28 D Flashcards
trad ὁ δὲ τοῦτο ἀκούσας τοῦ μὲν θανάτου καὶ τοῦ κινδύνου ὠλιγώρησε,
avendo udito ciò, egli tenne in poco conto la morte e il pericolo
ὠλιγώρησε da ὁ δὲ τοῦτο ἀκούσας τοῦ μὲν θανάτου καὶ τοῦ κινδύνου ὠλιγώρησε,
ὠλιγώρησε: da oligo, ‘poco’, e regge il doppio genitivo. È un verbo contratto e ha l’aoristo primo. I verbi come preoccuparsi, curarsi di, ma anche il loro contrario reggono il genitivo (ma anche in italiano e in latino). θανάτου καὶ κινδύνου sono perciò complementi vincolati al verbo. Interessante la contraddizione tra ὠλιγώρησε (poco) e πολὺ (molto)
Entrambi i participi (ἀκούσας e δείσας) vengono tradotti con l’anteriorità.
trad πολὺ δὲ μᾶλλον δείσας τὸ ζῆν κακὸς ὢν καὶ τοῖς φίλοις μὴ τιμωρεῖν,
avendo invece avuto molto più timore di vivere essendo un vile e di non vendicare gli amici
δείσας da πολὺ δὲ μᾶλλον δείσας τὸ ζῆν κακὸς ὢν καὶ τοῖς φίλοις μὴ τιμωρεῖν,
participio predicativo aoristo al nominativo maschile singolare, da deido; è una forma difettiva questo verbo, non ha il presente (come oida); ha un futuro epico. Ha una doppia forma al perfetto che tra l’altro si può tradurre col presente
trad ‹αὐτίκα,› φησί, ‹τεθναίην, δίκην ἐπιθεὶς τῷ ἀδικοῦντι, ἵνα μὴ ἐνθάδε μένω καταγέλαστος παρὰ νηυσὶ κορωνίσιν ἄχθος ἀρούρης.›
‘Possa morire subito, dice, avendo fatto pagare il fio al colpevole, per non restare qui oggetto di scherno, presso le concave navi, peso della terra’.
‹τεθναίην, da δίκην ἐπιθεὶς τῷ ἀδικοῦντι, ἵνα μὴ ἐνθάδε μένω καταγέλαστος παρὰ νηυσὶ κορωνίσιν ἄχθος ἀρούρης.›
τεθναίην: abbiamo un simpatico esempio di ottativo in frase indipendente ‘thnesko’, ottativo desiderativo. L’ottativo ha queste caratteristiche: il tema è thne nella forma thna, c’è la iota tipica dell’ottativo, c’è ην, che è la desinenza tipica dell’ottativo
τῷ ἀδικοῦντι, da ‹τεθναίην, δίκην ἐπιθεὶς τῷ ἀδικοῦντι, ἵνα μὴ ἐνθάδε μένω καταγέλαστος παρὰ νηυσὶ κορωνίσιν ἄχθος ἀρούρης.›
Ettore in questo caso
παρὰ νηυσὶ κορωνίσιν da ‹τεθναίην, δίκην ἐπιθεὶς τῷ ἀδικοῦντι, ἵνα μὴ ἐνθάδε μένω καταγέλαστος παρὰ νηυσὶ κορωνίσιν ἄχθος ἀρούρης.›
locuzione di derivazione omerica,
trad μὴ αὐτὸν οἴει φροντίσαι θανάτου καὶ κινδύνου;»
Oὕτω γὰρ ἔχει, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, τῇ ἀληθείᾳ·
Credi forse che egli si sia preoccupato della morte e del pericolo?
E’ così infatti in verità, o uomini di Atene;
trad οὗ ἄν τις ἑαυτὸν τάξῃ, ἡγησάμενος βέλτιστον εἶναι ἢ ὑπ ̓ ἄρχοντος ταχθῇ, ἐνταῦθα δεῖ, ὡς ἐμοὶ δοκεῖ, μένοντα κινδυνεύειν,
μηδὲν ὑπολογιζόμενον μήτε θάνατον μήτε ἄλλο μηδὲν πρὸ τοῦ αἰσχροῦ.
dove uno abbia collocato se stesso, avendo ritenuto che fosse la cosa migliore o dove sia stato collocato da chi comanda, è necessario che lì restando, come a me sembra, affronti il pericolo, senza tener conto né della morte né di nient’altro davanti al disonore.
οὗ da ἄν τις ἑαυτὸν τάξῃ, ἡγησάμενος βέλτιστον εἶναι ἢ ὑπ ̓ ἄρχοντος ταχθῇ, ἐνταῦθα δεῖ, ὡς ἐμοὶ δοκεῖ, μένοντα κινδυνεύειν,
avverbio di luogo, correlato con ἐνταῦθα; inizia la lunga metafora desunta dal linguaggio militare, che si preciserà poi con il ricordo autobiografico della propria esperienza di soldato
ἑαυτὸν τάξῃ, ἡγησάμενος βέλτιστον εἶναι ἢ ὑπ ̓ ἄρχοντος ταχθῇ,
sottolinea la scelta personale, mentre ὑπ ̓ ἄρχοντος ταχθῇ sottolinea l’obbedienza a un comando altrui.
τὸ ζῆν da πολὺ δὲ μᾶλλον δείσας τὸ ζῆν κακὸς ὢν καὶ τοῖς φίλοις μὴ τιμωρεῖν,
τὸ ζῆν: infinito sostantivato da zao, ‘il vivere’, è complemento oggetto di δείσας
κακὸς ὢν da πολὺ δὲ μᾶλλον δείσας τὸ ζῆν κακὸς ὢν καὶ τοῖς φίλοις μὴ τιμωρεῖν,
κακὸς ὢν: participio predicativo da eimi retto da zen (vivere da malvagio)
τιμωρεῖν da πολὺ δὲ μᾶλλον δείσας τὸ ζῆν κακὸς ὢν καὶ τοῖς φίλοις μὴ τιμωρεῖν,
τιμωρεῖν: ‘recare giustizia a qualcuno’, regge il dativo τοῖς φίλοις