Fisiopatologia De Tata Flashcards

1
Q

Definizione di anemia

A

riduzione

  • della concentrazione di emoglobina circolante
  • del numero di globuli rossi
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2
Q

Valori di riferimento per la concentrazione di emoglobina circolante

A
  • uomini: 13,5-18,0 g/dl

- donne: 12,0-16,0 g/dl

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3
Q

Valori di riferimento del numero di globuli rossi

A
  • uomini: 4,6-6,2 mln/microlitro

- donne 4,2-5,4 mln/microlitro

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4
Q

quali sono i valori di Hb di anemia moderata e grave? quali sono i sintomi?

A

Anemia moderata: 8-12 g/dl

  • affaticabilità, sonnolenza
  • pallore
  • dispnea da sforzo
  • tachicardia

Anemia severa: <8 g/dl

  • capacità di esercizio fortemente ridotta
  • dispnea a riposo
  • tachicardia a riposo
  • aumentato rischio di angina pectoris, infarto miocardico, attacco ischemico transitorio
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5
Q

classificazione delle anemie sulla base delle dimensioni degli eritrociti

A

Anemia macrocitica (MCV > 100 fl)

  • a. megaloblastica
  • a. non megaloblastica

Anemia normocitica (MCV 80-100 fl)

  • a. emolitica
  • a. da insufficienza renale
  • a. da emorragia acuta
  • a. aplastica

Anemia microcitica (MCV < 80 fl)

  • a. da carenza di ferro
  • talassemia
  • a. sideroblastica
  • a. secondaria a malattie croniche
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6
Q

A cosa corrisponde il MCV [fl]?

A

MCV = (ematocrito / n° globuli rossi) *100

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7
Q

Classificazione delle anemie su base patogenetica

A

Anemie da ridotta produzione di GR

  • a. da difetto di fattori essenziali (Fe, vit. B12, ac. folico)
  • diseritropoiesi: anemie da malattie croniche, mielodisplasia, anemia sideroblastica
  • Infiltrazione del midollo
  • aplasia

Anemia da aumentata distruzione dei GR

  • emorragia
  • anemia emolitica: per anormalità dei GR o extraeritrocitarie
  • ipersplenismo
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8
Q

Quali sono le due tipologie di anemia da diminuita produzione?

A
  • ridotta proliferazione e differenziamento staminali

- ridotta proliferazione degli eritroblasti

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9
Q

Anemie da ridotta proliferazione midollare

A
  • a. aplastica
  • a. secondaria ad insufficienza renale
  • a. secondaria a malattia endocrinologica
  • aplasia della serie rossa
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10
Q

Tipi di anemie aplastiche

A
  • ereditaria: anemia di Fanconi

- acquisita: idiopatica (65%), da agenti chimici, fisici o virali, multifattoriale

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11
Q

Quali sostanze causano solitamente anemia aplastica acquisita?

A
  • ag. mielotossici (anemia dose dipendente e reversibile

- sostanze normalmente tollerate cui segue una reazione idiosincratica (anemia grave e spesso fatale)

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12
Q

Ipotesi eziologiche delle anemie aplastiche acquisite idiopatiche

A

1) soppressione con meccanismi immunologici

2) difetti intrinseci delle cell. staminali

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13
Q

Elementi fondamentali nella patogenesi dell’anemia aplastica

A
  • anomalo microambiente emopoietico
  • deficit di staminali
  • disturbi del sistema immunitario
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14
Q

aspetto del midollo osseo in pz. con anemia aplastica

A
  • marcatamente ipocellulare
  • spazi vuoti
  • presenza di tessuto adiposo
  • stroma fibroso
  • gruppi sparsi di linfociti e plasmacellule

+ sintomi dovuti all’insufficienza midollare (infezioni batteriche, emorragie)

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15
Q

Da cosa può dipendere l’insorgenza di un’anemia da diminuita proliferazione degli eritroblasti?

A
  • difetti della sintesi del DNA (carenza vit. B12 e ac. folico)
  • difetti di sintesi di Hb (carenza di Fe e talassemie)
  • forme ad eziologia ignota/multifattoriale
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16
Q

Quante persone e quale % di popolazione è colpita da carenza di Fe

A
  • 1,3 mld di persone

- 24% della popolazione

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17
Q

oltre all’anemia, cosa comporta la carenza di Fe?

A
  • Neonati e bambini: ridotte performance cognitive, disturbi del comportamento e della crescita fisica
  • adulti e adolescenti: ridotte capacità fisiche
  • tutte le età: stato immunitario ridotto con maggiore morbidità
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18
Q

In quali proteine è compreso il Fe? quali sono le loro funzioni?

A

EMOPROTEINE

  • emoglobina (trasporto O2)
  • mioglobina (riserva O2)
  • cit. ossidasi (utilizzo O2)
  • citocromi (trasporto e-)
  • citocromo P450 (detossificazione)
  • perossidasi (H2O2)
  • catalasi (H2O2)

PROTEINE CON FERRO NON EME

  • Proteine Fe-S (catena respiratoria)
  • Aconitasi (Krebs)
  • Succinato deidrogenasi (krebs)
  • PEP carbossilasi (gluconeogenesi)
  • Diossigenasi (sintesi collagene)
  • ribonucleotide reduttasi (sintesi DNA)
  • lattoferrina (antimicrobica)
  • transferrina (trasporto Fe)
  • ferritina (riserva Fe)
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19
Q

quanto ferro contengono i depositi del nostro organismo? qual è il fabbisogno di Fe? quanto ne dobbiamo assumere con la dieta?

A
  • 2g donne, 6g uomini
  • 1-1,5 mg fabbisogno giornaliero
  • 15-20 mg/die perché ne assorbiamo il 10-15%
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20
Q

Qual è la perdita giornaliera di Fe? a cosa è dovuta? come regolo l’omeostasi?

A
  • 1-2 mg/die con perdita di cell. epiteliali e mestruazioni

- regolazione dell’omeostasi solo in entrata (assorbimento)

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21
Q

Sotto quale forma viene assorbito il Fe?

A
  • 25% del ferro eme della dieta

- 5% del ferro non eme

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22
Q

Quali pathway può seguire il Fe una volta entrato nella cellula (labile iron pool)?

A
  • incorporazione diretta nelle proteine
  • entrata nei mitocondri
  • accumulo nella ferritina
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23
Q

Perché il Fe libero è tossico?

A
  • Reazione di Fenton:

H2O2 + Fe (II) -> OH° + OH- + Fe(III)

formazione di ROS

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24
Q

Dove si trova il Fe nel nostro organismo?

A
  • 60%: eritrociti e cellule della serie eritroide (Hb)
  • 15-30%: depositi (fegato, milza, midollo osseo - ferritina e emosiderina)
  • 5%: cellule muscolari (mioglobina)
  • 1%: enzimi
  • tracce: plasma (transferrina)
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25
Q

Da quali cause può derivare la carenza di Fe (e dunque l’anemia)?

A
  • carenza dietetica
  • malassorbimento
  • aumentato fabbisogno
  • perdite croniche di sangue
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26
Q

Qual è la causa il malassorbimento intestinale di Fe?

A
  • sprue: malattia cronica con diarrea, malassorbimento e dimagrimento, può essere
    > tropicale (infettiva)
    > nostrana (celiachia)
  • steatorrea intestinale (da fibrosi cistica)
  • diarrea cronica
  • gastrectomia (non viene ridotto il Fe, perché manca l’acido)
  • Cibi particolari (tè, caffè, latticini e carne insieme, competono per i recettori Fe, Ca, P)
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27
Q

Quando si ha un aumentato fabbisogno di Fe?

A
  • Accrescimento
  • Adolescenza
  • Gravidanza (x3)
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28
Q

Quali sono le cause di perdite croniche di sangue che mi danno carenza di Fe?

A
  • emorragie gastro-intestinali (carcinomi, ulcere, gastriti, emorroidi, malattie parassitarie)
  • emorragie delle vie urinarie
  • emorragie dell’apparato genitale (metorragie e carcinoma uterino)
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29
Q

Fasi dell’anemia sideropenica sulla base del bilancio del Fe

A

1) Bilancio negativo del Fe (compensato dai depositi)
2) Eritropoiesi rallentata (sintesi dell’Hb diminuisce perché diminuiscono i depositi di Fe)
3) Anemia sideropenica (Fe e ferritina ematici bassi, saturazione della transferrina ridotta, ematocrito <40%, normale a 45%)

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30
Q

Qual è la causa dell’anemia megaloblastica?

A

carenza

  • Di vit. B12
  • Di ac. folico

> difetto primitivo nella sintesi del DNA

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31
Q

cosa si osserva nello striscio di sangue di pz megaloblastici?

A

GR più grandi (lol strano eh)

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32
Q

Dove si trova l’acido folico nella dieta?

A
  • verdure

- fegato e carne in generale

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33
Q

In quanto tempo causa anemia una dieta priva di folato? e di vit. B12?

A
  • poche settimane

- anni

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34
Q

Fabbisogno di folati

A

100 microg/die

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35
Q

Dove vengono assorbiti i folati

A

digiuno

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36
Q

Da cosa può derivare una carenza di folati?

A
  • insufficiente apporto
  • malassorbimento
  • aumentato fabbisogno (gravidanza malattie emolitiche, tumori)
  • farmaci (anticovulsivanti)
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37
Q

Dove si trova la vit. B12 nella dieta?

A
  • tutto ciò che è di origine animale (hehehe vegani)
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38
Q

A che livello viene assorbita la Vit. B12?

A
  • tratto terminale dell’ileo (con il fattore intrinseco)
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39
Q

Da cosa può derivare una carenza di vit. B12?

A
  • insufficiente apporto
  • malassorbimento (sprue tropicale e sindrome dell’ansa cieca)
  • deficit di fattore intrinseco ( anemia perniciosa o gastrectomia)
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40
Q

Sintomi dell’anemia perniciosa descritti da Addison

A
  • pallore
  • apatia
  • progressiva incapacità di compiere sforzi
  • glossite atrofica
  • sintomi neurologici
  • atrofia della mucosa gastrica
  • eritrociti grandi e ovali
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41
Q

sopravvivenza dei pz di anemia perniciosa alla scoperta della patologia? iniziale cura per l’anemia perniciosa?

A
  • 1-3 anni

- dieta a base di fegato praticamente crudo

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42
Q

Patogenesi dell’anemia perniciosa

A
  • distruzione autoimmune delle cellule parietali (gastrite atrofica)
  • Ig contro le cell. parietali o il fattore intrinseco (H. pylori ne induce la formazione)
  • acloridia
  • aumentata incidenza di carcinoma gastrico
  • carenza di B12 porta a degenerazione dei lipidi della guaina mielinica: demielinizzazione subacuta del midollo spinale (sindrome neurologica)
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43
Q

Eziologia delle talassemie

A
  • Sintesi assente o deficitaria di una o più catene dell’Hb (alpha o beta) per mutazioni a livello dei geni codificanti
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44
Q

Sintomi delle talassemie

A
  • anemia ipocromica ereditaria
  • deformazioni ossee
  • accumulo di Fe
  • aumentata emolisi
  • stato ipermetabolico
  • GR ipocromici
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45
Q

Caratteristiche principali delle anemie emolitiche

A
  • diminuzione della vita media dei GR per prematura distruzione, con conseguente reticolocitosi nel sangue periferico
  • accumulo dei prodotti del catabolismo dell’Hb, con iperbilirubinemia e calcoli biliari
  • aumento compensatorio marcato dell’emopoiesi (iperplasia eritroidea del midollo)
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46
Q

Conseguenze dell’emolisi intravascolare

A

[GR distrutti da traumi meccanici, complemento o fattori tossici]

  • Emoglobinemia
  • emoglobinuria
  • ittero
  • emosideruria
  • emoglobina libera si complessa con aptoglobine e rimossa dal RE
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47
Q

Conseguenze dell’emolisi extravascolare

A

[GR distrutti nella milza perché alterati, forma più comune]

  • iperattività del RE
  • Splenomegalia
  • ittero pre-epatico
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48
Q

Quali possono essere le cause di anemie da difetti intrinseci dei GR?

A
  • Difetti ereditari: sferocitosi ereditaria, favismo, anemia falciforme, talassemia
  • Difetti acquisiti: emoglobinuria parossistica notturna
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49
Q

Quali possono essere le cause di anemie da difetti esterni ai GR?

A
  • traumi meccanici (protesi valvolari)
  • meccanismi immunologici
  • infezioni (malaria)
  • danno da sostanze chimiche (prodotti arsenicali)
  • sequestro per ipersplenismo
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50
Q

Sintomi delle anemie immuno-emolitiche

A
  • anemia
  • aumento della bilirubina indiretta
  • aumento dei reticolociti
  • splenomegalia
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51
Q

Come si classificano le anemie immuno-emolitiche sulla base degli Ab

A
  • Da alloanticorpi: eritroblastosi fetale e reazioni emolitiche trasfusionali
  • Da autoanticorpi (caldi o crioglobuline)
  • Da farmaci
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52
Q

Sintomi dell’eritroblastosi fetale

A
  • emolisi
  • ipossia
  • può causare idrope fetale
  • ittero nucleare (bilirubina nei nuclei della base)
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53
Q

Quali sono le reazioni trasfusionali da incompatibilità AB0

A
  • Reazione anafilattoide (attivazione del complemento e rilascio di amine e anafilotossine)
  • Febbre (citochine macrofagiche)
  • Dolore diffuso per emazie agglutinate
  • CID
  • insufficienza renale acuta per vasocostrizione, CID e ipotensione
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54
Q

Tipi di anemie immuno-emolitiche da farmaci

A

1) assorbimento del farmaco

2) immunocomplessi

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55
Q

anemie emolitiche autoimmuni: caratteristiche

A
  • ridotta sopravvivenza dei GR in vivo

- presenza di Ab diretti verso i GR autologhi

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56
Q

Cosa sono gli autoanticorpi “caldi” nelle anemie emolitiche autoimmuni

A

sono attivi a 37°C in modo ottimale

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57
Q

Tipi di anemie emolitiche autoimmuni da Ab caldi

A
  • Idiopatiche o primarie

- Secondarie ad altra patologia (linfoma, leucemia linfatica cronica, connettivite, infezioni)

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58
Q

Cosa sono gli autoanticorpi “freddi” nelle anemie emolitiche autoimmuni

A

sono attivi in moto ottimale a meno di 37° e vengono chiamati crioglobuline

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59
Q

Tipi di anemie emolitiche autoimmuni da Ab freddi

A
  • idiopatiche

- secondarie ad altra patologia (processi linfoproliferativi cronici)

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60
Q

Tipo di emolisi nelle anemie emolitiche autoimmuni e sintomi

A
  • solitamente extravascolare (raro intra)

- acrocianosi se anemia da crioglobuline (estremità con cute rossa o blu)

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61
Q

livelli normali di leucociti nel sangue

A

4000 - 10 000 /mm3

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62
Q

Qual è la formula leucocitaria fisiologica?

A
  • neutrofili: 55-70%
  • linfociti: 25-40%
  • monociti: 4-8%
  • eosinofili: 2-4%
  • basofili: 0-1%
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63
Q

Quali sono i meccanismi patologici che riguardano i leucociti?

A
  • Leucocitosi (aumento del numero): reattive in condizioni infiammatorie, proliferazioni neoplastiche (leucemie)
  • leucopenie: per aumentata distruzione o ridotta produzione
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64
Q

cos’è la leucocitosi assoluta e relativa?

A
  • assoluta: aumenta il n° totale dei leucociti e la percentuale sul totale della classe interessata
  • relativa: aumenta la percentuale della classe interessata, ma non il n° totale (le altre classi diminuiscono)
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65
Q

Come classifico le leucocitosi sulla base della classe cellulare interessata? In quali casi si osservano?

A
  • Neutrofilia: infezioni batteriche acute e necrosi tissutale
  • Eosinofilia: allergie e infezioni parassitarie
  • Basofilia: rara, associata a fenomeni neoplastici
  • Monocitosi: infezioni croniche
  • Linfocitosi: si accompagna alle monocitosi in infezioni croniche (tubercolosi, brucellosi, epatite A)
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66
Q

Qual è la leucopenia più diffusa? Cosa implica per il pz?

A
  • neutropenia

- maggiore suscettibilità alle infezioni

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67
Q

Come si classificano le neutropenie?

A
  • Lieve: 1000 - 1500 /microL
  • Moderata: 500 - 1000 /microL
  • Grave: <500 /microL
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68
Q

Quali sono le cause di leucopenia da insufficiente produzione midollare?

A
  • Soppressione delle staminali (anemie aplastiche neoplasie)
  • soppressione dei precursori granulocitari (farmaci antineoplastici mielolesivi)
  • stati patologici per carenze (anemie megaloblastiche)
  • condizioni congenite rare (sindrome di Kostamann)
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69
Q

Quali sono le cause di leucopenia da aumentata rimozione?

A
  • danno immuno-mediato dei leucociti (autoimmune, idiopatico, da farmaci)
  • splenomegalia
  • aumentato consumo (gravi infezioni batteriche)
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70
Q

Quadro sintomatologico delle leucemie

A

ASPECIFICO

  • dispnea
  • affaticamento progressivo
  • visione sfocata
  • quasi sincope
  • pallore
  • linfonodi ingrossati
  • emorragie preretinali e retinali
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71
Q

Cosa si osserva all’esame del sangue in un pz leucemico?

A

Buffy coat ampio con cellule leucemiche

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72
Q

patogenesi delle leucemie

A

NEOPLASIE DELLE CELLULE MIDOLLARI EMATOPOIETICHE

  • sostituzione del midollo osseo con cellule neoplastiche > insufficienza midollare con anemia (astenia, pallore), diminuita produzione di globuli bianchi funzionanti (infezioni), Diminuita produzione di piastrine (fenomeni emorragici)
  • infiltrazione di altri organi (milza, fegato, linfonodi) > epato e splenomegalia, linfoadenomegalie, ipertrofia gengivale, lesioni papulari, meningiosi
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73
Q

Classificazione delle leucemie

A

Sulla base del grado di maturità delle cellule neoplastiche:

  • Acute (più aggressive)
  • Croniche

Sulla base del tipo cellulare interessato:

  • Mieloidi
  • Linfoidi
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74
Q

frequenza e mortalità delle leucemie

A
  • 2% di tutti i tumori

- 3% delle morti tumorali

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75
Q

Cause dell’insorgenza di leucemie

A
  • CAUSA: mutazioni acquisite di oncogeni e oncosoppressori

- CONCAUSE: fattori genetici ereditari, virus, stimolazione immunitaria cronica, fattori iatrogeni, fumo

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76
Q

dove si trovano i blasti tipici delle leucemie acute?

A
  • midollo: 25%

- circolo: 5%

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77
Q

caratteristiche delle leucemie acute

A
  • Alterazioni qualitative più rilevanti di quelle quantitative
  • monomorfismo della popolazione cellulare (blasti > 30 %)
  • rapida progressione
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78
Q

Sintomi clinici delle leucemie acute

A
  • anemia (pallore, affaticabilità e dispnea)
  • neutropenia (infezioni, ulcere orali)
  • leucocitosi (malessere, dispnea, confusione, dolore, tumori extra-midollari)
  • trombocitopenia (ecchiosi e sanguinamenti)
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79
Q

In quale leucemia si osserva linfoadenopatia marcata?

A

Leucemia linfoblastica acuta

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80
Q

Differenze tra leucemia e linfoma

A
  • Leucemia: esteso coinvolgimento del midollo con molto cellule tumorali nel sangue periferico
  • Linfoma: formazione di una massa discreta
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81
Q

Caratteristiche della leucemia mieloide cronica

A
  • cromosoma Philadelphia
  • aumento marcato di GB in circolo (da 20 000 a 40 000 /microL)
  • prevalentemente granulociti maturi (30-70%)
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82
Q

Caratteristiche della leucemia linfoide cronica

A
  • piccoli linfociti morfologicamente normali ma non funzionanti
  • 95% dei casi interessa la linea B (linfociti maturi ma non ancora plasmacellule)
  • ombre nucleari di Gumprecht
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83
Q

Sintomi delle leucemie croniche

A
  • 30% asintomatico alla diagnosi
  • facile affaticabilità, malessere, anoressia, calo ponderale, dolori addominali, eccessiva sudorazione
  • meno frequenti: sudorazione notturna, intolleranza al caldo, artrite gottosa, infarti splenici, orticaria,
  • Segni: pallore, splenomegalia, dolore sternale
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84
Q

Fasi dell’emostasi

A
Emostasi primaria
- fase vascolare 
- fase piastrinica 
Emostasi secondaria
- fase coagulativa 
- fase fibrinolitica
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85
Q

A cosa sono dovute le diatesi emorragiche da deficit di emostasi?

A
  • aumentata fragilità dei vasi
  • disfunzione o difetto delle piastrine
  • disturbi della coagulazione
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86
Q

Cosa sono le porpore non-trombocitopeniche? Come si manifestano?

A
  • Malattie emorragiche da anomalie della parete dei vasi

- porpore, petecchie, senza gravi problemi

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87
Q

Da cosa sono causate le porpore non-trombocitopeniche?

A
  • infezioni (meningococco)
  • reazioni a farmaci
  • scorbuto e sindrome di Ehlers-Dalos
  • amiloidosi perivascolare
  • condizioni ereditarie rare (teleangectasia emorragica ereditaria o sindrome di Osler)
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88
Q

Porpora senile: causa e sintomi

A
  • atrofia della parete dei vasi

- emorragie su mani e avambracci

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89
Q

Scorbuto: causa e sintomi

A
  • difetto di sintesi del collagene per carenza di vit. C

- sanguinamento gengivale, ematomi intramuscolari, emorragie sottocutanee e dei follicoli piliferi

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90
Q

Qual è la causa della malattia di Von Willebrand

A
  • deficit quantitativo o qualitativo del fattore di Von Willebrand
  • Più frequente: mutazione puntiforme autosomica dominante sul Cr12
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91
Q

Funzioni del fattore di Von Willebrand

A

Lega il collagene e espone sequenze adesive per il GPIb e GPIIb/IIIa delle piastrine
> supporto all’adesione piastrinica

+ regolazione di sopravvivenza e secrezione del fattore VIII

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92
Q

quali varianti sono note della malattia di Von Willebrand?

A
  • ridotta sintesi del fattore a livello endoteliale
  • difetti funzionali
  • forma rara (1-5%, autosomica recessiva) con deficit di VWF e di FVIII
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93
Q

Concentrazione fisiologica e vita media delle piastrine

A
  • 150-400 000 /mm3

- 9-12 gg

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94
Q

Qual è il bersaglio dell’aspirina? cosa comporta la sua assunzione a basse dosi?

A
  • inibisce irreversibilmente la COX-1 (ser 529), necessario per il metabolismo dell’acido arachidonico
  • antitrombotico
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95
Q

Sindrome di Bernard-Soulier: causa e sintomi

A
  • deficit di GpIb

- porpora, epistassi, menorragie, sanguinamenti gengivali e gastro-intestinali

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96
Q

Tromboastenia di Glanzman: causa e sintomi

A
  • deficit del complesso GpIIb/GpIIIa

- da sanguinamenti lievi a conseguenze anche fatali

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97
Q

qual è la soglia per parlare di piastrinopenia?

A

< 150 000 /mm3

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98
Q

Piastrinopenie da ridotta produzione: possibili cause

A

Ipoplasia megacariocitica

  • ag. chimici e fisici
  • aplasia midollare primitiva
  • processi mieloplastici (settici o virali)

Piastrinopoiesi inefficace

  • carenza di vit. B12 o ac. folico
  • forme ereditarie

Alterazione dei fattori di controllo (es. carenza di trombopoietina)

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99
Q

Piastrinopenie da accelerata distruzione: possibili cause

A

Meccanismi immunologici

  • autoimmuni
  • isoimmuni
  • da farmaci

Meccanismi non immunologici

  • CID
  • infezioni (es. mononucleosi infettiva)
  • uremia
  • circolazione extra-corporea
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100
Q

Piastrinopenie da aumentata distruzione: sintomi tipici

A
  • splenomegalia

- anestesia in ipotermia

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101
Q

Che tipo di patologia è il morbo di Werlhof? Sintomi

A
  • Piastrinopenia da aumentata distruzione (anche detta porpora trombocitopenica idiopatica)
  • Manifestazioni emorragiche da lievi (cutanee) a gravi.
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102
Q

Qual è il meccanismo patogenetico alla base del morbo di Werlhof? da cosa può essere indotto?

A

Patogenesi autoimmune (IgG anti-Gp piastriniche)

Indotta da

  • adsorbimento di un virus alla superficie cell.
  • modificazione degli antigeni da farmaci o ag. tossici
  • cross-reazione tra Ag esogeni e piastrinici
  • alterazioni genetiche dei megacariociti
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103
Q

come classifico le piastrinopenie in base ai sintomi?

A
  • Lieve (100-150 000 /mm3): sanguinamento con traumi minori, ecchimosi
  • Moderata (50-100 000 /mm3): sanguinamento cutaneo spontaneo, menorragia, porpora generalizzata
  • Grave (20-50 000 /mm3): sanguinamento cutaneo e mucosale spontaneo, rischi per il SNC, porpora ed epistassi
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104
Q

Sindrome di Wiskott-Aldrich: eziologia e sintomi

A

Ereditaria recessiva legata all’X (proteina WASP non funzionale)

Sintomi

  • trombocitopenia
  • eczema
  • gravi infezioni ricorrenti (immunodeficienza)
  • aumentata incidenza di malattie autoimmuni e neoplastiche
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105
Q

Classificazione delle coagulopatie

A

Congenite

  • emofilia
  • Malattia di Von Willebrand

Acquisite

  • da insufficienza epatica
  • da carenza di vit. K
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106
Q

Emofilia: eziologia

A

Patologia genetica legata all’X

1) Emofilia A (85%): deficit di FVIII
2) Emofilia B: deficit di FIX

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107
Q

Emofilia sintomi

A
  • sanguinamento sottocutaneo spontaneo o traumatico
  • emartro (75% dei fenomeni emorragici nelle forme gravi) con artropatia emofilica
  • Emorragia da contusioni
  • Ematoma muscolare con atrofia
  • Sanguinamenti di cavo orale, labbra, lingua
  • emorragie in articolazioni, SNC, tratto GI
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108
Q

condizioni patologiche ad alto rischio CID

A
  • emergenze ostetriche
  • emolisi intravascolare
  • setticemie
  • tumori
  • malattie necrotizzanti
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109
Q

La trombosi è responsabile del _____ % delle morti per cause cardiovascolari

A

25

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110
Q

Cos’è la triade di Wirchow?

A

Elementi della patogenesi della trombosi

  • Alterazioni della parete vasale
  • modificazioni del flusso ematico
  • ipercoagulabilità del sangue
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111
Q

Funzioni dell’endotelio vascolare

A
  • superficie anti coagulante
  • regolazione del passaggio di fluidi e molecole
  • mantenimento dell’omeostasi vascolare
  • regolazione del tono vascolare e del flusso sanguigno
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112
Q

Cause di alterazione vascolare

A
  • placche aterosclerotiche
  • ipercolesterolemia (dislipidemia) e ipertensione
  • diabete mellito e obesità
  • infezioni/infiammazione

[fumo, invecchiamento, scarsa attività fisica, …]

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113
Q

dove si osserva un flusso turbolento

A
  • biforcazioni
  • zone di stenosi

[arterie e cuore]

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114
Q

Quando si osserva stasi del flusso sanguigno?

A
  • malattie sistemiche: insufficienza cardiaca congestizia, iperviscosità del sangue da policitemia o anemia falciforme
  • cause locali: immobilizzazione, varici, ridotta attività muscolare, occlusione del drenaggio venoso, aneurismi, patologie della valvola mitrale. fibrillazione atriale, infarto miocardico
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115
Q

Cause di ipercoagulabilità primaria

A

GENETICHE
- ridotto controllo dell’attivazione dell’emostasi (diminuita attività o concentrazione degli inibitori come antitrombina III, proteina C, proteina S, trombomodulina)

  • Varianti dei fattori di coagulazione (FV di Leiden, FII e FVII)
  • ridotta attività del sistema fibrinolitico (deficit di plasminogeno o attivatori , eccesso di inibitori degli attivatori)
  • iperomocisteinemia
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116
Q

Cause di ipercoagulabilità secondaria

A
  • stati patologici: tumori maligni, diabete mellito, iperlipidemia, sindrome nefrosica, insufficienza cardiaca congestizia
  • stati para patologici: gravidanza, stato post-operatorio, immobilizzazione prolungata, lunghi viaggi in aereo, età avanzata, obesità
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117
Q

cosa sono le linee di Zahn?

A

Alternanza di piastrine e GR nel trombo arterioso

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118
Q

dove si formano solitamente i trombi venosi? di che tipo sono?

A
  • 90% vene degli arti inferiori (in prossimità delle valvole)
  • trombo rosso o di coagulazione
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119
Q

Di che tipo sono solitamente i trombi arteriosi? Perché?

A

Trombi bianchi o piastrinici: il flusso è troppo veloce per la deposizione di fibrinogeno

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120
Q

Quali sono le possibili evoluzioni di un trombo?

A
  • Risoluzione
  • embolizzazione
  • organicazione
  • ricanalizzazione
  • occlusione
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121
Q

Quali sono le conseguenze di un embolo venoso?

A

Arriva al ventricolo DX e, a seconda delle dimensioni,

  • Occlude l’arteria polmonare
  • si arresta a livello di una biforcazione (embolo a sella)
  • Occlude le arterie più piccole o i capillari (microembolismo)
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122
Q

Quali sono le conseguenze della tromboembolia polmonare?

A
  • Emboli voluminosi (>60% del letto vascolare polmonare, 5% dei casi): morte improvvisa per insufficienza cardiaca acuta, ipossia, collasso cardiovascolare
  • Emboli piccoli (68-80% dei casi): clinicamente silenti e rimossi dall’attività fibrinolitica. Se sono tanti determinano ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca congestizia e ipertrofia dx
  • Emboli medi (10-15% dei casi): infarto polmonare
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123
Q

Possibile complicazione legata al microembolismo polmonare

A

Se i trombi sono tanti determinano ipertensione polmonare:

  • ipertrofia del ventricolo DX
  • insufficienza cardiaca congestizia

[lento e frequente in pz anziani]

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124
Q

In quali casi si ha embolia gassosa?

A

Immersioni con risalita troppo rapida per la legge di Henry si formano bolle di N2 nel sangue.

Nei casi acuti si ha morte per occlusione dei vasi cerebrali

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125
Q

In quali casi si ha embolia grassosa?

A

Frattura ossea con passaggio dei lipidi dal midollo al sangue

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126
Q

Di cosa è costituita una placca aterosclerotica? Dove si situa? cosa causa?

A
  • Core di lipidi (colesterolo e suoi esteri) + cappuccio fibroso
  • Tonaca intima delle arterie (grandi e medie)
  • Stenosi + può dar luogo ad un trombo arterioso
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127
Q

Fattori di rischio maggiori per l’aterosclerosi

A

NON MODIFICABILI

  • età
  • sesso maschile
  • storia familiare
  • anomalie genetiche

MODIFICABILI (parzialmente)

  • iperlipidemia
  • ipertensione
  • fumo
  • diabete
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128
Q

Fattori di rischio minori per l’aterosclerosi

A
  • Obesità
  • Inattività fisica
  • Stress
  • Omocisteinemia
  • Carenza di estrogeni (menopausa)
  • Dieta ricca in carboidrati
  • Alcool
  • Lipoproteina (A)
  • ridotto apporto di acidi grassi insaturi
  • Chlamydia pneumoniae
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129
Q

Quali sono i fattori che contribuiscono di più al danno endoteliale?

A
  • Fattori meccanici: variazioni del flusso sanguigno e dunque dello sheer stress (non c’è più un flusso laminare)
  • Fattori biochimici: dislipidemia (con aumento delle LDL)
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130
Q

Quali sono le tappe che portano alla formazione di una stria lipidica?

A

1) penetrazione delle LDL nell’intima del vaso
2) ossidazione della LDL
3) stimolazione delle cellule endoteliali e muscolari a produrre citochine pro-infiammatorie che richiamano i monociti (VCAM-1)
4) penetrazione dei monociti nell’intima
5) trasformazione dei macrofagi in cellule schiumose (non riescono a digerire del tutto i lipidi)
6) formazione della stria lipidica

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131
Q

Perché le LDL non si ossidano in circolo?

A
  • Presentano al loro interno alpha-tocoferolo

- I lipidi sono protetti da difese antiossidanti

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132
Q

Quali sono i diversi stadi da stria lipidica a lesione ateromatosa complicata?

A

I) lesione iniziale
II) stria lipidica
III) lesione intermedia (piccoli pool lipidici extracellulari)
IV) lesione ateromatosa (core di lipidi extracellulari)
V) fibroateroma (core lipidico con cappuccio fibroso)
VI) lesione complicata (placca vulnerabile a rischio trombotico)

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133
Q

Quali sono i cambiamenti causati da una lesione complicata a livello della parete vasale?

A
  • disorganizzazione strutturale
  • processi di riparazione
  • ispessimento dell’intima
  • deformazione della parete

Risultato: rimodellamento espansivo o costrittivo

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134
Q

Come si passa da placca stabile a lesione complessa?

A

1) presenza di un nucleo lipidico grosso, ricco in colesterolo
2) liberazione dal nucleo di citochine pro-infiammatorie
3) richiamo di linfociti T (produzione di IFNgamma)
4) inibizione della sintesi di collagene e della proliferazione delle cellule muscolari
5) attivazione delle metalloproteasi
6) degradazione del cappuccio fibroso con esposizione dei fattori trombogenici
7) formazione del trombo

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135
Q

Quali fattori contribuiscono alla rottura di una placca?

A
  • Intrinseci (caratteristiche strutturali della placca)
  • Estrinseci o rupture triggers ( flusso sanguigno, vasospasmo, ridotta elasticità di parete, fattori trombogenici, ipertensione)
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136
Q

Corrispondenza tra stadio istologico di una lesione ateromatorsa e il quadro clinico

A
  • Stria lipidica: nessun quadro clinico
  • Placca stabile: stenosi coronarica (angina da sforzo) e riduzione del flusso (ischemia silente)
  • Placca instabile: trombosi e occlusione completa del vaso (angina stabile, infarto, ictus, morte improvvisa)
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137
Q

Cos’è un aneurisma? con esempi

A

dilatazione della parete arteriosa in corrispondenza di una placca aterosclerotica (minore resistenza). La parete si assottiglia

  • Aneurisma cerebrale (dovuto però a problemi di sviluppo > emorragia
  • Aneurisma dissecante dell’aorta (stravaso di sangue con formazione di un canalicolo secondario)
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138
Q

____ % della popolazione muore di malattie cardiovascolari nei paesi sviluppati

A

50%

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139
Q

______ persone all’anno muoiono di malattie cardiovascolari

A

240 000

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140
Q

_____ casi si sindrome coronarica acuta all’anno

A

160 000 (1 morto su 4)

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141
Q

Fattori di rischio per le malattie cardiovascolari

A
  • alimentazione non corretta (colesterolo, alcool, obesità, poca frutta e verdura)
  • fumo
  • inattività fisica
  • ipertensione
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142
Q

In Italia ___% degli uomini e ____ % delle donne soffre di ipertensione

A
  • > 50%

- > 37%

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143
Q

In Italia ___% degli uomini e ____ % delle donne soffre di ipercolesterolemia

A
  • 34%

- 36%

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144
Q

In Italia ___% degli uomini e ____ % delle donne fuma

A
  • 9%

- 7%

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145
Q

In Italia il BMI medio è ___ tra gli uomini e ___ tra le donne

A
  • 28
  • 27

(sovrappeso)

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146
Q

Quanta % degli infarti miocardici acuti è attribuibile a fattori di rischio modificabili?

A

90%

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147
Q

Definizione di infarto

A

Area di necrosi causata da occlusione di un’arteria afferente o di un vaso drenante un dato tessuto

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148
Q

Definizione di ischemia

A

Insufficiente perfusione di un tessuto per ostacoli al flusso sanguigno

  • acuta e grave > infarto
  • cronica e moderata > atrofia
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149
Q

Quali sono le cause dell’ischemia coronarica?

A
Parziale 
- vasospasmo delle coronarie
- placca instabile 
Totale 
- placca instabile
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150
Q

Qual è il miglior indicatore morfologico di rottura di una placca?

A

Assottigliamento del cappuccio fibroso sotto i 55micrometri

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151
Q

In che % sono interessate le diverse coronarie nelle ischemie coronariche?

A
  • 50% discendente anteriore
  • 33% coronarica dx
  • 17% arteria circonflessa
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152
Q

Progressione degli eventi in un infarto miocardico (dall’occlusione al danno)

A
  • Occlusione > infarto subendocardico
  • 3-6h: la lesione si espande, infarto transmurale
  • 12 h: le lesioni macroscopiche non sono ancora evidenti. Al microscopio si osserva degenerazione vacuolare delle fibrocellule (miocitosi) e effetto ondulato (per le fibre vitali che stirano quelle morte)
  • 12-24 h: marmorizzazione scura (aree di colore rosso-brunastro per ristagno di sangue) + segni microscopici di necrosi coagulativa (nuclei picnotici e citoplasma eosinofilo)
  • 1-3 gg: aree centrali di rammollimento giallo brunastre + infiltrato neutrofilico
  • 4-14 gg: estensione delle aree centrali di rammollimento con bordo iperemico di tessuto di granulazione (disintegrazione di miociti e neutrofili morti fagocitati dai macrofagi)
  • settimane dopo: cicatrice fibrosa dalla periferia al centro della lesione
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153
Q

Eventi dell’infarto miocardico dal punto di vista metabolico

A
  • ridotto afflusso di O2 > danno mitocondriale (deplezione ATP) e accumulo di ROS
  • diminuzione della sintesi proteica, aumento della glicolisi (acido lattico > diminuzione del pH), esaurimento delle riserve di glicogeno
  • diminuita attività della pompa Na/K > afflusso di Ca, H2o e Na con efflusso di K
  • apoptosi
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154
Q

A quale tempo diventa irreversibile il danno dei miocardiociti nell’infarto?

A

20 min

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155
Q

Opzioni terapeutiche nel caso di infarto miocardico acuto

A
  • riperfusione farmacologica con fibrinolisi

- angioplastica con stent

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156
Q

Meccanismo del danno da ischemia-riperfusione

A

ISCHEMIA

1) ATP > ADP > AMP > adenosina > inosina > ipoxantina
2) Ca > attivazione delle proteasi > conversione della xantina deidrogenasi in xantina ossidasi (inattiva, manca O2)

RIPERFUSIONE
3) ipoxantina + xantina ossidasi + O2 > urato + H2O2 + O2- [+ Fe (III)] > O2 + OH- + OH° > danno cellulare da ROS

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157
Q

In cosa consiste il precondizionamento?

A
  • 4 cicli di occlusione e riperfusione (5 min ciascuno) della coronarica discendente anteriore sx
  • occlusione di 90 min

> riduzione del 25% dell’estensione dell’infarto miocardico

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158
Q

Cos’è il post condizionamento

A

Cicli di ischemia e riperfuzione del cuore dopo l’infarto

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159
Q

Qual è il problema di pre e post condizionamento per ridurre l’impatto dell’infarto miocardico? cosa si usa invece?

A
  • poco applicabili in clinica (anche il post, necessita di un intervento diretto sul cuore)
  • condizionamento ischemico remoto: cicli di ischemia- riperfusione in un organo o tessuto lontano dal cuore
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160
Q

Sulla base di cosa viene diagnosticato l’infarto miocardico?

A
  • sintomi clinici
  • alterazioni elettrocardiografiche
  • esami di laboratorio (proteine miocardiche come BNP o mioglobina)

[reperto anatomopatologico con cicatrici, rottura della parete, aneurismi, rottura dei muscoli papillari, infarti pregressi, ipertrofia compensatoria]

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161
Q

qual è la frazione di eiezione in condizioni normali?

A

50-55 %

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162
Q

Meccanismi compensatori che si attivano quando diminuisce la frazione di eiezione

A
  • Forze di Frank-Starling (forza della contrazione dipende dalla lunghezza del sarcomero)
  • Ipertrofia miocardica
  • attivazione neuro-ormonale (simpatico e RAAS)
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163
Q

In quali casi si osserva ipertrofia miocardica patologica?

A
  • ipertensione
  • infarto miocardico
  • stenosi valvolare

[attivazione neuro umorale]

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164
Q

a quale rischio si associa un’ipertrofia miocardica?

A
  • scompenso
  • dilatazione ventricolare
  • disfunzione sistolica
  • alterazioni elettrofisiologiche (aritmia ventricolare maligna)
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165
Q

Che tipi di ipertrofia cardiaca si conoscono?

A
  • Concentrica, da sovraccarico di pressione (fisiologicamente ottenuta con esercizi di forza/potenza)
  • Eccentrica, da sovraccarico di volume (fisiologicamente ottenuta con esercizi di endurance o dinamici)
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166
Q

Qual è la differenza tra l’ipertrofia patologica e fisiologica?

A
  • grado di ipertrofia quantitativamente superiore in quella patologica
  • Espressione di geni fetali (shift da alpha-MHC a beta-MHC) e meno mitocondri in quella patologica
  • quella fisiologica non porta a scompenso
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167
Q

Come agisce il simpatico nel compenso di una gittata sistolica ridotta?

A
  • stimolazione dei barocettori
  • catecolamine circolanti e attivazione dei nervi simpatici cardiaci
  • tachicardia e aumento della contrattilità
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168
Q

Come agisce il sistema renina-angiotensina-aldosterone nel compenso di una gittata sistolica ridotta?

A
  • diminuzione del flusso renale, stimolazione dei beta1-adrenergici e diminuzione del NaCl alla macula densa
  • produzione di renina
  • aumento di angiotensina > vasocostrizione periferica + ritenzione salina
  • aumento aldosterone > aumento del volume ematico
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169
Q

Da cosa dipende la gittata sistolica?

A
  • afflusso di sangue a cuore (pre-carico)
  • contrattilità miocardica
  • resistenza all’efflusso (post-carico)
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170
Q

Quali anomalie determinano una variazione non fisiologica della gittata?

A

1) anomalie del pre-carico
- aumento, con sarcomero > ottimale (insufficienza valvolare, stati ipercinetici, difetti settali)
- diminuzione, con sarcomero < ottimale (emorragia)
2) disturbi della contrattilità (diminuita): ischemia, ipossia, acidosi, infiammazione, tossine, disturbi metabolici
3) anomalie del post-carico: ritenzione di liquidi, aumento delle resistenze (ipertensione), valvulopatie (stenosi)

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171
Q

Qual è l’esito più comune della cardiopatia ischemica?

A

Scompenso cardiaco (2/3 dei casi)

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172
Q

qual è l’efficacia del trattamento dell’ipertensione arteriosa nell’ospedalizzazione per scompenso cardiaco?

A

riduzione dell’ospedalizzazione del 30-50%

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173
Q

Fattori che fanno precipitare una situazione di scompenso cardiaco

A
  • ischemia miocardica acuta
  • ipertensione arteriosa
  • obesità
  • fibrillazione atriale e aritmie
  • fattori iatrogeni (farmaci iatrogeni negativi o causanti ritenzione idrica, alcool)
  • diabete mellito, ipotiroidismo
  • infezioni polmonari
  • mancata compliance o informazioni su terapia o dieta
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174
Q

Quali sono i meccanismi responsabili dell’incapacità del cuore di pompare sangue? che effetti hanno sul sistema cardiovascolare?

A

Malfunzionamento della funzione aspirante:

  • congestione venosa con aumento della pressione a monte (edema, dispnea, disturbi digestivi)
  • meccanismo con cui solitamente inizia uno scompenso acuto (edema polmonare)

Malfunzionamento della funzione premente:

  • riduzione della portata circolatoria e della pressione (astenia, sudorazione, oliguria)
  • solo con incompetenza miocardica più marcata
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175
Q

Con che sintomi si manifestano l’insufficienza ventricolare dx e sx?

A
  • dx: edema polmonare

- sx: edemi periferici

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176
Q

Quali sono le conseguenze di un’insufficienza cardiaca anterograda?

A

Diminuita perfusione degli organi

  • cervello: confusione mentale
  • muscolo scheletrico: astenia
  • rene: ritenzione idro-salina e alterazione della secrezione

+ aumentata sudorazione

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177
Q

Quali sono i diversi tipi di scompenso cardiaco noti? a cosa sono dovuti? sintomi/segni?

A
  • Scompenso cardiaco dx: stenosi della valvola polmonare, ipertensione polmonare (secondaria a embolia). Segni di distensione venosa sistemica, con edema, epatomegalia congestizia
  • Scompenso cardiaco sx: stenosi aortica o infarto miocardico. Segni da distensione del piccolo circolo, con dispnea, ortopnea, dispnea parossistica notturna
  • Scompenso cardiaco globale
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178
Q

Cause principali di insufficienza cardiaca sinistra

A
  • cardiopatie ischemiche (acute o croniche)
  • ipertensione arteriosa (cardiopatia ipertensiva e crisi ipertensive)
  • cardiopatie valvolari (valvulopatie mitrali e aortiche)
  • miocardite (primaria e secondaria a malattie sistemiche o metaboliche)
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179
Q

Quali sono le conseguenze di un’insufficienza cardiaca sinistra?

A
  • aumento della pressione polmonare: edema polmonare con ortopnea e a volte espettorato schiumoso e/o rosato
  • diminuzione della pressione sistemica (meno frequente, mascherato dall’ipertensione) : shock cardiogenico e scompenso globale
180
Q

Cause di insufficienza cardiaca destra

A

Insufficienza respiratoria

  • cronica: per BPCO, enfisema, fibrosi polmonare + fattori aggravanti (policitemia che aumenta le resistenze e ipossiemia che altera il metabolismo)
  • acuta, comprende l’embolia polmonare

Ipertensione polmonare primitiva

Pericardite

Valvulopatie: insufficienza mitralica

181
Q

Quali sono le conseguenze di un’insufficienza cardiaca destra?

A

Aumento di pressione venosa sistemica

  • vena cava superiore: turgidità delle giugulari
  • vena cava inferiore: epatomegalia vascolare e edemi declivi periferici

Ipoperfusione polmonare, per diminuzione della pressione polmonare

182
Q

Meccanismi che portano allo scompenso cardiaco globale

A

a) patologie che interessano entrambe le parti del cuore
- alterazioni marcate della volemia
- turbe del ritmo o della conduzione
- miocardiopatie primitive o secondarie a malattie sistemiche o metaboliche

b) ripercussioni secondarie di una disfunzione dx sulla sx o viceversa
- scompenso cardiaco sx grave > diminuita pressione arteriosa > ipoperfusione generalizzata > minore ritorno venoso e incompetenza secondaria dx per alterato pre-carico
- scompenso cardiaco dx grave > ridotta perfusione polmonare > incompetenza secondaria sx per alterato pre-carico

183
Q

Classificazione funzionale dell’HF (heart failure)

A

CLASSE I: lieve (nessuna limitazione all’attività fisica. L’attività fisica ordinaria non provoca affaticamento, palpitazioni o dispnea eccessivi)

CLASSE II: lieve (leggera limitazione dell’attività fisica, assenza di sintomi a riposo, l’attività fisica ordinaria provoca affaticamento, dispnea o palpitazioni)

CLASSE III: moderata (marcata limitazione dell’attività fisica, assenza di sintomi a riposo, un’attività fisica inferiore all’ordinario causa affaticamento, palpitazioni o dispnea)

CLASSE IV: grave (incapacità di svolgere qualsiasi attività fisica, sintomi dell’insufficienza cardiaca a riposo )

184
Q

Biomarcatori di scompenso cardiaco

A
  • BNP, indice di stiramento miocardico
  • cTn-I, cTn-T (troponina T e I, isoforma cardiaca)
  • metaboliti del collagene, indici di rimodellamento della matrice
  • proteina C reattiva, TNF-alpha, IL6, proteine infiammatorie
185
Q

Cos’è una stenosi valvolare?

A

La valvola non si apre completamente e il sangue fatica a passare

186
Q

Cos’è un’insufficienza valvolare?

A

La valvola non si chiude completamente, perciò si ha reflusso di sangue

187
Q

Stenosi mitralica: eziologia e conseguenze

A
  • eziologia congenita (rara) o reumatica
  • aumenta la pressione atriale sx > aumenta la pressione nel circolo polmonare e nel ventricolo dx > ipertrofia del ventricolo dx
188
Q

Stenosi aortica: conseguenze

A

Aumento della pressione ventricolare sx > ipertrofia ventricolare sx > possibile scompenso > aumento della pressione atriale sx, nel circolo polmonare e nel ventricolo dx > ipertrofia ventricolare dx

189
Q

Insufficienza mitralica: eziologia e conseguenze

A
  • Alterazioni dei lembi (endocardite infettiva, endocardite reumatica, anomalie congeite, alterazione del connettivo) o anomalie dell’annulus (calcificazione idiopatica, secondarie a dilatazione del ventricolo sx)
  • rigurgito del sangue nell’atrio sx > aumento di pressione nell’atrio sx > aumento della forza di contrazione atriale > sovraccarico e ipertrofia del ventricolo sx > possibile scompenso > ipertrofia dx
190
Q

Insufficienza aortica: e conseguenze

A

Rigurgito del sangue nel ventricolo sx > aumenta la pressione del ventricolo sx > ipertrofia del ventricolo sx > possibile scompenso > ipertrofia dx

191
Q

Quali eventi clinici si possono complicare in shock?

A
  • emorragie gravi
  • ustioni o traumi estesi
  • infarti miocardici vasti
  • embolia polmonare massiva
  • sepsi microbica
192
Q

Quali sono i valori pressori di un soggetto in shock?

A
  • sistolica < 90 mmHg

- diastolica < 60 mmHg

193
Q

A cosa può essere dovuta l’ipotensione cronica?

A

Cause genetiche

  • mutazioni nei geni responsabili del riassorbimento del Na e del mantenimento della volemia
  • mutazioni nei recettori per il mantenimento del tono vascolare

Secondaria a patologie che producono ipovolemia o riduzione delle resistenze periferiche

  • stenosi aortica
  • insufficienza cardiaca
  • insufficienza surrenalica
  • perdita di liquidi
194
Q

A cosa può essere dovuta la diminuzione della pressione arteriosa media nello shock?

A
  • diminuita gittata cardiaca (shock a bassa portata)

- diminuite resistenze periferiche (shock ad alta portata)

195
Q

Quali sono i quattro tipi di shock noti? com’è la portata in essi?

A
  • Shock cardiogeno
  • Shock ipovolemico
  • Shock ostruttivo
    [a bassa portata]
  • Shock distributivo
    [ad alta portata]
196
Q

Shock cardiogeno: eziologia

A
  • deficit di contrattilità (IMA, cardiomiopatie, miocarditi)
  • aritmie (tachiaritmie, bradiaritmie, arresto cardiaco, fibrillazione atriale)
  • deficit valvolari (insufficienza aortica, insufficienza mitralica)
  • disfunzione meccanica (rottura dei muscoli papillari, grave stenosi aortica, rottura di aneurismi ventricolari)
  • cardiotossicità (overdose da beta-bloccanti o Ca-antagonisti)
197
Q

Shock cardiogeno: fisiopatologia

A

1) riduzione della gittata per disfunzione miocardica
2) aumento delle resistenze periferiche
3) ulteriore riduzione della gittata e della pressione arteriosa media
4) shock cardiogeno e ipoperfusione

> congestione venosa degli organi (fegato e polmoni)

198
Q

Shock ipovolemico: eziologia

A

Emorragica

  • sanguinamenti del tratto GI
  • traumi
  • emorragie interne
  • rottura aneurismi
  • gravidanza ectopica

Non emorragica

  • perdite GI (vomito o diarrea)
  • perdite renali con disidratazione (diabete insipido, diuresi osmotica)
  • ustioni estese
  • pancreatiti
  • insufficienza corticosurrenalica acuta (crisi addinsoniana)
  • chetoacidosi diabetica
  • terzo spazio (ascite, versamenti pleurici e pericardici)
199
Q

Shock ipovolemico: fisiopatologia

A

1) diminuzione del volume di sangue con diminuita gittata cardiaca
2) compenso con l’aumento delle resistenze
3) riduzione ulteriore della gittata e della pressione
4) ipoperfusione

200
Q

Quanto sangue ha perso almeno un pz che va in shock emorragico?

A

1,5 L (1/3 del volume ematico)

201
Q

Shock ostruttivo: eziologia

A

Ostacolato riempimento ventricolare

  • stenosi mitralica
  • trombo atriale
  • tamponamento cardiaco
  • pericardite ostruttiva
  • sindrome della vena cava (neoplasie, malattia granulomatosa)
  • sequestro splenico di emazie falciformi

Ostacolato deflusso ventricolare

  • stenosi aortica
  • embolia polmonare massiva
  • dissecazione dell’aorta
202
Q

Shock ostruttivo: fisiopatologia

A

1) la gittata è diminuita per ostruzione
2) compenso con l’aumento delle resistenze
3) riduzione ulteriore della gittata
4) shock e ipoperfusione

203
Q

Shock distributivo: eziologia

A
Cascata infiammatoria 
- shock settico 
- shock anafilattico 
Diminuita funzione del simpatico 
- shock neurogeno
204
Q

Shock distributivo: fisiopatologia

A

1) vasodilatazione periferica per perdita del tono vascolare
2) diminuzione delle resistenze periferiche e della pressione
3) aumento la gittata per compensare (insufficiente)
4) shock e ipoperfusione

205
Q

Quali sono i meccanismi che portano allo shock anafilattico?

A

Rilascio di grandi quantità di istamina dai mastociti in seguito al legame tra allergene e IgE

> vasodilatazione sistemica
permeabilizzazione diffusa del microcircolo (fuoriuscita d liquido e proteine plasmatiche con aumento di ematocrito e viscosità del sangue)

206
Q

Sintomi dello shock anafilattico

A
  • chiusura delle vie respiratorie per edema della glottide
  • paralisi della lingua
  • collasso delle pareti faringee
  • naso gocciolante
  • congiuntive, labbra, lingua, gola gonfie
  • perdita di coscienza
  • cefalea
  • ansia
  • prurito cutaneo
  • dolore pelvico
  • crampi addominali
  • perdita del controllo sulla vescica
207
Q

Cause di shock neurogeno

A
  • anestesia generale profonda
  • anestesia spinale
  • lesioni cerebrali
208
Q

Sintomi dello shock neurogeno

A
  • bradicardia
  • ipotensione
  • vasodilatazione periferica
    si può avere anche
  • perdita del tono vasomotorio periferico
  • mancanza di riflessi nella zona sotto la lesione
  • ipotermia
209
Q

Dove si hanno le infezioni primarie responsabili più spesso di sepsi?

A
  • 47% polmoni
  • addome, tratto urinario, altro

[20% esame colturale negativo}

210
Q

Quali patogeni sono più spesso responsabili di sepsi?

A
  • 47% gram -
  • 41% gram +
  • 5 % positivo a grm - e gram +
  • 5% funghi
211
Q

Quali sono i criteri per fare diagnosi di SIRS (systemic inflammatory response syndrome)?

A

2 o più tra

  • temperatura > 38°C o <36°C
  • frequenza cardiaca > 90 battiti/min
  • frequenza respiratoria > 20/min O Pa(CO2) < 32 mmHg
  • WBC > 12 000 /mm3
212
Q

Cosa sono sepsi, sepsi grave e shock settico?

A
  • sepsi: risposta infiammatoria sistemica all’infezione (infezione + SIRS)
  • sepsi grave: sepsi complicata da disfunzione acuta d’organo
  • shock settico : sepsi complicata da ipotensione refrattaria a terapia (infusione di liquidi) o iperlattacidemia (acidosi metabolica da ipoperfusione)
213
Q

Quali batteri sono responsabili di shock settico?

A

70% gram - (endotossina, LPS)

214
Q

quali sono gli effetti della tempesta citochinica nel corso di shock settico?

A
  • diminuita contrattilità miocardica
  • diminuito tono vascolare periferico
  • CID e occlusione microvascolare
215
Q

Meccanismi fisiopatologici dello shock settico

A

1) vasodilatazione periferica
2) vasoparalisi (terapia con vasocostrittori inefficace)
3) ridotta contrattilità cardiaca
4) meccanismi antinfiammatori (peggiorano la situa)
5) ativazione leucocitaria sistemica > a livello polmonare dà ARDS (acute respiratory distress syndrome)
6) attivazione del sistema della coagulazione con CID

216
Q

Quali fenomeni fondamentali sono compresi nella CID?

A
  • Trombosi microvascolare

- Coagulopatia da consumo

217
Q

Quali sono le fasi dello shock?

A

1) shock compensato: ridotta pressione > ipoperfusione ed ipossia tissutale > catecolamine e cortisolo > vasocostrizione, aumentato lavoro cardiaco e glicogenolisi.
- Segni: pallore, sudorazione, astenia, midriasi e talvolta perdita di coscienza

2) shock progressivo: accumulo di acido lattico, CO2 e ADP > danno cellulare progressivo > liberazione di enzimi > vasodilatazione e permeabilità vasali > peggioramento dell’ipossia > iperviscosità e CID

3) Shock irreversibile: porta a morte
- immissione di sostanze dai tessuti danneggiati
- rilascio di MDF dal pancreas ischemico
- soppressione della funzione renale con anuria
- arresto del circolo e microtrombosi diffusa
- coma e morte per crollo della gittata

218
Q

Quali meccanismi possono essere alla base delle endocrinopatie?

A

Alterata produzione dell’ormone

  • alterati i sistemi di regolazione a feedback
  • disfunzioni primitive delle ghiandole
  • alterata degradazione o inattivazione degli ormoni
  • produzione ectopica di ormoni

Alterata sensibilità dei tessuti

  • difetti dei recettori
  • difetti nella trasduzione del segnale
219
Q

Quali tipi di ipofunzioni si possono avere in una ghiandola endocrina?

A

Ipofunzione primaria

  • assenza o distruzione del parenchima ghiandolare
  • difetti della sintesi ormonale

Ipofunzione secondaria

Insensibilità dei tessuti

  • difetti recettoriali
  • difetti post recettoriali
220
Q

Quali tipi di iperfunzioni si possono avere in una ghiandola endocrina?

A

Iperfunzioni primarie

  • eccessiva produzione: primaria (neoplasia, eutopica o ectopica) o secondaria
  • alterazioni del catabolismo

Ipersensibilità delle cellule bersaglio

221
Q

Ormoni secreti dall’adenoipofisi con organi bersaglio

A

Cellule basofile

  • GH (fegato)
  • PRL (mammella)

Cellule acidofile

  • FSH (Ovaio/testicolo)
  • LH (ovaio/testicolo)
  • TSH (tiroide)
  • ACTH (surrene)
222
Q

Ormoni secreti dalla neuroipofisi con funzioni

A
  • AD-vasopressina (antidiuretico e pressorio)

- ossitocina (favorisce le contrazioni uterine nel parto e la secrezione lattea)

223
Q

a quali meccanismi sono legate le manifestazioni patologiche dell’ipofisi?

A
  • iperpituitarismo
  • ipopituitarismo
  • effetto massa
224
Q

Quali sintomi si associano all’effetto massa dell’ipofisi?

A

Alterazioni radiografiche della sella turcica

  • compressione del chiasma ottico con alterazioni del campo visivo
  • ipertensione endocranica (cefalea, nausea, vomito)
  • apoplessia ipofisaria (causa emorragia)
225
Q

Come si classificano le patologie da ipopituitarismo?

A

Congenito, con difetti nell’asse ipotalamo ipofisario

  • Sindrome di Kallmann
  • sindrome di Frolich
  • sindrome di Prader-Willi

Congenito, da difetti nella sintesi di un dato ormone
- nanismo ipofisario

Acquisito

  • diminuita produzione di uno o più ormoni
  • panipopituitarismo
226
Q

Sindrome di Kallmann: patogenesi e sintomi

A

Deficit congenito di GnRH

Sintomi

  • ipogonadismo ipogonadotropo congenito (per mancata migrazione dei neuroni secernenti GnRH)
  • anosmia/iposmia (per mancata migrazione dei neuroni dei bulbi olfattivi)
227
Q

Sindrome di Frolich: patogenesi e sintomi

A

Disfunzione ipotalamo-ipofisaria per deficit di leptina o del suo recettore

Sintomi

  • Iperfagia
  • Obesità
  • Ipogonadismo centrale (per deficit di sintesi di GnRH)
228
Q

Sindrome di Prader-Willi: eziologia, terapia e sintomi

A

Microdelezione sul cromosoma 15

Terapia con GH (per la crescita staturale)

Sintomi

  • ridotto tono muscolare
  • bassa statura
  • sviluppo sessuale incompleto (ridotto GnRH)
  • disabilità intellettiva
  • comportamento peculiare
  • obesità con relative complicanze
229
Q

Nanismo ipofisario: eziologia, terapia e sintomi

A

Eziologia congenita

  • 2 forme autosomiche recessive (più grave, delezione del gene GH1 (Cr17), forma IGHD 1A)
  • una forma dominante
  • una forma X-linked

Terapia con GH

Sintomi:

  • nanismo armonico
  • NON dà deficit intellettivi
230
Q

Ipopituitarismo nell’adulto: cause possibili

A
  • Tumori o lesioni espansive (microadenomi, macroadenomi, craniofaringiomi)
  • terapia chirurgica o radiante (sindrome della sella vuota)
  • lesioni cerebrali traumatiche (15-20% dei pz con TBI lo sviluppa) o emorragia subaracoidea
  • Necrosi ischemica o sindrome di Sheehan
  • Apoplessia ipofisaria
  • Cisti della tasca di Rathke
  • Lesioni ipotalamiche
  • malattie infiammatorie (sarcoidosi) e infezioni (TBC)
231
Q

Sintomi di adenoma ipofisario

A
  • compressione del nervo ottico
  • emicrania
  • ipopituitarismo parziale o totale
232
Q

Sindrome di Sheehan: patogenesi e sintomi

A

1) aumento delle dimensioni ipofisarie in gravidanza, senza corrispondente apporto ematico > ipossia ipofisaria
2) se durante il parto ho emorragia posso avere infarto del lobo anteriore

> ipopituitarismo

233
Q

Quali sono le conseguenze dell’ipopituitarismo dell’adulto?

A

Deficit isolati

  • gonadotropine: casi familiari e sporadici (es. sindrome olfatto-genitale)
  • GH: familiare o sporadica
  • TSH: ipotiroidismo e amenorrea
  • ACTH: anoressia, astenia, ipotensione e episodi di ipoglicemia

Deficit parziali

Deficit totale: panipopituitarismo

234
Q

Sintomi dell’panipopituitarismo

A
  • aspetto vecchieggiante
  • cute sottile e rugosa
  • colorito pallido o ipopigmentato
  • riduzione dei peli
  • apatia
  • astenia
  • nanismo armonico
  • amenorrea/impotenza
  • ipotiroidismo e iposurrenalismo
  • diabete insipido
  • iperprolattinemia
235
Q

Come può un adenoma ipofisario causare iperpituitarismo?

A
  • Adenomi funzionanti (sintomi endocrini)

- Adenomi non funzionanti (con effetto massa)

236
Q

Sintomi di adenomi ipersecernenti ipofisari

A

Generalmente con monomorfismo cellulare

  • PRL: amenorrea, galattorrea, perdita della libido e sterilità
  • GH: gigantismo e acromegalia
  • ACTH sindrome di CUshing
237
Q

Quando si ha gigantismo e quando acromegalia negli adenomi ipofisari secernenti GH?

A
  • gigantismo: pre-pubere

- acromegalia: età adulta

238
Q

Eziologia dell’iperproduzione di GH ipofisaria

A
  • adenomi acidofili ipofisari (70-80% macro, 20-30% micro)
  • iperproduzione di GnRH ipotalamica
  • tumori ipotalamici
  • produzione ectopica
239
Q

sintomi del gigantismo de iperproduzione di GH

A
  • Eccessivo accrescimento staturale
  • abnorme lunghezza degli arti
  • splancnomegalia
  • ipogonadismo o iposurrenalismo
240
Q

Sintomi dell’acromegalia da iperproduzione di GH

A
  • Accrescimento delle ossa in larghezza: aumenta lo spessore delle ossa piatte
  • Si accrescono le estremità. soprattutto mani e piedi
  • facies caratteristica per ispessimento osseo
241
Q

Tipi di ipotiroidismo

A

Primario

  • congenito: difetti di sviluppo, difetti di sintesi ormonale, cretinismo
  • Acquisito: tiroidite di Hashimoto (autoimmune), carenza di iodio, rimozione chirurgica, farmaci (litio e amiodarone), neoplasie, infezioni, infarti ed emorragie

Secondario a malattie ipotalamo-ipofisarie che danno deficit di TSH

periferico per ridotta sensibilità dei tessuti

242
Q

Quali sono le possibili cause di agenesia o disgenesia della tiroide

A
  • fattori citolesivi (es. infezioni virali)
  • farmaci
  • sostanze chimiche
  • radiazioni
243
Q

Qual è l’ectopia più comune della ghiandola tiroidea? Quanto è rilevante a livello clinico?

A
  • linguale (70% dei casi è totale)

- molto: causa i 2/3 dei casi di ipotiroidismo congenito-infantile

244
Q

Quali sono i passaggi della sintesi degli ormoni tiroidei?

A

1) concentrazione dello iodio nel tireocita (con SLC5A5, trasportatore specifico)
2) iodio convogliato nella colloide (con SLC6A4)
3) la tireoperossidasi organica lo iodio nelle tirosine della tireoglobulina (con H2O2 dalla NADPH-ossidasi)
4) le tirosine iodinate vengono accoppiate > iodotironine (con H2O2 dalla NADPH-ossidasi)
5) la tireoglobulina iodinata torna nei tireociti e viene degradata per dare T3 e T4

245
Q

Nanismo tiroideo: sintomi

A
  • ritardo grave nello sviluppo del SNC e muscolo-scheletrico
    > cretinismo e nanismo (disarmonico)
  • infantilismo sessuale
  • QI basso
246
Q

Quali alterazioni presenta la tiroide di un soggetto con tiroidite di Hashimoto?

A
  • Infiltrazione di linfociti e plasmacellule
  • formazione di follicoli linfoidi con centri germinativi
  • fibrosi
  • degenerazione delle cellule epiteliali
247
Q

Patogenesi della tiroidite di Hashimoto

A

Autoimmune

248
Q

Sintomi della tiroidite di Hashimoto

A
  • nanismo
  • difetti della funzionalità ventricolare (bradicardia e ipertensione sistolica)
  • ipercolesterolemia
  • gozzo

SINTOMI ASPECIFICI

249
Q

Come faccio diagnosi di tiroidite di Hashimoto?

A
  • positività al test per gli anticorpi
  • infiltrazione linfatica
  • gozzo
  • funzione tiroidea diminuita: 50-75% eutiroideo, 25-50% ipotiroidismo subclinico, 5-10% ipotiroidismo franco
250
Q

Quali fattori di rischio ambientali sono collegati alla tiroidite di Hashimoto?

A
  • condizioni igieniche buone: il SI si rivolge contro le cellule self in mancanza di batteri
  • Concentrazione di iodio troppo bassa o troppo alta
251
Q

Come vengono distrutte le cellule tiroidee nella tiroidite di Hashimoto?

A
  • infiltrazione di T-citotossici
  • citochine a rilascio locale
  • citotossicità cellulare anticorpo-dipendente
252
Q

Verso quali antigeni self della tiroide possono essere rivolti autoanticorpi? che patologie danno?

A
  • TSH-R > morbo di Graves

- tireoglobulina e tireoperossidasi > tiroidite di Hashimoto

253
Q

Conseguenze della carenza di iodio

A
  • neonato: cretinismo endemico
  • bambino e adolescente: ritardo nello sviluppo fisico
  • adulto: ipotiroidismo

+ gozzo a tutte le età

254
Q

quali sono gli interferenti endocrini che possono causare ipotiroidismo?

A
  • PBC e diossine: alterano i livelli sierici di T4 e TSH (e del feedback) nel neonato
  • bisfenoloA: antagonista del T3 e inibitore dell’attivazione genica da TSH-R
  • ftalati: aumentata attività di NIS e riduzione degli ormoni tiroidei
  • pesticidi (etilenbisditiocarbamati e organofosforici): tireostatici
255
Q

definizione di ipertiroidismo e tireotossicosi

A

Ipertiroidismo: aumentata sintesi o secrezione degli ormoni tiroidei da parte della tiroide

Tireotossicosi: sindrome clinica causata da eccessivi livelli di ormoni tiroidei a prescindere dalla loro origine (produzione ectopica o assunzione per os a fini dimagranti)

256
Q

Quali tipi di ipertiroidismo si conoscono?

A

Primario

  • morbo di Graves (autoimmune)
  • adenomi (mutazioni attivanti del TSH-R o della Gsalpha)

Secondario:

  • eccesso di TSH
  • eccesso di hCG
257
Q

Segni e sintomi di ipertiroidismo

A
  • iperattività, nervosismo, irritabilità, difficoltà a dormire
  • sudorazione aumentata e intolleranza al caldo
  • perdita della libido
  • perdita di peso
  • tremore
  • palpitazioni
  • peli sottili e fragili, perdita dei capelli
  • dispnea
  • debolezza muscolare
  • nausea e vomito
  • problemi agli occhi: diplopia, irritazione, dolore retrorbitale e esoftalmo
  • cambiamenti nel ciclo mestruale
  • prurito e dermopatia localizzata
  • sete e poliuria
  • collo “pieno”
  • acropachia
258
Q

Livelli ormonali nell’ipertiroidismo primario

A
  • aumentati livelli di T3 e T4

- diminuiti livelli di TSH (per feedback negativo)

259
Q

Triade sintomatologica del morbo di Graves

A

1) ipertiroidismo
2) oftalmopatia infiltrativa con esoftalmo
3) dermopatia infiltrativa localizzata (piccola % dei pz)

260
Q

Fattori dai quali dipende la patogenesi immunitaria del morbo di Graves

A

Geni (80% del rischio)

  • geni tiroide specifici: TSH-R e tireoglobulina
  • geni immuno-regolatori MHC classe II

Ambiente

  • infezioni: Y. enterocolitica, H. pylori, Cocxsackie B, retrovirus, HCV
  • iodio
  • farmaci (amiodarone e IFNalpha)
  • fumo
  • stress

Risposta immunitaria disregolata

261
Q

Quale mutazione da sola risulta causativa del morbo di Graves?

A

HLA-DRb1-Arg74

> rende la tasca di legame adatta a presentare Ag tiroidei

262
Q

Perché la TSI del morbo di Graves dà sintomatologia oftalmica?

A

1) cross-reazione della TSI o altri autoAb con Ag dell’occhio
2) infiltrato di linfociti T e B, monociti, macrofagi, mastociti con infiammazione
3) attivazione dei fibroblasti retro-orbitari, stimolati a produrre citochine e ac. ialuronico > fibrosi
4) i fibroblasti sono stimolati a differenziarsi in adipociti (adipogenesi) con esoftalmo

263
Q

Cosa sono noduli caldi e freddi della tiroide

A

Adenomi

  • caldo (ipercaptante): l’adenoma secerne ormoni tiroidei, è ben differenziato e benigno
  • freddo (ipocaptante): l’adenoma non è funzionante, è indifferenziato e maligno
264
Q

Cos’è il morbo di Plummer?

A

adenoma tossico della tiroide (nodulo tiroideo monoclonale), che causa ipertiroidismo

265
Q

Quali isotopi uso in medicina nucleare per osservare eventuali noduli alla tiroide?

A
  • iodio-131 e tecnezio-99
  • sono captati dalla ghiandola e concentrati maggiormente nelle zone calde, metabolicamente attive (distinguo noduli caldi e freddi)
266
Q

Quali sono i due principali regolatori della secrezione di PTH?

A
  • Ca++ extracellulare

- Vit. D

267
Q

Fabbisogno giornaliero di Vit. D

A
  • 200 UI nell’adulto
  • 400 UI nel bambino
  • 800 UI nell’anziano
268
Q

tipi di iperparatiroidismo

A
  • Primario: alterazione primitiva delle paratiroidi (carcinoma, adenoma, iperplasia)
  • Secondario: in risposta a condizioni che causano ipercalcemia (insufficienza renale)
269
Q

A cosa è dovuto solitamente l’iperparatiroidismo primario?

A
  • 83% dei casi: adenoma singolo
  • 12% dei casi: iperplasia
  • 4% dei casi: adenomi multipli
  • 1% dei casi: tumori maligni
270
Q

Iperparatiroidismo: segni e sintomi

A
  • sintomi variabili (>50% asintomatico)
  • rene: calcolosi
  • tessuto scheletrico: osteite fibroso-cistica con deformità ossee caratteristiche (osteodistrofia renale, osteomalacia, lesioni ortosclerotiche e osteoporotich, tumore bruno della mandibola)
  • calcificazioni metastatiche dei tessuti molli
271
Q

Quali sono le zone più colpite dalle calcificazioni metastatiche (in iperparatiroidismo)?

A
  • cornea (cheratite a banda)
  • tendini (tendiniti calcifiche)
  • cartilagini articolari (condrocanalicosi)
  • parenchima renale (nefrocalcolosi)
  • pancreas (probabilmente pancreatite)
272
Q

Quali sono le principali cause di ipercalcemia?

A
  • iperparatiroidismo
  • aumentato riassorbimento del calcio osseo (tumori primitivi del midollo, metastasi scheletrica estesa, tournover osseo accelerato nella malattia di Paget, prolungata immobilizzazione)
  • malattie correlate alla vitamina D (intossicazione da vit. D, sarcoidosi, ipercalcemia idiopatica dell’infanzia)
  • insufficienza renale
273
Q

Cause di ipoparatiroidismo

A
  • Ablazione chirurgica delle ghiandole (insieme alla tiroide)
  • autoimmunitaria: morbo di Addison o in seguito a candidosi muco-cutanea
  • idiopatica (soprattutto femminile)
  • genetica
274
Q

Conseguenze e sintomi dell’ipoparatiroidismo

A
  • ipocalcemia con iperfosfatemia

- iperattività neuromuscolare

275
Q

Tipi di ipocorticosurrenalismo

A

Primario

  • distruzione della ghiandola (>90%): morbo di Addison
  • anomalie nello sviluppo su base genetica
  • difetti nella sintesi degli ormoni steroidei

Secondario

  • ridotta produzione ipofisaria di ACTH
  • prolungata assunzione di glucocorticosteroidi antinfiammatori con inibizione della funzione surrenale (feedback negativo sull’ACTH)

Terziario
- ridotta produzione di CRH ipotalamico

276
Q

Morbo di Addison: patogenesi ed eziologia

A
  • Distruzione progressiva delle ghiandole surrenaliche con diminuzione dei livelli di glucocorticoidi e mineralcorticoidi
  • eziologia autoimmune (60-70%) o da tubercolosi (20% oggi, nel secolo scorso era maggioritaria)
277
Q

Sintomi del morbo di Addison

A
  • iperpigmentazione di cute e mucose (iperproduzione di POMC > aumento di MSH > stimolazione dei melanociti)
  • ipotensione (deficit di mineralcorticoidi)
  • ipoglicemia, perdita di peso, sintomi GI (per eficit di glucocorticoidi)
  • astenia (deficit di glucocorticoidi e androgeni)
  • alterata distribuzione pilifera (deficit di androgeni)
278
Q

Componenti genetica, ambientale e immunitaria del morbo di Addison

A
  • Genetica: gene AIRE, se mutato non viene espresso dalle cellule timiche e non si ha una corretta selezione negativa dei T
  • Ambientale: apoptosi o necrosi delle cellule del surrene in seguito a infezione virale persistente, con esposizione di neoantigeni
  • Immunitaria: risposta immunitaria o infiammatoria aberrante
279
Q

Di quale sindrome più ampia è responsabile la mutazione del gene AIRE, oltre al morbo di Addison?

A

Sindrome poliendocrina autoimmune di tipo 1, caratterizzata da candidosi muco-cutanea cronica

280
Q

Quale percentuale della ghiandola surrenale deve essere distrutta per avere una manifestazione clinica?

A

> 90%

281
Q

Cause di insufficienza cortico-surrenalica priitiva

A
  • Morbo di Addison
  • Sindrome di Waterhouse-Friedrichsen (necrosi emorragica in pz. con sepsi meningococcica)
  • amiloidosi del surrene
  • TBC con granuloma tubercolare caseoso
  • rimozione chirurgica della ghiandola
  • anomalie dello sviluppo su ase genetica
  • estesa distruzione del tessuto (in caso di metastasi, soprattutto di neuroblastoma)
282
Q

Effetto principale dei deficit congeniti di sintesi degli ormoni steroidei

A

Iperplasia congenita del surrene

283
Q

Quali enzimi più comunemente sono deficitari nell’iperplasia congenita del surrene?

A
  • 21-idrossilasi (>80%)
  • 11-beta-idrossilasi (5-10%)
  • 17-alpha-idrossilasi
  • 3-beta- idrossisteroide deidrogenasi
  • 20,22-colesterolo desmolasi
284
Q

Deficit di 21-idrossilasi nel surrene: causa e effetti

A

Mutazione del gene (p6, in associazione con il locus HLA)

Effetti

  • meno aldosterone > perdita di sali con iponatriemia e iperkaliemia
  • meno cortisolo > manca il feedback negativo sull’ACTH, aumento dell’ACTH e dei precursori steroidei
  • più progesterone e steroidi sessuali > virilizzazione
  • più escrezione urinaria dei metaboliti degli steroidi
  • iperplasia corticosurrenale cerebriforme
285
Q

Deficit di 11-beta-idrossilasi nel surrene: causa e effetti

A

Mutazione del gene (q8)

Effetti

  • meno renina
  • meno cortisolo
  • più 11-desossicortisolo
  • più 11-desossicorticosterone > ritenzione salina con ipertensione e alcalosi ipokaliemica
  • più androgeni > virilizzazione
286
Q

Quali sono le principali manifestazioni cliniche di ipercorticosurrenalismo?

A
  • Sindrome di Cushing (aumentato cortisolo)

- Sindrome di Conn (aumentato aldosterone)

287
Q

quali forme di eccesso di cortisolo sono conosciute?

A
  • Forma iatrogena (80%) da terapia con corticosteroidi
  • Forma spontanea (20%): malattia di Cushing (80%, adenoma ipofisario ACTH secernente) e sindrome di Cushing (adenoma surrenalico)
288
Q

Differenza tra sindrome e malattia di Cushing

A
  • malattia: ACTH alto

- sindrome: ACTH basso

289
Q

Sintomi della sindrome e malattia di Cushing

A

Aumentato catabolismo proteico

  • atrofia muscolare
  • perdita di collagene con cute sottile e fragile, soprattutto nell’addome (smagliature)
  • difficoltà nella guarigione delle ferite

Alterazioni del metabolismo glucidico

  • iperglicemia e diabete secondario
  • poliuria

Alterazioni del metabolismo lipidico

  • obesità del tronco
  • gibbo bufalino
  • viso a luna piena talvolta con macchie rosse
  • aumento ponderale ma assottigliamento degli arti (con diminuzione della forza)

Alterazioni della funzione immunitaria

  • diminuita risposta immunitaria
  • aumentata vulnerabilità alle infezioni
290
Q

effetti del cortisolo

A
  • stimolazione delle vie cataboliche
  • aumento della gluconeogenesi
  • diminuita captazione del glucosio da muscoli scheletrici e tessuto adiposo
  • depressione della risposta immune e infiammatoria
  • effetti sinergici alle catecolammine sul cardiovascolare
  • miglioramento dell’umore
  • facilitazione dell’apprendimento
  • aumento di filtrazione renale e diuresi
291
Q

Iperaldosteronismo: forme cliniche

A

Primario (sindrome di Conn)

  • adenoma ipersecernente (65-70%)
  • iperplasia surrenalica idiopatica bilaterale (30%)
  • carcinoma surrenalico (<1%)

Secondario

  • stenosi dell’arteria renale
  • scompenso cardiaco congestizio
292
Q

Sintomi della sindrome di Conn

A
  • ipertensione
  • ipopotassemia
  • stanchezza e debolezza muscolare
  • poliuria (nicturia)
293
Q

Come si fa diagnosi di sindrome di Conn?

A

3 criteri

  • Ipertensione diastolica
  • iposecrezione di renina
  • ipersecrezione di aldosterone
294
Q

Cos’è il feocromocitoma?

A

Tumore della midollare del surrene con aumentata secrezione di catecolammine

295
Q

Tipi di feocromocitoma

A
  • 10% bilaterale
  • 10% familiare
  • 10% extrasurrenalico
  • 10% maligno
  • 10% pediatrico
296
Q

Segni e sintomi del feocromocitoma

A
  • aumento della pressione arteriosa, da lieve a crisi gravi (50% persistente, 30% parossistica, 20% assente)
  • complicanze cardiovascolari (IMA, aritmie, ictus)
  • ipotensione ortostatica
  • motilità gastrointestinale ridotta

[Rari i pz asintomatici se il tumore è secernente, i tumori non secernenti sono rari. Si associa a morte improvvisa]

297
Q

A quali altre patologie si può trovare associato il feocromocitoma?

A
  • MEN tipo 1: iperplasia adenomatosa e sviluppo di tumori maligni multipli per mutazione di MEN1 (menina, oncosoppressore)
  • MEN tipo 2: carcinoma midollare della tiroide, adenomi delle paratiroidi, feocromocitoma, tumori linguali e sulla schiena per mutazione di RET (recettore tirosin chinasico)
  • Morbo di Recklinghausen: neurofibromatosi (con macchie caffellatte, noduli di Lisch dell’iride, glioblasgtomi, neurofibromi)
  • Sindrome di von Hippel-Lindau: emangioblastosi retinica e cerebellare [+tumori del rene a cellule chiare]
298
Q

Cos’è il MODY? quali sono le forme più comuni e a cosa sono dovute?

A

Diabete giovanile che insorge nella maturità

Forme più comuni

  • MODY 3 (58%): mutazioni di HNF1alpha
  • MODY 2 (35%): mutazioni della glucochinasi
299
Q

A cosa è dovuto lo pseudo-ermafroditismo maschile (sindrome di Reifenstein)? quali sono i sintomi?

A

Deficit di 5-alpha-reduttasi (da testosterone a 5-alpha-diidrotestosterone)

Sintomi

  • sviluppo intrauterino incompleto (ipospadia e criptorchidismo)
  • sembra una femmina fino alla pubertà, quando inizia la produzione di testosterone
  • NON c’è ginecomastia
300
Q

In cosa consiste la terapia ormonale nel caso di tumore? in quali casi si applica?

A
  • somministrazione di antagonisti degli ormoni per tumori ormone-dipendenti
  • Carcinoma mammario (70% dei casi ormone-dipendente) > tamoxifen (anti estrogeni) + inibitori dell’aromatasi
  • tumore della prestata > inibitore degli androgeni
301
Q

A cosa può essere dovuta l’insensibilità periferica agli ormoni?

A
  • difetti nei recettori (quantitativi o qualitativi)
  • interferenza: inibizione competitiva o autoAb anti-recettore
  • difetti di trasduzione del segnale post-recettoriali
302
Q

quali effetti ha l’assenza del recettore per gli androgeni?

A
  • femminizzazione testicolare
  • fenotipo femminile: mammelle, tasca vaginale cieca, amenorea primaria
  • presenza dei testicoli ma assenza dei derivati dei dotti di Wolff (epididimo, dotti deferenti , vescicole seminali)
303
Q

cos’è l’achantosis nigricans? quali sono i sintomi?

A
  • disturbo causato da autoAb anti-recettore per l’insulina
  • ipercheratosi e iperpigmentazione delle regioni flessorie e ano-genitali

[presente spesso in pz con altre malattie autoimmuni, come LES o sindrome di Sjorgren, o con tumore]

304
Q

Eziologia dello pseudo-ipoparatiroidismo

A

Mutazione di GNAS con subunità alpha della proteina G associata al PTH-R non funzionante

305
Q

sintomi dello pseudo-ipoparatiroidismo di tipo 1 (osteodistrofia ereditaria di Albright)

A
  • ipocalcemia e iperkaliemia con alti livelli di PTH
  • bassa statura
  • obesità
  • ritardo mentale
  • calcificazioni sottocutanee (osteoma cutis)
  • anomalie congenite dell’osso (dimensioni molto ridotte di metatarsi e metacarpi, brachidattilia)
306
Q

esempi di ipersensibilità delle cellule bersaglio ad un dato ormone

A
  • adenoma tossico della tiroide (mutazione di TSH-R)
  • virilizzazione precoce nel maschio da mutazione del recettore per LH/hCG
  • policitemia da mutaizone del recettore per EPO
307
Q

criteri diagnostici di diabete mellito

A
  • emoglobina glicata > 6,5%
  • fasting plasma glucose > 126 mg/dl in almeno due misurazioni diverse con 8h di digiuno
  • glicemia > 200 mg/dl 2h dopo carico orale di glucosio (75g)
  • glicemia random >200 mg/dl
308
Q

tipi di diabete

A
  • T1DM: distruzione delle cellule beta del pancreas con carenza assoluta di insulina
  • T2DM: insulino-resistenza e successiva degenerazione delle cellule beta
  • diabete gestazionale: “
  • altri (difetti genetici delle cellule beta, malattie del pancreas esocrino, endocrinopatie, da farmaci, forme rare)
309
Q

caratteristiche cliniche di T1DM e T2DM

A

T1DM

  • insorgenza <20 anni
  • peso corporeo normale
  • deficit di insulina
  • autoAb anti-insule
  • chetoacidosi comune

T2DM

  • insorgenza >30 anni
  • obesità
  • livelli di insulina normali o alterati
  • assenza di autoAb anti-insule
  • chetoacidosi rara
310
Q

Patogenesi di T1DM e T2DM

A

T1DM

  • autoimmunità
  • meccanismi immunopatologici
  • severo deficit insulinico

T2DM

  • resistenza insulinica
  • deficit insulinico relativo
311
Q

Caratteristiche delle cellule insulari in pz con T1DM e T2DM

A

T1DM

  • insulite precoce
  • marcata atrofia e fibrosi
  • deplezione delle cellule beta

T2DM

  • assenza di insulite
  • atrofia focale e amiloide
  • lieve deplezione delle cellule beta
312
Q

qual è la soglia di glucosio per la produzione di insulina?

A
  • 100 mg/dl > internalizzazione del glucosio grazie a GLUT2 pancreatico (bassa affinità)
313
Q

effetti dell’insulina nei tessuti metabolicamente insulina-dipendenti

A

Tessuto adiposo
+ captazione del glucosio
+ lipogenesi
- lipolisi

Muscolo striato
+ captazione del glucosio
+ sintesi del glicogeno
+ sintesi proteica

Fegato
- gluconeogenesi
+ glicogenosintesi
+ lipogenesi

314
Q

Sintomi del T1DM

A
  • sete esagerata e bocca secca
  • urinazione frequente
  • mancanza di energie, affaticamento
  • fame costante
  • improvvisa perdita di peso
  • vista sfocata
315
Q

Prove della patogenesi autoimmune di T1DM

A
  • isole pancreatiche dei pz con infiltrato di cellule immunitarie
  • farmaci immunosoppressori hanno una certa efficacia
  • la risposta immunitaria contro le cellule beta precede l’esordio clinico
  • elevata associazione tra alcuni alleli HLA e rischio di contrarre la malattia
  • si presenta in associazione ad altre malattie autoimmunitarie
  • presenti autoAb e cellule T auto-reattive
316
Q

Rischio di sviluppare T1DM nella popolazione generale, tra gemelli monozigotici, dizigotici e fratelli

A
  • Popolazione generale: 0.3-0.5%
  • gemelli monozigotici: 30-50%
  • gemelli dizigotici: 5-10%
  • fratelli: 6%
317
Q

Quali varianti alleliche del sistema HLA mostrano una forte associazione con T1DM (rischio relativo >6)?

A
  • HLA-DR3 e HLA-DR4

- HLA-DR2 e HLA-DQ8: associazione principale, in linkage disequilibrium con DR3-4

318
Q

Fattori ambientali di rischio per T1DM

A
  • Virus: enterovirus, rotavirus, parotite, rosolia, varicella
  • latte vaccino
  • vaccinazioni
  • inquinanti ambientali
319
Q

Quali due fasi si distinguono nella patogenesi di T1DM

A

1) alterazione del self: fase di iniziazione
2) fase di amplificazione ed esecuzione

> distruzione delle cellule beta, con insulino-deficienza e diabete

320
Q

Oltre al T2DM, quali altre patologie/alterazioni rientrano nel quadro della sindrome metabolica?

A
  • iperinsulinemia
  • obesità (90% dei pz con T2DM)
  • dislipoproteinemia
  • ipertensione
  • aterosclerosi precoce
321
Q

quali sono i fattori di rischio ambientali della sindrome metabolica?

A
  • eccesso di cibo
  • scarso esercizio fisico
  • stress
322
Q

Come sono cambiati i fattori di rischio cardiovascolare negli ultimi anni?

A
  • ridotti i fattori di rischio classici (ipertensione, fumo, ipercolesterolemia)
  • aumentati i fattori di rischio metabolici (obesità viscerale e insulino-resistenza) + dislipidemia aterogena, ipertensione essenziale, aumentati marker infiammatori (citochine e PCR) , disfunzione endoteliale e aumentato rischio trombotico
323
Q

Come posso fare diagnosi di sindrome metabolica

A

presenza di 3 tra i fattori di rischio

  • obesità addominale
  • trigliceridemia
  • colesterolo LDL elevato
  • ipertensione
324
Q

Con che meccanismo l’obesità causa insulino-resistenza?

A

1) stress metabolico ( + acidi grassi liberi)

2) stress infiammatorio

325
Q

Come varia il tessuto adiposo di pz con T2DM?

A
  • aumentate dimensioni adipocitarie
  • aumentato numero di macrofagi
  • aumentano in proporzione i macrofagi M1 (pro-infiammatori) rispetto agli M2
326
Q

Come fanno FFA e infiammazione a dare insulino-resistenza?

A

1) i FFA attivano la PKC che fosforila la IRS-1 inattivandola
2) non si ha mai trasduzione del segnale dal recettore insulinico
3) GLUT4 non viene esposto e il glucosio non viene internalizzato

327
Q

Oltre a FFA e infiammazione cos’altro può attivare la chinasi che fosforila IRS-1?

A
  • iperglicemia
  • disfunzione mitocondriale
  • stress del reticolo
328
Q

Forme meno comuni di insulino-resistenza (rispetto a inattivazione di IRS-1 per fosforilazione)

A
  • assenza del recettore insulinico
  • mutazione dei geni per IRS-1 o Akt
  • alterazioni dell’espressione dei miRNA che controllano la via di Akt
329
Q

Quali sono le due cause principali del declino della funzionalità delle cellule beta nella fase tardiva del T2DM?

A

1) difetti dell’attività secretoria e di risposta agli stimoli (glucosio) delle cellule beta
2) diminuzione della massa beta-cellulare per
- aumento dei FFA e lipotossicità
- iperglicemia e glucotossicità
- stress da ipersecrezione di insulina

330
Q

Geni correlati ad aumentato rischio di T2DM

A
  • regione HHEX-IDE: fattori di trascrizione per lo sviluppo de pancreas
  • regione CDKN2A-2B: se sovraespressi diminuisce la proliferazione nelle isole pancreatiche
  • gene ETO: altera il BMI
  • gene TCF7L2: diminuzione della secrezione di insulina stimoata da glucosio
331
Q

Quanti sono i geni associati al T2DM? per quanta parte dell’eziologia sono responsabili?

A
  • 50 geni

- 15%

332
Q

Complicanze del diabete mellito

A
  • rischio di ictus aumenta x 1.2-1.8
  • retinopatia diabetica (porta a cecità)
  • malattie del cavo orale (periodontite)
  • malattie cardiovascolari (portano a morte il 75% dei z): micro e macrovascolari
  • nefropatia diabetica (prima causa di trapianto)
  • complicazioni delle gravidanze
  • neuropatia diabetica
  • piede diabetico (prima causa di amputazione)
  • mortalità x2
333
Q

Quali sono le complicanze cardiovascolari del diabete?

A

Microvascolari (dovute a iperglicemia)

  • glicazione delle proteine (collagene a lunga emivita > ne risente)
  • alterazione e assottigliamento della membrana basale > fragilità dei piccoli vasi
  • cattura e ossidazione delle LDL
  • legame di Ig e complemento > infiammazione

Macrovascolari (dovute a insulino-resistenza)

  • ridotta trasduzione della via di Akt > attivazione delle MAPk
  • infiammazione, proliferazione cellulare, aterogenesi

[farmaci antidiabetici che sensibilizzano i tessuti all’insulina, come la metformina, diminuiscono il rischio di complicanze macrovascolari: rischio di IMA -39%, mortalità - 36%]

334
Q

Funzioni del rene

A
  • escrezione di sostanze (urea, creatinina, acido urico, ammonio, poliammine, prodotti di scarto)
  • regolazione del bilancio idro-salino
  • regolazione della pressione arteriosa
  • produzione di EPO
  • regolazione della calcemia
335
Q

Come distinguo le nefropatie sulla base dell’eziolgia?

A

Primitive
Secondarie
- da malattie sistemiche (diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari)
- malattie delle vie urinarie (calcolosi, malformazioni)

336
Q

In quali gruppi posso dividere le malattie renali sulla base della patogenesi/della componente renale interessata?

A

Anomalie congenite

Glomerulopatie

  • primitive
  • secondarie
  • ereditarie

Tubulopatie

  • necrosi tubulare acuta
  • nefropatie tubulo-interstiziali

Insufficienza renale acuta

Insufficienza renale cronica

337
Q

Da cosa può essere causata un’anomalia genetica renale?

A
  • mutazioni genetiche
  • teratogeni
  • ostruzioni del flusso urinario fetale
338
Q

Che tipi di anomalie congenite renali si conoscono?

A
  • agenesia
  • ipoplasia
  • ectopia
  • rene a ferro di cavallo (90% dei casi si uniscono i poli inferiori, può dare parziale ostruzione degli ureteri con idronefrosi)
  • duplicazione ureterale
  • malattie cistiche del rene
339
Q

Forme di malattie cistiche del rene

A

Genetiche

  • autosomica dominante: rene policistico dell’adulto
  • autosomica recessiva: rene policistico del bambino

Non genetiche

  • disordini dello sviluppo (rene multicistico, rene a spugna)
  • acquisite (cisti renali semplici)
340
Q

Frequenza del rene policistico dell’adulto

A

1:400-1000 nati vivi

341
Q

Manifestazione sintomatologica del rene policistico dell’adulto

A
  • cisti multiple in entrambi i reni
  • insufficienza renale
  • atrofia da compressione del parenchima tra le cisti
342
Q

Cause del rene policistico dell’adulto

A
  • 90% dei casi: PKD1 (16p)

- 10% dei casi: PKD2 (4q)

343
Q

Quali dimensioni arrivano ad avere i reni di pz con rene policistico dell’adulto? quanto grandi sono le cisti?

A
  • 25 cm x 4 kg ciascuno

- 0.5-5 cm

344
Q

Per quali proteine codificano PKD1 e PKD2?

A

Policistina 1 e 2

  • 1: proteina che protrude nel lume dei tubuli
  • 2: canale del Ca++ espressa sulla superficie apicale delle cellule dei tubuli

> complesso proteico che agisce da meccanosensore per il flusso

345
Q

Cosa accade alle cellule con PKD1 mutato a livello metabolico?

A
  • fanno la glicolisi anaerobia (effetto Warburg)
    + viene stimolata la proliferazione

simili alle cellule cancerose

346
Q

Da quale gene è causata il rene policistico del bambino? Per cosa codifica?

A
  • PKHD1 (p6)

- fibrocistina, proteina transmembrana per il differenziamento delle cellule dei dotti collettori (e apparato biliare)

347
Q

Caratteristiche cliniche e sintomatologiche del rene policistico del bambino

A
  • grave insufficienza renale
  • fibrosi congenita del fegato
  • cisti rotondeggianti in fegato e reni (aspetto a spugna)
348
Q

Dimensioni delle cisti nel rene policistico del bambino

A

0.1-1 cm distribuite uniformemente (non ho gibbosità)

349
Q

Come distinguo le glomerulopatie sulla base dell’eziologia?

A

Primarie

  • sindrome nefrosica
  • sindrome nefritica

Secondarie, in malattie multisistemiche (LES)

Ereditarie

350
Q

Come distinguo le glomerulopatie sulla base della morfologia?

A

1) estensione della lesione: glomerulopatie
- diffuse (tutto il rene)
- focali (solo alcuni glomeruli)
- globali (tutto il glomerulo)
- segmentarie (solo una parte del glomerulo)

2) alterazione prevalente: “
- proliferative (+ cellule)
- membranose (+ membrana basale glomerulare)
- membranoproliferative
- a semilune (+ epitelio)

351
Q

Come distinguo le glomerulopatie sulla base immunologica?

A
  • glomerulopatie da antigeni glomerulari

- da immunocomplessi (Ag non glomerulari)

352
Q

Quali sono i nefritogeni più comuni?

A

Eterologhi

  • Streptococco emolitico di tipo A (pyogenes)
  • miceti
  • parassiti
  • virus
  • farmaci
  • proteine di siero eterologo

Autologhi

  • origine renale
  • origine extrarenale
353
Q

Cosa differenzia la sindrome nefrosica dalla sindrome nefritica?

A
  • Localizzazione subendoteliale (infiammazione) : nefritica > ipersensibilità di III tipo
  • Localizzazione subepiteliale (no infiammazione): nefrosica > ipersensibilità di II tipo
354
Q

Sintomi della sindrome nefritica

A
  • Ematuria microscopica
  • microalbuminemia
  • oliguria
  • ipertensione
  • edemi localizzati (tessuti più molli)
  • insufficienza renale
355
Q

Quali sono i nefritogeni delle streptococco che mi danno glomerulonefrite post streptococcica?

A
  • NAPI-R: una G3P. il 90% dei pz ha Ab anti-NAPI-R

- SPE-B

356
Q

Condizioni necessarie affinché si depositino gli immunocomplessi

A
  • devono formarsi in eccesso di antigene
  • devono essere persistenti (alta affinità di legame)
  • devono essere piccoli: non fagocitati
  • vanno negli organi con maggiore flusso ematico
357
Q

Sintomi della sindrome nefrosica

A
  • proteinuria elevata (>3,5 g/24h) non selettiva per dimensioni
  • ipoprotidemia
  • edemi generalizzati
  • iperlipidemia
  • aumentato rischio trombotico
358
Q

Caratteristiche dell’Ag (nefritogeni) per avere ipersensibilità di tipo II?

A
  • espressi costitutivamente sulla superficie delle cellule glomerulari
    o - rimangono intrappolati nella membrana basale
    o - condividono epitopi con antigeni della membrana basale (streptococco)
359
Q

Fattori genetici predisponenti alla nefropatia membranosa. Come agiscono?

A
  • HLAII e PLA2R1

- interazione diretta tra HLA-DQA1 e PLA2R1 + mimetismo molecolare tra PLA2R1 e Ag microbici

360
Q

Quali patologie possono dare glomerulopatie secondarie?

A
  • LES
  • sindrome di Goodpasture
  • diabete mellito
  • amiloidosi
  • endocardite batterica
361
Q

Classi della nefropatia lupica con condizioni del glomerulo, frequenza e sintomi

A
Classe I (rara): glomeruli normali o con lesioni minime 
> esame delle urine normale

Classe II (10%): glomerulonefrite mesangiale
> modesta proteinuria e/o microematuria
>pressione e funzione renale normali

Classe III (10%): glomerulonefrite proliferativa, focale e segmentaria
> proteinuria dosabile e microematuria
> rara sindrome nefrosica e insufficienza lieve
> pressione normale

Classe IV (50%) glomerulonefrite proliferativa diffusa
> proteinuria ed ematuria
> sindrome nefrosica (>50%) e insufficienza renale frequente
> ipertensione arteriosa

Classe V (15-20%): glomerulonefrite membranosa
> sindrome efrosica (50-70%)
> ipertensione e insufficienza

Classe VI (10%): lesioni sclerosanti (ansa a fil di ferro e corpi ematossilinici) 
> non compatibile con la vita
362
Q

Caratteristiche della sindrome di Goodpasture

A

Triade

  • emorragia alveolare diffusa
  • glomerulonefrite
  • autoAb circolanti citotossici contro alpa3 del collagene di tipo IV
363
Q

Glomerulopatie ereditarie: esempi

A
  • Sindrome di Fabry
  • Sindrome di Alport
  • glomerulosclerosi focale e segmentaria
  • sindrome nefrosica congenita di tipo finlandese
  • sindrome nefrosica resistente agli steroidi
364
Q

Sintomi della sindrome di Alport

A
  • glomerulonefrite
  • ematuria
  • progressione verso l’IRA
  • sordità neurosensoriale
  • anomalie oculari
365
Q

Qual è il gene responsabile della sindrome di Alport? per cosa codifica?

A
  • COL4A5, Cr X (85% dei casi)
  • collagene di tipo IV (si ha sempre quello fetale. con fissurazione della membrana basale del glomerulo che appare a canestro)
366
Q

Caratteristiche cliniche delle tubulopatie

A
  • non ci sono edemi
  • non si ha ipertensione
  • poliuria
  • acidosi metabolica
367
Q

Principali tubulopatie

A
  • necrosi tubulare acuta

- nefropatie tubulo interstiziali

368
Q

Cause della necrosi tubulare acuta

A

Ischemia da ipoperfusione renale (shock ipovolemico)

Danno tossico:

  • Ag. endogeni: mioglobina, emoglobina, acido urico, catene leggere delle Ig, bilirubina
  • Ag. esogeni: farmaci, metalli pesanti, solventi organici, mezzi di contrasto iodati
369
Q

Quali tipi di nefropatia tubulo-interstiziale si conoscono?

A
  • infettiva (pielonefrite), acuta o cronica
  • da farmaci, acuta (sulfamidici) o cronica (analgesici)
  • da sostanze tossiche (metalli) o metaboliche (ipercalcemia, iperuricemia)
370
Q

In che modo i batteri arrivano al tubulo nelle pielonefriti?

A
  • Via ematica (discendente): pz già compromesso con setticemia
  • Via ureterica (ascendente)
371
Q

Batteri che tendono a dare pielonefriti discendenti

A
  • Gram +: stafilococchi, streptococchi, enterococchi

- M. tubercolosis

372
Q

Batteri che tendono a dare pielonefriti ascendenti

A
  • E. coli
  • Klebsiella
  • Proteus
  • Enterobacter
  • Pseudomonas
  • stafilococchi
  • streptococchi

[ordine di frequuenza]

373
Q

Quali condizioni favoriscono la colonizzazione batterica di uretra e vescica?

A
  • ostruzioni delle vie urinarie
  • cateterismo
  • reflusso uretra-vescica
  • gravidanza
  • età avanzata
  • lesioni renali preesistenti
  • diabete mellito
  • immunosoppressione e immunodeficienze
374
Q

Classificazione delle nefropatie ostruttive

A

Congenite, es. rene a ferro di cavallo con atresia delle vie renali

Acquisite

  • masse esterne comprimenti (tumore, processi infiammatori)
  • calcoli > urolitiasi
375
Q

Di cosa possono essere fatti i calcoli renali? da cosa derivano?

A
  • ossalato di calcio > ipercalciuria
  • urati > gotta
  • cisteina > difetti genetici dei tubuli

[+ fosfato, magnesio]

376
Q

Da cosa è favorita la formazione di calcoli?

A
  • pH acido
  • processi infiammatori locali (Proteus vulgaris o stafilococchi)
  • maggiore concentrazione dei sali
377
Q

Patogenesi delle nefropatie da urolitiasi

A
Blocco del flusso 
> maggiore pressione nel bacinetto 
> alterazione di papille e tubuli 
> liquido nell'interstizio 
> compressione dei vasi renali 
> maggiore pressione intracapsulare 
> minore filtrato 
> atrofia di tubuli e glomeruli 
> IDRONEFROSI
378
Q

Soglie per la poliuria, oliguria e anuria

A
  • Poli: >3L/die
  • Oligo: <400ml/die
  • An: <50-100ml/die
379
Q

IRA: sintomi generali

A
  • oliguria
  • iperazotemia

Insorge in poche ore, al massimo giorni. Rapidamente ingravescente in pz con reni precedentemente sani.

380
Q

Tipi di IRA

A
  • pre-renale (funzionale, 70-80% dei casi): reversibile, solitamente da ipoperfusione
  • renale (organica, 5-10%): danno al nefrone
  • post-renale (ostruttiva, 10-20%)
381
Q

Cause di IRA pre-renale

A
  • ipovolemia (emorragie, ustioni, perdite gastro-intestinali)
  • ipotensione
  • diminuita gittata cardiaca
382
Q

Cause di IRA renale

A
  • ischemia
  • tossine endogene (pigmenti)
  • tossine esogene
383
Q

Cause dell’IRA post-renale

A
  • lesioni bilaterali o su rene unico

- per compressione (tumore, fibrosi) o ostruzione (calcoli, ematuria severa, tumore delle vie escretrici, catetere)

384
Q

Conseguenze dell’IRA

A
  • alterato equilibrio idro-salino (iperpotassemia, iponatriemia)
  • alterato bilancio calcio-fosforo (iperfosfatemia, ipocalcemia)
  • acidosi metabolica
  • ipercatabolismo
  • anemia normocromica normocitica
  • iperuricemia
  • alterazioni della coagulazione
385
Q

Esito dell’IRA

A

60% mortalità

40% dei sopravvive, di cui

  • 65% remissione completa
  • 30% remissione parziale che può dare IRC
  • 5% non c’è remissione: dialisi
386
Q

Complicanze dell’IRA

A

Infettive (50%) per immunodeficienza parziale da lesioni ripetute alle barriere

Cardiovascolari, per aumento della volemia

  • edema polmonare acuto
  • scompenso congestizio
  • aritmie

GI

  • anoressia
  • nausea
  • vomito
  • emorragie
387
Q

Di quali patologie primarie può essere conseguenza l’IRC?

A
  • Diabete (50%)
  • Ipertensione (27%)
  • Glomerulonefriti (13%)
388
Q

Soglia patologica della clearance della creatinina e valore normale

A
  • <50 ml/min

- 120 ml/min

389
Q

Come classifico l’IRC sulla base della clearance della creatinina?

A
  • moderata (C > 50 ml/min, asintomatica)
  • importante (C 20-50 ml/min)
  • grave (C 10-20 ml/min)
  • terminale (C < 10ml/mim, incompatibile con la vita)
390
Q

Quali sono le principali cause di IRC?

A

Nefropatie acquisite (85%)

  • glomerulopatie (40%)
  • nefropatie tubulo-interstiziali (35%)
  • nefropatie vascolari (10%)

Nefropatie congenite (15%)

  • nefropatie metaboliche
  • anomalie congenite del rene o delle vie escretrici
  • policistosi renale
391
Q

Sintomi dell’IRC

A
  • fase transitoria di poliurie (concentrazione tubulare), poi oliguria e anuria
  • ritenzione idrosodica con edemi e ipertensione arteriosa (possibili complicanze cardio-respiratorie)
  • anomalie idro-elettrolitiche
  • accumulo di metaboliti proteici > uremia, iperazotemia, ipercreatininemia
  • Acidosi metabolica per diminuita escrezione di H+
  • iperkaliemia > turbe del ritmo e della conduzione cardiaca
392
Q

Complicanze dell’IRC

A
  • anemia progressiva normocitica (carenza di EPO)
  • ipocalcemia e osteodistrofia renale (ridotta attivazione della vit. D e ridotto riassorbimento del Ca++)
  • iperuricemia > sindrome uremica
  • scompenso cardiaco (per ritenzione idrosodica e alterazioni metaboliche che determinano la formazione di placche aterosclerotiche)
393
Q

Entro quale range deve rimanere il pH ematico?

A
  • 7,36 - 7,44: fisiologico

- 6,8 - 7,9: compatibile con la vita

394
Q

In che modo viene mantenuto costante il pH sanguigno? In quanto tempo agiscono i vari sistemi?

A
  • Sistemi tampone, agiscono in frazioni di s
  • Ventilazione polmonare, agisce in 1-15 min
  • Escrezione renale, agisce in ore o giorni
395
Q

Possibili cause di acidosi respiratoria

A
  • inibizione del centro respiratorio
  • disordini neuromulscolari
  • ostruzione delle vie aeree
  • restrizione toraco-polmonare
  • disordini degli scambi gassosi
396
Q

Possibili cause di acidosi metabolica

A
  • aumentata produzione di acidi (soprattutto organici): chetoacidosi diabetica, acidosi lattica
  • perdita di bicarbonati: diarrea profusa e prolungata, drenaggi chirurgici, fistole enteriche o ueretero-sigmoidostomie
  • insufficienza renale cronica e diminuita escrezione di H+
397
Q

Cause di alcalosi respiratoria

A
  • stimolazione del centro respiratorio
  • carenza di ossigeno
  • ventilazione meccanica
398
Q

Cause di alcalosi metabolica

A
  • vomito

- alcalosi da riduzione del LEC (diuretici dell’ansa)

399
Q

Perché è difficile studiare l’invecchiamento?

A
  • fenomeno complesso, multifattoriale e difficilmente isolabile da fenomeni secondari ai quali si associa
  • meccanismi non del tutto noti
  • non abbiamo una spiegazione evoluzionisticamente soddisfacente
  • teoricamente non sembra inevitabile
400
Q

Caratteristiche dell’invecchiamento

A
  • aumento esponenziale della mortalità
  • cambiamenti nella composizione chimica dell’organismo
  • modificazioni di tipo deteriorativo della funzione di organi e apparati
  • diminuita capacità di far fronte alle variazioni ambientali
  • aumentata vulnerabilità alle malattie
401
Q

Prove a favore di una teoria evolutivo-genetica dell’invecchiamento

A
  • specie-specificità della durata massima della vita
  • aspettativa di vita dei gemelli monozigoti molto più simile rispetto agli eterozigoti
  • malattie genetiche ereditarie che danno sindromi da invecchiamento precoce
  • è possibile incrociare selettivamente drosophila per ottenere ceppi con durata della vita aumentata
402
Q

Teorie del fallimento omeostatico per la spiegazione dell’invecchiamento

A

Fallimento dell’omeostasi cellulare

  • teoria dei radicali liberi
  • teoria delle mutazioni somatiche
  • teoria della catastrofe da errori
  • teoria delle glicazioni

Fallimento dell’omeostasi delle funzioni integrate

  • teoria della cascata da glucorticoidi
  • teoria immunologica
  • teoria neuro-immuno-endocrinologica
403
Q

funzioni del fegato

A
  • metaboliche
  • detossificazione
  • produzione di bile
  • funzione biosintetica (proteine plasmatiche e costituenti dei fosfolipidi)
  • deposito: glicogeno, grassi, vitamine e metalli
  • funzione endocrina: vit. D, IGF, trombopoietina, epcidina
404
Q

Qual è la riserva funzionale del fegato?

A

Ampia: il 10% del tessuto è in grado di dare funzionalità normale

405
Q

Come si classificano le malattie epatiche?

A
  • Malattie epatocellulari: necrosi degli epatociti e infiammazione
  • Malattie colestatiche: colelitiasi, ostruzione del flusso biliare per tumori, cirrosi biliare primitiva
406
Q

Manifestazioni tipiche dell’insufficienza epatica

A
  • Ittero (prima mucose e poi cute)
  • ascite per iperalbuminemia
  • coagulopatia
  • encefalopatia per accumulo di sostanze azotate
407
Q

Classificazione temporale dell’insufficienza epatica acuta

A
  • encefalopatia entro la prima settimana: iperacuta
  • encefalopatia tra la prima e la quarta settimana: acuta
  • encefalopatia dopo la 4a settimana: subacuta
408
Q

Cause di insufficienza epatica acuta

A
  • farmaci (FANS, 50% in USA)
  • tossine (intossicazione da funghi)
  • infezioni virali (HAV, HBV, HEV)
  • danno da ipossia/ischemia
  • infiltrazione neoplastica
  • epatite autoimmune
409
Q

come viene metabolizzato a livello epatico il paracetamolo?

A
  • 95% meccanismi di coniugazione

- 5% CYP450 dando NAPQ (si accumula e risulta tossico se non escreto)

410
Q

Dose terapeutica e tossica di paracetamolo

A
  • 0.5 g

- 15-25 g

411
Q

come causa danno epatico l’intossicazione da paracetamolo?

A
  • danno di membrana e disfunzione mitocondriale (per legame alle proteine epatiche)
  • deplezione di GSH per coniugarlo a NAPQ (non funziona più da antiossidante)
  • induzione di citochine pro-infiammatorie che contribuiscono al danno
412
Q

quale fungo è responsabile della maggior parte delle ingestioni letali? cosa causa?

A
  • 90% Amanita phalloides

- insufficienza epatica acuta

413
Q

Quali tossine contiene A. phalloides? come agiscono?

A
  • fallotossine e virotossine: impediscono la polimerizzazione del citoscheletro di F-actina legandocisi
  • amatossine (più tossiche, LD50=0.4-0.8 mg): inibitori della RNA-polimerasi di tipo II, bloccano la sintesi proteica
414
Q

Perché le amatossine sono molto tossiche?

A
  • idrosolubili e termicamente stabili
  • resistenti alla degradazione da acidi o enzimi gastrici
  • resistenti a congelamento e scongelamento, decomposizione molto lenta
415
Q

tipi di ittero

A
  • assente: bilirubina < 1mg/dl (normale)
  • sub-ittero (solo sclere): bilirubina 1.5-2.5 mg/dl
  • ittero: bilirubina >3-4 mg/dl
416
Q

Effetti dell’insufficienza epatica acuta nel SNC

A

Encefalopatia epatica

  • astrocytes swelling > edema cerebrale e ipertensione endocranica
  • ipereccitabilità neuronale > agitazione psicomotoria, euforia, tremore
417
Q

Cause di insufficienza epatica cronica

A
  • Epatite B-C cronica
  • epatopatia alcolica
  • steatosi epatica non alcolica
418
Q

Caratteristiche della cirrosi epatica

A
  • necrosi epatocitaria
  • collasso del parenchima epatico
  • rigenerazione nodulare e fibrosi
  • persistenza della causa lesiva che accelera la progressione
419
Q

Cause di ipertensione portale

A

Causa pre-epatica

  • trombosi della vena porta
  • anomalie morfologiche della vena porta (stenosi)

Causa epatica

  • cirrosi
  • iperplasia rigenerativa nodulare
  • cirrosi biliare primitiva
  • schistosomiasi
  • alterazione grassa massiva
  • neoplasie
  • amiloidosi

Causa post-epatica

  • scompenso cardiaco destro grave
  • pericardite ostruttiva
  • ostruzione dell’efflusso della vena epatica
420
Q

quali meccanismi portano all’ipertensione portale?

A
  • backward flow theory: contrazione delle cellule muscolari lisce, fibrosi, formazione di noduli parenchimali > AUMENTO RESISTENZE
  • Forward flow theory: circolazione iperdinamica per vasodilatazione splancnica (amine vasoattive, NO, VEGF) > AUMENTO PORTATA
421
Q

Conseguenze dell’ipertensione portale

A
  • varici esofagee nel 40% dei pz(può dare ematemesi e morte)
  • emorroidi
  • caput medusae
  • ascite (85% dei casi a causa di cirrosi)
422
Q

Cause di ascite

A

Cause non associate a patologie peritoneali

  • ipertensione portale
  • ipoalbuminemia da cause extraepatiche
  • patologie ovariche
  • patologie pancreatiche

Cause associate a patologie peritoneali

  • infezioni
  • neoplasie primitive e secondarie
  • vasculiti
  • malattie autoimmuni
423
Q

Meccanismi fisiopatologici dell’ascite da insufficienza epatica cronica

A
  • alterazione delle forze di starling a livello si sinusoidi (ipertensione e ipoalbuminemia)
  • percolazione di linfa epatica in cavità peritoneale (prodotta in eccesso alla capacità di drenaggio)
  • vasodilatazione splancnica e circolazione iperdinamica
424
Q

% di cronicizzazione dell’HBV

A
  • 95% nel neonato
  • 20-30% nel bambino
  • 5% nell’adulto
425
Q

Marcatori sierologici dell’epatite B

A
  • Marcatore di infezione: HBsAg, Ab anti-HBc, Ab anti-HBe
  • Marcatori di replicazione: HBV-DNA, HBeAg
  • Marcatori di danno da virus: IgM anti-HBc
  • Marcatori di immunità: Ab anti-HBs
426
Q

tipi di danno epatico da farmaci

A
  • prevedibile: interessa chiunque assuma quel farmaco a quella dose
  • imprevedibili (idiosincratiche): reazioni anomale in una piccola percentuale di soggetti, con meccanismi non ancora noti
427
Q

Meccanismi di tossicità dei farmaci

A
  • tossicità diretta

- meccaismi immunologici: il farmaco si comporta da aptene e si lega ad una proteina carrier

428
Q

quali sono gli stadi di evoluzione verso la cirrosi?

A

1) steatosi (reversibile): epatociti di dimensioni aumentate e con goccioline di grasso. può esserci fibrosi
2) steatoepatite: ballooning e necrosi degli epatociti, infiammazione (con infiltrato di neutrofili) e materiale proteico eosinofilo amorfo (corpi di Mallory-Denk)
3) cirrosi: micronodulare (diametro < 3mm), nota come cirrosi di Laennec

429
Q

perché l’abuso di alcool è associato a malnutrizione?

A

1) alto apporto calorico (7,1 Kcal/g): sostituzione degli altri nutrienti
2) deficit di tiamina, folati e vitamine: malnutrizione primaria
3) complicanze gastrointestinali (es. insufficienza pancreatica) > malassorbimento e malnutrizione secondaria

430
Q

Come viene eliminato l’etanolo?

A

3 sistemi

  • ADH
  • MEOS (10-20% nei bevitori moderati, ma è inducibile): isoenzima principale CYP2E1 con cit. P450
  • catalasi ( <5%)
431
Q

Perché il metabolismo dell’etanolo causa danno?

A
  • produzione di acetaldeide: tossica
  • ADH fa aumentare il rapporto NADH/NAD con inibizione del ciclo di krebs
    > accumulo di grasso e acidosi lattica
  • Il MEOS produce ROS
432
Q

Quali danni causa l’alcolismo acuto?

A
  • steatosi epatica
  • gastrite con ulcerazioni
  • danni al SNC: inibizione delle strutture sottocorticali
  • insufficienza respiratoria acuta, anche mortale
433
Q

Quali danni causa l’alcolismo cronico?

A
  • danni al fegato
  • sanguinamenti massivi GI per ulcere gastriche, varici esofagee, malnutrizione
  • deficit di tiamina > neuropatie periferiche, sindrome di Wernike-Korsakoff (sintomi psicotici e oftalmoplegia)
  • cardiomiopatia alcolica, ipertensione, diminuzione delle HDL
  • aumentata incidenza di tumori (cavità orale, esofago, fegato, milza)

+ sindrome alcolica del feto: microcefalia, ritardo nella crescita, anomalie facciali, ritardo mentale

434
Q

che aumento di bilirubina si associa ai vari tipi di ittero

A
  • pre-epatico : aumenta la bilirubina non coniugata
  • epatico: aumenta sia la bilirubina indiretta che quella diretta
  • post-epatico: aumenta la bilirubina diretta
435
Q

Quali sono i meccanismi alla base dell’ittero organico/epatico?

A
  • difetto di captazione (farmaci, epatiti acute croniche, cirrosi epatica
  • difetto di coniugazione: ittero fisiologico del neonato, sindrome di Gilbert, sindrome di Crigler-Najar, cirrosi
  • difetto di escrezione: sindrome di Dublin- Johnson, sindrome di Rotor
436
Q

Quali sono i livelli fisiologici di urato monosodico? quando invece comportano l’insorgenza della gotta?

A
  • 6.8 mg/dl

- >7 mg/dl

437
Q

Da dove deriva l’acido urico presente nel nostro organismo?

A
  • Alimenti (200 mg), aumenta se si eccede con cibi ricchi in purine
  • Sintesi endogena (700 mg)
  • catabolismo degli acidi nucleici endogeni (100 mg)
438
Q

perché l’acido urico è vantaggioso per l’uomo?

A

è un potente antiossidante (60% del potere antiossidante del plasma in condizioni di elevato stress ossidativo) > neuroprotezione

439
Q

Quali sono i fattori di predisposizione genetica per l’iperuricemia?

A
  • alterata attività della fosforibosilpirofosfato sintetasi (PRPP sintetasi)
  • alterata attività della ipoxantina-guanina fosforibosil transferasi (IGRT)
440
Q

Fattori di rischio per l’iperuricemia

A
  • alimentazione ipercalorica
  • diabete mellito
  • ipertensione
  • aterosclerosi
  • obesità/iperlipidemia
  • alterazioni ormonali
441
Q

Come si classifica la gotta?

A
  • Gotta primaria: assenza di altre patologie associate

- Gotta secondaria: malattie renali, neoplasie, eccessiva distruzione di cellule (emolisi) e terapia

442
Q

Da cosa può essere causata l’iperuricemia?

A
  • aumentata produzione di acido urico

- diinuita escrezione di acido urico

443
Q

Da cosa può dipendere l’aumentata produzione di acido urico?

A

1) difetti genetici
- iperattività della PRPP sintetasi
- scarsa attività della HGRT

2) malattie con elevato turnover cellulare
- anemie emolitiche
- linfomi e leucemie (cirsi blastiche)
- melanomi
- alcuni carcinomi
- rabdomiolisi
- chemioterapia

3) dieta ricca in purine
- carne e pesce
- alcool che ne inibisce l’escrezione renale

4) aumentato consumo di fruttosio: promuove la via degradativa dell’ATP con produzione di acido urico

444
Q

cause di ridotta escrezione renale di acido urico

A

1) ridotta filtrazione: raramente nell’iperuricemia primitiva
- iperuricemia in pz con insufficienza renale

2) ridotta secrezione al tubulo prossimale
- iperuricemia secondaria in acidosi (chetoacidosi diabetica, acidosi latica, denutrizione, intossicazione da alcool e da salicilati)

3) aumentato riassorbimento

445
Q

stadi della gotta

A

1) iperuricemia asintomatica
2) artrite gottosa acuta
3) periodo intercritico
4) gotta cronica tofacea

446
Q

dove sono visibili solitamente i tofi della gotta?

A
  • elice auricolare
  • processo olecranico
  • tendine d’achille
  • articolazioni interfalangee