teoria neoclassica Flashcards

1
Q

Si considerino i seguenti beni con i relativi prezzi e utilità marginale per l’individuo che stiamo considerando
Libro: U’= 80; p= 10
Concerto: U’= 80; p= 20
Scarpe: U’= 180; p= 60
Borsa: U’= 200; p= 25
Secondo la seconda legge di Gossen e trascurando per ipotesi il reddito disponibile, se l’individuo dovesse comprere due di questi beni quale sceglierebbe?

A

Per la seconda legge di Gossen un individuo adotta un comportamento razionale e raggiunge l’equilibrio solo se uguaglia l’utilità marginale ponderata quindi in questo caso comprando Libro (con utilità marginale ponderata 80/10=8) e Borsa (200/25=8)

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2
Q

Nella teoria marginalista-neoclassica troviamo affermati i seguenti principi:

A

individualismo metodologico; approccio microeconomico; teoria del valore-utilità; i mercati tendono spontaneamente all’equilibrio

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3
Q

Nella teoria di Walras, l’equilibrio è definito come equilibrio…

A

generale, ovvero di tutti i mercati (e non parziale come in Marshall)

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4
Q

Secondo l’approccio dell’utilità ordinale, un consumatore razionale quale posizione preferisce?

A

La curva di indifferenza più elevata (ovvero che individua livelli di utilità più elevati), dato il suo reddito disponibile

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5
Q

Secondo Marshall. il valore di una merce dipende da…

A

dal gioco di domanda e offerta sul mercato

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6
Q

Che cosa esprime la prima legge di Gossen?

A

principio dell’utilità marginale decrescente

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7
Q

Cosa identificano le curve di indifferenza?

A

Quantità di beni, livelli di utilità, rapporto di sostituzione tra i beni

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8
Q

Secondo la teoria marginalista-neoclassica, l’impresa ha come obiettivo?

A

Quello di massimizzare i profitti

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9
Q

Che inclinazione e concavità hanno le curve di indifferenza? Possono intersecarsi una con l’altra?

A

hanno inclinazione negativa dovuta alla relazione inversa tra i beni e concavità verso l’alto a causa del tasso marginale di sostituzione decrescente. Non possono intersecarsi perchè sarebbe incoerente con l’ipotesi di non sazietà

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10
Q

Si consideri un consumatore che disponga di un reddito R e che si trovi a scegliere tra 2 diversi beni X e Y, i cui prezzi sono rispettivamente pX e pY, il cui vincolo di bilancio sarà dato da R = pXqX + pYqY. Un aumento del prezzo del bene X a parità di altre condizioni…

A

determina una rotazione verso l’interno del vincolo di bilancio e l’area dei panieri accessibili si restringe; ogni volta che il prezzo di uno dei due beni varia, varia anche l’inclinazione della retta di bilancio. Lo spostamento verso l’alto o verso il basso è determinato da una variazione del reddito.

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11
Q

Il surplus del produttore è prodotta da…

A

dal meccanismo di mercato che garantisce un prezzo di vendita maggiore a quello a cui il produttore è disposto a vendere un bene

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12
Q

Secondo la teoria neoclassica a riportare in equilibrio il mercato del lavoro è…

A

la flessibilità del salario

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13
Q

Secondo la vecchia economia del benessere…

A

Il benessere può essere misurato in termini di utilità (utilità cardinale) e il benessere collettivo è dato dalla somma delle utilità individuali; secondo il principio dell’utilità marginale decrescente si dovrebbe introdurre la tassazione progressiva

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14
Q

La nuova economia del benessere si basa su che criterio?

A

Sul criterio dell’unanimità, ovvero sul fatto che per spostarsi da un punto di ottimo è necessario che tutti siano d’accordo (soprattutto colui a cui è tolto qualcosa)

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15
Q

Se un aumento del prezzo del 10% di un bene provoca una diminuzione della quantità domandata di quel bene pari al 4%, qual è l’elasticità della domanda rispetto al prezzo? Come si definisce la domanda in questo caso?

A

Poiché l’elasticità si calcola come variazione della domanda diviso variazione del prezzo l’elasticità della domanda è 0,4. Poiché la domanda è elastica sopra al valore di 1 la domanda di questo bene è rigida.

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16
Q

Se il prezzo del bene A aumenta del 3% e la quantità domandata del bene B diminuisce del 6% qual è l’elasticità incrociata della domanda del bene B rispetto al prezzo del bene A?; i beni sono sostituti o complementari?

A

I beni sono complementari poiché l’aumento del prezzo di A ( e quindi la riduzione della quantità domandata del bene A) determina anche la riduzione della quantità domandata del bene B. Il valore è dato dalla variazione della domanda (in questo caso di B) diviso variazione del prezzo (in questo caso di A) ed è quindi 6/3; poiché la relazione è inversa tra quantità domandata e prezzo il segno dell’elasticità di domanda è negativo. Il valore è quindi -2 (elastica)

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17
Q

Come si calcola il profitto?

A

Differenza fra ricavi e costi

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18
Q

Differenza tra profitto ed extra-profitto

A

Il profitto è la remunerazione del costo totale(ricavo totale = costo totale); se invece il ricavo totale è maggiore del costo totale l’imprenditore fa extra-profitto

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19
Q

Secondo l’approccio dell’utilità ordinale, graficamente l’equilibrio del consumatore da cosa è garantito?

A

Punto di tangenza tra curva di indifferenza più elevata e retta di bilancio

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20
Q

Secondo l’approccio dell’utilità cardinale, l’equilibrio del consumatore da cosa è garantito?

A

Seconda legge di Gossen

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21
Q

Nel cosiddetto equilibrio del mercato viene rappresentato l’equilibrio di domanda e offerta; entrambe queste curve sono…

A

collettive, date dalla somma di tutte le curve individuali

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22
Q

Nel caso dell’impresa in concorrenza perfetta, la curva di costo medio ha un andamento…

A

a U, prima decrescente e poi crescente

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23
Q

Da cosa è individuato il punto di equilibrio dell’impresa di concorrenza perfetta?

A

Dall’ uguaglianza tra prezzo e costo marginale

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24
Q

Che caratteristica ha la curva del ricavo marginale in monopolio?

A

Scorre sotto la curva di domanda (e ricavo medio) per via della legge di domanda (se il monopolista fissasse prezzi troppo alti la quantità domandata scenderebbe, dunque all’aumentare della quantità offerta il ricavo marginale diminuisce)

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25
Q

Cosa si intende per perdita secca di monopolio?

A

La perdita di benessere sociale dovuta alla presenza di monopolio rispetto ad un regime di concorrenza perfetta

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26
Q

Secondo la teoria neoclassica, cosa deve fare il monopolista per massimizzare il profitto?

A

Eguagliare il costo marginale al ricavo marginale

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27
Q

In presenza di economie di scala, cosa deve succede ad un’impresa?

A

Diminuiscono i costi medi all’aumentare della produzione

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28
Q

Data la seguente Tabella, qual è il costo marginale se si decide di produrre 5 unità di prodotto?

Quantità Prezzo unitario Ricavo totale Costo totale
1 10 10 30
2 10 20 40
3 10 30 45
4 10 40 50
5 10 50 56
6 10 60 63

A

6

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29
Q

Cosa individua il concetto di ottimo paretiano?

A

Individua un punto di massima efficienza, anche se non equo

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30
Q

Quali sono le condizioni prese in considerazione dagli economisti?

A

Scopi molteplici, scopi classificabili dall’individuo per importanza, mezzi limitati, mezzi con usi alternativi.

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31
Q

Qual è la definizione data da Robbins della scienza economica?

A

L’economia è una scienza deduttiva. L’economista deve essere neutrale e non deve esprimere giudizi di valore sui mezzi e i fini scelti dall’agente economico

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32
Q

Secondo la teoria neoclassica, a cosa è dovuta la disoccupazione?

A

eccesso di offerta di lavoro

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33
Q

Su cosa si basa la promozione della tassazione progressiva da parte della vecchia economia del benessere?

A

Sul principio dell’utilità marginale decrescente

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34
Q

Cosa dice il Primo Teorema fondamentale dell’economia del benessere?

A

L’equilibrio concorrenziale è efficiente nel senso di Pareto

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35
Q

Un dato individuo con un reddito disponibile pari a 25£, acquista i beni A e B. I prezzi dei due beni
son pA=6£ pb=15£; se l’utilità marginale dei due beni per l’individuo sono pari a U’A= 18 e U’B= 30;
secondo la teoria marginalità si può dire che l’individuo di sta comportando in modo razionale?

A

No, perché non rispetta la seconda legge di Gossen (ovvero non eguaglia l’utilità marginale ponderata dei due beni)

36
Q

Un dato individuo con un reddito disponibile pari a 25£, acquista i beni A e B.
I prezzi dei due beni sono pA= 6£ pb=15£; se l’utilità marginale dei due beni per l’individuo sono pari
a U’A= 12 e U’B=30, secondo la teoria marginalità si può dire che l’individuo si sta comportando in
modo razionale?

A

Si, perchè rispetta la seconda legge di Gossen (ovvero eguaglia le utilità marginali ponderate dei due beni)

37
Q

Secondo la teoria neoclassica, che cos’è a riportare in equilibrio il mercato del lavoro?

A

Il salario

38
Q

Quando nasce l’economia come scienza?

A

Nasce nel 1776 con la pubblicazione del libro “Indagine sulla natura e sulle cause della ricchezza delle nazioni” di Adam Smith; quella dei mercantilisti non può essere considerata una teoria economica perché non propone principi generali ma solo il potenziamento della singola nazione

39
Q

Quando e grazie a chi ha luogo la rivoluzione marginalista?

A

La rivoluzione marginalista avviene tra il 1871 e il 1874 grazia agli economisti Jevons, Walras e Menger

40
Q

Qual è il metodo e l’oggetto dell’analisi marginalista?

A

L’economia con i marginalisti ha la pretesa di essere una scienza esatta, basata sulla formalizzazione matematica e universale (slegata dal contesto storico) e sull’individualismo metodologico; l’oggetto diventa quindi lo scambio nel mercato, in particolar modo la componente della domanda attuata dall’uomo economico (razionale);

41
Q

Che cosa spiega la caratteristica della non sazietà?

A

Se un paniere contiene una maggior quantità di un bene a parità di tutti gli altri rispetto ad un altro, il consumatore preferirà il primo

42
Q

Che cosa spiega il tasso marginale di sostituzione decrescente?

A

Un consumatore sarà disposto a sacrificare quantità via via minori di un bene in cambio di un’unità addizionale di un altro bene

43
Q

Che cosa rappresenta la retta di bilancio?

A

Rappresenta le combinazioni di panieri che il consumatore può permettersi dato il reddito disponibile e il prezzo corrente dei due beni; definisce quindi il potere d’acquisto o reddito reale del consumatore

44
Q

Quali sono le variabili che influenzano la quantità domandata trascurate dalla clausola del coeteris paribus?

A

Per la clausola del coeteris paribus rapportiamo la quantità domandata solo al prezzo del prodotto, trascurando il prezzo di altri beni, i gusti del consumatore, fattori sociologici e reddito disponibile

45
Q

Cosa dice la legge di domanda?

A

La quantità domandata di un bene aumenta al diminuire del prezzo (fermo restando altre condizioni)

46
Q

Quali sono le variabili che influenzano l’offerta non prese in considerazione dalla clausola del coeteris paribus?

A

Per la clausola del coeteris paribus rapportiamo la quantità offerta solo al prezzo del prodotto, trascurando il prezzo dei fattori di produzione, i diversi obiettivi delle imprese produttrici, lo stato della tecnologia, la regolamentazione pubblica

47
Q

Cosa dice la legge di offerta?

A

La quantità offerta aumenta all’aumentare del prezzo, a parità di altre condizioni

48
Q

A cosa è dovuto lo spostamento della curva di domanda?

A

Dovuto a fattori determinati esogenamente (variabili non prese in considerazione dalla clausola del coeteris paribus)

49
Q

A cosa è dovuto uno spostamento lungo la curva di domanda?

A

Dovuto al cambiamento del prezzo (conseguente allo spostamento della curva di offerta)

50
Q

A cosa è dovuto lo spostamento della curva di offerta?

A

Dovuto a fattori determinati esogenamente (variabili trascurate dalla clausola del coeteris paribus)

51
Q

A cosa è dovuto uno spostamento lungo la curva di offerta?

A

Dovuto al cambiamento del prezzo (per spostamento della curva di domanda)

52
Q

Che cosa sono prezzo e quantità di equilibrio del mercato?

A

Sono prezzo e quantità in cui la domanda è uguale all’offerta; il prezzo di equilibrio è sempre il prezzo di vendita

53
Q

Quali consumatori devono abbandonare il mercato?

A

Tutti quei consumatori che sono disposti a pagare un bene per un prezzo inferiore a quello di equilibrio

54
Q

Quali venditori devono lasciare il mercato?

A

Tutti quei venditori che sono disposti a vendere solo per un prezzo superiore al prezzo di equilibrio

55
Q

Per quali valori una curva è elastica/rigida/anelastica rispetto al prezzo?

A

Una curva è elastica rispetto al prezzo se il valore assoluto dell’elasticità è superiore a 1, rigida se compreso tra 0 e 1 e anelastica se uguale a 0

56
Q

Qual è il valore del coefficiente dell’elasticità della domanda al prezzo di riserva dei consumatori?

A

Al prezzo critico (quello più alto) la domanda è infinitamente elastica al prezzo (ovvero non c’è domanda); per prezzi più alti la domanda è elastica e diminuisce continuamente fino a diventare anelastica in corrispondenza di un prezzo uguale a zero

57
Q

Perché l’elasticità della domanda è minore nel breve periodo?

A

Perché nel lungo periodo è possibile sostituire i beni

58
Q

Che cosa ci spiega l’elasticità della domanda rispetto al reddito?

A

La qualità dei beni: normali, di lusso (se elasticità positiva, ovvero domanda aumenta all’aumentare del reddito) o inferiori (se elasticità negativa, ovvero domanda diminuisce all’aumentare del reddito)

59
Q

Che cosa ci indica l’elasticità di domanda incrociata rispetto al prezzo?

A

Come varia la quantità domandata del bene A al variare del prezzo del bene B, dunque se due beni sono sostituti (elasticità positiva, ovvero domanda di A aumenta all’aumentare del prezzo di B) o complementari (elasticità negativa, ovvero la domanda di A diminuisce all’aumentare del prezzo di B)

60
Q

Perché l’offerta di lungo periodo è più elastica di quella di breve periodo?

A

Perché nel lungo periodo è possibile espandere la capacità produttiva e un aumento del numero di imprese che operano in un settore

61
Q

I costi di produzione possono essere…

A

fissi (ovvero indipendenti dal volume di produzione realizzato) oppure variabili (variano al variare del volume di produzione); nel breve periodo solo i costi variabili possono essere modificati mentre nel lungo periodo entrambi

62
Q

Come è rappresentata la curva di costo totale?

A

è il costo complessivo per ottenere una certa quantità di prodotto ed è sempre crescente (aumenta poco a bassi livelli di produzione e sensibilmente per elevati livelli di produzione)

63
Q

Che cos’è e da cosa è dato il costo medio?

A

è il costo medio di ciascun’unità di prodotto ed è dato dal costo totale diviso la quantità prodotta

64
Q

Che cos’è il costo marginale e che andamento ha la sua curva?

A

Il costo marginale è la variazione del costo totale conseguente alla produzione di un’unità addizionale di prodotto; ha un andamento ad U poiché a bassi livelli di produzione l’impresa deve sostenere dei costi fissi che si rapportano a quantità di produzione molto basse mentre ad elevati livelli di produzione l’impresa deve acquisire quantità crescenti di risorse variabili

65
Q

Come si calcola il ricavo totale e come è descritta la sua curva?

A

Il ricavo totale è dato dal prezzo di un bene per la quantità venduta dall’impresa per lo stesso. La curva di costo totale è sempre crescente

66
Q

Come si calcola il ricavo medio?

A

Il ricavo medio è dato dal ricavo totale diviso la quantità venduta

67
Q

Che cos’è il ricavo marginale e che andamento ha la sua curva?

A

Il ricavo marginale è la variazione del ricavo totale conseguente alla produzione e alla vendita di un’unità addizionale di prodotto; il suo andamento è sempre decrescente perché per la legge di domanda ogni unità addizionale può essere venduta solo ad un prezzo inferiore di quello al quale potevano essere vendute le unità precedenti e le riduzioni di prezzo necessarie per vendere unità addizionali riducono anche il ricavo marginale ottenibile dalle precedenti unità

68
Q

Da cosa è dato, secondo la teoria neoclassica, il volume ottimo di produzione e vendita?

A

Dall’uguaglianza di ricavo marginale e costo marginale

69
Q

Che cos’è la funzione di produzione?

A

La massima quantità di output che può essere prodotta data una certa quantità di input (fattori di produzione ovvero lavoratori e macchinari); data dall’equazione Q=F(L+K)

70
Q

Da cosa è dato il costo di produzione?

A

Dal costo totale del lavoro + costo totale del capitale (delle macchine)

71
Q

Qual è una combinazione di fattori produttivi economicamente efficiente?

A

Quella che consente di produrre il volume scelto con il minimo costo totale e quindi con il massimo profitto; può essere ad alta intensità di capitale (con maggiore impiego di macchinari) o ad alta intensità di lavoro (con maggiore impiego di lavoratori)

72
Q

Che cosa succede se l’impresa non riesce a sostenere il costi variabili?

A

Esce dal mercato

73
Q

Che cosa implica l’ipotesi di perfetta sostituibilità tra capitale e lavoro?

A

Implica che se il prezzo di uno dei due fattori di produzione aumenta l’impresa potrà scegliere la tecnica di produzione con più elevata intensità dell’altro fattore dell’altro fattore produttivo

74
Q

Che cosa sono i rendimenti di scala?

A

Sono la relazione fra l’aumento degli input e il grado di aumento degli output

75
Q

Che cosa implicano i rendimenti costanti? In quale regime di mercato li troviamo?

A

Se si moltiplica per una stessa costante gli input ( K e L) anche gli output aumenteranno di quella stessa costante (i costi medi sono costanti); li troviamo in regime di concorrenza perfetta

76
Q

Che cosa implicano i rendimenti crescenti di scala? In quale regime di mercato li troviamo?

A

All’aumentare degli input impiegati gli output aumentano più che proporzionalmente (e i costi medi di lungo periodo diminuiscono); li troviamo in regime di monopolio

77
Q

Che cosa implicano i rendimenti decrescenti di scala?

A

All’aumentare dei fattori produttivi impiegati la produzione aumenta meno che proporzionalmente e i costi medi aumentano

78
Q

Quali sono le caratteristiche della concorrenza perfetta?

A

Il prodotto è omogeneo, ci sono molti acquirenti e venditori, c’è assoluta libertà di entrata e uscita, perfetta informazione, industrie price-taker, no possibilità di accordi fra le imprese

79
Q

Come massimizza i profitti l’impresa in concorrenza perfetta?

A

Poiché i ricavi totali sono uguali ai costi per la quantità venduta, il prezzo è uguale a ricavi totali diviso quantità venduta e dunque uguale al ricavo medio (che non varia al variare della quantità venduta), l’impresa massimizza i profitti quando il ricavo medio è uguale al ricavo marginale e al prezzo

80
Q

In cosa si differenzia il breve e il lungo periodo in concorrenza perfetta?

A

Nel breve periodo l’impresa può avere profitto normale (costi = ricavi); perdite (costi > ricavi) o extraprofitti (ricavi totali > costi totali); nel lungo periodo l’impresa può avere solo profitto normale (costo totale = ricavo totale) poiché nuove imprese vogliono entrare nel mercato facendo spostare la curva di offerta verso dx e dunque fa diminuire il prezzo di equilibrio

81
Q

Com’è strutturata la curva di offerta di breve periodo?

A

è una curva inclinata positivamente (all’aumentare del prezzo l’impresa produce di più) data dalla curva di costo marginale di breve periodo al di sopra del prezzo di chiusura (prezzo al di sotto del quale l’impresa non può coprire i costi variabili e deve uscire dal mercato)

82
Q

Come massimizza il profitto un’impresa in concorrenza perfetta nel breve periodo?

A

Visto che il volume ottimo di produzione è dato dal uguaglianza di costo marginale e ricavo marginale e in concorrenza perfetta il ricavo marginale è uguale al prezzo, per massimizzare il profitto il prezzo è uguale al costo marginale.

83
Q

Nel lungo periodo, come massimizza il profitto l’impresa in concorrenza perfetta?

A

nel lungo periodo il ricavo marginale = ricavo medio = costo marginale = costo medio = prezzo

84
Q

Quali sono le caratteristiche del monopolio?

A

C’è un unica impresa price-maker, barrire all’entrata (e quindi non c’è distinzione tra breve e lungo periodo), un prodotto senza sostituti, la curva di domanda individuale è uguale alla domanda di mercato

85
Q

Come massimizza il profitto il monopolista?

A

In monopolio il ricavo marginale è diverso dal prezzo e scorre sotto la curva di domanda (uguale al ricavo medio uguale al prezzo). Il monopolista per massimizzare il profitto eguaglia il costo marginale al ricavo marginale per scegliere la quantità da produrre ma il prezzo è dato dalla curva di domanda. Il monopolista, sia nel breve che nel lungo periodo ottiene extra-profitti

86
Q

Perché secondo la teoria neoclassica è preferibile la concorrenza perfetta al monopolio?

A

Perché il monopolista produce una quantità inferiore a quella di concorrenza perfetta ad un prezzo maggiore di quello di concorrenza; si parla quindi di perdita secca di monopolio (ovvero perdita di benessere sociale rispetto alla concorrenza perfetta)