Ucraina Flashcards

1
Q

Rivolta cosacca del 1648

A

A seguito della rivolta cosacca da parte dei cosacchi ucraini del 1648, sorse l’Etmanato. Divenne vassallo degli zar e consolidò il nazionalismo e la lingua ucraini.
L’Etmanato fu abolita nel 1764 da Caterina II di Russia)

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2
Q

Alla fine del XVIII secolo, chi governava l’intera Ucraina?

A

Alla fine del 1700 l’impero russo governa l’intera Ucraina, tranne la Galizia che faceva parte dell’impero asburgico. La politica imperiale russa fu repressiva su lingua e scrittura ucraine nonché religione e nazionalismo.
Durante il 1800 infatti avviene il processo di russificazione dei territori ucraini sotto il controllo russo che raggiunge l’apice in due occasioni:
- La messa al bando della lingua ucraina;
- 1876 decreto di EMS dello zar Alessandro II che emana un decreto in cui vieta l’importazione di qualsiasi libro scritto nel “piccolo russo”.
Nasce così il MOVIMENTO NAZIONALE UCRAINO che porterà, alla fine de XX sec., all’indipendenza del paese.
La Galizia che era sotto gli Asburgo, aveva maggiore libertà di espressione rispetto ai territori sotto la Russia; l’amministrazione in Galizia è in mano ai polacchi, e la lingua polacca ha la supremazia linguistica. Invece, nel ducato di Bucovina (sopra alla Romania) l’ucraino è più diffuso, e c’è una sorta di bilinguismo insieme al rumeno. Nella Transcarpazia avviene un processo di magiarizzazione (ungherizzazione).
La Galizia è un territorio nevralgico del nazionalismo ucraino, grazie a questa maggiore libertà; si può discutere e diffondere le proprie idee, c’è un clima più favorevole.

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3
Q

Come sono conosciuti anche gli ucraini?

A

Come RUTENI, gruppo etnico slavo orientale che viveva in Ucraina e Bielorussia.

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4
Q

Che conseguenze ha il Congresso di Vienna del 1814-1815 sull’Ucraina?

A

Il Conresso di Vienna si tenne nella capitale austriaca tra l’ottobre del 1814 e il giugno del 1815 per ripristinare l’assetto territoriale degli stati europei in seguito alle guerre napoleoniche.
Questo congresso limita il movimento indipendentista ucraino poichè esso avrebbe potuto nuocere all’impero austro-ungarico.

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5
Q

Quali conseguenze ha sullo scenario nazionale ucraino, la prima guerra di indipendenza?

A

I tumulti a Vienna producono effetti anche su territori lontani come la Galizia, e provocano tre elementi significativi:
- il concetto di nazionalità si estende molto anche alle masse contadine;
- in Galizia esce un decreto imperiale che prevede la fine della servitù della gleba;
- le masse ucraine vengono coinvolte perché in Austria si decide che potranno partecipare alle prime elezioni del parlamento austriaco (che avrà vita breve, dal 1867 a quando sarà soppresso nel 1918). Il parlamento si chiama “reichstadt”;

Si forma una COSCIENZA NAZIONALE UCRAINA cui seguono richieste all’Austria di maggior autonomia, difesa della propria identità nazionale… richieste prese in considerazione da Vienna e dalle autorità galiziane polacche (costrette a farlo)

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6
Q

Quando si forma l’unione tra Austria e Ungheria?

A

Nel 1867 si tenne l’AUSGLEICH, noto anche come compromesso austro-ungarico stipulato tra il governo austriaco e il parlamento ungherese.
Si creò una forma congiunta di governo in cui Franz Joseph volle però mantenere in comune diversi ministeri: esteri, difesa e finanze. Vi è un DUALISMO MONARCHICO

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7
Q

Quali conseguenze ebbe l’ausgleich per gli ucraini?

A

Non positive in quanto i polacchi erano invidiosi di quanto accaduto in Ungheria, e iniziarono a reclamare nuove autonomie: più ampi poteri di governo e libertà di decidere su varie questione.
La situazione rimase immutata fino al 1914: i rapporti ucraino-polacchi sono ostili, si trova un compromesso nel periodo critico della prima guerra mondiale anche se dopo questa si riaccendono le ostilità.

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8
Q

Quando e quale associazione venne fondata a Lviv?

A

Nel 1868 venne fondata a Lviv una associazione illuminista ucraina a fini culturali ed educativi chiamata PROSVITA, attiva in Galizia e nel DNEPR (sotto controllo russo)

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9
Q

Quando è nato il partito radicale ruteno?

A

È nato nel 1980 in Galizia. Era di orientamento repubblicano ma anticlericale.
Il partito nazionale democratico ucraino è appoggiato dalla chiesa uniate (chiesa ucraina: rinominata ufficialmente chiesa “greco-cattolica” equiparata a quella “cattolica-romana”)

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10
Q

Chi fu il primo a rivendicare lo stato unitario ucraino?

A

Fu Baczynski, autore di Ucraina irredenta, di imposizione marxista. Secondo lui le idee nazionaliste non erano in antitesi con le idee socialiste di Marx ed Engels, perchè tra le due c’era sinergia.

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11
Q

Chi era Doncov e quali erano le idee a cui si ispirava?

A

Era un nazionalista integralista che si rifaceva alle idee darwiniano, era contro il liberalismo e all’anarchia; era un sostenitore delle competizioni tra stati, voleva purificare la nazione ucraina da qualsiasi influenza (era contro tutte le minoranze.

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12
Q

Quale era la situazione ucraina durante la prima guerra mondiale?

A

1914-1918: l’ucraina subisce invasioni da tutti i paesi belligeranti della prima guerra mondiale.
Vi è una sequenza di diversi tipi di governo che si alternano al potere, cercando una definizione definitiva e di creare un territorio sovrano e unito.
Nel 1917 in seguito alla rivoluzione russa, l’impero zarista (noto anche come impero russo) giunge al termine. La rivoluzione inizia nel febbraio di quell’anno con proteste di massa a Pietrogrado (oggi San Pietroburgo) contro scarsità di cibo e il coinvolgimento della Russia nella 1 guerra mondiale. Il 15 marzo 1917 lo zar Nicola II abdica.
Con la fine dell’impero zarista, i nazionalisti ucraini manifestano la volontà di essere indipendenti. Si forma il CONSIGLIO CENTRALE UCRAINO (RADA), al fine di creare una comunità autonoma ucraina all’interno della repubblica federale russa.
Dopo l’abdicazione dello zar, venne istituito un governo provvisorio e nel mese di ottobre del 1917 i bolscevichi guidati da Lenin presero il controllo del governo e instaurarono il regime comunista.
I bolscevichi dichiarano che l’ucraina sarebbe diventata una provincia sovietica.
Nel 1918 viene proclamata l’indipendenza dell’Ucraina libera e sovrana, e i bolscevichi dichiararono a Kharkov la nascita di un’altra repubblica ucraina “degli operai e dei contadini” per screditare l’altra e affermare il potere sulla città.
Da questo momento in poi inizia un conflitto armato tra i bolscevichi e le forze ucraine indipendentiste.
Il 3 marzo 1918 nella città di Brest-Litovsk (trattato di BREST-LITOVSK) odierna Bielorussia, la neonata repubblica sovietica russa firma la pace con gli imperi centrali. Questo fa uscire di scena dalla guerra la Russia. Con questo trattato oltre a una cospicua indennità di guerra, il paese perde la Polonia orientale, la Lituania, l’Estonia, la Finlandia e Ucraina (che dal ‘17 al ‘22 diventa autonoma e indipendente).
Dopo la creazione dell’ URSS, fondata dai bolscevichi nel dicembre del 1922, vi è la fine dell’autonomia dell’Ucraina.

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13
Q

Chi era Skoropadskyj e quale fu il suo ruolo nell’Ucraina?

A

Fu un ufficiale dell’esercito imperiale russo e, dopo il colpo di stato che rovesciò la repubblica popolare ucraina, fu proclamato etmano. Il governo dell’etmanato sostituì la RADA (il consiglio centrale ucraino)
Il periodo di Skoropadskyj è ricco di violenze contro le comunità ebraiche e altre minoranze.
Per tutta risposta, nel novembre del 1918 nasce il DIRETTORIO DELLA REPUBBLICA POPOLARE UCRAINA affidato a un socialista antibolscevico, SIMON PETLJURA.

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14
Q

Chi era PETLJURA e quale fu il suo ruolo in ucraina?

A

È stato un politico e militare ucraino. Diede vita al direttorio della repubblica popolare ucraina nel 1918, in seguito all’hetmanato di Skoropadskyj. Unì le due ucraine, quella occidentale e quella orientale.
Si trattò di un’unione effimera e breve, poichè queste due repubbliche unite non avevano prestigio nazionale, non erano note, rispetto allo stato polacco che dopo la 1a guerra mondiale si costituì come stato sovrano.
Dopo la conferenza di Parigi (1919), PETLJURA cercò accordi con i polacchi (mentre Petrusewicz se ne andò in giro per l’Europa a cercar sostegno, che però non trovò).

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15
Q

Chi era Pilsudski e quale fu il suo ruolo in Ucraina/Polonia?

A

È stato inizialmente un socialista, rivoluzionario, politico e dittatore polacco. Diede vita alle legioni polacche (gruppi di difesa)
Ha combattuto a fianco dell’imperatore austro-ungarico contro la Russia. Nel 1917 però ritira il suo sostegno agli imperi centrali e viene imprigionato dai tedeschi.
Nel 1918 la Polonia riconquista la sua indipendenza e fino al 1922 lui ne è capo di stato.
Nel 1920 partecipò alla battaglia di Varsavia, dipinta come una vittoria decisiva per la Polonia.
All’inizio degli anni ‘20 Pilsudski propose una federazione tra Polonia, Lituania, Bielorussia e Ucraina estendendosi tra: Mar Nero, Mar Baltico e Mar adriatico. Questa federazione venne chiamata INTERMARIUM. L’obiettivo era attuare un commercio equo tra questi paesi (oggi si chiama Three Seas Initiative.
Dal ‘23 al ‘26 Pilsudski si è ritirato dalla politica, solo nel ‘26 dopo un golpe diventa un uomo forte del progetto “risanamento”
Muore nel 1935. La sua morte ha creato un culto della personalità vivo tutt’ora.
Ebbe un fortissimo impatto sulla politica della Polonia, diffusore della tradizione e della cultura polacco-lituana. Credeva in una Polonia multietnica, per lui non era importante l’origine etnica dei suoi cittadini.
Il suo grane avversario fu il partito NAZIONALDEMOCRATICO.

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16
Q

Chi era Petrusewicz e quale fu il suo ruolo nell’Ucraina?

A

Fu il presidente della repubblica nazionale ucraina occidentale nata nel 1918.
Fu redatta una nuova costituzione.
Petrusewicz non riuscì però a far rientrare nei confini la Bucovina e la Transcarpazia, abitate dai ruteni.
Nel 1919 le forze di Petrusewicz vengono sconfitte dai polacchi che sono intervenuti in Galizia.
A metà dello stesso anno, ognuno dei territori abitati dagli ucraini aveva cambiato appartenenza: Galizia ai polacchi, Bucovina alla Romania e Transcarpazia alla Cecoslovacchia.

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17
Q

Nascita dell’Unione Sovietica a partire da Lenin a Stalin

A

Lenin fu un rivoluzionario politico a capo dei bolscevichi (contro il menscevismo di Mantova).
Lenin incoraggiò la fallita rivoluzione russa del 1905 e in seguito promosse una campagna affinchè la prima guerra mondiale fosse trasformata in una rivoluzione proletaria a livello europeo che, come il marxismo riteneva, avrebbe comportato il rovesciamento del capitalismo sostituito dal SOCIALISMO.
Nel luglio del 1918 fu varata la prima costituzione della Russia rivoluzionaria, in piena guerra civile, dove si proclamava che il potere doveva appartenere alle masse lavoratrici e ai soviet (i loro autentici organi rappresentativi).
Tra il 1917 e il 1922 il governo di Lenin si dimostrò vittorioso nella guerra civile russa, contro l’esercito zarista.
Per rispondere alle carestie e alle rivolte nel 1921 Lenin introdusse la NEP, una nuova politica economica, che prevedeva un’economia di libero mercato nell’ambito della produzione agricola e nel complesso commerciale.
A dicembre del 1922 nasce l’URSS (unione delle repubbliche socialiste sovietiche).
La nuova costituzione dell’URSS fu approvata nel 1924, al vertice stava ancora il congresso dei SOVIET, ma il potere reale stava nelle mani del partito comunista (l’unico possibile previsto dalla costituzione).
Era stata costituita la polizia politica chiamata ceka, che si occupava di colpire gli oppositori, i “nemici dello stato”.
Il partito comunista diventa indistinguibile dallo stato. Il potere della nazione è gestito dal piccolo gruppo dirigente del partito.
I tentativi rivoluzionari dei bolscevichi riguardavano una grande trasformazione delle russia, volevano rivoluzionare la società nel profondo cambiando valori e comportamenti tradizionali. Principalmente si concentrarono sull’alfabetizzazione di massa (obbligo scolastico fino ai 15 anni) e la lotta contro la chiesa ortodossa (portata avanti con molta durezza: confisca beni, chiusura chiesi, arresto capi religiosi).
Nell’aprile del 1922 Stalin (detto anche segretario d’acciaio) diventa SEGRETARIO GENERALE del partito.
Lenin vedeva in Stalin un uomo brutale e nel suo testamento invita il partito a destituirlo.
Proprio nel ‘22 Lenin si ammala e nel gennaio ‘24 muore.
Il testamento politico non venne mai letto e Stalin rimase segretario.
Trozky uno dei più influenti leader bolscevichi afferma che la deriva autoritaria sta snaturando la rivoluzione e che la Russia doveva essere solo il primo passo, Stalin e i suoi credono che l’unione sovietica necessitasse prima di stabilizzarsi per poi allargare la rivoluzione.
RIVOLUZIONE PERMANENTE: estendere la rivoluzione all’intero occidente capitalistico (Trozky)
SOCIALISMO IN UN SOLO PAESE (Stalin)
Trotzkista era il più autorevole e popolare dopo Lenin tra i capi bolscevichi, ma anche il più isolato - Zinovev, Kamenev e Bucharin - respinsero le sue critiche e appoggiarono Stalin.
Viene favorito Stalin e Trozky viene sconfitto e allontanato (Deportato in Asia centrale e poi espulso dall’URSS)
Con l’ascesa di Stalin con il partito comunista si può dire conclusa la fase rivoluzionaria e la Russia si può dire a tutti gli effetti Unione sovietica.

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18
Q

I Soviet

A

Etimologia di Soviet

“Soviet” deriva da una parola russa che significa consiglio, assemblea.
La parola “sovietnik” significa consigliere.

Il primo Soviet

Il soviet apparve per la prima volta durante i disordini di San Pietroburgo del 1905, quando i rappresentanti dei lavoratori in sciopero che agivano sotto la guida socialista formarono il soviet dei deputati dei lavoratori per coordinare le attività rivoluzionarie. Poco prima dell’abdicazione dello zar Nicola II nel marzo 1917 e della creazione di un governo provvisorio, i leader socialisti istituirono il Soviet di Pietrogrado dei deputati operai e soldati. Questo Soviet di Pietrogrado si ergeva come un “secondo governo” di fronte al governo provvisorio e spesso sfidava l’autorità di quest’ultimo. I soviet sorsero in città e paesi in tutto l’impero russo. Gran parte della loro Il potere dei soviet crebbe con il passare del tempo. Nel 1917, il Partito Bolscevico, guidato da Vladimir Lenin, prese il controllo del governo russo. I bolscevichi cercarono di consolidare il loro potere attraverso i soviet. Nel 1918, il governo bolscevico creò il Consiglio dei commissari del popolo, che divenne il governo centrale dell’Unione Sovietica.

Nel corso degli anni, i soviet furono organizzati a livello locale, regionale e nazionale. I delegati dei soviet venivano eletti attraverso un sistema di voto democratico, anche se in pratica il Partito Comunista aveva una forte influenza sulla selezione dei candidati.

I soviet furono uno strumento chiave per l’esercizio del potere da parte del Partito Comunista nell’Unione Sovietica. Nel corso degli anni, tuttavia, il sistema sovietico divenne sempre più centralizzato e il Partito Comunista assunse un controllo totale sulle istituzioni sovietiche. Questo portò a una mancanza di vera democrazia e ad un limitato pluralismo politico.

L’Unione Sovietica è stata uno dei più grandi e influenti stati del XX secolo. Esistette dal 1922 al 1991, quando si dissolse a seguito di cambiamenti politici e economici significativi. Durante la sua esistenza, l’Unione Sovietica si trasformò in una superpotenza globale, contrapponendosi agli Stati Uniti nella Guerra Fredda. I soviet, in quanto organi di governo e amministrazione, furono una caratteristica chiave del sistema politico dell’Unione Sovietica.

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19
Q

Rivoluzione Russa del 1917

A

Durante quegli anni, ci furono molte fronde socialiste, che sostenevano posizioni pacifiste e che vedevano nel malcontento causato dalla guerra, una possibile arma per la rivoluzione. Tra questi pacifisti ci sono i bolscevichi, guidati da Lenin e la lega spartachista fondata da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
Proprio un gruppo di socialisti provoca il primo sconvolgimento con pesanti conseguenze nel corso del conflitto.
Nel 1917 scoppia la rivoluzione dei bolscevichi in Russia, che esce definitivamente di scena dalla guerra, con una pace separata.

La Rivoluzione rovesciò lo zar e avviò il processo di nascita dell’Unione Sovietica, la super-potenza comunista che sarà protagonista di tutto il Novecento.

LE PREMESSE

Nel 1917 la Russia era un Paese arretrato e sull’orlo del collasso. Governata per secoli da dinastie di zar, i sovrani russi dai poteri pressoché assoluti, la Russia era rimasta una monarchia dai tratti medievali, con sistemi amministrativi e giudiziari antiquati, un’industria quasi assente, un Parlamento (chiamato Duma) privo di poteri effettivi e una popolazione numerosa ma povera e legata quasi esclusivamente all’attività agricola.

La partecipazione alla Prima Guerra Mondiale non fece che peggiorare la situazione poiché oltre alla fame e agli sforzi per sostentare il numeroso (ma molto male addestrato) esercito, la Russia continuava a macinare pesanti sconfitte. Quando uscirà dal conflitto mondiale, infatti, il Paese avrà pagato il prezzo della guerra con oltre tre milioni e mezzo di morti, tra militari e popolazione civile!

Naturalmente tutto questo esasperò la maggior parte del popolo. Già nel 1905 i cittadini di San Pietroburgo si erano recati in massa davanti ai cancelli del Palazzo d’Inverno, dimora dello zar Nicola II, per reclamare un miglioramento delle condizioni lavorative, ma tutto venne represso nel sangue. Questa volta, però, la miccia dell’insoddisfazione era pronta a scatenare la rivoluzione!

LA RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO

Fiaccati daIla mancanza di cibo e dei più elementari beni di prima necessità, i lavoratori delle fabbriche cominciarono il 23 febbraio uno sciopero generale nella capitale. Protagonisti dell’agitazione popolare erano i Soviet, consigli degli operai e dei soldati, che orchestrarono le proteste.

Quello che la rivoluzione aveva ormai messo in moto era un movimento di massa che respingeva l’idea di un’autorità centrale, ma era favorevole a diffondere il potere dal basso e porre fine alla guerra.

Lo zar Nicola II ordinò subito di reprimere queste manifestazioni, ma nel giro di poche ore quasi tutte le forze militari si unirono ai protestanti, distribuendo armi e liberando prigionieri. In pochi giorni la rivolta si estese a tutto l’Impero.

Con lo zar reso impotente, la Duma si riunì per formare un nuovo governo provvisorio e deporre definitivamente Nicola, che venne arrestato insieme a tutta la sua famiglia. Il nuovo governo che si venne a creare era l’espressione della borghesia moderata del paese e fu affidato al principe L’Vov , ma fin da subito dovette questi dovette vedersela con i rappresentanti dei Soviet rivoluzionari.

Questi erano a loro volta divisi in menscevichi, che volevano miglioramenti per il popolo attraverso riforme democratiche, e bolscevichi, che chiedevano una rivoluzione totale.

LENIN E I BOLSCEVICHI

All’inizio i menscevichi erano lo schieramento di maggior peso, poiché le loro posizioni moderate erano ben accolte anche dalla classe dirigente russa. Le cose però cambiarono con il ritorno in patria di Vladimir Il’ič Ul’janov, detto Lenin.

Lenin era un carismatico intellettuale che aveva fatto proprie le idee di Karl Marx e che dunque professava l’avvento di un nuovo ordine comunista, in cui tutto il potere sarebbe andato al popolo e a i lavoratori, e non più a pochi ricchi e nobili. Esiliato per le sue idee sovversive, Lenin era un punto di riferimento per coloro che lottavano per maggiori riforme sociali, specialmente i bolscevichi, i quali infatti prepararono il suo ritorno non appena la situazione divenne propizia. Fu un segnale decisivo.

Lenin tornò quindi in Russia nell’aprile 1917 e subito diffuse dieci linee guida (che passeranno alla storia come “Tesi di Aprile”) su cui basare l’operato politico.

Secondo queste tesi, il proletariato (ossia i lavoratori delle fabbriche) dovevano abbattere il governo provvisorio, ancora in mano ai borghesi “parassiti”, dare tutto il potere ai Soviet e porre fine alla guerra con la Germania. I contadini invece dovevano occupare le terre dei grandi proprietari terrieri.

In questo decalogo Lenin introdusse anche l’aggettivo “comunista” per definire il nuovo partito che si sarebbe venuto a creare. La rivoluzione entrava nel vivo!

UNA NUOVA FASE

Nonostante l’ingrossarsi della forza delle ali più estremiste, il governo provvisorio, che era passato nelle mani dell’ex ministro Kerenskij, continuava a inviare truppe al fronte con la Germania.

Il luglio 1917 però fu l’occasione per nuovi tumulti, con contadini, operai e soldati che chiedevano a gran voce l’uscita dalla Grande Guerra. Sedato il focolaio di rivolta, il governo provvisorio esiliò nuovamente Lenin, ormai troppo pericoloso.

In agosto però ci fu un tentativo di colpo di Stato da parte del generale Kornilov, che voleva far tornare i conservatori al potere e isolare i bolscevichi. Il colpo di mano fallì, ma la debolezza di Kerenskij ormai era evidente e i bolscevichi apparivano sempre più forti.

LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE

Lenin fiutò l’occasione e tornato clandestinamente a Pietrogrado, preparò la sua scalata al potere.

Una volta convinti anche i più dubbiosi all’azione, Lenin ed i suoi fedeli organizzarono i Soviet bolscevichi e il 24 ottobre 1917 scoppiò una nuova rivolta organizzata dall’allora presidente dei soviet di Pietrogrado, Trozkji e i soldati rivoluzionari e guardie rosse circondarono il palazzo di inverno (sede dello zar e ora sede del governo provvisorio) e se ne impadronirono la sera stessa.

I bolscevichi occuparono in poche ore i punti strategici del potere e Kerenskij fu costretto alla fuga. Il giorno successivo il tumulto divampò a Mosca e in tutte le altre grandi città russe. Lenin costituì quindi un nuovo governo rivoluzionario Bolscevico e cominciò a porre le basi del nuovo ordine nazionalizzando le banche, le fabbriche e le proprietà agricole (che quindi divennero proprietà dello Stato). Parallelamente vennero arrestati tutti gli oppositori del nuovo regime e si diede inizio ad una serie di colloqui diplomatici per porre fine alla guerra.

La pace con la Germania venne raggiunta con il Trattato di Brest-Litovsk, con il quale però la Russia perdeva Polonia, Lettonia, Estonia e Lituania.

Ciò scateno una reazione contro i bolscevichi e nel 1918 si arrivò anche ad una guerra civile dalla quale però il governo bolscevico uscì intatto. Un nuovo ordine era nato e la Russia, che dal 1922 si chiamerà Unione Sovietica, sarebbe cambiata per sempre.

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20
Q

Pace di Brest-Litovsk

A

Il 3 marzo del 1918 fu firmato il trattato di Brest-Litovsk (odierna Bielorussia). I bolscevichi che hanno preso il potere in Russia, firmano la pace di Brest-Litovsk con la Germania, con l’Austria e i loro alleati. Le condizioni per la Russia sono dure, ma è comunque una vittoria del socialismo che è riuscito a trasformare la guerra in rivoluzione.

Il trattato di Brest-Litovsk che sancisce l’uscita della Russia dalla Grande guerra viene firmato il 3 marzo 1918. I firmatari sono la Russia bolscevica da un lato e l’impero tedesco, austro-ungarico, la Bulgaria e l’Impero ottomano dall’altro. E’ Georgij Cicerin, diplomatico di carriera subentrato a Trockij come commissario per gli Affari Esteri a mettere la firma sul documento che sigla una pace durissima e umiliante per la Russia: oltre a dover pagare una cospicua indennità di guerra, il Paese perde la Polonia Orientale, la Lituania, l’Estonia, la Finlandia, l’Ucraina (che verrà rioccupata nel 1922) e la Transcaucasia.

Complessivamente la pace di Brest-Litovsk strappa alla Russia 56 milioni di abitanti (pari al 32% della sua popolazione) e la priva del 75% della produzione del carbone e del ferro, del 32% della produzione agricola e di circa 5.000 fabbriche. A parte l’Ucraina il resto dell’area territoriale strappata al precedente Impero russo è costituita da territori che la Russia aveva assorbito e conquistato nel corso dei secoli.

Il prezzo della pace è altissimo per la Russia; Lenin giunge persino a minacciare le dimissioni dal Comitato centrale per superare l’opposizione al trattato, che rimane fortissima nel partito, specialmente tra gli esponenti della fazione raccolta intorno alla figura di Nikolaj Bucharin. Il ridimensionamento territoriale della Russia con lo spostamento del baricentro del Paese verso est è ben simboleggiato dal trasferimento della capitale nel mese di marzo da Pietrogrado a Mosca.

La storiografia sovietica ha definito quella firmata a Brest-Litovsk una “pace imperialista“, poiché nega uno dei principi enunciati con i decreti dell’ottobre, quello sull’autodeterminazione dei popoli. Effettivamente è una pace che vede la fine dell’impero russo che i soviet hanno ereditato.

Per Lenin e i suoi seguaci la pace separata rappresenta un evento doloroso e umiliante, ma necessario perché la fine alla guerra è stata la parola d’ordine con la quale i bolscevichi hanno ottenuto il consenso tra le masse popolari. Nel firmare il trattato Lenin intende anche dare un segnale rivoluzionario: contravvenendo alle regole della diplomazia internazionale, il leader bolscevico denuncia pubblicamente gli accordi segreti tra le potenze imperialiste, rendendo pubblica a tutti la trama di interessi egoistici che ha di fatto contribuito a preparare lo scoppio della Grande guerra.

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21
Q

Cosa sono i progrom?

A

Pogrom è un termine russo che significa “demolire o distruggere con atti violenti”. La connotazione storica del termine si riferisce alle violente aggressioni contro gli Ebrei da parte delle popolazioni locali, avvenute nell’Impero Russo e in altre parti del mondo.

termine “pogrom” divenne d’uso comune con i numerosi disordini anti-ebraici che scossero l’Ucraina a la Russia meridionale tra il 1881 e il 1884, a seguito dell’assassinio dello zar Alessandro II. In Germania e nell’Europa dell’est, durante il periodo dell’Olocausto, così come già durante l’epoca zarista, al tradizionale risentimento verso gli Ebrei dovuto all’antisemitismo religioso, si aggiunsero ragioni economiche, sociali e politiche che vennero usate come pretesto per i pogrom.

I partecipanti ai pogrom erano organizzati a livello locale, qualche volta con l’incoraggiamento dei governi e della polizia. Coloro che vi partecipavano violentavano e uccidevano gli Ebrei, saccheggiando poi le loro proprietà.

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22
Q

Quale era la situazione per la Russia alla fine della prima guerra mondiale?

A

Nell’immediato dopoguerra la Russia era comunista. Ma la capacità e forza militare bolscevica non era cosi forte, infatti la sopravvivenza del regime comunista rimase a lungo in forse. Appena dopo la fine della guerra civile (primavera anni ‘20) i bolscevichi affrontarono l’attacco improvviso da parte della Polonia.
La situazione economica era al collasso, la rivoluzione e la guerra civile avevano aggravato ulteriormente.
Nell’estate del 1921, per l’effetto congiunto della guerra civile e di un anno di siccità, una terribile carestia colpì le campagne della Russia e dell’Ucraina, provocando la morte di almeno 3 milioni di persone.
La nuova politica economica (NEP) si rivelò per certi aspetti benefica perchè diede avvio a una parziale liberalizzazione nella produzione e negli scambi. Questa nuova politica voleva stimolare la produzione agricola e favorire l’afflusso di generi alimentari verso le città. I contadini potevano vendere sul mercato l’eccedenza, una volta garantita la quota fissa per lo stato. Allo stesso tempo però favorì il riemergere del ceto di contadini benestanti, i KULAKI. Questo faceva emergere la differenza tra chi era benestante e chi aveva un tenore di vita basso (la maggior parte della popolazione urbana).

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Cosa significa KORENIZACIJA?

A

È stata una linea politica dell’unione sovietica volta a integrare le nazionalità non russe all’interno dei governi delle loro specifiche repubbliche sovietiche. In ucraina, nel tentativo di armonizzare questo cambiamento, avverrà l’Ukrainizacija (ucrainizzazione).

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Cosa significò l’URSS per l’ucraina ?

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Gli ucraini si illusero che la loro identità venga rispettata e protetta dalla nascente potenza sovietica e accettarono che il loro stato ne facesse parte (non tutti erano d’accordo)

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La dittatura di Stalin

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La politica delle nazionalità con Stalin subisce un’involuzione drammatica, poichè attua delle politiche drammatiche che porteranno alla dekularizzazione, catastrofe nota anche con il nome di HOLODOMOR (morte per fame avvenuta a causa delle confische del grano). Questa carestia è provocata da STalin per provocare gli ucraini e spegnere possibili ritorni nazionalistica.

La dittatura stalinista inizia nel 1927 (fino al 1953).
Non era prevista nessuna forma di critica nei confronti del potere e nessuna libertà di espressione.
Per Stalin è importante reprimere gli oppositori politici. Tra il 1936- 38 centinaia di migliaia di persone vennero convintole in queste grandi PURGHE STALINISTE (arresti e condanne anche a morte) per essere oppositori.
Per accogliere e isolare questi oppositori, creo dei campi di detenzione chiamati GULAG. Milioni di detenuti obbligati ai lavori forzati. Si avvia una grande macchina propagandistica che si concentra sul culto della personalità del dittatore, la persona viene esaltata in ogni occasioni per le sue grandi doti politiche e militari e viene in qualche modo osannata e seguita quasi alla pari di una divinità (stessa cosa accaduta con Hitler e Mussolini).
Il paese era ancora estremamente indebolito ( a causa della rivoluzione e della guerra civile) e avvio un vero e proprio processo di industrializzazione dell’unione sovietica per rilanciare l’economia, organizzato attraverso dei PIANI QUINQUENNALI (piani stabiliti ogni 5 anni che fissavano il livello di sviluppo produttivo che l’industria ma anche l’agricoltura, avrebbero dovuto raggiungere nei 5 anni successivi).
Da paese agricolo l’Unione Sovietica diventa paese industriale, ma i vantaggi non furono poi molti.
Dal 1928 le terre dei contadini vennero espropriate e furono costretti a lavorare nelle aziende cooperative o statali e buona parte delle produzioni doveva essere consegnata allo stato che poi ne ricavava i profitti necessari da reinvestire sull’industria. Questo processo di COLLETTIVIZZAZIONE portò a delle vere rivolte da parte dei contadini e di fronte a queste resistenze Stalin intervenì con la forza.
Tanti furono portati nei Gulag, per esempio i Kulaki pur di non consegnare i loro beni allo stato, perchè avrebbero avuto guadagni troppo bassi, distruggevano i raccolti e macellavano il bestiame, come forma di ribellione.

Nonostante le sue pianificazione, l’unione sovietica non riuscì a raggiungere una situazione economica efficiente e questo governo repressivo non fu altro che un governo che si caratterizzo per sprechi e repressione.

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Chi era Stepan Bandera e quale fu il suo ruolo nell’Ucraina

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È stato un politico ucraino facente parte dell’OUN (Organizzazione Nazionale Ucraina formatosi a Vienna nel 1929) e fondatore dell’UPA nel 1942 (esercito insurrezionale ucraino) si impegnò nella lotta per la composizione di un’ Ucraina sovrana e indipendente.
La Germania nazista si infastidì di questo suo tentativo e questo rapporto con i tedeschi fu perciò complicato e gli costarono diversi arresti, tra cui l’internamento nel lager di Sachsenhausen. Nel 1944 venne poi rilasciato e diresse l’UPA.
Fu un personaggio controverso nella storia dell’Ucraina. Per alcuni viene esaltato come eroe nazionale, mentre per le popolazioni della minoranza russa è ricordato come un traditore che si alleò con Hitler.
Morì nel 1959 per avvelenamento da un sovietico

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La Russia di Stalin

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C’era chi lo ammirava perchè credeva nel comunismo che governava l’unione sovietica, e si fidava ciecamente di lui. Consideravano Stalin come colui che stava facendo diventare la Russia una grande potenza, che avrebbe sconfitto il nazismo. Altri invece erano terrorizzati dalla possibilità di essere arrestati o lasciati morire nei campi di lavoro e non lo consideravano adeguato come capo del partito. Infine c’era chi lo detestava facendo attenzione a non esporsi troppo a contestarlo, poteva essere considerato “oppositore politico” e si finiva male.
Stalin, uomo d’acciaio, l’indomabile aveva costruito tramite la propaganda, un’immagine di sé come un eroe, un santo, un dio che non si poteva contrastare.

Nel 1917 il partito comunista ha conquistato il potere con la rivoluzione di ottobre e ha proclamato l’URSS.

Tra i protagonisti della rivoluzione c’era anche Stalin (Dzugasvili).

Da quando si è unito al partito bolscevico si mostra ottimo dirigente politico (1904-1912). È un militante che sembra molto capace, ha studiato molto Marx, segue Lenin e nel partito è apprezzato.
In questi anni inizia ad essere famoso con il suo soprannome, l’uomo d’acciaio!
Durante la rivoluzione d’ottobre Stalin è sempre a fianco di Lenin (leader della rivoluzione del ‘17).

Con la vittoria dei bolscevichi della rivoluzione, il governo viene affidato a Lenin, leader del partito.

La guida dell’esercito (armata rossa) è affidata a Trozkji, altro importante protagonista della rivoluzione di ottobre. È difficile in quanto le armate bianche, che vogliono togliere potere ai comunisti, provengono da tutto il mondo.
Trozkji e armata rossa riescono comunque nell’impresa e i bolscevichi mantengono il potere.

Non è un momento facile per la Russia, i bolscevichi si sono appena ritirati dalla 2GM.

Gli scontri tra l’armata bianca e l’armata rossa, è considerata una vera e propria guerra civile.
Per mantenere l’esercito (rifornire di cibo), la mossa adottata è quella di confiscare il raccolto ai contadini e distribuirlo tra industrie esercito e città.
Lenin sa che questo è un problema serio, perchè i contadini appoggiavano Lenin, ma il patto era che i contadini avrebbero avuto il controllo delle loro terre, ma le cose non andavano esattamente cosi.
L’alleanza tra i comunisti e i contadini quindi si rompe.
La prima conseguenza come protesta è che i contadini producono il minimo indispensabile per sopravvivere. Ma essendo la Russia un paese principalmente agricolo, in questo modo rischia di collassare. Infatti l’unione sovietica deve combattere contro pesanti carestie.

Lenin propone una nuova soluzione che pero va contro il principio comunista —> NEP

Nel 1924 Lenin muore e la scelta per il successore vede il partito comunista diviso: i più seguiti sono Trozkji e Stalin che hanno due diverse idee sulla gestione dell’Unione sovietica.

Stalin ottiene la maggioranza e si sbarazza di tutti i dirigenti di cui non si fida. Trozkji viene esiliato e nel 1940 verrà ucciso da un sicario di Stalin in Messico.

Nel 1929 Stalin cerca di risolvere il problema con i contadini. La nep ha risolto le problematiche solo in parte, infatti secondo Stalin alcuni contadini con questo nuovo sistema iniziano ad arricchirsi troppo.
Secondo Stalin le terre devono essere tolte ai contadini che andranno a lavorare nelle nuove fattorie appartenenti allo stato. Il raccolto è di nuovo in mano allo stato che gestisce la distribuzione.
I kulaki (questi contadini proprietari) si oppongono, ma Stalin li arresta e li deporta nei campi di lavoro. Migliaia di contadini kulaki finiscono così.

Stalin vuole anche trasformare la Russia in una grande potenza industriale e propone i PIANI QUINQUENNALI.
La produzione delle grandi industrie aumenta considerevolmente e molti operai ne diventano dipendenti.
I più convinti che si fidano di Stalin, lavorano sodo e compiono enormi sacrifici. In pochi anni l’unione sovietica diventa davvero una grande potenza industriale.
Alesjej Stakanov —> stacanovismo (lavoratore infaticabile)
L’Unione sovietica diventa una potenza, di cui lo stesso hitler ne ha paura.
Anche Stalin capisce che hitler è un pericolo. Nazisti e comunisti si proclamano ciascuno nemico dell’altro.

Stalin e Hitler valutano che è meglio non scontrarsi, infatti nel 1939 Germania e unione sovietica fanno un patto segreto: MOLOTOV-RIBENTROP un patto di non aggressione (NON è UN ALLEANZA!) ovvero non attaccarsi l’uno con l’altro, in quanto è meglio cosi per entrambi.

I sovietici hanno capito che i tedeschi prima o poi romperanno il patto e invaderanno la Russia, e si dovrà quindi essere pronti a fermarli.

Hitler, nel 1 settembre 1939 entra in Polonia e ne invade la parte occidentale e i sovietici occupano la parte orientale. È l’inizio della seconda guerra mondiale.

Nel 1941 i nazisti rompono il patto e invadono la Russia con un operazione militare chiamata BARBAROSSA. L’Unione sovietica perde alcuni territori oltre che milioni di soldati, ma l’armata rossa sconfigge definitivamente i nazisti con la battaglia di Stalingrado, il 2 febbraio del 1943.
Durante il suo regime ha fatto fuori tutti gli oppositori, anche chi non era realmente un oppositore ma semplicemente non godeva più della sua fiducia.
Gulag (nati come campi di lavoro, non di sterminio). Nell’ultimo periodo del nazismo sono stati trasformati in campi di sterminio.
I gulag vengono chiusi pochi anni dopo la morte di Stalin del 1953.

I crimini dello Stalinismo, le purghe, gli arresti ingiustificati, le pressione sui cittadini, le fucilazioni di milioni di persone vengono condannate nel 1956 da Nikita Krushov, il successore di Stalin.

Con Krushov inizia la destalinizzazione dell’unione sovietica.

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Quale è la situaizone per L’ucraina durante la seconda guerra mondiale?

A

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale l’ucraina è bloccata tra le soverchianti forze tedesche ad ovest e quelle russe ad est.

Con l’operazione Barbaraossa del 1941 (che infrangeva il patto Molotov-ribentrop) i tedeschi occupano l’Ucraina e verso la fine del 1941 l’armata rossa è obbligata a lasciare la maggior parte del territorio.
I tedeschi volevano sfruttare le risorse economiche dell’Ucraina.
Soltanto nel 1944 i tedeschi abbandonano l’ucraina perchè i sovietici sono riusciti a riprendersi queste zone e nel 1944 l’esercito sovietico aveva riconquistato tutti il territorio dalla riva destra dell’Ucraina fino al confine della Romania.

Durante il periodo dell’occupazione tedesca la Galizia era incorporata nella grande Germania, in cui la politica tedesca risultò favorevole agli ucraini che appoggiarono lo sforzo bellico tedesco in quanto temevano il ritorno dei sovietici.
L’Ucraina viene trasformata in un COMMISSARIATO DEL REICH DI UCRAINA (41-43): la propaganda nazista denunciava i crimini bolscevichi e la chiesa Ucraina appoggiava i tedeschi.
La transcarpazia era annessa all’ungheria, la Transnistria era sotto il controllo della romania, la Bessarabia e Bucovina riannessa alla Romania.

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L’ucraina durante la guerra fredda

A

Durante la guerra fredda l’ucraina è una delle 15 repubbliche socialiste sovietiche.
Il territorio ucraino venne accorpato da Stalin all’URSS. Mancavano la bucovina e la transcarpazia che furono annesse dopo.

Nel 1953 muore Stalin, e la grande svolta fu la destalinizzazione voluta da Kruscev (1953 - 1964). Pronunciò un discorso di denuncia verso Stalin, denuncia dei crimini contro l’umanità.
Kruscev decise di cedere la Crimea agli ucraini nonostante fosse abitata da popolazioni russofone.
Questa cessione era una ricompensa, un gesto di conciliazione per ripagare gli ucraini di tutti i colpi sofferti.
Questa decisione diventerà il fulcro di una delle piu gravi crisi politico-militari del XXI secolo.
Decisione che porto problemi fino ad oggi ma in particolare nel 1991.
Diede inizio alla destalinizzazione, il processo di distanziamento e di denuncia di Kruscev nei confronti del periodo staliniano e dei crimini perpetuati da Stalin verso l’umanità.
Dopo la destituzione di Kruscev (1964), sali al potere BREZNEV (1964-1983).
Continua il processo di russificazione che si concentra nella parte est del paese. Decide che la lingua da usare e in ucraina è il russo. Meno violento di kruscev, ma non meno autoritario.
Divenne obbligatorio conoscere il russo, altrimenti si veniva tagliati fuori. Non fu un periodo favorevole per l’ucraina, poichè vi fu un disequilibrio in favore delle aree russofone.
Durante il periodo di Breznev, si iniziano a vedere le prime spaccatura che porteranno al crollo dell’unione sovietica, ci sono le prime reazioni negative, inizia la perdita di consenso dei vertici moscoviti.

Andropov (82-84)
Cernenko (84-85)

1986 DISASTRO DI CHERNOBYL
In Ucraina c’erano 5 centrali nucleari: la più vecchia era quella di Chernobyl nel nord del paese, a 100 km da Kyiv. Costruita nel 1970, era attiva dal 1978 e aveva 4 reattori nucleari. Le altre centrali erano più recenti.
La centrale si chiamava “Vladimir Lenin”.
Nella notte tra il 25/26 aprile 1986 la centrale esplose perché vennero fatti dei test fuori dalle norme procedurali previste. Vi fu un improvviso aumento della potenza prodotta per surriscaldamento attraverso un processo che nessuno riuscì ad arrestare e che portò all’esplosione del reattore.
Si trattò di una combinazione tra errore umano, difetti di progettazione e costruzione del reattore, procedure nei sistemi di sicurezza non all’altezza della situazione.
Fuoriescono iorio e cesio radioattivi.
L’esplosione fu 400 volte maggiore dell’atomica di Hiroshima (in termini di dispersione di calore).
Le autorità sovietiche negarono l’incidente, e solo 20 giorni dopo Gorbaciov si rivolse al popolo cercando di spiegare cosa fosse successo. All’inizio le autorità ucraine e sovietiche non informarono con alcuna notizia, non informarono la popolazione né il resto del mondo e non diedero indicazioni alle persone esposte su come proteggersi.

In Svezia, il 28 aprile misurarono la radioattività e diedero l’allarme, chiesero ragione, e l’Unione Sovietica negò fosse successo qualcosa ai loro impianti. Un giorno e mezzo dopo un’agenzia giornalistica russa, la TAS, dà notizia che 45 mila abitanti di una cittadina vicino alla centrale nucleare andavano a dormire a Pripyat, una zona destinata ai lavoratori della centrale, e che venivano evacuati. I preparati medici furono messi a disposizione della gente solo a fine maggio.
Moltissime persone si ammalarono di cancro.
Nessun politico o oligarca fu ritenuto responsabile dell’accaduto, solo alcune persone che lavoravano lì. Chi è sopravvissuto ha avuto una condanna ad un paio d’anni di lavori forzati.

Gli ucraini si resero conto quanto la Russia fosse indifferente a quanto accaduto. Chernobyl fece conoscere al mondo tutti i problemi dell’Ucraina che capì che il sistema non era neanche in grado di controllare la loro sicurezza. Cominciano critiche aspre al governo comunista. Nel 1989 si forma il “Movimento popolare dell’Ucraina per la “Perestrojka” (o “Ruch”).
Perestrojka = ricostruzione/ristrutturazione

Dopo Breznev e la sua morte (1982) ci furono Andropov e Cernenko.
Successivamente arrivò Gorbachev (85/86) che voleva risolvere la situazione tragica dell’unione sovietica.

La Perestroika non decollò mai, ma innescò il dissesto sistemico dell’unione.
Gorbachev introdusse maggiore libertà di espressione anche tra i popoli non russi.
In ucraina questo processo avvenne più lentamente rispetto ad altri strati
1987-1988
- fu introdotta la libertà di religione
- la lingua ufficiale è di nuovo l’ucraino
- incontro tra Gorbaciov e papà Giovanni (1989)

A capo del partito ucraino c’è Scerbickij, fedelissimo al marxismo e comunista (non in linea con Gorbaciov) e rimane al potere fino al 1989 anno in cui da le dimissioni.
Viene sostituito da Ivasko, piu adeguato a ricoprire tale incarico

1989 regioni del Donbass e Lugansk esprimono il loro malcontento tramite alcuni scioperi dei minatori

1990 - Accordi di mosca furono un importante trattato che posero fine alla guerra fredda in Europa.

Nel 1990 in ucraina ci furono le prime elezioni del parlamento ucraino che aveva sostituito il soviet supremo. Inizia la democrazia parlamentare che compromette il monopolio del potere politico da sempre in mano ai comunisti.

Agosto 1991 (18-22 agosto) avviene un tentativo di colpo di stato a Gorbaciov. Il colpo fallisce in pochi giorni ma accelera il crollo dell’unione sovietica. L’ucraina si dichiara indipendente da Mosca e Kravchuk fu il primo presidente dell’Ucraina indipendente dopo il crollo dell URSS.

Gorbaciov torna a mosca in agosto. Gli stati baltici (Estonia, Lettonia, Lituania) avevano già dichiarato la loro indipendenza e Yeltsin spinse per una Federazione Russa indipendente. Successivamente il parlamento abolì il partito comunista.

1991 (8 dicembre): Russia, ucraina, Bielorussia e Polonia si riuniscono in segreto con Gorbaciov per pianificare la disgregazione dell’URSS
1991 (26 dicembre): Yeltsin e i capi stato delle repubbliche sovietiche si riuniscono in Kazakistan per completare la separazione e sanciscono la fine dell’URSS

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Patto di Varsavia

A

È stata un’alleanza militare tra gli Stati socialisti del blocco orientale (Bulgaria, CEcoslovacchia, GErmiania est, Ungheria, Polonia, Romania e fino agli anni ‘60 Albania) nata come reazione al riarmo e all’entrata nella NATO della Repubblica federale tedesca.

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Cosa rappresenta per la NATO la dissoluzione del patto di Varsavia e la trasformazione dell’URSS in unione sovietica

A

Fu l’occasione per la Nato per l’attuazione di una duplice strategia nei riguardi delle capitali europee orientali e di Mosca. Propone a questi stati di entrare nella membership, di essere membri della NATO in veste di ex paesi satelliti (quelli del patto di Varsavia) e propone alla Russia diventata Federazione Russa, di includerla nella partnership.

SUMMIT DI LONDRA (1990)
Furono poste politiche di dialogo e collaborazione con stati facenti parte del patto di Varsavia. Gli stati membri NATO propongono a questi paesi del Patto una dichiarazione unica (joined declaration) in cui dovevano affermare solennemente di non essere più avversari tra loro e ribadire l’intenzione di non usare la forza l’uno contro l’altro. Una sorta di pacificazione tra i paesi dell’ex patto di Varsavia.
La NATO dichiarava di non ritenere la Federazione Russa come un avversario e di auspicata alla costruzione di un rapporto pacifico con essa.

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Quando nasce la Federazione Russa?

A

La dissoluzione dell’URSS e la nascita della Federazione Russa ebbero luogo durante una riunione dell’alleanza atlantica il 20 dicembre 1991.

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Crisi balcanica - Guerre Jugoslave 1991

A

Sono state una serie di conflitti armati, inquadrabili tra una guerra civile e conflitti secessionisti, che hanno coinvolto diversi territori appartenenti alla repubblica socialista federale di Jugoslavia, una decina di anni dopo la morte di Tito, tra il 1991 e il 2001.

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Quando divenne l’ucraina indipendente?

A

Il 24 agosto 1991

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1997 il grande trattato: cosa prevedeva?

A

Fu un accordo di amicizia tra Federazione Russa e Ucraina, nel quale si stabiliva il riconoscimento dell’inivolabilità dei confini (impediva d sia alla Russia sia all’ucraina di invadere rispettivamente il paese dell’altro e dichiarargli guerra).
Tuttavia nel settembre 2018 l’ucraina annunciò di non voler rinnovare l’accordo ed esso è scaduto a marzo 2019

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Cosa rappresenta per la Russia la crisi in Kosovo?

A

La guerra in Kosovo fu un conflitto combattuto dal febbraio 1998 a giugno 1999 (all’ interno delle guerre jugoslave). Questa crisi sembrava sancire la fine dell’avvicinamento della Russia all’alleanza atlantica.
Da sempre la Russia è stata molto vicina alla Serbia, e il contenzioso avvenne tra la Serbia e il Kosovo.
Quando la nato intervenne con un bombardamento contro la Serbia, la Russia iniziò a prendere le distanze dall’alleanza atlantica, in quanto la Russia era molto vicina a livello religioso, etnico e culturale alla Serbia.

L’ucraina invece era dalla parte del Kosovo che assieme ad altri battaglioni polacchi entravano in zona kossovari aiutati dalla NATO.

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Summit a Washington 1999

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L’ucraina partecipa a questo summit mostra subito interesse nell’entrare a far parte della NATO. Una delle condizioni è la rinuncia unilaterale agli arsenali nucleari, si giunge a questa soluzione e vengono firmati i memorandum.

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Trattato di non proliferazione nucleare

A

È un trattato internazionale sulle armi nucleari che si basa su tre principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare.
Questo trattato proibisce ai firmatari di procurarsi armi nucleari, e impone agli stati nucleari di consegnare armi o congegni nucleari.
Nel 2002 il parlamento ucraino ratifica (approva ufficialmente) il trattato.

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Strategic airlift agreement

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Fu un accordo del 2004 a cui il governo ucraino aderisce e dà il suo contributo all’unione dei paesi membri della NATO impegnati a fornire supporto aereo alla NATO. Nel caso si fossero verificati problemi di tipo aereo, l’ucraina sarebbe stata disponibile ad aiutare la NATO.

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Che riunione ci fu nel 2008 a Bucarest?

A

Ci fu un’altra riunione dei paesi NATO e non. I paesi membri erano d’accordo sull’ingresso dell’Ucraina nell’alleanza atlantica. Ma il nuovo presidente YANUKOVIC (filorusso) non essendo d’accordo bloccò tutti i programmi relativi all’entrata dell’Ucraina nella NATO.

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Accordi di Pratica di mare

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Maggio 2002, furono firmati accordi tra Russia e Nato, cioè l’alleanza militare tra paesi occidentali. Questo incontro avvantaggia l’ucraina che non incontra ostacoli di rilievo nel processo di avvicinamento allo schieramento euroatlantico.

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Per quale motivo ad un certo punto gli USA sospendono finanziamenti verso l’ucraina?

A

Ci furono die problemi riguardo a delle forniture di un sistema radar proibite dall’ONU a Saddam Hussein da parte di Kyiv. I finanziamenti ripresero dopo che l’ucraina manifestò l’intenzione di entrare nella nato.

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Presidenti ucraini

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Kravchuk: 1991 - 1994, indipendente;
Kucma: dic. 1994 - gen. 2005, indipendente;
Juscenko: 2005 - 2010, “Ucraina Nostra”;
Yanukovich: 2010 - 2014, “Partito delle Regioni”;
Turchynov: 2014, “Patria”;
Poroshenko: 2014 - 2019, “Solidarietà europea”;
Zelenskij: 2019 -, “Servitore del popolo”;

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1994, presidente Kucma, come è stato questo periodo?

A

Questa presidenza fu definita disastrosa per l’evoluzione ucraina.

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Nell’anno 1998, come era il periodo dell’Ucraina?

A

Fu un periodo di delitti politici e epoca d’oro degli oligarchi russi

Oligarca russo = magante degli affari delle ex repubbliche sovietiche che sono diventati ricchi con la privatizzazione russa in seguito allo scioglimento dell’URSS.

Nel 1999 vince le presidenziali di nuovo Kucma.

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Chi era Marchuk

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La volotnà di entrare nella Nato viene messa per iscritto da Cukma. Il capo della sicurezza della NATO era Marchuk.
L’ucraina voleva essere difesa, rassicurata e rientrare tra le potenze che avrebbero goduto di questa difesa da parte della NATO.
Questa linea politica di schieramento euroatlantico portata avanti da Kucma e Marchuk, era condivisa anche da YANUKOVIC, primo ministro.
In seguito però iniziano ad emergere chiari segnali di dissenso nei confronti della svolta occidentali sta del paese. YANUKOVIC non è piu d’accordo sull’ingresso dell’Ucraina nella nato.

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Cosa significò l’ingresso di alcuni paesi nell’UE nel 2004

A

Nel 2004, entrarono a far parte dell’UE: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Lettonia, Estonia, Lituania, Slovenia, Cipro e Malta.
Questa situazione ha rafforzato l’economia occidentale e la presenza statunitense in Europa.

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Presidenziali del 2004

A

Alla vigilia delle elezioni Cukma annuncia il suo ritiro dalla vita politica e propone come suo successore YANUKOVIC.
Nello stesso anno il movimento nazionale democratico si muove sostenuto a favore di un altro candidato, Yushenko. Nascono diversi movimenti contro YANUKOVIC che perderà le elezioni.

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Cos’è il PFP?

A

È il partnership for peace, un programma il cui fine è creare fiducia tra la NATO, gli stati europei che non hanno aderito all’alleanza atlantica. È stato firmato nel 2005 dalla Federazione Russa.

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Strage di Beslan

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Fu un massacro avvenuto a settembre 2004 in una scuola di Beslan, nell’Ossezia del nord, dove un gruppo di 32 terroristi islamici occupo l’edificio scolastico sequestrando circa 1200 persone fra adulti e bambini.
Questo avvenimento creò gelo nelle relazioni tra Nato e Russia.

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elezioni presidenziali 2010 in Ucraina

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Furono vinte da Yanukovych.

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La Russia di Putin

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Le difficoltà causate dalla crisi finanziaria del 2007 e 2008 coinvolsero anche la Russia, che però riuscì a superarle in tempi brevi, grazie soprattutto alla flusso di valuta estera garantito dalla disponibilità di materie prime e di fonti energetiche (petrolio e gas). Gia nel 2009 l’economia russa torno a far segnare buoni ritmi di crescita, che consentirono di inserirsi stabilmente nel gruppo di punta dei paesi emergenti, i cosiddetti Brics.
Anche sul piano politico, questo periodo fu caratterizzato da una crescente stabilità. Al consolidamento del potere del presidente Putin faceva però riscontro una pratica il liberale e autoritario nei confronti delle opposizioni, che fu oggetto di numerose campagne di denuncia, dentro e fuori confini della Russia. Nel 2008 le elezioni per la presidenza della Repubblica furono vinte allarga maggioranza da Medvedev, sostenuto da Putin, che non potendo in base alla costituzione vigente essere rieletto alla massima carica, assunse la presidenza del consiglio. Alla guida del suo partito, “Russia unita”, Putin continua tuttavia essere il protagonista assoluto della politica russa e nel 2012 fu rieletto presidente della Repubblica. In politica internazionale, la Russia cerco in ogni modo di far valere il suo ruolo da protagonista, soprattutto sullo scacchiere mediorientale; rafforzò i suoi legami con le altre potenze emergenti e rivendicò un’egemonia di fatto nei confronti dei paesi dell’ex unione sovietica. Nell’estate del 2008, la Russia fu addirittura impegnata in una breve guerra contro la Georgia, che si opponeva all’indipendenza della regione filo russa dell’Ossezia del sud, appoggiata invece da Mosca.

La crisi Ucraina
Assai più grave fu la crisi scoppiata nel 2013-14 in Ucraina, da tempo teatro di forti contrasti tra le correnti politiche vicino alla Russia e quelle che guardavano all’ occidente, in vista di un possibile ingresso nell’Unione Europea. Quando nel novembre del 2013 il presidente filo russo Janukovyč rifiutò di firmare un trattato di associazione dell’Ucraina all’Unione Europea, i gruppi filo-occidentali e i nazionalisti antirusso diedero vita a una serie di imponenti manifestazioni che culminarono, in febbraio, in sanguinosi scontri con la polizia e nella fuga del presidente della capitale Kiev, dove si insediò un nuovo governo espressione delle correnti filo-occidentali. A questo punto, però, furono i filo russi a sollevarsi, trovando subito l’appoggio di Putin: dalla Russia partirono non solo aiuti umanitari, ma anche armi e volontari (in realtà veri militari). La penisola di Crimea, tradizionalmente russa per lingue per storia, proclamò la sua indipendenza dall’Ucraina e la fece sancire, nel marzo 2014, da un referendum la cui validità non fu riconosciuto dalla comunità internazionale. Anche le regioni orientali abitata in maggioranza da russi scelsero la secessione e, col sostegno di Mosca, si opposero con le armi ai tentativi del governo ucraino di ristabilire la sua autorità.
Ne scaturì un sanguinoso conflitto a sfondo etnico, che fece subito salire la tensione a livello internazionale: gli Stati Uniti e i paesi dell’Unione Europea appoggiarono infatti il governo di Kiev e decretarono pesanti sanzioni economiche contro la Russia, che tornava così a proporsi come antagonista storica dell’Occidente, oltre che come modello di democrazia autoritaria dalla forte impronta nazionalista.

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Euromaidan

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Riguarda gli accadimenti in questa piazza nel febbraio del 2014. Ci furono una serie di manifestazioni in cui gli ucraini chiedevano il ripristino degli emendamenti considerati nel 2004 sulla costituzione ucraina. Le proteste sfociarono nella rivoluzione ucraina del 2014 e, infine alla fuga e messa in stato di accusa del presidente ucraino Janukovyc.

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La rivoluzione ucraina del 2004 e del 2014

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La rivoluzione del 2004
Nelle elezioni presidenziali si forma un movimento di protesta, la rivoluzione arancione. Janukovic era in vantaggio ma Yanushenko contesta i risultati denunciando i brogli elettorali. Chiede ai suoi sostenitori di restare in piazza fino alla ripetizione della consultazione. Chiede di rifare le elezioni. Dopo queste proteste la corte suprema ucraina invalida il risultato elettorale e fissa nuove elezioni. E’ il 26 dicembre 2004. Alle nuove elezioni vince Yushenko, con il 52%, che si insedia il 23 gennaio 2005 fino al 2010. Nel 2010 - 2014 c’è Yanukovich che vince nel 2010 e imprigiona la Timoshenko;

Rivoluzione del 2014
Ha avuto luogo nel febbraio 2014 a conclusone delle proteste dell’euro Maidan, quando scontri violenti tra i manifestanti e le forze di sicurezza nella capitale Kiev culminarono con la fuga del presidente Janukovic e la caduta del governo di Azarov.
La rivoluzione vide cambiamenti nel sistema politico ucraino, tra cui il ripristino della costituzione del 2004, l’abolizione della legge che riconosceva il russo come lingua ufficiale e le e lezzino i anticipate con l’elezione di Poroshenko nel maggio del 2014.

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Poroshenko 2014-2019

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Si distingue per la virata verso occidente e perchè riprende il percorso di avvicinamento alla NATO.
Gli usa avrebbero promesso, secondo alcuni, di non avvicinarsi troppo ad est. Il percorso di avvicinamento alla nato di Poroshenko innesca la reazione della poplazione russofona del sudest del paese, che dà origine a movimenti indipendentisti.
La reazione di repubbliche come Donbass, Donetsk e Lugansk fu quella della Russia che nel 2014 annette la Crimea.

Gli ucraini volevano l’indipendenza della Russia, e c’è l’inizio di una fase di grande instabilità.
L’annessione della Crimea alla Russia dà l’avvio ai problemi nel donbass. I tentativi di risolvere questa sistuazione furono gli accordi di Minsk:
- Minsk 1, settembre 2014: accordo per porre fine alla guerra in ucraina orientale. Partecipano i rappresentanti di ucraina, Russia e delle repubbliche popolari del lugansk e del Donetsk;
- Minsk 2: viene formata una legge che porti grazia e amnistia ai personaggi coinvolti negli eventi avvenuti in Donetsk e Lugansk, che richiedevano di essere aree autonome; si richiedeva inoltre la liberazione e lo scambio dei prigionieri illegalmente arrestati.

Questi accordi non furono rispettati dalla Russia

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Presidenti ucraini

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Kravchuk: 1991 - 1994, indipendente;
Kucma: dic. 1994 - gen. 2005, indipendente;
Juscenko: 2005 - 2010, “Ucraina Nostra”;
Yanukovich: 2010 - 2014, “Partito delle Regioni”;
Turchynov: 2014, “Patria”;
Poroshenko: 2014 - 2019, “Solidarietà europea”;
Zelenskij: 2019 -, “Servitore del popolo”;

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Zelenskij 2019 - oggi

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Durante le campagne elettorali, Zelenskij era visto come colui il quale avrebbe portato una riconciliazione nelle zone russofone del paese, portando la pace tra Russia e Ucraina. D’altra parte c’era Poroshenko, presidente per il quale era importante l’Ucraina, Dio e la famiglia (più conservatore, tradizionalista e bellicista contro la Russia). Con la vittoria di Zelenskij non c’è la firma di nessun trattato di pace tra Russia e Ucraina, gli Accordi di Minsk vengono dimenticati e il concetto di sicurezza diventa sempre più volatile nel paese, soprattutto in regioni come il Donbass che erano controllate dall’esercito ucraino da una parte e russo dall’altra.