Epiteli e Connettivo Flashcards

1
Q

Caratteristiche principali degli epiteli

A
Linea cellulare fondamentale
Cellule adese e scarsa matrice extra
Accompagnata da connettivo e no vascolarizzaz.
Tipologia:
- Di rivestimento
- Ghiandolari o secernenti
Membrana basale
Particolari:
- sensoriali
- mioepiteli
- adamantoblasti
Domini apicali, basali e laterali con specializzazioni e polarità morfo-funzionale
Generalmente citoscheletro actina corticale e cheratina I, II, a formare tonofilamenti.
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2
Q

Specializzazioni basali degli epiteli, caratteristiche e dove trovarle.
Membrana basale, da cosa è composta e funzioni

A

Specializzazioni alla base della cellula. Sono:
- Labirinto basale: introflessione alla base della cellula per aumentare la superficie di scambio.
TIPICO di tubuli renali e cellule dei dotti escretori delle ghiandole salivari (criterio di diagnosi differenziale)
- Membrana basale: è in realtà specializzazione della matrice extracellulare, ma parte è prodotta dall’epitelio ed è caratteristico degli epiteli.
– Lamina rara (prodotta dalla cellula, si poggia su essa)
– Lamina densa
——– Rara + Densa -> LAMINA BASALE
——– LAMINA RETICOLARE (collagene III a rete)
Contengono:
- Integrine degli emidesmosomi
- Collagene tipo IV
- Glicoproteine
- Proteoglicani (grandi, funzione di filtro)
- Laminine, formano reti di cheratina IV, prodotte dall’epitelio
Funzioni membrana basale:
- Unisce gli epiteli al connettivo sottostante
- Regola il flusso di sostanze per osmosi
- Regola la polarizzazione della cellula
- Regola i processi di riparazione epiteli
- Barriera contro il potenziale metastatico delle cellule di carcinoma

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3
Q

Specializzazioni baso-laterali

A

Struttura comune: proteina transmembrana, di collegamento al citoscheletro, citoscheletro
GIUNZIONI OCCLUDENTI (zonula occludens, tight junctions)
Sigillano lo spazio tra due cellule, a cintura. Andamento a occhielli.
Trans: caludine, occludine, JAM
Intra: ZO1,2,3
Citoscheletro: actina
Funzione a barriera (blocca sostanze tra cellule) e a cancello (blocca spostamento proteine membrana e polarità morfofunzionale.)
IMP: barriera emato-encefalica, emato-testicolare (sertoli).
GIUNZIONI ANCORANTI
- Zonula adherens: giunzione perimetrale a cintura, modelo a gancetti extracellulari. Vengono perse nelle cellule tumorali
Trans: caderina E
Intra: beta-catenina
Citoscheletro: actina
- Macula adherens: a bottone, molto resistente e caratteristico dell’epidermide e cardiomiociti.
Trans: desmogleine e desmocolline
Intra: desmoplachina, placoglobina, plectina
Citoscheletro: filamenti intermedi
- Emidesmosoma: metà desmosoma, collega la cellula alla lamina basale, non ad altre cellule.
Trans: integrine
Intra: placca di adesione
Citoscheletro: filamenti intermedi
- Giunzioni GAP: permettono la comunicazione tra cellule.
6 connessine = 1 connessone
La giunzione avviene tra due connessoni delle cellule adiacenti. In grado di dilatarsi o chiudersi tramite idrolisi di ATP. Fondamentali per omeostasi, in cardiomiociti per propagazione contrazione, sinapsi.

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4
Q

Classificazione epiteli di rivestimento, caratteristiche ed esempi di localizzazione per ciascuno

A

MONOSTRATIFICATO

  • Pavimentoso: endotelio, alveoli polmonari, capsula di Bowman, endocardio
  • Cubico: tubuli renali, dotti escretori delle ghiandole, bronchioli terminali
  • Cilindrico: enterociti, tube uterine, alcuni dotti ghiandolari.

PSEUDOSTRATIFICATO spesso specializzazioni apicali.
Epitelio respiratorio, vie urinarie (uretra), EPIDIDIMO con stereociglia

PLURISTRATIFICATO

  • Pavimentoso
    • Cheratinizzato: epidermide
    • Non cheratinizzato: esofago, mucosa orale, retto, vagina.
  • Cubico: dotti escretori di ghiandole (grandi dimensioni)
  • Cilindrico: uretra maschile (poco diffuso)

UROTELIO / DI TRANSIZIONE
Vie urinarie, spec. VESCICA.
Crosta: specializzazione apicale, riserva di membrana plasmatica.

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5
Q

Epidermide: stratificazione, proteine particolari e cellule particolari

A

STRATO BASALE: strato unico di cellule che si duplicano, nascono da qui. Cheratina 5 e 14
STRATO SPINOSO: 5-8 strati, nome deriva da morfologia delle cellule (desmosomi).
Involucrina a rinforzare membrana e cheratinosomi/granuli lamellati si formano qua. Cheratina 1 e 10.
STRATO GRANULOSO: 3-5 strati, granuli evidenti.
Loricrina e filagrina ai filamenti intermedi.
Granuli multilamellari rilasciati qui, a comporre lo strato lipidico (antifungino e antimicrobiotico, con sudore formano film lipidico contro disidratazione). Cheratina 2 e 9
STRATO LUCIDO: solo in cute spessa, le cellule vanno in apoptosi e rimuovono gli organelli. Eleidina
STRATO CORNEO: cellule anucleate e non vitali, corneociti o scagliette cornee. Si staccano e vengono ricambiate in c.a. 1 mese.
CARATTERISTICHE:
Papille dermiche, dotti ghiandolari di sudoripare, da 30um a 2mm spessore.
In generale, PROLIFERAZIONE -> DIFFERENZIAZIONE -> CORNEIFICAZIONE e desquamazione
Numerosi desmosomi e allo strato granuloso anche occludenti.
SOPRA dsc/g 1, dsg 4
SOTTO dsc/g 2 e dsc/g3

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6
Q

Cellule dell’epidermide

A
  • Cheratinociti 85%
  • Melanociti 5%
    Producono melanina riposta in melanosomi, poi rilasciati nei cheratinosomi per proteggerne il nucleo dai raggi UV e impedire modifiche genetiche al DNA.
  • Cellule di Langerhans 2-5%
    Cellule dendritiche, APC, in grado di rilevare antigeni, migrare nel derma sottostante e raggiungere il linfonodo più vicino attraverso vasi linfatici.
  • Cellule di Merkel 5-10%
    Cellule recettrici, meccanocettori tattili e meccanici.
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7
Q

Ghiandole esocrine: origine e classificazione + esempi

A

Origina da un tessuto epiteliale che si addentra nel connettivo mantenendo il collegamento attraverso un dotto escretore.
1) Numero di cellule (unicellulari mucipare caliciformi)
2) Sede (intramurali Lieberkuhn o extramurali pancreas)
3) Forma dell’adenomero
- Tubulari
- Acinose
- Alveolari
- Tubuloglomerulare
4) Ramificazione del dotto escretore
- Semplice, dotto non ramificato e un adenomero.
Tubulari semplici: Lieberkuhn, del colon e gastriche propriamente dette (sono anche ramificate), sudoripare (glomerulari)
- Ramificato, un dotto presenta più adenomeri
Acinose: ghiandole sebacee, secrezione olocrina caratteristica
Tubulari: ghiandole gastriche piloriche.
- Composto, dotto escretore principale ramificato
Tubulo-alveolari: ghiandola mammaria e prostata
Tubulo-acinose: pancreas esocrino e salivari
5) Tipologia di secrezione
- Merocrina: esocitosi
- Apocrina: tramite vescicole, visibili al MO
- Olocrina: la cellula secernente diventa parte del secreto, i nuclei vanno in PICNOSI
6) Natura chimica del secreto (valida per merocrine)
- Sierose: secrezione prevalentemente proteica
- Mucose: secrezione prevalentemente glicoproteica, mucinogeno
- Miste: porzione tubulare mucosa e acinosa sierosa alla base -> SEMILUNA DI GIANNUZZI

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8
Q

Come capire se la ghiandola esocrina è composta e il dotto escretore è ramificato?

A

Le composte ramificate sono organizzate da setti di connettivo che separa la ghiandola in lobi e lobuli!
Parliamo di ghiandole extramurali come parotidi o pancreas, si ha un condotto interlobare (il più grande) che si estende in abbondante connettivo, si ramifica in dotti intralobari più piccoli a raggiungere i lobi.
Ramificazioni successive sono dotti intralobulari, che entrano nei lobuli, scarso connettivo.
Infine dotti intercalati, più piccoli, si collegano agli adenomeri.
Oltre alle differenze di calibro c’è differente quantità di CONNETTIVO a circondare il dotto! il dotto intralobulare avrà molto poco connettivo rispetto al intralobare e così via.
SE vedo dotti circondati da connettivo in una ghiandola significa che è ramificata composta.

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9
Q

Differenze e caratteristiche comuni tra parotide e pancreas esocrino

A

Entrambe tubulo-acinose a secrezione sierosa pura, cioè ramificate composte.
Fattori di diagnosi differenziale:
- Dotti striati: nelle parotidi vi sono dotti costituiti da epitelio che presenta specializzazione basale, il labirinto basale, utile per calibrare la concentrazione del secreto.
- Cellule centroacinose: cellule al centro dell’adenomero che producono bicarbonato per la digestione (contro l’acidità dei succhi gastrici). Più facili da vedere
- Isole di Langerhans: porzioni di pancreas endocrino che presenta una morfologia differente e caratteristica

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10
Q

Pancreas esocrino: descrivere la funzione

A

Ghiandola tubulo-acinosa a secrezione sierosa pura, rilascia il suo secreto (succo pancreatico) all’interno del duodeno, contenente enzimi per la digestione.
Lipasi, amilasi, enzimi proteolitici, zimogeni (cioè inattivi), inattivi all’interno del pancreas ma si attivano una volta riversati nel duodeno.
ENTEROCHINASI: enzima litico rilasciato dal duodeno, taglia il tripsinogeno e lo trasforma il tripsina, enzima proteolitico potente. A cascata vengono poi attivati gli altri enzimi.
Regolazione della funzione:
- CCK: ormone prodotto dal duodeno, stimola produzione e rilascio di enzimi pancreatici, e il rilascio della bile dalla cistifellea.
- Secretina: induce la produzione di bicarbonato da parte delle cellule centro-acinose.

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11
Q

Ghiandole endocrine: caratteristiche generali, origine, tipologia di ormoni rilasciati e meccanismo di stimolazione.
Classificazione.

A

Cordone di cellule che si addentrano nel connettivo. Una rete capillare avvolge le cellule, le quali secernono il loro secreto nel sangue.
Altamente vascolarizzate, prive di dotto escretore.
Ormoni:
- Steroidei, dal colesterolo, gonadi e surrenale (ELENCARLI)
Cellule ricche di REL e mitocondri tubulari, goccia lipidica
- Proteici
- Dalla modifica di amminoacidi (catecolammine)
Ultimi due ricchi di RER, mitocondri lamellati, granuli di secreto.
Stimolazione:
- Endocrina, mediante il torrente circolatorio.
- Paracrina, diffondono nel liquido interstiziale stimolando la zona (serotonina).
- Autocrina, la cellula stimola se stessa.

Classificazione:

  • Numero di cellule (unicellulari o pluri)
  • Organizzazione del parenchima (per pluri)
    • A cordoni, più frequente
    • A isolotti, delimitati da connettivo
    • Interstiziali, nel connettivo di un organo (Leydig, cellule C)
    • Follicolari, tiroide l’unica
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12
Q

Ghiandole endocrine unicellulari

A

DNES: Diffused NeuroEndocrine System. Cellule unicellulari endocrine diffuse in tutto il tubo digerente, producono:
- Gastrina e serotonina nello stomaco
- Intestino tenue: CCK nel duodeno
- Secretina (rilascio bicarbonato)
- Motilina (peristalsi)
APUD: Amine Precursor Up-take and Decarboxylation. Cellule che assumono i precursori delle ammine e li decarbossilano.

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13
Q

Ghiandole esocrine parietali del tubo digerente

A

Intestino tenue e crasso: Cripte di Lieberkuhn
Nel connettivo della tonaca propria, tra i villi intestinali. Possiedono:
- Mucipare caliciformi
- Ghiandole unicellulari endocrine (DNES), producono gastrina (stomaco), serotonina e motilina (tenue)
- Staminali, per dare origine agli altri tipi cellulari
- Di Paneth, sul fondo del tubulo, di difesa producendo sostanze battericide e lisozima

Colon: tubulari semplici, sempre di Lieberkuhn.
Simile all’intestino tenue, si approfondano nel connettivo.
- Mucipare
- Assorbenti
- Staminali
- Enteroendocrine (DNES)

Stomaco: gastriche propriamente dette
Tubulari semplici ma anche ramificate.
- Cellule parietali, per HCl
- Cellule principali, per pepsinogeno
- Mucipare
- Staminali
- Enteroendocrine (DNES), per gastrina

Ghiandole del Brunner:
Tubulari ramificate nella sottomucosa che forma le pliche.
Nel duodeno, producono un muco alcalino per contrastare l’acidità dei succhi gastrici.

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14
Q

Ipofisi: localizzazione, anatomia, attività

A

Sella turcica del cranio, ruolo di regolazione dell’attività delle altre ghiandole endocrine.
Neuroipofisi posteriormente, collegata con peduncolo a ippocampo, non ha epitelio secernente ma tessuto nervoso (neuroni specializzati nella neurosecrezione).
Gli ormoni ossitocina e ADH (peptidici) sono secreti dalla neuroipofisi ma prodotti da ipotalamo. Cellule gliali di sostegno (pituiciti) e corpi di Herring, cioè vescicole di deposito per ormoni che si formano lungo gli assoni.
Releasing factors e inhibiting factors regolano l’adenoipofisi.
Adenoipofisi anteriormente, più grande, tessuto epiteliale a cordoni.
- Cellule cromofile
– Acidofile A 40%, con eosina -> acidofila, quindi affine a ormoni proteici (MSH, PRL, GH)
– Basofile B 10-15% del totale, ematossilina quindi affine a glicoproteici (FSH, LH, TSH, ACTH).
– Cromofobe, non si colorano e non si sa perché (indifferenziate? quiescenti?)
– Follicolo-stellate: possono svolgere la fagocitosi, non si sa molto.
PARTE INTERMEDIA: dell’adenoipofisi, presenta delle formazioni follicolari.

VASCOLARIZZAZIONE: nel peduncolo plesso capillare primario, nella adenoipofisi plesso capillare secondario.
I neuroni dell’ipotalamo scendono al primo plesso capillare dove rilascia fattori di rilascio o inibizione, che si portano al plesso secondario nella adenoipofisi, stimolando la produzione. Controllata da SNC!!

ACTH adenocorticotropo
FSH tireotropo
GH della crescita
PRL prolattina
FSH follicolostimolante
LH luteinizzante
MSH melanocita stimolante
--------
ADH antidiuretico
Ossitocina

Connettivo capsulare.

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15
Q

Epifisi: localizzazione, anatomia, attività

A

Nella porzione posteriore del cranio, diencefalo, forma di piccola pigna (pineale); costituita da cellule di origine nervosa specializzate nella neurosecrezione.
Cellule:
- Principali: pinealociti, producono gli ormoni
- Di sostegno: della glia (astrociti)
- Corpi calcarei: depositi calcarei con funzione non nota, ma radio-opachi.
MELATONINA di notte e SEROTONINA di giorno.
La melatonina:
- Regola il ritmo circadiano dell’individuo
- Regola attività gonadi, influisce sulla pubertà
- Ruolo antiossidante: protegge dallo stress ossidativo, limitando i danni cerebrali
- Antidepressivo (?)
- Anti-tumorale

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16
Q

Tiroide: localizzazione, anatomia, attività

A

Davanti alla laringe, due lobi laterali ed uno piramidale centrale. L’unica ghiandola endocrina a organizzazione FOLLICOLARE.
Follicoli: strutture tondeggianti delimitate da connettivo che ospita rete capillare, delimitate da tireociti e all’interno la colloide.
Colloide: materiale omogeneo costituito da tireoglobulina che lega gli ormoni tiroidei (T3 triiodotironina e T4 tetraiodotironinao tiroxina).
- Accelerano il metabolismo energetico (consumo O2 e ATP)
- Temperatura corporea
- Ruolo nello sviluppo scheletrico e nel SNC

Tireociti: se sono alti (cilindrici) sono più attivi, quindi o stanno producendo colloide da depositare nel follicolo o sono impegnate nel riassorbimento della colloide per estrarre gli ormoni attraverso dei peduncoli (pseudopodi).
Se sono cubici, sono in fase quiescente.
DOPPIA POLARITA’ MORFOFUNZIONALE

Cellule C: cellule endocrine unicellulari interstiziali, tra i follicoli della tiroide, colorabili con colori immunoistochimici.
- Calcitonina: ormone ipocalcemizzante, inibisce l’attività degli osteoclasti in modo DIRETTO

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17
Q

Paratiroidi: localizzazione, anatomia, attività

A

4, circondate da capsula connettivale, posteriormente alla tiroide. Organizzate in cordoni, secernono il paratormone ad azione ipercalcemizzante. Stimola gli osteoblasti che a loro volta inducolo l’azione degli osteoclasti.

  • Cellule principali: producono il paratormone
  • Cellule ossifile: non si sa a cosa servano, hanno molti mitocondri.
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18
Q

Surrene: localizzazione, anatomia, attività

A

Organizzata in nidi e cordoni, presenta due zone.
Capsula connettivale;
Corticale: produce ormoni steroidei
- Glomerulare, produce mineralcorticoidi, aldosterone
- Fascicolata (più estesa, 80%), produce glucocorticoidi, cortisone e cortisolo, attività antinfiammatoria
- Reticolare, produce ormoni sessuali (androgeni, estrogeni) e DHEA per essere convertiti in testosterone.

Midollare: origina dalle creste neurali, catecolammine.
Cellule scure: noradrenalina
Cellule chiare: adrenalina
Risposta “combatti o fuggi”, aumenta battito, pressione sanguigna, ventilazione.

Presenta la vena centrale della midollare

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19
Q

Pancreas endocrino: localizzazione, anatomia, attività

A

Organizzato in isolotti di 0,3-0,6mm, sottile connettivo a delimitarlo con rete capillare, organizzato internamente in cordoni. Circondati da adenomeri tubuloacinosi del pancreas esocrino.
pIGS are BAD
- BETA: Insulina, 70%, ipoglicemizzante
- ALPHA: Glucagone, 20%, iperglicemizzante
- DELTA: Somatostatina, 5-10%, regola alpha e beta
- F: polipeptide pancreatico, 1-2%, stimola l’esocrino.
Tramite anticorpi specifici si nota che le beta occupano la porzione centrale, il resto sulla periferia dell’isolotto.

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20
Q

Tessuto connettivo: caratteristiche generali, origine, classificazione

A

Tessuto caratterizzato da elevata quantità di matrice extracellulare, la cui composizione è regolata dalle cellule residenti. Dalla composizione derivano le proprietà meccaniche del tessuto.
Origina da cellule MESENCHIMALI, che si differenziano in:
- Fibroblasti
- Osteoblasti
- Condroblasti
- Cellule del sangue

Matrice extracellulare:

  • Componente fibrillare, fibre collagene, reticolari, elastiche
  • Sostanza fondamentale: ricca d’acqua ed elettroliti in cui sono disperse glicoproteine e proteoglicani, enzimi e altro.
  • Glicoproteine strutturali, mediano le interazioni tra cellule.

Funzioni:

  • Organizza gli organi e forma connessioni tra i tessuti
  • Trofica, regola la diffusione dei nutrienti provenienti dai vasi, il sangue è connettivo!
  • Protezione di organi delicati
  • Difesa attraverso il sistema immunitario
  • Riparazione dei danni tissutali
21
Q

Struttura e sintesi del collagene, caratteristiche geometriche.

A

Proteina più abbondante del corpo, costituita da monomeri, 3 alfa-eliche ciascuna di 333 triplette di prolina, idrossiprolina, glicina (l. 300nm, diam. 1,5nm). Le 3 eliche si avvolgono l’una sull’altra formando tropocollagene, che si impacchetta testa-coda con altri monomeri formando fibrille (diam. 0,2-0,5um) caratterizzate da impacchettamento sfalsato, da qui bandeggiatura al ME ogni 67nm.

SINTESI:

  • Trascrizione del gene
  • Traduzione e sintesi della proteina (nel RER, perché andrà in contro a secrezione)
  • Maturazione del collagene, tramite idrossilazione dei residui di lisina tramite un enzima, lisina idrossilasi. Fondamentale per permettere i legami crociati nelle fibrille.
  • Glicosilazione
  • Formazione del procollagene, 3 alfa-eliche caratterizzate da domini globulari fondamentali per impedire alla proteina di aggregarsi spontaneamente nella cellula.
  • Eliminazione dei domini laterali quando il collagene è nello spazio extracellulare, tramite enzimi.
  • Assemblaggio

N.B.: sono presenti anche fibre reticolari composte da collagene III, a formare reti con funzioni di sostegno (stroma degli organi, circondano fibre muscolari)

CRIMPS
Sono presenti dei ripiegamenti delle fibre collagene che le portano ad essere ondulate.
In base alle caratteristiche geometriche (angolo di piega, ampiezza e altezza della piega) si hanno caratteristiche biomeccaniche differenti. Es: tendini.

22
Q

Turnover del collagene

A

Sono necessari meccanismo di rinnovo del collagene! Ci vuole un giusto equilibrio tra produzione e degradazione, mediate da MMPs e TIMPs.
Tramite fattori di crescita o citochine (rilasciate ad es da macrofagi) la cellula rilascia MetalloProteinasi della Matrice (MMPs), attivati nella matrice extracellulare che possono degradare i componenti della matrice.
Il processo richiede inoltre TIMPs, proteine necessarie a inibire il meccanismo legandosi alle MMP e bloccandole. Sono meccanismo fondamentali sia in condizioni fisiologiche che patologiche (invasioni neoplasiche, fibrosi..).

23
Q

Fibre elastiche: funzioni, genesi, dove trovarle

A

Fibre elastiche deformabili fino al 150% della loro lunghezza, utili nei tessuti connettivi che devono deformarsi senza rompersi.
Componente centrale AMORFA: elastina
Componente periferica FIBRILLARE: fibrillina

ELASTOGENESI: avviene inizialmente nella cellula, ma il processo si completa nella matrice extracellulatre. Elastina e fibrillina vengono sintetizzate nella cellula e rilasciate all’esterno. Si formano le fibrille di fibrillina e successivamente vengono deposte sulla parte centrale di elastina.

Si trovano in:

  • Legamenti gialli
  • Vescica
  • Vasi sanguigni (membrane elastiche tra intima e media, tra media e avventizia)
  • Derma
  • Polmoni
24
Q

Sostanza fondamentale: componenti

A

Presente acqua in percentuali variabili, e altri componenti quali glicoproteine e proteoglicani.

GAGs: glicosaminoglicani
Grosse molecole formate dalla ripetizione di disaccaridi, formando catene molto lunghe.
Siccome sono solfatate (SO4) (tranne l’acido ialuronico!), sono cariche negativamente e attirano molecole d’acqua, rendendo il tessuto turgido e adatto alla compressione.

Tutti i GAG sono caratterizzati dall’essere legati ad un asse proteico, formando PROTEOGLICANI, ad eccezione dell’acido ialuronico che può stare anche da solo.

PROTEOGLICANI: proteine che legano i GAG ad un asse proteico, formando una molecola a forma di “spazzola”
Possono aggregarsi ulteriormente a formare AGGREGATI DI PROTEOGLICANI, legano i proteoglicani attraverso delle proteine di collegamento ad un asse proteico maggiore.

Glicoproteine strutturali: contribuiscono all’organizzazione strutturale del tessuto, mediando il contatto tra cellule e componenti della matrice.

  • Fibronectina: nella matrice, lega integrina degli emidesmosomi.
  • Laminina: nella membrana basale.
  • SPARC: proteine aventi un ruolo fondamentale nel rimodellamento, espressa eccessivamente in neoplasie e fibrosi.
25
Q

Tessuto connettivo lasso: caratteristiche, dove si trova e lassi particolari

A

UBIQUITARIO, lo si trova dappertutto in quanto è indispensabile per la diffusione dei nutrienti ed eliminare gli scarti; ospita anche le cellule responsabili dei meccanismi di difesa.
ACCOGLIE I LETTI CAPILLARI -> se vedo capillari c’è connettivo lasso.
Caratterizzato da maggiore cellularità e abbondante matrice, fibre collagene non spesse e non densamente impacchettate.
Si trova in:
- Lamina propria degli organi cavi, sotto l’epitelio della tonaca mucosa. Si trova anche nella tonaca sottomucosa.
- Tonaca intima dei vasi sanguigni.
- Stroma degli organi parenchimatosi.
- Riveste organi filamentosi (endomisio e perimisio, endonevrio e perinevrio)
- In prossimità delle papille dermiche, dove il derma si innalza nell’epidermide ho lasso.
- A formare le membrane sinoviali.

Lassi particolari:
- Mucoso: ricco di cellule, ricordano il tessuto connettivo embrionale (mesenchima).
Nella polpa del dente, umor acqueo dell’occhio, nel cordone ombelicale.
- Reticolare: a formare una rete caratteristica del parenchima degli organi. Abbonda in organi linfoidi.

26
Q

Tessuto connettivo denso: caratteristiche, classificazione e dove si trova

A

Ricco di fibre collagene e scarsa sostanza fondamentale, le fibre si organizzano in fasci spessi densamente impacchettati.
- FIBRE PARALLELE: fibre collagene parallele e ordinate, tra le quali si posiziona sostanza fondamentale. Visibili i CRIMPS.
Caratteristico dei tendini e dei legamenti.
- FASCI INTRECCIATI: non si ha un andamento particolare delle fibre collagene, sono dirette in tutte le direzioni.
Caratteristico del derma.
- FASCI INCROCIATI: stratificato in fasci perpendicolari tra loro.
- CAPSULARE: a formare la capsula degli organi.
- ELASTICO: ricco di fibre elastiche, disposte in fasci impacchettati.
Caratteristico dell’aorta.

27
Q

Cartilagine: caratteristiche generali

A

Componente amorfa piuttosto viscosa e costituita prevalentemente da acqua, ma contiene anche proteoglicani, glicoproteine, e componente fibrillare costituita principalmente da collagene II.
Condroblasti attivi con vescicole di sostanze, condrociti nella cartilagine matura, possiedono forma globosa in lacune della matrice. Alcuni di essi possono vivere in gruppi isogeni (2-4 cellule) più numerosi in profondità, mentre superficialmente diventano più appiattite.

NON è vascolarizzata né innervata: la nutrizione avviene per diffusione dal pericondrio, struttura periferica che presenta vasi sanguigni e cellule progenitrici in strato condrogenico, capaci di differenziarsi e diventare condroblasti attivi.
Il pericondrio è essenziale per la riparazione della cartilagine: dove non presente, rimane danneggiata per sempre.

28
Q

Istogenesi della cartilagine, formazione e accrescimento

A

Mesenchima: connettivo embrionale costituito da cellule stellate, si differenziano in condroblasti assumendo forma globosa e proliferano.
Man mano che la matrice cellulare si deposita le cellule si distanziano, diventando condrociti.

ACCRESCIMENTO PER APPOSIZIONE: a partire dal pericondrio, cellule dello strato condrogenico si differenziano per divenire condroblasti. Assumono una forma appiattita a causa degli stimoli meccanici a cui sono sottoposte le cellule. Dopo la nascita il pericondrio cessa di produrre condroblasti, ma mantiene la potenzialità.

ACCRESCIMENTO INTERSTIZIALE: avviene a partire dalla suddivisione dei condroblasti che, dividendosi formando i gruppi isogeni, producono matrice. Nell’adulto non è presente. Si notano parti più scure, basofile, attorno alle cellule a causa della scarsa diffusione dei componenti esocitati, proteoglicani.

29
Q

Tipologie di cartilagine, particolarità e dove trovarle

A

IALINA: la più abbondante, matrice omogenea e non si evidenzia la presenza di fibre. Flessibile e collagene II.
Si trova in cartilagini costali, anelli tracheali, naso, laringe, superfici articolari.
Sup. articolari: non possiede il pericondrio! Accrescimento interstiziale e una volta rovinata, non si rimargina. Presenta strato radiale, intermedio, tangenziale, dona levigatezza alla superficie mediante le fibre collagene.
ELASTICA: presenta oltre a collagene II anche fibre elastiche, caratteristica dell’epiglottide. Non si notano le fibre elastiche se non con colorazioni specifiche.
Condrociti abbondanti.
FIBROSA: contiene grossi fasci di collagene I oltre al II. NON presenta pericondrio. Assomiglia a connettivo denso ma le cellule sono globose, in fila.
Caratteristica della sinfisi pubica, dischi intervertebrali, menischi.

Metafisaria: chiesta in ambito dell’ossificazione

30
Q

Tessuto adiposo, caratteristiche e tipologie

A

Connettivo speciale costituito da una popolazione predominante, adipociti:
- Bianchi o uniloculari
- Bruni o multiloculari
A seconda delle condizioni (temperatura e dieta) possono cambiare il fenotipo.
- Rosa, nuovi

BIANCO: sostenuti da connettivo, molto grandi fino a 120um e tondi. LIPOSOMA occupa la maggior parte del volume della cellula, spostando il nucleo (anello con castone). Vascolarizzato. Al MO sembrano vuoti, sono stati svuotati del contenuto durante la preparazione del vetrino.
TRIGLIGERIDI come fonte di energia primaria.
Funzione di:
- Riserva energetica
- Protezione
- Isolamento termico

BRUNO: più piccolo, nucleo in posizione centrale e liposomi piccoli e numerosi.
Funzione termogenica a causa dei numerosi mitocondri, che producono calore anziché ATP.

ROSA: nella ghiandola mammaria in gravidanza. La ghiandola non presenta adenomeri, ma solo dotti escretori. Nell’allattamento compaiono cellule secernenti derivate dall’epitelio dei dotti, ma alcune possono nascere da adipociti bianchi.

31
Q

Tessuto osseo: composizione e funzione, tipologie

A

Connettivo di sostegno, matrice mineralizzata conferendo rigidità. Rimodellabile, vascolarizzato e innervato.
Funzioni:
- Scheletriche, dà inserzione a tendini e legamenti
- Meccaniche, spostamento del corpo
- Protezione
- Trofiche (deposito di Ca++)
- Empopietiche, nel midollo rosso

COMPOSIZIONE matrice:
- Inorganica 65%, cristalli di idrossiapatite (rigidità)
- Organica collagene I 23%, proteine (resistenza a trazione)
Proteine:
- SPARC formazione fibrille collagene
- Osteocalcina inibizione cristallizzazione
- Osteopontina adesione cellule a matrice (osteoclasti orletto arruffato)

CLASSIFICAZIONE:

  • Non lamellare: irregolare, solo in osso primario o durante osteogenesi, per poi essere sostituito il lamellare.
  • Lamellare: detto secondario, si hanno:
    • L. compatto nelle diafisi
    • L. spugnoso alle epifisi
32
Q

Descrivere la struttura dell’osso lamellare compatto, metodi di studio, lamellare trabecolare

A

COMPATTO: dall’esterno sono presenti lamelle circonferenziali esterne, concentriche attorno alla diafisi. Successivamente abbiamo strutture concentriche che circondano vasi sanguigni, gli osteoni attorno a canali di Havers e di Volkamann (trasversalmente). Tra gli osteoni sono presenti lamelle interstiziali, vecchie lamelle di osteoni ormai rimodellati.
In ciascuna lamella la direzione delle fibre collagene è parallela, varia tra una lamella e l’altra; gli osteoni si posizionano tra le fibre collagene.
Osteociti in lacune, vivono in matrice più fluida e si estendono in canalicoli per comunicare con osteociti vicini. Diam. 200um, h 1mm, da 5 a 20 lamelle; l’ultima è la linea cementante.
Lamelle circonferenziali interne.

Periostio: connettivo denso che presenta strato fibroso e cellule osteoprogenitrici, ancora tendini e legamenti all’osso ed è adeso al tessuto osseo tramite fibre di Sharpey.
Endostio: simile al periostio, contiene osteoprogenitrici ma è più sottile, riveste la cavità midollare.

SPUGNOSO: nelle diafisi o nella parte centrale delle ossa piatte, costituito da trabecole ossee di forma spugnosa, delimita le cavità midollari dove avviene la funzione emopoietica. Ogni trabecola è costituita da lamelle, ma non c’è organizzazione ad osteoni. (la trabecola è spessa quanto l’osteone). Il nutrimento viene diffuso dal midollo osseo.

Metodi di studio:

  • DECALCIFICAZIONE: eliminata la componente inorganica, si usano poi colorazioni. (rosei)
  • EROSIONE: eliminata la componente organica, rimane la componente mineralizzata. (lacune nere)
33
Q

Cellule del tessuto osseo e funzioni

A

OSTEOPROGENITRICI: nello strato profondo del periostio, si attivano solamente in caso di necessità diventando osteoblasti.

OSTEOBLASTI: depongono la matrice ossea, attive metabolicamente, una volta deposta la matrice diventano osteociti. Nella deposizione si dispongono in maniera simile ad un epitelio, formando una matrice non mineralizzata detta OSTEOIDE, che poi viene mineralizzata. Ricevono il PTH, fanno attivare gli osteoclasti.

OSTEOCITI: poco attivi, forma appiattita, hanno prolungamenti che raggiungono quelli di altre cellule, legandosi con giunzioni GAP. Grazie a matrice fluida delle lacune e ciglio primario, formano un sistema di meccanotrasduzione per il rimodellamento osseo.
Possono andare in apoptosi attivando gli osteoclasti.
Sono in grado di deporre matrice (formativi) o degradarla (riassorbenti) attraverso MMPs -> osteolisi osteocitaria (lisi ossea ad opera degli osteoni)

OSTEOCLASTI: deriva dalla linea macrofagica, cellule polinucleate (sincizi) molto grandi, con forma diversa in base alla attivazione. Tondeggiante se inattivo. Se attivo si polarizza formando un orletto increspato (podosomi) usato per aderire sulla superficie ossea e isolare un’area protetta dove pompa ioni H+ e rilascia enzimi litici (N.B. caso particolare di lisosomi ad uso extracellulare). La depressione che si forma è detta lacuna di Howship. Possiedono recettore per calcitonina che li disattiva.

34
Q

Ossificazione diretta e indiretta

A

Indipendentemente dalla modalità il prodotto è lo stesso, ovvero lamellare.
Entrambi i meccanismi nascono dal mesenchima che diventa blastema e può ossificare direttamente o diventare cartilagine che poi ossificherà.

DIRETTA o intramembranosa: le cellule mesenchimali proliferano differenziandosi in osteoblasti, deponendo osteoide. Man mano che l’ossificazione prosegue rimangono intrappolati nella matrice diventando osteociti, e cellule mesenchimali limitrofe vengono indotte a differenziamento.
Nella ossificazione vengono liberate vescicole della matrice contenenti fosfatasi alcalina e calcio, in grado di innescare la mineralizzazione attraverso centri di nucleazione nell’osteoide.

INDIRETTA o condrale: avviene a partire da cartilagine ialina, SOSTITUITA (non trasformata) da tessuto osseo.
Riguarda la maggior parte delle ossa brevi e lunghe.
1) I condroblasti si ipertrofizzano in condrociti
2) I condrociti ipertrofici secernono fosfatasi alcalina e la sostanza intercellulare calcifica
3) A causa della calcificazione, le cellule non ricevono più nutrimento e muoiono, lasciando trabecole calcificate.
4) Vasi sanguigni raggiungono il tessuto, richiamando osteoblasti per la deposizione di tessuto osseo.

35
Q

Ossificazione pericondrale ed endocondrale, cartilagine metafisaria

A

Nella indiretta, si hanno due tipi di deposizione:

  • PERICONDRALE: a livello del pericondrio inizia la deposizione di tessuto osseo. Il pericondrio si trasforma in periostio.
  • ENDOCONDRALE:
    1) il modello di cartilagine inizia a calcificare dall’interno;
    2) inizia l’ossificazione pericondrale a manicotto, diventa periostio;
    3) vasi sanguigni penetrano andando ad ossificare il centro;
    4) l’ossificazione procede formando la cavità diafisaria e proseguendo verso le epifisi
    5) si formano centri di ossificazione alle epifisi, e tra diafisi ed epifisi rimane cartilagine metafisaria che allungherà l’osso per poi ossificare in età adulta.

CARTILAGINE METAFISARIA: cartilagine di accrescimento, che si spinge alle epifisi man mano che la diafisi si ossifica. Si hanno stadi diversi:

1) Zona quiescente dove i condrociti sono poco attivi
2) Zona di proliferazione, dove i condrociti si dividono formando cellule “a pila di monete”.
3) Zona ipertrofica, dove i condrociti si rigonfiano e producono matrice calcificata
4) Zona calcificata, i condrociti sono morti e lasciano una struttura trabecolare.
5) Zona di ossificazione/osteogenica, vasi sanguigni e osteoblasti ossificano attivamente.

Con l’età la cartilagine metafisaria si assottiglia fino a ossificare completamente. Modalità di datazione dell’età di una persona.

36
Q

Rimodellamento: accrescimento di diametro, unità di rimodellamento osseo.
Fattori di rimodellamento.
Frattura.

A

L’accrescimento di diametro avviene quando l’osso necessita di aumentare di dimensioni, crescita per APPOSIZIONE che ingloba vasi sanguigni attorno ai quali si formano osteoni. La matrice si “sposta” dal centro dell’osso alla periferia.

UNITA’ DI RIMODELLAMENTO OSSEO:

  • Cono di escavazione: gli osteoclasti, richiamati dal torrente circolatorio, scavano la matrice pre-esistente formando una cavità
  • Cono di riempimento: dalla cavità formata, si ha la deposizione di matrice da parte degli osteoblasti che rimangono progressivamente intrappolati. Lo strato più esterno è lo strato più vecchio perché formato prima!

Fattori di rimodellamento:

  • Ormonali, paratormone e calcitonina, estrogeni, GH
  • Nutrizionali, calcio e vitamina D
  • Fisici, stimolo meccanico porta alla formazione di tessuto osseo nella direzione di applicazione del carico. Meccanismo mediato da osteociti, matrice fluida ecc..

FRATTURA:

  • Emorragia
  • Formazione di un callo molle cartilagineo
  • Formazione di un callo osseo per ossificazione indiretta, prima osseo primario/non lamellare poi lamellare.
37
Q

Sangue: caratteristiche principali, funzioni, componenti per mm^3
Plasma vs siero

A

Connettivo speciale a matrice fluida, 7-8% del peso corporeo, pH 7,4. Funzioni:

  • Trasporto
    • Scambi gassosi
    • Trofiche
    • Cellule del sistema immunitario
  • Non legate a trasporto
    • Equilibrio acido-base tramite sistemi tampone
    • Temperatura corporea
    • Equilibrio oncotico (proteine) e osmotico (sali)
    • Emostasi e coagulazione

PLASMA: ricavato per centrifugazione con anticoagulanti. Il sangue rivela la presenza di 3 strati:
- Plasma: liquido giallo trasparente 55%, acqua, sali e proteine (albumina 50-60% delle totali, fibrinogeno, ormoni ecc..)
- Buffy coat: anello bianco in mezzo, 1%, contiene globuli bianchi (unici nucleati) e piastrine
- Eritrociti 44% sul fondo
SIERO: ricavato centrifugando sangue senza anticoagulanti. La provetta mostrerà un coagulo sul fondo e la componente liquida sarà esente da fibrinogeno.

Eritrociti: 5 x10^6 per microlitro
Leucociti: 4-10 x10^3 per microlitro
Piastrine: 2-4 x10^5 per microlitro
Eritrociti + leucociti + piastrine = EMATOCRITO
Più ematocrito c’è, più il sangue diventa viscoso (ciclisti ed EPO)

38
Q

Eritrociti: come studiarli e caratteristiche generali, citoscheletro, eritrociti particolari

A

Striscio di sangue (preparazione per essiccazione, poi colorazione). Diametro medio 7,5um, permette di paragonare le dimensioni di altre cellule. Acidofili, ripieni di emoglobina.
Forma a lente biconcava aumenta sup. di scambio rispetto alla sferica del 20% c.a., elastici, anucleati, presentano antigeni del gruppo sanguigno (sequenze glucidiche determinate geneticamente) e acido sialico.

CITOSCHELETRO: si studia portando a lisi gli eritrociti e usando i frammenti di membrana per l’elettroforesi.
Il citoscheletro è composto principalmente da SPECTRINA a formare una rete sul lato citoplasmatico, e actina.
Spectrina alpha e beta formano dei tetrameri che compongono la rete.
Si legano ad ANCHIRINA, che a sua volta lega banda 3.
Si legano a complessi proteici formati da proteine delle BANDE 4.1 e 4.9, che legano anche actina.
Proteine trans-membrana:
- della banda 3 per passaggio di ioni
- GLICOFORINA C: lega acido sialco, carico negativamente, per evitare l’adesione tra globuli rossi. Quando il globulo rosso invecchia (c.a. 120gg), l’acido sialico si degrada e rende il globulo rosso appiccicoso, facile da fagocitare.

ERITROCITI PARTICOLARI:
- Reticolociti: presentano residui di RER per la produzione di emoglobina.
- Anelli di Cabot: residui del fuso mitotico.
- Corpi di Howell-Jolly: frammenti di nucleo non espulsi
(anomalie troppo presenti di questi tipi indicano malfunzione nella maturazione)
- Sferociti: globuli rossi sferici
- Poichilocitosi: forma anormale
- Anisocitosi: volume anormale

39
Q

Classificazione leucociti, formula leucocitaria, tipologie di immunità e relazione al tipo di linfociti

A
Granulociti:
- Neutrofili (fagocitosi)
- Eosinofili (parassiti)
- Basofili (innesco risposta immunitaria)
Agranulociti:
- Linfociti
-- B -> plasmacellule e della memoria
-- NK
-- T
--- T helper (stimola risposta immunitaria)
--- T citotossici (effettori della risposta)
- Monociti

Formula leucocitaria: (alterazioni indicano problema)

  • Neutrofili 60-70%
  • Linfociti 20-30%
  • Monociti 3-8%
  • Eosinofili 2-4%
  • Basofili 0,5%

IMMUNITA’ INNATA o aspecifica: non viene riconosciuto l’agente patogeno, risposta sempre identica e rapida.
- Barriera fisica (cute e barriera intestinale)
- Rilascio di sostanze (lisozima)
Coinvolge GRANULOCITI e NK.

IMMUNITA’ ACQUISITA o specifica: richiesto il riconoscimento di un antigene, bersaglio specifico. Risposta lenta, acquisita durante la vita, induce una memoria immunologica.
Coinvolge LINFOCITI T (risposta cellulo-mediata), B (risposta umorale), Antigen Presenting Cells.

40
Q

Granulociti: caratteristiche e funzioni specifiche.

Reazione allergica

A

Cellule polimorfo-nucleate, nuclei lobati e più grandi degli eritrociti (10-14um). Possiedono dei granuli che possono essere aspecifici o specifici per il tipo di granulocita.
NEUTROFILI: più abbondanti, numerose lobature se vecchi. Granuli poco colorati.
Granuli aspecifici/azzurrofili/primari: lisosomi contenenti fosfatasi acida e perossidasi
Granuli specifici/secondari: collagenasi ed elastasi per degradare fibre nel connettivo.
Granuli terziari: gelatinasi per degradare membrana basale.
Funzione: fagocitosi microrganismi e batteri, immunità innata.
IMPORTANTE: opsonizzazione, quando si legano gli anticorpi agli antigeni, l’attività fagocitaria è ottimizzata.
Altrimenti recettori TLR.

EOSINOFILI: affini a colorazioni acide.
Granuli primari/azzurrofili
Granuli specifici: cristalloide elettrondensa circondata da matrice granulare, contengono proteina basica maggiore e cationica eosinofila.
Funzione: contro parassiti e fagocitosi complessi antigene-anticorpo.

BASOFILI: rari da trovare, granuli dello stesso colore del nucleo (basofili).
Granuli specifici: istamina (aumento permeabilità vasi, broncocostrizione, ipotensione), eparina (anticoagulante).
Funzione: iniziano la risposta infiammatoria insieme ai mastociti, molto simili. Responsabili delle risposte allergiche.
Mastociti presentano granulazioni colorate di viola (metacromasia, colore differente), possiedono circa le stesse sostanze del basofilo e assieme a esso causa shock anafilattico in caso di contatto dell’antigene con le IgE esposte sulla membrana.
Le IgE sono prodotte dalle plasmacellule in seguito a “sensibilizzazione” (1° contatto con antigene).

41
Q

Linfociti: caratteristiche e funzioni

Anche monociti

A

Linfociti B e T sono indistinguibili; sono classificati in piccoli, medi, grandi (da 7 a 18um). Basofili, nucleo grande. A differenza dei granulociti, possono ricircolare! Nascono nel midollo osseo e maturano negli organi linfoidi primari (midollo osseo rosso e TIMO per i T)

B: risposta specifica umorale, riconoscono gli antigeni nella loro forma naturale e producono anticorpi senza l’aiuto di mediatori. Alcune di queste cellule si differenziano in plasmacellule per la produzione massiva di anticorpi, altre diventano cellule della memoria.

T: tutti uguali tra loro, si differenziano e specializzano nel timo.

  • T citotossici: effettori della risposta immunitaria, rilasciano perforine.
  • T helper: stimolano i linfociti B attraverso interleuchine.
  • T reg: spengono la risposta immunitaria quando necessario.

NK: in grado di riconoscere cellule neoplasiche e affette da virus, usano perforine e granzimi che penetrano nella cellula, portandola ad apoptosi. Fondamentale nella risposta imm. innata.

Monociti: molto grande e nucleo reniforme (a fagiolo). Migrando nei tessuti terminano la differenziazione, diventando macrofagi, gli spazzini del corpo.
Alcuni di essi possono differenziarsi in modo altamente specifico, es osteoclasti, della microglia.

42
Q

Piastrine o Trombociti: morfologia, origine, funzione

A

Frammenti di citoplasma 2-4um dei megacariociti, plasmodi del midollo osseo rosso che si frammentano.
Contengono componenti del citoscheletro con organuli.
Funzioni:
- Emostasi
- Coagulazione
Componenti:
- Ialomero, regione periferica con citoscheletro.
- Granulomero, regione centrale con organelli e granuli.
Organelli: mitocondri e perossisomi, glicogeno
Granuli:
- ALPHA fibrinogeno e fattori di coagulazione
- LAMBDA Lisosomi
- DELTA calcio e serotonina

Coagulazione:
1) Trombo bianco a partire dalla adesione di piastrine sul collagene esposto (prima ho vasocostrizione).
Le piastrine cambiano forma diventando stellate.
2) Attivazione delle reazioni a cascata e fibrinogeno si converte in fibrina, formando maglie che intrappolano eritrociti e leucociti -> trombo rosso, più stabile

43
Q

Emopoiesi

A

In fase prenatale effettuata da sacco vitellino inizialmente, poi fegato e milza.
Prima della nascita il midollo rosso rimpiazza totalmente gli altri organi. Le vertebre svolgono la funzione principale in età adulta.
Nel midollo osseo rosso è possibile trovare 3 gruppi principali di cellule:
1) Cellule staminali ematopoietiche
2) Multipotenti, derivate dalle staminali si dividono in
– Linea linfoide: progenitrici dei linfociti
– Linea mieloide: progenitrici delle altre componenti dell’ematocrito (monociti, granulociti, mastociti, megacariociti, eritrociti)
3) Precursori delle cellule in attesa di differenziarsi ed essere rilasciate in circolo.

44
Q

Tessuto linfoide: classificazione, funzione

A
Tessuto popolato da linfociti e cellule coinvolte nella risposta immunitaria. Gli organi linfoidi sono organizzati da connettivo. Funzione importante dei dotti linfatici! Grazie a essi i linfociti sono in grado di ricircolare agli organi linfoidi.
Organi linfoidi:
- Midollo rosso, timo (PRIMARI)
- Milza, linfonodi, tonsille (secondari)
Negli organi linfoidi primari si ha produzione e maturazione dei linfociti che poi andranno a svolgere la loro funzione negli organi linfoidi secondari.
Tessuto linfoide diffuso:
- Placche di Peyer
- Tonsille
- Mucose

La linfa, raccolta a livello dei capillari, viene portata agli organi linfoidi secondari dove viene “filtrata”. Qui si ha il contatto con le cellule che popolano gli organi linfoidi, che nel caso di antigeni o di APC attivano i linfociti e producono una risposta immunitaria. Se sono presenti noduli con centro germinativo, significa che i LB si sono differenziati in plasmacellule che producono anticorpi.

45
Q

Timo: morfologia, funzione

A

Organo linfoide primario che non combatte le infezioni ma educa i linfociti T nel riconoscimento dei self dai non-self. Massima funzione nella fanciullezza, dopodiché viene sostituito da adiposo.

Due lobi, divisi in lobuli, sottile capsula connettivale.
E’ visibile la divisione tra corticale e midollare; il parenchima è molto colorato per l’elevata presenza di cellule basofili. La parte centrale è meno colorabile per la minore densità cellulare.
Popolazione:
1) Timociti: cellule che diventeranno linfociti T
2) Cellule epitelio-reticolari: formano strutture importanti
3) Macrofagi

Funzione:
I precursori dei linfociti T arrivano nel timo per essere “educati” al riconoscimento del self dal non self; per fare ciò devono essere isolati dagli antigeni nel sangue! Proteine come timosina, timopoietina, timulina vengono utilizzate per la programmazione.
Epitelio-reticolari 1 creano barriera emato-timica! Nelle vicinanze anche macrofagi.
Epitelio-reticolari 2 costituiscono una impalcatura nella corticale che sostiene lo stroma e presenta gli antigeni ai linfociti.
SE i linfociti non riconoscono gli antigeni, vengono eliminati e sopravvivono solo quelli capaci di riconoscere i non-self. SELEZIONE POSITIVA. (98% muore).
I linfociti vengono portati nella midollare attraverso una barriera formata da epitelio-reticolari 3,4.
Nella midollare ci sono epitelio-reticolari 5, qui i linfociti imparano a riconoscere il self. Se non sono in grado, vengono eliminati. SELEZIONE NEGATIVA.
Epitelio-reticolari 6 formano corpuscoli di Hassal, in aumento con l’età.

Con l’età il timo regredisce, diminuisce di dimensioni e viene sostituito quasi interamente da tessuto adiposo.

46
Q

Linfonodi: struttura e funzione

A

Piccoli organi parenchimatosi distribuiti nel corpo, con la funzione di filtrare la linfa raccolta in prossimità dei capillari. Se sono presenti antigeni, questi verranno portati ai linfonodi dove sono presenti soprattutto linfociti B e T, i quali procederanno con la risposta immunitaria; macrofagi per fagocitare sostanze estranee. Presenti cellule reticolari, fibroblasti per la produzione dello stroma di sostegno per le cellule.

Capsula connettivale, seni marginali tra stroma e tessuto linfoide, corteccia con noduli linfatici, venule a endotelio alto, midollare, ilo di ingresso del dotto efferente e dei vasi sanguigni.
Meccanismo di funzionamento:
1) la linfa arriva tramite vasi linfatici afferenti, dove entrano nei seni marginali.
2) Qui la linfa entra in contatto con il tessuto linfoide, e se sono presenti antigeni pericolosi si ha l’avvio della risposta.
3) Un nodulo linfatico primario, non stimolato e monocolore, inizia a far proliferare i linfociti B che diventano plasmacellule (aiutati da cellule dendritiche follicolari, presenti T helper). Diventa nodulo linfatico secondario.
4) APC possono viaggiare nei dotti e stimolare i linfociti T, macrofagi si occupano di eliminare particelle o microrganismi estranei.
5) Tra corticale e midollare sono presenti venule a endotelio alto, facilitano la fuoriuscita dei linfociti dal torrente circolatorio. Molti T e APC
6) La linfa filtrata viene raccolta nella midollare, dove sono presenti altri B, per fuoriuscire infine dal dotto efferente.

N.B.: i linfociti possono tornare ai linfonodi attraverso circolazione linfatica o sanguigna (venule a endotelio alto)!

47
Q

Milza: struttura, funzioni

A

Il più grande organo linfoide, parenchimatoso con ilo che riceve arteria e vena splenica.
Funzione duplice di filtro immunologico del sangue ed eritrocateretica. Ricordiamo che prima della nascita la milza svolge emopoiesi!
Capsula connettivale, parenchima comprende polpa rossa e polpa bianca mischiate tra loro -> non sussiste la divisione tra corticale e midollare.
Decorso del sangue e funzione:
1) Arteria splenica si addentra nel parenchima dividendosi in arteriole trabecolari.
2) L’arteriola lascia l’ambiente connettivale (-> arteria centrale) e si addentra nel parenchima, dove viene circondata da un manicotto di linfociti T -> PALS (guaina linfatica)
3) Il manicotto in vari punti può rigonfiarsi per un accumulo di linfociti, formando un nodulo splenico DI MALPIGHI, caratterizzato dalla presenza di un vaso sanguigno all’interno, di lato (criterio di diagnosi differenziale) e seni marginali permeabili. Qui si svolge la funzione immunologica.
FINE POLPA BIANCA (20%) - INIZIO POLPA ROSSA (80%)
4) L’arteriola si ramifica ulteriormente in arteriole penicillari e successivamente in CAPILLARI CON GUSCIO, circondate da macrofagi che rimuovono antigeni, microrganismi ecc..
5) Il sangue arriva ai sinusoidi splenici / seni venosi, vasi speciali a “doghe di botte” che presentano una elevata permeabilità, tale da permettere il passaggio dei globuli rossi. Quelli vecchi aderiscono alle pareti e vengono fagocitati dai cordoni di cellule (di Billroth, cellule del sangue) -> FUNZIONE ERITROCATERETICA.

N.B.: C’è circolazione
- Chiusa: dai capillari con guscio il sangue entra direttamente nei seni venosi.
- Aperta: 90%, il sangue si distribuisce nella polpa rossa per rientrare successivamente nei seni venosi.
N.B.: la polpa rossa svolge in parte funzione di riserva di sangue.

6) Il sangue viene raccolto e fatto defluire nelle vene.

48
Q

Tessuto linfatico diffuso: tonsille e placche di Peyer

A

Detto MALT (Mucose Associated Lymphoid Tissue) in quanto è associato alle mucose degli organi cavi. Non possiedono una capsula connettivale, semplicemente risiedono nel connettivo sottostante all’epitelio.
Parliamo di
- GALT se relativo al tratto gastro-intestinale
- BALT se relativo alle vie aeree

TONSILLE: a formare un anello di Waldeyer, entrano in contatto con gli agenti patogeni provenienti dall’aria o dagli alimenti. Ricoperte da epitelio di rivestimento, presentano noduli linfatici e CRIPTE, aperture che favoriscono il contatto degli antigeni con il tessuto linfoide.

Placche di Peyer: nell’ileo, molto evidenti. Sono intercalate al di sotto dell’epitelio e intercalate tra le cellule in superficie ci sono cellule M.
Queste non servono all’assorbimento bensì presentano nel citoplasma delle tasche dove vengono internalizzati antigeni e presentati alle cellule linfatiche o APC sottostanti.

49
Q

Classificazione delle ghiandole endocrine sulla base della natura chimica del secreto:

A

Steroidei:
- TUTTO il surrene!
Mineralcorticoidi (aldosterone), glucocorticoidi (cortisolo e cortisone) e ormoni sessuali (DHEA) sono tutti steroidei!
- Corpo luteo: produce estrogeni e progesterone, steroidei.
- Cellule di Leydig: testosterone

Proteici:

  • Porzione di ipofisi che comprende le cellule acidofile
    • GH, PRL, MSH
  • TUTTO il pancreas
    • Insulina, glucagone, polipeptide pancreatico, somatostatina

Glicoproteici

  • Porzione di ipofisi che comprende le cellule basofile
    • ACTH, TSH, FSH, LH (agiscono su altre ghiandole, ormoni “trofici”)
  • Tiroide, T3 e T4