Selleri e Mameli - Psicologia Dello Sviluppo, Dell'educazione e Dell'istruzione: Modelli Di Apprendimento Flashcards

1
Q

Mameli - Come si apprende secondo la psicologia dell’educazione? Cioè quali sono le 3 modalità considerate?

A

1 apprendimento come processo sociale
2 apprendimento collegato ai processi emotivi
3 apprendimento collegato ai processi motivazionali

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2
Q

Mameli - Nell’apprendimento collegato ai processi sociali, cosa si intende per apprendimento come partecipazione?

A

Lave e Wenger (1991) sostengono che lo studente apprende quando può partecipare attivamente (apportando contributi originali e autentici) alle pratiche socio-culturali (le attività formative) di una comunità di apprendimento (il sistema classe) che egli stesso contribuisce a costruire e modificare

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3
Q

Mameli - Cosa possiamo intendere per sistema classe?

A

Secondo Molinari e Mameli (2015) la classe è composta da parti interconnesse che costruiscono e modificano le pratiche.
Ogni individuo (anche il docente) influenza il sistema classe, e ne viene influenzato

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4
Q

Mameli - Quali sono i 3 principi che regolano le interazioni in classe?

A

Secondo Molinari e Mameli (2015) e Molinari, Cigala e Corsano (2018) i 3 principi sono:
1 Interdipendenza - i membri del sistema (docente compreso) si influenzano a vicenda.
2 Evoluzione - il sistema si modifica nel tempo.
3 Dimensione pubblica del discorso - quanto viene detto ha influenza non solo sul destinatario ma sull’intero sistema.

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5
Q

Mameli - Quando l’evoluzione nel tempo del sistema classe può dirsi funzionale?

A

Quando tutti i membri della classe partecipano alla costruzione e alla ridefinizione nel tempo dei processi che li riguardano.

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6
Q

Mameli - Cosa si intende per abilità sociali?

A

Le abilità sociali sono i comportamenti messi in atto per far fronte alle richieste sociali del contesto. L’abilità sociale è relativa allo specifico comportamento considerato singolarmente.

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7
Q

Mameli - Cosa si intende per competenza sociale?

A

Per competenza sociale si intende il giudizio formulato dagli altri in relazione all’adeguatezza dei comportamenti messo in atto per far fronte alle richieste sociali del contesto. È un giudizio complessivo di adeguatezza dei comportamenti sociali considerati nel loro insieme

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8
Q

Mameli - Quali sono le fasi del Social Information Processing secondo Crick e Dodge (1994)?

A

Secondo Crick è Dodge i comportamenti sociali sono frutto di un’elaborazione cognitiva delle informazioni presenti nel contesto.
Fase 1 codifica
Fase 2 interpretazione
Fase 3 definizione degli obiettivi
Fase 4 accesso alla risposta
Fase 5 scelta della risposta
Fase 6 messa in atto della risposta

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9
Q

Mameli - Descrivi la Fase 1 e 2 del Social Information Processing di Crick e Dodge (1994)

A

Nella fase 1 codifica e fase 2 interpretazione la persona si focalizza su particolari della situazione, che interpreta richiamando in memoria esperienze precedenti, giungendo ad una rappresentazione mentale dell’evento sociale

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10
Q

Mameli - Come possono interferire eventuali condizioni di disabilità con la fase 1 e 2 del Social Information Processing di Crick e Dodge (1994)?

A

Nella fase 1 di codifica possiamo avere limitazioni percettive oppure in caso di ragazzo con autismo o con deficit dell’attenzione possiamo avere limiti di attenzione.

Nella fase 2 di interpretazione possiamo avere errori attributivi.
Il ragazzo con DOP potrebbe interpretare i comportamenti degli altri come provocazioni.
Il ragazzo con autismo potrebbe avere difficoltà di interpretazione di intenzioni e stato mentale altrui

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11
Q

Mameli - Descrivi la fase 3 del Social Information Processing di Crick e Dodge (1994)

A

Nella fase 3 della definizione degli obiettivi, dopo che la situazione sociale è stata interpretata, viene definito l’obiettivo a cui tendere. Questa definizione dell’obiettivo può essere influenzata da svariati fattori (interessi, stato emotivo, istruzioni dell’adulto)

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12
Q

Mameli - Come possono interferire eventuali condizioni di disabilità con la fase 3 del Social Information Processing di Crick e Dodge (1994)?

A

Nella fase 3 di definizione degli obiettivi un ragazzo con disabilità intellettiva potrebbe scegliere obiettivi non realistici o perseguibili

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13
Q

Mameli - Descrivi la fase 4 e 5 del Social Information Processing di Crick e Dodge (1994)

A

Dopo aver definito l’obiettivo, nella fase 4 di accesso alla risposta e 5 di scelta della risposta, il ragazzo accede alle possibili risposte immagazzinate in memoria e tra queste valuta e seleziona quella più idonea, influenzato da vari fattori (aspettative sul risultato finale, senso di autoefficacia, valutazione di appropriatezza)

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14
Q

Mameli - Come possono interferire eventuali condizioni di disabilità con la fase 4 e 5 del Social Information Processing di Crick e Dodge (1994)?

A

Nella fase 4 di accesso alla risposta e 5 di scelta della risposta, un ragazzo con disabilità intellettiva, con autismo, con deficit di attenzione o con DOP potrebbe avere un repertorio limitato delle risposte apprese e disponibili, oppure potrebbe avere aspettative irrealistiche o assenti, oppure ancora potrebbe compiere errori nella valutazione dell’appropriatezza della risposta

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15
Q

Mameli - Descrivi la fase 6 del Social Information Processing di Crick e Dodge (1994)

A

Dopo aver scelto la risposta, nella fase 6 di messa in atto della risposta si agisce il comportamento. Questo provoca una risposta negli altri e all’avvio di un nuovo ciclo del processo

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16
Q

Mameli - Come possono interferire eventuali condizioni di disabilità con la fase 6 del Social Information Processing di Crick e Dodge (1994)?

A

Nella fase 6 di messa in atto della risposta, un ragazzo con disabilità potrebbe agire comportamenti non adeguati che possono portare a interpretazioni errate da parte degli altri. Ragazzi anche con buone competenze sociali infatti potrebbero non avere buone capacità di interpretazione del comportamento del ragazzo con disabilità

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17
Q

Mameli - Come si può identificare lo status sociale di cui gli studenti godono all’interno della classe?

A

Con l’osservazione e con l’utilizzo della tecnica della nomina dei pari

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18
Q

Mameli - Cos’è lo status sociale?

A

Lo status sociale (o status socio metrico) può essere definito il grado di preferenza di cui un ragazzo gode all’interno del gruppo, cioè quanto piace ai suoi pari

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19
Q

Mameli - Cos’è la nomina dei pari?

A

La nomina dei pari è una tecnica che indaga lo status sociale di cui godono gli studenti all’interno del gruppo dei pari. La tecnica prevede che ad ogni ragazzo venga chiesto di individuare 2 compagni con cui desidera condividere una certa attività (ad esempio essere compagni di banco, essere in camera insieme in gita, appartenere allo stesso gruppo nei lavori di gruppo) e 2 compagni con cui preferisce non condividere l’attività

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20
Q

Mameli - Quali categorie possono emergere dall’uso della nomina dei pari?

A

Tra le varie categorie identificabili possiamo avere:
- i popolari, quelli nominati spesso come preferiti
- i rifiutati, quelli nominati spesso come non preferiti
- i trascurati, quelli spesso non nominati
- i medi, quelli mediamente nominati, un po’ come preferiti e un po’ come non preferiti
- i controversi, quelli molto nominati ma sia come preferiti che come non preferiti

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21
Q

Mameli - Quali sono le caratteristiche statisticamente associate ai “popolari”?

A

Lo status sociale popolare che emerge dalla nomina dei pari è spesso associato a:
- Buone abilità sociali
- Buone competenze emotive
- Risorse per favorire l’inclusione (ma non sempre)

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22
Q

Mameli - Quali sono le caratteristiche statisticamente associate ai “rifiutati”?

A

Lo status sociale di rifiutato che emerge dalla nomina dei pari è spesso associato a:
- aggressività e impulsività (ma non sempre)
- scarsa abilità nel gestire emozioni negative intense
- circolo vizioso in cui l’essere isolati dal gruppo, scatena ulteriore risentimento e aggressività, che incrementa il processo di esclusione

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23
Q

Mameli - Quali sono le caratteristiche statisticamente associate ai “trascurati”?

A

Lo status sociale trascurato che emerge dalla nomina dei pari è spesso associata a:
- timidezza e inibizione
- internalizzazione
- circolo vizioso in cui la non partecipazione alle attività sociali porta alla diminuzione di occasioni di socializzazione, che a sua volta incentiva l’isolamento

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24
Q

Mameli - Come può essere sfruttato un socio gramma? A cosa può servire indagare lo status sociale degli studenti?

A

La nomina dei pari unita all’osservazione della classe può essere utile per:
- Identificare studenti in difficoltà (rifiutati e trascurati) per sviluppare interventi educativi basati su attività cooperative
- Guidare la scelta nella composizione dei gruppi per attività cooperative che favoriscano nuove interazioni e amicizie
- Valutare l’eventuale utilizzo dei “popolari” come facilitatori di inclusione e sostegno dei compagni fragili nelle attività di gruppo
- Valutare l’impatto degli interventi educativi e l’evoluzione dello status mediante riutilizzo della nomina dei pari

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25
Q

Mameli - Con quale focus è bene intervenire nel sostegno alle abilità sociali di studenti con disabilità?

A

Il modo migliore è quello di integrare interventi con focus sul singolo (per aumentare le abilità sociali dello studente con disabilità) e interventi con focus sulla classe (per incentivare in tutti lo sviluppo di abilità sociali specifiche per relazionarsi con la differenza)

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26
Q

Mameli - Quali sono le conseguenze spontanee che spesso si osservano in classe all’inserimento di un ragazzo con disabilità?

A

Che lo studente con disabilità può essere escluso dalle interazioni e può trovarsi a rischio di subire bullismo

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27
Q

Mameli - Come possono spontaneamente essere interpretate dai pari le misure didattiche a supporto di ragazzi con disabilità o con DSA?

A

Possono essere interpretate come favoritismi e far nascere sentimenti di ingiustizia

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28
Q

Mameli - Come è strutturato il programma “w le differenze, w la partecipazione” sviluppato da Nota, Ginevra e Sorresi (2015)?

A

È composto da un modulo introduttivo seguito da altri 10 moduli da 2 ore ciascuno.
È pensato per la scuola primaria e secondaria di primo grado, ma ne esiste una versione abbreviata per la secondaria di secondo grado.

Si propone di:
- stimolare la capacità di riconoscere e accettare le differenze; moduli 1-2-3;
- descrivere le differenze; moduli 4-5-6;
- aumentare il repertorio comportamentale degli alunni a sostegno dell’inclusione; moduli 7-8-9-10

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29
Q

Mameli - Come può essere definita un’emozione?

A

Stato di durata limitata, che sorge a partire da un evento esterno o interno, che implica una componente fisiologica, espressiva e cognitiva (quest’ultima a partire dalla seconda infanzia)

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30
Q

Mameli - A cosa serve un’emozione? Quali sono le sue funzioni?

A

Le emozioni servono ad adattarsi all’ambiente (anche sociale) e a fare in modo che l’ambiente si adatti al soggetto

Le emozioni hanno 3 funzioni:
1 funzione comunicativa
2 funzione motivazionale
3 funzione relazionale

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31
Q

Mameli - Descrivi la funzione comunicativa delle diverse emozioni

A

La funzione comunicativa informa la persona sullo stato di perseguimento di un obiettivo (Oatley e Johnson-Laird 1987)

Il coinvolgimento (enjoyment) informa dell’avvicinamento a un obiettivo desiderato

La felicità informa del raggiungimento di un obiettivo

La tristezza informa della perdita di un obiettivo

Paura e ansia informano del pericolo e dell’incertezza sulla possibilità di raggiungere un obiettivo

La rabbia informa sulla presenza di una minaccia al raggiungimento di un obiettivo

La noia informa sull’assenza di un obiettivo

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32
Q

Mameli - Descrivi la funzione motivazionale delle diverse emozioni

A

Le emozioni orientano e motivano all’azione (Moè 2020), e quindi influenzano l’impegno e i risultati scolastici

Il coinvolgimento (enjoyment) motiva a mantenere l’impegno

La felicità motiva a nuovi obiettivi

Tristezza e noia possono portare a mancanza di motivazione (stasi, passività) oppure possono motivare alla ricerca di nuovi obiettivi

Paura e ansia possono portare a evitamento oppure motivare alla perseveranza volta all’evitamento dell’insuccesso

La rabbia può portare a passività (in caso di percezione di scarso controllo) oppure motivare all’eliminazione della minaccia (in caso di percezione di buon controllo)

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33
Q

Mameli - Descrivi la funzione relazionale delle emozioni

A

Le emozioni informano gli altri sul nostro stato emotivo e ci informano sullo stato emotivo degli altri.
Questo permette un adattamento dell’ambiente a noi (ad esempio siamo tristi e veniamo aiutati) e un nostro adattamento all’ambiente (ad esempio un alunno è triste e lo aiutiamo)

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34
Q

Mameli - Descrivi il modello circomplesso delle emozioni (Feldman, Barrett e Russell 1999). Applicalo ad alcune emozioni.

A

Il modello circomplesso categorizza le emozioni in base a 2 fattori:
1 valenza, che può essere positiva o negativa
2 attivazione, che può essere alta o bassa

Alcuni esempi:
La soddisfazione prevede valenza positiva e alta attivazione.
Il rilassamento prevede valenza positiva e deattivazione.
La rabbia prevede valenza negativa e alta attivazione.
La noia prevede valenza negativa e deattivaxione.

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35
Q

Selleri - Cosa sostengono Detterman e Thompson nell’articolo “what is so special about special education”?

A

1 Che l’educazione speciale non è progredita negli ultimi 2500 anni

2 Che il QI ha valore unicamente diagnostico ma non predittivo

3 Che per sviluppare metodi educativi speciali occorre:
- che le differenze individuali vengano comprese
- che i docenti si concentrino su obiettivi realistici

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36
Q

Selleri - Cosa si intende per efficienza ed efficacia in ambito scolastico?

A

L’efficienza si manifesta nella capacità di realizzare contesti di apprendimento in cui ogni aspetto è curato nei dettagli e non di ostacolo a nessuno

L’efficacia è la capacità di sostenere gli studenti nel percorso che li porta a conseguire gli obbiettivi di apprendimento

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37
Q

Selleri - Secondo l’approccio all’effectiveness quali sono i 2 aspetti cruciali per determinare efficienza ed efficacia?

A

1 offrire pari opportunità educative attraverso la presa in carico dei diversi livelli di partenza misurati tramite valutazioni in ingresso

2 valutare la qualità della didattica tramite misurazioni dei progressi intervenuti tra il livello di ingresso e il livello di uscita

Questi 2 aspetti sono importanti soprattutto in caso di studenti con deficit

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38
Q

Selleri - A quali conclusioni portano le ricerche sull’effectiveness condotti da Brookover in USA negli anni 70?

A

Individuano i 5 fattori che determinano le scuole di qualità:

1 Forte leadership educativa
2 Alte spettative degli insegnanti sugli studenti
3 Clima sicuro e ordinato
4 Frequenti valutazioni formative
5 Enfasi sulle abilità si base

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39
Q

Selleri - A quali conclusioni portano le ricerche condotte da Rutter in Gran Bretagna negli anni 70?

A

Rutter ha condotto una indagine longitudinale in ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, rilevando che le scuole che producono i maggiori progressi tra livelli di ingresso e livelli di uscita hanno le seguenti caratteristiche:

1 Buona organizzazione didattica e amministrativa
2 Alta stabilità dei rapporti, intesa come basso turnover del personale
3 Buone competenze didattiche, intese come capacità dei singoli docenti

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40
Q

Selleri - Quale caratteristica principale devono avere gli interventi educativi per essere adeguati

A

Devono essere flessibili. Devono cioè evitare di essere definiti a priori, per potersi adattare alle caratteristiche dello studente e ai suoi bisogni, per poter essere attenti alle differenze, per fare quello che serve

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41
Q

Selleri - Aspetti delle variabili strutturali e delle variabili organizzative del mondo della scuola

A

Le variabili strutturali sono difficili da modificare in tempi rapidi e su queste l’insegnante non può agire. Ne sono esempi il numero degli alunni, le caratteristiche delle famiglie, le indicazioni nazionali, la stabilità del personale

Le variabili organizzative sono modificabili in tempi rapidi e su queste l’insegnante può agire. Ne sono esempi la gestione degli scambi comunicativi, le forme di controllo esercitate in classe (premi e punizioni), le strategie utilizzate, la pianificazione del lavoro didattico, gli obiettivi educativi, il coinvolgimento dei genitori nella vita di classe

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42
Q

Selleri - quali caratteristiche hanno le classi a struttura competitiva, a struttura cooperativa e a struttura altruistica?

A

Nelle classi a struttura competitiva l’attenzione è posta su performance e risultati.

Nelle classi a struttura cooperativa l’attenzione è posta sulla relazione.

Nelle classi a struttura altruistica l’attenzione è posta sull’aiuto reciproco, sul comportamento prosociale, sulla generosità, sulla gentilezza.

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43
Q

Selleri - Quali sono le caratteristiche del metodo di ricerca di Piaget?

A

Piaget studia i suoi 3 figli tramite metodo clinico e metodo critico. Il suo metodo è stato criticato per essere quasi sperimentale ed etnocentrico.

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44
Q

Selleri - Caratteristiche dei processi di assimilazione e accomodamento

A

Per Piaget nello sviluppo hanno un ruolo centrale i processi di assimilazione e accomodamento.

Per assimilazione si intende che elementi dell’ambiente vengono incorporati in azioni o attività mentali.

Per accomodamento si intende che le attività mentali si modificano in base ad elementi dell’ambiente.

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45
Q

Selleri - Cosa significa che nella teoria di Piaget lo sviluppo avviene per stadi?

A

Per piaget lo sviluppo per stadi evolutivi procede in modo discontinuo seguendo una sequenza gerarchica definita. Per Piaget ogni stadio di sviluppo è qualitativamente e quantitativamente diverso dagli altri. Ogni stadio è diverso per organizzazione psicologica, contenuti, conoscenze, interpretazioni della realtà.

46
Q

Selleri - Quali sono i fattori dello sviluppo per Piaget?

A
  • Maturazione del sistema nervoso
  • Esperienza (acquisita e logica)
  • Interazione sociale
47
Q

Selleri - Descrivi lo stadio sensomotorio di Piaget

A

Età 0-2 anni.
Suddiviso in 6 sottostadi.
Caratterizzato da intelligenza sensomotoria.

48
Q

Selleri - Descrivi lo stadio preoperatorio di Piaget

A

Età 2-5/6 anni.
Con intelligenza preoperatoria, prelogica, intuitiva.
Caratterizzato da:
- Permanenza dell’oggetto
- Attività rappresentativa (imitazione differita, costruzione delle immagini mentali)
- Gioco simbolico (gioco a “far finta di” e “come se fosse”)
- Schemi causa-effetto (finalismo, animismo, artificialismo)
- Egocentrismo intellettuale (esperimento delle 3 montagne)
- Irreversibilità
- Difficoltà in compiti di conservazione della sostanza (primato della percezione)

49
Q

Selleri - Descrivi lo stadio operatorio concreto di Piaget

A

Età 7-11/12 anni.
Con intelligenza concreta, logica.
Caratterizzato da:
- Operazioni concrete
- Reversibilità
- Riescie in compiti di conservazione della sostanza (prima con sostanze discontinue, più tardi con sostanze continue)
- Classificazione, seriazione, numerazione
- rappresentazione dello spazio topografico e proiettivo

50
Q

Selleri - Descrivi lo stadio operatorio formale di Piaget

A

Età dagli 11/12 anni.
Con intelligenza logico-formale e pensiero ipotetico deduttivo (compie operazioni logiche su premesse ipotetiche nel compito del pendolo)

51
Q

Selleri - Descrivi le diverse concezioni di intelligenza in Piaget, Spearman e Cattel

A

Per Piaget lo sviluppo dell’intelligenza è concepito come modifica di operazioni mentali.

Per Spearman esiste un fattore G di intelligenza generale, gerarchicamente superiore ai fattori S che caratterizzano le intelligenze in abilità più specifiche.

Cattel descrive un fattore G generale dell’intelligenza suddiviso in fattore GC (intelligenza cristallizzata) e fattore GF (intelligenza fluida)

52
Q

Selleri - Descrivi il modello di Work Memory sviluppato da Baddley nel 1986

A

La memoria di lavoro è costituita da un esecutivo centrale che coordina 2 sistemi subordinati e dominio specifici:
- Il loop articolatorio che mantiene in memoria informazioni di tipo verbale
- Il taccuino visuo spaziale che mantiene in memoria informazioni visive e spaziali.
La memoria di lavoro consente di gestire contemporaneamente più informazioni durante l’esecuzione di un compito cognitivo.

53
Q

Selleri - Cosa si intende in Vygotskij per approccio storico culturale?

A

La prospettiva storica riguarda la tesi secondo la quale gli artefatti culturali vengono sviluppati e modificati nel corso del tempo.

La prospettiva culturale sottolinea come sviluppo e apprendimenti siano mediati da artefatti culturali.

54
Q

Selleri - Cosa si intende per mediazione e appropriazione in Vygotskij?

A

Lo sviluppo è inteso come pratica contestualizzata nelle attività quotidiane, grazie alla mediazione di artefatti culturali (linguaggio, significati) che portano ad appropriazione degli stessi.

La mediazione (cognitiva e metacognitiva) si realizza a livello sociale grazie all’attività di artefatti culturali, mentre l’appropriazione si realizza a livello individuale, tramite interpretazione e interiorizzazione di quanto accade nelle interazioni sociali.

55
Q

Selleri - Cosa afferma la legge generale dello sviluppo culturale di Vygotskij?

A

Ogni processo psichico si presenta 2 volte nel corso dello sviluppo:
- Prima a livello sociale, come processo di mediazione, come attività congiunta tra individui
- Poi a livello individuale, come processo di appropriazione, come attività padroneggiata singolarmente.

56
Q

Selleri - Come può essere definita la zona di sviluppo prossimale in Vygotskij?

A

La ZSP è la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale. La ZSP può essere definita una teoria sulle potenzialità non ancora sviluppate. Lavorando nella ZSP si sviluppano livelli cognitivi grazie all’assistenza di un partner più esperto.

57
Q

Selleri - Quali strumenti e attività attivano la zona di sviluppo prossimale (Vygotskij)?

A
  • Osservazione
  • Contingenza
  • Feedback
  • Istruzioni sul compito
  • Porre domande
58
Q

Selleri - Qual’è il paradosso dell’uso della contingenza?

A

Mentre la contingenza è di aiuto nel promuovere sviluppo lavorando nella zona di sviluppo prossimale, un suo uso eccessivo può avere effetti negativi sugli apprendimenti.

Questo rischio è elevato con studenti con deficit uditivi, in cui l’insegnante può essere portano spontaneamente a far eccessivo uso di controllo, tutorato, domande dirette, interventi.

59
Q

Selleri - Quali esempi possiamo fare di scaffolding?

A

Esempi di scaffolding (Bruner) possono essere:
- indirizzare l’attenzione
- mantenere l’attenzione
- coinvolgere in attività
- ridurre le difficoltà
- segnalare caratteristiche di oggetti e attività.

60
Q

Selleri - Cosa è emerso in studi che hanno confrontato il tutoring con istruzioni verbali?

A

In compiti di realizzazione di puzzle si è confrontato il fornire informazioni generiche con attività di tutoring (Wood), cioè con istruzioni più contingenti (orientare attenzione, uso domande, feedback).

Le istruzioni verbali hanno portato a:
- poco apprendimento
- percezione del compito come difficile
- resistenza a terminare l’attività
- poche interazioni spontanee con l’adulto durante la pausa

Il tutoring ha portato a:
- buon apprendimento
- disponibilità verso l’attività
- alte interazioni con l’adulto durante la pausa

61
Q

Selleri - Cosa si intende per tutoring?

A

Il tutoring è una tecnica per facilitare gli apprendimenti sviluppata da Wood sulla teoria dello scaffolding di Bruner.
Il tutoring consiste nel supportare lo studente in apprendimento tramite istruzioni contingenti (orientare l’attenzione dello studente, porre domande sul compito, fornire feedback)

62
Q

Selleri - Cosa si intende per metacognizione?

A

Meta deriva dal greco “con, fra, dopo”.
Metacognizione quindi non si concentra solo sui “contenuti” della conoscenza, ma anche sui “processi” della conoscenza.
Riguarda quindi la consapevolezza e il controllo della propria attività cognitiva.

63
Q

Selleri - Esempi di processi metacognitivi

A
  • Predizione: valuto se il risultato sarà difficile da raggiungere e se riuscirò nel compito
  • Pianificazione: organizzo le azioni che mi consentono di raggiungere il risultato atteso
  • Monitoraggio: verifico in corso d’opera se l’attività procede come è stata pianificata
  • Valutazione: giudico a fine attività se il modo in cui ho proceduto è stato efficiente
64
Q

Selleri - Cosa sostengono Jaspars e Leeuw (1980) sul rapporto tra biologia e ambiente?

A

Affermano che l’ereditarietà biologica determina potenzialità che vengono attivate dal contesto familiare e sociale.

Quindi differenze biologiche possono facilitare o ostacolare acquisizioni del patrimonio culturale, ma anche differenze nell’ambiente sociale possono facilitare o ostacolare espressioni biologiche.

65
Q

Selleri - Dalle evidenze empiriche cosa emerge sul rapporto tra successo scolastico e ambiente sociale?

A

1 L’influenza dell’ambiente sociale sul successo scolastico

2 Correlazioni tra ambiente sociale, successo scolastico, ma anche risultati ai test intellettivi

3 Incapacità di costruire test intellettivi indipendenti dalla cultura

66
Q

Selleri - Cosa intende Goffman per stigma?

A

Goffman parla di identità negata. Lo stigma è l’attribuzione sociale di una connotazione negativa ad individui o gruppi che appaiono devianti rispetto agli standard di una comunità

67
Q

Selleri - Cosa intende Mead per ME e IO?

A

ME è il sè sociale, il sè oggetto, l’organizzazione unitaria di giudizi e aspettative del contesto sociale che percepisco agire su di me. Il ME è cosa pensano di me.

IO è il sè soggetto, è la risposta all’organizzazione del ME. L’IO è come agisco io.

68
Q

Selleri - Cosa intende Bruner per “io narrativo”?

A

Secondo Bruner ognuno rappresenta se stesso tramite narrazioni che attribuiscono senso alle esperienze della propria vita ritenute salienti.

69
Q

Selleri - Cosa intende Erikson con “crisi”?

A

Erikson propone una teoria psicodinamica dello sviluppo per fasi psico sociali lungo tutto l’arco della vita.
Lo sviluppo è suddiviso in 8 fasi caratterizzate da specifiche crisi, il cui esito avrà effetto sulle fasi successive.

70
Q

Selleri - Descrivi la fase 5 della teoria dello sviluppo psico sociale di Erikson

A

La fase 5 riguarda l’adolescenza. In questa fase la crisi di sviluppo è relativa alla costruzione dell’identità.

71
Q

Selleri - Cosa si intende per intervento psico educativo?

A

L’intervento psico educativo considera la circolarità tra biologia , fattori psicologici di personalità e ambiente sociale.

L’intervento psico educativo non deve occuparsi della diagnosi, ma:
- dell’individuazione e della descrizione dei bisogni dell’alunno,
- documentando le modalità degli interventi degli insegnanti
- e i cambiamenti dell’alunno registrati

72
Q

Mameli - Quali aspetti dell’emozione vengono considerati nel control value theory of achievent emotion (Pekrum 2006)?

A
  • Focus
  • Valore
  • Controllo
73
Q

Mameli - Cosa intende Pekrum nel CVT per focus?

A

Il focus consiste in cosa l’emozione si focalizza.
Il focus può essere:
- Sull’attività, quindi essere riferito al presente
- Sul risultato prospettico, quindi essere riferito al futuro
- Sul risultato retrospettivo, quindi essere riferito al passato

74
Q

Mameli - Cosa intende Pekrum nel CVT per valore?

A

Il valore è l’importanza che viene attribuita all’evento su cui si focalizza l’emozione.
Il valore può essere:
- Alto in positivo
- Alto in negativo
- Basso

75
Q

Mameli - Cosa intende Pekrum nel CVT per controllo?

A

Il controllo, se riferito ad attività o risultato prospettico, quindi se l’emozione è collegata a eventi presenti o futuri, può essere:
- Alto
- Basso
In questo caso si riferisce al grado di controllo che la persona ritiene di avere sull’evento a cui l’emozione si riferisce.

Il controllo, se riferito a risultato retrospettivo, quindi se l’emozione è collegata ad eventi passati, può essere:
- Sul sè
- Su altro da sè
In questo caso si riferisce al locus of control (Rutter 1954)

76
Q

Mameli - Cosa emerge negli studi di ricerca rispetto alla relazione tra emozioni e apprendimento?

A

Che i risultati di apprendimento migliorano in presenza di emozioni positive attivanti, mentre peggiorano in presenza di emozioni negative (sia attivanti che deattivanti)

77
Q

Mameli - Studi longitudinali condotti nelle scuole secondarie di secondo grado cosa mostrano?

A

Confrontando le misurazioni affettuate in prima, seconda e terza, emerge che nel corso degli anni:
- Nei tecnici e nei licei abbiamo un aumento di rabbia, ansia e noia
- Nei professionali abbiamo una diminuzione di rabbia e ansia

78
Q

Mameli - Cosa si intende per competenza emotiva?

A

La capacità complessiva di affrontare in modo funzionale emozioni proprie e altrui, modificando in modo appropriato le interazioni.

Il concetto di competenza emotiva cambia a seconda di:
- Contesto socio culturale
- Età
- Sviluppo tipico o atipico

79
Q

Mameli - Quale relazione abbiamo tra competenza emotiva e relazioni sociali?

A

Una relazione di influenza reciproca. Scambi relazionali di qualità portano a migliorare la competenza emotiva e una buona competenza emotiva influisce positivamente nelle relazioni sociali.

80
Q

Mameli - Quali componenti considera il modello di emozione proposto da Susan Denham (1998)?

A
  • Espressione
  • Comprensione
  • Regolazione
81
Q

Mameli - nel modello di emozione di Denham (1998) cosa si intende per espressione?

A

Abilità di comunicare i propri stati emotivi tramite linguaggio verbale e non verbale.

L’espressione dell’emozione tramite linguaggio non verbale può avvenire tramite:
- Espressioni facciali
- Gesti
- Prossemica
- Uso dello spazio personale
- Intonazione della voce

82
Q

Mameli - Cosa abbiamo considerato delle regole di espressione?

A
  • Che indicano dove e come l’espressione delle emozioni sono adeguate
  • Che sono determinate dal contesto socio culturale
  • Che sono apprese in famiglia
83
Q

Mameli - Nel modello di emozione di Denham (1998) cosa si intende per comprensione?

A

La comprensione delle emozioni è la capacità di dare significato alle emozioni proprie e altrui.

Fanno parte della comprensione delle emozioni:
- Comprensione del vocabolario emotivo
- Comprensione delle espressioni facciali
- Comprensione delle emozioni complesse
- Comprensione del fatto che più emozioni diverse possono presentarsi contemporaneamente
- Capacità di riconoscere cause esterne e interne dell’emozione

84
Q

Mameli - Nel modello di emozione di Denham (1998) cosa si intende per regolazione?

A

La regolazione dell’emozione è la capacità di controllare il proprio stato di attivazione psicofisiologico (arousal)

85
Q

Mameli - Esempi di emozioni complesse

A
  • Colpa
  • Vergogna
  • Orgoglio
86
Q

Mameli - Esempi di strategie di regolazione dell’emozione

A
  • Strategie di regolazione esterna (abbracci)
  • Strategie distraenti (evitamento)
  • Respirazione controllata
  • Mindfulness
  • Strategie di coping
87
Q

Mameli - Come si modificano le strategie di regolazione dell’emozione con l’aumentare dell’età?

A

Si passa dall’uso di strategie di regolazione esterna (ad esempio l’abbraccio) a strategie di regolazione interna

88
Q

Mameli - Per cosa può essere utilizzato il termometro emotivo?

A

Per misurare l’intensità delle emozioni. Per agevolare lo sviluppo di competenze nella comprensione e regolazione delle emozioni

89
Q

Mameli - Quale relazione c’è tra competenza emotiva e disabilità?

A

In studenti con disabilità la competenza emotiva può essere compromessa oppure svilupparsi in ritardo.

90
Q

Mameli - Quali caratteristiche hanno studenti con ADHD, DOP e DC nella competenza emotiva?

A
  • Difficoltà di espressione emotiva per repertorio limitato
  • Difficoltà di comprensione emotiva per interpretazioni errate del comportamento altrui e per deficit metacognitivi
91
Q

Mameli - Quali caratteristiche hanno studenti con ASD nella competenza emotiva?

A
  • Difficoltà nella espressione e comprensione emotiva come da caratteristica diagnostica del loro disturbo (DSM V)
  • Correlazione tra QI e competenza emotiva
92
Q

Mameli - Quali caratteristiche hanno studenti con disabilità intellettiva nella competenza emotiva?

A

Buona competenza nel discriminare tra emozioni positive e negative, ma difficoltà nel discriminare emozioni specifiche.

Ma anche:
- Limiti dovuti al pensiero concreto
- Difficoltà nella pianificazione e previsione
- Comorbilità con ansia, depressione, timore dell’insuccesso

93
Q

Mameli- Caratteristiche del burnout

A
  • Esaurimento emotivo: caratterizzato da saturazione emotiva, mancanza di energie, emozioni di rabbia, frustrazione, tensione
  • Depersonalizzazione: caratterizzata da distanza nella relazione con l’altro, e dal trattare l’alunno in modo impersonale, come se fosse uno tra tanti
  • Ridotta realizzazione personale: caratterizzata da scarsa efficacia percepita nel lavoro, poca fiducia nelle proprie capacità, senso di inadeguatezza
94
Q

Mameli - Quali sono i fattori di rischio del burnout?

A
  • Individuali
  • Contestuali
  • Interattivi
95
Q

Mameli - Tra i fattori di rischio al burnout quali sono gli elementi individuali?

A
  • Personalità: gioca un ruolo negativo avere una personalità con tratti di ansia, depressione, introversione, perfezionismo
  • Anni di servizio: il loro peso è controverso. Sembra giocare un ruolo negativo avere pochi anni di servizio, ma anche essere prossimi alla pensione
96
Q

Mameli - Tra i fattori di rischio al burnout quali sono gli elementi contestuali?

A
  • Scarso supporto sociale: da parte dei colleghi, ma anche del dirigente e dei genitori
  • Classe: gioca un ruolo negativo una classe eccessivamente numerosa, con bassi livelli degli apprendimenti, con la presenza di alunni in difficoltà
97
Q

Mameli - Tra i fattori di rischio al burnout quali sono gli elementi interattivi?

A

Modelli educativi centrati sull’insegnante, con eccessivo utilizzo di tecniche frontali e trasmissive, portano emozioni negative negli studenti che si ripercuotono negativamente sui vissuti del docente

98
Q

Mameli - Come può essere favorito dal docente il dialogo emotivo in classe?

A
  • Facendo attenzione alle emozioni, monitorando lo stato emotivo proprio e degli studenti
  • Nominando le emozioni, che permette anche di arricchire la consapevolezza emotiva degli studenti
  • Rispondendo in modo adeguato alle emozioni rilevate
99
Q

Mameli - L’insegnante come può rispondere in modo adeguato alle emozioni degli studenti?

A
  • Accettando l’emozione
  • Normalizzando l’emozione
  • Validando l’emozione.

Deve far passare il messaggio che ogni emozione è legittima, ma può non esserlo il modo di esprimerla

100
Q

Mameli - Quale rapporto abbiamo tra tipi di didattica e conseguenze emotive sugli studenti?

A

Una didattica tradizionale, frontale, trasmissiva suscita negli studenti emozioni di noia e rabbia.

Una didattica attiva che utilizza tecniche quali cooperative learning e peer tutoring facilita negli studenti emozioni di coinvolgimento e soddisfazione.

101
Q

Mameli - Quali ripercussioni hanno i fear appeals negli studenti?

A

I fear appeals, cioè i richiamo alla paura e l’utilizzo della minaccia, portano a:
- Negli studenti con buone competenze scolastiche e con alta percezione di controllo non hanno alcun impatto significativo
- Negli studenti in difficoltà hanno un effetto controproducente, aumentando la percezione di inefficacia, e sentimenti di ansia e insicurezza

102
Q

Mameli - Come può un insegnante avere cura della propria salute emotiva?

A
  • Deve avere aspettative realistiche sugli effetti del suo impegno verso studenti con difficoltà
  • Deve cercare attivamente la collaborazione e il supporto dei colleghi
  • Non deve eccedere nell’uso di tecniche didattiche trasmissive, perché queste portano effetti emotivi negativi negli studenti che si ripercuotono sui vissuti del docente
  • Deve fruire del supporto dello psicologo scolastico se presente nella scuola
103
Q

Mameli - Come può essere definita la motivazione?

A

Un processo che spinge ad impegnarsi in azione volte al raggiungimento di obiettivi desiderati

104
Q

Mameli - Quali sono le caratteristiche della motivazione?

A
  • Inizio: la motivazione comincia con una modifica dello stato di attivazione
  • Intensità: la motivazione ha una intensità che incide sulla persistenza nell’azione di perseguimento dell’obiettivo
  • Direzione: la motivazione orienta verso un obiettivo
105
Q

Mameli - Quali sono i pilastri della motivazione?

A
  • Bisogni: che premono per essere soddisfatti
  • Obiettivi: sono il perché delle nostre azioni, guidano verso la meta desiderata
  • Convinzioni: credenze modellate dall’ambiente socio culturale
106
Q

Mameli - Quali tipi di motivazione possiamo avere?

A
  • Intrinseca: motiva ad attività che ci piacciono e in cui ci sentiamo competenti
  • Integrata: motiva ad azioni ritenute importanti per sé stessi
  • Identificata: motiva ad azioni considerate importanti in generale
  • Introiettata: motiva ad azioni ritenute per certi versi virtuose
  • Estrinseca: motiva a comportamenti volti ad ottenere premi o ad evitare conseguenze negative
107
Q

Mameli - Cosa sostiene la “self determination theory” di Deci e Ryan (1985)?

A

Che la motivazione intrinseca è incentivata quando l’azione proposta risponde a 3 bisogni fondamentali:

  • Bisogno di competenza: quando il compito è considerato alla propria portata (nè troppo facile, nè troppo complesso), e il contesto riconosce la persona competente
  • Bisogno di autonomia: quando il compito viene scelto liberamente secondo i propri interessi; quando il contesto permette libera scelta
  • Bisogno di relazione: quando ci si sente parte del gruppo; quando il contesto mostra affetto e interesse
108
Q

Mameli - A quali conseguenze porta la frustrazione del bisogno di giustizia dello studente?

A

A emozioni negative e disinvestimento nell’apprendimento

109
Q

Mameli - I tre tipi di giustizia

A
  • Distributiva: dare a tutti uguali opportunità di apprendimento
  • Procedurale: regole chiare, corrette, trasparenti
  • Interattiva: trattare lo studente con rispetto, legittimando interventi e richieste
110
Q

Mameli - I tre principi di giustizia

A
  • Uguaglianza: tutti gli studenti sono uguali e vanno trattati nello stesso modo
  • Equità: offrire a tutti la possibilità di raggiungere lo stesso obiettivo (individualizzione)
  • Bisogno: considerare le diverse necessità e difficoltà (personalizzazione)
111
Q

Mameli - Qual è il principio di giustizia che gli studenti valorizzano maggiormente?

A

Uguaglianza: tutti gli studenti sono uguali e vanno trattati nello stesso modo