Appunti lezioni Flashcards

1
Q

Che significa Tianxia?

A

Significa “quello che è sotto il cielo”.
Una delle considerazioni che fa Kirby nel suo saggio è che i cinesi si definivano, in epoca dinastica, come sudditi della loro dinastia; essi si sentivano parte di qualcosa di più grande. Questa impostazione universalistica è certamente sottoscrivibile da qualsiasi cinese; la Cina non conosce elementi di divisione tra etnie, razze, popolazioni, basate sull’aspetto. D’altra parte, però, ha una viva consapevolezza della propria superiorità culturale. È quindi sia portatrice di una visione universalistica generale, ma non le si può negare neppure un’impostazione sinocentrica.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q

Che tipo di relazioni esistevano tra la Cina e gli altri paesi? Chi sono i paesi tributari?

A

Mentre in Europa nella seconda metà dell’Ottocento erano diffuse le relazioni diplomatiche, queste non esistevano, nel senso in cui lo intendiamo noi, nell’Asia orientale.
Le relazioni tra la Cina e Paesi diversi erano consolidate da un atto di riconoscimento volontario: molte entità che avvertivano il fascino emanato dalla civiltà cinese, decidevano di fare riferimento ad essa come il centro culturale del mondo. Erano i paesi tributari, che facevano parte, appunto, del sistema tributario cinese.
* inviavano periodicamente alla capitale cinese delle missioni di omaggio, portando doni e ricevendone altri in cambio da parte dell’imperatore cinese. facevano parte di queste missioni anche dei mercanti, che potevano scambiare dei beni con dei loro omologhi cinesi. Questa era l’unica forma di commercio internazionale legale in Cina.
* adottavano il calendario lunare cinese.

Quando un Paese tributario veniva attaccato, la Cina aveva il dovere di difenderlo. Nella seconda metà dell’Ottocento, uno degli obiettivi di Francia e Giappone sarà staccare dalla Cina i suoi paesi tributari (guerra franco-cinese e guerra sino-giapponese).

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q

La sensibilità amministrativa cinese: funzionari e processi di selezione

A

Era un impero a base democratica. Non esisteva un ruolo per principi, marchesi e conti. Questo meccanismo era retto da funzionari di diversi livelli, che entravano in servizio superando una serie di livelli d’esame, basati sui classici confuciani a impianto umanistico.
Senza questi meccanismi di studio-selezione, sarebbe impensabile per la Cina pensarsi come entità istituzionale altra rispetto alle democrazie liberali, una specie di partito-Stato, come lo definisce Kirby.
L’amministrazione imposta dalla dinastia Qing parla perfettamente cinese. I funzionari di altissimo livello conoscono una compartecipazione sino-mancese.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q

Cosa succede all’inizio dell’Ottocento? Quali sono i fattori di crisi?

A

Una profonda crisi interna cominciò a svilupparsi dalla fine del Settecento. Questa è una delle ragioni per cui la Cina affronterà le guerre dell’Oppio con una profonda crisi interna:

  • aumento della popolazione e mancato adeguamento del numero delle terre al numero della popolazione;
  • mancato aumento del numero dei funzionari di base, quindi mancanza di efficienza e aumento del fenomeno della corruzione;
  • squilibrio del valore di argento e rame.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q

Parla di più del fattore di crisi dell’aumento della popolazione e del mancato adeguamento del numero delle terre al numero della popolazione.

A

A causa della buona amministrazione dei primi tre imperatori, la popolazione è molto aumentata. È passata da circa 295 milioni a 410 milioni nel 1839 (data di inizio della Prima guerra dell’Oppio). È mancato, però, l’adeguamento del numero delle terre coltivabili al numero della popolazione.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q

Parla del mancato aumento del numero dei funzionari di base in rapporto alla popolazione.

A

I funzionari di base o del distretto rappresentavano il grado più basso della gerarchia dei funzionari. Erano quelli immediatamente a contatto con la popolazione. Svolgevano:
* funzioni di magistrato;
* curare arruolamenti della milizia;
* manutenzione di dighe;
* sovrintendere a lavori pubblici di piccole entità.

Il fatto che un funzionario di base dovesse sovrintendere agli affari di tantissime persone portava a una minore efficienza e aumento della corruzione.
In diversi svolgevano gli esami abilitanti alla mansione di funzionario, perché già il titolo abilitante del primo livello dava un enorme riconoscimento sociale, soprattutto per le famiglie benestanti interessate, più che altro, a collezionare motivi di prestigio. In pochi intendevano davvero portare avanti l’impegno ed esercitare effettivamente la professione di funzionario, sottosegretario e magistrato di distretto. In molti si fermavano al primo livello.
Evidentemente non c’era molta volontà di servire la dinastia Qing, verso cui capacità di amministrazione nutrivano qualche riserva. Mentre fino a questo momento il fatto che la dinastia non fosse originariamente cinese non costituiva un problema, da questo momento (metà Ottocento in poi) cominceranno delle rivolte anti-mancesi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q

Parla meglio dello squilibrio del valore di argento e di rame

A

Ha a che fare con le dinamiche commerciali tra Inghilterra e Cina.

L’Inghilterra – che nella seconda metà del Settecento controlla l’India – si troverà ad avere una bilancia commerciale nei confronti della Cina sempre in passivo (= le importazioni di beni e servizi da quel Paese superano le esportazioni verso quel Paese). I prodotti che la Cina esportava riscuotevano un enorme successo, come la seta e le porcellane, mentre l’Inghilterra non riusciva a esportare nulla che interessasse davvero ai cinesi, neppure i tessuti e i filati di cotone prodotti industrialmente attraverso le attrezzature messe in piedi con le tecniche industriali. Questi tessuti, spesso troppo leggeri e fragili, non potevano avere mercato in una Cina dove le persone abbienti prediligevano la seta e le più modeste (quali contadini e lavoratori manuali) si vestivano con tessuti quali canapa e cotone prodotti a mano, molto più grezzi ma robusti e protettivi dal freddo.
Gli inglesi, dunque, convertirono l’agricoltura del Bengala (regione nord-orientale del Subcontinente indiano) a quella dell’oppio, cominciando a far confluire al porto di Canton, l’unica dogana marittima aperta dalla dinastia agli stranieri, enormi quantità di stupefacenti. Anche gli USA presero parte a questo commercio.

Il commercio internazionale in Cina veniva visto come un elemento potenzialmente perturbante. A Canton furono delle gilde a ottenere il diritto esclusivo (monopolistico) di commerciare con le navi straniere (sistema Cohong). Anche l’Inghilterra penetrava commercialmente attraverso l’esclusiva riservata alla East India Company, non per favorire un’impostazione monopolistica, bensì massimizzare l’efficacia.

Il consumo di oppiacei si diffuse enormemente in Cina (si stima che circa 1 cinese su 10, nella zona meridionale, ne fosse assuefatto). Ebbe presa pressocché in tutti i ceti sociali (ne esistevano, infatti, di varie tipologie): l’oppio allieva la sensazione di dolore e di fatica, quindi era ricercato anche dai trasportatori via acqua e da chi svolgeva lavori pesanti.
Gli inglesi chiedevano che l’oppio venisse pagato in argento, metallo con cui in Cina si pagavano le tasse. Il grande drenaggio di questo metallo portò all’aumento del costo delle monete d’argento, a una loro minore circolazione, quindi all’aumento delle imposte. Il rame, altro metallo presente sulla scena cinese, invece, fu svalutato, perché rispetto all’argento rimase in circolazione in quantità abbondanti.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q

Prima guerra dell’oppio (1839 - 1842)

A

Si chiuse con il trattato di Nanchino e la sconfitta della Cina.

  • cessione di Hong Kong alla Gran Bretagna;
  • apertura di altri quattro porti, oltre a Canton, in cui le potenze straniere potessero attraccare;
  • abolizione del sistema Cohong;
  • pagamento di un’indennità;
  • abbassamento dei dazi doganali su merci di importazione: la cina perde l’autonomia tariffaria, ovvero la libertà di tassare le merci di importazione.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q

Seconda guerra dell’oppio (1856 - 1858). Poi due anni di disordini (1858 - 1860)

A

Si concluse con la sconfitta cinese e il trattato di Tianjin.

  • apertura di un’altra decina di città al commercio internazionale;
  • possibilità di libera circolazione per mercanti e missionari (furono fondate alcune missioni difese da soldati francesi in delle specie di fortini, che sarà sempre una ragione di fastidio);
  • legalizzazione del commercio dell’oppio;
  • ulteriore riduzione dei dazi doganali su merci di importazione;
  • pagamento di una indennità;
  • apertura di consolati a Pechino.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q

La convenzione di Pechino (1860)

A

Perfeziona i trattati con cui si chiudono le guerre dell’oppio:

  • fu perfezionata la cessione alla Gran Bretagna della penisola di fronte a Hong-Kong;
  • concessa la libera circolazione per le flotte straniere all’interno della rete fluviale cinese;
  • pagamento di una nuova indennità a Gran Bretagna e Francia;
  • esenzione dai dazi doganali per le merci straniere.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q

L’erosione territoriale della Cina nell’Ottocento

A

Andrò ad aggravare una situazione già non facile per l’impero cinese.

La Russia annesse la riva sinistra del fiume Amur (500 mila kmq), assieme ad altri 250mila kmq verso il mare. Più tardi, incorporò la parte settentrionale dell’attuale Xinjiang. La Cina nel 1881 riuscirà a farsela restituire quasi interamente.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q

Le conseguenze dei trattati ineguali (al termine delle guerre dell’oppio)

A

Non furono trattati negoziati, ma imposti da una parte all’altra.

  1. Le guerre dell’oppio e questi trattati resero ancora più drammatica una situazione di crisi interna già iniziata (aumento popolazione, mancato adeguamento delle terre, diminuzione del numero dei funzionari di base e drenaggio di argento).
  2. Con il trattato di Nanchino, la Cina perse l’autonomia tariffaria.
    In questo modo, è facile che le merci di importazioni divengano più competitive rispetto ai prodotti nazionali. La perdita della facoltà di tassare le merci continua con il trattato di Tianjin e la convenzione di Pechino. Ora i prodotti stranieri diventano veramente competitivi sul mercato cinese (fiammiferi e olio combustibile).
  3. Diffusione di moti popolari antimancesi.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q

Moti popolari antimancesi (1850 - 1870)

A

Più o meno tutta la Cina fu attraversata da rivolte. Esse non erano guidate dal confucianesimo, ideologia imperiale che guardava sempre al passato come modello (prendendo in particolare a modello un tipo di governo che c’era stato dal 1100 a.C.). Per il confucianesimo non esiste il progresso, il modello è nel passato. Queste sette eterodosse affondavano le radici in elementi di tipo millenarista e taoista, molto diffusi nelle campagne.

  1. Molte furono le rivolte nelle città della triade, ovvero una società segreta («del cielo e della terra») fondata in Cina nel XVII secolo per rovesciare la dinastia Qing. Essa è ancora una società eterodossa. Si è formata dopo che nel 1681/83 i mancesi, provenienti da Nord-est, conquistarono Taiwan e completarono il controllo della Cina meridionale.
    Iniziarono a sorgere dei gruppi lealisti Ming, che auspicano il ritorno al potere della dinastia precedente cinese (Ming), che aveva regnato dal 1368 al 1644. Le triadi nascono come forme di lealismo Ming antimancesi. Ma con l’arrivo di grandi quantitativi di oppio la loro ragion d’essere slitterà dal lealismo Ming al coinvolgimento in attività legate a commercio di oppiacei;
  2. Rivolta dei Taiping (1851 - 1864): la più importante;
  3. Rivolta dei Nian (1853 - 1868);
  4. Rivolte a sfondo musulmano
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q

Rivolta dei Taiping (1851 - 1864)

A

Cronologia: dalla fondazione del Regno Celeste della Grande Pace nel 1851 al 1864 con la sua repressione.

Nacque nell’entroterra di Canton, che con l’apertura di altri porti si trovò improvvisamente impoverito (prima invece tutte le navi attraccavano lì).
Il fomentatore della rivolta, Hong Xiuquan, era venuto a contatto con missionari protestanti. Era rimasto colpito dalle conquiste della modernità, ad esempio le linee ferroviarie. Xiuquan, che si definiva «il fratello di Gesù Cristo», stilò una specie di decalogo (dieci comandamenti), fondò il «Regno Celeste della Grande Pace». Rapidamente, il movimento raggiunse un numero di adepti tale da guidare una spedizione fino alla zona del bacino azzurro, per porre la capitale del regno a Nanchino. Combinava elementi tendenzialmente egualitari – alcuni sostengono anche proto-femministi, con l’introduzione del matrimonio monogamico, la presenza di battaglioni femminili, l’abolizione della fasciatura dei piedi delle bambine, praticata dal X secolo, e l’imposizione agli uomini di tagliarsi il codino, un’acconciatura mancese. Il movimento era sì organizzato su basi comunitarie ed egualitarie, ma fino a un certo punto, perché poi Xiuquan si doterà di un suo gineceo.
I viaggiatori avevano notato una grande prosperità nel regno, ma il dubbio è che questo benessere non fosse prodotto dai Taiping, ma semplicemente da quanto era stato espropriato dai proprietari terrieri.

La rivolta fu alla fine repressa a Nanchino nel 1864, non dal governo centrale – impegnato nella seconda guerra dell’oppio – ma da funzionari locali, che cominciarono a reclutare milizie finanziandole attraverso l’imposizione di una tassa particolare. L’intero processo (tra rivolta e repressione) costò circa tra i 20 e i 30 milioni di morti, una cifra da guerra mondiale.
La zona più popolosa della Cina, l’estremo sud, fu desertificata, e arrivarono ad aggirarsi persino fiere e tigri. La perdita di vite umane e di pratiche segnò anche i decenni successivi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q

Rivolta dei Nian (1853 - 1868)

A

I Taiping provarono a collegarsi a un’altra rivolta, quella Nian, che tra il 1853 e il 1868 si sviluppò nel nord della Cina, una zona freddissima d’inverno, con un clima inospitale a cui non erano abituati. Se ci avessero provato prima, probabilmente sarebbero riusciti a prevalere sugli imperiali.
Dopo la sconfitta dei Taiping, anche i Nian furono eliminati.
I Nian affondano in un substrato di difficilissima penetrazione per gli studiosi occidentali.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q

Rivolte a sfondo musulmano

A
  1. Rivolta dello Yunnan portata avanti da minatori che, in una fase di cattiva amministrazione, si sentirono discriminati. Costituirono un sultanato (1856 – 1873).
  2. Rivolta degli Hui/rivolta dei Dungani (1862 – 1877) nel nord ovest della Cina, sopra il Tibet, nell’attuale Xinjiang, regione autonoma cinese dove ancora oggi c’è una presenza di musulmani.
    La rivolta partì come una guerra santa di tipo religioso. Fu fondato da una ricca famiglia locale un sultanato, quello di Yaqub Beg. L’Inghilterra, in particolare, avrà interessa a contrastare l’espansione russa in Asia centrale e a riconosce il sultanato.
    Anche questa rivolta sarà repressa da forze cinesi non mancesi.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
17
Q

La repressione delle rivolte fu affidata a forze locali, non al governo centrale. Che cosa ne derivò?

A

Ne nacque il movimento yangwu.

A reprimere queste rivolte furono dei capi provinciali, non il governo centrale, che avvertirono l’esigenza di acquistare se non fabbricare armi (arsenali, navi da guerra) alla maniera occidentale, le più adatte a stroncare queste rivolte. Furono le prime figure a muoversi nel senso di una militarizzazione a livello locale, che ebbe un suo precedente nel reclutamento a livello locale di milizie indipendentemente dal governo centrale.
Ma per farlo, era necessario mettere in piedi un ufficio di traduzione e assumere collaboratori stranieri. Sarà l’inizio del movimento locale yangwu, ovvero «delle cose d’oltremare». Esso intendeva mutuare elementi di tecnica da Paesi occidentale (yong), senza rinunciare, però, ai fondamenti culturali cinesi («ti», essenza culturale cinese). Ciò, però, non poteva funzionare.
A proposito della supposta separazione tra produzione e modi di cultura, Marx ipotizzava che la cultura non veleggiasse sulle nostre teste, ma che a determinarla fossero proprio le modalità produttive. Egli aveva assistito alla rivoluzione industriale, e aveva visto come le nuove dinamiche lavorative e produttive cambiassero la famiglia, le relazioni sociali e le relazioni con l’ambiente circostante (ad esempio, con l’inurbamento.) Anche per noi oggi è così.
La Cina entrerà in una fase di travaglio su come uscire da questa fase di crisi, con ricette diversissime. Per i Paesi occidentali, si trattò di una forma di imperialismo informale: visto che era già un costo notevole il mantenimento di apparati militari in India, la Gran Bretagna non intendeva replicare controllando l’intera Cina. Escogitò quindi metodi molto più silenziosi ma sofisticati per effettuare una penetrazione economico-finanziaria sofisticati, nei confronti dei quali la Cina, alla fine, sarà perfettamente consapevole.

Il movimento yangwu è diviso in due fasi:
1. fase di autorafforzamento (ziqiang): 1860 - 1872;
2. fase di ricchezza e potenza (1872);

Di fatto, finì con la sconfitta cinese nella guerra sino-giapponese.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
18
Q

Le due fasi del movimento yangwu.

A
  1. fase di ziqiang, autorafforzamento (1860 – 1872):

Furono aperti arsenali accompagnati da centri di traduzione dove venivano reclutate ingegnerie esterne. La convinzione trainante era che lo sviluppo di un’industria bellica autonoma in Cina potesse scoraggiare gli stranieri. Ma le cose non erano così semplici, perché il ferro, pur disponibile in Cina, non è adatto alla lavorazione, e si dovette importare dall’estero. Le prime navi, quindi, furono costruite in perdita (il volume dei costi supera quello dei benefici).

  1. fase di «ricchezza e potenza» (dal 1872):

Dall’inizio degli anni Settanta, gli occidentali, che avrebbero dovuto limitare le loro attività ai porti aperti, iniziarono, in realtà, ad espanderle (acquistando miniere, puntando gli occhi sulla costruzione di ferrovie, potenziando le compagnie di navigazione). Quindi, l’obiettivo del movimento yangwu, ora, era cominciare ad avviare delle attività commerciali di tipo moderno che facessero concorrenza a quelle straniere, come la messa in piedi di compagnie di navi d’azione cinesi con navi moderne, mediante l’utilizzo di capitali privati sotto la supervisione di funzionari statali-pubblici (una forma di collaborazione mista, tra pubblico e privato). È un tentativo volto non tanto ad aspetti militari, ma civili.
La reazione delle compagnie (anche quelle fluviali che navigavano il Fiume Azzurro), inglesi e francesi non si fece attendere: fecero cartello, ovvero si unirono tra di loro per offrire tariffe più competitive.
Ciò che mancava alla Cina era soprattutto la mentalità, quella che gli inglesi nutrivano sin dalla fine del Settecento, ovvero l’idea del liberalismo economico come quintessenza dell’essere uomini liberi. Quest’ultima, aveva generato enormi competenze e forgiato uomini che sapeva bene che era necessario ammodernare spesso gli impianti e reinvestire continuamente. Le compagnie cinesi, quindi, non riuscirono a reggere la concorrenza di quelle britanniche; neppure quelle del telegrafo, per cui era necessario servirsi di tecnici danesi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
19
Q

La presenza di stranieri in Cina dal 1860 (dalla fine della seconda guerra dell’oppio)

A

In alcuni porti aperti sono state istituite delle concessioni, ovvero dei quartieri in cui potevano risiedere solo gli stranieri (non, però, i loro interpreti). La città in cui erano presenti più concessioni (inglese, francese e statunitense) era Shanghai, che diventerà una delle più cosmopolite del mondo. Qui, nel 1863, le concessioni inglese e statunitense si fonderanno nella cosiddetta concessione internazionale.
Gli stranieri non possono ancora aprire nelle concessioni delle fabbriche, ma gestivano imprese di navigazione, di riparazione delle navi, cantieristiche, compagnie del telegrafo e stampavano molti giornali, in francese e in inglese.
Le concessioni erano sottratte alla giurisdizione cinese, ma gli stranieri, qualora avessero commesso qualche reato, venivano giudicati da tribunali consolari. Vi erano presenti anche missionari, in particolare protestanti che, disponendo di molti fondi, si presentavano come veicoli di modernità. Si stabilirono soprattutto nelle città, dove fondarono ospedali moderni e scuole. I missionari cattolici, invece, erano molto più poveri e sceglievano di localizzarsi nelle campagne, puntando alla conversione di interi villaggi.

Dal 1863, la guida dell’Ispettorato generale delle dogane passò a un inglese, Robert Hart. L’Ispettorato aveva un potere straordinario: a lui facevano capo tutti i provvedimenti che riguardavano dogane, quarantene, riscossione di pedaggi di transito per merci cinesi. Apparentemente, quindi, la Cina rimase uno stato sovrano, ma l’abbattimento dei dazi doganali di importazione e la gestione di tutte le dogane transitò nelle mani di un inglese.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
20
Q

Guerra franco-cinese (1884 - 1885)

A

Tentativo di erodere ulteriormente la cina strappandole un paese tributario.
La Francia cominciò a manifestare l’intenzione di conquistare il Vietnam (stessa cosa farà l’Inghilterra con la Birmania)
Il Vietnam era uno stato tributario, una sorta di propaggine della Cina. Quando la Francia sbarcò nel 1884 sbarca in Vietnam, la Cina fu costretta a intervenire per difenderlo. Lo fece con le recenti cannoniere costruite negli arsenali dal 1860, in particolare nel sud. Nel golfo, però, la flotta cinese venne affondata e la Cina perse ogni diritto nei confronti del Vietnam. Cominciò così l’erosione della sfera tributaria cinese.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
21
Q

Prima guerra sino-giapponese (1894 - 1895)

A

Tentativo del Giappone di erodere la Cina strappandole uno stato tributario, la Corea, il più antico stato tributario e il più fedele.

Il Giappone, fece leva anche sul fatto che il sovrano coreano si muoveva in modo molto confuso.
Il Giappone si era proposto di diventare un moderno stato-nazione come i Paesi europei, un obiettivo non perseguito dalla Cina. Nel 1876, il Giappone costrinse il regno di Corea ad aprire tre porti al commercio internazionale. Tra i due Paesi fu anche stipulato un trattato, il quale prevedeva che, nel caso in cui residenti giapponesi in Corea fossero minacciati, il Giappone era tenuto a intervenire.
Nel 1894, in Corea scoppiò una guerra xenofoba contro la presenza di stranieri nei porti aperti.Il Giappone, in base al trattato firmato, inviò un nutritissimo contingente di militari per difendere i suoi residenti. Il sovrano coreano, in riflesso al rapporto tributario che aveva con la Cina le chiese aiuto; questa mandò un suo contingente in Corea.
La contrapposizione Cina-Giappone si consumò in parte via terra e anche attraverso una battaglia navale, combattuta attraverso le cannoniere cinesi costruite nella Cina del nord. Si risolse nella sconfitta cinese e nella fine, nel 1895, del movimento yangwu e con la stipula del trattato di Shimonoseki.
L’affondamento delle due flotte ha dato molti argomenti a favore dei funzionari conservatori.

Per il vecchio glorioso antico impero cinese, che si riteneva al centro dell’Asia Centrale, la sconfitta da parte del Giappone fu un trauma inimmaginabile. Il Giappone è un Paese giovane che ha recepito tutto dalla Cina attraverso la Corea. Questo insegna anche ai Paesi occidentali la debolezza della Cina. Al centro della riflessione c’è l’esempio costituito dal Giappone, Paese che si è apparentemente modernizzato in poco tempo dal 1868 in maniera molto efficace. Da un punto di vista istituzionale e amministrativo, è il caso di ispirarsi alla Russia e al Giappone o meno? Questa la domanda al centro di molte riflessioni. Diversi esuli cinesi cominceranno a recarsi in Giappone per studiare come il Paese ha fatto a modernizzarsi.
La sconfitta sensazionale farà fare un salto di qualità anche per gli occidentali in relazione alle loro modalità di penetrazione in Cina

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
22
Q

Clausole del trattato di Shimonoseki

A

Al termine della guerra sino-giapponese (1894-1895)

  • riconoscimento da parte cinese dell’indipendenza della Corea (non ancora annessa al Giappone, che lo incorporerà dopo la sua vittoria contro la Russia);
  • pagare indennità tre volte il reddito annuale dello Stato (200 milioni di tael): la Cina dovrà indebitarsi con consorzi di banche straniere;
  • possibilità per gli stranieri di aprire fabbriche nei porti aperti: iniziò ora la delocalizzazione da parte di imprese americane, giapponesi e inglesi in Cina, ad esempio fabbriche di filatura;
  • la cessione al Giappone della penisola del Liaodong (oggi si chiama Liaoning), una penisola triangolare che chiude un golfo. Ancora oggi i porti alla sua estremità, liberi da ghiacci anche di inverno, sono percorsi dalle navi portacontainer per arrivare nell’Europa del nord seguendo la rotta artica fino a Rotterdam. Ma questa mossa del Giappone disturbò, molto. Si mobilitarono Russia, Francia e Germania e consigliarono al Giappone di rinunciare a questo controllo, in cambio di un aumento dell’indennità con la cessione dell’isola di Taiwan e dell’isole Pescadores
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
23
Q

I territori cinesi interessano molto alle potenze di fine Ottocento: l’imperialismo informale dopo la guerra sino-giapponese

A

Dopo la disfatta della Cina nella guerra sino-giapponese, i Paesi stranieri si resero conto che era possibile aumentare la pressione sulla Cina, magari chiedendo in affitto per un certo numero di anni determinati territori: lo farà ad esempio la Russia, che otterrà in affitto un territorio nell’area nord-orientale, che le permetterà di costruire l’ultimo tratto della linea ferroviaria trans-siberiana; lo farà anche la Germania, che prenderà territori dello Shandong in cui inviare missionari e costruire una linea ferroviaria di 400km. L’Inghilterra, invece, controllerà la valle del Fiume Azzurro e l’entroterra di Canton (Hunan e Kwangsi).
Queste linee ferroviarie erano progettate per collegare la Cina alle rispettive colonie.
Il Giappone è interessato a espandere influenza nel Fujian e nel nord-est; manifesterà anche interesse verso la Manciuria, questione con cui confliggerà con la Russia.
È una forma di imperialismo informale, invisibile dall’esterno. Formalmente, la Cina rimane un impero unitario, ma di fatto diventa una semi-colonia.
Furono i funzionari e i ministri mancesi ad acconsentire, quelli cinesi sarebbero più per una negazione delle terre.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
24
Q

Kang Youwei: un confuciano progressista

A

La situazione di grandissima crisi fece riflettere anche i confuciani (tutti i funzionari erano di formazione confuciana). Uno di loro, Kang Youwei, non appartenente al movimento yangwu, anzi, molto ortodosso, elaborò un piano. Durante un suo soggiorno a Pechino, riuscì a entrare in contatto con l’imperatore Guangxu, giovanissimo e poco capace. Lo convinse che esistevano dei testi confuciani da cui emergeva la figura di un Confucio proiettato più verso il futuro, che verso il passato. (teorici del riformismo e rivoluzionari)
Questa esigenza di riformismo manteneva in vita l’impianto tradizionale, imperiale: chiedeva, però, che venissero introdotti un parlamento, delle forme consultive, ministeri di tipo moderno – come fu per Giappone dal 1968 e in Russia).
Kang era interessato ai problemi contemporanei e al sapere occidentale. Aprì una scuola a Canton dalla quale diffondere questa nuova lettura del confucianesimo. Muovendo da ricerche di tipo filologico, sosteneva che ad essere autentici erano classici confuciani usati dagli Han nel II e I sec. a.C., in cui era evidente il reale pensiero di Confucio. I testi cui fa riferimento Kang sono incisi in verticale su listarelle di bambù, unite da cordini di seta che si possono arrotolare e srotolare.
Confucio visse durante un periodo di crisi, in cui l’autorità del sovrano, appartenente alla dinastia degli Zhou, non era più riconosciuta automaticamente: cominciarono, infatti, delle guerre di annessione tra i territori in cui era divisa la Cina.** Confucio voleva tornare all’epoca precedente, quella degli Zhou occidentali**. I giovani dovevano formarsi sui classici su cui si erano formati i giovani dell’aristocrazia del periodo degli Zhou occidentali (XI – VIII sec. a.C.).
Confucio è stato un grande filologo, amante degli antichi; una delle sue frasi è “io trasmetto, non creo”. Il problema della scuola confuciana è trovare la versione autentica di questi testi divinatori, di ritualistica, di musica, composizioni poetiche degli Zhou occidentali, cui faceva riferimento Confucio. Ma non è facile, perché spesso furono andati dispersi, bruciati (il primo imperatore che creò la Cina, infatti, era anticonfuciano e li fece bruciare).

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
25
Q

Le Riforme dei cento giorni di Kang

A

Kang vedeva in questo Confucio un innovatore proiettato verso un’età dell’oro, senza forme di disuguaglianze. Egli fu la base teorica delle riforme che Kang aveva intenzione di proporre, quelle che saranno poi note come «Riforme dei cento giorni».
L’imperatore accolse con entusiasmo la teoria di Kang, e si convinse della necessità di procedere a introdurre rapidamente in Cina misure di modernizzazione: in alcuni mesi del 1898, l’imperatore firmò centinaia di decreti di tipo amministrativo, come la creazione di organi rappresentativi sia a livello provinciale che nazionale, l’abolizione del sistema di esami, la pubblicazione bilancio dello Stato e la creazione di un moderno ministero dell’economia.
Emerse, nel primo periodo, una figura importante, il generale più in vista della Cina del nord: Yuan Shikai, che in un primo momento decise di appoggiare le riforme. Ma cominciò a pensare che ci fosse qualcosa di non ben congegnato, e parlò dei suoi dubbi all’imperatrice vedova Cixi, che era in un’altra città. Lei rientrò a Pechino, attuando un colpo di Stato e fece mettere agli arresti l’imperatore. Le figure che avevano convinto l’imperatore o vennero uccise o fuggirono in Giappone, come Kang e Liang Qichao.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
26
Q

Il problema delle Riforme dei cento giorni: un problema, di fatto, di tutto il confucianesimo

A

Se si stabilisse un contatto con i rivoltosi e si chiedesse che cosa c’è che non va sarebbe meglio. Ma l’impostazione confuciana è fatta di speculazioni, di intellettualismo. Il problema alla base delle rivolte non viene affrontato. Quando nel 1926 Mao fece un viaggio per effettuare un’inchiesta fra i contadini di una certa zona, sulla scia delle scienze sociali statunitensi, compì qualcosa di rivoluzionario dal punto di vista della cultura cinese precedente. Eppure, lui era un intellettuale del mondo colto.
Questa distanza tra il mondo delle speculazioni e della pratica (lavoro manuale) era dovuta anche all’enorme preparazione che veniva richiesta ai funzionari sin da bambini, che drenava un’enorme quantità di tempo: occorreva iniziare a scrivere caratteri estremamente complessi fin da bambini, e dedicare tutta la vita a leggere, scrivere, memorizzare i classici degli Zhou occidentali.
Un filosofo allievo di Confucio, Mencio, disse che nel mondo «esiste chi lavora con la forza dei muscoli e chi con l’intelletto: i secondi comandano sui primi; è un principio riconosciuto universalmente».

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
27
Q

La ribellione dei Boxer nello Shandong (1898 – 1901): le cause

A

Nel 1898, nella penisola dello Shandong, scoppiò una grande rivolta. Era una provincia dove storicamente ci sono state molte rivolte:
* mentre il Fiume Azzurro è navigabile, al centro di una fitta e ricca rete di affluenti, il Fiume Giallo non è lo è, perché ha un corso irregolare che è cambiato nel corso del tempo (si è persino spostato più a sud di dove è ora) Oltretutto, l’assenza di lavori di manutenzione nei canali è un’altra causa che favorisce situazioni estreme per i contadini; lo stesso ripristino delle dighe è sfavorito dalla forte frequenta di calamità naturali, come siccità e inondazioni;
* in questa penisola furono reclutati anche uomini per combattere nella guerra sino-giapponese;
* nel 1898, la popolazione fu obbligata a sottoscrivere un prestito nazionale per contribuire a un’indennità di guerra;
* esistevano pesanti corvée per la manutenzione delle strade battute dai funzionari che andavano e tornavano da Pechino;
* la provincia di Shandong era anche una zona di missioni tedesche, e la costruzione della linea ferroviaria da parte dei tedeschi impoverì i trasportatori che usavano carretti tradizionali.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
28
Q

La ribellione dei Boxer e la spedizione delle otto nazioni

A

Emersero sentimenti antichi di tipo millenaristico. Furono organizzate rivolte su basi xenofobe violentemente antioccidentali (degli occidentali spaventava in particolare la concorrenza). La corte inviò Yuan Shikai a sedare la rivolta, che si era spostata più a nord (Tianjin). A Pechino, i rivoltosi assediarono il quartiere delle legazioni stranieri. I soldati si rifiutarono di sparare sui boxer (questi i nomi dei rivoltosi), chiamati così perché praticavano un’arte marziale che erano convinti proteggesse dalle pallottole.
Nel 1900 venne ucciso un diplomatico tedesco, e in Europa si organizza una spedizione (“spedizione delle otto potenze”, nell’”alleanza delle otto nazioni”), cui partecipano Gran Bretagna, Germania, Francia, Austria, USA, Russia, Giappone e Italia (questa per ottenere qualche concessione e per entrare nel gruppo delle potenze occidentali; in effetti, otterrà una concessione a Tianjin). In occasione della partenza, fu pronunciato il celebre discorso degli Unni. Il solo contingente tedesco distrusse quaranta città nella Cina settentrionale.
Dai contingenti occidentali saranno applicate anche numerose torture.
L’imperatrice Cixi, intanto, aveva riconosciuto la rivolta dichiarando guerra alle potenze, perché aveva riconosciuto l’incapacità del governo.
Il Protocollo dei Boxer (firmato a Pechino nel 1901) stabilì il pagamento di un’indennità enorme di milioni di tael, nessuna più importazione di armi, nessuna attività antistraniera e smantellamento di forti tra Pechino e Tianjin. Il pagamento di questo debito doveva essere garantito da prestiti contratti con consorzi di banche straniere, dagli introiti delle dogane e dal sistema fiscale cinese controllato da Robert Hart.

C’è chi definisce i boxer reazionari e retrogradi, nel senso di antiprogressisti. In un senso molto freddo e tecnico è così, ma è anche vero che hanno reagito con violenza accumulata in una situazione difficile ed esasperata. Da un punto di vista marxiano sono retrogradi e passatisti. La storiografia della repubblica popolare cinese la definisce, invece, una forma pre-politica di spontaneo anti-imperialismo.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
29
Q

Cosa sono le «Nuove politiche» (1902)?

A

Durante il primo decennio del Novecento, la corte e l’imperatrice Cixi non poterono evitare di intraprendere le misure amministrative e istituzionale che erano state tentate nel 1898. A partire dal 1902 e per il primo decennio del Novecento vennero portate avanti le “Nuove politiche”, ovvero:
* creazione di ministeri di tipo occidentale (in Cina i ministeri esistevano dal III secolo a.C., ma erano basati su altre categorie: ad esempio, il sistema tributario faceva parte del ministero dei riti. Non c’era un’afferenza di tipo contabile, ma concettuale);
* la pubblicazione del bilancio di previsione preventivo dello Stato;
* la promulgazione di una costituzione e di codici più o meno modellati su quelli occidentali;
* abolizione del sistema degli esami (1905), aboliti però senza formalizzare dei canali alternativi. La carriera funzionariale era stato lo sbocco naturale. Molti si uccisero. C’era un senso di inutilità personale e sociale;
* la creazione di assemblee provinciali (1909) e di una nazionale (1910), una specie di parlamento;
* la maggior parte dei fondi fu destinata ad ammodernare l’esercito, in particolare di Yuan Shikai.

Nel 1908 morì l’imperatrice Cixi, preceduta di qualche ora dell’imperatore ancora imprigionato, che fu avvelenato con l’arsenico.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
30
Q

Rivoluzionari repubblicani famosi: Sun Yat-sen e il suo pensiero

A

Sun Yat-sen (il suo nome è scritto in un dialetto cantonese, non in mandarino; altrimenti è Sun Zhongshan), si formò a Honolulu e poi come medico a Hong Kong presso missionari cattolici; non ricevette, quindi, una formazione classica confuciana. Era più vicino alla concretezza delle cose.
Di origine contadine, ammiratore dei Taiping, tra fine Ottocento e gli inizi del Novecento tentò di organizzare nel sud del Paese diverse insurrezioni sul modello delle società segrete, dell’insurrezione, dell’attentato. Era normale che fosse questo il modello: era difficile capire che cosa fosse un partito, che sembra avere ha in sé un qualcosa di negativo, di cricca, fazione.
Fu mandato in esilio in Giappone, USA e in Europa. In Giappone fondò nel 1905 la Lega giurata di ispirazione repubblicana; essa poggiava sui “tre principi del popolo”: nazionalismo, democrazia e benessere del popolo.
* il nazionalismo era inteso come liberazione dai mancesi;
* democrazia intesa come tentativo di rintracciare nel passato cinese delle fasi e delle istituzioni avvicinabili alla democrazia in senso occidentale;
* benessere del popolo inteso come livellamento delle proprietà terriere su base egualitaria (perequazione agraria).

La concezione costituzionale di Sun prevede cinque poteri:
* giudiziario;
* esecutivo;
* legislativo;
* il sistema degli esami;
* il censorato, un meccanismo di controllo volto a verificare la regolarità amministrativa dei vari ministeri. I cittadini o i sudditi cinesi potevano rivolgersi a esso per segnalare malfunzionamento di un apparato

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
31
Q

Emigrazioni dei cinesi di fine Ottocento: razzismo e discriminazioni

A

A fine Ottocento, diverse ondate migratorie partirono dalla Cina:
* tratta gialla verso Cuba: la Spagna, che controllava Cuba, faceva firmare a contadini impoveriti (soprattutto della Cina meridionale) una specie di lettera d’impegno in cui dovevano dichiarare di impegnarsi a lavorare nelle piantagioni di zucchero finché non avessero riscattato il viaggio. Questi lavoratori cinesi si accorgevano quasi subito di essere diventati schiavi; la gran parte di loro si suiciderà. Non molti anni fa, il governo cubano ha tradotto i diari di alcuni lavoratori/schiavi;
* verso il Sudafrica;
* verso l’Europa (anche l’Italia);
* verso USA. Negli stessi anni in cui arrivavano questi cinesi, negli Stati Uniti si verificava la prima corsa all’oro, con l’arrivo in California di carovane di pionieri cowboy. Si tratta di wasp (white anglo-saxon protestants). Un cowboy è un tipo umano saldo nelle proprie convinzioni, di stampo rigorosamente protestante: dico quel che faccio, faccio quel che dico, ed è sempre la verità.
I contadini cinesi erano invece molto diversi: conoscevano poco l’inglese e erano esseri umani sofisticati, molto più riflessivi. Di fronte a questa riflessività, molti wasp avevano l’impressione che questi cinesi non dicessero sempre la verità ma che riflettessero continuamente, valutando la situazione: era un elemento molto disturbante per i wasp.
Da un punto di vista psicologico, inoltre, fu notata una somiglianza che è un dato di fatto genetico: i lavoratori cinesi avevano la pelle scura (scurita dal lavoro sotto il solo all’aria aperta) e la treccia mancese, elementi che li facevano somigliare agli indiani d’America. I wasp temevano un’alleanza fra cinesi e indiani d’America per scalzare il dominio dell’uomo bianco. Ci furono diversi linciaggi.
Le discriminazioni e il razzismo superarono i confini della California: a livello nazionale furono promulgate delle leggi per limitare e poi proibire l’immigrazione di cinese (Chinese exclusion act 1882). A lezione abbiamo visto un manifesto di inizio Novecento che invita a boicottare tutte le attività giapponesi e cinesi, quali ristoranti, botteghe del sarto, lavanderie…
Davanti a questo tipo di provvedimenti, la Cina reagì in modo molto più politico rispetto alla rivolta dei Boxer, effettuando un salto di qualità nel tipo di protesta. A Shangai ci fu un feroce boicottaggio delle merci americane.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
32
Q

Antefatto della rivoluzione repubblicana del 1911

A

La rivoluzione repubblicana scoppiò il 10 ottobre 1911, a partire da una contrapposizione di interessi tra province e autorità imperiale, dal prestigio già compromesso.
Le province volevano da un lato essere protette e tutelate dal governo centrale, dall’altro cominciarono però a eroderne il potere.
A livello di alcune province, diversi notabili, maggiorenti locali (proprietari terrieri, commercianti, funzionari…) cominciarono a raccogliere fondi per riscattare i diritti ferroviari comprati dagli americani per portarli nelle mani delle province (in particolare i notabili del Guangdong, dello Hubei, dello Hunan, che cercarono di rilevare la tratta ferroviaria costruita dagli statunitensi ed estesa da Canton fino all’attuale Wuhan) e iniziarono a reclutare localmente i loro eserciti.
Il governo centrale, tuttavia, si rese ben presto conto del pericolo rappresentato da questi provvedimenti ed emanò un decreto per trasferire al governo di Pechino tutte le competenze relative alla politica ferroviaria e alla proprietà delle tratte ferroviarie.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
33
Q

L’incidente del 10 ottobre 1911

A

Il 10 ottobre 1911 scoppiò un incidente: in un vasto quartiere di Wuhan (Wuchang), entre le truppe imperiali erano momentaneamente spostate nel Sichuan, soldati locali portarono avanti un’ispezione di routine in una società di studi letterari, in cui scovarono una bomba che, casualmente, esplose. Essa rappresentò una miccia nel senso letterale e metaforico del termine. Il governatore scappò. Le autorità provinciali con i loro eserciti presero il potere e proclamarono la repubblica dello Hubei, invitando le altre province a fare la stessa cosa.
Anche le altre province si proclamano repubbliche.
Sun Yat-sen era all’estero, ma rientrò in Cina. Fu trovato un accordo affinché tutte queste province neo-repubblicane confluissero il 1° gennaio 1912 nella Repubblica di Cina, della quale Sun Yat-sen venne nominato presidente. Sul trono imperiale c’era un bimbetto di pochi anni che fu convinto a rinunciare al ruolo, in cambio della residenza nella città proibita e del mantenimento delle sue proprietà.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
34
Q

Le prime difficoltà della Repubblica di Cina (1912 - 1949): la debolezza

A

Cominciò uno dei periodi più critici della storia cinese (1911/1912 – 1949).
Sun Yat-sen è certamente una persona stimata. Ma questa repubblica dovette fronteggiare sin da subito alcune questioni spinose:
* la mancanza di sostegno militare. Chi poteva difenderla? Sun Yat-sen ne era perfettamente consapevole, e cedette il proprio ruolo alla figura militare più importante del momento, Yuan Shikai. Apparteneva anche alla sensibilità dell’epoca che fosse necessario il sostegno dell’esercito. Un civile con un passato rivoluzionario come Sun non sarebbe stato visto allo stesso modo dalle potenze.
* subito dovette chiedere un prestito;
* il problema del mancato riconoscimento internazionale. In particolare, Russia e Inghilterra posero delle condizioni in cambio del riconoscimento della Repubblica: l’Inghilterra lo avrebbe fatto in cambio del riconoscimento dell’autonomia del Tibet; la Russia, invece, in cambio di quello della Mongolia esterna.
Il sostegno internazionale era anche alla base della negoziazione di ingenti prestiti internazionali, spesi quasi completamente per rafforzare l’esercito.*

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
35
Q

Disordini nella Repubblica di Cina (1912 - 1949)

A

Nel 1909 si erano tenute le elezioni provinciali. Si è votato per censo (gli elettori rappresentavano lo 0,3 % della popolazione).

  1. Le elezioni parlamentari del 1913 dimostrano come ci fosse poca chiarezza su cosa dovesse intendersi per «partito»: fu frequente, infatti, l’affiliazione multipla, con candidati che si iscrivevano a più partiti. A vincere le elezioni fu il partito nazionalista (GMD, Guomindang) che discendeva dalla Lega giurata di Sun Yat-sen.
    Il rappresentante eletto del partito nazionalista, che sarebbe diventato primo ministro, Song Jiaoren, venne ucciso in una stazione ferroviaria da alcuni sicari – quasi sicuramente dietro ordine di Yuan Shikai – mentre si stava recando a Pechino. Yuan lo fece assassinare per eliminare un potenziale avversario al ruolo di presidente.
    Nello stesso anno, Yuan Shikai mise fuori legge il partito nazionalista e nel 1914 chiuse il parlamento. Sun Yat-sen, intanto, faceva molteplici spostamenti tra sud (zona di Canton) e Giappone.
  2. Il Giappone nel 1915 presentò 21 richieste a Yuan, tra cui il riconoscimento del ruolo predominante del Giappone nello Shandong, nella Mongolia interna, in Manciuria, nelle province costiere di fronte a Taiwan, nella vallata del Fiume Azzurro; chiese anche che tutti i ministri cinesi fossero affiancati da consiglieri giapponesi e che l’attività di polizia venisse svolta da soldati giapponesi.
    Le richieste furono presentate segretamente, ma Yuan Shikai si rese conto dell’entità delle richieste che avrebbero trasformato la Cina in un protettorato giapponese e le rese pubbliche alle potenze. Si scatenò una sollevazione generale contro questa iniziativa: dal 1899, gli USA sostenevano nei confronti della Cina la «open door policy» (non dovevano esserci troppi attriti tra le potenze circa la distribuzione delle sfere di influenza), politica che sarebbe stata infranta da queste richieste del Giappone, fortemente sbilanciate a favore della potenza nipponica. Yuan, quindi, firmerà per qualche concessione (ad esempio per il controllo di alcune miniere), ma non fu concesso nulla di particolarmente significativo. Ma nell’opinione pubblica cinese questa situazione suscitò un’indignazione molto viva.
  3. Una figura importante di questi anni è Chen Duxiu (1879 – 1942), intellettuale, professore e poi rettore dell’Università di Pechino (fondata nel 1898); nel 1915 fondò la rivista Gioventù Nuova, un appello alla gioventù e alle forze vigorose. Sosteneva posizioni anticonfuciane: Confucio teorizzò una concezione gerarchica dei rapporti sociali, sempre verticali; in questa scala, la posizione dei giovani si trovava eternamente in subordinazione, così come quella delle donne, che molto spesso diventavano le cameriere personali delle suocere. Chen attaccò la cultura tradizionale e la mentalità bigotta, cominciando a rivendicare l’utilizzo in letteratura di una lingua di uso quotidiano (prima anche racconti erano scritti in cinese classico, che aveva per i cinesi comuni lo stesso livello di estraneità rappresentato per noi oggi dal latino). Dixiu sarà nel 1921 tra i fondatori del Partito Comunista Cinese e suo segretario generale fino a 1927.
    Viceversa, nel 1914 Yuan Shikai ripristinò il culto laico di Confucio, con cerimonie e forme di omaggio di fronte alla tavoletta nei templi. Nel novembre 1915, espresse la volontà di tornare alla forma imperiale e di fondare nuova dinastia. A dicembre, nel solstizio d’inverno celebrò un sacrificio nel tempio seguendo il cerimoniale imperiale (con tanto di abiti imperiali), ma forze che realmente garantivano appoggio a Yuan, ovvero i governatori militari, non lo seguivano più. Nella primavera del 1916, Yuan rinunciò al progetto e nel giugno spirò.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
36
Q

Il fenomeno del warlordismo dopo la morte di Yuan Shikai: caratteristiche e problematicità

A

A seguito delle dinamiche di rafforzamento dell’autonomia provinciale, non esisteva più un centro di governo/potere a livello nazionale. I veri detentori del potere divennero i militari, figure che avevano alle spalle un loro esercito: cominciò il periodo dei «signori della guerra» (war lords), personaggi che aumentarono la regionalizzazione e la militarizzazione del potere. Essi avevano una provenienza molto diversificata: banditi, ex governatori militari, figure uscite dalle neo-costituite accademie militari di tipo occidentale. Ci furono anche figure relativamente illuminate che, sulla scia del movimento yangwu, provarono ad istituire nei territori di loro controllo delle attività imprenditoriali. Ma ci furono anche persone violente e sadiche nei confronti del popolo.

Un tratto comune a questi profili eterogenei è l’aumento della militarizzazione nelle campagne: le truppe dei signori della guerra si facevano mantenere dai contadini, con sistemi di tassazione stupefacenti. Queste truppe si impadronivano di animali da lavoro, anche riducendo, in questo modo, la loro produttività. Stampavano anche cartamoneta senza valore, forzando le persone ad accettarla, e rendendo le tassazioni commerciali una sorta di esproprio. Ci fu un enorme drenaggio di ricchezza, indirizzato a scopi militari che, sicuramente, hanno ritardato lo sviluppo economico cinese.
La Commissione internazionale per sopperire alla carestia in Cina, incaricata di aiutare le vittime di carestie dovute a cause naturali, dovette persino cambiare la sua definizione di carestia per poter soccorrere persone che stavano morendo di fame per cause di sfruttamento. Nei fatti, la Croce Rossa americana rifiutò di partecipare a questa commissione perché la carestia era creata da fenomeni politici e non naturali.

I war lords si dimostreranno incapaci di creare un movimento nazionale, e impediranno anche ai gruppi non militari di farlo. Contribuirono a un’ulteriore militarizzazione della politica cinese. L’eredità del militarismo è stata più militarismo.
Il partito nazionalista dovette sviluppare un potente esercito per competere con i warlords e, nel corso di questo processo, l’elemento militare arrivò a dominare il partito. Anche i comunisti, da parte loro, dovettero creare un forte esercito per contrapporsi ai nazionalisti e a quanto rimaneva del warlordismo.
Alla fine, la militarizzazione non fu permanente. Al contrario, emerse, da questa contrapposizione finale (comunisti vs nazionalisti), la forza che manterrà sempre il controllo politico dell’esercito. Il vincitore finale nella lotta, infatti, – il partito comunista – si è sempre mantenuto fedele al principio che deve essere il partito che controlla il fucile.

La frammentazione e il disordine fomentati dal warlordismo fornirono anche un’opportunità per la diversità intellettuale e atteggiamenti iconoclastici che fiorirono a partire dagli anni Venti. Gli intellettuali cinesi, come risposta ai mali generati dal warlordismo, ingaggiarono discussioni intense sul modo in cui la Cina poteva essere modernizzata e rafforzata.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
37
Q

Reazioni al warlodismo

A
  • solo nella provincia dello Shandong sorsero gruppi di banditismo, forme di reazione e contrapposizione alle truppe dei signori della guerra che contribuirono ad aggravare una situazione di violenza già presente; anche i banditi vivevano alle spalle della popolazione;
  • contribuirono alla militarizzazione della politica cinese: il partito nazionalista cinese, il più potente movimento sociale agli inizi del XX secolo, in parte come risposta alla disunità e alla vulnerabilità internazionale prodotta dal warlordismo, dovette sviluppare un potente esercito per competere con i warlords e, nel corso di questo processo, l’elemento militare arrivò a dominare il partito. Anche i comunisti, da parte loro, dovettero creare un forte esercito per contrapporsi ai nazionalisti e a quanto rimaneva del warlordismo.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
38
Q

La Cina e la Prima Guerra Mondiale: le decisioni prese a Versailles

A

Dopo la morte di Yuan, a Pechino comandava la cosiddetta «cricca degli Anfu», del signore della guerra Duan Qirui, mentre il vecchio parlamento continuava a essere chiuso. Duan governò con diversi ministri filo-giapponesi.
Nell’agosto del 1917, Duan intervenne nella Prima guerra mondiale a fianco dell’Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia), mandando decine di migliaia di uomini in Europa. Tale intervento fu finanziato dal Giappone, che vide un’ulteriore occasione per allungarsi verso la Cina. I soldati inviati furono inviati per recuperare cadaveri e feriti dal terreno di battaglia: la barriera linguistica tra le truppe dell’Intesa era evidente. Nella conferenza di Versailles, pertanto, la Cina figurò tra i Paesi vincitori.
Anche il Giappone, fin dal 1914, si era schierato a fianco dell’Intesa, non mandando in Europa delle sue figure, ma compiendo una mossa che disturbò la Cina: occupò i possedimenti tedeschi in Asia orientale, ovvero arcipelaghi nel Pacifico (Isole Marianne), conquistati dalla Germania, Isole Marshall e isole Caroline, e occupando lo Shandong, zona di influenza della Germania, che vi aveva costruito una lunga linea ferroviaria. Quindi, alla conferenza di Versailles anche il Giappone risultò tra i Paesi vincitori.
In Cina c’erano grandissime aspettative che le zone in affitto e i diritti sulle linee ferroviarie che la Germania aveva costruito nello Shandong venissero trasferite alla Cina; invece, la conferenza deciderà che, almeno in un primo tempo, fossero trasferiti al Giappone. A questa decisione contribuì sicuramente la Rivoluzione d’ottobre, alla luce della quale l’instabilità e il fervore intellettuale della Cina sembrarono pericolosi e suscettibili di contagio; al contrario, il Giappone, allievo diligente dell’Occidente, sembrava più affidabile.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
39
Q

Il movimento del 4 maggio 1919 di Pechino: perché sorse e quali sono le sue caratteristiche

A

Sorse come una reazione alle decisioni prese al tavolo di Versailles nel 1919. Le potenze occidentali, infatti, accolsero le richieste di annessione del Giappone.
Quando a Pechino giunse la decisione presa dalla conferenza di Versailles, erano state portate avanti una serie di riforme, come l’introduzione di una forma repubblicana (formalmente) e di un’assemblea parlamentare. Pertanto, la decisione presa a Versailles ferì molto. A maggio del 1919 a Pechino, studenti e professori universitari diedero il via a un movimento di protesta, il movimento del 4 maggio, appoggiato dalla borghesia della capitale, dai circoli intellettuali progressisti e da accademici di prestigio, come il rettore Chen Duxiu. Furono loro gli animatori perché erano persone alfabetizzate.
La richiesta del movimento era quello di non firmare il trattato di Versailles. Dopo svariati incidenti, che inclusero 3mila arresti, il 12 giugno il governo (ovvero la cricca degli Anfu) cedette e accolse le richieste dei manifestanti. Questo, però, non ha cambiato la sostanza delle decisioni prese a Versailles.
I moti del 4 maggio ebbero poca risonanza al di fuori di qualche città, quasi nessuna nel mondo rurale, ma furono accompagnati da scioperi, che servirono da cassa di risonanza per i moti riformatrici degli ambienti universitari.

Il movimento del 4 maggio è stato animato da giovani che 1) subivano l’influenza della cultura occidentale del primo Novecento. Gli studenti che erano stati mandati a studiare all’estero erano infatti entrati a contatto con i libri del Paese di destinazione e avevano recepito influenze culturali diverse. Dal positivismo e dalla filosofia della libertà francese, al pragmatismo americano, dal marxismo fino all’anarchismo: per la prima volta nella storia della Cina moderna queste forme di radicalismo si associarono al nazionalismo; 2) questi ambienti studenteschi respingevano l’imperialismo straniero, quindi il mancato riconoscimento dell’indipendenza nazionale della Cina col trasferimento al Giappone dei diritti dello Shandong; 3) a questa opposizione di tipo politico si aggancia anche una contestazione di tipo culturale, con il rifiuto dell’impianto culturale confuciano, ideologia imperiale che rifiutava la ricezione della scienza e, tra le altre cose, della democrazia.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
40
Q

La fortuna del marxismo e del leninismo in Cina: le motivazioni

A

Li Dazhao era un professore all’università di Pechino e uno tra i primi a studiare la Rivoluzione d’ottobre. Fondò nel 1918 un’associazione per lo studio del marxismo, cui partecipò Mao Zedong, bibliotecario all’università.

In Cina si diffusero anche le analisi di Lenin, ad esempio quelle attorno al concetto di «partito», che entrerà nei dibattiti politici e chiarirà finalmente agli intellettuali che cosa dovesse intendersi con questa parola. Nell’elaborazione che ne fece Lenin, il partito è un’organizzazione di massa che, in un Paese arretrato, si fa carico di rappresentare gli interessi di chi non è in grado di farlo per mancanza di cultura. La leva decisionale del partito poggia sul principio del centralismo democratico: quando si presenta un problema questo viene discusso; una volta che la maggioranza ha preso una posizione, la minoranza si adegua, senza ostacolare la decisione presa.

Le motivazioni

  1. le analisi marxiste si diffusero attraverso gli studenti (che subivano l’influenza della cultura occidentale e recepivano le nuove ideologie) e attraverso gli emissari del Comintern inviati in Cina a partire dagli anni Dieci;
  2. il concetto di imperialismo sembrava spiegare bene le condizioni in cui si era venuta a trovare la Cina;
  3. l’esistenza di un gap di classe tra la classe dei letterati confuciani e il resto della popolazione;
  4. una certa convergenza di visioni tra il materialismo storico marxista e l’impronta psichica e culturale cinese.
    Il materialismo storico guarda al mondo com’è, senza alcuna forma di idealismo. Ciò corrisponde a un atteggiamento della filosofia cinese che non conosce la metafisica, gli assoluti e gli astratti occidentali (lo stesso alfabeto occidentale poggia su un processo di astrazione). La forza motrice della storia è la materia economica e produttiva, non astratta: secondo Marx, infatti, sono le modalità di produzione che determinano la cultura. Secondo questa visione, i rapporti interpersonali del mondo premoderno sono stati caratterizzati da legami di tipo qualitativo (ad esempio l’artigianato); successivamente, è stata la produzione di massa a creare la cultura di massa.
    Nella storia, inoltre, si succedono una serie di fasi animate da una propria dialettica interna. La struttura linguistica cinese è dialettica, senza strutture grammaticali fisse, e vede il mondo in una continua dialettica di trasformazione.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
41
Q

La fondazione del Partito Comunista Cinese (1921) e il ruolo degli emissari del Comintern

A

Nell’ambito del progetto del Comintern (Terza Internazionale Comunista, fondata a Mosca nel 1919) di favorire i movimenti di liberazione nazionale all’interno di colonie o semi-colonie, arrivarono, alla fine degli anni Dieci, emissari della Terza Internazionale in Cina. Anche attraverso di loro, oltre che attraverso gli studi universitari, gli elementi marxisti e leninisti cominciarono a circolare, soprattutto negli ambienti dell’università di Pechino, sede dell’associazione di studio del marxismo. Questi inviati, figure composite (spesso hanno alle spalle) sollecitarono la creazione di un partito comunista cinese. In termini generali, una delle modalità di azione del Comintern era incoraggiare gli Stati in una situazione semicoloniale o coloniale la formazione di fronti ampi per la lotta per l’indipendenza nazionale. Erano spesso Paesi con alti tassi di analfabetismo: era necessario quindi coinvolgere elementi illuminati o progressisti della borghesia, alfabetizzati. Gli emissari cercarono di incoraggiare anche il neonato partito comunista cinese a stringere un’alleanza con quello che rimaneva del partito nazionalista e con Sun Yat-sen in particolare, che aveva un suo centro a Canton.

Il Partito Comunista Cinese fu fondato a Shanghai, nella concessione francese, il 1° luglio 1921, in circostanze misteriose. La riunione fondativa sembra che avvenne su una barca, su un lago all’interno della concessione francese dove, camuffandosi da turisti, fondarono il partito e ne stilarono la Costituzione. C’erano due rappresentanti del Comintern e 12/13 figure in rappresentanza di una cinquantina di iscritti. Era presente anche Mao Zedong.

42
Q

La riorganizzazione del partito nazionalista di Sun su basi leniniste

A

A Canton, nel 1924, anche il partito nazionalista si riorganizzò come partito leninista. Gli inviati sovietici ebbero un’ottima impressione di Sun, mentre noteranno nei comunisti una diffidenza a formare un fronte unito con i nazionalisti.
Sun Yat-sen rivisiterà i suoi tre principi del popolo in senso leniniano: il nazionalismo non fu inteso più in senso antimancese, ma in senso anti-imperialista; il concetto di diritti del popolo mise l’accento non più su forme di libertà individuale, ma su forme di libertà della nazione; infine, il benessere del popolo fu tradotto nell’obiettivo sì di una perequazione agraria, ma anche nella nazionalizzazione delle industrie di base.

43
Q

Il Primo Fronte Unito (1924 – 1927), l’alleanza tra nazionalisti e comunisti: obiettivi e accademie militari

A

Nel 1924, i due partiti entrarono in una fase di alleanza, quella del Primo Fronte Unito (1924 – 1927).
L’obiettivo era quello di lottare e prevalere sui signori della guerra, per riunificare il Paese e, allo stesso tempo, combattendo il potere dell’imperialismo straniero. Lo fecero reclutando milizie a loro volta e fondando accademie militari (come a Canton). Il denaro per finanziare le accademie lo mise la Russia. In un isolotto vicino a Canton, nell’isola di Changzhou, fu fondata l’accademia militare del partito nazionalista di Whampoa (o di Huangpu). Furono reclutati dei giovani (17 – 24 anni) per un addestramento di 6 mesi, seguiti da un migliaio di insegnanti russi. Ci saranno anche insegnanti di teoria politica sia del partito nazionalista che comunista.

44
Q

La morte di Sun Yat-sen: punti interrogativi e successione

A

Nel 1925 morì Sun Yat-sen a Pechino, dopo che tra il ’24 e il ’25 aveva mosso via nave per arrivare a Pechino e parlare con il locale signore della guerra; si era anche fermato in Giappone, in cui aveva tenuto il discorso di Kobe. Questo evento costituì un punto interrogativo sull’ultima fase della sua vita, in quanto Sun sostenne la superiorità della civiltà orientale rispetto a quella occidentale e affidò al Giappone il compito di farsi carico di risollevare le sorti della Cina. Forse, sostengono alcuni storici, era insofferente per la presenza di consiglieri militari sovietici. Oltre a ciò, designerà come successore alla guida del partito nazionalista e dell’accademia militare Chiang Kai-Shek (CKS), che effettivamente subentrerà a Sun. CKS portò avanti l’intenzione di rompere la fase di alleanza con i comunisti e di guardare viceversa ai Paesi occidentali.

45
Q

La spedizione al Nord (1926 – 1928)

A

Nel luglio 1926, da Canton, partì una spedizione militare, composta dai cadetti dell’accademia militare, consiglieri sovietici, comunisti e nazionalisti, con l’obiettivo – muovendo dall’estremo sud – di conquistare quanti più territori possibili combattendo le truppe dei warlords o convincendo quest’ultimi a unirsi a loro, per poi arrivare alla capitale, Pechino. La guida era nelle mani di CKS.
Agli inizi del 1927, si delinearono due strategie diverse:

  • puntare a Nord, verso Wuhan, dove c’era un signore della guerra “amico”;
  • la direzione presa autonomamente da Chiang con i suoi fedeli. Nell’aprile del 1927 questa componente arrivò alle porte di Shanghai.
46
Q

Il massacro di Shanghai (aprile 1927) e l’inizio della guerra civile

A

Shanghai era una città molto cosmopolita: qui, oltre a una concessione francese e una internazionale, vi era un concentrato di interessi finanziari – con banche occidentali e imprese di Paesi stranieri.
La città era controllata da un warlord. Il clima era molto teso. La baia di Shanghai era piena di navi da guerra straniere, perché la presenza di un esercito di rivoltosi in città si prefigurò come una potenziale minaccia agli investimenti stranieri.
A Shanghai c’erano i primi sindacati operai (molte erano le fabbriche) che, assieme agli studenti, si mobilitarono per dare il benvenuto alla spedizione. Ma CKS gettò la maschera e, nel modo più chiaro possibile, ruppe con i comunisti, presentandosi agli occhi delle potenze come il promotore dei loro interessi. A seguito di contatti che aveva avuto da giovane con la «banda verde», organizzazione segreta di criminalità che operava indisturbata a Shanghai, preparò nella notte del 12 aprile 1927 un coup. Si attivarono i miliziani della criminalità organizzata ed eliminarono i simpatizzanti sindacalisti e studenti iscritti al partito comunista, in un bagno di sangue. Molte persone sparirono fisicamente, forse bruciate nelle caldaie dei treni, complice anche la facilità di rapire una persona e trasferirla nelle concessioni, complice anche il fatto che queste erano sottratte dalla giurisdizione cinese. Ci fu un forte crollo di iscritti al partito comunista. Questo tradimento sarà percepito dai comunisti come un trauma.
Nelle città iniziò il «terrore bianco»: i comunisti sopravvissuti entrarono in clandestinità.
Le autorità centrali del partito e la sua residenza rimasero a Shanghai: le città rappresentavano il progresso e nessuno intendeva abbandonarle per trasferirsi in campagna. L’imperativo dell’Urss, inoltre, era avvertito come qualcosa di normativo, da non tradire: il mondo degli operai e delle fabbriche moderne non doveva essere abbandonato per nessuna ragione.
Nell’autunno qualche sopravvissuto tentò qualche insurrezione, poi repressa dai nazionalisti. I sopravvissuti saranno guidati da Mao in una zona montuosa impervia e senza strade tra il Jiangxi e il Fujian.

47
Q

La riunificazione della Repubblica di Cina di CKS (1928 – 1949)

A

I nazionalisti, dopo essere arrivati a Pechino, portarono la capitale a Nanchino dove, il 10 ottobre 1928, fondarono/rifondarono la Repubblica di Cina, con la presidenza di CKS.
Finì nel 1949 quando CKS, sconfitto sulla terraferma, si trasferirà a Taiwan.

Si preferisce isolare i primi dieci anni della Repubblica, comprendendoli all’interno del “decennio di Nanchino”, perché liberi da invasioni (che iniziarono invece nel 1937 con l’attacco giapponese a sud della Grande Muraglia, con la seconda guerra sino-giapponese).
La Repubblica di Cina ebbe il riconoscimento internazionale.
CKS, però, non controllava tutta la Cina (quindi anche il controllo della fiscalità rimase labile). Sicuramente aveva un controllo sull’estremo sud, la fascia costiera, fino a Pechino e poco più. Nel 1934 – 1935 inseguirà i comunisti nella lunga marcia e allargherà il suo controllo: nel 1936 arriverà a controllare 7 province. Per non rischiare di erodere il consenso dei warlords locali o proprietari terrieri locali, CKS preferì non toccare troppo i loro interessi.

48
Q

La vita nella nuova Repubblica di Cina a guida nazionalista: sospetti, deficit e una strana idea di modernità

A
  • All’interno del partito nazionalista erano presenti molti gruppi e fazioni: il gruppo delle colline dell’ovest, del doppio C, di Whangpoa (militare, vicino a CKS, cui facevano capo le «camicie blu o azzurra» in analogia con «camicie nere» o «brune»). Alcuni storici parlano, per questo periodo, di fascismo confuciano.
  • C’è un clima di forte ricerca di oppositori: intelligence, raccolta di informazioni, organizzazioni di spionaggio. In particolare, la «Società per l’azione vigorosa» cercò di infiltrarsi e controllare le associazioni di giovani e di studenti. Ci furono episodi di soprusi e umiliazioni in pubblico.
  • A Shanghai era viva una modernizzazione di facciata: attrici cinesi a Hollywood, cambiò l’abbigliamento femminile (abiti aderenti con spacchi), teatri, saloon.
  • Il bilancio dello Stato fu sempre in deficit, proprio perché il governo nazionalista non intendeva imporre misure fiscali eccessive. Si finanziava attraverso offerte di titoli di Stato che rendevano molto (a volte anche del 20%), riservate però solo a certi ambienti, di tipo militare e affaristico. Non erano di pubblica sottoscrizione. Sottraevano capitale a investimenti di tipo produttivo.
    Anche nella politica industriale i risultati furono modesti per mancanza di fondi (a causa della tassazione deficitaria). Presentandosi come un Paese aperto agli investimenti occidentali, il governo nazionalista non fece nulla per sostenere la piccola imprenditoria cinese, favorendo sempre, fiscalmente, le grandi multinazionali straniere, come la BATC. Anzi, contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare, saranno i comunisti a sostenere i piccoli imprenditori
  • Nel 1934 venne lanciato, per volere di CKS, un movimento popolare, che combinava aspetti tipicamente cinesi/confuciani con la modernità: il movimento di vita nuova. Furono date delle indicazioni sull’orario in cui consumare i pasti, su come lavarsi, su quale lato del marciapiede camminare, come camminare, quali pettinature usare, quale tipo di abbigliamento indossare.

Il partito nazionalista non rinunciò mai al titolo di partito rivoluzionario: sicuramente le ambizioni erano di tipo rivoluzionario, anche se non in senso sociale. È impossibile dire che il governo nazionalista non sia stato aperto, basti pensare all’appoggio fornito alle multinazionali. Viceversa, dopo il 1949, la decolonizzazione degli investimenti fu totale e il controllo fu riportato nelle mani cinesi in poco tempo. Questo servì per autodeterminare le tappe del proprio sviluppo senza subire le pressioni di altri.

49
Q

Il matrimonio di CKS con Song Meiling

A

Nel 1927, CKS, che aveva sempre goduto dell’appoggio bancario, sposò in seconde nozze Song Meiling, una delle tre bellissime sorelle Song, una delle famiglie più ricche di tutta la Cina, il cui capostipite si era arricchito vendendo Bibbie. Una di loro aveva sposato Sun Yat-sen, una CKS, l’altra sposò il ministro delle finanze del governo di CKS.
Song era cristiana protestante ed era stata educata negli USA: parlava quindi perfettamente inglese. In seguito, sarà il trait d’union in numerosi viaggi negli USA tra CKS con Roosevelt e più in generale con governi americani.

50
Q

I comunisti dopo il 1927: la riorganizzazione di Mao Zedong e la Repubblica Sovietica Cinese

A

Un gruppo di sopravvissuti al massacro di Shanghai, tra cui Mao Zedong, si rifugiò in una catena montuosa (Jin Gang), perché era un posto isolatissimo, vicino alla zona di origine di Mao. Quest’ultimo nel 1926 e nel 1927 aveva portato avanti degli studi sulla società agraria cinese, in particolare nella Cina meridionale, e aveva pubblicato uno studio (nome) e un’inchiesta sul movimento contadino nello Hunan.
Esisteva, secondo Mao, un potenziale rivoluzionario tra i contadini. A quel progetto corrispondeva l’esigenza di formare un partito capace di operare apertamente tra la popolazione, in una prospettiva di presa del potere derivante non da un’insurrezione, ma da una lotta (anche militare) di lungo periodo. Questo implicava l’abbandono delle città, differentemente dal modello sovietico: nei contesti urbani era chiaro che fosse forte la criminalità organizzata.
Nelle campagne, Mao cominciò a reclutare delle milizie. Lo strumento per convincere i contadini ad arruolarsi fu la promessa della proprietà della terra in cambio. Si arruolò circa 1 contadino su 5.
Per i suoi progetti, Mao fu accusato dalle autorità centrali del partito di avventurismo. Mao dimostrava così una capacità di sguardo strategico e una certa lungimiranza.

A queste zone dove si insediarono i comunisti fu dato il nome di Soviet (Suweia), «assemblee», dove operarono intellettuali urbani che provenivano da fuori. Nel Soviet del Jiangxi il centro più importante era Ruijin.
I villaggi, per proteggersi dai banditi, erano circondati da mura, palizzate, ed erano ostili a chi non conoscevano (c’erano anche delle barriere linguistiche). Nei villaggi dominava un sistema clanatico, con capi clan e sottoposti provenienti dalla stessa famiglia.
Come hanno fatto i comunisti a presentarsi come interlocutori affidabili? La storiografia statunitense parla di «social ecology», ovvero della capacità di entrare in relazione con le figure e gli abitanti di un certo territorio in maniera armoniosa, abbattendo le barriere costruite da paure e diffidenze; probabilmente aiutarono Mao anche gli studi che aveva svolto sulla società contadina.
Quali rapporti tra Mao e il centro del partito rimasto a Shanghai? Furono rapporti complicati. Nel 1931, Zhou Enlai arrivò da Shanghai a Ruijin per prendere la direzione politica del Soviet, ma nel 1933 anche le autorità centrali del partito lasceranno Shanghai e si rifugeranno nel Soviet.

51
Q

La Repubblica Sovietica Cinese

A

Il 7 novembre 1931 fu proclamata la Repubblica Sovietica Cinese con presidente Mao Zedong, con circa 3 milioni di abitanti. Nel 1931, nel primo congresso dei Soviet nella Repubblica sovietica cinese (a grande partecipazione femminile, circa ¼ dei presenti), fu promulgata una legge agraria che prevedeva la confisca della terra ai proprietari terrieri e alle élite locali e la sua redistribuzione a contadini poveri e una legge sul matrimonio con possibilità di divorzio.
Lo Stato sovietico si fece carico di tutto quello che riguardava lavoro contadino fornendo, ad esempio, animali da lavoro e fertilizzanti.

52
Q

Le campagne di accerchiamento e annientamento dei nazionalisti (1930 – 1934)

A

I nazionalisti organizzarono cinque campagne (1930 – 1934) di accerchiamento e annientamento. Le zone sovietiche resistettero fino alla quinta campagna, iniziata nell’ottobre del 1934.
A prendere la direzione della difesa del Soviet centrale fu un consigliere militare del Comintern, un tedesco di nome Otto Braun.
A guidare l’accerchiamento nazionalista fu sempre un tedesco, che fece fare un salto di qualità nella strategia di accerchiamento, contribuendo al successo della campagna. Otto Braun, invece, sbagliò la tattica di difesa: puntò su una serie di rapide incursioni verso l’esterno, privando il nemico della possibilità di riorganizzarsi, ma i nazionalisti avevano superiorità militare.
La strategia di Mao, invece, prevedeva di lasciar entrare nel perimetro del Soviet gli accerchiatori, che si sarebbero però trovati accerchiati a loro volta.

53
Q

La “Lunga marcia” dei comunisti e la loro riorganizzazione

A

I comunisti furono sconfitti. Nell’autunno del 1934 l’unica scelta fu quella di abbandonare il Soviet e tentare una via di fuga. Iniziò in questo contesto la cosiddetta «Lunga marcia», la quale presenta delle caratteristiche che la rendono qualcosa di epico: in un anno furono percorsi a piedi 12.500 km; dei 90mila partiti arrivarono in 7mila (molti morirono di fame); furono attraversate 12 province, valicate 18 catene montuose, 24 fiumi, occupate 62 città. I fuggiaschi trovarono nella località di Yan’an, una cittadina di 10mila abitanti nello Shaanxi, un nuovo punto di approdo.
Cercavano di riposare di giorno, nascosti, e marciare di notte.

Alla conferenza di Zunyi (gennaio 1935), Mao si affermò tra le massime autorità del partito; vennero riconosciute le sue capacità militari e quelle di Zhou Enlai, e i due divennero i responsabili militari, grazie alla loro abilità nel resistere alle prime quattro campagne di accerchiamento.

Dal punto di vista operativo e organizzativo, si trattava di riorganizzarsi, studiare la situazione dei contadini (la zona era rurale), cercare il loro appoggio, costituire un nuovo esercito.
Furono create alcune basi comuniste nella Cina del nord, che però non vennero chiamate Soviet, ma «zone di confine» o «basi», perché erano localizzate agli incroci tra province diverse che, a loro volta, avevano come confini le catene montuose a scopo protettivo (ad esempio, una base si chiama Shaan-Gan-Ning, unendo i nomi di tre province/territori).
Secondo uno studioso, i livelli più bassi del partito erano grezzi, capaci di combattere ma non di guidare e persuadere; alcuni comandanti erano avventuristi. I quadri del partito non sapevano relazionarsi con i contadini. Tuttavia, il fatto che questi problemi venissero discussi – e non ignorati come succedeva nel partito nazionalista – dice molto sulle qualità e l’onestà intellettuale dei comunisti. Molti documenti del partito comunista sono molto autocritici: riconoscevano spesso di dover apportare delle migliorie.

54
Q

Le mosse del Giappone nei confronti della Cina: l’invasione della Manciuria

A

Nel 1932, il Giappone creò in Manciuria uno «stato fantoccio», il Manzhouguo (Manzhou era il nome tribale da cui discendevano le ultime dinastie in Cina). A capo venne messo l’ultimo imperatore della Cina, Pu yi, di etnia mancese. Aveva abitato fino al 1925 nella Città Proibita; dopodiché, infastidito dalla presenza dei signori della guerra, si era rifugiato nella legazione giapponese di Tianjin.
Questo territorio a nord della Grande Muraglia uscì da quelle definizioni di «territorio in affitto», «zona di influenza» e divenne un territorio coloniale del Giappone. In Manciuria furono istituiti moltissimi impianti di industria pesante e questa zona esporterà soia e derivati in Giappone. Il nucleo bellico dell’industria giapponese militare è qui.

55
Q

Che cos’era lo stato fantoccio in Manciuria, il Manzhouguo: la nascita e gli sviluppi (premesse)

A

Il Giappone aveva vinto nel conflitto apertosi contro la Russia nel 1904 – 1905 per il controllo della Corea, che fu annessa nel 1910 dalla potenza nipponica, diventando una sorta di colonia giapponese.
La Russia dovette cedere la tratta meridionale della ferrovia trans-manciuriana, una tratta che abbandona la trans-siberiana per dirigersi da Harbin verso la punta della penisola del Liaodong, attraversando la Manciuria in verticale. Questa tratta fu controllata poi dal Giappone attraverso la Compagnia Ferroviaria della Manciuria Meridionale. Fecero capo a questo gruppo anche miniere di carbone e di ferro (infatti, anche adesso il cuore dell’industria pesante cinese è in Manciuria).
Nel 1919, dopo la Rivoluzione d’ottobre, il Giappone cominciò a mantenere un corpo militare per pattugliare questa linea ferroviaria sud-manciuriana: furono questi soldati ad organizzare l’attentato – di cui verranno incolpati i cinesi – che diede inizio all’invasione giapponese della Manciuria.
Nel 1928, il Giappone eliminò il signore della guerra della Manciuria, il quale si era incontrato con CKS alla fine della spedizione verso Nord. Egli stava rientrando in treno in Manciuria e fu messa una bomba nella tratta ferroviaria.

56
Q

La vita nella Manciuria giapponese: l’Unità 731

A

Non furono tollerate forme di attività economica locale; fu favorito il commercio di oppio e morfina per indebolire le capacità di resistenza della popolazione ed entrarono in attività dal 1932 le stazioni dell’Unità 731, un’unità segreta di ricerca e sviluppo di armi chimico-biologiche dell’Esercito imperiale giapponese. Aveva l’obiettivo di studiare nuovi batteri per una guerra batteriologica e testarli, attraverso l’inoculazione e l’avvelenamento, su prigionieri di guerra o contadini del luogo sequestrati, poi sottoposti, senza anestesia, a processi di vivisezione per osservare le dinamiche di diffusione del morbo negli organi; a volte venivano spezzati loro anche gli arti. Anche fiumi e pozzi furono avvelenati. Le scolaresche venivano portate ad assistere a questo scempio, e veniva detto loro che quelli non erano uomini ma pezzi. Le stazioni contavano 20mila addetti nel loro complesso. 500mila furono i cinesi avvelenati e vivisezionati.
Alla fine, nonostante il processo di Tokyo, il Giappone non è stato mai processato: in cambio del trasferimento agli USA del risultato dei suoi esperimenti ha ricevuto l’impunità.

57
Q

Le mosse del Giappone nei confronti della Cina: il fatto (l’incidente di Mukden)

A

In Giappone, da metà degli anni Venti, erano attivi i giovani ufficiali usciti dall’accademia militare di Tokyo, i quali intendevano alimentare un clima di incertezza e violenza, apparentemente immotivata, per generare un senso di crisi morale che sollecitasse la richiesta di un aumento dei finanziamenti dell’esercito e una politica fortemente espansiva. Alcuni giovani ufficiali di quest’accademia erano presenti anche nell’armata del Guandong (Kwangtung) che il Giappone manteneva in Manciuria. Alcuni di loro volevano far scalare la tensione e creare un pretesto per invadere la Manciuria: il 19 settembre 1931 fecero esplodere nuovamente una bomba su una tratta ferroviaria vicino all’attuale città di Shenyang, nota all’epoca col nome mancese di Mukden (incidente di Mukden). Fu il pretesto con cui il Giappone diede inizio all’invasione giapponese nell’intera Manciuria, completata nei primi mesi del 1932, una zona vastissima come Francia e Germania occidentale.

CKS – dal 10 ottobre 1928 a capo della Repubblica di Cina con capitale Nanchino – non fece nessuna mossa; non interruppe neppure i rapporti diplomatici col Giappone. Sono state avanzati alcune ipotesi per interpretare il suo atteggiamento: forse dava la precedenza a combattere i comunisti; forse aveva preso atto della superiorità militare del Giappone o aveva supposto – come in effetti sarà – che un’ulteriore espansione giapponese sarebbe stata considerata una tale minaccia dalle grandi potenze – come USA e Russia – da indurle a intervenire.
Se il partito nazionalista non intervenne, ci furono però reazioni popolari molto vive di boicottaggio nell’acquisto di merci giapponesi: la tensione maggiore fu a Shanghai, dove risiedevano molti giapponesi. Il Giappone reagì, tra gennaio e marzo 1932, con il bombardamento navale di Shanghai, e attaccando poi la città.
Ci fu anche un movimento studentesco nel dicembre 1935 per protestare contro l’inerzia cinese, ma continueranno gli sconfinamenti e le pressioni giapponesi. Nel maggio 1933, fu firmato un armistizio tra governo nazionalista e Giappone, per creare una specie di zona smilitarizzata tra la Grande Muraglia e Pechino.

Alcuni storici cinesi propongono di considerare il 1932 come data di inizio della Seconda guerra mondiale, perché, in effetti, una mossa di questa entità attirò l’attenzione della Società delle Nazioni, che mise in piedi una commissione d’inchiesta per vedere se ci fossero delle ragioni che potessero giustificare l’occupazione giapponese. Non se ne trovarono. Ma nel 1933, nel corso del dibattito, il Giappone sostenne la necessità dell’occupazione giapponese per impedire alleanza tra comunisti cinesi e Urss.
Successivamente, quando la maggioranza dei Paesi si rifiutò di riconoscere lo «stato fantoccio» come indipendente, nel 1933 il Giappone uscì dalla Società delle Nazioni.

58
Q

Alleanze anticomuniste e antisovietiche: il patto anti-Comintern tra Giappone e Germania

A

Nel 1936, il Giappone firmò un’alleanza con la Germania: alleanza anti-Comintern o alleanza anticomunista, che sottoscriverà anche l’Italia nel 1937, per accerchiare dell’Urss.

59
Q

```

Incidente di Xi’an (dicembre 1936): apertura del Secondo Fronte Unito

A

CKS si recò in aereo da Nanchino (capitale) a Xi’an per ispezionare le truppe nazionaliste che si trovavano lì e incitarle a combattere con più decisione i comunisti, nonostante dopo la conquista della Manciuria ci fossero continui sconfinamenti. La priorità di CKS era quella di combattere i comunisti ad ogni costo.
Due alti ufficiali nazionalisti lo sequestrarono, con l’intento di liberarlo solo dopo aver firmato un nuovo accordo con i comunisti per combattere i giapponesi e aprire un nuovo fronte unito. Uno dei due era il figlio del vecchio signore della guerra di Manciuria ucciso nel 1928.
I comunisti ricevettero un radiogramma dall’Urss (Stalin) in cui si chiedeva loro di andare a Xi’an e mediare per evitare che CKS venisse ucciso. Stalin aveva saputo da fonti di intelligence che, se CKS fosse stato eliminato, la figura che gli sarebbe subentrata intendeva arrendersi al Giappone, Wang Jingwei. Nel 1940, questo fu messo a capo di un governo filogiapponese collaborazionista a Nanchino; si alleò anche con i tedeschi. Morì nel 1944. Sua moglie era profondamente influente nel Guangdong, dove istituì un regime collaborazionista. Certi grandi complessi commerciali, industriali e finanziari giapponesi furono qui molto favoriti e avvantaggiati.

Si mosse Zhou Enlai, che andò a Xi’an, salvando la vita di CKS e impegnandosi a formare un nuovo fronte unito con i comunisti. Questa nuova alleanza si concretizzò a fatica, perché CKS non era convinto. Nel settembre 1937 iniziò, ad ogni modo, il Secondo Fronte Unito, dopo che l’invasione giapponese propriamente detta era cominciata (7 luglio 1937).

60
Q

Le dinamiche del Secondo Fronte Unito: rafforzamento dei comunisti e fastidio di CKS

A

Ci fu un riavvicinamento tra nazionalisti – unici ad avere un esercito modernamente armato e con un’aviazione – e l’Urss: dopo il patto anti-Comintern fu chiaro che l’armata giapponese in Manciuria metteva a rischio l’Urss. L’Urss aiutò molto: aveva armi moderne, fornì crediti ammontanti a 200milioni di dollari, 904 aerei militari, molti carri armati, tantissime mitragliatrici. Entro febbraio 1939 erano giunti in Cina tantissimi piloti ed esperti militari sovietici, tra cui anche molte donne, che persero la vita nello scontro con i piloti giapponesi. Ma CKS non permise mai loro di conquistare influenza politica.
L’alleanza durò fino 1941, interrotta da una brusca retrocessione di CKS. È anche l’anno in cui l’Urss fu attaccata sul fronte occidentale dalla Germania e non poteva più sostenere la Cina. A lei subentreranno gli USA, attaccati a Pearl Harbor dal Giappone nel dicembre 1941.

Durante il Secondo Fronte Unito, le basi comuniste nella Cina del nord-ovest si rafforzarono e si espansero, commerciando liberamente con i territori controllati dai nazionalisti. Arrivarono anche molti sostenitori dalle zone urbane e aumentarono anche le iscrizioni al partito comunista nelle zone bianche (Pechino e altre città), in forma non più clandestina. Nel 1940, gli iscritti al partito erano passati da 40mila a 800mila anche nelle zone bianche. CKS non era contento di questo.
Nella Cina meridionale erano attive delle forze comuniste che discendevano, in qualche modo, da quelle truppe che non avevano partecipato alla «Lunga marcia» ed erano rimaste indietro.

61
Q

Inizio dell’invasione giapponese della Cina: incidente del ponte di Marco Polo

A

Pressi di Pechino, 7 luglio 1937. Un soldato giapponese appartenente a delle truppe che stavano svolgendo delle esercitazioni, una notte, sparì, forse ucciso dai cinesi. L’esercito giapponese procedette verso sud, mentre il governo nazionalista diede inizio a una ritirata caotica dalla capitale Nanchino per via d’acqua, alla provincia di Sichuan, trasferendo fabbriche, ministeri, università. La capitale di guerra dei nazionalisti divenne Chongqing.

La politica giapponese, durante l’invasione, fu chiara: uccidere tutti, rubare tutto, distruggere tutto. Tutto lascia pensare che questi episodi fossero solamente la punta dell’iceberg e ci fossero tantissimi casi di violenze e soprusi sconosciuti.
Nella difesa di Shanghai, l’esercito nazionalista perse le sue truppe migliori. A dicembre 1937 cominciò la corsa alla capitale Nanchino, dove i giapponesi entrarono il 13 dicembre, con una popolazione completamente in balia delle forze nipponiche.

62
Q

Il massacro di Nanchino

A

In un mese furono uccisi tra i 200/300mila civili non in un bombardamento, ma uno ad uno, con baionette, sbudellati vivi o sepolti vivi. Ci furono anche gare di decapitazione; padri costretti a violentare le figlie. Gli stessi soldati giapponesi erano trattati con tale sadismo nelle caserme che avevano assunto queste modalità brute.
Il tribunale militare di Tokyo ha riconosciuto valide, in relazione a questi eventi, solo testimonianze che fossero rese da persone emotivamente distanti.

63
Q

Fine del Secondo Fronte Unito e nuova fase di accerchiamento dei comunisti

A

Nel dicembre 1940, CKS, che aveva il comando militare del Secondo Fronte Unito, ordinò alla Nuova Quarta Armata (del partito comunista) di spostarsi più a nord. Ai soldati sembrò un’operazione pericolosa, perché si sarebbero avvicinati molto ai giapponesi. Ci fu uno scambio di messaggi molto teso con Yan’an. Qui il comitato centrale del partito sosteneva che per mantenere il fronte unito era necessario obbedire. Così fecero, ma nel gennaio 1941, mentre si apprestavano a muovere verso nord, furono attaccati dall’esercito nazionalista (incidente nella Nuova Quarta Armata o dell’Anhui meridionale). Fu la fine del Secondo Fronte Unito.
I comunisti erano, quindi, nuovamente accerchiati da giapponesi, generali musulmani e nazionalisti.

64
Q

I nuovi problemi del partito comunista dopo la rottura del Secondo Fronte Unito

A

Molti erano i problemi:
* di natura economica;
* bisognava puntare sull’autosufficienza;
* ridurre la burocrazia e riformarla, perché i nuovi simpatizzanti comunisti filtrati durante il Secondo Fronte Unito erano intellettuali lontani dai veri problemi e provenivano dalle città, dove svolgevano perlopiù lavori di ufficio. Si impose, quindi, una rettifica/riforma del partito.

Riforma del partito comunista e sospetti tra i nuovi arrivati

In particolare, fra il 1937 e il 1940 circa 100mila nuovi arrivati erano giunti a Yan’an dalle città. Questi nuovi arrivati erano perlopiù intellettuali, studenti, simpatizzanti, formati in università missionarie o statunitensi; avevano una formazione di tipo idealistico ed erano lontani dalle questioni più pragmatiche e urgenti. Si trattava quindi di formarli in base ai principi del partito (marxismo e leninismo) e adeguarli alla nuova situazione.
Mao Zedong, agli inizi del 1942, tenne un intervento importante, in cui indicò la necessità di combattere soggettivismo, individualismo, settarismo e la chiusura del mondo intellettuale. Nella promozione dei tentativi di alfabetizzazione venivano diffusi ideogrammi più semplici (ad esempio scritti sui muri), che poi, però, venivano complicati da questi nuovi rivoluzionari provenienti dalle città, i quali non intendevano rinunciare al loro bisogno di distinguersi e si opposero strenuamente ai tentativi di alfabetizzare i contadini.
Questi oppositori tra i nuovi arrivati furono tutti eliminati, per evitare che filtrassero informazioni ai nazionalisti: d’altronde c’erano stati già due tradimenti e chi poteva negare che fossero spie?

65
Q

Il coinvolgimento degli USA nella IIWWW e gli statunitensi in Cina

A

Oltre a Pearl Harbor, furono attaccate anche le concessioni internazionali a Shanghai e Hong-Kong. Con l’intervento degli USA nella guerra cambiò lo scenario del conflitto: per loro iniziò la cosiddetta «guerra del Pacifico» e la Cina divenne strategicamente rilevante come base militare per l’utilizzo di aeroporti per attacchi aerei verso il Giappone.
Arrivarono nella Cina nazionalista anche consiglieri militari statunitensi a Chongqing, nella regione del Sichuan. Questi generali statunitensi noteranno una certa fiacchezza dell’impegno militare nazionalista contro i giapponesi; in effetti, le condizioni delle reclute erano molto precarie. L’impressione che riferiranno a Roosevelt è che CKS, soprattutto dopo la discesa in campo degli USA, non si stesse impegnando al massimo contro il nemico nipponico. Per CKS la priorità era combattere i comunisti, infatti.
Nell’estate del 1944, Roosevelt decise di mandare in missione degli osservatori americani a Yan’an, capitale di guerra dei comunisti (missione Dixie); avranno un’impressione molto positiva: i comunisti, nonostante la situazione di grave difficoltà, potevano disturbare i giapponesi, intervenendo nelle linee ferroviarie. A causa di quest’impressione positiva, quando nel 1950 negli USA cominciò il maccartismo (caccia alle streghe dei rossi e dei comunisti), molti furono allontanati e perseguitati con l’accusa di essere comunisti e omosessuali, e dovettero rifugiarsi in Europa.

66
Q

1945 - la Conferenza di Jalta

A

Tra la conferenza del Cairo (1943) e Jalta, fu concordato che dopo la sconfitta del Giappone tutti i territori cinesi occupati dal Giappone, in primo luogo Taiwan, sarebbero stati restituiti a quest’entità chiamata Cina, credendo che sarebbe stata la Cina nazionalista.

Nel gennaio e febbraio del 1945, si cominciò a intravvedere la fine della guerra. Si aprì la conferenza di Jalta. La Cina fu uno dei Paesi vincitori della IIWWW, anche se non ci fu nessuna sua vittoria paragonabile, ad esempio, a quella sovietica di Stalingrado; ma la Cina non aveva mai capitolato. Quindi, dal 1945 spettò al suo governo nazionalista un seggio ONU.
I futuri vincitori della IIWWW cominciarono a parlare della futura divisione del mondo:

a) Roosevelt chiese a Stalin di entrare in guerra contro il Giappone e si trovò un accordo in questo senso. Entro tre mesi dalla sconfitta della Germania, l’Urss, preso un po’ fiato, avrebbe dichiarato guerra al Giappone, in cambio del riconoscimento della Manciuria come zona di influenza sovietica, della gestione congiunta delle ferrovie che attraversano la Manciuria e dei diritti di stazionamento nei porti – privi di ghiaccio – sulla punta della penisola del Liaodong.
Gli USA concessero tanto perché la bomba atomica era ancora in fase sperimentale e fu solo nella conferenza di Potsdam che Truman comunicherà a Stalin che gli USA avevano preparato la bomba atomica.
b) In relazione alla Cina furono fatte tre ipotesi:
1. che, con i nazionalisti a sud-ovest i comunisti con basi a nord-ovest, si andasse verso una divisione della Cina in due (in tre con la Manciuria zona di influenza sovietica): Cina del Nord ai comunisti e Cina del Sud ai nazionalisti; era l’epoca delle grandi divisioni;
2. che i nazionalisti e i comunisti cinesi trovassero un nuovo accordo per formare un governo di coalizione;
3. si andasse verso una guerra civile, che sarebbe stata sicuramente vinta dai nazionalisti. L’ipotesi della vittoria nazionalista fu possibile perché a Jalta fu anche concordato che tutte queste condizioni (ad esempio quelle relative alla Manciuria) venissero inglobate in un trattato tra Mosca e partito nazionalista, firmato nell’agosto del 1945. In questo trattato, Mosca riconobbe il KMT come unico legittimo rappresentante del popolo cinese; da parte nazionalista c’era il riconoscimento dell’indipendenza della Mongolia esterna (attuale Repubblica popolare della Mongolia), assieme a tutte le altre condizioni già dette. Per l’Urss, a metà agosto, quando fu firmato questo trattato, fu chiaro che l’unica potenza nucleare erano gli Stati Uniti. L’Urss cominciò a condurre una politica internazionale “di destra” in funzione di protezione.
Questi sviluppi avrebbero notevolmente rafforzato il KMT, con l’appoggio degli USA e dell’URSS.

Roosevelt morì di lì a poco (12 aprile 1945). A lui succederà Truman, proveniente dalla pancia profonda degli USA, l’americano onesto di provincia, che però non aveva nulla dei caratteri di statista di livello del suo predecessore.

67
Q

Avanzata della Russia in Manciuria e Corea del Nord

A

Dall’8 agosto 1945 avanzarono delle truppe russe verso la Manciuria, zona giapponese. Avanzarono anche verso la colonia giapponese della Corea, ma gli USA chiesero all’URSS di fermarsi al 38esimo parallelo, lasciando la Corea del Sud agli USA e la Corea del Nord all’Urss. Mosca non poté rifiutarsi per via della bomba atomica degli Stati Uniti.
Nel 1947 i russi si ritirarono dalla Corea del Nord, ma nella Corea del Sud rimasero gli USA.

68
Q

Nodi irrisolti nel rapporto Cina - Giappone dopo la guerra

A

Dalla fine della guerra rimasero molti nodi storiografici nei rapporti tra Cina e Giappone (ma anche Corea), che riguardavano i crimini di guerra impressionanti del Giappone: l’Unità 731, il massacro di Nanchino e la questione delle donne di conforto. Costoro erano circa 200mila donne cinesi e altrettante coreane che servirono come schiave sessuali al seguito dell’esercito giapponese dopo il massacro di Nanchino: in quest’occasione fu così evidente la dimensione dello stupro che per preservare l’onore delle truppe nipponiche si cercò di incanalare le pulsioni dei soldati verso donne “volontarie” reclutate a scopo sessuale. In realtà, in modo particolare in Cina, il reclutamento avveniva sotto ricatto: ci servono 50 donne, altrimenti bruciamo tutto. Non furono usati preservativi perché mancava la gomma, più utili per pneumatici. Quando queste donne rimanevano incinte, venivano uccise).

Il governo giapponese come presenta oggi sui libri di storia questi aspetti? Col passare delle generazioni sembra non rimanere traccia di queste questioni: i giovani giapponesi spesso non conoscono ciò che è successo; l’invasione viene chiamata “avanzata giapponese”. Con il primo ministro Abe Shinzo queste questioni pesarono molto: aveva tatuato il numero 731. La gran parte dell’elettorato giapponese valutava positivamente questi aspetti.

69
Q

La riorganizzazione del partito nazionalista nel Sichuan (Chongqing) dopo il massacro di Nanchino del 1937

A

Al termine del secondo conflitto mondiale, la superiorità KMT era indiscussa. A causa della sua ritirata verso il Sichuan alla fine del 1937, il partito nazionalista era stato separato dalla sua fonte vitale nell’est benestante del Paese. Nel Sichuan, esso dovette affrontare un problema simile a quello dei comunisti nel nord-ovest, riguardante lo sfruttamento di risorse di una regione in cui istituzionalmente non si erano radicati.
Il suo approccio al problema fu diverso dal PCC: il KMT trasferì il suo apparato burocratico nel sud-ovest e si comportò come un regime di occupazione: ci fu un forte aumento delle imposte e dei turni di lavoro da cui i ricchi potevano considerarsi escludersi (pagando qualcuno per sostituirli); oltre a ciò, anche un aumento dei prezzi dei generi alimentari di cui si avvantaggiarono i proprietari terrieri e gli speculatori, mentre il reddito dei fittavoli reali diminuì.
Nelle campagne, le condizioni erano simili a quelle durante il periodo dei signori della guerra: i contadini facevano molti sacrifici, imperversavano le carestie, immensi eserciti si approvvigionavano alle spese degli abitanti dei villaggi.
Il KMT violò la legge dell’economia morale cui invece i comunisti erano sempre rimasti fedeli, in particolare i pilastri dell’onestà delle richieste e della reciprocità delle prestazioni. L’esercito dei comunisti (l’Armata Rossa), infatti, è stato il primo esercito cinese ad avere un codice disciplinare e di etica: nei confronti dei contadini veniva pagato tutto ciò che era necessario per approvvigionarsi.

70
Q

Fine della seconda guerra sino-giapponese e tentativi di mediazione americana in Cina

A

Dopo la resa del Giappone nell’agosto del 1945, formalizzata nel settembre dello stesso anno (= fine seconda guerra sino-giapponese), cominciarono dei tentativi di mediazione americana in Cina, per favorire la formazione di un governo di coalizione.
Il primo mediatore è stato Patrick Hurley nel 1945. Egli si recò in aereo a Yan’an per accompagnare, sempre in aereo, Mao a Chongqing, dove si incontrò con CKS. Questa fu un’occasione in cui era evidente la politicità del comportamento di Mao, che riuscì, pur di arrivare alla pace, a incontrare la persona che per ben due volte lo aveva tradito. I comunisti erano considerati degli interlocutori anche dagli USA, ora che avevano un esercito.
Si parlò della convocazione di una specie di conferenza politica consultiva, una sorta di forma assembleare rappresentativa delle varie componenti sociali per provare a tessere un discorso comune. Era chiaro, però, che la destra del KMT non voleva un governo con i comunisti: cominciarono degli attentati. Mao rientrò a Yan’an.

Da questo momento, il responsabile comunista delle negoziazioni condotte poi nel 1946 sotto la supervisione di George Marshall (che riuscì a negoziare dei periodi di armistizio) sarà Zhou Enlai. Si formarono gruppi di tre osservatori che dovevano valutare la situazione.

Ma questo tentativo di mediazione americana fu minato alla base, perché già dall’autunno del 1945 più di 50mila marines statunitensi arrivarono in Cina, rompendo, di fatto, la loro politica di neutralità: si trattava del primo intervento militare statunitense dopo la fine della IIWWW. Furono mandati a presidiare le città più importanti: Pechino, Tianjin, Shanghai, per tenere lontani dalle città i comunisti. Con il più importante ponte aereo della storia trasportarono la gran parte dell’esercito nazionalista nel Sichuan verso la costa orientale, affinché questi potessero subentrare ai giapponesi e riprendere il controllo delle città più importanti.

71
Q

La riorganizzazione comunista-cinese nella Manciuria: l’aiuto dell’Urss

A

I nazionalisti avrebbero voluto entrare preso anche in Manciuria, ma qui si giocò la partita fondamentale: erano presenti in questa zona (di influenza sovietica in seguito alle disposizioni di Jalta) generali russi. Formalmente l’Urss aveva riconosciuto il KMT come unico governo legittimo, quindi i tecnici russi in Manciuria potevano tranquillamente rimanere lì per riparare le linee ferroviarie. Stalin si era formalmente protetto, assicurandosi la Manciuria come zona di interesse, ma preparò al contempo l’affermazione comunista nella zona dal punto della logistica, attraverso la riparazione linee ferroviarie. E in maniera nascosta, i generali sovietici permisero ai comunisti cinesi di penetrare in Manciuria e di entrare in possesso di armi giapponesi. I generali russi rallenteranno, per alcuni mesi, l’avanzata nazionalista in Manciuria.

72
Q

Le condizioni del KMT nel loro ritorno nelle città della costa

A

Nello stesso periodo, gli americani stanziarono per il KMT un contributo di milioni di dollari e nell’agosto del 1946 un altro accordo stabilì la vendita al partito nazionalista di un grosso quantitativo di eccedenze militari americane.

Quando ritornarono nelle città della costa, i nazionalisti:
* misero le mani su grosse disponibilità finanziarie, che non furono però destinate a investimenti produttivi;
* il fenomeno dominante fu la corruzione;
* la produzione industriale non fu riattivata;
* la politica finanziaria fu pessima: vennero stampate grandi quantità di cartamoneta che, unitamente ai fondi che arrivavano dagli USA, causarono un’inflazione stellare. Nel 1948 ci fu la riforma valutaria, l’ultimo tentativo nazionalista di tenere sotto controllo l’inflazione, per effetto del quale tutta la valuta straniera fu convertita nei nuovi yuan: secondo i promotori della riforma, i prezzi sarebbero diventati stabili e l’inflazione sarebbe stata abolita per decreto, ma i prezzi aumentarono di 85mila volte, causando quella che è nota come l’iperinflazione del tardo periodo repubblicano, l’inflazione più alta della storia; si tornò addirittura al baratto o all’utilizzo di dollari o oro. In questa occasione si giocarono l’appoggio delle classi urbane;
* oltretutto,il rimpatrio in Giappone dei nipponici fu molto lento: i soldati giapponesi furono utilizzati dal KMT in funzione anticomunista, una mossa che alienò nei cittadini ogni forma di simpatia nei confronti dei nazionalisti.

Questa fu la difficilissima situazione che si trovarono a fronteggiare i comunisti vittoriosi. La neonata RPC sarà il Paese più povero al mondo; tutte le ricchezze furono portate da CKS a Taiwan.
I nazionalisti occupavano le maggiori città della Cina e la gran parte del suo territorio, erano riconosciuti dall’Urss come legittimi governatori del Paese e ricevevano aiuti militari dagli USA. Con questi elementi a loro favore, come hanno fatto a perdere la guerra civile? E come hanno fatto i comunisti a vincerla? per CKS perdere la guerra civile fu un’impresa notevole. Come hanno fatto a perdere?

73
Q

Lo scontro finale tra KMT e PCC: l’ultima fase della guerra civile e la vittoria comunista - premesse (parte discorsiva)

A

Nel marzo 1946, gli USA inviarono un gruppo di consiglieri americani per sostenere CKS nella sua nuova guerra contro i comunisti, che scoppiò nel luglio 1946 in Manciuria: a un certo punto, nessuna mediazione sarebbe riuscita a sanare le dinamiche interne.

**Riforma agraria e reclutamento **

Lo strumento nelle mani dei comunisti fu la riforma agraria (dall’estate del 1946 fino agli inizi del 1948), che calibrò in maniera efficace il reclutamento in Manciuria. Essa fu anche una forma di emancipazione dei contadini, che divennero attori attivi della storia. Le autorità centrali del partito definiranno un «mettersi in moto delle masse». Si verificherà un fenomeno di estrema radicalizzazione.
Per avere molta terra da distribuire ai contadini (il fenomeno dei latifondisti non era molto presente) furono toccate le terre dei contadini ricchi e anche dei contadini medi. Furono distribuiti circa 17milioni di ettari a circa 16milioni di contadini. Ciò condusse al reclutamento di 5milioni di uomini.

**Rifornimenti e logistica **

Le truppe dei comunisti non erano motorizzate. I rifornimenti per l’esercito e le logistiche (ad esempio trasporto di barelle) dovevano essere trasportati a forza di braccio. Ogni soldato che combatteva doveva avere quattro uomini al suo seguito che trasportassero viveri: di questi 5 milioni, 1 combatteva, gli altri lavoravano nei servizi logistici.
Le truppe nazionaliste, invece, ricevevano dei lanci di viveri da aeroplani, ma tenevano questi prodotti alimentari di sussistenza per sé, motivo per cui furono molte le morti per fame durante i periodi d’assedio.

74
Q

Lo scontro finale tra KMT e PCC: l’ultima fase della guerra civile e la vittoria comunista (il fatto)

A

L’arresa dei nazionalisti

I nazionalisti organizzati nelle città furono a poco a poco circondati dalle campagne controllate dai comunisti, che tagliarono le linee di comunicazione, i viveri e l’elettricità alle città. La campagna che chiuse la conquista comunista del Nord-est/Dongbei (non la chiamiamo più Manciuria) si terrà il 2 novembre 1948, quando le guarnigioni nazionaliste delle città del nord-est cominciarono ad arrendersi (migliaia di uomini). Fu un crollo rapido e un’accelerazione di tre anni rispetto a quelle che erano le previsioni della durata della guerra civile.
Fu un grande problema per i comunisti, perché subentrare ai nazionalisti significava nutrire tantissime persone in più, gestire il loro ingresso in tante città per fornire grano con cui nutrire cittadini affamati. Inoltre, i comunisti avevano molto personale, ma analfabeta.
In più, i soldati nazionalisti furono portati verso sud e fatti entrare nell’esercito popolare di liberazione: non erano certamente uomini dalla spiccata fedeltà politica: ci furono numerosi incendi nei villaggi.
Dalla fine del 1948 agli inizi del 1949, nella Cina del nord si svolse la battaglia di Huai-Hai. Il 15 gennaio si ebbe la conquista di Tianjin. Il 31 gennaio la conquista di Pechino. Qui, il generale nazionalista che comandava la guarnigione più importante negoziò una resa. Questo fu il primo caso del cosiddetto «modello di Pechino»: trattare con i nazionalisti una resa con tappe concordate.
Il comitato centrale del PCC – che era in un villaggio della Cina settentrionale – nel marzo 1949 entrò a Pechino, una volta che la situazione si fu placata. Nanchino fu conquistata nell’ aprile; Shanghai a maggio. Il 1° ottobre 1949 – prima che la Cina fosse completamente riunificata – fu proclamata a Pechino la fondazione della Repubblica Popolare Cinese.

A dicembre, CKS, dopo una serie di manovre (tra i quali la cessione della presidenza della Repubblica a un’altra figura) si ritirò a Taiwan, che era tornata cinese e nazionalista subito dopo la resa del Giappone (giugno 1945)

75
Q

La riorganizzazione comunista e la costruzione dello Stato dopo la vittoria

A

La storiografia si chiede come abbia fatto il partito nazionalista cinese a perdere la guerra civile. La domanda speculare è come hanno fatto i comunisti, che non avevano niente, a vincerla.
Un’interessante raccolta documentaria riguarda la fase del Jin Cheng (il subentro comunista nelle città). I comunisti, per guadagnarsi la fiducia degli abitanti delle città, fecero il possibile per gestire questo passaggio nel modo migliore:
* si trattò di organizzare dei governi all’ ombra del partito e degli schemi operativi: da che cosa partire? che cosa conquistare per primo? cosa fare per primo? Ad esempio, fondamentale per gli abitanti delle città e per dare il conferire di un ordine ristabilito fu il ripristino di luce, elettricità, distribuzione di giornali e di cibo (da una fase distruttiva a una fase costruttiva). Vero è che i comunisti per primi avevano tagliato le linee elettriche, ma dimostrarono subito di essere capaci di riportare la situazione alla normalità;
* ogni città, naturalmente, aveva i propri problemi: a Tianjin c’erano molte associazioni criminali nel settore dei trasporti; i nazionalisti qui avevano combattuto a morte. In inverno, con 20 gradi sotto lo zero, Tianjn era stata circondata da un fossato che non si riusciva a superare, perché gli spari nazionalisti erano continui. Quindi, due carristi si offrirono persino di guidare i carri armati in maniera che si ribaltassero sul fossato e fornire sui cingolati una specie di passerella per le truppe; loro, naturalmente, sarebbero morti soffocati a testa in giù. Alla fine, fu deciso di no;
* anche cominciare a riunificare le zone sparse fu molto complicato. Esistono dei dizionari che descrivono zona per zona, data per data, questo processo, che ha dovuto unire filiere a livello militare, amministrativo e di partito;
* far filtrare simpatizzanti comunisti non fu facile.

Una citazione delle memorie di Bo Yibo (precedentemente ministro nella zona liberata della Cina del nord) è esplicativa rispetto alle condizioni in cui si vennero a trovare i comunisti. “Forze ostili dentro e fuori il Paese speravano sempre che i comunisti fallissero. Dicevano che il PCC aveva ottenuto il tianxia. Ma in così poco tempo non sarebbe stato capace governarlo. Anche tra gli amici dei comunisti c’era chi sospettava della capacità del PCC di governare: dopotutto molti erano gli analfabeti e i contadini. Il PCC non aveva molta familiarità con l’economia; l’aveva con il mondo rivoluzionario. Per Mao, però, non c’era alcuna difficoltà che non potesse essere superata”.
I nemici interni erano i nazionalisti, la criminalità organizzata; quelli esterni, gli Stati Uniti e più in generale le forze occidentali – forse anche l’Urss, che vide l’emergere sulla scena mondiale questo terzo incognito. Tutti i dati ci dicono che questa rapidissima vittoria fu molto problematica: un conto è conquistare, un conto è mantenere la posizione.

76
Q

Guerra di Corea (1950 - 1953)
Le premesse: screzi con gli americani, la «China lobby» negli Stati Uniti e il trattato tra Mosca e RPC

A
  • Già dalla prima metà del 1949, c’era stato un contatto tra i comunisti cinesi (attraverso un loro rappresentante) e l’ambasciatore americano a Nanchino. Fu un dialogo tra sordi: l’ambasciatore americano chiedeva che cosa gli americani potessero fare per i comunisti, e il rappresentante del partito comunista chiedeva agli USA una rottura dei loro rapporti col partito nazionalista; inoltre, avrebbero dovuto smettere di interferire nella guerra civile cinese. Mao Zedong a suo tempo disse che si trattava di «smettere di fare qualsiasi cosa in Cina».
  • Successivamente, col progredire della guerra civile, quando fu chiaro che avrebbero vinto i comunisti, sullo spirito del maccartismo e della guerra fredda, negli USA ci formò al senato la cosiddetta «China lobby», un gruppo di senatori, tra cui J. McCarthy, che criticavano molto il governo Truman, accusandolo di aver «perso la Cina». Le critiche furono così violente da indurre il governo Truman a rendere noto un volume, il cosiddetto «China white paper», che contiene l’elenco di tutti gli aiuti finanziari e militari che gli USA nascostamente avevano trasferito ai nazionalisti mentre formalmente imbracciavano la neutralità. La sua pubblicazione impedì qualsiasi avvicinamento tra comunisti cinesi e Stati Uniti. Ci furono a seguire degli editoriali di Mao Zedong, molto sardonici, contro i sostenitori della terza via in Cina, ovvero contro i professori che sostenevano che si dovesse trattare.
  • Il 14 febbraio 1950, a Mosca, ci fu la firma di un trattato di amicizia e alleanza tra Urss e RPC che sostituì quello dell’agosto del 1945 tra Urss e KMT. Il trattato difensivo era volto contro il Giappone (nell’esperienza storica di tutti e due i Paesi) e contro i paesi alleati del Giappone (come USA).
    Sempre da Mosca, però, c’era un telegramma di Mao Zedong al comitato centrale del partito, il quale comunicava al partito che questi doveva prepararsi a fare affari con tutto il mondo: è pertanto evidente come si separasse la politica e il riconoscimento diplomatico dagli affari. Questo fu possibile, però, solo dopo il 1972.
77
Q

Guerra di Corea (1950 - 1953)
Il fatto

A

Il 25 giugno 1950 scoppiò la guerra di Corea, a seguito della quale, ai confini del nord-est – zona fondamentale per la ricostruzione e sede dell’industria pesante – la Cina si troverà in un confronto militare diretto con gli USA, in un momento in cui avrebbero dovuto pensare a una situazione di pace. Una tesi di PHD parla di «tempesta attorno alla culla», ovvero alla neo-RPC.
Qualsiasi scenario era immaginabile. Lungo il confine coreano, erano in atto continue scaramucce e sconfinamenti; c’erano già stati 100mila morti.
Gli USA erano scontenti del loro rappresentante a capo della Corea del sud perché eccessivamente repressivo e stavano pensando di abbandonare la zona al suo destino, ma scoppiò un incidente che prolungò la presenza americana nel territorio, fino ad oggi. Forse l’incidente fu un tentativo della Corea del nord di riunificare il Paese o una provocazione sudcoreana per chiedere agli USA di continuare a rimanere lì.

  1. Fu convocato un Consiglio di sicurezza dell’ONU per votare l’invio di una spedizione internazionale in Corea per ricacciare indietro le truppe della Corea del nord che avevano sconfinato. La risoluzione passò. A rappresentare la Cina nel Consiglio c’era la Repubblica di Taiwan.
    L’Urss avrebbe potuto utilizzare il veto, ma Malik, il rappresentante russo nel Consiglio, era in quel momento assente per protestare contro il fatto che a rappresentare la Cina fosse Taiwan e non Pechino. Pertanto, non fu utilizzato il diritto di veto. Un filone di storici ritengono che questo fu forse un modo con cui l’Urss tentò di indebolire la Cina e scongiurare un avvicinamento tra RPC e USA. O, probabilmente, fu una misura prudenziale da parte di Stalin;
  2. La settima flotta americana era in Giappone, sotto amministrazione statunitense fino al 1952. Truman ordinò alla flotta di andare a pattugliare lo stretto di Taiwan per evitare l’invasione cinese dell’isola; l’attraversamento dello stretto di Taiwan non fu facile.
    Nello schema mentale degli USA, infatti, qualunque mossa compiuta da un Paese afferente al campo comunista era manovrata dall’Urss; pertanto, essa doveva essere prevenuta per evitare una conquista comunista del mondo. Eppure gli stessi Paesi comunisti erano molto diversi l’uno dall’altro. Gli USA, tuttavia, non riuscivano a percepire le specificità di ogni singolo Paese. Il tentativo nord-coreano di attaccare la Corea del sud, pertanto, doveva essere controbilanciato da questa mossa statunitense. Nei fatti, questo pattugliamento della settima flotta fu anche una mossa contro la RPC. Fu un’ingiustificata interferenza americana, anche perché la Cina comunista non aveva i mezzi ancora per attaccare Taiwan.

La spedizione internazionale in Corea sbarcò a guida del generale Dallas MacArthur, comandante supremo delle truppe statunitensi per l’Asia.

78
Q

L’intervento cinese nella guerra di Corea (1950 - 1953): motivazioni e problematiche interne

A

Perché la Cina intervenne?

  • Dopo un successo iniziale, le truppe nordcoreane si trovarono in difficoltà; era sbarcata la spedizione internazionale e la situazione divenne ancora più seria quando truppe statunitensi iniziarono ad avanzare verso il nord-est cinese, cuore dell’industria pesante. Eppure, esisteva un trattato di difesa tra Corea del nord e la Russia, che avrebbe dovuto spingere quest’ultima a intervenire. La Cina era molto preoccupata: Zhou Enlai, ministro degli esteri, incontrò Stalin in una località del Mar Nero. Quest’ultimo decise di non appoggiare la Corea del nord, perché, a suo dire, considerata l’apertura di questo fronte estremo orientale, le potenze ne avrebbero approfittato per attaccare la Russia anche su quello europeo, e sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale.
    In un telegramma, Mao comunicò l’intervento della Cina: si sarebbe fatto in modo di non dichiarare platealmente guerra agli Stati Uniti, facendo filtrare centinaia di migliaia di volontari in Corea del nord a piedi.
    La Cina aveva provato a inviare degli avvertimenti a Washington, ad esempio convocando a mezzanotte l’ambasciatore indiano a Pechino per asserire che, se le truppe americane avessero continuato ad avanzare verso i confini cinesi, la cosa non avrebbe potuto non riguardare la RPC. L’ambasciatore indiano riferì la dichiarazione a Washington, ma tutt’oggi non si sa se questa frase non fu capita o se ci fu dell’altro. Anzi, la guerra di Corea fu la prima negli USA a essere condotta con sondaggi popolari: tutti sembravano volerla, soprattutto a fronte del maccartismo e dell’allontanamento di tutti i rappresentanti della missione Dixie.
  • In quel momento, con gli americani alle porte del nord-est, emerse un certo sentimento anticomunista in Cina: gli americani sembravano voler riportare CKS al potere; nel nord-est hanno i proprietari terrieri cominciarono a reclutare milizie proprie e chiedere la restituzione delle terre che erano state distribuite; i pochi industriali farmaceutici della zona facevano arrivare medicinali scaduti. Una volta che subentrati ai nazionalisti, l’approccio dei comunisti nei confronti degli ex nemici fu estremamente morbido, perché non c’era modo di quantificare il fenomeno. Ma nel 1951 iniziò una campagna contro i controrivoluzionari, volta a evitare la collusione tra il pericolo esterno (gli USA) e l’opposizione interna.

700mila volontari cinesi intervennero in Corea. Vista la somiglianza somatica con i coreani, non furono subito identificati. Quando, a seguito delle prime catture di soldati cinesi, fu chiara agli USA e alla coalizione occidentale la loro provenienza, la Cina venne dichiarata Paese aggressore dall’Onu: scattò l’embargo commerciale per prodotti tecnologicamente evoluti, proprio quelli di cui la RPC aveva bisogno, che durerà fino al 1972. Lo sviluppo economico cinese fu ritardato così di 20/30 anni.
A seguire, MacArthur fu sostituito da un altro generale perché voleva usare la bomba atomica contro la Cina. Il confine cinese fu sempre bombardato.

79
Q

L’armistizio di Panmunjom, 1953

A

E’ l’armistizio che nel 1953 che impose un cessate il fuoco alla guerra di Corea. Fu firmato nel villaggio di Panmunjom: non fu una definitiva pacificazione, solo un cessate il fuoco.
Per la Cina fu un relativo successo: aveva combattuto con vecchie armi giapponesi e americane sottratte ai nazionalisti; nell’ultima fase della guerra era intervenuta anche l’aviazione sovietica con piloti siberiani con caratteristiche somatiche orientali, che riuscirono quindi a non farsi identificare come russi. In Cina fu definita la «prima guerra che la Cina non ha perso e la prima che gli USA non hanno vinto».

80
Q

Cambiamenti sul fronte interno della RPC (1950 – 1953): la rivoluzione del costume cinese e altri cambiamenti

A

La RPC fu anti-imperialista sul fronte esterno, ma «anti-feudale» su quello interno: gli aspetti su cui si decise un intervento erano elementi passatisti e retrogradi, mascherati troppo spesso sotto l’etichetta di tradizione confuciana: essi continuavano, generazione dopo generazione, a veicolare comportamenti non più tollerabili (patriarcato, capoclan, ruolo dominante degli uomini, utilizzo di droghe, postriboli, il concubinato, il banditismo, gang, criminalità organizzata). Questa grande campagna per la rivoluzione del costume aveva un obiettivo sociale.
* a titolo di esempio, nel maggio – giugno 1950 fu varata la legge sul matrimonio, limitatamente introdotta nel soviet del Jiangxi, la quale stabiliva un’età minima per i coniugi, la monogamia e la possibilità di divorzio;
* furono chiusi i postriboli, misura invisa alla gran parte della popolazione maschile, con l’obiettivo di introdurre una legalità socialista e creare un uomo nuovo, uno Stato etico. A Shanghai, ad esempio, c’era stato un collasso di qualsiasi senso della legalità, con il numero di prostitute che superava quello dei militari/operai;
* non esisteva un organismo che sovrintendesse la riforma agraria: la legge fu affidata a studenti universitari sotto la guida di figure locali. Durante la guerra di Corea, nel 1951, complessivamente, in circa 2 anni, il 43% delle terre coltivabili fu distribuito a circa il 60% della popolazione (in Cina poca terra coltivabile e popolazione tanta): ogni famiglia ricevette piccoli appezzamenti di terreno. Nel 1951 fu concordato a Pechino con le massime autorità tibetane (i Lama) che, per il momento, questa riforma agraria non avrebbe toccato il Tibet (che aveva una sua situazione peculiare): qui erano presenti grandi latifondisti e vaste proprietà di monasteri. Chi non apparteneva a queste famiglie, quindi, ad esempio, non monaco, era schiavo di monasteri o di proprietari terrieri;
* furono anni caratterizzati da campagne di massa con slogan molto semplici perché fossero capiti da tutti. Nel 1951 – 1952 fu lanciata una campagna chiamata dei «tre contro», rivolta ai quadri, ai funzionari e agli addetti all’amministrazione del partito comunista: i tre da combattere erano la corruzione, lo spreco delle risorse e la cattiva gestione.
Se è vero che un aspetto fondamentale del confucianesimo è l’umanesimo, l’altra faccia della medaglia è la questione dei personalismi nei rapporti: laddove il senso della legge è debole, i vuoti vengono riempiti dal familismo amorale, anche al di fuori del concetto di criminalità organizzata (ad esempio, da noi afferisce a questa logica il clan dei Casalesi: tu mi fai un favore e io faccio un favore a te.
Questa campagna è seguita nel 1952 da quella dei «cinque contro», rivolta ai corruttori esterni partito: l’evasione fiscale, la truffa contrattuale, la corruzione di pubblici ufficiali, l’appropriazione indebita, il furto di beni dello Stato, rivolta a uomini d’affari e industriali malavitosi che alimentavano la corruzione;
* dal punto di vista dell’impostazione economica, viste le ristrette possibilità di scelta, si seguì l’esempio dei piani quinquennali, elaborati su modello sovietico e nel 1953 ( - 1957) fu lanciato il primo. La definizione di «piano quinquennale» nacque in Urss per indicare una gestione centralizzata e ottimizzata delle poche risorse disponibili; sarebbe durato cinque anni perché in Russia, nelle condizioni di povertà dell’epoca, erano necessari cinque anni per costruire un’industria.
Fu data la priorità all’industria pesante perché in Corea la Cina poté verificare che si rendeva necessario modernizzare gli strumenti bellici: il capitale fu prelevato grazie al trattato di amicizia, alleanza e mutua difesa firmato a Mosca, in base al quale l’Urss concesse un prestito di 300milioni di dollari e concordò l’invio in Cina di tecnici sovietici. L’unico settore produttivo da cui si poteva trarre del capitale erano le campagne. In questo senso fu importante valorizzare al massimo la loro produttività.
Il primo piano quinquennale andò bene: la crescita nel settore dell’industria pesante fu del 18% annuo; la media dell’economia di circa il 9%. Ci fu un grande miglioramento delle condizioni di vita: l’aspettativa di vita passò da 36 a 57 anni. Il settore che crebbe di meno fu, però, quello dell’agricoltura, con una crescita fra il 4 e il 4,5% annuo;
* dovette essere fronteggiata anche la lenta crescita del settore agricolo. Il problema è che la struttura così spezzettata della proprietà terriera, in virtù della riforma agraria, impediva l’utilizzo di macchinari moderni come trattori: questa fu la ragione di fondo per cui si iniziò a sollecitare i contadini a mettere in comune i loro terreni e per organizzare forme di produzione che coinvolgessero più famiglie. I contadini non furono molto contenti; era un salto di mentalità cui non erano pronti.
Si procedette gradualmente: dal 1952 furono incoraggiati su base volontaria alcuni gruppi di aiuto reciproco oppure squadre di mutuo aiuto che comprendevano circa 10 famiglie, in zone in cui tradizionalmente era presente una forma di collaborazione tra contadini. Questi gruppi mantennero il possesso della terra e degli animali, ma lavoravano in comune. Tra il 1954 e il 1955 furono favorite le cooperative di livello inferiore: fra le 30 e le 50 famiglie avrebbero messo in comune su base volontaria terre e animali e sarebbero state compensate in base al lavoro svolto. L’andamento di queste misure fu diseguale; ci furono zone di resistenza. Tra il 1956 e il 1957 vennero create delle cooperative di livello superiore: gruppi costituiti da 100 fino a 300 famiglie, che condividevano la proprietà collettiva della terra e ricevevano conferimenti in base al lavoro svolto;
* a metà degli anni Cinquanta ci fu il completamento della nazionalizzazione delle industrie. Alcuni grandi impianti industriali erano stati ereditati dai tempi del KMT. Per quanto riguarda l’imprenditoria privata, i proprietari non sono stati espropriati, ma lo Stato acquistò le imprese private garantendo ai proprietari una partecipazione agli utili.

81
Q

La destalinizzazione in Russia e l’attacco-avvertimento a Mao di Chruščëv

A

Ci furono alcuni sviluppi internazionali sulla scia del prestigio della rivoluzione: in Russia, nel febbraio 1956, ci fu un congresso (il ventesimo) del partito comunista sovietico in cui Chruščëv, all’improvviso, senza avere avvisato nessuno, criticò vivamente Stalin e il culto della personalità attorno alla sua figura. Questa questione fu una specie di terremoto per tutti i partiti che erano presenti come rappresentanti e che si erano richiamati all’Urss. Questo attacco così personale suonava come un attacco-avvertimento alla Cina e alla figura di Mao Zedong. Per la Cina, invece, era opportuno che un partito politico si assumesse collettivamente le proprie responsabilità, senza addossare tutte le colpe a un morto.

82
Q

La campagna dei cento fiori

A

Si valutò come necessario verificare l’adesione o meno della popolazione al governo del PCC. Per questo motivo, nella primavera-estate del 1956 fu lanciata la campagna dei cento fiori, un episodio d’apertura liberale per incoraggiare la libera critica, che però in alcune settimane assunse proporzioni tali da far sì che fosse necessario porvi termine e perfino prendere severi provvedimenti, perché l’ondata contestataria e la denuncia politica del Partito avevano assunto dimensioni e virulenza notevoli. Sul PCC si riversò un mare di critiche.
La campagna fu chiusa un anno dopo con una campagna contro la destra. Il dominio comunista non sembrava sicuro; alcuni cooperavano con i nazionalisti.

83
Q

Il Grande balzo in avanti (1958 – 1960)

A

Il Grande balzo in avanti fu un tentativo sviluppista dell’economia in tutti i settori, volto a portare un maggiore equilibrio tra industria pesante, industria leggera, città e campagne, lavoro intellettuale e lavoro manuale. Il secondo piano quinquennale fu modificato in questo senso perché è convinzione dei cinesi che ci si debba risollevare contando sulle proprie forze. Altro non è se non un tentativo di fondare un modello cinese di procedere.

Nell’aprile del 1958, furono lanciate le comuni popolari; la prima fu organizzata in agosto. Fu un tentativo animato da un grande decentramento: non esisteva più una produzione centralizzata; le comuni popolari diventarono l’unità amministrativa di base responsabile di diversi settori attivi al loro interno: welfare, gestione di mense, reclutamento di milizie, gestione di scuole.
Questo tentativo era agli antipodi rispetto ai piani quinquennali, motivo per il quale Chruščëv non guardò con simpatia a questo tentativo.

La realizzazione della strategia del GB fu lasciata alla capacità di mobilitazione e di auto-organizzazione della popolazione rurale. Le comuni popolari erano frutto della fusione delle precedenti cooperative agricole di livello superiore. Erano strutture di consistenza non ben definita: da 2000 fino a 10mila famiglie. La comune rappresentò per più di vent’anni (fino al 1983) il perno di un sistema rurale fortemente integrato e caratterizzato da una duplicità di attività e funzioni (agricoltura, industria, commercio, assistenza sociale, educazione, formazione militare). Furono qui trasferite le funzioni amministrative esercitate dai distretti.

84
Q

IL GB in avanti: Industrie moderne nei villaggi: un’analisi

A

Nelle campagne vennero messi in piedi piccoli impianti industriali: piccoli cementifici, piccole centrali elettriche, piccole fabbriche di fertilizzanti, piccole fonderie per produrre acciaio e ferro e produzione di macchinari agricoli.
Il GB ha mostrato la follia di tentare di spingere l’industria moderna a livello di villaggio. Fu chiaro sin dall’inizio, in Cina così come in qualsiasi altro posto, che le industrie a base artigianali, basate sul villaggio, non potevano mai produrre industrializzazione e neppure lo sviluppo necessario ad abbattere la barriera della povertà. Nell’impianto concettuale non c’era nulla che non andasse, ma questi impianti erano poco aggiornati, con scarsa capacità tecnologica. Si rimaneva comunque poveri; non generavano ricchezza. Il capitalismo ha bisogno di squilibri: bisogna che da qualche parte si generi ricchezza. Un piano che portava tutti in equilibrio non poteva portare ricchezza: è il surplus di ricchezza che serve da motorino (teoria della cascata).

85
Q

La politica del «camminare su due gambe»: vari bilanciamenti

A

La politica ufficiale che caratterizzava il GB si chiamava «camminare su due gambe», definito come un bilanciamento di relazioni: coesistenza di industria e agricoltura, industria leggera e industria pesante, imprese grandi e piccole, metodi di produzione moderni e tradizionali, imprese condotte centralmente e localmente. Il primo piano quinquennale, invece, era stato avviato privilegiando l’industria pesante.
Questa politica era rivolta anche ad annullare le differenze tra lavoro manuale e mentale, operai e contadini, città e campagna: gli studenti di medicina furono incoraggiati ad andare nelle comuni popolari per lavorare come medici. Nelle città vennero creati dei centri di formazione di buon livello per i giovani contadini, che vennero incoraggiati ad andare nelle città; tutto ciò per superare la barriera storica che separava il lavoro intellettuale da quello manuale.

86
Q

I primi problemi del GB

A

All’inizio il tentativo andò bene. Poi, nei primi mesi del 1959 la produzione iniziò a calare; nel luglio-agosto 1959 a Lushan (nel sud) si tenne una riunione dei massimi dirigenti del partito: era presente il ministro della difesa, Peng Deuhuai, di ritorno da un viaggio da Mosca; di fronte al primo andamento non positivo fece circolare, tra i dirigenti, una lettera in cui diede la responsabilità dell’esito a Mao, definendolo un «piccolo borghese» (una specie di sognatore). Fu un attacco personalistico tremendo. Eppure, alcuni storici sostengono che il GB non fu opera di Mao, visto che lui non si occupava di economia. Ovviamente, dopo Peng Dehuai fu sostituito: gli subentrò Lin Biao, il generale che aveva completato il controllo della Manciuria (un generale importante dell’Armata Rossa).
Altri grandi problemi ci furono nel 1960: una gravissima carestia, calamità naturali che toccarono il 60% della Cina, aggravati nel ritiro, tra estate e autunno 1960, dei 300mila tecnici sovietici che erano in Cina. Inoltre, i quadri responsabili delle comuni, anche quando c’erano delle calamità naturali, comunicavano alle autorità centrali che tutto andava bene, con dati falsati in positivo del 40%. Per la mentalità confuciana non si poteva criticare il superiore. Le autorità centrali non si rendevano conto che le cose non andavano bene a livello locale, e non calavano le tasse che le varie comuni erano tenute a pagare a livello centrale.
Quando nel 1961 – 1962 furono chiari i problemi, fu avviata e completata la fase di «riaggiustamento»: ridimensionamento delle comuni popolari; ripresa delle pianificazioni a livello nazionale indicativa, se non rigida; alle famiglie fu concesso il mantenimento di terreni a livello familiare.

87
Q

Conferenza di Bandung 1955

A

Nella conferenza di Bandung svoltasi nel 1955 in Indonesia – vista da alcuni storici come momento di inizio dei Paesi non allineati (paesi afro-asiatici con passato di colonizzazione) – fu svolto un ruolo importante da Zhou Enlai e dall’indiano Nehru, primo ministro.
Alcuni Paesi dell’Africa stavano uscendo dalla colonizzazione: ma come uscirne? In questa occasione il prestigio della RPC era massimo.
Zhou e Nehru cominciarono a ragionare in termini di principi che possano garantire la pace a livello internazionale. Alla fine, furono concordati i seguenti punti:

  • rispetto reciproco per la sovranità territoriale;
  • non aggressione reciproca;
  • non interferenza negli affari interni di nessun Paese;
  • uguaglianza e reciprocità;
  • coesistenza pacifica.

Da allora, la RPC si attiene a questi punti.

88
Q

Inquadramento della Rivoluzione Culturale Cinese: premesse

A
  • 1959: Mao Zedong, in primavera, diede le dimissioni da Presidente della Repubblica, dopo il disastro del GB. A sostituirlo, Liu Shaoqi, figura storicamente avversaria di Mao. Liu esporrà alcuni capi d’accusa durante la sua presidenza della Repubblica.
  • 1960: ritiro tecnici sovietici, importanti per far funzionare ferrovie, impianti elettrici, centrali idro-elettriche

Difficile situazione sul piano estero:

  • 1962: guerra di confine con l’India, per questioni legate a vecchi problemi. Le relazioni tra questi due Paesi sono complicatissime.
  • 1965: colpo di Stato in Indonesia, dove si era svolta la conferenza di Bandung. L’Indonesia era il Paese con il partito comunista non al governo, ma più grande, dopo la Cina, per numero di iscritti. I comunisti sembravano dover prendere il potere. Invece, la reazione di destra dei militari sembra molto organizzata e intensa. La Cina perse così il maggior alleato in Asia orientale. A Giava, fu eliminato circa un milione di comunisti, di cui la maggior parte cinese.

Sotto questo punto di vista, la RC sarà vista anche come una mobilitazione della popolazione anche in relazione a una possibile crisi internazionale.

  • 1962 – 1965: la conferenza dei Settemila e Mes (Movimento di Educazione Socialista). La conferenza era rivolta a quadri del partito e dirigenti delle comuni popolari. I Settemila erano responsabili di comuni e amministratori locali. Fu ribadita l’importanza delle comuni popolari (fino al 1983) e anche l’attenzione alle prassi per l’edificazione socialista (non fughe in avanti, obiettivi velleitari, ma desiderio di affrontare le situazioni nel modo giusto). Per Mao, «la lotta di classe continua ad esistere anche in seno alla società socialista, ma non deve interferire con la conduzione del lavoro in campo economico»: una divisione in classi continua a sussistere anche dentro società socialiste, ma la lotta non deve interferire con temi come il raccolto, il lavoro dei campi, ecc.
    Il Mes era rivolto ai quadri, agli amministratori delle comuni popolari per il miglioramento qualitativo dei quadri; operò attraverso le «quattro pulizie»: niente appropriazione dei fondi pubblici, corruzione, spreco, speculazione (anche nelle campagne). Esse ricordano lo slogan dei «tre contro», contro le tendenze negative all’interno del partito nei contesti urbani, e dei «cinque contro», contro i corruttori. Evidentemente la conferenza dei Settemila e il Mes ci dicono che anche nell’ambiente rurale delle campagne e dei comuni si erano presentati problemi di questo tipo.
89
Q

Liu Shaoqi

A

L’obiettivo primo delle guardie rosse era Liu Shaoqi. Uno dei capi di accusa contro di lui erano i suoi «discorsi di Tianjin».
In quest’occasione, nel 1949, Liu convinse gli industriali ad aprire le fabbriche, dando loro la certezza che il PC non avrebbe ostacolato il loro lavoro. Ma disse anche: «adesso che siamo noi al governo, lo sfruttamento è legale». La formulazione corretta del discorso sarebbe stata che gli operai dovevano continuare consapevolmente a sopportare una certa quantità di sfruttamento. La moglie di Liu veniva da ambienti imparentati con industriali di Tianjin, questione che aggravò la posizione di Liu.
Il rapporto del PC con gli operai era difficile; loro erano abituati a parlare con i contadini. Al ritorno nelle città fu difficile la ripresa del rapporto con industriali e operai, i quali si aspettavano una riduzione delle ore lavorative e un incremento di salario (ma ciò non era realistico).
Ci fu un grande dibattito all’interno del PC circa lo sfruttamento degli operai.
Una circostanza interessante è come venivano impostati gli slogan nella festività del 1° maggio. Nel 1° maggio del 1949, Liu Shaoqi propose che si scrivesse che la rivoluzione aveva vinto; Mao disse che non era vero, ma che era l’inizio di un lungo percorso. Liu aveva molta fretta di chiudere i ponti.

Nel 1968, Liu sarà allontanato e isolato; morirà in solitudine in circostanze non chiarite. Sarà riabilitato nel 1980 da Deng Xiaoping.

90
Q

La rivoluzione culturale cinese (1966 – 1969/1976)

A

La rivoluzione culturale fu uno dei passaggi storici che in Occidente, soprattutto attraverso la narrativa, ha veicolato un’immagine di un Mao Zedong come un nuovo Hitler.
Stabilizzata la situazione interna con il riaggiustamento, nell’estate 1964 fu istituito un gruppo di 5 figure per la rivoluzione culturale, cioè per controllare e verificare se anche la produzione letteraria fosse rivoluzionaria, se avesse recepito che c’è stata una rivoluzione. Il gruppo condusse una campagna nazionale per valutare l’effettivo carattere socialista e rivoluzionario della produzione letteraria dopo il 1949. Inevitabilmente, essa – sulla base del portato storico cinese – finì per valutare l’operato dei funzionari, ora funzionari del partito, visto che le due dimensioni della cultura e del mondo funzionale sono contigue storicamente.
Lo stesso Mao segnalò 40 opere come esempi negativi, tra cui il libretto Le dismissioni (l’allontanamento) di Hai Rui; era un generale di epoca Ming. Era un libello scritto nel 1960 da Wuhan, un autore iscritto al partito e vicesindaco di Pechino. Riguardava il fatto che il generale era stato allontanato dal suo posto perché aveva osato criticare l’imperatore. Fu intercettato come allusivo nei confronti dell’allontanamento di Peng Deuhuai.
Il fatto che circolassero opere simili che si occupavano del presente ma non con il linguaggio del presente dimostrava che in ambienti della cultura e intellettuali non esisteva una produzione letteraria che si potesse dire rivoluzionaria o socialista: era un modo ammuffito di parlare, passatista. Fu creato quindi nel 1964 un primo gruppo per la RC.
Agli inizi del 1965, dei gruppi vicini a Mao espressero preoccupazione che niente era cambiato a livello culturale e funzionariale. Tra la fine del 1965 e gli inizi del 1966 fu riportata la preoccupazione di Mao di essere emarginato e forse ucciso. Si allontanò da Pechino fino all’estate del 1966. Forse la questione aveva sollevato un punto nevralgico e voleva vedere che cosa succedesse in sua assenza.

Nei confronti del libretto, il gruppo creato non prese posizione nello specifico, valutandolo come un attacco mascherato a Mao. Si limitò a dire che il problema era grave e che dovesse essere affrontato con molta cautela.

91
Q

1966: «la banda dei quattro», le guardie rosse e i dazibao

A

Alla fine di maggio del 1966 fu creato un nuovo gruppo di 4 figure per la rivoluzione culturale, in cui tutti erano vicini alle posizioni di Mao; ne faceva parte anche la moglie di Mao, Jiang Qing, che si occuperà di politica relativamente al teatro (esisteva una forma di teatro rimasta ossificata; si occuperà di modernizzarla). Wang Hongwen era un operaio capace; fino alla primavera del 1966 sembrava dovesse essere il successore di Mao, ma questi, negli ultimi mesi, si preoccupò di lasciare una situazione il più stabile possibile, e Wang non salirà alla carica. Zhang Chunqiao era un letterato di Shanghai, che si era occupato, come Yao Wenyuan, della discussione di questi libelli. In futuro, queste 4 figure saranno definite, in senso dispregiativo, «la banda dei quattro». In effetti, un mese dopo la morte di Mao saranno arrestati e nel 1980 – 1981 si terrà un processo; Jiang Qing sarà condannata a morte, pena commutata in ergastolo. Nel 1991 si uccise in carcere. Gli altri, dopo un periodo, tornarono in libertà.

Nel maggio 1966, negli ambienti universitari, sorse interesse per questo problema del persistere in letteratura di forme arcaiche e passatiste, e si formarono i primi gruppi di guardie rosse. Con questo nome si intendono figli di famiglie «rosse», dal background operaio o contadino, ritenute all’epoca il pilastro portante dei cambiamenti.
Il 1° giugno del 1966 apparve all’università di Pechino un dazibao (manifesto a grandi caratteri), firmato da laureati e da diversi docenti, sul mancato dibattito del caso Wu Han. In esso, una giovane docente criticava il controllo dell’università da parte di borghesi reazionari, il che avrebbe ostacolato una discussione sul tema che aveva sollevato Mao.
Furono mandate delle squadre nelle università per placare la situazione. Non era certo se avessero chiesto il parere di Mao Zedong.

92
Q

Il ritorno di Mao e la lotta ai quattro vecchiumi

A

Il 18 luglio 1966 Mao tornò a Pechino; decise di incoraggiare gli studenti protestatari, attraverso delle controsquadre, a portare avanti un dibattito nel campus universitario. Il 5 agosto 1966 lui stesso stese un dazibao con scritto «bombardare il quartier generale»: fece riferimento al formarsi di una nuova burocrazia all’interno del partito, animata in realtà da natura e obiettivi non rivoluzionari (carrierismo, lontananza dalle persone…). Michael Schoenhals sostiene che con quest’espressione si intendeva che, in base al perdurare di fenomeni di corruzione e incapacità, attaccare i quadri a ogni livello.
In agosto, la linea generale delle guardie rosse fu definita come la «lotta ai quattro vecchiumi» (vecchi modi di pensare, vecchia cultura, vecchie abitudini, vecchi comportamenti). Nonostante la rivoluzione, continuavano a persistere abitudini e comportamenti che faticavano a essere eliminati; tra questi, il riproporsi di posizioni privilegiate all’interno dell’apparato amministrativo, come dimostrato dall’apertura di scuole per figli di élite del PCC.

93
Q

La lunga periodizzazione della RC: la versione del PC nella risoluzione del 1981

A

La lunga periodizzazione della RC è quella ufficiale della RPC (1966 – 1976). All’inizio degli anni Ottanta, dopo la morte di Mao e di Zhou, si rivolse un’attenzione nuova a coloro che durante la RC erano stati oggetto di violenza, discriminati. Sparirono le etichette di classe (contadino ricco, contadino povero) e furono previste delle forme di risarcimento per chi aveva subito negli anni precedenti violenza o discriminazione (oggi queste figure ricevono una pensione molto alta, facilitazioni di viaggio all’estero).
Nel 1981 fu elaborato un compromesso tra migliaia di quadri, interpellati per creare una versione congiunta della storia del PC dal 1949 in poi; il lavoro durò alcuni anni e ne uscì una risoluzione. Il PC è l’unico partito che delibera sulla propria storia: era già successo a Yan’an nel 1945, dove era stata elaborata una versione concordata del periodo 1921 – 1945.
La risoluzione del 1981 consegnò alla storia il parere del PC anche sulla figura di Mao, di cui furono ricordati i grandi meriti in una percentuale canonica (70% meriti, 30% demeriti; questi ultimi afferenti al periodo della RC).
È qui che la periodizzazione della RC viene estesa fino al 1976, anno della morte di Mao (che sicuramente ebbe un ruolo centrale nel fenomeno). La sua figura non fu isolata da quelle degli altri dirigenti del partito. Fu scritto che Mao era anziano e che i suoi compagni d’armi non sono stati capaci di modulare le sue decisioni. È una valutazione diversa da quella che Chruscev fece di Stalin. Il fatto che siano stati menzionati i compagni d’armi ricorda la dimensione vivissima della lotta.

94
Q

Bilanci sulla RC: visioni contrastanti

A

Sempre negli anni Ottanta, alcuni autori iniziarono a offrire una prospettiva diversa della RC rispetto a una narrazione dominante negli USA. Qui, infatti, si trasferirono molte famiglie ricche cinesi dopo la RC, e iniziarono a pubblicare decine di libri sulle loro sofferenze durante quegli anni, influenzando grandemente l’opinione pubblica americana («letteratura delle cicatrici»).
Infatti, il tema fu accolto con grande interesse; in particolare, il libro Cigni selvatici di Jung Chang, la quale sostiene la posizione per cui Mao sarebbe stato l’Hitler della Cina e le GR l’equivalente delle SS.
L’immagine di Mao nelle menti dei non specialisti è questa, alimentata da blog, microblog, editoria. Questo vasto filone letterario (USA, Francia…) influenza anche l’elettorato americano e le lobby. Se oggi Biden definisce Xi Jinping un dittatore è anche in virtù di quest’impronta molto viva.
Negli USA si è diffuso anche un altro inquadramento terminologico della RC, secondo cui questa sarebbe stata l’equivalente dell’Olocausto.

  1. Il saggio di Mobo Gao intende confutare queste posizioni. Sicuramente, dice, ci fu violenza, ma non fu pianificata da una linea politica ufficiale come fu quella di Hitler. Le morti dal 1966 al 1976 sono state causate da diversi gruppi di persone, per ragioni diverse in diversi periodi della RC; alcune violenze erano di natura di classe, altre di natura sociale, alcune dettate da rancori personali; in altri casi la violenza era dovuta a cecità e ignoranza.
    Nel novembre del 1966 le autorità centrali, che avevano iniziato a vedere la piega fisica presa dalle cose, proibirono che fabbriche, scuole, strutture amministrative e altre unità fossero adattate a centri di detenzioni o tribunali per perseguire qualcuno; qualsiasi violazione sarebbe stata una violazione delle leggi dello Stato. La politica ufficiale, espressa in vari discorsi dei leader, era chiara: bisognava lottare con le parole ma non con attacchi fisici. Si trattò quasi sempre di violenza che sgorgava con grande fervore dal basso. La maggior parte della violenza e della distruzione verificatasi non è mai riconducibile a un unico referente.
    Inoltre, è generalmente ritenuto sia stata Shanghai il centro dove la RC fu radicale, ma in realtà è stato Pechino il luogo in cui gli studenti hanno più spesso picchiato i loro insegnanti. Sempre a Pechino, nel 1966 i figli di membri del partito di alto livello e di ufficiali di alto livello fondarono il gruppo Azione Coordinata, portando avanti il cosiddetto «terrore rosso», allo scopo di difendere i loro genitori e i loro nuovi privilegi. Erano infatti state fondate delle scuole di élite per figli di personaggi di alto livello, riproponendo una serie di privilegi di classe che ricordano quelli del sistema funzionariale. Questi giovani furono violenti proprio per salvaguardare questi privilegi adottando allo stesso tempo un comportamento assai violento per far vedere che, tra gli altri, erano i più rivoluzionari di tutti.
    La RC ebbe inoltre un impatto significativo su un grande numero di persone. Ad esempio, incoraggiò la creazione di un sistema sanitario piuttosto efficiente, l’espansione dell’educazione nella Cina rurale e il sostegno della politica di genere.
    Molti ricordano che l’economia cinese fu sull’orlo del collasso durante la RC. Comunque, studi sul periodo dimostrano che l’economia cinese è stata sì toccata nel 1967 e nel 1968, ma per tutto il resto degli anni Sessanta e Settanta ha mostrato una crescita consistente. Persino gli USA lo riconobbero: affermarono che durante l’era di Mao l’economia cinese ebbe un record di crescita sia sul fronte agricolo che industriale; fu rafforzata la base economica su cui anche la leadership successiva avrebbe costruito.
    Amartya Sen ha calcolato che nella sola India, in quello che definisce come il fallito esperimento liberal democratico, dal 1917 – 1980 ci sono stati 100 milioni di morti di fame; quindi, molto di più di tutto l’insieme dei paesi socialisti.
    Quello che le élite cinesi non possono dimenticare è che le influenze occidentali sono state interrotte durante i dieci anni della RC. Un filone della “letteratura delle cicatrici” insiste infatti sul fatto che al tempo non si potevano leggere romanzi in lingua straniera. Gao però ricorda come viceversa è stata valorizzata la cultura cinese, come lo studio della medicina tradizionale, che ha portato alla scoperta di una cura efficace contro la malaria.
  2. Lo studio definitivo sulla RC è quello di M. Schoenhals e di R. Macfarquhar, “Mao’s last revolution”. Essi concludono che è stato grazie alla disarticolazione sociale prodotta dalla RC in una società come quella cinese che la Cina è stata in grado di entrare nella modernità; ha disarticolato – sicuramente in modo violento – il senso di gerarchia fra i rapporti sociali tipica del confucianesimo, con i giovani sempre in fondo. Il fatto che oggi i confuciani siano molto attivi per riprendere terreno ci dice che questa disarticolazione è stata compiuta, anche se continuano ad esistere influenze profonde.
  3. È stato scritto un libro da parte di Diana Lary e Steve McKinno, intitolato Cicatrici di guerra (Scars of war), i quali rispondono a questa definizione di “letteratura delle cicatrici”. Gli autori hanno condotto centinaia di interviste nella Cina rurale, andando a scavare tra i ricordi del periodo di guerra delle persone, ricavando l’impressione che quello che si sa è solamente la punta di un iceberg e che il resto sia stato taciuto (es: massacro di Nanchino). Tutti hanno introiettato una dimensione endemica di violenza. Da qui, il fatto che quella che doveva essere una lotta politica assunse una dimensione fisica, in una specie di gigantesca elaborazione collettiva di traumi precedenti.
95
Q

Minacce esterne: la difficile situazione della sicurezza internazionale negli anni Sessanta

A

Un altro aspetto della questione è trattato da Lovell F. Meyskens, nel suo libro Mao’s third front – La militarizzazione della Cina nel periodo della guerra fredda. Apparentemente sembra si occupi di tutt’altro, ma porta alla luce, attraverso nuove fonti cinesi e tante interviste, un progetto segreto. Mentre c’erano le GR, le quali sembravano essere un elemento centrale della politica cinese, l’attenzione delle autorità cinesi andava in realtà verso un’altra parte. Negli anni Sessanta, la Cina era in una situazione terribile dal punto della sicurezza internazionale; era isolata internazionalmente, nell’ONU c’era Taiwan (gli USA usavano sempre il diritto di veto quando veniva presentata una mozione per cambiare la rappresentanza). Gli USA avevano circondato la Cina con un anello di basi militari (Taiwan, Filippine…) e nel 1958 avevano dotato Taiwan di testate nucleari. L’esposizione cinese ad attacchi aerei USA fu molto evidente nel 1959, quando degli aerei spia statunitensi portarono avanti delle missioni di ricognizione su tutta la Cina, compresa la capitale. La Cina non aveva i mezzi né per intercettarli, né per contrastarli. Dopo l’embargo ai suoi danni nella guerra di Corea, da dove poteva attingere le attrezzature necessarie? La minaccia maggiore sembrò venire dall’Urss. Mosca aveva mantenuto più di 100mila truppe lungo il confine settentrionale della Cina. Bisogna anche ricordare che la Mongolia esterna era entrata nella zona di influenza sovietica.
La priorità fu quindi quella di prepararsi per una guerra che tutto lasciava pensare fosse imminente, costruendo dei giganteschi impianti industriali, soprattutto nel Sichuan e anche nel Gansu (progetto tenuto segreto); il progetto ha coinvolto dai 15 ai 17 milioni di lavoratori nella costruzione di migliaia di km di ferrovie, nel caso in cui la Cina fosse attaccata. Questa mobilitazione interna – rappresentata anche dalla RC – era funzionale a una possibile mobilitazione di guerra (innescata dalla minaccia dell’Urss).
È su questo sfondo che alla fine degli anni Sessanta emergerà l’idea di un avvicinamento agli USA e di dotarsi di un referente in grado di far fare all’equipaggiamento militare cinese un salto di qualità con la fine dell’embargo.

96
Q

L’apertura a Washington nel 1972: un passaggio cruciale per la Cina

A

La Cina cominciò a segnalare a Washington l’apertura di canali di comunicazione attraverso la Polonia: l’ambasciata cinese fece pervenire a quella statunitense la notizia nel 1968, quando le questioni relative ai disordini provocati dalle GR nelle città cominciavano a placarsi.
L’apertura agli USA si verificò nel 1971, con la visita di Kissinger in Cina per aprire la strada all’incontro tra Mao e Nixon nel 1972.

In seguito alla visita di Nixon del 1972, gli USA tolsero il veto sulle mozioni relative al subentro di Pechino nel Consiglio di sicurezza dell’ONU; finì anche l’embargo commerciale, un passaggio obbligato per lo sviluppo futuro cinese. In quegli anni comparvero anche i primi computer. La scelta di questo avvicinamento è stata fortunatissima perché, essendo stata la Cina esclusa dalla prima rivoluzione industriale, non lo fu dalla rivoluzione informatica. In questo senso, è stata una scelta lungimirante.

97
Q

La questione Taiwan (anni Settanta)

A

Nel 1972 fu rilasciato il cosiddetto «comunicato di Shanghai», con il quale fu comunicato agli USA che tutti i cinesi delle due sponde dello stretto di Taiwan riconoscevano la Cina come Paese che doveva restare unito e intendersi unico e che Taiwan apparteneva alla Cina. Nel 1979 la questione sarà ripetuta in forma più chiara, con il riconoscimento diplomatico tra i due Paesi.
A Taiwan c’era il partito nazionalista al governo: la posizione del KMT era che è esisteva una sola Cina e che Taiwan ne faceva parte; il KMT non ha mai rinunciato all’obiettivo di riconquistare la Cina continentale. Il problema è il partito democratico-progressista oggi, indipendentista, che vuole proprio l’indipendenza di Taiwan; esso ha però perso le elezioni.

98
Q

Squilibri negli sviluppi territoriali

A

Negli anni Ottanta si verificò una tendenza tecnocratica che portò a un ulteriore sviluppo della fascia costiera. Quando negli anni Novanta fu chiaro che questa strategia aveva aumentato il gap di sviluppo tra interno e costa, il governo centrale lanciò una grande campagna intitolata Go west per facilitare finanziariamente la delocalizzazione di industrie verso l’interno del Paese.
In Cina c’è un passaporto interno, hukou, che facilita il trasferimento dalle città verso le campagne, dai centri maggiori verso i centri minori per cercare di calibrare una situazione molto squilibrata verso la fascia costiera, dove c’è la maggior parte dell’industria leggera (quella pesante oggi è in Manciuria/Dongbei/Nordest).
Nel 2013 Xi Jinping ha dato il via all’ambiziosa iniziativa OBOR («One belt, one road»), la rivitalizzazione della Via della seta e dei suoi vari collegamenti, alludendo ai paralleli collegamenti marittimi che, attraverso la circumnavigazione dell’India, arrivavano fino in Africa.

99
Q

La fine di Lin Biao: apertura o meno agli USA?

A

Nell’autunno del 1971 uscì di scena Lin Biao. Non è chiaro come sia successo; la versione prevalente è che lui e la sua famiglia sia precipitata con uno schianto aereo in Mongolia, durante un tentativo di raggiungere l’Urss. Samarani cita come probabili che il figlio di Lin Biao, un militare, avesse organizzato un complotto per uccidere Mao; scoperti, sarebbero fuggiti, forse con insufficiente carburante a bordo.
Lo sfondo politico di questo complotto e di questa fuga era la questione dell’apertura o meno agli USA.

100
Q

Le quattro modernizzazioni di Zhou Enlai: 1975

A

Nel 1975, Zhou Enlai lanciò il progetto delle «quattro modernizzazioni»: agricoltura, industria, scienza e tecnologia e difesa (poi ripreso da Deng Xiaoping)
I primi a cercare la modernizzazione della Cina sono stati i funzionari del movimento yangwu. Anche Mao in un telegramma da Mosca, nel 1950, scriveva che si doveva essere pronti a fare affari con tutti (poi però scoppiò la guerra di Corea e scoppiò un embargo commerciale).

101
Q

La successione di Mao

A

Nell’aprile del 1976, quando Mao era già in uno stato avanzato di Parkinson, uno dei suoi nipoti capiva ciò che lui intendesse dire. Si trattava di impostare la successione. Ciò che viene generalmente sottolineato è lo scrupolo di Mao di consegnare una Cina che dia un’impressione di stabilità. Fu lasciata decadere l’ipotesi del successore precedente (Wang Hongwen, ritenuto troppo vicino a Jiang Qing). Fu scelto Hua Guofeng, che portò avanti onestamente l’impostazione di Mao; nel 1980 però uscì di scena. Da questo momento in poi saranno Zhao Ziyang (primo ministro) e Hu Yaobang (professore); poi Deng Xiaoping, legato alla questione del «socialismo con caratteristiche cinesi».