Varietà e Variazione Flashcards

1
Q

REPERTORIO LINGUISTICO

A

Insieme di tutte le VARIETA’ di cui può disporre una comunità linguistica (=REPERTORIO LINGUISTICO COMUNITARIO), oppure di cui può disporre un singolo parlante (=REPERTORIO LINGUISTICO INDIVIDUALE).

Le varietà del repertorio riflettono inoltre le caratteristiche sociali e culturali di ciascun membro di quella comunità linguistica.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q

COMUNITA’ LINGUISTICA

A

Complesso di persone legate da una qualche forma di aggregazione sociopolitica, che sono in grado di accedere a un insieme di varietà che costituiscono il repertorio di una determinata lingua e che si identificano nel medesimo modello linguistico di riferimento.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q

COMUNITA’ LINGUISTICA ITALIANA

A

Il modello linguistico di riferimento al quale tendere (=LINGUA TETTO) è l’ITALIANO STANDARD NORMATIVO.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q

ITALIANO STANDARD NORMATIVO
Parlato da:

A
  • parlanti che si identificano nello Stato-Nazione Italia;
  • parlanti che non si identificano (più), ma posseggono l’italiano standard normativo come lingua tetto, e l’italiano o un dialetto come lingua di prima socializzazione (es. emigrati)
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q

COMUNITA’ LINGUISTICHE ALLOGLOTTE

A

La lingua di prima socializzazione non è l’italiano o un dialetto ma una varietà che ha come modello linguistico di riferimento un’altra lingua tetto. Parlanti in genere trilingue (varietà alloglotta, dialetto italoromanzo, varietà di italiano) o quadrilingue (+ lingua tetto di riferimento).

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q

ITALIANO STANDARD NORMATIVO

A

= Varietà di italiano non influenzata dagli elementi extralinguistici. Lingua codificata e descritta dalle grammatiche, nata dal processo di CODIFICAZIONE NORMATIVA.
NORMA ESPLICITA fissata nelle grammatiche.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q

ITALIANO STANDARD NORMATIVO
Come è nato?

A

Varietà che era stata codificata per la lingua scritta e letteraria (contesti alti e formali), mentre per la comunicazione orale si usava il latino o i volgari. Perciò nel processo di codificazione non è stata prestata attenzione al definire la pronuncia corretta. → I parlanti di estrazione socio-culturale medio-alta si avvicinano all’italiano standard, per morfologia sintassi e lessico. Difficile la piena adesione allo STANDARD FONETICO.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q

CODIFICAZIONE NORMATIVA

A

individuazione delle strutture e delle regole presenti in una varietà eletta a modello di lingua e a codificazione di queste caratteristiche all’interno di una GRAMMATICA di riferimento.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q

STANDARD FONETICO

A

Un parlante italiano di difficilmente riconosce la pronuncia presentata nel DOP = dizionario di ortografia e pronuncia (per dizione)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q

GRAFIA DELL’ITALIANO STANDARD NORMATIVO

A

Assenza di SEGNI PARAGRAFEMATICI (=Accorgimenti grafici atti individuare delle caratteristiche distintive):
VOCALI TONICHE APERTE/CHIUSE: aperte (accento grave) = è [ɛ], ò [ɔ]; chiuse (acc. acuto) = é [e], ó [o]. L’accento acuto e grave Viene segnalato graficamente solo in certe parole OSSITONE (= accento sull’ultima sillaba, es. è/perché), manca la segnalazione di apertura delle vocali toniche all’interno di parola.
AFFRICATA ALVEOLARE SORDA/SONORA: scempie → [ts] di zucchero e[dz] di zona; intense → [tts] di pazzo e [ddz] di razzo.
SIBILANTE ALVEOLARE SORDA/SONORA: → [s] di sano; [z] di rosa.
AMBIGUITA’ (chiamate COPPIE MINIME): accétta (ascia) ≠ accètta (accettare); bótte (vino) ≠ bòtte (percosse); razza: [rattsa] (specie) ≠ [raddza] (pesce); fuso: [fuso] (filare) ≠ [fuzo] (liquefatto)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q

FONO

A

Minima unità fonico-acustica della lingua (es. [r])

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q

PAROLA

A

Complesso di foni organizzato intorno a un accento che va a individuare un oggetto/concetto e assume un significato. L’insieme delle parole forma il LESSICO di una lingua.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q

COPPIE MINIME

A

Coppie di parole che si differenziano per un solo fono, il quale però ha la capacità di modificare il significato della parola.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q

VALORE DISTINTIVO

A

Capacità di un fono di modificare significato della parola

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q

FONEMA

A

la più piccola unità fonico-acustica della lingua dotata di valore distintivo e capace di creare coppie minime. Ogni fonema è un fono ma non viceversa (es. è/é).

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q

MORFEMA

A

elemento formale che definisce la categoria grammaticale e la funzione sintattica di una parola.

17
Q

ITALIANO NEOSTANDARD O DELL’USO MEDIO

A

è la varietà di italiano concretamente utilizzata nel parlato/scritto da parlanti/scriventi di estrazione socioculturale medio-alta, in contesti sia informali che formali, nella quale sono legittimate caratteristiche non previste dallo standard ma universalmente accettate da chi della lingua italiana si avvale per comunicare. NORMA IMPLICITA.

18
Q

NORMA ESPLICITA

A

Italiano standard fissato nelle grammatiche

19
Q

NORMA IMPLICITA

A

Italiano neostandard o dell’uso medio, legittimata da uso e consenso.

20
Q

IL CASO DI “LUI, LEI, LORO” IN FUNZIONE DI SOGGETTO (1)

A

Uso già presente nel ‘300, si amplia nel ‘400, e sempre vivo nella lingua parlata e nelle scritture vicine al parlato (teatro).
a. MANZONI: Nella prima metà dell’Ottocento tenta di avvicinare la dimensione scritta e parlata, ricercando un modello di italiano comune adatto sia alla letteratura che vicino alla lingua viva e vera. Individua il modello nel fiorentino vivo dei parlanti colti, da loro usato per comunicare. Per fornire questo modello effettua sulla prima edizione dei Promessi Sposi (1827) numerose correzioni, tra le quali la sostituzione di “egli, ella, essi” con “lui, lei, loro” in funzione di soggetto nell’edizione 1840. In questo modo legittimo l’uso di “lui lei loro” soggetto e documentò quanto questi pronomi fossero utilizzati a dispetto delle grammatiche.
Fino alla metà del ‘900 le grammatiche continuarono a censurare quest’uso, condannandolo o non inserendolo tra le possibilità. Successivamente iniziarono a segnalarlo, però evidenziando l’esistenza di una distinzione tra norma e uso, o tra lingua letteraria e colloquiale.

21
Q

IL CASO DI “LUI, LEI, LORO” IN FUNZIONE DI SOGGETTO (2)

A

b. SERIANNI, “Italiano”, 1997: si può scegliere la coppia “egli/ella” (preferita dalla tradizione grammaticale ma in forte declino rispetto a →) o “lui/lei”. “Egli” è raro, si preferiscono sinonimi o perifrasi, “ella” è ancora più raro perché fuori di Toscana suona letterario.
c. RENZI-SALVI-CARDINALETTI, “Grande grammatica italiana di consultazione”, 2001: La serie dei pronomi liberi (= tonici) in funzione di soggetto è “io-tu-lui/lei-noi-voi-loro”. Forme alternative: egli/ella, essi/esse, ma sono pronomi rari nella lingua parlata, presenti in alcune varietà della lingua scritta o varietà della lingua parlata stilisticamente alta.
d. SALVI-VANELLI, “Nuova grammatica italiana”, 2004: “lui/lei” →Forme più comuni, “egli/ella” → rare, si trovano più nella lingua scritta e per gli stili più formali (ella a parte appartiene a uno stile molto elevato)⇒
e. SERIANNI-DELLA VALLE-PATOTA, “Italiano plurale”, 2016: “Egli” si riferisce a persone, nella lingua e formale; “ella” è usato raramente. Più comuni sono “lui/lei” riferite talvolta anche ad animali. ⇒ Specificano differenze diafasiche e diamesiche, dicendo che sono più comuni nello scritto di testi letterari o specifici/tecnici per pubblico acculturato.
f. “NOI. Corso di base di italiano per stranieri”, 2007: tra i giovani si usano più i pronomi “lui/lei/loro”, ma in situazioni formali soprattutto scritte si usa “egli/ella/essi” ⇒ Confonde un parlante L2, efficacia didattica debole (I giovani non si trovano in situazioni formali? Gli adulti usano solo “egli/ella”? Cosa usare nelle situazioni formali parlate?) → bisogna spiegare agli apprendenti la differenza fra varietà e il neostandard che accoglie l’uso dei parlanti. La lingua è decisa e strutturata da chi la usa quotidianamente.