Filosofia della scienza Flashcards
Dal cap 1 al cap 6
Da cosa deriva la parola “epistemologia” e quali sono i suoi possibili significati?
epistemologia deriva dal greco episteme, che significa conoscenza. Ha due significati: filosofia della scienza e teoria della conoscenza. Noi lo usiamo nel senso di teoria della conoscenza. L’epistemologia, intesa come teoria della conoscenza, si occupa dei problemi filosofici relativi alla natura, all’acquisizione e alla crescita delle varie forme della conoscenza umana.
Elenca e spiega brevemente alcune epistemologie speciali
- L’epistemologia della conoscenza comune consiste nell’analisi delle conoscenze relative a oggetti ed eventi della vita quotidiana.
- L’epistemologia della religione si occupa delle conoscenze religiose, con particolare riguardo a quelle concernenti come si possa indagare l’esistenza, o inesistenza, di Dio.
- L’epistemologia delle pratiche esperte concerne le conoscenze proprie delle pratiche esperte, cioè di quelle procedure di indagine e intervento caratterizzate dalla combinazione di conoscenze scientifiche e ragionamento comune
- L’epistemologia della scienza si occupa dei problemi concernenti la natura, l’acquisizione e la crescita della conoscenza scientifica.
Di che quesiti si occupa l’epistemologia della scienza?
si occupa dei problemi epistemologici posti
dalla ricerca scientifica e dai suoi risultati. Per esempio:
(1) In che modo la conoscenza scientifica si differenzia da altri tipi di conoscenza o di credenza?
(2) Come possiamo giustificare un’ipotesi scientifica o, al contrario, mostrare che è infondata?
(3) Come dovremmo usare la conoscenza scientifica per spiegare i fenomeni già noti e prevederne di nuovi?
(4) Lo scopo della scienza consiste solo nel fornire un’adeguata rappresentazione degli eventi osservabili o anche nell’individuare le strutture profonde e inosservabili della realtà?
(5) Nel cambiamento scientifico, cioè nel passaggio dalle vecchie alla nuove teorie, si realizza, oppure no, un vero e proprio progresso scientifico, vale a dire un avvicinamento agli obiettivi ultimi della scienza?
Al di là dell’epistemologia della scienza, di quali altri ambiti si occupa la filosofia della scienza?
- la logica della scienza, cioè l’analisi dei problemi logici relativi all’indagine scientifica e ai suoi risultati
- l’assiologia della scienza, in particolare all’identificazione degli scopi della scienza
- la retorica della scienza, cioè l’analisi dei problemi concernenti i procedimenti persuasivi adottati nella comunicazione scientifica;
- la metafisica della scienza,
- la teologia della scienza, cioè l’identificazione dei presupposti e delle implicazioni teologiche dell’indagine scientifica e dei suoi risultati;
- l’estetica della scienza
- l’etica della scienza
- la (filosofia) politica della scienza
NB la logica e l’assiologia della scienza sono strettamente connesse all’epistemologia della scienza
Quali sono state le importanti figure storiche nella filosofia della scienza tra l’800 e il 900 (prima del neoempirismo)?
Mach, Poincaré e Duhem, ricollegandosi alle idee dei positivisti (Hume in particolare) condussero ricerche sulla filosofia e la storia delle scienze naturali. Erano tutti e tre scienziati filosofi.
Secondo Mach la scienza non può spingersi al di là dell’orizzonte degli eventi osservabili e le leggi scientifiche hanno l’unico scopo di descrivere con la massima semplicità le relazioni tra i fenomeni. L’idea che la semplicità svolga un ruolo fondamentale nell’accettazione delle teorie scientifiche viene condivisa da Poincaré. A giudizio di Poincaré le leggi della meccanica newtoniana non sono né verità a priori né verità sperimentali bensì convenzioni scelte, tra le molte possibili, per la loro semplicità.
Il convenzionalismo di Poincaré era criticato da Duhem (di cui ricordiamo la tesi di Duhem)
Cos’è, com’è nato e chi sono le figure più importanti del neoempirismo?
IL NEOEMPIRISMO fu il primo e più influente movimento nella filosofia della scienza del Novecento.
Ebbe origine dal circolo di Vienna, organizzato a partire dal 1922, quando il filosofo/fisico Schilck prese la cattedra che era stata di Mach. Il circolo continuò a riunirsi finché nel 1936 Schick venne assassinato da uno studente nazista. Con la presa di hitler dell’Austria nel 38, molti dei membri del circolo fuggirono in USA e UK.
In cosa consisteva la filosofia del neoempirismo?
Sulla scia di Hume, Comte e Mach; i neoempiristi affermano la necessità di fondare tutta la conoscenza sull’esperienza. Pertanto rifiutano con forza le pretese della metafisica.
Di fronte all’inatteso e rapido abbandono della teoria di Newton, che era stata considerata certa per più di due secoli, i neoempiristi ripropongono con forza il problema, già affrontato da Hume, di stabilire se, e in che modo, l’evidenza sperimentale consenta una giustificazione induttiva delle teorie scientifiche.
Occorre inoltre procedere all’esplicazione o ricostruzione razionale di termini usati dagli scienziati come “conferma”, “spiegazione” “teoria scientifica”: occorre cioè compiere un’analisi rigorosa del significato di tali termini, così da ottenerne una definizione logicamente esatta e priva di ogni ambiguità.
Un elemento innovativo dell’empirismo logico rispetto alla tradizione empirista è richiamato proprio dall’aggettivo logico. Questo si riferisce all’intento dei neoempiristi di utilizzare come strumento principale dell’analisi filosofica della scienza la moderna logica matematica
Come si pone Popper nei confronti del neoempirismo?
rifiuta l’idea neoempiristica che le ipotesi scientifiche possano essere giustificate induttivamente sulla base dell’evidenza osservativa. In alternativa all’induttivismo dei neoempiristi, Popper suggerisce una
concezione del tutto diversa del metodo scientifico, nota come falsificazionismo
Cos’è il postpositivismo e chi sono i suoi maggiori esponenti?
A seguito del neoempirismo, che rimase la concezione standard fino agli anni 50, si affermarono nuove prospettive teoriche talvolta comprese sotto l’etichetta di postpositivismo. I postpositivisti si occupano soprattutto degli aspetti dinamici della scienza, rivolgendo la loro attenzione al cambiamento scientifico.
I meccanismi del cambiamento scientifico costituiscono appunto il tema principale del volume The Structure of Scientific Revolutions (1962) di Thomas Kuhn. Ricordiamo come altro grande esponente Gaston Bachelard.
In cosa consiste il criterio di verificabilità dei neoempiristi?
Serve a distinguere gli enunciati dotati di significato, o enunciati significanti, da quelli che ne sono privi. Secondo tale criterio dire che un enunciato è significante equivale ad affermare che è empiricamente verificabile, cioè che possiamo indicare le condizioni osservabili che, qualora si realizzassero, renderebbero vero quell’enunciato. Se accertiamo che si è realizzata qualcuna delle condizioni che rendono vero un enunciato significante, diremo che lo abbiamo verificato.
Qual è la differenza tra enunciati osservativi e ipotesi teoriche e principi ponte? (anche detti leggi osservative e leggi teoriche)
- Gli enunciati osservativi sono enunciati che siamo in grado di verificare direttamente attraverso l’osservazione.
- Le ipotesi teoriche, sono le ipotesi scientifiche contenenti termini teorici quali, per esempio, forza e massa, che si riferiscono a entità inosservabili
- I principi ponte vengono formulati usando sia termini teorici sia termini osservativi e consentono quindi di collegare le leggi teoriche con quelle osservative.
Secondo i neoempiristi, le ipotesi teoriche sono empiricamente verificabili?
Nei primo decennio di attività del Circolo di Vienna i neoempiristi sostengono che anche le
ipotesi teoriche sono empiricamente verificabili e quindi, in base al criterio di verificabilità, significanti.
Sono infatti convinti che il valore di verità di un’ipotesi teorica, cioè il fatto che sia vera oppure falsa, possa venire stabilito sulla base dell’osservazione, anche se non in maniera diretta. A loro avviso, infatti, l’osservazione consente di determinare direttamente i valori di verità di determinati enunciati osservativi che si trovano in particolari relazioni logiche con l’ipotesi teorica; sulla base di tali valori di verità si potrà derivare il valore di verità dell’ipotesi
Come si pone Popper nei confronti del criterio di verificabilità dei neoempiristi?
Popper sostiene che le ipotesi scientifiche non possono essere verificate sulla base dell’evidenza osservativa. Occorre quindi rifiutare il criterio di verificabilità, se non vogliamo classificare come prive di significato proprio le ipotesi scientifiche, che costituiscono invece, secondo un’opinione largamente accettata e condivisa sia da Popper sia dai neoempiristi, un esempio paradigmatico di enunciati significanti.
Perché, secondo Popper, non è possibile verificare le ipotesi scientifiche?
L’impossibilità, sottolineata da Popper, di verificare le ipotesi scientifiche dipende dal fatto che tali ipotesi hanno carattere universale, sono cioè caratterizzate dalla forma Tutti gli A sono B. Poiché un’ipotesi universale si riferisce a un’infinità di potenziali esempi, anche se potessimo verificare ogni singolo caso dell’ipotesi, le nostre osservazioni, che
sono di numero finito, non potrebbero mai permetterci di verificarla conclusivamente, cioè di concludere che è certamente vera
In cosa consiste il criterio di falsifcabilità (falsificazionismo) di Popper?
mentre nessuna osservazione o esperimento può verificare un’ipotesi universale, è sufficiente l’osservazione di un singolo oggetto o evento per falsificarla.
Diversamente dal criterio di verificabilità, che mirava a distinguere gli enunciati significanti da quelli privi di significato, il criterio popperiano è un criterio di demarcazione che, nell’ambito degli enunciati significanti, mira a distinguere gli enunciati scientifici da quelli non scientifici. Il criterio di falsificabilità identifica gli enunciati scientifici con gli enunciati falsificabili.
Tra gli enunciati falsificabili ci sono anche le ipotesi scientifiche.
Che opinione avevano i neoempiristi verso la metafisica? Che opinione ne aveva invece Popper?
I neoempiristi hanno un atteggiamento nettamente ostile alla metafisica e ritengono che le teorie metafisiche siano prive di valore conoscitivo. Secondo Carnap l’analisi logica del linguaggio dei metafisici consente di mostrare che le loro proposizioni sono letteralmente prive di significato. Per esempio, Carnap sottopone ad analisi logica la frase “Come sta la cosa con il Nulla? Il Nulla nulleggia” di Martin Heidegger, e osserva che non possiamo in alcun modo precisare le condizioni che, se si realizzassero, renderebbero vero l’enunciato “Il Nulla nulleggia”.
Occorre dunque concludere, in base al criterio di verificabilità, che si tratta di un enunciato privo di senso.
Pur condividendo l’ostilità dei neoempiristi per la metafisica, Popper crede che i grandi sistemi metafisici sono costituiti da enunciati dotati di significato. Tuttavia, a differenza degli enunciati scientifici, gli enunciati metafisici non sono falsificabili. I sistemi metafisici possono però, a detta di Popper, svolgere un importante ruolo euristico, cioè possono essere di aiuto nella ricerca e nell’elaborazione di interessanti ipotesi scientifiche. L’atomismo ebbe inizio come dottrina metafisica, per poi evolversi in ipotesi scientifica.
Qual era la posizione di Popper nei confronti delle pseudoscienze?
A giudizio di Popper gli enunciati dotati di significato ma non falsificabili comprendono, oltre a quelli della metafisica, anche le teorie appartenenti alle cosiddette pseudoscienze. Diversamente dalla metafisica, queste ultime pretendono di essere ben confermate dai fatti osservabili. Nel corso del suo lavoro, Popper si è sforzato di dimostrare che psicoanalisi e il marxismo sono pseudoscienze, poiché le loro ipotesi fondamentali sono formulate in maniera tale da impedirne il controllo empirico e, quindi, anche l’eventuale falsificazione
Spiega i concetti di contesto della scoperta e contesto della giustificazione.
Nella prima metà del ventesimo secolo quasi tutti i filosofi della scienza, dai neoempiristi ai loro critici come Popper, manifestano la convinzione che il percorso dalla scoperta all’accettazione delle ipotesi scientifiche comprenda due tratti essenzialmente diversi:
- contesto della scoperta–> un’ipotesi viene ideata e sviluppata;
- contesto della giustificazione–> si procede alla valutazione empirica dell’ipotesi, nel senso che l’ipotesi viene valutata razionalmente, e talvolta giustificata, sulla base dell’evidenza empirica.
Quel era la posizione di Popper e dei neoempiristi nella logica che governa il contesto della scoperta e il contesto della giustificazione
Sia Popper che i neoempiristi concordavano sul fatto che il contesto della scoperta non fosse governato da alcuna regola logica, e che quindi non fosse ambito di ricerca della filosofia della scienza.
Credevano invece che regole logiche governassero il contesto della giustificazione, ma neoempiristi e Popper dissentivano su la natura di queste regole.
Dove i neoempiristi ritenevano dovessero essere regole logiche di carattere induttivo, Popper riteneva fossero di carattere deduttivo.
Definire il concetto di inferenza
Un’inferenza consiste nella derivazione, sulla base di regole appropriate, di un enunciato detto conclusione da uno o più enunciati detti premesse. Possiamo distinguere due tipi fondamentali di inferenze, vale a dire le inferenze deduttive e le inferenze induttive
Definire un’inferenza deduttiva
Un’inferenza deduttiva è caratterizzata dal fatto che non è possibile che le premesse siano vere e la conclusione falsa.
Tale capacità di trasmettere la verità delle premesse alla conclusione dipende dal fatto che le informazioni veicolate dalla conclusione di un’inferenza deduttiva sono contenute, più o meno esplicitamente, nelle premesse, cioè dal fatto che la conclusione non dice nulla di nuovo rispetto alle premesse.