carme 8, carme catullo Flashcards
metro
trimetro giambico scazonte, giambo/spondeo + giambo x2 giambo + spondeo/trocheo
Miser Catulle, desinas ineptire,
et quod vides perisse perditum ducas.
Fulsere quondam candidi tibi soles,
cum ventitabas quo puella ducebat
5amata nobis quantum amabitur nulla.
Povero Catullo, non essere sciocco
e ciò che vedi come finito consideralo (cong presente) come tale.
Splendettero UN TEMPO per te giornate serene
quando andavi spesso dove ti conduceva la ragazza
amata da me quanto nessuna sarà amata.
soles
nel carme V
nobis
dativo d’agente in un costruzione passiva con il participio passato “amata”, usato con ironia perché lesbia era amata da molti
tema generale
l’addio a lesbia è una poesia carica di drammaticità, una sorta di monologo interiore in cui Catullo sembra sdoppiarsi, una parte di lui è consapevole e razionale, ed esorta la parte follemente innamorata e tormentata, come se il poeta stesse subendo una lacerazione interiore, che si possono vedere anche dai molti salti temporali. Ad esempio c’è il presente che esorta, che apre e chiude circolarmente il carme, inizia prima con dei calmi congiuntivi esortativi, desinas e ducas nei primi versi, per poi iniziare a diventare più incalzante e scandita con gli imperativi, noli, sectare, vive, perfer, obdura e di nuovo obdura. Il passato invece è segno della sua infelicità, di una profonda nostalgia a cui catullo sembra inizialmente abbandonarsi, in ogni caso non lasciano dubbi sull’ancora persistente intensità del suo amore. Nel futuro invece si legge un forzato distacco, una gelosia, a tal punto che il poeta interrompe bruscamente il dialogo con sè stesso per iniziare a rivolgersi direttamente alla ragazza.
Nūnc iam īllă nōn vōlt: tū quŏque īnpŏtē‹ns nōlī›,
10nēc quaē fŭgīt sēctārĕ, nēc mĭsēr vīvĕ,
sĕd ōbstĭnātā mēntĕ pērfĕr, ōbdūrā.
Vălē, pŭēllă. Iām Cătūllŭs ōbdūrāt,
nec te requiret nec rogabit invitam.
adesso lei non vuole più. Anche tu, da forte, non volere,
e non seguire lei che fugge, e non vivere da infelice,
ma con animo ostinato sopporta, resisti.
Addio, ragazza. Ormai Catullo Resiste.
e non ti cercherà e non te lo chiederà, visto che non vuoi.
Scelesta, vae te, quae tibi manet vita?
Quis nunc te adibit? Cui videberis bella?
Quem nunc amabis? Cuius esse diceris?
Quem basiabis? Cui labella mordebis?
At tu, Catulle, destinatus obdura.
Sciagurata, maledizione a te, che vita ti resta?
Chi ora ti avvicinerà? A chi sembrerai bella’
Chi amerai? Di chi si dirà che tu sia?
Chi bacerai? A chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, resisti deciso.