Ucraina Flashcards
Rivolta cosacca del 1648
A seguito della rivolta cosacca da parte dei cosacchi ucraini del 1648, sorse l’Etmanato. Divenne vassallo degli zar e consolidò il nazionalismo e la lingua ucraini.
L’Etmanato fu abolita nel 1764 da Caterina II di Russia)
Alla fine del XVIII secolo, chi governava l’intera Ucraina?
Alla fine del 1700 l’impero russo governa l’intera Ucraina, tranne la Galizia che faceva parte dell’impero asburgico. La politica imperiale russa fu repressiva su lingua e scrittura ucraine nonché religione e nazionalismo.
Durante il 1800 infatti avviene il processo di russificazione dei territori ucraini sotto il controllo russo che raggiunge l’apice in due occasioni:
- La messa al bando della lingua ucraina;
- 1876 decreto di EMS dello zar Alessandro II che emana un decreto in cui vieta l’importazione di qualsiasi libro scritto nel “piccolo russo”.
Nasce così il MOVIMENTO NAZIONALE UCRAINO che porterà, alla fine de XX sec., all’indipendenza del paese.
La Galizia che era sotto gli Asburgo, aveva maggiore libertà di espressione rispetto ai territori sotto la Russia; l’amministrazione in Galizia è in mano ai polacchi, e la lingua polacca ha la supremazia linguistica. Invece, nel ducato di Bucovina (sopra alla Romania) l’ucraino è più diffuso, e c’è una sorta di bilinguismo insieme al rumeno. Nella Transcarpazia avviene un processo di magiarizzazione (ungherizzazione).
La Galizia è un territorio nevralgico del nazionalismo ucraino, grazie a questa maggiore libertà; si può discutere e diffondere le proprie idee, c’è un clima più favorevole.
Come sono conosciuti anche gli ucraini?
Come RUTENI, gruppo etnico slavo orientale che viveva in Ucraina e Bielorussia.
Che conseguenze ha il Congresso di Vienna del 1814-1815 sull’Ucraina?
Il Conresso di Vienna si tenne nella capitale austriaca tra l’ottobre del 1814 e il giugno del 1815 per ripristinare l’assetto territoriale degli stati europei in seguito alle guerre napoleoniche.
Questo congresso limita il movimento indipendentista ucraino poichè esso avrebbe potuto nuocere all’impero austro-ungarico.
Quali conseguenze ha sullo scenario nazionale ucraino, la prima guerra di indipendenza?
I tumulti a Vienna producono effetti anche su territori lontani come la Galizia, e provocano tre elementi significativi:
- il concetto di nazionalità si estende molto anche alle masse contadine;
- in Galizia esce un decreto imperiale che prevede la fine della servitù della gleba;
- le masse ucraine vengono coinvolte perché in Austria si decide che potranno partecipare alle prime elezioni del parlamento austriaco (che avrà vita breve, dal 1867 a quando sarà soppresso nel 1918). Il parlamento si chiama “reichstadt”;
Si forma una COSCIENZA NAZIONALE UCRAINA cui seguono richieste all’Austria di maggior autonomia, difesa della propria identità nazionale… richieste prese in considerazione da Vienna e dalle autorità galiziane polacche (costrette a farlo)
Quando si forma l’unione tra Austria e Ungheria?
Nel 1867 si tenne l’AUSGLEICH, noto anche come compromesso austro-ungarico stipulato tra il governo austriaco e il parlamento ungherese.
Si creò una forma congiunta di governo in cui Franz Joseph volle però mantenere in comune diversi ministeri: esteri, difesa e finanze. Vi è un DUALISMO MONARCHICO
Quali conseguenze ebbe l’ausgleich per gli ucraini?
Non positive in quanto i polacchi erano invidiosi di quanto accaduto in Ungheria, e iniziarono a reclamare nuove autonomie: più ampi poteri di governo e libertà di decidere su varie questione.
La situazione rimase immutata fino al 1914: i rapporti ucraino-polacchi sono ostili, si trova un compromesso nel periodo critico della prima guerra mondiale anche se dopo questa si riaccendono le ostilità.
Quando e quale associazione venne fondata a Lviv?
Nel 1868 venne fondata a Lviv una associazione illuminista ucraina a fini culturali ed educativi chiamata PROSVITA, attiva in Galizia e nel DNEPR (sotto controllo russo)
Quando è nato il partito radicale ruteno?
È nato nel 1980 in Galizia. Era di orientamento repubblicano ma anticlericale.
Il partito nazionale democratico ucraino è appoggiato dalla chiesa uniate (chiesa ucraina: rinominata ufficialmente chiesa “greco-cattolica” equiparata a quella “cattolica-romana”)
Chi fu il primo a rivendicare lo stato unitario ucraino?
Fu Baczynski, autore di Ucraina irredenta, di imposizione marxista. Secondo lui le idee nazionaliste non erano in antitesi con le idee socialiste di Marx ed Engels, perchè tra le due c’era sinergia.
Chi era Doncov e quali erano le idee a cui si ispirava?
Era un nazionalista integralista che si rifaceva alle idee darwiniano, era contro il liberalismo e all’anarchia; era un sostenitore delle competizioni tra stati, voleva purificare la nazione ucraina da qualsiasi influenza (era contro tutte le minoranze.
Quale era la situazione ucraina durante la prima guerra mondiale?
1914-1918: l’ucraina subisce invasioni da tutti i paesi belligeranti della prima guerra mondiale.
Vi è una sequenza di diversi tipi di governo che si alternano al potere, cercando una definizione definitiva e di creare un territorio sovrano e unito.
Nel 1917 in seguito alla rivoluzione russa, l’impero zarista (noto anche come impero russo) giunge al termine. La rivoluzione inizia nel febbraio di quell’anno con proteste di massa a Pietrogrado (oggi San Pietroburgo) contro scarsità di cibo e il coinvolgimento della Russia nella 1 guerra mondiale. Il 15 marzo 1917 lo zar Nicola II abdica.
Con la fine dell’impero zarista, i nazionalisti ucraini manifestano la volontà di essere indipendenti. Si forma il CONSIGLIO CENTRALE UCRAINO (RADA), al fine di creare una comunità autonoma ucraina all’interno della repubblica federale russa.
Dopo l’abdicazione dello zar, venne istituito un governo provvisorio e nel mese di ottobre del 1917 i bolscevichi guidati da Lenin presero il controllo del governo e instaurarono il regime comunista.
I bolscevichi dichiarano che l’ucraina sarebbe diventata una provincia sovietica.
Nel 1918 viene proclamata l’indipendenza dell’Ucraina libera e sovrana, e i bolscevichi dichiararono a Kharkov la nascita di un’altra repubblica ucraina “degli operai e dei contadini” per screditare l’altra e affermare il potere sulla città.
Da questo momento in poi inizia un conflitto armato tra i bolscevichi e le forze ucraine indipendentiste.
Il 3 marzo 1918 nella città di Brest-Litovsk (trattato di BREST-LITOVSK) odierna Bielorussia, la neonata repubblica sovietica russa firma la pace con gli imperi centrali. Questo fa uscire di scena dalla guerra la Russia. Con questo trattato oltre a una cospicua indennità di guerra, il paese perde la Polonia orientale, la Lituania, l’Estonia, la Finlandia e Ucraina (che dal ‘17 al ‘22 diventa autonoma e indipendente).
Dopo la creazione dell’ URSS, fondata dai bolscevichi nel dicembre del 1922, vi è la fine dell’autonomia dell’Ucraina.
Chi era Skoropadskyj e quale fu il suo ruolo nell’Ucraina?
Fu un ufficiale dell’esercito imperiale russo e, dopo il colpo di stato che rovesciò la repubblica popolare ucraina, fu proclamato etmano. Il governo dell’etmanato sostituì la RADA (il consiglio centrale ucraino)
Il periodo di Skoropadskyj è ricco di violenze contro le comunità ebraiche e altre minoranze.
Per tutta risposta, nel novembre del 1918 nasce il DIRETTORIO DELLA REPUBBLICA POPOLARE UCRAINA affidato a un socialista antibolscevico, SIMON PETLJURA.
Chi era PETLJURA e quale fu il suo ruolo in ucraina?
È stato un politico e militare ucraino. Diede vita al direttorio della repubblica popolare ucraina nel 1918, in seguito all’hetmanato di Skoropadskyj. Unì le due ucraine, quella occidentale e quella orientale.
Si trattò di un’unione effimera e breve, poichè queste due repubbliche unite non avevano prestigio nazionale, non erano note, rispetto allo stato polacco che dopo la 1a guerra mondiale si costituì come stato sovrano.
Dopo la conferenza di Parigi (1919), PETLJURA cercò accordi con i polacchi (mentre Petrusewicz se ne andò in giro per l’Europa a cercar sostegno, che però non trovò).
Chi era Pilsudski e quale fu il suo ruolo in Ucraina/Polonia?
È stato inizialmente un socialista, rivoluzionario, politico e dittatore polacco. Diede vita alle legioni polacche (gruppi di difesa)
Ha combattuto a fianco dell’imperatore austro-ungarico contro la Russia. Nel 1917 però ritira il suo sostegno agli imperi centrali e viene imprigionato dai tedeschi.
Nel 1918 la Polonia riconquista la sua indipendenza e fino al 1922 lui ne è capo di stato.
Nel 1920 partecipò alla battaglia di Varsavia, dipinta come una vittoria decisiva per la Polonia.
All’inizio degli anni ‘20 Pilsudski propose una federazione tra Polonia, Lituania, Bielorussia e Ucraina estendendosi tra: Mar Nero, Mar Baltico e Mar adriatico. Questa federazione venne chiamata INTERMARIUM. L’obiettivo era attuare un commercio equo tra questi paesi (oggi si chiama Three Seas Initiative.
Dal ‘23 al ‘26 Pilsudski si è ritirato dalla politica, solo nel ‘26 dopo un golpe diventa un uomo forte del progetto “risanamento”
Muore nel 1935. La sua morte ha creato un culto della personalità vivo tutt’ora.
Ebbe un fortissimo impatto sulla politica della Polonia, diffusore della tradizione e della cultura polacco-lituana. Credeva in una Polonia multietnica, per lui non era importante l’origine etnica dei suoi cittadini.
Il suo grane avversario fu il partito NAZIONALDEMOCRATICO.
Chi era Petrusewicz e quale fu il suo ruolo nell’Ucraina?
Fu il presidente della repubblica nazionale ucraina occidentale nata nel 1918.
Fu redatta una nuova costituzione.
Petrusewicz non riuscì però a far rientrare nei confini la Bucovina e la Transcarpazia, abitate dai ruteni.
Nel 1919 le forze di Petrusewicz vengono sconfitte dai polacchi che sono intervenuti in Galizia.
A metà dello stesso anno, ognuno dei territori abitati dagli ucraini aveva cambiato appartenenza: Galizia ai polacchi, Bucovina alla Romania e Transcarpazia alla Cecoslovacchia.
Nascita dell’Unione Sovietica a partire da Lenin a Stalin
Lenin fu un rivoluzionario politico a capo dei bolscevichi (contro il menscevismo di Mantova).
Lenin incoraggiò la fallita rivoluzione russa del 1905 e in seguito promosse una campagna affinchè la prima guerra mondiale fosse trasformata in una rivoluzione proletaria a livello europeo che, come il marxismo riteneva, avrebbe comportato il rovesciamento del capitalismo sostituito dal SOCIALISMO.
Nel luglio del 1918 fu varata la prima costituzione della Russia rivoluzionaria, in piena guerra civile, dove si proclamava che il potere doveva appartenere alle masse lavoratrici e ai soviet (i loro autentici organi rappresentativi).
Tra il 1917 e il 1922 il governo di Lenin si dimostrò vittorioso nella guerra civile russa, contro l’esercito zarista.
Per rispondere alle carestie e alle rivolte nel 1921 Lenin introdusse la NEP, una nuova politica economica, che prevedeva un’economia di libero mercato nell’ambito della produzione agricola e nel complesso commerciale.
A dicembre del 1922 nasce l’URSS (unione delle repubbliche socialiste sovietiche).
La nuova costituzione dell’URSS fu approvata nel 1924, al vertice stava ancora il congresso dei SOVIET, ma il potere reale stava nelle mani del partito comunista (l’unico possibile previsto dalla costituzione).
Era stata costituita la polizia politica chiamata ceka, che si occupava di colpire gli oppositori, i “nemici dello stato”.
Il partito comunista diventa indistinguibile dallo stato. Il potere della nazione è gestito dal piccolo gruppo dirigente del partito.
I tentativi rivoluzionari dei bolscevichi riguardavano una grande trasformazione delle russia, volevano rivoluzionare la società nel profondo cambiando valori e comportamenti tradizionali. Principalmente si concentrarono sull’alfabetizzazione di massa (obbligo scolastico fino ai 15 anni) e la lotta contro la chiesa ortodossa (portata avanti con molta durezza: confisca beni, chiusura chiesi, arresto capi religiosi).
Nell’aprile del 1922 Stalin (detto anche segretario d’acciaio) diventa SEGRETARIO GENERALE del partito.
Lenin vedeva in Stalin un uomo brutale e nel suo testamento invita il partito a destituirlo.
Proprio nel ‘22 Lenin si ammala e nel gennaio ‘24 muore.
Il testamento politico non venne mai letto e Stalin rimase segretario.
Trozky uno dei più influenti leader bolscevichi afferma che la deriva autoritaria sta snaturando la rivoluzione e che la Russia doveva essere solo il primo passo, Stalin e i suoi credono che l’unione sovietica necessitasse prima di stabilizzarsi per poi allargare la rivoluzione.
RIVOLUZIONE PERMANENTE: estendere la rivoluzione all’intero occidente capitalistico (Trozky)
SOCIALISMO IN UN SOLO PAESE (Stalin)
Trotzkista era il più autorevole e popolare dopo Lenin tra i capi bolscevichi, ma anche il più isolato - Zinovev, Kamenev e Bucharin - respinsero le sue critiche e appoggiarono Stalin.
Viene favorito Stalin e Trozky viene sconfitto e allontanato (Deportato in Asia centrale e poi espulso dall’URSS)
Con l’ascesa di Stalin con il partito comunista si può dire conclusa la fase rivoluzionaria e la Russia si può dire a tutti gli effetti Unione sovietica.
I Soviet
Etimologia di Soviet
“Soviet” deriva da una parola russa che significa consiglio, assemblea.
La parola “sovietnik” significa consigliere.
Il primo Soviet
Il soviet apparve per la prima volta durante i disordini di San Pietroburgo del 1905, quando i rappresentanti dei lavoratori in sciopero che agivano sotto la guida socialista formarono il soviet dei deputati dei lavoratori per coordinare le attività rivoluzionarie. Poco prima dell’abdicazione dello zar Nicola II nel marzo 1917 e della creazione di un governo provvisorio, i leader socialisti istituirono il Soviet di Pietrogrado dei deputati operai e soldati. Questo Soviet di Pietrogrado si ergeva come un “secondo governo” di fronte al governo provvisorio e spesso sfidava l’autorità di quest’ultimo. I soviet sorsero in città e paesi in tutto l’impero russo. Gran parte della loro Il potere dei soviet crebbe con il passare del tempo. Nel 1917, il Partito Bolscevico, guidato da Vladimir Lenin, prese il controllo del governo russo. I bolscevichi cercarono di consolidare il loro potere attraverso i soviet. Nel 1918, il governo bolscevico creò il Consiglio dei commissari del popolo, che divenne il governo centrale dell’Unione Sovietica.
Nel corso degli anni, i soviet furono organizzati a livello locale, regionale e nazionale. I delegati dei soviet venivano eletti attraverso un sistema di voto democratico, anche se in pratica il Partito Comunista aveva una forte influenza sulla selezione dei candidati.
I soviet furono uno strumento chiave per l’esercizio del potere da parte del Partito Comunista nell’Unione Sovietica. Nel corso degli anni, tuttavia, il sistema sovietico divenne sempre più centralizzato e il Partito Comunista assunse un controllo totale sulle istituzioni sovietiche. Questo portò a una mancanza di vera democrazia e ad un limitato pluralismo politico.
L’Unione Sovietica è stata uno dei più grandi e influenti stati del XX secolo. Esistette dal 1922 al 1991, quando si dissolse a seguito di cambiamenti politici e economici significativi. Durante la sua esistenza, l’Unione Sovietica si trasformò in una superpotenza globale, contrapponendosi agli Stati Uniti nella Guerra Fredda. I soviet, in quanto organi di governo e amministrazione, furono una caratteristica chiave del sistema politico dell’Unione Sovietica.
Rivoluzione Russa del 1917
Durante quegli anni, ci furono molte fronde socialiste, che sostenevano posizioni pacifiste e che vedevano nel malcontento causato dalla guerra, una possibile arma per la rivoluzione. Tra questi pacifisti ci sono i bolscevichi, guidati da Lenin e la lega spartachista fondata da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
Proprio un gruppo di socialisti provoca il primo sconvolgimento con pesanti conseguenze nel corso del conflitto.
Nel 1917 scoppia la rivoluzione dei bolscevichi in Russia, che esce definitivamente di scena dalla guerra, con una pace separata.
La Rivoluzione rovesciò lo zar e avviò il processo di nascita dell’Unione Sovietica, la super-potenza comunista che sarà protagonista di tutto il Novecento.
LE PREMESSE
Nel 1917 la Russia era un Paese arretrato e sull’orlo del collasso. Governata per secoli da dinastie di zar, i sovrani russi dai poteri pressoché assoluti, la Russia era rimasta una monarchia dai tratti medievali, con sistemi amministrativi e giudiziari antiquati, un’industria quasi assente, un Parlamento (chiamato Duma) privo di poteri effettivi e una popolazione numerosa ma povera e legata quasi esclusivamente all’attività agricola.
La partecipazione alla Prima Guerra Mondiale non fece che peggiorare la situazione poiché oltre alla fame e agli sforzi per sostentare il numeroso (ma molto male addestrato) esercito, la Russia continuava a macinare pesanti sconfitte. Quando uscirà dal conflitto mondiale, infatti, il Paese avrà pagato il prezzo della guerra con oltre tre milioni e mezzo di morti, tra militari e popolazione civile!
Naturalmente tutto questo esasperò la maggior parte del popolo. Già nel 1905 i cittadini di San Pietroburgo si erano recati in massa davanti ai cancelli del Palazzo d’Inverno, dimora dello zar Nicola II, per reclamare un miglioramento delle condizioni lavorative, ma tutto venne represso nel sangue. Questa volta, però, la miccia dell’insoddisfazione era pronta a scatenare la rivoluzione!
LA RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO
Fiaccati daIla mancanza di cibo e dei più elementari beni di prima necessità, i lavoratori delle fabbriche cominciarono il 23 febbraio uno sciopero generale nella capitale. Protagonisti dell’agitazione popolare erano i Soviet, consigli degli operai e dei soldati, che orchestrarono le proteste.
Quello che la rivoluzione aveva ormai messo in moto era un movimento di massa che respingeva l’idea di un’autorità centrale, ma era favorevole a diffondere il potere dal basso e porre fine alla guerra.
Lo zar Nicola II ordinò subito di reprimere queste manifestazioni, ma nel giro di poche ore quasi tutte le forze militari si unirono ai protestanti, distribuendo armi e liberando prigionieri. In pochi giorni la rivolta si estese a tutto l’Impero.
Con lo zar reso impotente, la Duma si riunì per formare un nuovo governo provvisorio e deporre definitivamente Nicola, che venne arrestato insieme a tutta la sua famiglia. Il nuovo governo che si venne a creare era l’espressione della borghesia moderata del paese e fu affidato al principe L’Vov , ma fin da subito dovette questi dovette vedersela con i rappresentanti dei Soviet rivoluzionari.
Questi erano a loro volta divisi in menscevichi, che volevano miglioramenti per il popolo attraverso riforme democratiche, e bolscevichi, che chiedevano una rivoluzione totale.
LENIN E I BOLSCEVICHI
All’inizio i menscevichi erano lo schieramento di maggior peso, poiché le loro posizioni moderate erano ben accolte anche dalla classe dirigente russa. Le cose però cambiarono con il ritorno in patria di Vladimir Il’ič Ul’janov, detto Lenin.
Lenin era un carismatico intellettuale che aveva fatto proprie le idee di Karl Marx e che dunque professava l’avvento di un nuovo ordine comunista, in cui tutto il potere sarebbe andato al popolo e a i lavoratori, e non più a pochi ricchi e nobili. Esiliato per le sue idee sovversive, Lenin era un punto di riferimento per coloro che lottavano per maggiori riforme sociali, specialmente i bolscevichi, i quali infatti prepararono il suo ritorno non appena la situazione divenne propizia. Fu un segnale decisivo.
Lenin tornò quindi in Russia nell’aprile 1917 e subito diffuse dieci linee guida (che passeranno alla storia come “Tesi di Aprile”) su cui basare l’operato politico.
Secondo queste tesi, il proletariato (ossia i lavoratori delle fabbriche) dovevano abbattere il governo provvisorio, ancora in mano ai borghesi “parassiti”, dare tutto il potere ai Soviet e porre fine alla guerra con la Germania. I contadini invece dovevano occupare le terre dei grandi proprietari terrieri.
In questo decalogo Lenin introdusse anche l’aggettivo “comunista” per definire il nuovo partito che si sarebbe venuto a creare. La rivoluzione entrava nel vivo!
UNA NUOVA FASE
Nonostante l’ingrossarsi della forza delle ali più estremiste, il governo provvisorio, che era passato nelle mani dell’ex ministro Kerenskij, continuava a inviare truppe al fronte con la Germania.
Il luglio 1917 però fu l’occasione per nuovi tumulti, con contadini, operai e soldati che chiedevano a gran voce l’uscita dalla Grande Guerra. Sedato il focolaio di rivolta, il governo provvisorio esiliò nuovamente Lenin, ormai troppo pericoloso.
In agosto però ci fu un tentativo di colpo di Stato da parte del generale Kornilov, che voleva far tornare i conservatori al potere e isolare i bolscevichi. Il colpo di mano fallì, ma la debolezza di Kerenskij ormai era evidente e i bolscevichi apparivano sempre più forti.
LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE
Lenin fiutò l’occasione e tornato clandestinamente a Pietrogrado, preparò la sua scalata al potere.
Una volta convinti anche i più dubbiosi all’azione, Lenin ed i suoi fedeli organizzarono i Soviet bolscevichi e il 24 ottobre 1917 scoppiò una nuova rivolta organizzata dall’allora presidente dei soviet di Pietrogrado, Trozkji e i soldati rivoluzionari e guardie rosse circondarono il palazzo di inverno (sede dello zar e ora sede del governo provvisorio) e se ne impadronirono la sera stessa.
I bolscevichi occuparono in poche ore i punti strategici del potere e Kerenskij fu costretto alla fuga. Il giorno successivo il tumulto divampò a Mosca e in tutte le altre grandi città russe. Lenin costituì quindi un nuovo governo rivoluzionario Bolscevico e cominciò a porre le basi del nuovo ordine nazionalizzando le banche, le fabbriche e le proprietà agricole (che quindi divennero proprietà dello Stato). Parallelamente vennero arrestati tutti gli oppositori del nuovo regime e si diede inizio ad una serie di colloqui diplomatici per porre fine alla guerra.
La pace con la Germania venne raggiunta con il Trattato di Brest-Litovsk, con il quale però la Russia perdeva Polonia, Lettonia, Estonia e Lituania.
Ciò scateno una reazione contro i bolscevichi e nel 1918 si arrivò anche ad una guerra civile dalla quale però il governo bolscevico uscì intatto. Un nuovo ordine era nato e la Russia, che dal 1922 si chiamerà Unione Sovietica, sarebbe cambiata per sempre.
Pace di Brest-Litovsk
Il 3 marzo del 1918 fu firmato il trattato di Brest-Litovsk (odierna Bielorussia). I bolscevichi che hanno preso il potere in Russia, firmano la pace di Brest-Litovsk con la Germania, con l’Austria e i loro alleati. Le condizioni per la Russia sono dure, ma è comunque una vittoria del socialismo che è riuscito a trasformare la guerra in rivoluzione.
Il trattato di Brest-Litovsk che sancisce l’uscita della Russia dalla Grande guerra viene firmato il 3 marzo 1918. I firmatari sono la Russia bolscevica da un lato e l’impero tedesco, austro-ungarico, la Bulgaria e l’Impero ottomano dall’altro. E’ Georgij Cicerin, diplomatico di carriera subentrato a Trockij come commissario per gli Affari Esteri a mettere la firma sul documento che sigla una pace durissima e umiliante per la Russia: oltre a dover pagare una cospicua indennità di guerra, il Paese perde la Polonia Orientale, la Lituania, l’Estonia, la Finlandia, l’Ucraina (che verrà rioccupata nel 1922) e la Transcaucasia.
Complessivamente la pace di Brest-Litovsk strappa alla Russia 56 milioni di abitanti (pari al 32% della sua popolazione) e la priva del 75% della produzione del carbone e del ferro, del 32% della produzione agricola e di circa 5.000 fabbriche. A parte l’Ucraina il resto dell’area territoriale strappata al precedente Impero russo è costituita da territori che la Russia aveva assorbito e conquistato nel corso dei secoli.
Il prezzo della pace è altissimo per la Russia; Lenin giunge persino a minacciare le dimissioni dal Comitato centrale per superare l’opposizione al trattato, che rimane fortissima nel partito, specialmente tra gli esponenti della fazione raccolta intorno alla figura di Nikolaj Bucharin. Il ridimensionamento territoriale della Russia con lo spostamento del baricentro del Paese verso est è ben simboleggiato dal trasferimento della capitale nel mese di marzo da Pietrogrado a Mosca.
La storiografia sovietica ha definito quella firmata a Brest-Litovsk una “pace imperialista“, poiché nega uno dei principi enunciati con i decreti dell’ottobre, quello sull’autodeterminazione dei popoli. Effettivamente è una pace che vede la fine dell’impero russo che i soviet hanno ereditato.
Per Lenin e i suoi seguaci la pace separata rappresenta un evento doloroso e umiliante, ma necessario perché la fine alla guerra è stata la parola d’ordine con la quale i bolscevichi hanno ottenuto il consenso tra le masse popolari. Nel firmare il trattato Lenin intende anche dare un segnale rivoluzionario: contravvenendo alle regole della diplomazia internazionale, il leader bolscevico denuncia pubblicamente gli accordi segreti tra le potenze imperialiste, rendendo pubblica a tutti la trama di interessi egoistici che ha di fatto contribuito a preparare lo scoppio della Grande guerra.
Cosa sono i progrom?
Pogrom è un termine russo che significa “demolire o distruggere con atti violenti”. La connotazione storica del termine si riferisce alle violente aggressioni contro gli Ebrei da parte delle popolazioni locali, avvenute nell’Impero Russo e in altre parti del mondo.
termine “pogrom” divenne d’uso comune con i numerosi disordini anti-ebraici che scossero l’Ucraina a la Russia meridionale tra il 1881 e il 1884, a seguito dell’assassinio dello zar Alessandro II. In Germania e nell’Europa dell’est, durante il periodo dell’Olocausto, così come già durante l’epoca zarista, al tradizionale risentimento verso gli Ebrei dovuto all’antisemitismo religioso, si aggiunsero ragioni economiche, sociali e politiche che vennero usate come pretesto per i pogrom.
I partecipanti ai pogrom erano organizzati a livello locale, qualche volta con l’incoraggiamento dei governi e della polizia. Coloro che vi partecipavano violentavano e uccidevano gli Ebrei, saccheggiando poi le loro proprietà.
Quale era la situazione per la Russia alla fine della prima guerra mondiale?
Nell’immediato dopoguerra la Russia era comunista. Ma la capacità e forza militare bolscevica non era cosi forte, infatti la sopravvivenza del regime comunista rimase a lungo in forse. Appena dopo la fine della guerra civile (primavera anni ‘20) i bolscevichi affrontarono l’attacco improvviso da parte della Polonia.
La situazione economica era al collasso, la rivoluzione e la guerra civile avevano aggravato ulteriormente.
Nell’estate del 1921, per l’effetto congiunto della guerra civile e di un anno di siccità, una terribile carestia colpì le campagne della Russia e dell’Ucraina, provocando la morte di almeno 3 milioni di persone.
La nuova politica economica (NEP) si rivelò per certi aspetti benefica perchè diede avvio a una parziale liberalizzazione nella produzione e negli scambi. Questa nuova politica voleva stimolare la produzione agricola e favorire l’afflusso di generi alimentari verso le città. I contadini potevano vendere sul mercato l’eccedenza, una volta garantita la quota fissa per lo stato. Allo stesso tempo però favorì il riemergere del ceto di contadini benestanti, i KULAKI. Questo faceva emergere la differenza tra chi era benestante e chi aveva un tenore di vita basso (la maggior parte della popolazione urbana).