare se un lancio sia buono o sia invece un fallo.
  2. Affidabilità test-retest, misura il grado in cui un soggetto osservato in due momenti diversi, o sottoposto due volte allo stesso test, magari a distanza di settimane o mesi, tende a ottenere punteggi simili. Questo tipo di affidabilità ha senso, ovviamente, solo quando sia lecito assumere che, nell’intervallo di tempo fra i due test, il soggetto non può subire un cambiamento apprezzabile rispetto alla variabile che viene misurata; una tipica situazione in cui questa affidabilità è alta è la valutazione dei test di intelligenza.
  3. Affidabilità da coerenza interna, valuta se item di un test sono fra loro correlati.
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2
Q

Il concetto di validità nella valutazione e nella diagnosi?

A

Il concetto di validità indica se davvero una procedura di valutazione misura ciò che intende misurare; é importante notare che il concetto di validità è in stretto contatto con quello di affidabilità: misure inaffidabili non possono essere valide. Tuttavia, l’affidabilità di una misura non basta per garantire la validità. Ad esempio, l’altezza può essere misurata in modo affidabile, ma non può certo costituire una misura valida dell’ansia.

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3
Q

Indica ed esplica i vari tipi di validità.

A
  • Validità di contenuto: indica se una misura rappresenta adeguatamente l’ambito che si sta indagando.
    -Validità di criterio: viene valutata determinando se una misura è associata in modo costante e prevedibile a un’altra misura (il criterio). Se entrambe le variabili vengono misurate nello stesso momento, si parla di validità concorrente (a volte detta anche descrittiva). Ad esempio la misura dei pensieri estremamente negativi che si ritiene giochino un ruolo importante nello sviluppo della depressione. La validità di criterio per questa misura dei pensieri negativi potrebbe essere provata dimostrando che in questo test i soggetti affetti da depressione ottengono un punteggio più alto rispetto a soggetti non affetti.
    In alternativa, si può stabilire la validità di criterio della misura in questione valutandone la capacità di prevedere un’altra variabile, misurata in un secondo momento a distanza di tempo; in questo caso si parla di validità predittiva.
  • Validità di costrutto: è un concetto più complesso, che acquista particolare rilevanza quando si vuole interpretare un test come misura di qualche caratteristica, costrutto, che non può essere osservata direttamente.
    Un “costrutto” è un’entità di cui si inferisce l’esistenza, come l’ansia o le distorsioni cognitive. In termini generali, la validità di costrutto fa riferimento a un preciso quadro teorico. PER DETTAGLI ED ESEMPI PAG 67-68.
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4
Q

Quali sono state le due innovazioni fondamentali introdotte con il DSM-III?

A
  1. Criteri diagnostici specifici: i sintomi richiesti per trarre una determinata diagnosi sono descritti con precisione, e le definizioni dei sintomi clinici sono riprese in un glossario a parte.
  2. Le caratteristiche di ogni diagnosi sono state definite in maniera molto più dettagliata, rispetto al DSM-II.
    Di ogni disturbo vengono descritte le caratteristiche essenziali, quindi quelle associate, come i dati emersi da ricerche di laboratorio e i risultati di esami fisici. Infine, un sunto della letteratura scientifica rilevante fornisce informazioni su vari aspetti del disturbo: età di insorgenza, decorso, prevalenza, fattori di rischio e di prognosi, fattori culturali e di genere e diagnosi differenziale.
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5
Q

Cosa si usa nel DSM-5 come base per la diagnosi?

A

I sintomi.

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6
Q

Perché non si usa l’eziologia del disturbo mentale per diagnosticare le malattie ma si continua ad utilizzare i sintomi?

A

Non si utilizza l’eziologia della malattia perché molto semplicemente non siamo ancora in grado di comprendere approfonditamente e chiaramente le cause dei disturbi (eziologia), per cui non siamo di organizzare la diagnosi in base all’eziologia.

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7
Q

I principali cambiamenti nel DSM-5 comprendono?
a l’eliminazione del sistema multiassiale
b la riorganizzazione dei capitoli
c un numero molto inferiore di diagnosi
d nessuna delle precedenti

A

b

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8
Q

Quale tipo di affidabilità o validità viene valutato dalle seguenti procedure?
1____ Un gruppo di studenti delle superiori viene sottoposto a uno stesso test di QI per due anni di seguito
2____ Un gruppo di studenti delle superiori viene sottoposto a un test di QI, e i punteggi vengono correlati a quelli ottenuti in un differente test di QI che era stato loro somministrato l’anno prima.
3____ Dopo avere sviluppato un questionario per misurare la tendenza a colpevolizzarsi, i ricercatori lo utilizzano per verificare se è in grado di prevedere la depressione, se è correlato con l’avere subito abusi nell’infanzia e con una carenza di assertività sul lavoro.
4_____ Delle persone hanno un colloquio clinico con due medici diversi, quindi i ricercatori esaminano il grado di concordanza fra le loro diagnosi.
a) Affidabilità interrater
b) affidabilità test-retest
c) Validità di criterio
d) Validità di costrutto

A

1=b
2=c
3=d
4=a

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9
Q

Cos’è il fenomeno della comorbilità che si verifica nel durante la diagnosi basata sul DSM-5?

A

Alcuni studiosi sostengono che il sistema prevede distinzioni troppo sottili, basate su piccole differenze a livello sintomatico. Un effetto collaterale dell’enorme numero di categorie diagnostiche è il fenomeno definito comorbilità, che indica la presenza di una seconda diagnosi. Tra le persone che soddisfano i criteri diagnostici di almeno una categoria psichiatrica del DSM-IV-TR, il 45% soddisfa anche criteri per almeno un’altra diagnosi.

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10
Q

Differenza tra sistema diagnostico categoriale e dimnsinonale?

A

Nel sistema categoriale per diagnosticare una sindrome si usa definire semplicemente se la persona in questione presenti o meno certi sintomi. Inoltre, si stabilisce una soglia al cui livello un disturbo diventa diagnosticabile - ad esempio, la persona in esame ha la schizofrenia oppure no?; i sintomi corrispondono a quelli previsti dalla categoria dell’episodio maniacale oppure no?; in certi casi la soglia viene stabilita in base al numero di sintomi che una persona presenta e deve soddisfare per venire diagnosticata. Una delle ragioni per cui i sistemi categoriali godono di tanta popolarità è perché definiscono una soglia per il trattamento clinico.
Il sistema diagnostico dimensionale definisce il grado in cui una certa entità è presente (ad esempio, la scala da 1 a 10 dell’ansia). Questo sistema ha una soglia molto più sensibile.
(a pagina 77 figura 3.5 è presente uno schema che raffigura le differenze tra i due tipi di classificazione)

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11
Q

Elencare tre ragioni per le quali alcuni studiosi sostengono che il DSM dovrebbe raggruppare le diagnosi.

A

Elevata comorbilità; categorie diagnostiche diverse sono correlate alle stesse cause; i sintomi di categorie diagnostiche diverse rispondono agli stessi trattamenti.

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12
Q

Quali sono tre tipi di caratteristiche generali che una diagnosi valida dovrebbe consentire di prevedere?

A

Tre qualsiasi delle seguenti: eziologia, decorso, funzionamento sociale, trattamento.

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13
Q

Perché è importante la valutazione psicologiac?

A

Oltre che per formulare diagnosi, le tecniche di valutazione psicologica vengono utilizzate per altre finalità importanti. Spesso vengono utilizzate per identificare gli interventi terapeutici appropriati, inoltre permettono di controllare nel corso del tempo gli effetti del trattamento scelto. Sono anche fondamentali per condurre ricerche sull’eziologia dei disturbi.

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14
Q

Da cosa è caratterizzato il colloquio clilnico?

A

Il colloquio clinico si distingue da un normale colloquio per quanto riguarda la capacità del terapeuta (ascoltatore) di captare le informazioni esperite dall’intervistato, usando empatia e interpretando ciò che sente. Le modalità co cui viene in pratica raccolta l’informazione è lasciata in larga misura all’iniziativa del singolo operatore, e dipende anche dalla disponibilità e dalle risposte dell’intervistato. Il colloquio può essere più o meno strutturato, dipende dalle capacità e dall’esperienza dell’operatore. Perciò, quanto meno strutturato è il colloquio, tanto più l’operatore dovrà fare affidamento sul proprio intuito e la propria esperienza. ne consegue che i colloqui clinici non strutturati sono meno affidabili rispetto a quelli strutturati; ovvero due operatori possono arrivare a conclusioni diverse riguardo allo steso cliente.

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15
Q

Perché viene utilizzata e in cosa consiste un intervista strutturata?

A

Talvolta gli operatori hanno bisogno di raccogliere info in forma standardizzata, in particolare quando devono formulare una diagnosi in base al DSM, per questo utilizzano un’intervista strutturata, nella quale l’intervistatore trova una serie di domande già predisposte e organizzate in modo prestabilito.

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16
Q

Che cos’è la SCID?

A

La SCID (Structured clinical interview) è un’intervista strutturata con organizzazione gerarchica, ovvero le risposte della persona determinano di volta in volta la domanda successiva; la SCID, inoltre, contiene dettagliate istruzioni per l’intervistatore, relative a quando e come sondare più in profondità e quando invece passare alle domande riguardanti un’altra diagnosi.

17
Q

Definisci lo stress.

A

In senso ampio lo stress può essere concettualizzato come un’esperienza soggettiva di profondo malessere che si determina in risposta alla percezione di determinati problemi presenti nell’ambiente. I fattori stressanti, dunque, possono essere definiti come elementi problematici presenti nel contesto di vita dell’individuo che innescano il senso soggettivo di stress.

18
Q

Come viene misurato lo stress? Tecniche principali?

A

Per misurare lo stress sono state sviluppate varie scale e metodi di misurazione.
- Il Bedford College Life Events and Difficulties Schedule (LEDS). Questo strumento di valutazione è ampiamente usato per studiare gli eventi stressanti. Il LEDS comprende un’intervista che copre oltre 200 diversi tipi di stress. Trattandosi di un’intervista semistrutturata, l’intervistatore può adattare le domande in modo tale da arrivare a coprire anche fattori di stress che potrebbero riguardare solo poche persone. Intervistatore e intervistato collaborano a costruire un calendario, che comprende i principali eventi accaduti al soggetto in un dato periodo di tempo. Dopo l’intervista, gli operatori valutano la gravità e varie altre dimensioni di ogni evento stressante. Il LEDS fu sviluppato per superare i numerosi problemi di valutazione dello stress, tra cui la necessità di valutare l’importanza di un evento nel contesto delle generali circostanze di vita di un individuo. Ad esempio una gravidanza potrebbe avere un significato diverso per una ragazza di 14 anni e una donna di 38 anni che da lungo tempo sta cercando di avere un figlio.
Un secondo scopo del LEDS è escludere gli eventi che potrebbero essere semplici conseguenze dei sintomi. Infine, il LEDS comprende una serie di strategie per individuare in quel momento esatto dell’esistenza si è verificato un certo evento stressante. Usando questo strumento più accurato di valutazione dello stress, i ricercatori hanno trovato che gli eventi stressanti hanno un forte potere predittivo dell’insorgenza di episodi di ansia, depressione, schizofrenia e perfino del comune raffreddore.
- Valutare lo stress tramite liste di autovalutazione. Le liste di autovalutazione sono strumenti per valutare lo stress molto più veloci, ma meno profondi del LEDS, e sono ad esempio “List of Threatening Experiences (LTE)”, oppure “Psychiatric Epidemiological Research Interview of Life Events Scale (PERL). Tali liste tipicamente elencano diversi eventi e ai partecipanti viene chiesto di indicare se questi eventi li hanno riguardati personalmente nel corso di uno specifico periodo di tempo. Un problema di queste misure è la grande variabilità nel modo in cui le persone valutano questi eventi. Inoltre, vi è la difficoltà a ricordare eventi del passato; invece coloro che soffrono di depressione o d’ansia possono fornire risposte distorte mentre completano la misurazione. Tali problemi incidono sull’accuratezza retrospettiva, ed è probabilmente questa la ragione per cui l’affidabilità test-retest delle liste degli eventi stressanti può essere bassa.

19
Q

Test di personalità: inventari di personalità autodescritivi.

A

In un inventario di personalità, il soggetto deve compilare un questionario a carattere autodescrittivo, indicando se le affermazioni in esso contenute, tese a valutarne le tendenze abituali, si applicano meno alla sua persona. Nella loro fase di sviluppo questi test vengono somministrati a un campione numeroso, per individuare quale sia la risposta tendenzialmente prevalente in diversi gruppi di persone. Ciò rende possibile stabilire norme statistiche valide per il test, un processo che prende il nome di standardizzazione. Le risposte di un determinato individuo possono quindi essere messe a confronto con le norme statistiche.

20
Q

Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI).

A

Il MMPI è un test di personalità, costruito appositamente per identificare numerosi tipi di problemi psicologici, da cui l’attributo di multifasico. Centinaia di item vennero testati in vasti campioni di persone con o senza la diagnosi di particolari disturbi. Furono cosi selezionati insiemi di item utilizzati come scale, atte a determinare se per un dato soggetto andasse tratta una certa diagnosi. se il soggetto forniva a molti item di una scala le stesse risposte date dai soggetti di un determinato gruppo diagnostico, ci si aspettava che il suo comportamento fosse simile a quello di quel gruppo.
L’inventario ha subito durante gli anni varie modifiche e miglioramenti, ed è ancora oggi in uso.

21
Q

Cosa sono e a che servono i test proiettivi di personalità?

A

Un test proiettivo di personalità è uno strumento di valutazione psicologica che prevede la presentazione al soggetto di una serie di stimoli standard - ad esempio, macchie d’inchiostro o disegni - abbastanza ambigui da consentire un’ampia variabilità nelle risposte. Questi test si fondano sull’assunto che, essendo gli stimoli ambigui e non strutturati, saranno soprattutto i processi inconsci a determinare le risposte della persona, rilevandone gli atteggiamenti, le motivazioni e i comportamenti più autentici; tale presupposto è definito ipotesi proiettiva.
Alcuni esempi di test proiettivi:
-Il Thematic Apperception Test (TAT)è un test proiettivo in cui si presentano al soggetto, uno per volta, delle immagini in bianco e nero, chiedendogli di raccontare una storia su ciascuna di esse. Per questo test esistono pochi metodi affidabili con cui calcolare il punteggio, e le norme statistiche si basano su un campione piccolo e limitato.
-Il test delle macchie d’inchiostro di Rorschach in questo test si mostrano al soggetto 10 immagini contenenti delle macchie d’inchiostro e gli si chiede cosa vede in ognuna di esse. Metà delle tavole sono in bianco e nero con varie sfumature di grigio, due presentano anche chiazze di colore rosso, tre sono in colori pastello. pag 88 per dettagli

22
Q

Test d’intelligenza?

A

Uno test di intelligenza è uno strumento che intende valutare le attuali capacità intellettive di un individuo. I test di QI si basano sull’assunto che una stima accurata del funzionamento intellettivo attuale di un individuo consenta di prevederne il rendimento scolastico futuro.
I test QI vengono regolarmente aggiornati e, come i questionari di personalità, sono strumenti standardizzati.
Oltre che prevedere il rendimento scolastico i test di QI vengono usati per altri scopi:
- in associazione con test di riferimento scolastico, per diagnosticare disturbi di apprendimento, individuare le aree di maggiore o minore preparazione e quindi pianificare la formazione scolastica;
- per contribuire a determinare se un individuo soffre di disabilità intellettiva;
- per identificare i bambini più dotati dal punto di vista intellettivo e fornirgli un adeguata preparazione scolastica;
come strumenti di valutazione neuropsicologica, ad esempio somministrandoli periodicamente a chi si ritiene possa soffrire di una forma di demenza, così da monitorarne nel tempo il progressivo deteriorarsi delle abilità intellettive.

23
Q

La valutazione comportamentale e cognitiva?

A

I test di valutazione comportamentale e cognitiva si concentrano sulle seguenti caratteristiche:

  • aspetti dell’ambiente che possono contribuire ai sintomi
  • caratteristiche peculiari della persona in esame
  • la frequenza e la forma di comportamenti problematici (ad esempio la tendenza a procrastinare gli impegni può assumere la forma di incapacità a fare fronte a scadenze importanti);
  • le conseguenze di comportamenti problematici
24
Q

Come vengono raccolte le informazioni necessarie alla valutazione cognitiva o comportamentale?

A

-L’osservazione diretta del comportamento
Auto-osservazione: questa tecnica viene utilizzata per raccogliere una vasta gamma di informazioni, ad esempio dati sull’umore, le esperienze stressanti, gli stili di coping, i pensieri del soggetto.