Gli attuali modelli teorici della psicopatologia Flashcards

1
Q

Quali sono i fattori principali che orientano lo studio e il trattamento delle psicopatologie?

A

• Fattori genetici
• Fattori neuroscintifici
• Fattori cognitivo-comportamentali
• Fattori socio-emozionali

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2
Q

Cosa significa il termine ereditabilità?

A

Il termine ereditabilità indica in che misura la variabilità di un comportamento (o di un disturbo) all’interno di una popolazione può essere spiegata da fattori genetici

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3
Q

Quali sono le caratteristiche principali dell’ereditabilità?

A

• L’ereditabilità è un parametro statistico il cui valore può variare da 0 a 1. Più alto è il valore del parametro e maggiore è l’ereditabilità del carattere in esame.
• Il termine ha senso soltanto rispetto a una vasta popolazione e non a un singolo individuo. Perciò non è corretto parlare dell’ereditabilità di un certo comportamento o disturbo relativamente a una data persona.

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4
Q

Cosa sono i fattori ambientali nella ricerca genetica?

A

I fattori ambientali si dividono in condivisi e non condivisi.
I fattori ambientali condivisi comprendono tutti gli elementi condivisi da membri di una stessa famiglia come il reddito, lo stile educativo nell’allevare i figli, lo stato coniugale dei genitori e la qualità della loro relazione.
I fattori ambientali non condivisi (ambiente unico o unique environment) comprendono invece tutti gli elementi che differiscono tra i singoli membri di una famiglia, come le relazioni amicali o gli specifici ambienti personali.

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5
Q

I fattori ambientali hanno un ruolo nella psicopatologia?

A

I fattori ambientali condivisi sono importanti nello sviluppo delle condizioni psicopatologiche nei bambini. I fattori ambientali non condivisi sono difficili da misurare e variano moltissimo dall’infanzia all’adolescenza, ma possono avere un ruolo nello sviluppo della psicopatologia

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6
Q

Qual è la relazione tra geni e ambiente secondo la genetica?

A

Oggi sappiamo che quasi tutti i comportamenti sono, in certa misura, ereditabili (nel senso che coinvolgono i geni) e ciò nonostante, i geni non operano in totale isolamento dall’ambiente. Piuttosto, per l’intera durata della nostra esistenza l’ambiente plasma l’espressione dei nostri geni e i geni plasmano l’ambiente

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7
Q

Cosa significa la frase nature via nurture?

A

Natura tramite la cultura, ovvero i ricercatori stanno scoprendo in che modo le influenze ambientali quali stress, relazioni interpersonali e fattori culturali agiscono sui nostri geni attivandone alcuni e disattivandone altri e in che modo i nostri geni influenzano il corpo e il cervello

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8
Q

Quanti cromosomi possiede un individuo? Come sono composti?

A

23 coppie di cromosomi, per un totale di 46. Ogni cromosoma è composto da molti geni che veicolano l’informazione genetica (DNA), la quale viene trasmessa dai genitori ai figli

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9
Q

Cosa rende unico un individuo?

A

La sequenza in cui i geni sono ordinati nel DNA e il modo in cui vengono espressi

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10
Q

Cos’è il processo detto espressione genica?

A

I geni producono proteine che a loro volta determinano il funzionamento del corpo e del cervello. Alcune di queste proteine attivano o inattivano altri geni, dando luogo al processo di espressione genica

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11
Q

Cosa significa che la psicopatologia è poligenica?

A

Per quanto riguarda la maggior parte dei disturbi mentali, la vulnerabilità individuale non dipende da un unico gene. Piuttosto la psicopatologia si rivela poligenica, il che significa che l’essenza della vulnerabilità risiede in più geni, i quali possono agire in momenti diversi dello sviluppo e che si attivano o si disattivano nell’interazione con l’ambiente che circonda la persona

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12
Q

I disturbi mentali vengono ereditati tramite i geni?

A

No, i disturbi mentali si sviluppano attraverso l’interazione tra i geni e l’ambiente

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13
Q

Cos’è la genetica del comportamento?

A

La genetica del comportamento è lo studio del grado in cui i geni e i fattori ambientali influenzano il comportamento

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14
Q

La genetica del comportamento studia il modo in cui geni e ambiente influenzano il comportamento?

A

No, molti studi di questa disciplina stimano l’ereditabilità di un disturbo mentale senza fornire alcuna informazione su come i geni potrebbero agire

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15
Q

Cosa si intende con il termine genotipo?

A

Il genotipo è il corredo genetico di un individuo formato dai geni ereditati dai genitori. Il genotipo è la sequenza fisica del DNA e non è osservabile direttamente a occhio nudo

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16
Q

Cosa si intende con il termine fenotipo?

A

Il fenotipo è l’insieme di tutte le caratteristiche comportamentali manifeste, esteriormente osservabili in un individuo (come i livelli di ansia)

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17
Q

Di cosa è il prodotto il fenotipo?

A

Il fenotipo è il prodotto di ambiente e genotipo

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18
Q

L’espressione genica è un’entità statica o dinamica?

A

È un’entità dinamica, infatti i geni si attivano e si disattivano, per esempio, in momenti specifici dello sviluppo. I programmi genetici sono dotati di notevole flessibilità, cioè in modo consistente agli eventi che ci accadono

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19
Q

Cosa studia la genetica molecolare?

A

La genetica molecolare cerca di identificare particolari geni e le loro funzioni

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20
Q

Cosa si intende per polimorfismo genetico?

A

È la presenza, entro una popolazione, di più varianti di una data sequenza di DNA

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21
Q

Su cosa si sono concentrate le più recenti ricerche di genetica molecolare?

A

Sull’individuazione di differenze tra singoli individui nella sequenza e nella struttura dei loro geni

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22
Q

Cosa sono gli SNP o polimorfismi di singoli nucleotidi?

A

Uno SNP è una differenza tra individui a livello di un singolo nucleotide (A,T,G,C) nella sequenza del DNA di un gene

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23
Q

Su cosa si sono concentrati gli studi di genetica molecolare sulle differenze nella sequenza dei geni?

A

Sugli SNP

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24
Q

Quanti SNP sono stati identificati e in relazione a quali disturbi mentali?

A

10 milioni di SNP che sono stati studiati in relazione alla schizofrenia, all’autismo e ai disturbi dell’umore

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25
Q

Cosa sono le variazioni nel numero di copie o CNV?

A

Una CNV è la presenza di un numero anomalo di copie di uno o più tratti di DNA nella sequenza di un gene

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26
Q

Su cosa si concentra lo studio delle CNV?

A

Lo studio delle differenze individuali nella struttura dei geni

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27
Q

In cosa possono consistere le CNV?

A

• Addizioni ovvero sono presenti copie soprannumerarie rispetto al normale
• Delezioni ovvero quando mancano delle copie rispetto al numero normale

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28
Q

Quale porzione del genoma umano rappresentano le CNV?

A

Il 5% e possono essere ereditate dai genitori oppure comparire ex novo come mutazioni spontanee

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29
Q

Cosa significa GWAS?

A

Genome-wide association studies

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30
Q

Cosa sono gli studi di associazione sull’intero genoma (GWAS)?

A

Sono un metodo fondamentale per esaminare gli SNP e CNV.
Attraverso l’uso di potenti computer, gli studiosi analizzano migliaia di geni per identificare le differenze nelle sequenze di geni tra le persone affette da disturbo mentale e coloro che non soffrono di alcun disturbo.

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31
Q

Quali disturbi sono stati indagati con il GWAS?

A

Disturbo bipolare, schizofrenia, autismo, depressione e morbo di Alzheimer

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32
Q

Cosa hanno mostrato gli studi GWAS?

A

In primo luogo hanno confermato i risultati dei primi studi di genetica molecolare che mostravano come numerosi geni fossero coinvolti in un determinato disturbo, supportando di fatto la concettualizzazione dei disturbi mentali come poligenici.
In secondo luogo questi studi hanno identificato delle notevoli somiglianze tra i diversi disturbi. Ovvero, invece di identificare geni o mutazioni genetiche (come gli SNP) specifiche per un particolare disturbi, diversi disturbi mentali sembrano condividere un rischio genetico comune.

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33
Q

Cosa indica il concetto di interazione geni-ambiente?

A

Questo concetto implica che la sensibilità di una persona a un evento ambientale è influenzata dai suoi geni.
Le esperienze nel corso della vita influenzano il modo in cui i geni vengono espressi e i geni influenzano i comportamenti in modo tale da portarci a scegliere esperienze differenti

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34
Q

Cos’è l’epigenetica?

A

È la disciplina che studia come l’ambiente modifica l’espressione o la funzione genica.
Il termine epigenetica si riferisce a marcature chimiche che controllano l’espressione genica e l’ambiente ne può influenzare direttamente il funzionamento.

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35
Q

Cosa dicono gli studi sugli effetti dei processi epigenetici?

A

Una serie di studi con gli animali ha dimostrato che gli effetti di questi processi possono essere trasmessi attraverso diverse generazioni, dai genitori ai figli e addirittura da nonni a nipoti

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36
Q

Quali sono le sfide degli scienziati che stanno cercando di comprendere il ruolo dei fattori genetici in psicopatologia?

A

• La prima sta nello specificare esattamente i modi in cui geni e ambiente si influenzano reciprocamente.
• La seconda consiste nel tenere conto della complessità del compito sapendo che più geni contribuiscono all’insorgere di uno specifico disturbo e che un percorso molto lungo si snoda dai geni ai comportamenti complessi che costituiscono i disturbi mentali, percorso in cui intervengono parecchi processi biologici. Il percorso che collega i geni e i fenotipi comportamentali dei disturbi psicologici è una strada tortuosa fatta di numerosi processi biologici e psicosociali, ognuno dei quali è influenzato da numerosi geni. Perciò ogni gene o mutazione genica, presi singolarmente, possono manifestare solo un effetto molto piccolo. La grande sfida che abbiamo di fronte è riuscire a comporre insieme tutti i piccoli effetti genetici, in modo da arrivare a delineare i complessi quadri dell’espressione dei geni tramite l’ambiente che sottostanno ai disturbi mentali.
• La maggior parte dei fattori di vulnerabilità genetica non rappresentano un rischio selettivo ma, piuttosto, sembrano aumentare il rischio generale di sviluppare una condizione psicopatologica.

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37
Q

Quali sono le tre componenti nella ricerca in neuroscienze che rivestono particolare interesse per la comprensione dei disturbi mentali?

A

• I neuroni e i neurotrasmettitori
• La struttura e la funzione del cervello
• Il sistema neuroendocrino

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38
Q

Cosa sono i neuroni?

A

I neuroni sono le cellule del sistema nervoso, composto da miliardi di essi

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39
Q

Quali sono le quattro caratteristiche principali dei neuroni?

A

• Il corpo cellulare o soma
• Un numero variabile di dendriti, cioè ramificazioni brevi e spesse
• Uno o più assoni di lunghezza variabile, ma di solito uno solo lungo e sottile che si estende fino a notevoli distanze dal corpo cellulare
• I bottoni terminali o sinaptici, ovvero le espansioni all’apice di ciascuna delle numerose ramificazioni terminali dell’assone

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40
Q

Cosa succede quando un neurone riceve uno stimolo appropriato sul corpo cellulare o sui dendriti?

A

Si propaga un impulso nervoso lungo l’assone fino alle sue terminazioni. L’impulso nervoso deve superare lo spazio sinaptico per potersi trasmettere da un neurone all’altro.

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41
Q

Cos’è lo spazio sinaptico o sinapsi?

A

È un piccolo spazio che separa la terminazione assonica che trasmette l’impulso dalla membrana del neurone ricevente

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42
Q

Qual è il ruolo dei neurotrasmettitori?

A

I neirotrasmettitori sono sostanze chimiche contenute nelle vescicole sinaptiche dei bottoni terminali di ciascun assone. Quando il neurotrasmettitore diffonde nello spazio sinaptico alcune molecole raggiungono il neurone ricevente o postsinaptico. La membrana delle cellule postsinaptiche contiene dei recettori, la cui conformazione è tale che ogni recettore si lega con uno specifico neurotrasmettitore. Il legame tra un neurotrasmettitore e il recettore innesca un messaggio chimico nel neurone ricevente.

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43
Q

Come possono essere i messaggi chimici innescati dal legame tra neurotrasmettitore e recettore del neurone postsinaptico?

A

I messaggi possono essere:
• inibitori, cioè rendono meno probabile la generazione dell’impulsi nervoso nella cellula postsinaptica
• eccitatori, quindi innescano un nuovo impulso nel neurone postsinapico

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44
Q

Cosa deve accadere dopo che il neurone presinaptico ha rilasciato il neurotrasmettitore?

A

La sinapsi deve tornare al suo stato normale. Non tutte le molecole del neurotrasmettitore rilasciato raggiungono i recettori postsinaptici: alcune rimangono nella sinapsi e vengono degradate da enzimi; altre vengono riassorbite dal neurone presinaptico mediante un processo di ricaptazione

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45
Q

Quali sono i neurotrasmettirori che sembrano coinvolti in certi disturbi mentali?

A

• Dopamina
• Serotonina
• Noradrenalina
• Acido gamma-amminobutirrico (GABA)

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46
Q

In quali disturbi mentali sembrano essere coinvolti i neurotrasmettitori?

A

• Dopamina e serotonina sembrano essere coinvolte nella depressione, nella mania e nella schizofrenia
• La noradrenalina agisce attraverso il sistema nervoso simpatico, dove partecipa alla produzione di stati di elevata attivazione fisiologica, ragione per cui può essere coinvolta nell’ansia e in altre condizioni legate allo stress
• Il GABA inibisce la trasmissione degli impulsi nervosi nella maggior parte delle aree cerebrali e può essere coinvolto nei disturbi d’ansia

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47
Q

Cosa sono la sostanza grigia e la sostanza bianca?

A

La sostanza grigia è composta dai neuroni che rivestono il sottile strato esterno della corteccia cerebrale.
La sostanza bianca è la parte interna della corteccia cerebrale formata da grossi fasci o tratti di fibre mieliniche che connettono i neuroni corticali con quelli del midollo spinale e in altre regioni del cervello

48
Q

Come è composta la corteccia cerebrale?

A

La corteccia è formata da sei strati di neuroni fittamente addensati, il cui numero è stimato a circa 16 miliardi.
La corteccia presenta una fitta rete di circonvoluzioni: le pieghe in rilievo prendono il nome di giri, mentre le depressioni tra di esse sono dette solchi o scissure.
I solchi distinguono aree differenti della corteccia: lobo frontale, lobo parietale, lobo occipitale e lobo temporale.

49
Q

Come sono situati i lobi rispetto alla scissura di Rolando (solco centrale) e alla scissura di Silvio (solco laterale)?

A

• Il lobo frontale è situato anteriormente al solco centrale
• Il lobo parietale è situato posteriormente al solco centrale e sopra al solco laterale
• Il lobo temporale si trova sotto il solco laterale
• Il lobo occipitale si trova posteriormente ai lobi parietale e temporale

50
Q

Qual è un’importante area corticale?

A

La corteccia prefrontale che si situa nella regione anteriore degli emisferi e contribuisce alla regolazione dell’amigdala

51
Q

Quali sono le caratteristiche strutturali del cervello che si possono osservare sezionando il cervello lungo il piano sagittale mediano, ovvero separando i due emisferi?

A

Si possono notare la sostanza bianca e i ventricoli ovvero cavità piene di liquido cerebrospinale. Questo liquido (liquor) scorre attraverso il cervello nelle cavità ventricolari, le quali si prolungano nel canale al centro del midollo spinale.

52
Q

Quali sono le strutture sottocorticali spesso implicate in varie forme di psicopatologia?

A

• Porzione anteriore del giro del cingolo
• Ippocampo, associato alla memoria
• Ipotalamo, che regola il metabolismo, la temperatura corporea, la sudorazione, la pressione arteriosa, il sonno e l’appetito e l’amigdala
• Amigdala, importante per i processi di attenzione verso stimoli rilevanti dal punto di vista emozionale

53
Q

Cosa indagano gli studi sulla connettività cerebrale?

A

Gli studi più attuali in psicopatologia non indagano soltanto le aree e le strutture cerebrali, ma tendono a studiare la connettività di diverse aree del cervello. Queste ricerche sono volte a spiegare come le differenti aree cerebrali siano connesse tra loro

54
Q

Quali sono le tre tipologie di connettività?

A

• Connettività strutturale o anatomica (connettività di più aree cerebrali tramite i fasci di sostanza bianca)
• Connettività funzionale (connettività tra aree cerebrali ottenuta correlando il loro segnale dipendente dal livello di ossigenazione nel sangue o BOLD = blood oxygen level dependent)
• Connettività effettiva (combina entrambe le tipologie di connettività precedenti. Essa non mostra solo le correlazioni tra il segnale BOLD di diverse aree cerebrali, ma anche la direzione e la sincronizzazione di queste attivazioni)

55
Q

Cos’hanno rilevato gli studi sulla connettività?

A

L’esistenza di reti o circuiti neurali

56
Q

Cosa sono le reti neurali?

A

Sono gruppi di regioni cerebrali connesse tra loro che si attivano durante l’esecuzione di un determinato compito o in condizioni di riposo

57
Q

Quali sono due esempi di circuiti neurali?

A

• Il circuito fronto-parietale si attiva quando le persone svolgono dei compiti cognitivi
• Il default-mode network (letteralmente circuito della connessione di base) comprende diverse aree della corteccia prefrontale e di quella temporale e si attiva quando le persone sognano a occhi aperti, pensano al futuro oppure rievocano ricordi

58
Q

Cos’è l’asse HPA?

A

L’asse HPA è l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene di cruciale importanza per la risposta dell’organismo allo stress

59
Q

Come funziona l’asse HPA?

A

Di fronte a una minaccia l’ipotalamo secerne il fattore di rilascio della corticotropina, il quale segnala all’ipofisi di produrre l’ormone adenocorticotropo (ACTH) che attraverso il circolo sanguigno raggiunge le ghiandole surrenali. Lo strato esterno di queste ghiandole rilascia il cortisolo, detto ormone dello stress poichè l’andamento del suo rilascio è determinato dallo stress

60
Q

Come si modificano i livelli di cortisolo durante la giornata?

A

Il livello di cortisolo è massimo al risveglio e diminuisce nel corso della giornata, presentando un leggero aumento nel corso del pomeriggio

61
Q

Perchè il sistema del cortisolo non è ad azione rapida?

A

Non è un sistema ad azione rapida perché occorrono dai 20 ai 40 minuti affinchè il livello di cortisolo arrivi al suo picco massimo. Una volta che l’evento stressante o la situazione minacciosa sono cessati occorre circa un’ora perchè il livello di cortisolo ritorni ai suoi livelli di base cioè quelli precedenti all’avento stressante

62
Q

Cosa può causare lo stress cronico?

A

Lo stress cronico può portare a un cambiamento persistente nel rilascio del cortisolo. Per esempio, in alcune persone le variazioni del rilascio del cortisolo durante il giorno possono essere appiattite, ovvero prive del tipico declino che solitamente si osserva durante il corso della giornata. Questo fenomeno può essere dovuto a un basso livello di cortisolo al mattino oppure a un’incapacità di diminuirlo nel corso della giornata

63
Q

A quali disturbi sono associati lo stress cronico e i suoi effetti sull’asse HPA?

A

Schizofrenia, depressione, PTSD

64
Q

Cosa suggeriscono gli studi sullo stress e sull’asse HPA?

A

Suggeriscono che l’esposizione precoce a eventi stressanti potrebbe sensibilizzare l’asse HPA a rispondere in un determinato modo quando si affrontano condizioni stressanti anche in età adulta

65
Q

Su quale sistema lo stress produce effetti notevoli?

A

Lo stress produce effetti sul sistema immunitario, quindi, dato che lo stress è implicato in vari disturbi mentali anche il sistema immunitario sembra essere coinvolto

66
Q

Da quali componenti è composto il sistema immunitario?

A

Il sistema immunitario è composto da un vasto numero di cellule e proteine che rispondono quando il corpo viene infettato o invaso.
Alcune cellule del sistema immunitario sono le cellule T, i macrofagi e le cellule natural killer (NK) che si dirigono verso gli invasori e iniziano a distruggerli

67
Q

Come lavora il sistema immunitario?

A

Quando il corpo viene infettato da microrganismi infettivi o da agenti di altri tipi, il sistema immunitario rilascia un gran numero di cellule di tipo diverso che si dirigono verso gli invasori e iniziano a distruggerli. L’infiammazione spesso produce un gonfiore a livello locale ed è un segno che questi elementi immunitari stanno svolgendo la loro azione

68
Q

Di cosa stimolano il rilascio i macrofagi?

A

I macrofagi stimolano il rilascio di citochine, ovvero particolari proteine che contribuiscono ad avviare risposte corporee contro l’infezioni, quali stanchezza, infiammazione e l’attivazione dell’asse HPA.

69
Q

Quali sono le citochine che producono un’infiammazione vantaggiosa per l’organismo?

A

Le citochine proinfiammatorie come l’interluchina-1 (IL-1) e il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa) che sono implicate nella depressione e l’interluchina-6 (IL-6) e l’interluchina-8 (IL-8) che sono implicate nella schizofrenia

70
Q

Nonostante le neuroscienze abbiano fatti enormi progressi nello studio della psicopatologia, qual è un rischio ancora attuale di questa ricerca?

A

Il rischio è quello di adottare un approccio riduzionista, ovvero nel caso dei disturbi mentali ridurre le complesse risposte mentali ed emozionali all’attività del cervello

71
Q

Cos’è il riduzionismo?

A

Il riduzionismo è la visione teorica secondo la quale l’oggetto di studio può e deve essere ridotto ai suoi elementi costitutivi fondamentali

72
Q

Quali sono le conoscenze importanti sull’associazione tra cervello e psicopatologia emerse dagli studi di neuroimmagine?

A

• Inprimo luogo è assodato che un determinato disturbo mentale non è associato al malfunzionamento di una singola area cerebrale, ma al contrario, sono implicati vasti circuiti neurali.
• In secondo luogo le neuroscienze hanno messo in rilievo come diversi disturbi mentali condividano il malfunzionamento degli stessi circuiti neurali. Ovvero, molte delle stesse aree e degli stessi circuiti neurali sono compromessi in numerosi diversi disturbi

73
Q

Cosa comprende il contributo delle scienze cognitivo-comportamentali nello studio della psicopatologia?

A

I principi dell’apprendimento e i concetti delle scienze cognitive come l’attenzione, la memoria, gli schemi e la valutazione cognitiva

74
Q

Qual è una delle principali influenze derivate dal comportamentismo?

A

È la nozione che un comportamento problematico continuerà a essere prodotto se riceve un rinforzo. Da questo concetto è derivata la terapia di attivazione comportamentale.

75
Q

Cos’è la BA (behavioral activation) o terapia di attivazione comportamentale?

A

È un tipo di terapia in cui il terapeuta aiuta il paziente a mettere in atto comportamenti che creano opportunità di ricevere rinforzi positivi

76
Q

Perchè è utile conoscere i modelli di rinforzo?

A

I modelli di rinforzo aiutano a comprendere la durevolezza di alcuni comportamenti indesiderati, come il comportamento aggressivo

77
Q

Una volta identificata la fonte del rinforzo come viene utilizzata la terapia comportamentale?

A

La terapia comportamentale può essere utilizzata per cambiare le conseguenze del comportamento problematico. Per esempio, se si appura che un comportamento problematico viene rinforzato perchè attira attenzione, il trattamento potrebbe essere ignorare quel comportamento. Questo intervento è in grado di estinguere il comportamento indesiderato. In alternativa, si potrebbe far seguire al comportamento problematico un periodo di time-out, ovvero la persona viene lasciata per un certo periodo in una situazione dove non sono disponibili rinforzi positivi

78
Q

Cos’è la tecnica dell’esposizione?

A

L’esposizione è una tecnica comportamentale basata sui principi del condizionamento classico e largamente utilizzata per trattare le fobie e l’ansia. L’assunto teorico di fondo è che l’ansia si estinguerà se la persona riuscirà a confrontarsi per un tempo sufficientemente lungo con l’oggetto o la situazione temuta senza che si verifichi alcun danno.
A volte l’esposizione avviene in situazioni reali, mentre altre volte si ricorre a un’esposizione immaginativa per cercare di risolvere paure legate a violenze, traumi o contaminazioni. In altri casi il trattamento utilizza entrambi i tipi di esposizione

79
Q

Quali sono i limiti dell’approccio comportamentale?

A

All’approccio comportamentale viene rivolta la critica di minimizzare due aspetti importanti, ovvero ciò che si prova e si pensa in una data situazione. In altre parole, ciò che si pensa e ciò che si sente influenzano il comportamento di una persona

80
Q

Di cose si occupano le scienze cognitive?

A

Le scienze cognitive si occupano di come le persone strutturano le proprie esperienze, ne traggono un senso e mettono in relazione le esperienze presenti con quelle passate, depositate in memoria

81
Q

Cosa indica il termine cognizione?

A

Il termine cognizione riassume in sè numerosi processi mentali: percezione, riconoscimento, ideazione, giudizio e ragionamento

82
Q

Come concepiscono le persone gli psicologi cognitivi?

A

Gli psicologi cognitivi concepiscono l’individuo come interprete attivo di ogni situazione, e le sue conoscenze passate costituiscono un sorta di canale percettivo attraverso cui viene vagliata l’esperienza presente. La persona inserisce ogni nuova informazione in una rete organizzata di conoscenze già acquisite, rete spesso indicata con il termine schema o set cognitivo

83
Q

Quali sono i concetti indagati dalla psicologia cognitiva?

A

I concetti di schema e attenzione

84
Q

Cosa pensano gli psicologi cognitivi in merito allo studio dell’attenzione?

A

Le persone affette d’ansia, disturbi dell’umore e schizofrenia hanno problemi di attenzione. Per esempio, i soggetti che soffrono di disturbi d’ansia tendono a concentrare l’attenzione su situazioni o eventi minacciosi o ansiogeni presenti nell’ambiente. Le persone affette da schizofrenia hanno difficoltà a tenere concentrata l’attenzione per un lungo periodo di tempo.

85
Q

Come sono legati i concetti di schema e attenzione?

A

Se una persona ha uno schema o un set cognitivo riguardo al mondo (ad esempio il mondo è pericoloso), è probabile che essa presti particolare attenzione alle cose minacciose o pericolose nell’ambiente. Inoltre, tale persona ha più probabilità di interpretare come minacciosi eventi ambientali di significato ambiguo

86
Q

Qual è il ruolo dell’inconscio secondo le neuroscienze cognitive?

A

Per le neuroscienze cognitive l’inconscio riflette l’efficienza e l’incredibile grado di automatismo del cervello: intorno a noi accadono semplicemente troppe cose perchè possiamo essere continuamente coscienti di tutto. Il nostro cervello ha quindo sviluppato la capacità di registrare l’informazione per poi utilizzarla in un momento successivo, anche se noi non ne siamo consapevoli

87
Q

Perchè le neuroscienze cognitive hanno studiato la memoria implicita?

A

Le neuroscienze cognitive hanno studiato i correlati neurali dei comportamenti che avvengono al di fuori della coscienza. Per esempio il concetto di memoria implicita fa riferimento al fatto che una persona può essere influenzara da precedenti apprendimenti, senza esserne consapevole.
Quello della memoria implicita è un paradigma ormai stabilmente adottato dalla ricerca in psicopatologia, che ha per esempio dimostrato che persone affette da ansia sociale e depressione hanno difficoltà in questo tipo di compiti

88
Q

In cosa consiste la terapia cognitivo-comportamentale (CBT, cognitive-behaviour therapy)?

A

La CBT incorpora le teorie e la ricerca sui processi cognitivi. I terapeuti che applicano questo approccio prestano molta attenzione agli aspetti più personali della vita del paziente (pensieri, percezioni, giudizi, autovalutazioni e assunti inconsci) e intervengono su di essi nel tentativo di comprendere e modificare i disturbi manifesti o nascosti del suo comportamento

89
Q

Cosa indica il termine ristrutturazione cognitiva?

A

Si intende la modificazione di uno schema.

90
Q

Perchè si utilizza la ristrutturazione cognitiva?

A

Le persone affette da depressione possono non rendersi conto di quanto spesso pensino a se stesse in termini ipercritici e quelle affette da disturbi d’ansia possono non rendersi conto che possono essere ipersensibili a potenziali situazioni di minaccia che si presentano nel loro mondo.
Il terapeuta cognitivo-comportamentale pensa di poter cambiare il modo di sentire, i comportamenti e i sintomi di questi pazienti agendo sulle loro cognizioni. Il lavoro del terapeuta inizia con il monitorare tutti i pensieri che la persona esperisce nella vita quotidiana, ma poi cerca di portare in luce le distorsioni cognitive profonde e gli schemi precostituiti che possono modulare i pensieri negativi della persona nella quotidianità

91
Q

Su quale principio si basa la terapia cognitiva della depressione di Aaron Beck?

A

Questa teoria si basa sul concetto che individui affetti da depressione hanno una percezione distorta delle proprie esperienze: tale distorsione percettiva li porta, per esempio, a trascurare tutti gli avvenimenti positivi e a focalizzare l’attenzione esclusivamente su quelli negativi

92
Q

In cosa consiste la terapia cognitiva di Beck?

A

La terapia di Beck, oggi adattata a molti altri disturbi oltre alla depressione, è un trattamento collaborativo fra il terapeuta e la persona che richiede il trattamento.
Lo scopo generale della terapia è fornire alla persona opportunità per fare esperienze, all’interno come all’esterno del setting terapeutico, che possono modificare i suoi schemi mentali negativi e a far prevalere il sentimento di speranza sulla disperazione

93
Q

Quali sono i fattori socio-emozionali che svolgono un ruolo nella psicopatologia?

A

• Emozioni
• Fattori socioculturali
• Fattori interpersonali

94
Q

Cos’è un’emozione?

A

Un’emozione è uno stato di breve durata, solo qualche secondo o minuto, o al massimo qualche ora. A volte per descrivere un’emozione di breve durata si usa il termine stato affettivo (affect). Il tono dell’umore, invece, è uno stato emozionale che dura più a lungo.

95
Q

Quali sono le componenti delle emozioni?

A

• Componente espressiva o comportamentale
• Componente esperienziale o soggettiva
• Componente fisiologica

96
Q

Cos’è la componente espressiva delle emozioni?

A

Si riferisce all’espressione facciale dell’emozione

97
Q

Cos’è la componente esperienziale delle emozioni?

A

Si riferisce a ciò che una persona dice di sentire in un dato momento o in risposta a un dato evento

98
Q

Cos’è la componente fisiologica delle emozioni?

A

Implica modificazioni a livello somatico, come quelle dovute alle attività del sistema nervoso autonomo, tipicamente associate all’emozione

99
Q

Perchè è importante lo studio delle emozioni in psicopatologia?

A

Le emozioni influenzano il modo in cui le persone rispondono ai problemi e alle sfide dell’ambiente, le aiutano a organizzare i pensieri e le azioni, sia a livello implicito che esplicito e inoltre guidano il loro comportamento. Le emozioni hanno un ruolo centrale nella vita delle persone e per questo molte forme di psicopatologia coinvolgono un disturbo della sfera emotiva

100
Q

Quali sono i due fattori da considerare nello studio delle emozioni in psicopatologia?

A

• Componenti delle emozioni
• Stato affettivo ideale (ideal affect)

101
Q

Perchè è importante tenere in considerazione le componenti dell’emozione?

A

È importante farlo perchè i vari disturbi differiscono per la compromissione di alcune componenti dell’emozione piuttosto che altre. In alcuni disturbi possono rivelarsi alterate tutte le componenti dell’emozione, mentre in altri problemi l’alterazione può riguardare una componente soltanto.

102
Q

Quali sono degli esempi di compromissione delle componenti delle emozioni nei disturbi mentali?

A

• Le persone affette da schizofrenia hanno difficoltà a esprimere esteriormente le proprie emozioni, tuttavia riferiscono di provare emozioni molto intense (compromissione della componente espressiva, ma non di quella esperienziale)
• Le persone affette da disturbo di panico esperiscono una paura eccessiva in assenza di pericolo reale (compromissione della componente fisiologica)
• Le persone che soffrono di depressione possono esperire tristezza e altri sentimenti negativi per periodi di tempo prolungati (compromissione della componente fisiologica)
• Una persona con disturbo antisociale di personalità non prova alcuna empatia nei riguardi degli altri (compromissione della componente fisiologica)

103
Q

Cosa si intende con stato affettivo ideale?

A

Lo stato affettivo ideale indica il tipo di stati emozionali che una persona idealmente vorrebbe provare.

104
Q

In base a cosa variano gli stati affettivi ideali?

A

Le ricerche hanno dimostrato che gli stati affettivi ideali variano in relazione a fattori culturali. Per esempio, persone provenienti da paesi di cultura occidentale individuano nella felicità il loro sentimento ideale, mentre le persone di origine asiatica attribuiscono a emozioni positive meno eccitanti, come la serenità, un valore maggiore che alla felicità

105
Q

Quali influenze socioculturali possono contribuire all’insorgere dei disturbi mentali?

A

• Genere
• Appartenenza etnica
• Cultura
• Disparità di reddito
• Povertà

106
Q

Cosa dicono gli studi sul ruolo del genere nella psicopatologia?

A

Alcune psicopatologie colpiscono in modo diverso uomini e donne. Per esempio, la depressione ha nella popolazione femminile una frequenza quasi doppia rispetto alla popolazione maschile. D’altra parte il disturbo antisociale di personalità e il disturbo da abuso di alcol sono più comuni tra gli uomini che tra le donne.
Gli studi attuali stanno andando oltre la semplice ricerca di differenze tra maschi e femmine nella prevalenza di particolari disturbi e cercano invece di chiarire se certi fattori di rischio potrebbero influire in modo diverso sui due sessi nello sviluppo di un disturbo.

107
Q

Cosa dicono gli studi sul ruolo della povertà nella psicopatologia?

A

La povertà è un fattore di rischio importante per i disturbi psicologici. La povertà è correlata, per esempio, con il disturbo antisociale di personalità, i disturbi d’ansia e la depressione.
La disparità di reddito è associata a una maggiore incidenza di psicopatologia: nelle aree dove la disparità di reddito è più alta le persone soffrono in misura maggiore di diversi disturbi mentali, tra cui la depressione e la psicosi.

108
Q

Cosa dicono gli studi sul ruolo dei fattori etnici e culturali nella psicopatologia?

A

Queste ricerche hanno dimostrato che numerosi disturbi sono presenti in diversi paesi del mondo e che non esiste un paese, o una cultura, in cui non si manifestino problemi psicopatologici di qualche tipo.
Sebbene emergano somiglianze interculturali tra i disturbi mentali nelle diverse culture, i sintomi dei vari disturbi, come pure la possibilità di trattamento e la disponibilità a sottoporvisi, risentono spesso di profonde influenze culturali

109
Q

Cosa dicono i ricercatori dei fattori interpersonali?

A

I ricercatori che indagano il contributo dei fattori interpersonali sono d’accordo sul fatto che le influenze ambientali possono scatenare, esacerbare o mantenere i sintomi che costituiscono i diversi disturbi mentali. Le relazioni familiari, il supporto sociale e anche rapporti sociali più superficiali assumono un ruolo fondamentale nel condizionare il corso dei disturbi mentali.

110
Q

In cosa consiste la terapia interpersonale (IPT, interpersonal therapy)?

A

La terapia interpersonale sottolinea l’importanza delle relazioni attuali nella vita della persona e il fatto che problemi nelle relazioni possono contribuire all’insorgere di sintomi psicopatologici

111
Q

Qual è il compito del terapeuta nell’IPT?

A

• Il terapeuta incoraggia la persona a identificare e poi esprimere i sentimenti relativi alle sue relazioni
• Il terapeuta aiuta il paziente a trovare soluzioni per i suoi problemi interpersonali
In breve, il terapeuta aiuta la persona a capire che la psicopatologia si manifesta in un contesto sociale e relazionale e che, per ridurre i sintomi psicopatologici è necessario che apprenda a gestire meglio le modalità con cui si relaziona agli altri

112
Q

Per quali disturbi si è rivelata efficacia l’IPT?

A

Per la depressione, i disturbi dell’alimentazione, i disturbi d’ansia e i disturbi di personalità

113
Q

Quali aspetti delle relazioni interpersonali vengono valutati per capire se uno o più di essi influenzino il manifestarsi dei sintomi?

A

• Esperienze dolorose irrisolte (l’esperienza di dolore conseguente a una perdita è rinviata nel tempo o è vissuta in modo incompleto)
• Transizione di ruolo (il passaggio dal ruolo di figlio a quello di padre o da quello di lavoratore a quello di pensionato)
• Conflitti di ruolo (situazioni in cui i partner di una relazione sentimentale hanno aspettative diverse rispetto alla relazione stessa)
• Deficit interpersonali e sociali (essere incapaci di avviare una conversazione con una persona sconosciuta o avere difficoltà a trattare con il proprio datore di lavoro)

114
Q

Cosa si intende con il termine stress?

A

Lo stress è un’esperienza soggettiva di disagio in risposta a condizioni o eventi ambientali percepiti come problematici

115
Q

Quali sono le sfide nello studio del ruolo delle influenze ambientali e socioemozionali?

A

• La prima sfida è capire se i fattori ambientali e socioemozionali hanno un ruolo casuale. Il modo migliore per identificare i fattori casuali è condurre esperimenti dove i partecipanti vengono assegnati a diverse condizioni in modo casuale. Purtroppo non è possibile attribuire casualmente ai partecipanti l’aver fatto o il non aver fatto esperienza di un trauma per vedere quali persone hanno più probabilità di sviluppare un disturbo mentale.
• La seconda sfida consiste nel fatto che molti fattori socioemozionali sono correlati tra loro. Per esempio vivere in povertà può essere molto stressantr e per questo motivo distinguere il ruolo della povertà da quello dello stress è impossibile.