Fabbri e Pileri - Pedagogia Speciale Della Gestione Integrata Del Gruppo Classe Flashcards

1
Q

Fabbri - quali sono i 5 prerequisiti dell’inclusione?

A

1 credere nell’inclusione
2 insegnante di sostegno motore di cambiamento
3 team di lavoro inclusivo
4 dirigente che crea clima accogliete e attento ai bisogni dei docenti
5 buone competenze di tutti gli insegnanti su problematiche speciali

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2
Q

Fabbri - caratteristiche di un team di lavoro che predisponga all’inclusione

A

1 fiducia nei colleghi
2 valutazione positiva dei contributi dei colleghi
3 programmazione didattica unitaria
4 alta valutazione dei momenti di programmazione condivisa
5 miglioramenti continui nel tempo a livello di collaborazione e risultati

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3
Q

Fabbri - quali sono i 5 pilastri dell’inclusione?

A

1 concentrarsi sui bisogni degli studenti anziché le loro limitazioni
2 dare risalto alle risorse degli studenti
3 fare attenzione alla fase dell’accoglienza
4 sollecitare la partecipazione di tutti
5 avere in mente i fini ultimi degli interventi educativi

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4
Q

Fabbri - perché sono importanti i bisogni degli studenti?

A

Perché i bisogni influenzano pensieri e comportamenti, perché in ambito scolastico influenzano motivazione e impegno e quindi la probabilità di raggiungere obiettivi di apprendimento

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5
Q

Fabbri - i bisogni per Maslow (1992)

A

Maslow propone una piramide dei bisogni:
1 bisogni fisiologici
2 bisogni di sicurezza
3 bisogni di appartenenza
4 bisogni di stima
5 bisogni di autorealizzazione
Per Maslow la soddisfazione di bisogni di base permettono l’emergere dei bisogni successivi. Quindi perché uno studente senta la necessità di autorealizzarsi nello studio occorre che sia soddisfatto il suo bisogno di appartenenza alla scuola e al gruppo classe, e il suo bisogno di stima, quindi che percepisca che la sua opinione e i suoi contributi siano importanti per il docente e per i compagni

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6
Q

Fabbri - i bisogni per Covington (1984)

A

Covington propone la Self Worth Theory (teoria dell’autistima) in base alla quale il successo formativo sarebbe collegato al livello di autostima. Il raggiungimento di buoni risultati scolastici è inteso come il tentativo di mantenere una buona immagine di sé e delle sue capacità. È quindi importante che il docente coltivi negli studenti una buona autostima perché questi si impegnino nello studio.

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7
Q

Fabbri - i bisogni per Bandura (1997)

A

Bandura propone la Self Efficacy Theory in base alla quale le credenze di autoefficacia influenzano la probabilità della persona di raggiungere mete. È quindi importante che il docente coltivi il senso di autiefficacia degli studenti.

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8
Q

Fabbri - i bisogni per Deci e Ryan (1985)

A

Deci e Ryan propongono la Self Determination Theory in base alla quale la motivazione intrinseca è influenzata da 3 bisogni:
1 Bisogno di competenza. Lo studente per avere motivazione intrinseca necessita di percepirsi competente.
2 Bisogno di autonomia (fabbri lo chiana di autodeterminazione). Compiti assunti per libera scelta anziché imposti dall’esterno stimolano la motivazione intrinseca. È quindi importante che lo studente partecipi alle decisioni rispetto a contenuti didattici e verifiche affinché possa impegnarsi con motivazione intrinseca.
3 Bisogno di relazione. Se lo studente si sente parte del gruppo classe affronterà il percorso formativo con maggiore motivazione intrinseca. È quindi importante che l’opinione dello studente sia ritenuta importante da docenti e compagni di classe.

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9
Q

Fabbri - Cosa si intende per ambiente di apprendimento? In quali prospettive abbiamo considerato l’ambiente di apprendimento?

A

L’ambiente di apprendimento è l’ecosistema entro cui si svolge l’apprendimento e comprende ogni elemento che influisce sull’apprendimento.
Abbiamo considerato l’ambiente di apprendimento in termini MACRO (scuola, i 7 principi dell’apprendimento innovativo per l’OECD) e MICRO (l’aula, il setting, la relazione didattica)

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10
Q

Fabbri - origine etimologica del termine “Didattica”

A

Il termine didattica origina da DAK che significa mostrare, poi sviluppatosi nei termini latini DOCEO (insegno) e DISCO (imparo)

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11
Q

Fabbri - quali contributi ha portato Comenio (1592-1670) alla didattica?

A

1 Comenio ha fatto sì che la didattica fosse riconosciuta come scienza autonoma.
2 Comenio ha sostenuto una formazione scolastica suddivisa in cicli, caratteristica che permane ancora oggi.
3 Comenio ha introdotto l’uso di testi didattici ai fini dell’istruzione.
4 Comenio ha sottolineato come l’insegnamento debba essere differenziato per età del discente.
5 Comenio ha suggerito che contenuti e metodi dell’insegnamento dovessero essere adattati alle caratteristiche del discente.

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12
Q

Fabbri - lo sviluppo della didattica dall’800 al 900 fino ai giorni nostri

A

La didattica ha subito l’influenza dei cambiamenti culturali che hanno caratterizzato le diverse epoche.
1 Nel secondo 800 l’influenza del positivismo di Compte ha portato la didattica a dare ampio spazio al sapere tecnico e a focalizzare l’attenzione sulla descrizione minuziosa delle pratiche di insegnamento.
2 nel primo 900 l’idealismo (che trova le sue radici nel pensiero di Ficthe) ha spinto la didattica a dare priorità alla relazione insegnante - allievo e all’esperienza soggettiva.
3 negli anni ‘60 e ‘70 si assiste alla democratizzazione dell’istruzione e alla nascita della scuola di massa. In questo periodo la scolarizzazione comincia ad avere la funzione di ascensore sociale, permettendo una maggiore mobilità sociale.
4 ulteriori sviluppi hanno caratterizzato gli ultimi 50 anni.
4.1 si è avuta un’estensione del campo della didattica. Un’estensione per età, con un approccio educativo “life long learning”.
Ma anche un’estensione dei luoghi considerati educanti. Abbiamo luoghi formali di formazione, come la scuola; luoghi informali di formazione, come famiglia, parrocchia e centri sportivi; luoghi non formali di formazione, come i mass media.
4.2 si è avuta una specificazione dell’oggetto della didattica, con l’introduzione di didattiche diverse per ambito disciplinare (ad esempio la didattica della storia).
4.3 si è visto lo sviluppo di numerose metodologie didattiche. Con una maggior possibilità di scelta tra metodi e strumenti con cui mediare gli apprendimenti.

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13
Q

Fabbri - in cosa si differenziano i luoghi di formazione formale, informale e non formale?

A

I luoghi di formazione si differenziano in base a 2 fattori: intenzionalità e sistematicità.
Per intenzionalità dei luoghi di formazione si intende la presenza di obiettivi formativi chiari ed espliciti.
Per sistematicità si intende una dettagliata organizzazione degli spazi e delle tempistiche dell’evento formativo.
Luoghi formali (scuola) hanno alta intenzionalità e alta sistematicità.
Luoghi informali (famiglia, parrocchia, attività sportiva) hanno alta intenzionalità e bassa sistematicità.
Luoghi non formali (mass media) hanno bassa intenzionalità e bassa sistematicità.

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14
Q

Fabbri - come possiamo definire la didattica?

A

La didattica può essere definita azione di insegnamento e relazione educativa finalizzata all’apprendimento del patrimonio culturale, agita in un particolare contesto istituzionale.
La didattica si focalizza sul “come” del processo di apprendimento.

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15
Q

Fabbri - da cosa è caratterizzata la didattica?

A

La didattica è caratterizzata da:
1 dinamica relazionale;
2 contenuti culturali;
3 finalità educative;
4 strumenti e metodi

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16
Q

Fabbri - cosa si intende per “trasposizione didattica”?

A

Per “trasposizione didattica” possiamo intendere il passaggio dal sapere sapiente al sapere da insegnare, fino al sapere appreso.
Questi passaggi vedono il coinvolgimento della ricerca accademica e del ministero, per la definizione del sapere sapiente da declinare in sapere da insegnare. Il passaggio dal sapere da insegnare al sapere appreso caratterizza la mediazione didattica realizzata nel contesto scolastico.

17
Q

Fabbri - da cosa è caratterizzato il “triangolo didattico”? Quali sono le sue dimensioni?

A

Il “triangolo didattico” vede ai suoi vertici contenuto culturale, insegnante e allievo. La dimensione organizzativa collega l’insegnante al contenuto culturale. La dimensione metodologica collega l’allievo al contenuto culturale. La dimensione relazionale collega insegnante e allievo.

18
Q

Fabbri - quali sono i 3 livelli integrati di competenza dell’insegnante che emergono dal “triangolo didattico”?

A

I 3 livelli integrati di competenza dell’insegnante sono:
1 la competenza teorica del docente che caratterizza la dimensione organizzativa del “triangolo ditattico” e quindi la relazione tra insegnante e contenuto culturale.
2 la competenza operativa del docente che caratterizza la dimensione metodologica e quindi la relazione tra allievo e contenuto culturale.
3 la competenza interazionale che caratterizza la dimensione relazionale e quindi il collegamento tra insegnante e allievo.

19
Q

Fabbri - qual’è il quarto elemento che porta il “triangolo didattico” a prendere la forma di un quadrilatero?

A

Le situazioni di vita vanno ad aggiungersi ai 3 elementi del triangolo: contenuto culturale, insegnante e allievo.

20
Q

Fabbri - cosa si intende per mediazione didattica?

A

La mediazione didattica regola la distanza tra il sapere e l’allievo e agisce come interfaccia tra il sapere e l’allievo. La mediazione didattica opera trasformazioni, traduzioni, semplificazioni, ristrutturazioni del sapere al fine di facilitarne l’apprendimento.

21
Q

Fabbri - quali tipi di mediatori didattici esistono secondo Damiano (2013)? Quali sono le loro caratteristiche?

A

I mediatori didattici facilitano l’apprendimento tramite rappresentazione e metaforizzazione della realtà.
Damiano ha categorizzato 4 tipi di mediatori didattici:
1 mediatori attivi. Sono i più vicini alla realtà, coinvolgenti e caldi, e caratterizzati da esperienza diretta. Ne sono esempio l’esplorazione, i compiti autentici, la costruzione di oggetti.
2 mediatori analogici. Prevedono apprendimento per immersione. Permettono alta motivazione seppur in contesto protetto. Ne sono esempio simulazione e role play.
3 mediatori iconici. Rappresentano la realtà mediante immagini fisse e in movimento. Ne sono esempio foto e carte geografiche.
4 mediatori simbolici. Utilizzano il massimo dell’astrazione e della generalizzazione. Richiedono il possesso di categorie mentali. Rischiano di portare ad apprendimento meccanico. Ne sono esempio la lezione frontale, i testi, le formule.

22
Q

Fabbri - rispetto ai 4 mediatori didattici presentati da Damiano, quali determinano una didattica migliore?

A

L’approccio didattico migliore è quello che utilizza una molteplicità di mediatori didattici differenti (attivi, analogici, iconici, simbolici), in modo da poter rispondere alle diverse modalità di apprendimento degli studenti (Gardner).

23
Q

Fabbri - cosa può essere ritenuto motore dell’autonomia scolastica ?

A

La progettazione curricolare

24
Q

Fabbri - quali sono i 2 elementi che costituiscono la progettazione curricolare?

A

La progettazione curricolare è costituita da:
1 progettazione educativa, più ampia, che si occupa di definire le finalità educative.
2 programmazione didattica, più specifica, che si occupa di pianificare i dettagli delle attività di apprendimento e delle verifiche.

25
Q

Fabbri - quali tipi di curricolo abbiamo trattato? Qual’è il tipo di curricolo migliore?

A

Abbiamo considerato il curricolo come strumento di mediazione tra il sapere e l’allievo.
1 in questa prospettiva possiamo avere un curricolo discendente che parte dal sapere per dirigersi verso l’allievo. Nel curricolo discendente si chiede allo studente un’attività mnemonica e riproduttiva.
2 possiamo avere anche un curricolo ascendente che parte dall’allievo per dirigersi verso il sapere. Nel curricolo ascendente allo studente è richiesto un ruolo attivo e metacognitivo, e di farsi costruttore della propria conoscenza.
Il curricolo migliore è quello a doppia direzione, che integra le caratteristiche del curricolo discendente e ascendente.

26
Q

Fabbri - cosa si intende per individualizzazione della didattica? Quale valore veicola?

A

Per individualizzazione si intende un percorso di apprendimento che prevede stessi obiettivi per tutti, ma con un percorso di apprendimento differenziato in base alle diverse esigenze degli studenti. L’individualizzazione veicola il valore dell’uguaglianza.

27
Q

Fabbri - cosa si intende per personalizzazione della didattica? Cosa valorizza?

A

Per personalizzazione si intende un percorso di apprendimento dove gli obiettivi vengono differenziati in base alle diverse motivazioni e interessi degli studenti. La personalizzazione valorizza la diversità.

28
Q

Fabbri - tra individualizzazione e personalizzazione quale approccio educativo è migliore?

A

L’approccio educativo migliore unisce individualizzazione e personalizzazione in una didattica integrata e problematica.