I parte del manuale Flashcards

1
Q

Transizione psicosociale

A

All’interno del processo di socializzazione avviene quella che si definisce “transizione psicosociale”;
Ovvero l’interazione tra variabili individuali e variabili sociali che riguarda il passaggio da una situazione nota a una ignota generando conflitti tra aspettative e situazioni sperimentate.

Socializzazione lavorativa: processi formali e informali che
portano una persona all’ingresso del mondo del lavoro, ad
acquisire capacità, valori, credenze, atteggiamenti utili per
partecipare come membro attivo di un gruppo

Socializzazione organizzativa: i fattori organizzativi e le
interazioni persona-organizzazione che avvengono in una
concreta organizzazione e che producono effetti di
cambiamento nelle strategie di risposta delle persone.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q

Secondo una prospettiva relazionale, l’attaccamento al lavoro

A

L’attaccamento al alvoro secondo una prospettiva relazionale riguarda l’espressione di un legame affettivo che intercorre tra i membri di un organizzazione.
Quindi si riferisce alle dinamiche relazionali che intercorrono tra leader e follower o tra lavoratori di pari grado.

Bartholomew & Horowitz propongono un operazionalizzazione degli stili di attaccamento di Bowlby tenendo conto delle rappresentazioni che abbiamo di noi stessi e degli altri; dalla combinazione di questi due aspetti individuano 4 stili:

  1. Sicuro: tendenzialmente il più diffuso, prevede una rappresentazione positiva sia di sé che degli altri; sono
    sufficientemente in grado di stare bene con me stesso ma anche con gli altri.
  2. Distaccato/svalutante: stile in cui il modello di sé è positivo ma vi è una rappresentazione dell’altro negativa nei termini di minaccia, preoccupazione; è uno stile nel quale vedo con sfiducia gli altri, evitante, per cui non mi trovo a mio agio in condizione di cooperazione.
  3. Preoccupato: modello di sé negativo mentre quello altrui è positivo, è lo stile ansioso/ambivalente; ritengo gli altri non come minacce ma io non mi sento sufficientemente sicuro nell’intrattenere delle interazioni perché io non vado bene.
  4. Timoroso: stile in cui non sto a mio agio né con me stesso né con gli altri; stile disorganizzato.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q

Un problema del Movimento delle “Human Relations” (Mayo) consiste nel fatto che:

A

Consiste nel fatto che si possa riporre attenzione ai bisogni psicosociali dei lavoratori non tanto per il bene di essi ma per perseguire il solo bene dell’organizzazione. E quindi, adottando i principi individuati da Mayo a scopo manipolativo.

Elton Mayo mise in primo piano l’elemento umano all’interno del contesto industriale con l’obiettivo di salvaguardarne l’integrità fisica e psichica.

Con gli esperimenti condotti presso la Hawthorne Work concluse che a ridurre i tassi di turnover e di performance dei lavoratori fosse la scarsa attenzione riposta a variabili come l’autonomia, la responsabilità e il coninvolgimento attivo dei lavoratori nel processo di produzione.

Le conclusioni di mayo possono essere sintetizzate in questi tre principi:
1. L’uomo è motivato prevalentemente da bisogni di NATURA SOCIALE e attraverso l’interazione da SENSO alla propria IDENTITA’.
2. Il significato della proria mansione va ricercato nei rapporti sociali che si instaurano a lavoro
3. Il lavoratore è inflenzato maggiormente influenzato dalla forza sociale del suo gruppo che non da degli incentivi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q

Una possibile spiegazione dell’abuso di psicofarmaci da parte dei dipendenti di Google è legata a:

A

L’abuso di psicofarmaci dei dipendenti di Google è legato a due fattori:
Fattore religioso: In America è presente un’etica del lavoro di natura protestante, basata sull’assunto per cui ognuno per poter essere un predestinato da dio deve avere successo sia sul piano lavorativo che su quello sociale.
Fattore culturale: Nella cultura statunitense viene data moltissima importanza alla produttività, al lavoro senza sosta e alla performance.

Le pressioni psicologiche derivanti dalla combinazione di questi due fattori in un’azienda dominante come google sono portate allo stremo. E da tali pressioni ne consegue il forte abuso di psicofarmaci

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q

Nella proposta concettuale di Alderfer sulla motivazione (teoria ERG):

A

La teoria di Alderfer sostiene che i bisogni siano suddivisi in tre classi: esistenza, relazionalità e crescita.
La classe esistenza fa riferimento ai bisogni di sicurezza e a quelli fisiologici.
La classe relazionalità fa riferimento ai bisogni sociali e di stima.
La classe crescità riguarda i bisogni di sviluppo.

Secondo Alderfer queste tre classi di bisogni possono essere contamporaneamente attive nel motivare la persona; a contrario di quanto sosteneva Maslow con la sua piramide.

Alderfer nella sua teoria della motivazione aggiunge il principio di frustrazione regressione, secondo il quale se un individuo non dovesse riuscire a soddisfare i bisogni di una determinata classe di bisogni può regredire a una classe inferiore riducendo così il proprio livello di tensione attraverso LA RIVALUTAZIONE DEI BISOGNI DI ORDINE INFERIORE.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q

Fondamentalmente, la differenza tra “job design” e “job crafting”

A

Il job design è il modo in cui un lavoro viene progettato o organizzato attraverso un approccio top-down per massimizzare l’efficienza, la produttività e la soddisfazione del dipendente. Include la definizione delle mansioni, l’allocazione delle responsabilità, la distribuzione dei compiti e l’organizzazione delle relazioni di lavoro. L’obiettivo del job design è quello di creare un ambiente di lavoro che permetta ai dipendenti di svolgere le loro mansioni in modo efficace e soddisfacente.

Job Crafting (Personalizzazione del lavoro):
Il job crafting, d’altra parte, riguarda l’approccio bottom-up in cui i dipendenti modificano e adattano attivamente il proprio lavoro per renderlo più significativo, coinvolgente e allineato alle proprie competenze, interessi e valori personali. Gli stessi dipendenti apportano modifiche al modo in cui svolgono il loro lavoro, rinegoziando i compiti, creando nuove connessioni sociali o cercando sfide aggiuntive.

La differenza riguarda il livello dal quale la modifiche hanno origine.
Nel Job design le modifiche vengono dall’alto, quindi dai dirigenti;
Nel Job crafting le modifiche avvengono in autonomia a partire dall’impiegato alle quali seguirà l’approvazione del dirigente.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q

Un dipendente profondamente insoddisfatto della relazione con il suo capo, comincia a chiedere insistentemente un aumento di stipendio. Questo comportamento può essere spiegato dal:

A

Questo bisogno può essere spiegato attraverso la toria ERG di Alderfer, e in particolare rispetto al principio di frustrazione regressione contenuto in essa.

Perché in questo caso un bisogno di natura relazionale che viene frustrato si traduce in una ricerca di soddisfazione in una classe di bisogno inferiore, in questo caso trattandosi di denaro la classe attivata è quella inerente al’esistenza

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q

Nella “teoria dei sistemi socio-tecnici” (socio-technical systems: Trist), il principio della “partecipazione aperta”
(“open participation”):

A

Ottimizzazione condivisa: le variabili tecniche e quelle sociali concorrono in egual misura a caratterizzare il sistema produttivo; le variabili tecniche vanno conciliate, armonizzate con le variabili sociali.
- Partecipazione aperta: ogni organizzazione aziendale è intesa
come un sistema aperto all’ambiente circostante; l’equilibrio di tale sistema va ricercato nell’interscambio con il contesto.
- Scelta organizzativa: la tecnologia non impone un unico modello organizzativo; dunque, è possibile scegliere quel determinato modello organizzativo di lavoro che sia il più adatto a conciliare le esigenze tecniche con quelle sociali del
sistema.

Trist propone l’introduzione concettuale di un sistema sociotecnico, nel quale avviene l’integrazione tra il sistema tecnologico e i rapporti sociali: il lavoro deve essere razionalizzato partendo dalle esigenze dei lavoratori e ai gruppi deve essere data la possibilità di
promuovere auto-organizzazione (self-organization)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q

Il modello delle “ancore di carriera” (Schein)

A

Il concetto di ancora di carriera viene fuori come risultato di uno studio longitudinale dalla durata di ben 12 anni.

Le ancore di carriera sono ciò che vincola le nostre scelte occupazionali, come una parte di noi alla quale non rincunceremmo mai.

Un ancora di carriera si compone di tre elementi:
Talenti/ abilità–> ciò che sappiamo fare misurato in relazione al successo ottenibile
Motivazioni e bisogni –> ciò che desideriamo
Attitudini e valori–> ciò che riteniamo giusto fare

Sono state individuate ben 5 ancore di carriera, che si distinguono per desideri, capacità e valori:
tecnico funzionale
manageriale
autonomia/ indipendenza
sicurezza/stabilità
creatività/imprenditorialità

Ogni individuo ha una sola ancora primaria e il suo mancato affioramento è associato a un mancanza di esperienza e di capacità nell’individuare le prorpie priorità.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q

La terza edizione del “Future of the jobs report” (World Economic Forum, 2020), tra le altre cose:

A

Il rapporto “Future of Jobs” del World Economic Forum esplora i cambiamenti nel panorama lavorativo a causa dell’automazione, delle tecnologie emergenti e di altre forze economiche. Esamina anche le competenze richieste per affrontare le sfide future e suggerisce strategie per prepararsi al cambiamento.

  1. Riprogrammazione delle competenze (Reskilling): Promuovere l’apprendimento continuo e investire nella formazione per acquisire nuove competenze. Le competenze digitali, la capacità di adattamento e la risoluzione dei problemi.
  2. Riorientamento delle competenze (Upskilling): Sviluppare le competenze dei lavoratori esistenti per adattarle alle nuove esigenze del mercato. Ciò può implicare la trasformazione delle competenze esistenti.
  3. Adozione di nuovi modelli di lavoro: Esplorare nuovi modelli di lavoro, come il lavoro flessibile, il lavoro remoto e la gig economy, per adeguarsi ai cambiamenti nelle aspettative dei lavoratori e alle dinamiche del mercato.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q

La differenza tra i concetti di “mission” e “vision”

A

Missione: Lo scopo fondamentale e l’identità di un’organizzazione. Risponde alla domanda “Perché esistiamo?” e descrive ciò che l’organizzazione fa e il valore che offre.

Visione: L'immagine o lo stato futuro desiderato per l'organizzazione. Risponde alla domanda "Dove vogliamo arrivare?" e fornisce una descrizione del futuro ideale che l'organizzazione cerca di raggiungere.

In breve, la missione definisce il “cosa” e il “perché” dell’organizzazione, mentre la visione definisce il “dove” e il “come” l’organizzazione vuole essere nel futuro.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q

La “Organizational Behavior Modification” (OBM) funziona solo nel caso in cui

A

Funziona solo se si sta cercando di intervenire su aspetti che possano essere predetti, quindi su quei comportamenti ripetitivi e standardizzati.

L’OBM è una tecnica di cambiamento organizzativo derivata dalla teoria del rinforzo per motivare i dipendenti a un comportamento desiderato

La tecnica si compone di diverse fasi, sintetizzati nei seguenti tre punti:
1. Individuare quali sono i comportamenti desiderati e quali no, stabilendone le frequenze di comparsa.
2.Attuare il rinforzo su i comportamenti desiderati oppure, in caso di comportamenti complessi desiderati indivituare i loro antecedenti e rinforzarli.
3. Adottare programmi di rinforzo per il mantenimento del tempo dei comportamenti desiderati.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q

La differenza tra la prospettiva delle “mappe culturali” e quella dei “prototipi culturali” consiste nel fatto che:

A

A partire dagli anni ‘80 si è lavorato molto sull’identificare tipi di cultura organizzativa, poiché avendo chiaro il tipo di cultura possiamo identificare una serie di caratteristiche che mi aiutano a
comprendere come funziona l’organizzazione:

I prototipi culturali definiscono dei modelli ideali di culture dove vengono associate delle caratteristiche specifiche per ognuna. Ed è possibile associare una determinata azienda a un determinato prototipo culturale per trarre informazioni di natura operativa.

Le mappe cultural si compongono di due o più dimensioni valoriali che formano dei continuum nei quali possiamo inserire una qualsiasi organizzazione allo scopo di ottenere una comprensione maggiore di essa.
Si presume che tutte le dimensioni siano presenti in misura inferiore o maggiore in tutte le organizzazioni

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q

Nel documentario “La psicologia al servizio dei giovani” (istituto Luce), è rappresentato il modello di
orientamento:

A

L’appproccio diagnostico attitudinale riguarda una tipologia teorie e di metodologie adottate nell’ambito dell’orientamento di carriera soprattutto nella prima metà del ‘900.

Alla base dell’approccio vi è l’idea che si possa ricercare la perfetta corrispondenza tra attitudini della persona e le caratteristiche essenziali di una determinata professione.

Gli approcci dell’orientamento professionale in ordine di comparsa:
1° fase diagnostico - attitudinale
focus su attitudini e caratteristiche del lavoro
2°caratterologica-affettiva
focus su bisogni e interessi, Super
3° fase clinico - diagnostica
focus su valori, e aspetti emotivi consci
4° fase maturativa - personale
focus su compatibilità tra bisogni/interessi/valori del lavoratore con la realtà del mercato attuale

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q

Un lavoratore che è spinto dal desiderio di ricchezza e che trae godimento dal ricevere compensi per il suo
lavoro:

A

E’ mosso comunque da motivazione estrinseca, essendo il denaro una ricompensa conseguente alla sua
prestazione.

Nell’ambito delle teorie sulla motivazione distinguiamo tre macro aree teoriche

Teorie di contenuto
Cercando di rispondere alla domanda: Cosa attiva, dirige e mantiene la motivazione? La motivazione viene ricercata nel bisogno che è in grado di attivare il comportamento

Teorie di processo
Ci dicono in quali condizioni, circorstane e con quali caratteristiche il comportameto motivato viene attivato, direzionato e mantenuto. Si concentrano sulle percezioni, i processi cognitivi e le decisioni interne che influenzano la motivazione delle persone.

Teorie di contesto
Pongono l’accento sull’influenza dell’ambiente esterno e delle circostanze sul comportamento motivato delle persone. Queste teorie suggeriscono che i fattori esterni, come le ricompense, le punizioni, il contesto lavorativo e le relazioni interpersonali, influenzano la motivazione dei lavoratori.

L’aggettivo “estrinseco” contenuto nella domanda fa riferimento alla teoria dei due fattori di Herzberg

❖Fattori di igiene (o estrinseci): in riferimento alla retribuzione e la sicurezza sul lavoro che se non vengono appagati sono causa di insoddisfazione;
❖ Fattori motivazionali (o intrinseci): in riferimento al riconoscimento, alle opportunità di carriera e le possibilità di
crescita nel ruolo che se soddisfatti agiscono a sostegno della motivazione mentre la loro mancanza non produce
insoddisfazione se i fattori igienici sono salvaguardati

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q

Secondo la “teoria dei sistemi socio-tecnici” (socio-technical systems: Trist), la resistenza al cambiamento
organizzativo è la conseguenza

A

dell’unilateralità con cui il cambiamento organizzativo è imposto. Senza coinvolgere e informare i dipendenti che sarebbero stati coinvolti in modo diretto e stravolgente in delle procedure totalmente sconosciute.

Con l’aggravante di non aver preso in considerazione le variabili di natura sociale come le reazioni interpersonali all’interno dei gruppi di lavoro e la sossifazione-performace ad esse associata.

17
Q

Cultura organizzativa e funzioni

A

La cultura organizzativa viene definita universmlente come un sitema composto da valori, norme, simboli e di credenze che usiamo all’interno dell’organizzazione in modo più o meno consapevole.

L’antropologo Clifford Geertz alla base della sua cotruzione pone le interazioni umane, attraverso la COMUNICAZIONE

Jaques la defiisce come modalità di fare e pensare condive in una fabbrica.

Selznick per descriverla ne differenzia due dimensioni: La dimensione razionale/organizzativa fatta di procedure e obiettivi; La dimensione valoriale/istituzionale fatta di valori, credenze che guidano comportamenti e opinioni.

Per Shein è uno schema di assunti sul modo corretto di agire, pensare e risolvere i problemi. Che vanno da un versante visibile e connscio (gli artefatti) a uno invisibile e inconscio fatto di convinzioni

adattamento esterno:
la posizione che occupa l’organizzazione nel mondo esterno
integrazione interna:
la condivisione di credende, opinioni e azioni che influisce in base al suo grado di accettazione le interazioni interne
contenimento d’ansia:
il dare un significato agli eventi interni ed esterni mantenendo una certa uniformità

18
Q

La “Responsabilità Sociale d’Impresa” (“Corporate Social Responsibility”):

A

Riguarda l’influenza di un’organizzazione sulla società e l’ambiente.

è considerata come quell’insieme di pratiche finalizzate ad avere un impatto positivo sulla società e, non solo sulle finanze dell’impresa stessa; fa quindi riferimento alla considerazione delle
questioni di natura etica all’interno della visione strategica d’impresa.

Andando pertanto oltre il perimetro dell’organizzazione, interagendo
e integrandosi con le comunità locali e con l’ambiente esterno; un
esempio di questa tensione è rappresentato dalla diffusione di
strumenti gestionali e di comunicazione interna ed esterna quale il
codice etico.

19
Q

Il fenomeno del “glass cliff” (“scogliera di cristallo: Ryan & Haslam) si riferisce:

A

In ambito organizzativo, il termine “glass cliff” si riferisce a una situazione in cui le donne o i membri di gruppi svantaggiati vengono promossi o assegnati a posizioni di leadership in periodi di crisi o difficoltà. La metafora del “glass cliff” implica che queste posizioni di leadership sono rischiose o precarie, simili a una scogliera di vetro, dove è facile scivolare o cadere.

Il concetto di “glass cliff” suggerisce che, in certi contesti organizzativi, le donne o i membri di gruppi svantaggiati vengono spesso selezionati per posizioni di leadership quando l’organizzazione è già in una situazione difficile. Ciò può avvenire per diversi motivi, tra cui la percezione che una nuova leadership sia necessaria per affrontare la crisi o la pressione per dimostrare la diversità e l’inclusione all’interno dell’organizzazione.

Tuttavia, la conseguenza negativa è che queste persone si trovano a dover gestire situazioni complesse, rischiose o con probabilità di fallimento più elevate rispetto ai loro colleghi che occupano posizioni di leadership in periodi più stabili. Ciò può aumentare il rischio di fallimento o di esperienze negative per queste persone, con possibili conseguenze sulla loro reputazione o opportunità future.

20
Q

Una possibile comprensione del “Barbie paradox” risiede:

A

La sola spiegazione, secondo Notowidigdo, è che l’azienda sfrutti pressioni, aspettative e speranze, dei genitori.
Non sempre c’è corrispondenza, però, tra costo della bambola e stipendio fornito da una determinata professione.
Barbie pilota, infatti, costa solo 11,95 euro.

Barbie ingegnere informatico, però, è tra quelle che costano di più. Si tratta di uno del mestiere che attualmente, negli Usa, è retribuito meglio.

21
Q

Nei sistemi di “gestione per obiettivi” (management by objectives: MBO), l’obiettivo NON deve essere:

A

MBO è una tecnica volta all’incremento dell’eficacia nel raggiungimento di obiettivi esterni a quelli della mansione classica del lavoratore. Il raggiungimento di questi obiettivi viene premiato o con dei bonus o con delle eventuali promozioni

La tecnica prevede la definizione dell’obiettivo rispettando 5 specificità:
Specifico: deve essere spiegato nel dettaglio e comprensibile
Misurabile: si deve fare riferimento a degli indicatori in termini qualitativi e quantitativi per riconoscere quando viene raggiunto
Accessibile: deve essere raggiungibile, quindi in liena con il tempo e con le risorse/competenze del soggetto. Gli deve essere fornito il giusto supporto.
Realistico
Time bound: deve essere concluso entro un certo limite di tempo

21
Q

Da un punto di vista metodologico, una variabile moderatrice:

A

Interviene nella relazione tra due variabili regolandone (rafforzandone o depotenziandone) la relazione.
Oltre che influenzarne la forza può cambiarne anche la direzione.

Inoltre, una variabile moderatrice può anche indicare per quali sottogruppi o condizioni la relazione tra le due variabili è più forte o più debole.

La mediatrice se manca annulla il rapporto tra a e b

22
Q

Un limite della teoria “life span-life space” (D. Super) consiste nel fatto che:

A

Implica tappe che si susseguono in progressione gerarchica e cumulativa.

La teoria del life-career rainbow di super mira a integrare lo sviluppo di un individuo e i sei ruoli sociali che dovrà ricoprire durante la sua esistenza.

Quindi stando a questa teoria l’uomo dovrebbe incontrare 6 stadi in modo lineare e che ognuno di essi gli dovrebbe permettere di superare dei compiti di sviluppo importanti.

Super attribuisce autonomia all’individu nella gestione e nell’adattamento dei differenti suoli sociali e delle tappe evolutive in termini di carriera ad essi associati.

Da qui nasce il concetto dell’adattamento alla carriera che fa riferimento al grado in cui le persone sono in grado di riuscire a
gestire le transizioni attraverso ruoli e momenti.

Il limite: presume stabilità e linearità che non corrispondono alle linee di vita oltre che alla realtà lavorativa attuale.

23
Q

Una “revisione sistematica” (systematic review):

A

Una revisione sistematica è uno studio di ricerca che raccoglie, analizza e sintetizza in modo rigoroso ed esaustivo le prove disponibili su un argomento specifico.

24
Q

La differenza tra “giustizia distributiva” e “giustizia procedurale”, in Pubbliche Amministrazioni (come ad esempio
nel caso dell’amministrazione di un’università):

A
25
Q

Facendo riferimento alla prospettiva dell’“attaccamento AL luogo di lavoro” (“attachment TO the workplace”), il
remote working è patito di meno da chi ha:

A

L’attaccamento al luogo di lavoro si definisce come il legame affettivo diretto verso lo spazio fisico entro cui l’occupazione professionale di un soggetto si svolge, ed è risultante dell’interazione
tra la persona e il suo ambiente lavorativo e organizzativo.
Il Workplace Attachtment Style Questionnaire (WASQ) –
Batholomew & Horowitz Si riferisce ai luoghi di lavoro in quanto anche quest’ultimo può essere uno stile di attaccamento; paradigma che spiega come ci attacchiamo alle cose, modalità diverse di stare in relazione con il lavoro fisico. C’è corrispondenza tra stile di attaccamento come modello interno e il legame con il lavoro fisico.

  • Stile sicuro: appartiene a quei dipendenti che si dichiarano
    affezionati al proprio luogo di valoro, troverebbero difficile abbandonarlo, sentono una corrispondenza tra quest’ultimo e se stessi, si godono il tempo che vi trascorrono, e non
    apprezzerebbero lavorare in un altro luogo.
  • Stile preoccupato: riguarda prevalentemente un sentimento di
    ansia, disagio e oppressione associato al proprio luogo di lavoro, nonché ricordi negativi inerenti a quest’ultimo.
  • Stile evitante: caratterizza i dipendenti che preferiscono evitare certi luoghi della propria organizzazione anche se questo
    interferisce con il loro lavoro, non si trattengono sul luogo del lavoro più del necessario, temono di rientrare nel proprio luogo di lavoro dopo le vacanze e tendono a indugiare nel recarsi
    verso il proprio luogo di lavoro.
26
Q

.Un professore universitario inizia a dare caramelle a tutti gli studenti che rispondono correttamente a una
domanda. Le risposte esatte aumentano del 30%. Questo aumento nella performance:

A

Secondo la teoria VIE di Vroom, la forza della motivazione associata
a un determinato comportamento è l’esito della combinazione di tre
fattori:

  1. Aspettativa: riguarda l’idea che si sia in grado di mettere in atto un comportamento che consenta il raggiungimento dell’obiettivo; vi è una valutazione di quanto e se gli sforzi siano commisurati alla performance, dunque, ci si sottopone ad uno sforzo (non necessariamente fisico) e ci si aspetta che la performance sarà migliore.
  2. Strumentalità: fa riferimento alla credenza che il raggiungimento dell’obiettivo consenta di ottenere la ricompensa prevista; dunque, la probabilità che la ricompensa
    sarà ottenuta seguendo i comportamenti stabiliti.
  3. Valenza: valutazione sulla desiderabilità della ricompensa,
    valutazione che va da -1 (cose che si vogliono evitare) a +1
    (cose che si vogliono assolutamente).

Vroom sostiene che, perché ci sia una forte motivazione, tutte e tre
le componenti debbano essere positive: se anche soltanto una è
assente, la forza della motivazione sarà uguale a 0