PROGETTAZIONE LIBRO VERDE Flashcards

1
Q

Qual è lo scopo della metodologia di ricerca?

A

Lo scopo è quello di ricostruire una relazione tra le esperienze socio educative e le opportunità individuali. La metodologia di ricerca offre gli elementi per valutare la pratica educativa e introdurre cambiamenti per favorire l’adattamento delle persone all’ambiente.

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2
Q

Che cosa sono gli stili di ragionamento?

A

Sono sistemi coerenti di processi cognitivi che offrono una propria prospettiva per comprendere i contesti educativi. Sono un approccio all’indagine che organizza:
- un modo di comprendere la natura dell’educazione
- i processi appropriati per favorire la crescita delle persona
- la scelta dei metodi.

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3
Q

Che cosa si intende per sviluppo umano?

A

Lo sviluppo umano è una relazione dinamica tra individuo e contesto sociale. è composto fa fibre biologiche, psicologiche, sociali e culturali: ognuna ha la sua indipendenza ma insieme costituiscono la biografia. Le istituzioni, quindi, sono fibre composte da altre fibre e intrecciate con quelle della persona. Di conseguenza le istituzioni sono in continuo sviluppo.

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4
Q

Qual è lo scopo dell’educazione?

A

Lo scopo dell’educazione è quello di promuovere la crescita, ovvero la capacità di un soggetto di agire nell’ambiente. Di conseguenza, l’educazione:
- esclude indottrinamento e condizionamento poiché si basa sul rispetto reciproco e la capacità di ognuno di fare scelte libere;
- vengono proposte attività progettuali per promuovere autonomia, benessere e realizzazione degli scopi;
- è un processo intenzionale e aperto.

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5
Q

Di che cosa si occupa la ricerca educativa?

A

La ricerca educativa analizza un campo di esperienze problematiche per elaborare percorsi di crescita personale in relazioni a situazioni quotidiane. Analizza contesti identificando ostacoli e opportunità e introducendo cambiamenti. La ricerca può essere condotta da un team di ricerca o da un’equipe professionale.

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6
Q

Che cos è la struttura di partecipazione?

A

Il processo educativo è strutturato in pratiche istituzionali e costruito in interazione. L’insieme delle interazioni che regolano le situazioni educative si chiamano struttura di partecipazione e sono organizzate da:
- organizzazione del setting
- norme
- presupposti culturali
forma di espressione

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7
Q

Quante strutture di partecipazioni individua Erickson?

A

Analizzando la relazione tra voce principale, voci secondarie, ascoltatori primari e ascoltatori secondari, Erickson individua tre tipologie di partecipazione:
1. Partecipazione centrata sull’adulto
2. Partecipazione centrata sulla persona
Partecipazione costruttiva

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8
Q

Che cos’è lo studio del caso?

A

Lo studio del caso è uno stile di ragionamento che si riferisce a indagini rispetto a un oggetto, mettendone in luce le singolarità ed evidenziando la trama delle relazioni che lo compongono.
Negli studi di caso:
- rilevante la specificità. il ricercatore si distacca dalla ricerca quantitativa, poiché è oggetto di studio la qualità, la specifica configurazione che assume il caso.
- non costituiscono una struttura uniforme definibile da regole formali ma sono un arcipelago di metodologie con storie, contesti e scopi diversi.
- accrescono la conoscenza perché evidenziano la complessità dei processi che avvengono nei contesti educativi.

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9
Q

Che cosa sono i concetti sensibilizzati?

A

Sono unità di pensiero che offrono una prima prospettiva orientativa per evitare la confusione intellettuale di un approccio ingenuo. Consentono una prima comprensione che dà ordine e rilevanza alle informazioni rendendo il caso più chiaro.

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10
Q

Che cos’è e come si svolge un disegno di ricerca?

A

Il disegno di ricerca è un progetto che guida tutte le fasi dell’indagine dando stabilità alle procedure per evidenziare aspetti rilevanti e comporli in un disegno coerente. è essenziale uno schema di orientamento per evitare di essere sopraffatti dalla quantità e complessità delle informazioni.
Viene elaborata , quindi, la logica dell’indagine ovvero la connessione tra gli elementi della ricerca (soggetti; procedura di raccolta, durata, frequenza, materiale; metodi e tecniche).
Negli studi di caso i disegni di ricerca sono flessibili perché possono cambiare durante il lavoro sul campo; di conseguenza è un processo riflessivo grazie al quale il ricercatore esplicita le domande e il percorso per giungere alle risposte.

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11
Q

Come mai l’ingresso sul campo è un processo complicato?

A

Perché richiede:
- una costruzione continua di un patto di fiducia;
- la negoziazione degli scopi di osservazione;
- la possibilità di accedere ad altri aspetti non immediatamente visibili.

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12
Q

Quali sono i punti chiave della ricerca?

A
  • il focus iniziale deve essere ampio per cogliere tutti gli aspetti
  • scegliere successivamente un focus per rendere le domande più precise concentrando ls raccolta dei dati su aspetti da indagare in profondità
  • tornare ad uno sguardo più distante per valutare il contesto rispetto alle situazioni analizzate
    rilevante la durata: un’esperienza parziale rischia di limitare l’analisi solo ad aspetti frequenti.
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13
Q

In che cosa consiste la triangolazione nella ricerca?

A

La triangolazione è una modalità suggerita da Denzin che propone l’uso combinato di tecniche di raccolta dei dati per ovviare alle lacune di un altro. Uso convergente di più fonti richiede attenzione perché ciascun elemento è caratterizzato da specifiche modalità di selezione delle informazioni.

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14
Q

è importante la riflessività nel processo di ricerca?

A

Si perché è un processo con cui il ricercatore analizza i suoi presupposti concettuali, le aspettative e le emozioni riguardanti il lavoro sul campo, permettendo una costante riflessione; ciò favorisce lo sviluppo dell’indagine perché identifica i limiti del progetto e orienta l’evoluzione del disegno di ricerca.
Sono state identificate tre forme di riflessività:
1. propria posizione etica
2. teorica: riflettere sui concetti sensibilizzanti che guidando le domande
3. intertestuale: relazioni tra teorie e ricerche simili.
L’indagine, quindi, non è solo semplice registrazione di ciò che accade ma costante interrogazione sui propri presupposti interpretativi in relazione a ciò che emerge dall’analisi sul campo.

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15
Q

In che cosa consiste il processo di scrittura durante il lavoro sul campo?

A

Il processo di scrittura consiste nella stesura di note di lavoro che definiscono situazione, interazioni, spunti riflessivi permettendo un’analisi ricorrente e sistematica per ricostruire la complessità del caso e la trame delle strutture e dello sviluppo delle persone.

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16
Q

Come funziona il processo di interpretazione?

A

Il ricercatore legge le note e avvia l’attività di interpretazione in cui emergono le prime linee interpretative che possono indebolirsi o rafforzarsi in base alle note successive.
Ogni dato viene confrontato con gli altri per valutarne la sua rilevanza nell’indagine.
Le note di lavoro, quindi, sono tessere da inserire in un disegno coerente.
L’interpretazione è l’elaborazione dello schema generale che rende intellegibili gli eventi e le azioni di coloro che partecipano ad una pratica educativa.
L’interpretazione ha due obiettivi:
1. ATRAZIONE= chiarificazione del caso;
2. GENERALIZZAZIONE = una concettualizzazione che può essere applicata anche ad altri casi.

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17
Q

Che cos’è la validità di una ricerca?

A

L’analisi della validità di una ricerca consiste in un lavoro riflessivo perché richiede riconsiderazione dell’intero processo cognitivo. Il ricercatore deve analizzare la struttura della ricerca e valutare il modo in cui il piano delle osservazioni e quello dei ragionamenti si compongono in una struttura unitaria e giustificata.

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18
Q

Che cosa sono gli eventi comunicativi?

A

Sono situazioni della vita in cui il discorso è al centro dell’interazione e sono comprensibili nella prospettiva in cui è rilevante la capacità del linguaggio di produrre effetti sociali.
La prospettiva in cui si ragiona per eventi comunicativi:
- da importanza al contesto sociale
- valorizza la varietà di una lingua
- riconosce la funzione del linguaggio nella costruzione dell’identità personale e della conoscenza sociale.

19
Q

Quali sono le dimensioni da considerare per analizzare gli eventi comunicativi?

A
  • setting
  • partecipanti
  • scopi
  • sequenza degli atti discorsivi
  • chiave interpretativa
  • norme
  • registri discorsivi
20
Q

Perché è importante il discorso dal punto di vista educativo?

A

Il discorso assume grande rilevanza perché è uno strumento per costruire in modo collaborativo dei processi di pensiero a beneficio delle persone, per orientarle nella loro esperienza quotidiana. è un processo dinamico caratterizzato da scambi che costruiscono il focus di attenzione condivisa. Gli educatori usano il discorso come strumento per comprendere i pazienti e realizzare scopi sociali.

21
Q

Perché è importante l’analisi del discorso?

A

L’analisi del discorso permette di approfondire gli eventi comunicativi che consentono all’educatore di realizzare gli scopi educativi. Il discorso viene registrato poiché l’analisi consente di ricostruire il processo in cui il discorso di elabora.

22
Q

Parla della narrazione

A

La narrazione si costruisce naturalmente nei contesti quotidiani: attraverso il racconto le persone modellano la propria esperienza e attribuiscono significati a ciò che gli accade. Bruner afferma che la capacità narrativa è una caratteristica fondante della natura umana che si manifesta molto presto e si raffina con il passare del tempo. La narrazione personale è quindi frutto di una visione particolare del mondo e interpretata sulla base di una propria personale rappresentazione.
Narrazione e sviluppo personale psicologico sono strettamente intrecciati: attraverso il processo narrativo avviene il percorso di costruzione del proprio sé il quale si struttura sulla base delle esperienze soggettive. Di conseguenza, la narrazione, è influenzata dal mondo sociale; infatti essa è un intreccio tra linguaggio e interazioni sociali.

23
Q

Come può essere raccolta la struttura narrativa?

A

Struttura e contenuti narrativi possono essere raccolti e analizzati attraverso strumenti di indagine, come per esempio le interviste.

24
Q

Come si strutturano le interviste e quali tipi esistono?

A

Le interviste raccolgono una prospettiva soggettiva rispetto agli eventi significativi e al mondo emotivo intrecciato alla narrazione.
L’intervista si struttura in due fasi:
1. Fase di progettazione
2. Processo di raccolta
Le interviste possono essere condotte tramite procedure che implicano diversi livelli di strutturazione:
- Intervista libera
- Intervista semi-strutturata
- Intervista strutturata
La conduzione di un’intervista richiede all’intervistatore capacità di creare una relazione mantenendo posizione neutrale. Essenziale evitare la desiderabilità sociale.

25
Q

Esponi l’intervista libera

A

Nell’intervista libera non sono presenti domande strutturate ma è centrata su un tema con domande liberamente formulate secondo un ordine non stabilito. Le domande sorgono a seguito dell’ascolto della persona, di conseguenza il ricercatore deve possedere sensibilità nell’ascolto e capacità di mantenere l’interazione in modo prolungato.

26
Q

Esponi l’intervista semi-strutturata

A

Nell’intervista semi-strutturata esiste un piano generale di domande che guidano il colloquio ma possono essere modificate in base all’interlocutore.

27
Q

Esponi l’intervista strutturata

A

Nell’intervista strutturata le domande sono pianificate e presentate secondo un ordine prestabilito. L’obiettivo è quello di ottenere un alto livello di standardizzazione nelle procedure per minimizzare le differenze nelle modalità di conduzione.

28
Q

Come funziona il processo di analisi?

A

Le interviste possono essere analizzate con diverse metodologie, per esempio attraverso l’approccio tematico attraverso cui si individuano alcune tematiche significative che vengono poi categorizzate.

29
Q

Quali sono le difficoltà sul campo per le interviste?

A

Le difficoltà sul campo per le interviste possono essere:
- può capitare che il soggetto riporti informazioni o opinioni dette da altri partecipanti; è necessario trovare delle modalità per comportare la veridicità delle informazioni.
- alcune domande possono risultare critiche poiché toccano temi delicati e di conseguenza le risposte possono essere evasive.
- alcuni partecipanti possono orientare il colloquio ponendo loro stessi delle domande per sviare la conversazione verso altre tematiche.
- l’intervistato può dare risposte molto concise; l’intervistatore può riformulare il senso del discorso stimolando un ragionamento più approfondito.

30
Q

è utile l’intervista in ambito educativo?

A

Si, l’intervista è un valido strumento per la ricerca educativa perché consente di raccogliere informazioni per comprendere e analizzare i contesti attraverso racconti degli individui su eventi della propria vita, mettendo in luce criticità, ostacoli e risorse positive per il proprio percorso di crescita.

31
Q

Fai un esempio di ricerca che usa l’intervista per esplorare percorsi di apprendimento a rischio.

A

L’obiettivo di questa ricerca era quello di identificare i fattori che possono incidere sui risultati di apprendimento di ragazzi seguiti dai servizi di tutela minori. I dati hanno evidenziato come rappresentino un gruppo sociale a rischio sia per performance scolastiche, sia considerando gli esiti in età adulta.
L’intervista tematica è stata utilizzata per:
- comprendere gli elementi significativi che emergono dai racconti rispetto alle esperienze di vita di apprendimento
- esplorare le relazioni tra i risultati educativi dei ragazzi, le storie nei percorsi di tutela e il funzionamento dei servizi.

32
Q

Come è stata svolta la ricerca?

A

La ricerca è stata svolta in due fasi. PRIMA FASE:
- analizzati i dati quantitativi dei database nazionali su caratteristiche dei ragazzi e sui risultati scolastici;
- analisi della correlazione tra il tipo di procedure attivate dalle autorità locali e i progressi scolastici;
- rilevazioni statistiche per comprendere quali fattori possono incidere sui progressi scolastici.
SECONDA FASE: uso dell’intervista come strumento di indagine qualitativo per comprendere i risultati ottenuti nella prima fase.
La tipologia di intervista utilizzata in questo studio è quella semi-strutturata.

33
Q

Come sono stati analizzati i dati?

A

Le interviste sono state analizzate usando l’approccio tematico; quindi sono state individuate le principali categorie di analisi e i risultati sono stati intrecciati con quelli ricavati attraverso l’indagine quantitativa (prima fase).
è stato osservato che c’è un impatto significativo di diversi fattori nei percorsi di apprendimento, ovvero un complesso intreccio di aspetti personali e contestuali che caratterizza il percorso di crescita dei ragazzi.

34
Q

Che cosa vuol dire ragionare per indicatori?

A

è uno stile di ricerca per identificare dimensioni comuni in una classe di eventi all’interno del contesto educativo.

35
Q

Parla dell’oggettività

A

L’oggettività nella ricerca scientifica è un metodo di indagine che si basa su evidenze, ovvero fatti riscontrabili e attendibili. Nei contesti educativi si usa per mostrare l’efficacia di un intervento, perché è sostenuto dalla raccolta di riscontri empirici.
Il concetto di oggettività non è un dato assoluto, ma il frutto di un percorso nel quale vengono individuati aspetti in un modo condiviso da tutti.

36
Q

Che cosa sono gli schemi concettuali?

A

Sono condizioni necessarie per orientare la raccolta e l’analisi delle evidenze. La comunità di ricerca può considerare gli strumenti utilizzati, riconoscendo i criteri e i principi che hanno guidato l’indagine e valutando la relazione tra il disegno di ricerca, il lavoro sul campo e l’analisi.

37
Q

Che cosa sono i modelli?

A

La relazione tra la conoscenza e la realtà è mediata dai modelli, ovvero rappresentazioni simboliche che indicano le possibilità che può assumere l’oggetto nella realtà.
Un modello si applica ad una classe di casi e ciascun elemento del modello è definito in relazione alle caratteristiche che si dovrebbero trovare nella realtà

38
Q

A che cosa servono gli indicatori?

A

Gli indicatori descrivono l’oggettività e sono realizzati da una comunità di ricerca sulla base della teoria educativa. Essi agiscono come quadri di riferimento per l’osservazione e la descrizione delle strutture e dei processi educativi.

39
Q

Come si costruiscono gli indicatori?

A
  1. Problema da esplorare
  2. Individuazione dei concetti: si definisce il concetto in termini rigorosi
  3. Definizione operativa: individuazione degli indicatori = per ogni concetto si riporta una definizione sulla base di caratteristiche osservabili
  4. Individuazione di specifici di rilevazione: proprietà rilevabili trasformate in domande che guidano l’analisi
  5. Quantificazione della misurazione: misurazione dell’item quantificata attraverso l’individuazione di una scala di misura.
40
Q

Di cosa deve tener conto il processo di costruzione degli indicatori?

A

Deve tener conto del contesto educativo in cui verrà applicato. Di conseguenza è un processo di costruzione condiviso tra gruppo di ricerca e comunità professionali e si affina nel tempo.

41
Q

Utilizzare gli indicatori nei contesti educativi è possibile?

A

Si possono analizzare i contesti educativi sulla base degli indicatori, ma è un processo complesso poiché i contesti di apprendimento sono sistemi articolati che coinvolgono soggetti diversi.
Gli indicatori forniscono indicazioni sul funzionamento di un contesto educativo, dalla cui analisi è possibile dedurre un quadro di come quel sistema lavori. Non è quindi in grado di individuare la causa, ma si ottiene un quadro generale del contesto.

42
Q

Che cos’è la scala E.C.E.R.S?

A

è una scala di valutazione dei servizi educativi per l’infanzia sviluppata in UK che si compone di due sottoscala:
- ECERS-R
- ECERS-E

43
Q

Com’è stata ideata e come funziona la scala?

A

Le autrici hanno individuato gli indicatori che compongono le scale e sono stati concepiti in conformità ad un approccio pedagogico socio -costruttivisa che considera cruciali il bilanciamento dell’attività tra adulto e bambino e la ricerca del pensiero condiviso e sostenuto.
La scala ECERS-R è composta da 7 indicatori che valutano degli elementi nei contesti educativi tra 2 e 5 anni. Per ogni indicatore si attribuisce un punteggio da 1 a 7, dopo aver osservato le attività per un periodo prolungato e dopo aver posto delle domande alle educatrici.
Lo strumento è considerato valido se c’è correlazione positiva tra punteggi della prima e della seconda scala.