ARTICOLAZIONE PARTE LIBERA Flashcards

1
Q

caratteristiche coxo-femorae

A

È una tipica enartrosi, che si svolge tra la testa del femore e
l’acetabolo dell’anca. Le superfici articolari che si affrontano
hanno una forma sferica: nel femore a forma convessa e
nell’anca a forma cava. La superficie articolare offerta dall’anca
non è tutto l’acetabolo, ma solo la parte periferica, chiamata
faccia semilunare, che è rivestita da cartilagine articolare.
Le superfici articolari non sono concordanti, infatti è presente il
labbro dell’acetabolo (o cercine glenoideo) che, oltre ad
aumentare la superficie articolare, è un
mezzo di contenimento, assicura il
mantenimento della testa del femore
all’interno dell’acetabolo. Il cercine
passa sopra l’incisura dell’acetabolo diventando un legamento trasverso. A livello anteriore della testa del femore troviamo la cosiddetta fossetta della testa del femore, una struttura in cui viene a originarsi il legamento della testa del femore, il legamento rotondo, che non ha una funzione meccanica, ma trofica. L’arteria otturatoria passa attraverso l’apertura lasciata dalla membrana otturatoria insieme al nervo otturatorio, fondamentale per il movimento dei muscoli della parte mediale della coscia. Questa arteria stacca un ramo, l’arteria acetabolare che passa a livello del legamento e va a vascolarizzare la testa del femore. L’osso dell’acetabolo guarda lateralmente in basso e in avanti leggermente, mentre il collo del femore guarda in alto,
medialmente ed in avanti. Entrambe le strutture guardano in avanti. L’angolo di declinazione (torsione) è formato dall’asse del collo del femore con un piano passante per i due condili femorali. Inoltre, tra gli assi dell’acetabolo e del collo del femore c’è un angolo variabile da 30° a 40°.

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2
Q

mezzi di unione coxo-femorale

A

Per quanto riguarda l’anca, la capsula si inserisce sul contorno
dell’acetabolo e sul relativo labbro; per il femore, l’inserzione
differisce anteriormente e posteriormente: il femore è più
assicurato nella parte anteriore. Anteriormente l’inserzione
della capsula arriva alla linea intertrocanterica, posteriormente si ferma più in alto,
ovvero tra i due terzi prossimali ed il terzo distale del collo anatomico del femore. Quindi il collo anatomico anteriormente è completamente intracapsulare,
posteriormente solo una piccola parte è rivestita dalla capsula.
Legamenti
Tutti e tre i legamenti di rinforzo prendono
origine dal contorno dell’acetabolo, dal labbro
glenoideo e prendono il nome delle parti di cui
si compone l’osso (ileo, ischio e pube).
− Legamento ileofemorale, origina dalla parte iliaca del
ciglio cotiloideo e dalla spina iliaca anteroinferiore. I fasci
si portano in basso e si dividono in un fascio verticale e in
uno trasverso, formando una sorta di Y o Z. Quello
verticale si porta alla parte più bassa della linea
intertrocanterica; mentre quello trasverso va al grande
trocantere.
− Legamento pubofemorale, origina dal tratto pubico del
ciglio cotiloideo e si inserisce sul piccolo trocantere.
− Legamento ischiofemorale, va dal tratto ischiatico
dell’acetabolo fino ad arrivare alla fossa trocanterica, che
è localizzata medialmente al grande trocantere.
− È presente anche un altro legamento di rinforzo, che si chiama zona orbicolare,
che è costituita da fibre che provengono dalla capsula e si avvolgono attorno al
collo anatomico fissandolo all’interno dell’acetabolo.
Legamento a distanza: legamento rotondo del femore. Ha
un significato trofico perché è percorso dall’arteria del
legamento rotondo. Questo legamento va dalla fovea capitis fino
ad inserirsi sui bordi dell’acetabolo, andando a confondersi con
il legamento trasverso e formando una specie di Y. Inoltre, è un
legamento abbastanza lasso, non teso.

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3
Q

coxofemorale

Quando raggiungiamo la perfetta congruità di questa articolazione?

A

Quando flettiamo l’articolazione di 90 gradi, l’abduciamo di 5 gradi e la extra ruotiamo di 10 gradi, ovvero ci troviamo in una posizione quadrupedica.

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4
Q

osteoporosi e frattura dell’anca

A

L’osso è un tessuto estremamente “vivo”. Il corpo, infatti, utilizza lo scheletro come deposito di sostanze nutrienti (quali calcio e sali minerali) che in caso di necessità possono essere sfruttati grazie agli osteoblasti, che disfacendo il tessuto osseo ricavano nutrienti. Gli osteoclasti fanno il contrario, ovvero partendo da nutrienti si occupano di formare tessuto osseo. È importantissimo che tra osteoblasti e osteoclasti ci sia equilibrio, altrimenti si va incontro a patologie in cui il tessuto osso può degenerare ad esempio l’osteoporosi.
In caso di vecchiaia aumenta l’osteoporosi e quindi l’osso diventa sempre più fragile.
È più marcato nel genere femminile perché gli osteoclasti hanno un’attività maggiore rispetto agli osteoblasti. Nel collo del femore (una zona dell’osso che precede l’estremità che si articola con l’acetabolo) c’è un particolare punto che si chiama “triangolo di Ward”, che in soggetti osteoporotici è molto soggetto alla frattura; quindi, lì si va a fare la Moc (Mineralometria ossea computerizzata) per valutare la densità ossea.
Frattura del collo del femore e lussazione dell’anca
Il collo del femore è una struttura sottoposta a una certa fragilità, soggetta a fratture del femore, soprattutto in età avanzata. Le fratture possono essere scomposte o non scomposte. Nel primo caso le ossa si distaccano e si allontanano le une dalle altre, nel secondo caso invece le ossa rimangono unite, c’è una rottura ma non c’è una scomposizione. In caso di frattura la prima cosa da fare è controllare in caso di frattura scomposta, una possibile lesione dei vasi, perché le superfici diventano taglienti e il vaso può andare incontro a rottura. In tal caso viene a mancare il nutrimento alla struttura ossea, il mancato afflusso di sangue arterioso può comportare un fenomeno di necrosi tissutale. La soluzione di questa è andare a sostituire il tessuto morto con una protesi. La lussazione dell’anca è un dislocamento della testa del femore dal suo alloggiamento. Nella lussazione le due articolazioni interessate, testa del femore e osso iliaco, si scollegano a causa di un trauma o di una malformazione congenita, causando dolore e limitazioni nella mobilità.

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5
Q

caratteristiche articolazione ginocchio

A

È un’articolazione molto importante per la nostra statica e presenta una cavità articolare
molto ampia, la più ampia di tutte le articolazioni. Questa articolazione si svolge tra il
femore e la tibia e tra il femore e la patella: la fibula non partecipa direttamente.
Tra femore e patella è un’artrodia, tra femore e tibia è di difficile classificazione: è
considerata una condiloartrosi se si fa riferimento alle superfici articolari e alla
morfologia dei capi articolari, perché ci sono i condili e le cavità glenoidee; mentre se si fa riferimento al movimento che consente, è un
ginglimo angolare, perché permette un movimento di
flesso-estensione. Nonostante le superfici articolari
consentono un’ampia possibilità di movimento, questa
articolazione è provvista di un importante apparato
legamentoso che limita i movimenti.
La sua integrità è importante anche per la trasmissione
del peso corporeo alle
gambe (compito
statico).
Superfici articolari: il femore mette a disposizione, nella
parte anteriore, la faccia patellare e i due condili. La tibia
mette a disposizione la faccia superiore dell’epifisi
prossimale dove si trovano le cavità glenoidee che
accolgono i condili e sono separate dall’eminenza
intercondiloidea. La patella mette a disposizione la porzione superiore della faccia
posteriore.
Le superfici articolari non sono concordanti e vengono resi tali dai menischi. Questi
hanno una forma triangolare e funzionano come delle zeppe. La base è rivolta verso
l’esterno e l’apice verso l’esterno, la faccia
superiore è verso condili femorali, quella
inferiore verso la tibia. I menischi hanno
una forma diversa: quello laterale forma un
cerchio completo e le sue estremità (o
corna) si inseriscono nell’eminenza
intercondiloidea della tibia. Quello mediale
invece ha una forma a C o a semianello e le
sue estremità si inseriscono sulle aree
intercondilodee anteriore e posteriore. Ci sono poi due legamenti, il legamento femorale anteriore di Humphrey e ilIl menisco mediale forma un tutt’uno con il legamento collaterale mediale, a livello laterale non succede, dove sono 2 strutture indipendenti l’una dall’altra. Importante dal punto di vista clinico perché un individuo che ha un problema col legamento collaterale mediale può succedere che si danneggi il menisco e viceversa. I menischi sono formati da tre strati, tra cui il connettivo fibroso che dà la consistenza. Sono strutture che hanno scarsissima vascolarizzazione, questo vuol dire che se si rompe o si strappa la ferita rimane tale e non si rimargina. Se noi siamo in completa estensione ed estendo la gamba sulla coscia, i menischi si spostano in avanti. In maniera opposta, se flettiamo la gamba sulla coscia i menischi si spostano all’indietro, tendono ad uscire dal limite del piatto tibiale. Stessa cosa se parliamo di intra ed extra rotazione, in caso di intrarotazione il mediale si sposta indietro e il laterale in avanti, l’opposto in extrarotazione.
legamento femorale posteriore di Wrisberg, che uniscono il menisco laterale con il
condilo mediale.

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6
Q

capsula articolare ginocchio

A

I mezzi di unione sono la capsula articolare e i legamenti.
La capsula non è attaccata alle superfici articolari, ma se ne discosta di qualche
millimetro, arrivando alla cartilagine di incrostazione (cartilagine articolare).
Anteriormente si porta sopra la faccia patellare del femore, lateralmente e medialmente
va sotto i due epicondili, posteriormente passa sopra i condili e circonda la fossa
intercondiloidea. Sulla tibia si inserisce al di sotto del margine infraglenoideo, quindi sotto la cartilagine articolare. Sulla patella si inserisce sul contorno;
la patella posteriormente e ai lati è più tesa, anteriormente è più
lassa.
Importante è il comportamento della sinovia (la membrana
sinoviale tappezza la superficie interna della capsula fibrosa). Oltre
a formare le varie borse, si interrompe a livello dei menischi in
quanto questi sono fortemente adesi alla capsula fibrosa.
Posteriormente la sinovia si porta sopra i condili femorali e,
interrompendosi a livello dei menischi, si divide in una parte
superiore e in una inferiore.
Nella parte anteriore si forma, tra il tendine del muscolo
quadricipite femorale e il femore, la borsa sinoviale sovrapatellare.
Posteriormente forma una doccia concava, dove si trovano i
legamenti crociati, che hanno una posizione intracapsulare, ma extraarticolare.

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7
Q

legamenti ginocchio

A

I legamenti dell’articolazione del ginocchio posso essere divisi in
due compartimenti (anteriore e posteriore), inoltre ci sono i
legamenti collaterali (tibiale e fibulare) e i legamenti crociati
(anteriore e posteriore).
− Legamento anteriore: legamento rotuleo o patellare,
che va dal margine inferiore della patella fino alla
tuberosità tibiale. Questo legamento rappresenta il tratto
sottopatellare del tendine di inserzione del quadricipite
femorale, un muscolo con quattro capi, due dei quali
(vasto mediale e vasto laterale) contribuiscono a fissare
la patella ai condili tibiali. Queste superfici mandano delle
espansioni tendinee, chiamate ali o retinacoli della patella
che la fissano ai condili tibiali.
Il legamento anteriore è separato dalla tibia dalla borsa
sinoviale infrapatellare; inoltre c’è uno zaffo adiposo
(corpo adiposo di Hoffa) che separa il legamento dalla
capsula articolare.Borse sinoviali:
● borsa sinoviale sovrapatellare (verde) tra il femore e il
legamento rotuleo, è in comunicazione con la cavità articolare;
● borsa prepatellare (gialla) tra la cute e la patella;
● borsa infrapatellare superficiale (azzurra)
● borsa infrapatellare profonda (fucsia) tra il legamento
patellare e la tibia; è presente anche il corpo adiposo di Hoffa.
Inoltre, c’è una plica sinoviale infrapatellare che fissa il
corpo adiposo di Hoffa alla fossa intercondiloidea.
− Il compartimento posteriore è formato da
due strutture: legamento mediano e
gusci dei condili. Questi sono degli
inspessimenti della capsula attorno ai
condili. Il legamento mediano è formato
dal popliteo obliquo e dal popliteo
arcuato.
Il legamento popliteo obliquo e ̀ fatto da
fibre che provengono dal muscolo
semimembranoso, che si fissano al condilo
laterale del femore.
Il legamento popliteo arcuato e ̀ fatto da
fibre che vanno dal femore alle due ossa della
gamba.
− Legamenti collaterali: collaterale tibiale e collaterale fibulare.
Il legamento collaterale tibiale è mediale, origina
dall’epicondilo mediale del femore e va alla faccia mediale della
tibia.
Il legamento collaterale fibulare va dall’epicondilo laterale
del femore alla testa della fibula.
− Legamenti crociati: anteriore e posteriore nascono
ripettivamente dall’area intercondiloidea anteriore e
posteriore. Il legamento crociato anteriore si porta alla faccia mediale del condilo laterale
del femore. Quello posteriore si porta alla faccia laterale del condilo mediale
del femore.
Questi legamenti si trovano all’esterno della cavità articolare,
nello stato sottosinoviale fatto da connettivo e sono però avvolti
dalla capsula fibrosa. Sono quindi intracapsulari, ma
extrarticolari (i menischi sono intraarticolari ma non coperti
dalla sinovia).

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8
Q

articolazione tibio-fibulare

A

PROSSIMALE:
Articolazione che si realizza tra l’estremità prossimale di tibia e fibula,
cioè il condilo laterale della tibia e la testa della fibula dove si trova la
superficie articolare. Avendo le faccette articolari pianeggianti, si può
classificare come artrodia (diartrosi meno mobili).
Questa articolazione è rinforzata da una membrana interossea che la
stabilizza e si localizza nel margine laterale della tibia e nel margine
mediale della fibula.
ARTICOLAZIONE TIBIO-FIBULARE DISTALE:
Articolazione immobile (sinartrosi) che avviene tra l’incisura fibulare
della tibia e la fibula che ha la sua superficie articolare medialmente e in
alto, all’estremità distale, al di sopra del malleolo laterale.
LEGAMENTO TIBIO-FIBULARE: -ANTERIORE, senso obliquo da tubercolo anteriore della tibia a tubercolo anteriore della fibula. -POSTERIOR, da malleolo tibiale posteriore al tubercolo posteriore della fibula. -TRASVERSO, dalla fossa maelleolare fibulare e la rima dorso-distale della tibia.

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9
Q

articolazione tibio tarsica

A

L’ ARTICOLAZIONE TIBIOTARSICA è la più
importante dal punto di vista motorio. è
classificata come un ginglimo angolare: le
superfici sono localizzate nell’astragalo, la tibia e
la fibula, formando il mortaio tibio-fibulare (la
superficie del talo deve essere completamente
inglobata dalle superfici delle ossa della gamba).
Nel lato tibiofibulare si trova la faccia inferiore
dell’epifisi distale della tibia, lateralmente il
malleolo fibulare e medialmente il
malleolo tibiale. Il tarso mette a
disposizione la faccia superiore
(troclea con una gola centrale e
due labbri laterali) e le due
faccette malleolari talari (laterali e
mediali).

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10
Q

mezzi di unione dell’articoazione tibio-tarsica

A

I mezzi di unione sono:
● capsula articolare → si dispone attorno alle superfici articolari e si pone sia sul
mortaio tibio-fibulare sia sulla cartilagine articolare dell’astragalo. è rinforzata ai due
lati dai legamenti mediali e laterali.
● legamenti di rinforzo mediali→ detto anche deltoideo, è il più robusto in quanto
formato da 4 fasci, che originano dal malleolo mediale.
○ Quelli anteriori sono il legamento tibio-astragaleo anteriore, che si porta al
collo del talo, e il legamento tibio-navicolare, che si porta alla faccia dorsale
dello scafoide.
○ Poi abbiamo il
legamento medio che
va al calcagno il quale
prende il nome di
legamento
tibio-calcaneare, che
si porta sulla faccia
mediale del calcagno
dove si trova il
substentaculum tali
(sporgenza ossea).
○ E infine troviamo il
legamento posteriore
che è il legamento
tibio-astragaleo posteriore, il quale si porta sulla faccia mediale del talo.
● legamenti di rinforzo laterali→ sono 3 legamenti che originano dall’apice del malleolo
laterale e si portano sulle ossa del tarso.
○ Il fibulo-astragaleo anteriore (fascio anteriore) e si porta sulla faccia laterale
del talo.
○ il fibulo-calcaneare (fascio medio), vicino al processo trocleare e si porta
sulla faccia laterale del calcagno.
○ il fibulo astragaleo posteriore (fascio anteriore) e va al processo posteriore
del talo.
Questa articolazione permette 2
tipi di movimenti: la flessione
dorsale e la flessione plantare.
Poiché la troclea dell’astragalo
non ha la stessa estensione
anteriormente (+ ampia) e
posteriormente, durante la
flessione dorsale essa è
bloccata dai due malleoli e il
piede si blocca; nella flessione
plantare invece il piede è leggermente più libero nel movimento laterale.

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11
Q

articolazione intertarsali

A

Le ARTICOLAZIONI INTERTARSALI sono quelle che avvengono tra le ossa della fila
prossimale e distale ● fila prossimale: tra queste ossa abbiamo l’articolazione tra astragalo e calcagno,
chiamata subtalare. Il talo mette a disposizione la faccetta talare posteriore e la
faccetta calcaneare posteriore (faccette complementari). Viene considerata
un’articolazione a a ginglimo laterale
● fila distale: artrodie
○ intercuneiformi (tra le ossa cuneiformi)
○ cuneo-navicolari (tra le ossa cuneiformi e lo scafoide o navicolare)
○ cuboideo-navicolare (tra il cuboide e il navicolare)
○ cuneo cuboidea (tra il cuboide e il cuneiforme)

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12
Q

articolazione trasversa di chopart

A

simile all’ articolazione medio-carpica della mano, si divide in due
diverse parti:
● mediale →Viene classificata come un’ enartrosi. Avviene tra
talo, calcaneo e osso navicolare: la testa del talo si comporta come
una sfera convessa che si articola con la faccia posteriore dello
scafoide (sfera concava); partecipano all’articolazione la faccetta
calcaneare anteriore (sulla faccia inferiore del talo) e la faccetta
calcaneare media.
● laterale → calcaneo cuboidea, articolazione a sella
Le ultime articolazioni sono da conoscere solo per il tipo:
● T arso
metatarsali → artrodie
● Intermetatarsali
→ artrodie
● Metatarso falangee → condiloartrosi
● Interfalangee→ ginglimo angolare

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