Fondamenti della didattica Flashcards
FINALITA’ CULTURALI E DIDATTICHE DELLO STUDIO DELLA STORIA
- conservazione della memoria e ricostruzione di percorsi di civiltà (storia è la dimensione temporale e contestuale/lo sfondo entro cui una civiltà si identifica in un percorso fatto di cambiamenti e di aspetti che rimangono sempre uguali)
- ponte tra passato e presente in cui leggere razionalmente l’esperienza umana
- imperativo civico e morale per orientarci nel profluvio di informazioni e per non cadere preda di un uso strumentalizzato della storia
- attenzione a tutte le dimensioni e i fattori che sono nel contesto di sfondo a un fenomeno
- disciplina in divenire –> flessibile. Se la storia è tutta l’esperienza umana, questa si aggiorna in continuazione e si aggiornano anche le interpretazioni sulla base di 1) stimoli che provengono dal presente 2) nuove fonti
- educazione alla tolleranza (1) risposte diverse a uno stesso problema 2) messa al vaglio della propria tesi da una comunità di studiosi
- messa in pratica di un modo di procedere/applicazione di un metodo filologico rigoroso che ha diverse tappe
FONTI PRIMARIE E FONTI SECONDARIE
Fonti: tracce/qualsiasi elemento materiale o immateriale che serve a fornire risposte alla domanda di partenza dello storico (infatti la ricerca storica parte sempre con una domanda scatenata da un bisogno/urgenza/interesse/stimolo del tempo presente o di altre discipline). La fonte è problematicamente inserita in una rete interpretativa.
Le fonti primarie: testimonianze dirette che arrivano a noi senza mediazione. La raccolta e la disponibilità dipende dalla loro fruibilità (sono sottoposte all’arbitrio di un proprietario)
- fonti scritte originali
- fonti a stampa
- fonti audiovisive
- archeologiche
- sonore e visive
- opere letterarie (fonti primarie per il tempo in cui sono state scritte)
- noi stessi
a) problema dell’esame critico delle fonti primarie: devono essere DECIFRATE, ESAMINATO IL CONTENUTO, sottoposte a PROVA DELL’AUTENTICITA’ (possono esserci dei falsi storici per diverse ragioni), e definizione del grado di ATTENDIBILITA’
b) pregiudizio che le fonti primarie siano le più attendibili e verosimili. In realtà spesso la vicinanza storica induce a pregiudizi, le convinzioni influenzanti possono alterare la realtà, la memoria seleziona le informazioni e non ho una visuale a tutto campo, posso anche ricevere delle informazioni che sono state manipolate ad hoc dai mezzi di comunicazione
Le fonti secondarie: storiografia esistente attorno a un oggetto di studio/stato degli studi/informazioni accumulate da altri studiosi
- sono segnalate nei rimandi in nota
- uno storico professionista non può prescindere dalla raccolta e dall’esame aggiornato della bibliografia esistente attorno a un tema quando inizia la sua ricerca
COS’E’ UN LABORATORIO DI STORIA
METODOLOGIA DIDATTICA che mira al COINVOLGIMENTO e MOTIVAZIONE dello studente, che è condotto ad una RIFLESSIONE PROBLEMATIZZATA sul passato.
E’ un nuovo modo di affrontare lo studio didattico della storia anche alla luce dei cambiamenti che negli ultimi anni hanno interessato l’insegnamento, la scuola e il mondo dell’informazione.
E’ un modo per ACCOSTARSI A tecniche, metodologie e MODI DI PROCEDERE dello storico simulando un percorso di ricerca rigoroso e coerente.
- sfrutta il sistema dell’open classroom
- può avere un carattere MULTIDISCIPLINARE e coinvolgere più insegnanti
- ci si avvicina al METODO filologico e di ricerca utilizzato dallo STORICO (domanda, formulazione di ipotesi, raccolta di fonti e definizione della prospettiva di indagine, interrogazione e interpretazione delle fonti e mettere in rapporto tesi e dati, elaborazione di un testo storiografico e onestà intellettuale)
- studenti messi davanti a RICOSTRUZIONE PROBLEMATICA aperta al grado di flessibilità e imprevedibilità della ricerca
Procede per tappe:
1) fase PRELIMINARE: insegnante STIMOLA studenti alla riflessione, pone un quesito, una domanda, la cui risposta si può rintracciare nel passato –> deve quindi guidarli verso la simulazione (nuovo ruolo dell’insegnante).
2) fase INIZIALE (nel viaggio immaginario si è sul crinale tra presente e passato): DIBATTITO tra docente e studenti –> è un momento anche per verificare conoscenze e misconoscenze presenti
3) fase ESECUTIVA (passato): svolta in gruppo o individualmente con a) SELEZIONE di fonti/materiale predisposto dall’insegnante: per quale prospettiva di indagine una fonte è utile? b) INTERROGAZIONE della fonte –> organizzare le info che mi dà in una griglia di domande + individuare elementi di continuità e di cambiamento per dare adeguato spessore storico al fenomeno + INTERPRETAZIONE della fonte: inserita in un contesto storico, ragionamento concettuale
4) fase CONCLUSIVA: dal passato al presente: elaborazione di un testo che sintetizzi i risultati ottenuti, in cui le conclusioni vengono comparate con i presupposti da cui si è partiti con ONESTA’ INTELLETTUALE e una valutazione personale –> SOCIALIZZAZIONE DELLA CONOSCENZA e dibattito in classe
COS’E’ UN’UNITA’ MODULARE DI APPRENDIMENTO
Nuovo modo di affrontare lo studio e l’insegnamento didattico della storia.
Sezione del programma annuale di studio (disciplinare/interdisciplinare) che presenta OMOGENEITA’ TEMATICA e mira a far acquisire una rete integrata di abilità e conoscenze
1) può usare anche gli elementi della didattica tradizionale
2) ma ha interna compiutezza e autonomia: sezione autosufficiente che può prescindere dal riferimento a un prima e un dopo temporale
3) ha un nesso con un tempo presente
4) non è un insieme scoordinato di conoscenze, ma sono gli esercizi che creano informazione
5) stimola e rende trasparente il percorso di acquisizione delle conoscenze, in cui lo studente svolge un ruolo attivo
Diversi tipi di modulo:
A) NARRATIVO. tema trattato come fatto-svolgimento e risalto ad aspetti evolutivi ed esposizione progressiva degli eventi
B) DESCRITTIVO: fatto stato, descrizione dello stato attuale delle cose nei suoi elementi sincronici e di sistema
C) ARGOMENTATIVO
D) MISTO
FASI:
I) riflessione sul presente e tentativo da parte dell’insegnante di stimolare curiosità e tensione conoscitiva
II) dal presente al passato: rispondere a una domanda analizzando gli sviluppi del fenomeno nel passato: chiedersi quante conoscenze si possiedono, capire che si è di fronte a un processo di trasformazione nel tempo e che si dovrà adottare il metodo dello storico
III) analisi di fatti storici utilizzando fonti: brani selezionati dall’insegnante e interpretarli per COGLIERE ELEMENTI DI CONTINUITA’ E DI CAMBIAMENTO –> dare al fenomeno adeguato spessore storico
IV) ritorno al presente e utilizzare abilità acquisite per mettere a profitto le conoscenze maturate ritornando a prendere in esame la realtà presente
COOPERATIVE LEARNING
METODO DIDATTICO FONDATO SULLA COOPERAZIONE che può far parte di un laboratorio di storia. Origine negli anni ‘80 negli USA per contrastare l’eccesso di individualismo.
Gli studenti nella fase esecutiva del percorso di ricerca possono essere organizzati in gruppi. L’insegnante organizza il lavoro, predispone il materiale e ha ruolo di sovrintendente, consulente
Vantaggi:
1) unisce studenti con ABILITA’ DIFFERENTI, e ciascuno è responsabile di un compito, quindi l’apporto individuale non si annulla
2) il successo dipende da interazione e INTERDIPENDENZA POSITIVA
3) allena alla GESTIONE DEL TEMPO: lavorare secondo precise consegne.
4) vengono presi in considerazione più aspetti del fenomeno: attenzione a tutte le dimensioni/visuale panoramica/APPROCCIO MULTICAUSALE/ANALISI DIVERSIFICATA –> ciascun gruppo può occuparsi di un aspetto in particolare (scomposizione di operazioni cognitive che poi però si saldano, perché l’obiettivo finale è la ricostruzione complessiva)
5) affrontare ricerca anche su argomenti di un certo spessore
CRONOLOGIA E PERIODIZZAZIONE
Essendo il tempo una dimensione della storia ineliminabile (lineare, sequenziale, irripetibile e apollineo) che mette in rapporto continuità e cambiamento.
Cronologia: insieme di date riferite a un oggetto di indagine, una succesione nel tempo ordinata di eventi relativi al medesimo oggetto –> utile creare cronologie personalizzate
Periodizzazione: ritagliare sulla retta del tempo i segmenti corrispondenti alla durata di un fenomeno (carattere interpretativo: perché ho scelto proprio quella data per segnalare un momento di discontinuità rispetto a ciò che viene prima? e persuasivo: dare la parvenza di una visione sintetica)
1) ci fa capire come il tempo sia il principio ordinatore della storia, qualcosa di imprescindibile
2) il tempo storico è lineare, apollineo, sequenziale e irripetibile, ma come ci insegna Braudel esistono tempi multipli e irregolari della storia
3) La continua dialettica tra continuità e cambiamento è dove la civiltà riconosce se stessa nei fondamenti identitari
4) Ci sono dei luoghi, dei momenti all’interno del percorso evolutivo della disciplina che della didattica in cui le tradizionali periodizzazioni sono messe in pericolo
a) global history –> considerare i tanti altrove che si muovono con ritmi diversi dai nostri
b) didattica modulare che è una sezione autosufficiente e autonoma che può prescindere dalla considerazione di un prima e un dopo, da rapporti di linearità temporale con altre unità didattiche
COM’E’ CAMBIATO IL RUOLO DELL’INSEGNANTE DALLA LEZIONE CATTEDRATICA ALLA DIDATTICA ATTIVA
Il ruolo dell’insegnante è cambiato alla luce delle modifiche subite dal settore scolastico, dall’informazione, dalle discipline pedagogiche e didattiche ed è stato chiamato a rinnovarsi. La storia sembra impermeabili a innovazioni e tecniche, eppure è una disciplina così varia e flessibile, che consentirebbe di differenziare i propri strumenti didattici
PRIMA, DIDATTICA TRADIZIONALE:
1) uso del manuale –> storia generale + percorso cronologico-sequenziale (mantenuto un tempo storico lineare, apollineo e irripetibile)
2) modello trasmissivo del sapere: lezione cattedratica che segue uno schema lezione/spiegazione-studio del manuale-interrogazione
3) in sintesi –> non è da demonizzare la didattica tradizionale
ORA, DIDATTICA MODULARE E ATTIVA
- obiettivo: coinvolgimento e partecipazione attiva degli studenti, sollecitati alla riflessione problematizzata. Conoscenze + competenze. La conoscenza viene acquisita attraverso l’esercitazione
- modello trasmissivo del sapere: nuovo ruolo dell’insegnante non più vate, ma guida-consulente-sovrintendente che deve insegnare ad apprendere. Organizza il lavoro
- problemi per l’insegnante (impegno gravoso, serve conoscenza dei fondamenti della disciplina, della didattica e della pedagogia
TAPPE DEL METODO STORICO
1) domande dal tempo presente –> bisogni, urgenze, curiosità, interrogativo posto da altre discipline
2) formulazione di ipotesi di partenza
3) raccolta di fonti e selezione del materiale –> capire quale è la prospettiva di indagine per la quale la fonte è pertinente
4) riordino dei dati
5) interrogazione e interpretazione della fonte –> risponde alla mia domanda? se sì, cosa mi dice? conferma o confuta la mia ipotesi iniziale? Allena alla spiegazione pluricausale.
6) redazione di un testo storiografico o esposizione dei risultati raggiunti durante il percorso di ricerca –> non tanto teorica obiettività, quanto onestà intellettuale di non forzare la fonte. La verità è data dall’accuratezza del metodo filologico + consenso della comunità scientifica –> a cui ovviamente posso aggiungere le mie valutazioni personali, ma tenendo distinta la fase descrittiva
COS’E’ IL TEMPO DELLA STORIA
Tempo lineare, apollineo, irripetibile, che procede nei manuali secondo un principio cronologico-sequenziale. Ma esistono tempi multipli e irregolari, e trasformazioni che avvengono in tempi diversi.
La proposta di Braudel
LA PROPOSTA DI BRAUDEL: LA LUNGA DURATA e TEMPI MULTIPLI in un articolo del 1958 e in “Civiltà e imperi del Mediterraneo” del 1949
Scansione della sua opera (1949), “Civiltà e imperi del Mediterraneo all’epoca di Filippo II” in 3 parti, corrispondenti ciascuna a una suddivisione temporale . Ci sono trasformazioni che avvengono secondo tempi diversi.
- storia quasi immobile –> geografia umana: rapporti uomo/ambiente
- storia strutturale lentamente ritmata: quella dei gruppi e dei raggruppamenti (economica, sociale, demografica, commercio)
- storia evenemenziale: eventi che si susseguono nel tempo con onde rapide e nervose, ma sono solo istanti che hanno ragione di esistere in virtù delle strutture a loro sottese
LA RIVOLUZIONE STORIOGRAFICA DELLA NUOVA STORIA E DEGLI ANNALES
La Nuova Storia parte dalla critica alla storiografia scientifica di Ranke, che dà una lettura del passato troppo appiattita, una visuale solo dall’alto che utilizza documentazione di Stato, per produrre una storia esclusivamente politica.
Gli Annales sono il simbolo della rivoluzione storiografica novecentesca.
- fattori propulsivi di sviluppo
- caratteristiche della nuova storia
- fasi di sviluppo della rivista Annales
- la proposta di Braudel
BREVE SUCCESSIONE DI MODI DI FARE STORIA
- storiografia classica: autori greco-latini
- cristianesimo medievale: storia ancella della teologia/visione teleologica della storia
- Rinascimento e ‘600: nascita della storiografia moderna e storia a braccetto con la politica (nascono gli storici di stato che devono giustificare le formazioni politiche)
- Illuminismo: storiografia laica e razionale
- Ottocento: storiografia razionalista, nazionale, scientifica, positivista, che segue l’evoluzione delle teorie socialiste
COS’E’ LA WORLD HISTORY
Nuovo approccio storiografico che si propone di esaminare la storia da una prospettiva globale, dando spazio ai processi che innescano interazioni tra diversi gruppi umani. E’ storia delle connessioni/interazioni all’interno della comunità umana globale, che creano come una rete (metafora appropriata)
Privilegia la dimensione trans-culturale e trans-regionale
Obiettivi:
- abbandono dell’EUROCENTRISMO per una visione policentrica –> si cerca un decentramento dello sguardo, una polifonia di accenti e inclusione dei tanti altrove, altri piani spaziali
- RELATIVIZZARE i presunti primati europei
- dare spazio ai processi di IBRIDAZIONE, di MESCOLANZA di idee creati in seguito ai processi di globalizzazione, di NUOVI FILONI di studio (come la storia ambientale)
I problemi della World History
Il rapporto tra storia globale e storia locale
GLI OBIETTIVI DELLA WORLD HISTORY
- abbandono dell’EUROCENTRISMO per una visione policentrica –> si cerca un decentramento dello sguardo, una polifonia di accenti e inclusione dei tanti altrove, altri piani spaziali
- RELATIVIZZARE i presunti primati europei mettendo in risalto MODELLI ALTERNATIVI DI SVILUPPO
- dare spazio ai processi di IBRIDAZIONE, di MESCOLANZA di idee creati in seguito ai processi di globalizzazione, di NUOVI FILONI di studio (come la storia ambientale)
I PROBLEMI DELLA WORLD HISTORY
1) manca un canone epistemologico condiviso
2) a volte si traduce dei manuali con una semplificazione eccessiva, è un semplice collage di concetti presi in prestito da altre discipline
3) Spaesamento dato dall’abbandono della tradizionale periodizzazione
4) Esiste sempre un pov da cui parte la narrazione, come la storia della propria comunità che poi è inserita all’interno di aggregazioni più ampie –> si può partire dalla propria civiltà lasciando comunque spazio alla storia di paesi extraeuropei, dichiarando l’esistenza dell’opzione eurocentrica
RAPPORTO STORIA LOCALE E STORIA GLOBALE
La storia locale è un sottoinsieme della storia di una civiltà. Può essere la storia di una comunità, di una piccola dimensione spaziale per l’indagine della quale siamo chiamati, come storici, a utilizzare una lente di ingrandimento che ci consenta di isolare quella dimensione che ha proprie peculiarità.
Ci sono diversi vantaggi della storia locale
Però con la globalizzazione il globale è entrato nel locale senza superare le differenze. Non si tratta di uniformità. ma di interazione tra le due dimensioni.
GLOBALIZZAZIONE, I DIVERSI SIGNIFICATI SECONDO I DIVERSI POV
Non c’è accordo sul significato della parola, dipende dai pov:
- istituzionale –> rilievo assunto dagli attori transnazionali rispetto alla sovranità degli stati nazione
- economico –> imprese multinazionali che delocalizzano la produzione in aree del mondo con manodopera a basso costo
- culturale
- sviluppo tecnologico
cambiamenti che abbiamo conosciuto dopo il crollo del muro e la fine del vecchio ordine mondiale, in cui il globale è entrato nel locale
RADICI STORICHE DELLA GLOBALIZZAZIONE
1) Fine ‘800 - ‘900 –> rivoluzione dei trasporti: aumento velocità dei mezzi (transatlantici) e riduzione dei costi di trasporto
2) 1GM: suicidio politico dell’Europa che non più pretendere di porsi al centro del mondo
3) Primo dopoguerra: clima di decadenza generale: tracollo delle democrazie a favore di regimi totalitari, crisi del 1929 e fine della fiducia nel progresso ottocentesco; nuovi attori statali (Usa e Giappone) e profilarsi della decolonizzazione
4) Decolonizzazione: ci chiama a porre l’accento sulla presenza di nuovi protagonisti e a cambiare il dibattito culturale, a correggere le vecchie periodizzazioni storiche, tenendo conto del fatto che l’Asia ha un diverso tipo di sviluppo. Ci sono tanti altrove, una pluralità irriducibile.
5) Il 68 e la prima generazione globale: accomunata dalla sentita minaccia atomica, rabbia contro entrambi i blocchi ugualmente ritenuti responsabili delle storture della modernità, ribellioni che giungono nelle piazze, identità collettiva che va oltre le frontiere e che sostituisce lo stato nazione con un orizzonte più ampio
6) Nuove urgenze: coscienza ecologica e ci si pone domande sul futuro del pianeta
7) Impatto della guerra del Vietnam: 1) guerra tradizionale in cui le parti in causa sono i due blocchi contrapposti; 2) dimensione mediatica –> raggiunge le case di tutti e chiama alla partecipazione, ma l’impegno morale ed emotivo che si manifesta è superficiale e viene meno quando si spengono i riflettori
8) Trent’anni gloriosi, 1945 - 1975 –> nascita del welfare state e delle socialdemocrazie per arginare gli eccessi del capitalismo; coniugare democrazia + diritti sociali. MA CRISI DEGLI ANNI ‘70 CON I PROCESSI DI GLOBALIZZAZIONE FINANZIARIA che hanno liquidato la funzione assistenziale dello stato, perché la sfera economico-finanziaria ha preso il sopravvento sulla dimensione politica
RADICI CULTURALI DELL’EUROCENTRISMO
Sradicarle è uno dei compiti della nuova storia, per restituire una polifonia di accenti, una dimensione ricca di tanti altrove, dove la pluralità è irriducibile, altri piani spaziali –> RETAGGIO DELLA STORIOGRAFIA SETTECENTESCA che proiettava nel passato una sistemazione del suo presente favorevole all’occidente + idea di stato nazione
1) 1492: sistema mondo a dominazione occidentale, con un core europeo e una serie di periferie –> mitizzazioni a) modernità è prerogativa solo occidentale (anche i Cinesi hanno battuto i mari fino al 1433); b) ascesa del west che domina la storia –> secondo Kenneth Pomerantz è solamente un caso, dovuto all’occasionale presenza di combustibili fossili in Ingh. + risorse nel nuovo mondo: non è un naturale approdo teleologico
LE FASI DEL PERCORSO DISCIPLINARE DELLA GEOGRAFIA
DA GEOGRAFIA STATICA e DESCRITTIVA a GEOGRAFIA UMANA, STORICA
L’ambiente non è più solo uno sfondo, ma un OGGETTO DI INDAGINE. E’ lo spazio antropizzato in cui si esplicano le azioni umane, e ha subito delle evoluzioni.
Addirittura è un fattore determinante per alcuni MODELLI ESPLICATIVI E TEORICI innovativi: Wallerstein –> il capitalismo poggia le sue basi sull’articolazione storica dello spazio. Non potrebbe esistere senza un core e delle periferie, senza una gerarchizzazione dello spazio e una divisione internazionale del lavoro.
1) DETERMINISMO geografico: l’uomo è succube dell’ambiente (fino a XIX sec)
2) POSSIBILISMO geografico (con La Blanche): l’ambiente offre una vasta gamma di possibilità e l’uomo le può sfruttare valorizzandole o contrastandole. Può quindi modellare liberamente il territorio
3) GEOGRAFIA PROSPETTICA/volontarismo –> studio interazioni uomo e ambiente, spiegazione e interpretazione problematizzata delle trasformazioni del paesaggio/assetti territoriali, relazione con sviluppi futuri
Paesaggio: lo spazio così come viene percepito dalla popolazione, frutto di interazioni, di scambi e di contatti tra uomo e ambiente.
STORIA GENERALE
PROCESSI DI MUTAMENTO dalla preistoria ad oggi (seguendo un percorso cronologico-sequenziale) organizzati in un sistema composto da diverse conoscenze tratte dallo studio di storie settoriali.
Si presenta come una SUMMA del sapere storico, di carattere enciclopedico: in realtà è un insieme di conoscenze riassunto nelle grandi opere storiografiche.
E’ utile per fornire conoscenze di base.
Ma rischia di provocare un senso di noia, senso di completezza che non induce a cercare nuove conoscenze.