Gli attuali paradigmi della psicopatologia Flashcards

1
Q

Cosa si intende per paradigma?

A

Il paradigma, ovvero il quadro di riferimento concettuale o l’approccio metodologico al cui interno opera uno scienziato; vale a dire l’insieme degli assunti fondamentali, la prospettiva generale, che definisce i criteri per concettualizzare e studiare un particolare tema, i metodi che saranno usati per raccogliere e interpretare i dati, la visione generale del problema.

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2
Q

Quali sono gli aspetti dell’ereditabilità che bisogna assolutamente tener ben presente?

A
  1. L’ereditabilità è un paramento statistico il cui valore può variare tra 0,0 e 1,0. Più alto è il valore del parametro e maggiore è l’ereditabilità del carattere in esame.
  2. Il termine ha senso soltanto rispetto a una vasta popolazione e non riguardo a un singolo individuo. Perciò non è corretto parlare dell’ereditabilità di un certo comportamento, o disturbo, relativamente a una data persona. Sapere che l’ereditabilità del disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) è di circa 0,7 non significa che il disturbo di cui soffre Jane sia dovuto per il 70% ai suoi geni e per il 30% ad altri fattori. Non esiste l’ereditabilità per ADHD (o per qualsiasi altro disturbo) in un individuo particolare. Piuttosto, il valore dell’ereditabilità significa che in una data pop la variazione dell’ADHD viene spiegata attribuendola per il 70% ai fattori genetici e 30% a quelli ambientali.
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3
Q

Differenza tra fattori ambientali condivisi e non?

A

I fattori ambientali condivisi comprendono tutti gli elementi condivisi dai membri di una stessa famiglia, come il livello di reddito, lo stile educativo nell’allevare i figli, lo stato coniugale dei genitori e la qualità della loro relazione.
I fattori ambientali non condivisi, comprendono invece tutti gli elementi che differiscono tra i singoli membri di una famiglia, come le relazioni amicali o gli specifici eventi personali.

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4
Q

Perché due fratelli possono essere molto diversi pur appartenendo alla stessa famiglia?

A

Due fratelli possono essere molto diversi pur appartenendo alla stessa famiglia perché il loro sviluppo personale, caratteriale è influenzato da fattori ambientali non condivisi, che vanno ad influire sull’espressione genica.
Le ricerche di genetica del comportamento suggeriscono che le esperienze ambientali uniche, non condivise, abbiano un’influenza molto maggiore sull’eventuale sviluppo di un disturbo mentale che non le esperienze condivise.

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5
Q

Cosa si intende per genetica del comportamento?

A

Per genetica del comportamento si intende lo studio del grado in cui i geni e i fattori ambientali influenzano il comportamento. Non studia il modo in cui i geni o l’ambiente influenzano il comportamento.

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6
Q

Genotipo?

A

Il corredo genetico di un individuo, formato dai geni che esso ha ereditato dai genitori.

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7
Q

Fenotipo?

A

L’insieme di tutte le caratteristiche comportamentali manifeste, esteriormente osservabili di un individuo (come livelli d’ansia). Il fenotipo si modifica nel corso del tempo ed è il prodotto dell’interazione fra genotipi e ambiente.

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8
Q

Cosa studia la genetica molecolare?

A

Gli studi di genetica molecolare cercano di identificare particolari geni e le loro funzioni.

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9
Q

Cosa sono gli alleli?

A

Le differenti versioni di uno stesso gene prendono il nome di alleli, e questi ultimi occupano la stessa posizione, o locus, su ogni coppia di cromosomi.

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10
Q

Da cosa sono composti i cromosomi?

A

La cellula umana contiene 23 coppie di cromosomi e ogni cromosoma è composto da centinaia o migliaia di geni contenenti il DNA.

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11
Q

Cosa si intende per polimorfismo genetico?

A

Per polimorfismo genetico si intende la presenza, entro una popolazione, di più varianti di una sequenza del DNA.

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12
Q

Che cosa sono i promotori e i fattori di trascrizione e che funzione hanno nell’espressione genica?

A

L’espressione dei geni implica l’attività di particolari sequenze di DNA, dette promotori. I promotori sono riconosciuti da specifiche proteine, chiamate fattori di trascrizione.

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13
Q

Che cosa sono gli SNP (single nucleotide polymorphism)?

A

Uno SNP è una differenza tra individui a livello di un singolo nucleotide nella sequenza del DNA di un gene.

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14
Q

Cosa sono i CNV e perché si studiano?

A

Un’area di ricerca che riscuote notevole interesse è lo studio delle differenze individuali nella struttura dei geni, studio che comprende l’identificazione di quelle che vengono chiamate CNV (copy number variations), o variazioni nel numero di copie. Una CNV può essere presente in un gene singolo o in più geni; il nome si riferisce alla presenza di un numero anomalo di copie di uno o più tratti di DNA nella sequenza di un gene/i.

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15
Q
Il processo con cui i geni vengono attivati inattivati viene indicato con il termine:
a ereditabilità
b espressione genica
c poligenico
switch genico
A

b

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16
Q
Il termine\_\_\_\_\_\_ indica forme diverse di uno stesso gene; il termine \_\_\_\_\_ indica che un certo disturbo è influenzato dai più geni.
a allele; poligenico 
b poligenico; allele
c allele; polimorfismo
d polimorfismo; allele
A

a

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17
Q

Gli SNP forniscono indicazioni su ______ dei geni, mentre le CNV forniscono indicazioni su _____ dei geni.

a DNA; RNA
b la sequenza; la struttura
c la struttura; la sequenza
d il DNA; il polimorfismo

A

b

18
Q

Nello studio di Caspi et al. (2003) sull’interazione geni-ambiente nella depressione, gli individui maggiormente esposti al rischio di sviluppare depressione erano

a quelli maltrattati nell’infanzia e con un genitore naturale affetto da depressione
b quelli maltrattati nell’infanzia e con almeno un allele lungo del gene 5-HTT
c quelli maltrattati nell’infanzia e con almeno un allele breve del gene 5-HTT
d quelli non maltrattati nell’infanzia ma con almeno un allele breve del gene 5-HTT

A

c

19
Q

Che cosa afferma il paradigma delle neuroscienze?

A

Il paradigma delle neuroscienze afferma che i disturbi mentali si associano a processi cerebrali anomali.

20
Q

Il paradigma comportamentale?

A

Il paradigma comportamentale trae le proprie radici dai principi dell’apprendimento e dalle scienze cognitive. I principi fondamentali del condizionamento classico e operante, come pure delle scienze cognitive, hanno guidato lo sviluppo di numerosi approcci terapeutici cognitivo-comportamentali.

21
Q

Quali sono le conseguenze capaci di rinforzare un comportamento problematico?

A

Si ritiene che le conseguenze capaci di rinforzare un comportamento problematico siano di quattro tipi:

  1. attrarre l’attenzione
  2. sfuggire a un compito
  3. generare un feedback sensoriale
  4. ottenere accesso a cose o situazioni desiderabili
22
Q

Di cosa si occupano le scienze cognitive?

A

Le scienze cognitive si occupano di come le persone (ma anche gli animali) strutturano le proprie esperienze, ne traggono un senso e mettono in relazione le esperienze presenti con quelle passate, depositate in memoria.

23
Q

In quale ambito del paradigma cognitivo viene utilizzato il test di stroop?

A

Il test di stroop viene utilizzato per studiare l’attenzione.

24
Q

Come concepiscono gli psicologi cognitivi l’individuo?

A

Gli psicologi cognitivi concepiscono l’individuo come interprete attivo di ogni situazione, e le sue conoscenze passate costituiscono una sorta di canale percettivo attraverso cui viene vagliata l’esperienza presente. La persona inserisce ogni nuova informazione in una rete organizzata di conoscenze già acquisite, rete spesso indicata col termine di schema o set cognitivo.

25
Q

La terapia cognitivo-comportamentale?

A

La terapia cognitivo comportamentale incorpora teorie e la ricerca sui processi cognitivi. I terapeuti che applicano questo approccio prestano molta attenzione sugli aspetti più personali della vita del paziente (pensieri, giudizi, autovalutazioni e perfino assunti taciti) e intervengono su di essi nel tentativo di comprendere e modificare i disturbi manifesti o nascosti del suo comportamento.

26
Q

Cosa si intende per ristrutturazione cognitiva?

A

La ristrutturazione cognitiva è un termine generale con cui si indica la modificazione di uno schema di pensiero.
Il lavoro del terapeuta inizia col monitorare tutti i pensieri che la persona esperisce nella vita quotidiana, ma poi cerca di portare in luce le distorsioni cognitive profonde e gli schemi precostituiti che possono modulare i pensieri negativi della persona nella quotidianità.

27
Q

La terapia cognitiva di Beck

A

Aaron Beck è considerato come una delle figure più eminenti nel campo della terapia cognitivo-comportamentale. Si deve a Beck lo sviluppo di una teoria cognitiva della depressione, fondata sul concetto di che individui affetti da questo disturbo hanno una percezione distorta delle proprie esperienze; tale distorsione percettiva li porta, ad esempio, a trascurare tutti gli avvenimenti positivi e a focalizzare l’attenzione su quelli negativi.
Quando una persona che soffre di depressione esprime convincimenti che nella sua vita niente vada mai per il verso giusto , il terapeuta le porta esempi di segno opposto, facendole prendere coscienza di come abbia trascurato di rilevare gli eventi favorevoli.
Lo scopo generale della terapia di Beck è di fornire alla persona opportunità per fare esperienze, all’interno come all’esterno del setting terapeutico, che possano modificare ii suoi schemi mentali negativi e portarla a far prevalere il sentimento di speranza sulla disperazione.

28
Q

Vero o falso?

  1. Nel test di Stroop, l’interferenza è misurata in base al tempo impiegato dal soggetto per dire il nome del colore dell’inchiostro in cui sono stampate le parole di una lista.
  2. La teoria di Beck afferma che le persone sono soggette a distorsioni nel modo di percepire le proprie esperienze.
  3. Le ricerche attuali sull’inconscio sono condotte mediante un approccio molto simile a quello usato da Freud per studiare l’inconscio.
A

V;V;F

29
Q

Differenza tra stato affettivo e tono dell’umore?

A

Per descrivere un’emozione di breve durata si usa il termine stato affettivo; mentre il tono dell’umore è uno stato emozionale che dura più a lungo.

30
Q

Quali sono le componenti fondamentali dell’emozione?

A

Le componenti fondamentali dell’emozione sono:

  • componente espressiva, o comportamentale, si riferisce di solito all’espressione faciale di un’emozione.
  • componente esperienziale o soggettiva dell’emozione si riferisce a ciò che una persona dice di sentire in un dato momento o in risposta a un dato evento.
  • componente fisiologica dell’emozione implica modificazioni a livello somatico, come quelle dovute alle attività del sistema nervoso autonomo, tipicamente associate all’emozione.
31
Q

Che cosa si intende per stato affettivo ideale?

A

Tale termine indica il tipo di stati emozionali che una persona idealmente vorrebbe provare.
Le ricerche hanno dimostrato che gli stati affettivi ideali variano in relazione a fattori culturali.

32
Q

Fattori socio culturali e psicopatologia.

A

Numerose ricerche si sono incentrate sul modo in cui i fattori socioculturali, come il genere, l’appartenenza etnica, la cultura e lo status socioeconomico, possono contribuire all’insorgere di disturbi psicologici.

33
Q

Fattori interpersonali in psicopatologia.

A

Le relazioni familiari e coniugali, il sostegno sociale e perfino il contatto sociale occasionale hanno tutti un ruolo nell’influenzare un disturb.

34
Q

Teoria delle relazioni oggettuali.

A

La teoria sottolinea l’importanza degli schemi relazionali duraturi che si stabiliscono nelle relazioni strette, soprattutto all’interno della famiglia, e che sono influenzati da ciò che le persone sentono e pensano. Il termine oggettuale si riferisce ad un’altra persona. Questa teoria travalica il concetto di transfert, ponendo l’accento su come una persona arriva a concepire, consciamente o inconsciamente, la posizione che assegna al proprio sé in relazione alle altre persone.

35
Q

La teoria dell’attaccamento?

A

La teoria dell’attaccamento afferma che lo stile, ovvero il tipo, di attaccamento di un bambino nei confronti del caregiver può gettare le basi per il suo futuro benessere psicologico o invece per lo sviluppo di problemi psicologici in età successive.
La teoria dell’attaccamento è stata successivamente estesa anche agli adulti e alle coppie. Da essa sono stati sviluppati molti altri approcci terapeutici.

36
Q

Che cos’è il concetto di sé relazionale?

A

Gli psicologi sociali hanno integrato la teoria dell’attaccamento e la teoria delle relazioni oggettuali, al concetto di sé relazionale, che fa riferimento al sé in relazione agli altri. Il concetto ha ricevuto una quantità enorme di conferme empiriche.
Ad esempio, i soggetti forniranno una descrizione di sé diversa a seconda della persona, fra quelle con cui hanno una relazione stretta, alla quale si chiede loro di pensare.

37
Q

Terapia interpersonale

A

La terapia sottolinea l’importanza delle relazioni attuali nella vita della persona e il fatto che problemi nelle relazioni possono contribuire all’insorgere di sintomi psicopatologici. Il terapeuta per prima cosa incoraggia la persona a identificare e poi esprimere i sentimenti relativi alle sue relazioni, quindi l’aiuta a trovare soluzioni per i suoi problemi interpersonali.

38
Q

Quali sono i quattro aspetti delle relazioni interpersonali che vengono valutati nell’ITP (interpersonal therapy) per capire se uno o più di essi influenzino il manifestarsi dei sintomi?

A
  1. esperienze dolorose irrisolte - ad esempio, quando l’esperienza di dolore conseguente a una perdita è rinviata nel tempo o vissuta in modo incompleto.
  2. Transizione di ruolo - il passaggio dal ruolo di figlio a quello di genitore, o da quello di lavoratore a quello di pensionato.
  3. Conflitti di ruolo - ad esempio, situazioni in cui i partner di una relazione sentimentale hanno aspettative differenti rispetto alla relazione stessa.
  4. Deficit interpersonali o sociali - ad esempio, essere incapaci di avviare una conversazione con una persona sconosciuta o avere difficoltà a trattare con il proprio datore di lavoro.
39
Q

Vero o falso.

  1. L’emozione consiste di almeno tre componenti: espressione, esperienza soggettiva, e modificazioni fisiologiche.
  2. I fattori socioculturali, come il genere, la cultura, l’appartenenza etnica e le relazioni sociali, sono considerati meno importanti nel paradigma delle neuroscienze.
  3. Analizzare le interazioni fra i membri di una famiglia in un compito di problem solving è utile per capire le dimensioni fondamentali delle loro relazioni.
  4. Il sé relazionale è un concetto della psicologia sociale che incorpora aspetti della teoria delle relazioni oggettuali e della teoria dell’attaccamento.
  5. La terapia interpersonale può concentrarsi su quattro diversi tipi di problemi interpersonali, che comprendono esperienze dolorose irrisolte, transizioni di ruolo, conflitti di ruolo e deficit sociali.
A
V
F
V
V
V
40
Q

Cosa significa che il paradigma diatesi-stress ha un carattere integrato?

A

Significa che collega tra loro fattori genetici, neurobiologici, psicologici e ambientali; inoltre non è limitato a una sola scuola di pensiero.

41
Q

Che cosa significa il termine diatesi nel paradigma diatesi-stress.

A

Il termine diatesi indica la predisposizione allo sviluppo di un certo disturbo.
Si riferisce propriamente a una predisposizione costituzionale dell’individuo ad una malattia, ma può essere esteso a qualsiasi caratteristica ( o insieme di caratteristiche) individuale che faccia aumentare le probabilità di una persona di sviluppare un certo disturbo.
un individuo con una diatesi per un certo disturbo è esposto a un rischio maggiore di sviluppare quel disturbo, ma non è detto che lo sviluppi necessariamente.
Il punto chiave del modello diatesi-stress è che sia la diatesi sia lo stress sono necessari allo sviluppo di un determinato disturbo.

42
Q

Che cosa significa il termine stress nel paradigma diatesi-stress.

A

Il termine stress si riferisce a condizioni ambientali o esistenziali perturbanti.
Spiega come una diatesi possa tradursi in un disturbo effettivo. In questo contesto il termine stress si riferisce genericamente a una stimolazione ambientale nociva o sgradevole, che può arrivare a innescare un processo psicopatologico. I fattori stressanti di natura psicologica comprendono sia gravi eventi traumatici che fattori di stress cronici.
Il punto chiave del modello diatesi-stress è che sia la diatesi sia lo stress sono necessari allo sviluppo di un determinato disturbo.