Epistemologia della psicoanalisi Flashcards
Cap 10 + articolo di Grumbaum
Riassumi brevemente la vita di Freud
Freud nacque nell’Impero austriaco nel 1856. Nel 1860 suo padre, un commerciante ebreo, si trasferì a Vienna, ove Freud trascorse quasi tutta l’esistenza.
Nel 1882 iniziò l’esercizio della professione medica all’Ospedale di Vienna, ove condusse ricerche sull’anatomia cerebrale, gli effetti palliativi della cocaina e l’afasia. Divenne poi professore all’Università di Vienna. Nel 1886 abbandonò il lavoro ospedaliero e iniziò l’esercizio della pratica clinica privata, come specialista in quelli che allora erano chiamati “disordini nervosi”.
Freud trasse dalla propria attività clinica spunti decisivi per lo sviluppo della psicoanalisi. Nel 1933 Hitler prese il potere in Germania e nel 1938 l’Austria venne annessa al Terzo Reich tedesco. A causa delle sue origini ebraiche, Freud fu costretto ad abbandonare Vienna e trovò rifugio a Londra. Qui trascorse il suo ultimo anno di vita e morì il 23 settembre 1939.
Cosa si intende con il termine “psicoanalisi”?
Il termine “psicoanalisi” fu coniato nel 1896 da Freud per indicare il suo approccio all’isteria e alle altre nevrosi. La psicoanalisi comprendeva una teoria sulle cause delle nevrosi e una terapia per il loro trattamento. I due elementi erano strettamente connessi, poiché la teoria doveva fornire una solida base scientifica per la terapia.
Successivamente, la psicoanalisi venne intesa in senso più ampio così da includere anche le indagini freudiane sulla struttura e la dinamica psichica individuale (dalla sessualità infantile ai sogni, dai motti di spirito ai lapsus) e sulle radici psichiche di vari fenomeni sociali (dall’arte alla religione, dal disagio della civiltà alla guerra).
Parla del metodo catartico, della collaborazione tra Freud e Breuer, e cosa ha comportato per l’avvento della psicoanalisi.
Il metodo catartico è un metodo ipnotico (diverso da quello ideato da Charcot) inventato dal medico Breuer (si legge broier), metodo che consiste nel dialogare con il paziente isterico mentre si trova in stato ipnotico, per aiutarlo a ricordare i traumi associati all’insorgere dei sintomi.
Freud avviò una collaborazione con Breuer. Il caso di Anna O. fu l’evento decisivo per l’invenzione della psicoanalisi. In Studi sull’isteria (1895), Breuer e Freud usarono lo pseudonimo “Anna O.” per indicare una paziente di Breuer che presentava sintomi isterici, Anna O. venne trattata con il metodo catartico
Al termine del trattamento Anna O. era pienamente ristabilita. Freud attribuì a Breuer il merito dell’idea che le nevrosi siano causate dalla dimenticanza di determinati traumi e che possano guarire recuperandone il ricordo. Proseguendo lungo la strada aperta da Breuer, Freud affrontò tre fondamentali interrogativi:
• A che genere di traumi sessuali infantili è associato l’insorgere della nevrosi?
• Perché ci si può dimenticare di questi traumi e perché tale dimenticanza può fare insorgere la nevrosi?
• Qual è la procedura più efficace per recuperare i ricordi traumatici e, in tal modo, ottenere la guarigione della nevrosi?
A che genere di traumi sessuali infantili è associato l’insorgere della nevrosi secondo Freud?
-1896–> teoria della seduzione= i traumi sessuali all’origine delle nevrosi erano costituiti da abusi sessuali che il paziente aveva subito da bambino, da parte di un genitore o di qualcuno che si prendeva cura di lui.
Freud era giunto all’elaborazione della teoria della seduzione sulla base dei colloqui clinici con i suoi pazienti nevrotici, i quali avevano portato alla luce ricordi di abusi sessuali quasi tutti prima dei 4 anni.
Freud avanzò diversi argomenti a favore della tesi che i ricordi dei suoi pazienti erano genuini:
-all’inizio della terapia i pazienti non avevano alcun ricordo cosciente di abusi e, nel corso delle sedute, essi non si limitavano a ricordare gli eventi, ma “rivivevano” le scene degli abusi. Sulla base di queste evidenze, Freud ipotizzava che i ricordi dei traumi subiti nella prima infanzia fossero stati rimossi dalla coscienza e seppelliti nell’inconscio.
Dubbi sulla teoria della seduzione:
Alcune ragioni che spinsero Freud a dubitare della teoria sono le seguenti:
• Poiché le nevrosi sono una forma molto comune di disturbo mentale, affermare che esse traggono
origine da abusi sessuali subiti nella prima infanzia conduce alla conclusione, del tutto infondata, che
tali abusi sono molto comuni.
• Anche dopo avere “rivissuto” le scene degli abusi nel corso della terapia, in genere i pazienti non erano affatto convinti che questi penosi episodi si fossero effettivamente verificati.
• Quando determinati ricordi riemergono dall’inconscio non vi è alcuna certezza che si riferiscano a fatti
realmente accaduti, poiché l’inconscio non è in grado di distinguere i fatti reali da quelli immaginati.
Nuova teoria della sessualità infantile:
Freud ipotizzò che le nevrosi potessero essere determinate anche da cause endogene, cioè da meccanismi che operano all’interno della psiche del bambino. I traumi sessuali infantili sarebbero costituiti, nella maggior parte dei casi, da determinate fantasie sessuali del bambino.
Perché ci si può dimenticare dei traumi di abusi sessuali infantili e perché tale dimenticanza può fare insorgere la nevrosi secondo Freud?
Secondo Freud, la dimenticanza dei traumi infantili dipende da uno specifico “meccanismo psichico di difesa” , la rimozione, che allontana dalla coscienza e, per così dire, seppellisce nell’inconscio, tutti gli eventi, le emozioni, le fantasie e i desideri traumatici, che non possono essere integrati nell’io.
Inoltre, la resistenza è un ulteriore meccanismo psichico che impedisce ai contenuti psichici rimossi di riemergere alla coscienza nella loro forma originaria.
essi possono riaffiorare alla coscienza nella forma di sintomi nevrotici. Freud non sostiene che la presenza di ricordi traumatici rimossi è una condizione sufficiente per l’insorgere delle nevrosi, ma è convinto che essa sia una condizione necessaria. Ciò significa che, in assenza di rimozione, la nevrosi non può insorgere.
Qual è la procedura più efficace per recuperare i ricordi traumatici e, in tal modo, ottenere la guarigione della nevrosi secondo Freud?
Per vincere la resistenza, Freud elabora il metodo della libera associazione, costituito da una serie di sedute in cui il paziente viene incoraggiato a raccontare i propri sogni e a parlare di qualunque esperienza o ricordo gli venga in mente, associando liberamente un’idea all’altra, senza preoccuparsi delle loro relazioni logiche. Analizzando questi racconti alla luce della teoria psicoanalitica, il terapeuta può aiutare il paziente a recuperare i ricordi traumatici rimossi, guarendo così dalla nevrosi.
Qual è il significato di inconscio oggi?
L’inconscio è costituito dall’insieme dei processi e contenuti mentali di un individuo di cui egli non è consapevole. Possiamo distinguere fra inconscio emotivo e inconscio cognitivo: il primo comprende i
desideri, le motivazioni, le fobie e gli istinti inconsci, mentre il secondo comprende le abilità automatiche, le percezioni subliminali e i processi di pensiero inconsci.
Il termine fu coniato nella prima metà ottocento dal filosofo Schelling
Cosa sai dire del concetto di inconscio prima di Freud?
- Platone sostiene che l’anima umana nasconde una conoscenza inconscia che ha acquisito prima della nascita. Questa conoscenza viene dimenticata al momento della nascita, quando l’anima si unisce al corpo.
- Cartesio ritiene che il pensiero sia sinonimo di coscienza e che sia, quindi, logicamente impossibile ammettere l’esistenza di pensieri inconsci.
- Leibniz sostiene che gli esseri umani non hanno solo pensieri coscienti ma anche percezioni inconsce, cioè pensieri di cui non sono consapevoli. Non esiste alcuna realtà priva di pensiero e che persino gli esseri inanimati hanno qualche attività pensante di carattere inconscio.
- Schopenhauer sostiene che l’esistenza degli esseri umani e dell’intero universo è dominata da un principio inconscio, costituito dalla volontà di vivere.
- Nietzsche ritiene che tutte le azioni umane, anche quelle comunemente ritenute disinteressate, traggono origine da una pulsione inconscia, cioè dalla volontà di potenza.
Spiega la concezione di inconscio secondo Freud
Freud introduce il concetto di inconscio per descrivere il meccanismo psichico della rimozione che, a suo giudizio, determina l’insorgere della nevrosi. Freud paragona la mente a un iceberg, nel quale la parte emergente, relativamente piccola, rappresenta la coscienza, mentre la parte immersa, molto più grande, rappresenta l’inconscio.
Spiega la concezione di inconscio secondo Jung
Jung si allontana progressivamente da Freud e promuove un orientamento teorico ben distinto da quello freudiano, cui viene dato il nome di psicologia analitica. Le maggiori differenze tra Freud e Jung riguardano la concezione dell’inconscio. Infatti Jung sostiene che, oltre a un inconscio personale del genere descritto da Freud, esiste anche un inconscio collettivo, che costituisce il livello più profondo della psiche. L’inconscio collettivo contiene gli archetipi, costituiti da immagini di significato universale che si manifestano nei simboli condivisi da tutte le culture
Spiega la concezione di inconscio secondo le scienze cognitive
Gli scienziati cognitivi si sono occupati dell’inconscio cognitivo, cioè dei processi mentali inconsci coinvolti nell’attività cognitiva umana. Si è scoperto che la mente umana esegue una grande varietà di processi cognitivi automatici che sfuggono alla coscienza immediata e non sono accessibili neppure a un’attenta introspezione. Vi sono, per esempio, processi cognitivi inconsci che ci permettono di acquisire, in maniera del tutto automatica e inconsapevole, informazioni circa la frequenza con cui determinati tipi di eventi si presentano nel nostro ambiente.
Spiega la concezione di inconscio secondo la filosofia della mente
La filosofia della mente si occupa dei problemi filosofici concernenti la natura e la funzione della mente
Pur rifiutando la tesi di Cartesio, secondo la quale il pensiero si identifica con la coscienza, Searle (filosofo della mente) resta nella scia della tradizione filosofica cartesiana, sostenendo che il pensiero e la coscienza sono strettamente connessi. Più precisamente, Searle difende il principio di connessione, secondo il quale qualcosa è uno stato mentale solo se è pensato, o potrebbe essere pensato, da qualcuno. Questo principio è compatibile con l’ipotesi che esista un inconscio superficiale, cioè che esistano stati mentali inconsci ma potenzialmente accessibili alla coscienza mediante la comune pratica dell’introspezione, ma esclude la possibilità di un inconscio profondo, cioè di stati mentali che non hanno alcuna possibilità di affiorare alla coscienza. Per questa ragione Searle rifiuta quella varietà di inconscio profondo costituita dall’inconscio freudiano.
Secondo Searle, infatti, esistono davvero processi profondi che determinano gli stati coscienti, ma tali processi, diversamente da quanto pensava Freud, non sono dati da processi mentali inconsci, bensì da processi neurofisiologici del cervello.
Cosa viene indicato con il termine nevrosi?
“Nevrosi” deriva dalla parola greca neuron (nervo) e dal suffisso osis (condizione patologica). Con questo termine il medico scozzese William Cullen (1710-1790) indicò i disturbi mentali determinati da disfunzioni del sistema nervoso. Successivamente, “nevrosi” entrò nel lessico della psicologia clinica e della psichiatria, con riferimento a una grande varietà di disturbi mentali, accomunati dalla presenza di sintomi come l’ansia cronica, l’angoscia e il senso di frustrazione. Le nevrosi incidono sul comportamento del paziente, compromettendone le capacità di lavoro, le relazioni affettive e sessuali e importanti funzioni fisiologiche, come il sonno e l’alimentazione. Tuttavia, il paziente nevrotico non perde il contatto con la realtà e non soffre di deliri o allucinazioni, come invece accade ai pazienti psicotici. A partire dall’Ottocento, sono state individuate svariate specie di nevrosi, come la nevrosi isterica, o isteria, la nevrosi ossessiva e la nevrosi fobica
Cosa puoi dirmi sul progressivo abbandono del concetto di nevrosi nella psichiatria moderna?
Il compito di definire la nozione di nevrosi viene affrontato nell’ambito della nosologia, cioè di quella branca della medicina che si occupa della descrizione sistematica delle malattie. Poiché le cause delle malattie sono spesso ignote e molte malattie vengono definite sulla sola base dei loro sintomi, qualunque sistema nosografico proposto per la classificazione delle malattie può dar luogo a controversie.
Nel corso degli anni il DSM è stato continuamento aggiornato. Tuttavia alcune patologie, come l’isteria e l’omosessualità, sono scomparse dalle edizioni più recenti. Le patologie scomparse includono anche la nevrosi che, a partire dal DSM-III, pubblicato nel 1980, non appare più come entità nosografica autonoma. La maggior parte dei disturbi mentali che venivano classificati come nevrosi sono stati raggruppati nell’ambito di nuove categorie nosografiche. Per esempio, la tricotillomania, la dermatillomania (o disturbo da escoriazione) e lo shopping compulsivo vengono oggi compresi nella categoria nosografica dei disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo, introdotta nel DSM-V.
Quel era la posizione di Freud sulla scientificità della psicoanalisi?
Freud riteneva che la psicoanalisi fosse una scienza naturale che si sarebbe integrata, prima o poi, con la neurofisiologia. Era quindi convinto che la psicoanalisi dovesse applicare gli stessi principi metodologici impiegati nelle scienze naturali. In gioventù, Freud aveva studiato la logica induttiva di Mill. Sulla scorta di questi studi aveva maturato la convinzione che le ipotesi scientifiche dovessero essere giustificate mediante procedure induttive del tipo suggerito da Mill.
Freud era convinto che le ipotesi centrali della psicoanalisi – l’esistenza di processi mentali inconsci e al loro ruolo causale nella genesi di svariate malattie mentali –, fossero largamente confermate dall’evidenza empirica disponibile, a partire da quella ottenuta attraverso i colloqui psicoanalitici.