PATRIMONIO ARTISTICO Flashcards

1
Q

REGGIA DI VERSAILLES

A

Inizio: 1621
Fine: 1683
Voluta dal Re Sole (Luigi XIV) diventa sede del potere politico

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2
Q

SALA DEGLI SPECCHI DI VERSAILLES

A

Riflette la spettacolarità barocca

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3
Q

RITRATTO LUIGI XIV

A

1701

Olio su tela di Hyacinthe Rigaud

Il ritratto riflette la spettacolarità barocca

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4
Q

RITRATTO LUIGI XV

A

1763

Olio su tela di Louis-Michel van Loo

Ritratto ricco e lussuoso: ricchezza data dalla ricchezza e dalla qualità della pittura a celebrare il tema della ricchezza e lo sfarzo della corte

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5
Q

RITRATTO LUIGI XVI

A

1777

Olio su tela di Joseph Duplessis

Il ritratto sottolinea la ricchezza e lo sfarzo della corte

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6
Q

L’ALTALENA

A

1767-Jean-Honoré Fragonard

Lo stile: Rococò

Descrizione: la cornice è naturale, sembra emanare profumi, la ragazza sembra che abbia la pelle di porcellana, la macchia del vestito col panneggio ricchissimo, spettacolare.
Il ragazzo sotto la osserva, sbircia tra le gonne: giochi di corte/seduzione, il tutto tenuto sul tono lieve.

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7
Q

MADAME DE POMPADOUR (esterno)

A

1759-François Boucher

Olio su tela

Stile: Rococò

Descrizione: ha un abito preziosissimo, riflette la ricchezza della corte, è reso prezioso dalla qualità pittorica, trionfo della decorazione, del floreale.
Madame de Pompadour è un fiore tra i fiori, sono cuciti, applicati fiori, ci sono merletti e decorazioni; col suo abito si stacca dalla cornice naturale. La pittura da luce, la donna brilla di luce propria, non si vede da dove arriva la luce, è lei stessa che prende luce e brilla.

Volutamente il pittore eccede, carica di decorazioni, di tocchi, di lecca (leccare=pettinare, rendere levigata) la sua pittura, in modo che appaia bella a chiunque guardi il soggetto.

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8
Q

MADAME DE POMPADOUR (interno)

A

1756-François Boucher

Olio su tela

Descrizione: Quadro che tende a caratterizzare il personaggio, dentro la bellezza pettinata dove nulla è fuori posto anche dove regna il disordine, circondata da fogli ed ha in mano un libro. Questo fatto sottolinea gli interessi intellettuali di questa donna, era la regina non di Francia, ma di Versailles per quanto riguarda la bellezza e la moda

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9
Q

ODALISCA

A

1745-François Boucher

Descrizione: siamo agli albori dell’illuminismo. Soggetto privato: non era fatto per essere esposto alle mostre, non erano presenti le gallerie d’arte, ma solo i Salon.
Il soggetto è ritratto naturalmente: non viene sottolineata la bellezza della donna, il volto sembra di porcellana, il resto è espanso secondo il gusto dell’epoca.
Importante il colore blu, ma soprattutto il bianco, la camicia è avvolta in maniera maliziosa al tronco della donna.
Il bello è il tocco del pittore, la ricchezza del panneggio, il contrasto fra il bianco della camicia e del lenzuolo

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10
Q

GIOVINETTA CHE GIOCA COL CANE

A

1770-Jean-Honoré Fragonard

Stile: Rococò

Descrizione: pittura distante dalla realtà, legata all’enclave di Versailles: luogo dove non si lavora, si passa il tempo e si governa

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11
Q

AUTORITRATTO VIEN

A

Vuole sottolineare in maniera orgogliosa la sua professione, elegante, vestito bene, non in modo eccessivo come gli aristocratici ma in maniera importante presentandosi così al pubblico.

Alle sue spalle non c’è molto ma è spoglio.
Si presenta in maniera asciutta all’occhio dello spettatore.

Non opera a Versailles ma all’accademia di Parigi.
Non è alla moda, roccocò, ma è più classico, più asciutto.

I vestiti fanno riferimento a donne aristocratiche ma di epoca romana, si stacca quindi dalla moda dell’epoca, si vede anche dal pittore come dipinge. Non c’è più la profusione di decorazioni o eleganza così esibita. Eleganza più sobria in questo quadro.

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12
Q

AUTORITRATTO FRAGONARD

A

Fragonard, ha un tocco leggero, abiti più vaporosi come le capigliature

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13
Q

AUTORITRATTO BOUCHER

A

Boucher è il rappresentante maschile del mondo di Versailles

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14
Q

AUTORITRATTO DAVID

A

David è un grande disegnatore, i suoi quadri sono tenuti dentro al linea di contorno. E’ presente un’ombra sul volto CHE nasconde una malattia, aveva una sorta di tumore alla mascella.

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15
Q

MINERVA CHE COMBATTE MARTE

A

1771-Jacques-Louis David

Stile: Rococò

Tema: Mitologico; la mitologia era una materia fondamentale, egli svolge questo tema anche per partecipare al premio per Roma: il vincitore aveva una borsa di studio che gli permetteva di studiare a Roma. (non la vinse)

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16
Q

MORTE DI SENECA

A

1773-Jacques-Louis David

Stile: Ricco di tocchi che caratterizzano la cultura barocca e rococò francese

Tema: Storico; David non sente il richiamo di quello che sta avvenendo in Francia: l’illuminismo e gli enciclopedisti stanno respirando aria di rivoluzione. Lui ritrae invece Seneca.

Descrizione: Seneca che si suicida, la moglie piange, sviene ed è tenuta in piedi dalle ancelle mentre lui muore. L’impianto è importante: è un impianto barocco, i colonnoni, le tende, i personaggi, il panneggio.

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17
Q

BELISARIO

A

1781-Jacques-Louis David

Stile: Passa ad un’impostazione dell’immagine sobria e rigorosa, sono presenti tratti ancora barocchi. David abbandona il tono rococò, il panneggio e le figure si puliscono, diventano più lineari.

Tema: Storia romana narrato da Tito Livio, un generale che dopo aver vinto e condotto le legioni e aver vinto battaglie cade in disgrazia è costretto per vivere a chiedere l’elemosina. Anche il soldato lo riconosce e rimangono esterrefatti, qua il tema oltre ad essere preso dall’antica Roma ci parla del presente, comincia in qualche modo ad alludere al presente, come il servire la patria non ti garantisce una vecchiaia serena.

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18
Q

IL GIURAMENTO DEGLI ORAZI

A

1784-Jacques-Louis David

Stile: David migliorò progressivamente il proprio stile, appassionandosi sempre di più all’antichità romana ed alle sue leggende e racconti.

Tema: E’ il tema perfetto per suggerire, nel clima della Rivoluzione Francese, vista la nascita del nuovo Stato, più attenzione per il mondo civile piuttosto che per il mondo clericale e la chiesa.

Descrizione: Il momento rappresentato è l’istante in cui i tre fratelli Orazi giurano al loro padre di difendere Roma a costo della vita. L’ambiente che circonda i protagonisti è spoglio, in questo modo, la nostra attenzione è completamente rivolta all’azione.
Il punto di fuga è l centro delle spade incrociate tenute in mano dal padre degli Orazi.
Inoltre, gli uomini e le donne sono diversificati anche geometricamente, oltre che per le emozioni: gli Orazi linee dritte e precise, le donne linee curve.
Qui c’è chiaramente un allusione al numero 3, ad es. 3 spade ma solo una si può accreditare all’epoca della prima repubblica romana mentre le altre 2 all’epoca di David.

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19
Q

NEOCLASSICISMO

A

È stato coniato alla fine dell’800 che in epoca di DAVID non esisteva neppure. Inizialmente veniva usato in senso dispregiativo.
Il neoclassicismo veniva ripreso da PUSSEN connotato in maniera classica, perché non era pomposo e decorativo come il barocco. Era molto lineare e pacato e a DAVID piaceva, lo studiava e ne prendeva alcuni elementi. Dal punto di vista pittorico è molto intelligente.

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20
Q

IL GIURAMENTO DI BRUTO

A

1771-Jacques Antoine Beaufort

Stile: Rococò

Tema: Teatralizza il tema del giuramento e ne riprende il tema politico il passaggio dalla monarchia alla repubblica.

Descrizione: Importante sono le braccia tese verso il basso, si riferisce al giuramento, quando Bruto giura di vendicare la sorella, stuprata da uno dei Tarquini e quindi c’è la fine dei 7 re di Roma e si passa ad un regime repubblicano. Bruto è antimonarchico, hanno abbattuto i Tarquini; è presente un cambiamento politico dentro al quadro.

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21
Q

I LITTORI RIPORTANO A BRUTO IL CORPO DEI SUOI FIGLI

A

1789-Jacques-Louis David

Bruto quando scopre che i suoi figli sono dei controrivoluzionari li manda a morte. Dopo che lo stesso padre ha mandato a morte i propri figli, è presente una grande virtù pubbliche che è prioritaria rispetto agli affetti privati. Bruto è pensieroso, malinconico, ma fermo nella sua decisione, sulla sua testa è presente la statua di Roma, fa ciò per la città di Roma, mentre le sorelle e la madre si disperano.
David era maschilista. Al centro della tavola è presente il cestino del cucito, le donne stanno a casa a lavorare

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22
Q

IL GIURAMENTO DELLA PALLACORDA

A

Si torna a Versailles, in giugno del 1789, erano presenti gli Stati Generali e si riuniscono decidendo e giurando. L’assemblea fatta dai Pallacorda non si scioglie fino a quando non verrà decisa la nuova carta costituzionale.
Tutti tendono il braccio, che è il gesto degli Orazi, iconico, più caratteristico di David. Tranne Martin-Dauch che si opporrà.

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23
Q

PERCORSO RIVOLUZIONARIO

A
  1. Piazza della Bastiglia: dove è presente un obelisco
  2. Campo di Marte: spazio dedicati ad esercitazioni militari
  3. Louvre e Palazzo delle Tuileries: erano connessi, il vecchio palazzo è stato abbattuto, prima era la sede del potere ora sono rimasti i giardini. In origine era una fabbrica di tegole.
  4. Pantheon
  5. Place de la Concorde: presente la ghigliottina, ora è presente l’obelisco, la ruota panoramica e l’ingresso ai giardini della Tuileries.
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24
Q

LA MORTE DI MARAT

A

1793-Jacques-Louis David

Storia: Jean-Paul Marat era un importante giornalista francese fondò il giornale l’amico del popolo. Si unì ai Giacobini e con la cacciata dei girondini continuò a scrivere di rivoluzione e protesta. Questo fece preoccupare Charlotte Corday, una giovane girondina, la quale scrisse una falsa lettera di supplica per farsi ricevere da Marat, il quale cascò nella trappola e venne pugnalato.
Marat soffriva di una malattia alla pelle, che la obbligava a fare dei bagni con medicine specifiche per alleviare i dolori.

Descrizione: il protagonista si trova nella vasca, privo di vita, con in mano una lettera col nome di Charlotte. Il braccio che pende è quello di Camilla, ripreso dalla pietà.
Non c’è Charlotte nella scena ma c’è un coltello a terra e la vasca sporca di sangue, infatti David vuole cancellare ogni traccia di Charlotte, facendola sparire e lasciando solo il coltello come segno del suo passaggio.
Per metà della tela è presente un ambiente spoglio dove è presente una luce caravaggesca che cade sul personaggio, la luce lo accarezza, la luce che illumina i protagonisti senza eccesso, non c’è nulla sulla parete se non la presenza del martire. La scena passa dalla morte al sacrificio, uomo del popolo vittima di una controrivoluzionaria.
Questa immagine trasforma la morte come un qualcosa di inaspettato ed intelligente dal punto di vista iconografico.

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25
Q

CHARLOTTE CORDAY

A

Vista come un’eroina, è presente in tutta la sua figura davanti alla piantina della Francia. Ha ucciso Marat per la Francia, dopo è lei la martire perchè 3 giorni dopo viene uccisa.
Immagine realista, è un quadro economico di David. Si sacrifica per la patria.

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26
Q

MADAME RECAMIER

A

1800-Jacques-Louis David

Descrizione: la protagonista è sdraiata su un divanetto, con lo sguardo rivolto verso di noi. L’abito è molto lungo. Ambiente vuoto, è presente braciere antico derivato da esempio romano. Sdraiata nella posa della Pompadour ma è un personaggio diverso in virtù dello stile, anche una gran dama è rappresentata in maniera austera.
Alla stessa Madame Recamier non piace questo quadro, se ne fa fare un altro da un discepolo di David in questa posa seducente. L’abito è all’antica, greco-romano.

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27
Q

ISPIRAZIONE PER ‘‘LE SABINE’’

A

Tra gli esempi abbiamo “Il ratto delle sabine” di Pietro da Cortona e rappresentazione scultorea di Giambologna (Firenze) è una della opere scolpita per essere vista da tutti, scultura complessa che ruota, determinata dalla linea serpentina con 3 personaggi, è stata scolpita in un unico blocco, ed era una scommessa, ci doveva riuscire e ci è riuscito. Qui abbiamo il romano che rapisce la sabina. E nel piedi stallo abbiamo la scena completa.

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28
Q

LE SABINE

A

1794-1799-Jacques-Louis David

Descrizione: dipinge la vendetta da parte dei sabini, i quali attaccarono i romani nel tentativo di portare indietro le loro donne.
Sulla destra in primo piano, c’è Romolo, il quale sta combattendo per fermare gli aggressori.
Le sabine, dopo aver creato delle famiglie e dei nuovi legami con il popolo di Romolo, non vogliono più tornare con i Sabini.
Rende la donna protagonista, nei quadri precedenti non avviene, era presente una visione maschile. Ersilia, donna sabina che diventa moglie di Romolo, è lei la protagonista; si pone al centro del quadro e divide i due generali. Si intromette e dice che non torneranno più da loro, ormai hanno i figli, elemento di novità nei soggetti di David. Sono in primo piano, sollevati a terra, nel mentre le sabine sono diventate madri, i figli sono frutto del rapimento e dell’amore.
Reintroduce il nudo.

David vuole intendere di far cessare la guerra in Francia che si stava svolgendo a quel tempo.

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29
Q

NAPOLEONE VALICA IL SAN BERNARDO

A

1801-Jacques-Louis David

Primo grande quadro che David dedica a Napoleone.
Napoleone ha passato le Alpi ma cavalcando un mulo, non un cavallo. David celebra Napoleone, domina un cavallo che s’impenna nella direzione in cui va il braccio. Cavallo e Napoleone sono la stessa cosa, il cavallo risponde esattamente al gesto di Napoleone.
Anche la diagonale segue quell’andamento, è il gesto che indica la direzione, ma la struttura del quadro.
In basso a sinistra c’è una pietra con incisi i nomi di Annibale e Carlo Magno perché avevano attraversato le Alpi prima di Napoleone.

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30
Q

NAPOLEONE VISITA GLI APPESTATI

A

1804-Antoine-Jean Gros (allievo di David)

Napoleone entra nel lazzaretto senza mascherina, gli appestati vanno verso Napoleone che, come Cristo, ha il tocco divino: tocca e guarisce.

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31
Q

NAPOLEONE SUL TRONO IMPERIALE

A

1806-Jean-Auguste-Dominique Ingres

Riprende l’ iconografia non dei re di Francia ma del Cristo in trono, Cristo governa in cielo, Napoleone è il corrispondente in terra.

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32
Q

LEONIDA ALLE TERMOPILI

A

1814-Jacques-Louis David

Descrizione: David ricorda nel gesto dei 3 personaggi con le braccia tese, riporta il tema del giuramento: giuramento del Leonida, re spartano che giura di mantenere la posizione con l’esercito di Serse. In questo quadro si fa riferimento all’ultima battaglia di Napoleone, la battaglia di Waterloo.

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33
Q

MARTE DISARMATO DA VENERE

A

1824-Jacques-Louis David

Stile: disegno, linea ben incisa, contorno contiene la pittura liscia, senza grumo. Quadro che sembra contraddire tutto ciò che David ha fatto in precedenza, quadro che invita alla pace e all’amore, torna all’epoca dell’aristocrazia, mettiamo giù le armi e godiamoci la vita; sottolineato dall’architettura alle spalle delle figure, non più ordine dorico, ma ordine più decorativo, il corinzio fiorito e decorato, tipico dell’impero.

Tema: mitologico

Descrizione: tre Grazie che disarmano e svestono, offrono del vino a Marte; Venere gli porge una corona di fuori, ha il braccio allungato sulla coscia di Marte in modo sensuale.
Sono caduti gli ideali: restaurazione della monarchia e dei vecchi valori; la pittura invita all’evasione e non a prendere coscienza della realtà; valori passati che vengono riproposti.

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34
Q

DAVID VS GOYA

A

David: si connota come un pittore, mentre dall’altra parte non si connota sul piano professionale, è realistico, poco generoso non solo con altri soggetti ma anche con se stesso, schietto e sincero, come se ci dicesse con lo sguardo malinconico, di trasverso, di essere un uomo malato, sordo ed infelice.
Autoritratto: camicetta David disegnata in modo impeccabile.

Goya: è pittore di corte di Carlo IV fino al 1815, perché anche lui dopo la restaurazione, anche lui sarà costretto ad isolarsi ulteriormente in una casa per poi andare a morire in Francia.
Autoritratto: ci sono dei tocchi di pennello che definisce e determina la camicia, non c’è disegno.

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35
Q

EL QUITASOL

A

1777-1778-Francisco José de Goya y Lucientes

Riporta alla vita di corte, vita meno licenziosa, più puritana, concede poco al nudo femminile, esso è sostanzialmente vietato. Fino alla prima metà dell’800 ce ne sono molto pochi, chi li ha eseguiti lo ha potuto fare perché era un grande pittore
Gioco di corte, dove la bella ragazza si ripara dal sole grazie all’ombrello che il suo paggetto le regge.

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36
Q

SANT’ANTONIO DE LA FLORIDA

A

1792-1798

Sant’Antonio da Padova, costruita per volere di Carlo IV. Esempio di chiesa neoclassica, semplice, piccola e rigorosa a croce greca.

Tema: affreschi dedicati a Sant’Antonio. Tocco e liberta notevole. L’episodio narra che sant’Antonio per effetto miracoloso, resuscita un morta in modo che possa testimoniare in favore di suo padre che era stato colpevolizzato di omicidio viene riportato alla sua patria. Tocco pittorico molto libero, i modelli sono i suoi contemporanei e vestono come nel tempo, ci sono anche personaggi del popolo, i soggetti non sono selezionati in base alla ricchezza. I colpi di pennello dove è il colore a caratterizzare le figure e non il disegno, e la pittura liscia di David qui scompare. Goya muore a Lisbona, ma il suo corpo viene sepolto proprio in questa chiesa.

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37
Q

SEPOLTURA DELLA SARDINA

A

1812-1814-Francisco José de Goya y Lucientes

Il tema è contemporaneo, siamo alla vigilia del carnevale siamo all’ultimo giorno di carnevale quando ancora prima della quaresima siamo al rito della sepoltura della sardina. Siamo in anni ancora di occupazione francese in Spagna e nello scontro totale. E nel 14 i francesi lasceranno la spagna per l’ultima battaglia del 14. Caos prima del ritorno di Ferdinando VII al potere.

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38
Q

AUTORITRATTI DI GERICAULT, DELACROIX, INGRES

A

Gericault: si ritrae a 30 anni, si presenta come un libero pensatore, un uomo di cultura, un po’ scapigliato. Ha tocchi e pennellate veloci e non precisi.

Delacroix: a prima vista non si qualifica come pittore, ha una diversità di stesura pittorica, di disegno, di scrittura per immagini; per esempio la sua camicetta rispetto a quella di Ingres.

Ingres: si ritrae a 24 anni, alla maniera di David, quindi segno ben inciso, disegno preciso, colore ben steso all’interno dei contorni, di fronte al cavalletto, quindi si presenta e si qualifica come pittore.

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39
Q

GROPPE

A

1810-11-Theodore Gericault

Gericault è giovane però in questa sua autoeducazione alla pittura, oltre a mostrare uno spirito libero, mostra l’interno di una stalla, facendone quasi sentire l’odore.

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40
Q

USSARO ALL’ASSALTO

A

1812-Theodore Gericault

Gli ussari erano un corpo scelto delle truppe napoleoniche. Gericault nel quadro riprende il Napoleone di David anche se il tocco di pennello è completamente diverso perché Gericault privilegia il colore invece che il disegno.
Il quadroè chiaramente una ripresa del tema Davidiano (cavallo e Napoleone) ma anche legato ad un tema delle speranze, l’idea della vittoria.

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41
Q

IL CORAZZIERE FERITO CHE LASCIA IL CAMPO DI BATTAGLIA

A

1814-Theodore Gericault

Il quadro non riscuote molto successo, ma non tanto per il tema. ma dal punto di vista stilistico (cavallo menomato). Il quadro si pone in modo contrario di quello di due anni prima.
Sembra che anche Gericault in qualche modo respiri quest’aria di sconfitta, problematica (la Francia da lì a poco sarebbe stata sconfitta dagli inglesi e dai Prussiano a Waterloo).

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42
Q

LA CORSA DEI BERBERI

A

1817-Theodore Gericault

Qui ci racconta un tema, cioè una corsa che si svolgeva a Roma dove a vincere non era il cavaliere ma era il cavallo; rappresenta una simil lotta tra l’umano e l’animale.

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43
Q

LA MAJA VESTIDA E LA MAJA DESNUDA

A

La Maja Desnuda: quadro problematico. Non ci sono rimandi simbolici mitologici. Rappresenta un nudo problematico perché nella cultura spagnola non c’è la tradizione del nudo (Velasquez la Venere allo specchio, altro nudo femminile, dipinto privato), anche questo era un quadro privato.
La qualità è data dalla pittura, dal colore, il gioco dei bianco (cuscini e lenzuolo)che contrasta col tono scuro dell’ambiente, letto e capelli sono un pezzo pittorico di grande qualità, Goya svela la sua grande capacità di tocco: saper usare in tonalità multiple un colore con tanti passaggi, fra bianco in luce, bianco in ombra quasi grigio.
Il corpo femminile è realistico, non è glabro, la pittura del nudo porta a diventare le Venere elevate, diventano mitologiche e non realistiche; ma quando il nudo viene proposto coi dati della realtà, diventa ancora più volgare, la realtà si esprime attraverso i piccoli dettagli: vello sul ventre e sotto le ascelle.
Sguardo della donna che guarda verso lo spettatore dialogando con lui, consapevole delle sue nudità, piena complicità tra modella e pittore.

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44
Q

LA FAMIGLIA DI CARLO IV

A

1800-1801-Francisco José de Goya y Lucientes

Grande quadro dove Goya rappresenta Carlo IV, la moglie, il figlio, Godoy ma anche se stesso: in fondo con una tela che allude al dipinto della famiglia.
La particolarità di questo quadro è la qualità stessa della pittura, qualità che mette in evidenza la ricchezza del disegno di Goya: caratterizza i personaggi reali con un tratto di crudeltà.
Il volto di Carlo IV non è idealizzato, è ritratto in maniera crudele della sua caratterizzazione: vecchio monarca vestito per la parata, vestito di tutto punto, con le insegne del potere, ma il volto non ha nulla di nobile; la moglie sembra una vecchia matrona: sono volti in cui Goya non risparmia dati di realtà, li guarda con un occhio spietato come quando rappresenta se stesso in un angolo appartato a dipingere la famiglia

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45
Q

LA FUCLAZIONE

A

1808-Francisco José de Goya y Lucientes

Senza avere una commissione ufficiale è lui che si offre di dipingerli per ricordare il sacrificio dei madrileni e offre di dipingerli a Ferdinando VII, figlio di Carlo IV. Goya poteva essere accusato per immagini proibite e anche dal re di aver collaborato con i francesi visto che li avevi ritratti; quindi per ingraziarsi e come qualificarsi come partigiano.

Descrizione: un quadro semplice nella sua immagine, facile da leggere e immediata efficacia comunicativa le truppe dei mercenari francesi schierate a fucilare un gruppo di madrileni, però il quadro rimanda anzitutto ha uno svolgimento temporale, cinematografico, scandito nel tempo, c’è un prima coloro che stanno aspettando di essere fucilati; un adesso, coloro che stanno per essere colpiti dalla pallottola e c’è un dopo, la morte.
Il significato è proprio il passaggio dalla vita alla morte. Una serie di rimandi religiosi: il campanile e un prete che benedice i morti. La fede e la religione sono impotenti rispetto al dramma.
Il personaggio con le braccia aperte è il personaggio che viene denotato dal colore che assorbe la luce della lampada appoggiata a terra, che richiama al sacrificio di cristo, sempre di Goya.
Poi abbiamo i fucilatori, che sono anonimi, schierati, non vediamo le facce.

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46
Q

SATURNO CHE DIVORA UNO DEI SUOI FIGLI

A

1821-1823-Francisco José de Goya y Lucientes

Sono dipinti privati. Sono allucinanti non solo per il tema violento ma per la bruttezza. Qui troviamo una sintesi di immagini, portato sul piano non di bellezza del disegno, ma vediamo soltanto l’espressione di qualche cosa di terribile che diventa terribile anche nel segno, va al di là di qualsiasi correttezza anatomica, correttezza, qualità pittorica, vuole impressionare se stesso prima di tutto, per la bruttezza e la violenza stessa della pittura, del segno pittorico, del tocco, della spatolata, che aggredisce l’occhio dello spettatore e che cerca al di là di impressionarlo.

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47
Q

STORIA DELLA ZATTERA DELLA MEDUSA

A

1819-Theodore Gericault

Tema: di cronaca

Storia: nel 1816 c’è una spedizione, un convoglio di tre navi, verso l’Africa. Dopo il congresso di Vienna con la restaurazione del governo francese con Luigi XVIII, che assegna il comando di questo convoglio a dei vecchi legati alla corona, tanto che al momento nel naufragio esplode un caso politico perché l’opposizione dice che questo convoglio è stato assegnato a dei vecchi. Questo fatto ha una forte risonanza dell’opinione pubblica francese, perché la nave si incaglia in una secca e con il legno della nave costruirono una grande zattera che legarono alle scialuppe di salvataggio, quindi i rematori dovevano trainare la zattera, ma il peso di questa era tale che non poteva essere trasportato. Cosi li lasciano così, va alla deriva per 20 giorni, ne rimangono vivi 19 su 150.

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48
Q

QUADRO ZATTERA DELLA MEDUSA

A
  1. Nel primo quadro (bianco e nero) rappresenta l’ammutinamento sulla zattera, perché in quei giorni ci sono scontri tra i vari gruppi, perché comunque c’erano ancora degli ufficiali, l’equipaggio.
    Gericault pensa anche di di rappresentare il momento in cui i pochi superstiti avvistano una delle due navi, cominciando a gesticolare per farsi vedere ma non vengono visti e quindi è un momento importante e altamente drammatico
  2. In un altro quadro pensa di dipingere il momento in cui le scialuppe abbandonano la zattera.
  3. Gericault si documenta, riesce ad intervistare alcuni naufraghi e costruisce un modello in scala della zattera, pensando a tutti gli eventi drammatici che si sono svolti sulla zattera. L’intento di Gericault era quella di dare una rappresentazione oltre che drammatica, anche realistica e addirittura toccante dal punto di vista visivo.
  4. Gericault decide di dipingere si la drammaticità del quadro ma in modo di eroi classici, quindi dipinti in modo belli, anche i morti. Quindi scompare quel tocco di realismo che voleva rappresentare, rimane soltanto un elemento realistico che è un calzino abbandonato di un giovane, su un corpo però eroico.
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49
Q

ANALISI PERSONAGGI ZATTERA DELLA MEDUSA

A

Analizzando i diversi personaggi facciamo diverse scoperte: quel naufrago a destra sembra essere ripreso dalla statua più accademica IL GALATA MORENTE, dipinto da David.

Altro quadro di David riprende il naufrago per metà, aggiunta per ultima, al saloon stesso (3 giorni per ritoccare l’opera). ETTORE ANDROMADA di David, con uno dei Naufraghi.

IL PASQUINO gruppo classico di età ellenistica, ripreso e adattato dall’esigenza del tema nel particolare del vecchio che regge il corpo morto del figlio. L’unico personaggio che guarda lo spettatore, quelli vivi si rianimano come corpi e si proiettano e si muovono verso quel punto all’orizzonte. Mentre quel personaggio no, guarda lo spettatore in una posa particolare e significativa, perché non è casuale, estremamente caratterizzata, LA MALINCONIA, a partire da Cesare Ripa, dove questa posa è assolutamente riconoscibile e precisa nel suo significato, che è uno degli aspetti che il romanticismo ha esaltato.

Braccio (orazi) è ormai un gesto che ha perso di significato, di quel valore. Sembra che imbarchi i vecchi ideali che avevano caratterizzato gli animi.

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50
Q

ALIENATI CON MONOMANIE

A

Considerata serie capolavoro.
Questi quadri sono molto utilizzati per chi studia le fisionomie del volto per capire i caratteri e individuare i tratti di una personalità, magari anche deviante, dalle caratteristiche del volto, ma non generali ma da alcuni particolari come il taglio degli occhi, il taglio dell’orecchio ecc. Ne sono rimasti solo 5.

Gericault non entra in un manicomio perché vuole dipingere questi 10 alienati, ma entra perché ha una commissione da parte di un medico che voleva usare questi dipinti a scopo didattico, per le sue lezioni di fisionomica. In queste tavole vengono mostrate l’invidia, la pedofilia, il furto, la dipendenza, la mania della guerra.

Gericault dipinge in modo diligente.

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51
Q

BAGNANTE DI VALPINCON

A

1808-Ingres

Tema: molto ampio, leggero

Descrizione: La bagnante è nella sua stanza da bagno, non vi è né fiume ne mare. Questa donna non si sta bagnando ma si sta preparando e quello che vediamo è il suo corpo, l’acqua bisogna cercarla e la vediamo nell’angolo, quella bocchetta e il piede di una colonna dove c’è la firma del pittore sono gli unici due segni di muratura in un ambiente del tutto morbido dove le pareti sono occultate da teli, parete morbide come la colonna, letto con il lenzuolo.

Da Ingres che si forma in quella scuola di David dovremmo aspettarci dei corpi perfetti, invece è molto tozzo come corpo, di perfetto e ideale c’è poco, forza l’anatomia femminile.
Rappresentare una bagnante nel sua camera da letto è forzare la sua privacy, il bagno insieme alla cucina è il luogo delle donne, sono proprio le stanze dell’intimità femminile che viene forzata da I. che non sa essere di essere dipinta, infatti la tenda è tutta da un lato che in presenza la signora l’avrebbe tirata per nascondersi.

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52
Q

GIOVE E TETI

A

1811-Ingres

Storia: Teti è la mamma di Achille ed una ninfa. A Giove piaceva trasformarsi per sedurre le donne, ma con Teti non riesce, fino al momento in qui Teti vuole sedurre Giove per chiedere un favore per suo figlio.

Descrizione: Nel quadro viene rappresentato quel momento. Vediamo come Teti è piuttosto in carne, come Giove, e sono rappresentanti entrambi correttamente. Ingres, 40 anni dopo (1811), riprende il soggetto, questa rappresentazione è esposta al Louvre. Ingres riprende lo schema del quadro precedente. La figura di Teti, rispetto a quello precedente, è sproporzionata (braccia, schiena, collo lunghi)

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53
Q

LA GRANDE ODALISCA

A

1814-Ingres

Presenza di molti oggetti preziosi. Proposizioni di braccia e schiena, tutto molto lungo ma bellezza notevole. La bellezza non corrisponde alla bellezza anatomica. La bellezza per lui dipende dalla sua morbidezza della linea e la deformazione anatomica diventa bella e coerente all’interno della rappresentazione. Sembrano figure astratte. Le linee di questo corpo sono indipendenti dalla realtà. David corpo nudo femminile, chiamati accademie, cioè prove scolastiche.

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54
Q

CANOVA E PAOLINA BORGHESE

A

Canova era il più grande scultore della sua epoca, scultore italiano che lavora per tutte le grandi corti, inevitabilmente anche per la corte di Napoleone.

Storia: Tra il 1804 e il 1808 crea Paolina Borghese, che è la sorella di Napoleone, la quale si era sposata con un generale di Napoleone che muore nel 1803. Paolina torna vedova in Francia dove sposa Camillo Borghese. Camillo, per omaggiarla, chiede al più grande scultore in circolazione di ritrarla.

Descrizione: Un ritratto particolare, è un ritratto divinizzato, cioè rappresentata in veste di Venere (Paolina ha in mano la mela).
Dal punto di vista tecnico è perfetto. La scultura non è un quadro da osservare, ma mette in movimento lo spettatore e deve essere guardata da tutti i punti di vista. Questa scultura ha avuto talmente successo all’epoca che veniva esposta al pubblico anche se era privata, era una scultura dinamica.
Paolina quando comincia ad invecchiare chiede la chiusura al pubblico della scultura perché, appunto lei stava invecchiando, mentre la scultura ritraeva lei nella sua massima bellezza, cosa che ormai non era più.

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55
Q

LA BARCA DI DANTE

A

1822-Delacroix

Tema: letterario, riprende un po’ i temi di carattere medievale.

Descrizione: Sulla Barca di sono i dannati sullo Stige. I corpi dei dannati che si affollano davanti alla barca ricordano quei corpi morti sia di Gericault che di Michelangelo. Un quadro quindi d’esordio che piace.

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56
Q

IL MASSACRO DI SCIO

A

1824-Delacroix

Tema: cade sul piano politico muore Luigi XVIII e sale Carlo V, a livello europeo c’è la guerra greco turca: , massacro famiglie greche da parte dei turchi

Descrizione: il disegno c’è ma è sfuggente per quanto riguarda i contorni, i colori non rimandano ai colori dell’occidente ma per un certo gusto il medio oriente, gli abiti sono abiti popolari.
Nella composizione vediamo un centro vuoto, non c’è un eroe, le famiglie vengono rappresentate ai lati, la struttura è una piramide rovesciata e l’occhio dello spettatore scivola all’interno di quell’apertura centrale e va verso un paesaggio connotato in maniera approssimativa, si intravedono altre famiglie e un cielo non particolarmente attraente e significativo.

Il quadro viene definito il massacro della pittura.

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57
Q

IL MULINO DI FLATFORD

A

1816-John Constable Flatford Mill

Nel 1824 nel salon viene invitato ad esporre questo pittore inglese, famoso per i suoi paesaggi. Era costume del Salon che prima di esporre i quadri venissero esposti nella hall di un grande albergo. Constable espone 3 dei suoi paesaggi e Delacroix era presente, per questo da spazio al paesaggio nel suo quadro.
In Francia il paesaggio esiste come elemento scenografico, come contesto nel quale si ambienta una storia ma non esisteva come soggetto autonomo, era sempre in qualche modo subordinato al soggetto principale. Quando Delacroix vede quei paesaggi che ritraggono la realtà rimane fortemente impressionato. Capisce il valore del paesaggio autonomo.

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58
Q

DIFFERENZE GOYA E DAVID: LA DUCHESSA D’ALBA E MADAME RAYMOND DE VERNINAC

A

1797-Goya vs David

Goya: si dice che abbia avuto un legame stretto con la duchessa, infatti è dimostrato da parte di Goya nel dipingere la duchessa, lei indica col dito il nome del pittore scritto a terra.
Goya da un assaggio di paesaggio tratteggiato con piccole pennellate, tocchi di colore dove non c’è nulla di disegnato, è tutto tratteggiato: immagine del paesaggio senza caratterizzazione dell’oggetto.
L’abito è un nero con tocchi dorati sulle maniche della camicetta e fascia che stringe la vita; qualità del nero è affidato al tocco del pennello

David: disegna ogni particolare e dettaglio, tutto inciso, contenuto nei contorni: differenza fra la mano delle due duchesse, David riporta l’unghia, Goya sintetizza le dita, si vede solo l’indice che indica il terreno.

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59
Q

MAJA VESTIDA

A

Dipinto per coprire la Maja desnuda, la maja vestida scivolava sulla maya desnuda e veste la maja.
Quadro di scorrimento sopra la maya desnuda.
La maja desnuda corrispondeva ad un nudo pornografico, la maja vestida va a vestire il corpo femminile.

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60
Q

LE VECCHIE DI GOYA E LE FIGLIE DI BONAPARTE DI DAVID

A

Caratteristiche affini, la diversità non sta solo nella pittura ma anche nella tendenza di Goya non solo ad idealizzare i potenti ma anche nel rappresentare modelli brutti. Goya sceglie modelli brutti, le figlie di Bonaparte non sono belle ma nel complesso si.
Goya: abilità nel far risaltare i vestiti.

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61
Q

2 MAGGIO 1808

A

1814-Goya

Storia: Nel 1808 le truppe francesi entrano alla Puerta del Sol e gli scontri vanno avanti per tutto il giorno, quando le truppe francesi iniziano ad arrestare i madrileni che tra la notte fra 2 e il 3 maggio vengono fucilati.

Questo quadro viene dipinto assieme alla FUCILAZIONE per gli stessi motivi.

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62
Q

IL COLOSSO

A

1810-1812-Goya

Quadro enigmatico da punto di vista iconografico, quadro enorme, imponente.

Descrizione: ci sono persone e animali che fuggono, l’interpretazione potrebbe essere che il colosso stesso sia difesa della Spagna contro invasione napoleonica, sia come minaccia della popolazione e minaccia che mette in fuga le persone e animali.
Diversità pittorica rispetto a qualsiasi convinzione dell’epoca, usa il colore per definire cose e persone; i personaggi non sono descritti attraverso il disegno, l’occhio vede la figure riferite alla realtà indipendente se vengono segnalate in maniera minuziosa: sono presenti macchie di nero che alludono a colline ma non sono vere e proprie colline disegnate ma macchie di colore.

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63
Q

CORRIDA

A

1825-1826-Goya

Libertà del tocco del pittore: libero e moderno. Andato al di là di qualsiasi disegno per rappresentare una scena di morte con un’apertura che è violenta, ha caratteristiche più da espressionista: esprime più i sentimenti dell’artista rispetto a quello che l’occhio può essere di una corrida.

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64
Q

IL VOTO DI LUIGI XIII

A

1821-Ingres

Questo quadro è apprezzato per il tema, qualità davidiana, dimensioni di scrittura per immagini davidiane, segno preciso, contorno netto, stesura liscia/piatta, passaggi cromatici morbidi e più apprezzabili.

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65
Q

LA MORTE DI SARDANAPALO

A

1827-Delacroix

Storia: uno sceicco assediato dai suoi nemici dentro al suo castello, con fuori ci sono gli assedianti: raduna dentro una stanza tutti i suoi averi, le sue schiave e concubine, dopo che tutti si sono suicidati: distruzione totale dei suoi beni sulla terra.

Descrizione: Ciò che impressiona in questo quadro, è il colore, i nudi femminili spiccano, risaltano in una scena drammatica (vengono uccise). L’impostazione dell’immagine è in diagonale, rosso del copriletto si allarga come una sorta di cuneo rosso, sembra una colata di lava, incendia l’immagine che è piena di dettagli e personaggi, non ha un proprio centro: incrocio diagonale rossa e una meno evidente che mette in rilevo la testa del cavallo e dello schiavo di colore che trascina il cavallo.
I bordi della cornice tagliano i corpi, da spazio al cuneo di fuoco che incendia il quadro, ma risulta confuso. Poi l’abito bianco spicca sul colore rosso ma non è il protagonista che occupano centro dell’immagine.

Quadro che pone lo spettatore in una forma di aggressione sia dalla scena che dalla violenza cromatica.

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66
Q

LA LIBERTA’ CHE GUIDA IL POPOLO

A

1830-Delacroix

Storia: Viene esposto al Saloon, e viene molto criticato ma vince la medaglia, passa al museo degli artisti viventi dove doveva essere esposto fino alla morte del pittore e dopo 10 anni al Louvre. Ma il quadro non viene esposto ma messo nelle cantine come a toglierlo dalla circolazione.

Descrizione: Rappresenta la Marianna, personificazione della Francia, che guida il popolo sulle barricate. Il pittore sceglie l’impostazione classica, con un gruppo centrale con al centro la figura della personificazione della Francia con la barriera, a fianco un borghese con il cilindro che era il cappello dei borghesi e un bambino con due pistole in mano, questo gruppo è contenuto all’interno di questa piramide, di cui la base è costituita da corpi morti e un personaggio che sta prendendo vita e guarda verso la bandiera di cui i suoi colori fanno eco alla bandiera della Francia.
Uno dei motivi di polemica è questa figura femminile, ha il seno scoperto. Inoltre la veste con un abito da popolana, donna del popolo. Ma non è stato il popolo a fare la rivoluzione, ma è una rivoluzione borghese, infatti sono i primi a criticare questo quadro, che non si riconoscono nei modelli rappresentati.
L’unico borghese presente è un autoritratto del pittore che si rappresenta col cilindro.

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67
Q

MONSIEUR BERTIN

A

1823-Ingres

Descrizione: nella semplicità del ritratto Ingres riesce a darci l’idea dei cambiamenti avvenuti, non solo nel tema del ritratto ma anche sociale, questo è il ritratto di un borghese che ha voluto e fatto la rivoluzione, che si è fatto da solo, protagonista del suo tempo.
La sua posa è anti celebrazione, che appoggia le mani sulle ginocchia e si presenta come una colonna della società che non ha ereditato la ricchezza ma che l’ha guadagnate; infatti era un editore di libri e giornali.
È il trionfo della borghesia, rappresentato con toni lievi. Capelli in disordine, non perde tempo a guardarsi allo specchio, a pettinarsi, è un uomo che lavora e quelle mani sembrano dirci con lo sguardo rivolto allo spettatore, come se fosse inquieto perché non ha tempo da perdere.

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68
Q

BORONESS BETTY DE ROTHSCHILD

A

1844-1848-Ingres

Era un grande ritrattista anche se non li amava fare ma lo utilizzava come lavoro per vivere. Ritratti femminili li rappresentava tutti alla stessa maniera riproponendo lo stesso schema: morbidezza anatomica: le spalle cadenti, curve, morbide, le braccia sempre ben torite e ovale volto perfetto. L’abito reso a determinare la ricchezza della persona. Sempre in punta di pennello e stesure pittoriche che tendono a cancellare il segno della pennellata facendo risaltare la ricchezza dell’abito e del tessuto. Alla spalle ambiente spoglio, ultimo elemento che accomuna tutti i ritratti femminili di Ingres sono gli accessori.

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69
Q

ORFANA AL CIMITERO

A

1824-Delacroix

Descrizione: non è una nobile, la ragazza guarda un’altra parte, non osservo nè il pittore nè l’osservatore; è colta in un momento di distrazione; alle spalle non ha un bel paesaggio, gli abiti sono poveri: non sono quelli di una sottoproletariato ma sono abiti di un personaggio del popolo.

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70
Q

FRANCOISE LEBLANC

A

1824-Ingres

Descrizione: la donna è caratterizzata da: braccia, l’ovale del volto, i lineamenti e le spalle.
C’è un abito nero e un altro abito finemente ricamato e finemente riprodotto in punta di pennello.
Inoltre il tavolo tagliato a metà della cornice è prezioso. Ho diversi accessori: anelli, orecchini, bracciali; accessorio anche il tavolino coi fiori.

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71
Q

TIGRE E LEONE

A

1828-1829-Delacroix

Descrizione: animali selvaggi. Ci porta in un mondo altro, selvaggio. Immagine un po’ schiacciato. Pennellate di tutt’altro genere. Belli se osservati al riparo. Altro aspetto del romanticismo: uno spettacolo della natura a cui l’uomo non può porre rimedio e questo la rende sublime.

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72
Q

NATURA MORTA CON ARAGOSTE

A

1826-1827-Delacroix

Gli animali sono protagonisti in primo piano come la sacca di rete e il fucile del cacciatore. E il paesaggio, non è caratterizzato ma è ampio, occupa più della metà della superficie dove spiccano protagonisti gli animali morti.

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73
Q

DONNE DI ALGERI NEI LORO APPARTAMENTI

A

1834-Delacroix

Storia: Delacroix si accoda ad una spedizione nel 1833 francese in nord africa e viaggia tra Marocco e Algeria per 6 mesi. Quindi ha modo di vivere i colori, i luoghi e i personaggi che lo abitano, vive un’antichità contemporanea. Era un mondo che attraeva per il suo esotismo, prende decine di appunti. Anche Ingres dipinge lo stesso mondo che però non è mai andato in Africa, la sua vita si svolge tra Francia e Italia a Roma.

Descrizione: È un luogo chiuso, ma D. ci porta dentro. È un mondo chiuso a qualsiasi mondo estraneo. L’interesse deriva da questo gioco, io sono a Parigi ma riesco ad entrare in un mondo chiuso.
Le donne sono credibili nelle loro fisionomie. Non sono eccessivamente caratterizzate nei lineamenti ma sono un tipo fisico che appartiene a quel mondo, gli abiti sono abiti di quei luoghi, esotici, colorati e sensuali. Camicetta aperta più sensuale rispetto alla nudità di Ingres.
Delacroix dice che il mondo l’ha vissuto dall’interno, ne ha visto i colori e profumi, cerca di riprodurli

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74
Q

ODALISCA CON SCHIAVO/A

A

1839-1840-Ingres

Descrizione: Ingres ci porta dentro una stanza: di fisico nordafricano ha ben poco, i capelli sono rossi; non è il tipo femminile nordafricano.
L’ambiente può essere credibile, può appartenere ad una casa di un ricco sceicco dei posti.
La differenza sta nella credibilità delle immagini. Immagine che seduce per la bellezza, ci sono gli stessi accessori (pipa e narghilè), ci sono gli stessi elementi ma la dimensione è completamente diversa.
Ingres rappresenta una pura fantasia dipinta perfettamente, seducente; non l’ha vissuta.

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75
Q

RITRATTO DELLA PRINCIPESSA DE BROGLIE

A

1853-Ingres

Descrizione: donna con le spalle cadenti, ovale tondo del viso e braccia ben tornite.
L’abito è rappresentano in maniera impeccabile, è presente dell’oro che ricopre la poltroncina ed è ripreso in tutte le sue qualità; accessori collane di perle, bracciali, pendagli, ricchezza che fa il paro con la ricchezza della pennellate con le trasparenze; le mani sono preziose come il monile, sono mani perfette, preziose come è prezioso l’abito.

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76
Q

JENNY LE GUILLOU

A

1840-Delacroix

Delacroix ritrae dei personaggi femminili, ma essi sono rigidi, puritani. Non ha nessun tipo di accessorio, l’abito è modesto, discreto e ha una cuffietta che non è un cappello vezzoso. Sguardo teso e rigido.

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77
Q

CHIESA SAINT SULPICE

A

Chiesa non spettacolare (gotico di Notre Dame), ha una sua bella presenza anche esterna.
All’interno sono presenti 2 cappelle affrescate da Delacroix verso la fine della sua vita. La commissione è del 1849 ma iniziata a dipingere nel 1855 e termina nel 1861.

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78
Q

LA CACCIATA DI ELIODORO DAL TEMPIO

A

1861-Delacroix

Ruba il tesoro, interviene un angelo per punirlo. Il rabbino ferma l’angelo e chiede di perdonare il ladro. Riprende un racconto: siamo dentro al tempio grandioso, ci sono 3 livelli: Eliodoro che è steso a terra, l’angelo a cavallo del ragazzo e sulla balconata è presente il rabbino che chiede pietà.

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79
Q

LA LOTTA DI GIACOBBE CON L’ANGELO

A

1861-Delacroix

Tema: biblico; Giacobbe è scappato dalla famiglia, attraverso un inganno il “piatto di lenticchie”, insieme alla mamma tolgono il diritto di primogenitura a Esau. Giacobbe va via e torna nella terra della sua famiglia: Israele, prima di entrare ha un ripensamento: appare l’angelo e si mettono a lottare, è la lotta con se stesso. Storia che appartiene al vecchio testamento.

Descrizione: in basso è presente la lotta ,ben caratterizzato il piano muscolare; l’angelo sembra un passo di danza, la spinta di Giacobbe è molte forte ma l’angelo resiste tranquillamente.
L’altro soggetto è la cornice naturale: paesaggio naturale che nelle altre immagini di Giacobbe non c’è; natura estremamente ricca, la quota di paesaggio è più rilevante e determinante sul piano visivo rispetto al gruppo di Giacobbe che lotta.
In questi anni il paesaggio ha acquistato una sua autonomia di soggetto: può raccontare se stesso e diventa esso stesso contenuto e soggetto principale del quadro. Non è solo paesaggio schematico, è presente una forte gamma cromatica, crea effetti di colore uno diverso dall’altro.
Ci sono altri dettagli: in basso a destra c’è il corteo di Giacobbe e a terra ci sono le armi, il cappello e le vesti di Giacobbe.

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80
Q

BAGNO TURCO

A

1862-Ingres

Storia: Il quadro ha una commissione importante: la moglie di Napoleone III, quando lo vede, la moglie lo rispedisce al mittente perchè non le piace. Il quadro nasce quadrato, ora è tondo: questo passaggio avviene nel momento in cui la committente rispedisce il quadro e quando lo rivede nello studio lo fa diventare tondo. La cornice originale riporta le dimensioni originali del quadrato del quadro.

Descrizione: il pittore ci porta in uno spazio privato: il bagno turco femminile, luogo molto chiuso.
Questo fatto è sottolineato dalla libertà delle donne che si muovono senza sospetto che qualcuno dall’esterno le osservi. Sono in un ambiente profumato e leggermente umido, sono presenti le ancelle (donna bionda con l’altra alle spalle che la pettina), in primo piano è presente un tavolino prezioso con vasi di olio e profumi. L’ambiente è esotico, non è presente la malizia, egli dipinge i suoi nudi femminili, quelli che aveva svolto separatamente; sottolinea il piacere che possiede per la rotondità, per la linea curva; i modelli non sono quelli turchi.
Interessante il passaggio dal quadrato al tondo, è come se lo spettatore sbirciasse dal buco della serratura; fantasia maschile che proietta lo spettatore in una realtà diversa rispetto al clima di Parigi.

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81
Q

SAN PIETRO BATTEZZA I NEOFITI

A

1425-1426-Masaccio

Paesaggio tematico, lo sfondo è del tutto semplificato; prima immagine di “paesaggio” montuoso, schematizzato, primitivo. Paesaggio delle montagne primitivo, dove la natura non aveva nessuna importanza nella scena, nulla di particolare, non ha grande rilevanza.

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82
Q

CORTEO DEI MAGI

A

Il paesaggio occupa tutta la scena, non è “primordiale” come nel precedente, segue tutta la scena con decine di persone. Paesaggio più ricco, ma molto schematizzato, erano presenti delle norme su come rappresentarlo, l’indicazione principale era quella di schematizzare la natura in quanto non possiede un significato importante, di particolare spessore.

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83
Q

MONTE SINAI

A

1570- El Greco

Presente un monte con 3 cucuzzoli, un castello e le mura della città che la racchiudono. I 3 cucuzzoli sono schematizzati, nulla di significativo.

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84
Q

SAN GEROLAMO

A

Pinturicchio

Paesaggio più ricco, sottolinea lo stato d’animo del santo. Lascia lo studio e fa l’eremita.

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85
Q

LA GIOCONDA

A

1503-1505-Leonardo da Vinci

Famoso non solo per il sorriso enigmatico, ma per il paesaggio della valle dell’Arno: deriva da una serie di disegni ripresi, Leonardo era un artista/scienziato, serie di disegni iconici dell’acqua. Paesaggio famoso per la prospettiva e lo lo sfumato.
Il paesaggio acquisterà ruolo e forza nell’800; nel corso del 600 il paesaggio inizia a costituirsi come tema autonomo. Fino a Leonardo, riportava all’interno della sua pittura fenomeni naturali; come in questo caso la natura viene realizzata in maniera ampia, non vuol dire che il pittore osserva la natura e la riproduce, ma la natura viene “pettinata”, viene resa pittoresca, elemento che ha poco a che fare con la natura direttamente esperita, luogo che esiste nella fantasia del pittore, lo mette assieme e ci da un paesaggio idealizzato, non è realistico.

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86
Q

PAESAGGIO CON MATRIMONIO

A

1678-Lorrain

Storia: Lorrain aveva un rapporto importante con la natura, era uno dei pittori pilastro del tema del paesaggio. Egli non esclude di inserire dentro al paesaggio alcune scena.

Descrizione: scena del matrimonio ideale, richiama il matrimonio tra uomo e natura, esso si svolge all’interno della natura e non dentro un palazzo. Sono presenti numerose persone che suonano, ci sono personaggi seduti; matrimonio che celebra anche quello fra uomo e natura.

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87
Q

SCENA DI CACCIA NEL PAESAGGIO

A

1682-Lorrain

Natura intesa come elemento che riporta al classico, edificio in rovina, tempio e caccia.
Tempi che si deteriorano e che vengono divorati dalla natura stessa: le grandi opere dell’uomo periscono ma la natura resta.

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88
Q

LA FATTORIA DI VILLA FARNESE

A

1780-Valenciennes

I temi sono quelli italiani, la natura non è solo natura ma anche la geometrizzazione di edifici; in questo caso la fattoria dove la luce mette in risalto le pareti lisce. Essa corrisponde ad una geometrizzazione rigorosa delle case, delle stalle, degli elementi architettonici; spiccano 2 alberi in primo piano con prati. Paesaggio dove la presenza dell’uomo è molto forte attraverso gli edifici, per quanto geometrizzati, semplificati e quotidiani.

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89
Q

CONVENTO

A

1784-Valenciennes

Rapporto tra la massa del convento, la città di Roma alle spalle, la fioritura in primo piano e la luce in secondo, l’occhio in questo modo scivola fra l’albero, la costruzione e la città di Roma.
Paesaggio in cui è presente una forte antropizzazione della natura, dove l’uomo ha costruito la città e il monumento.

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90
Q

MONACO IN RIVA AL MARE

A

1810-Friedrich

Descrizione: che da una piccola visione di qualcuno che è in riva al mare, figura molto piccola (lillipuziana), essere molto piccolo in uno scenario immenso. L’immenso scenario è un ambiente vuoto, quadro vuoto con tre elementi: terra, acqua e cielo.
Scenario vuoto perché i segni dell’antropizzazione sono contenuti nella figura del monaco che osserva; l’uomo è risucchiato dalla figura umana presente che guarda lo spazio; non sono presenti le opere umane a distogliere l’attenzione, non è presente neanche la spiaggia, sono presenti strisce di colore che alludono ad un grande scenario tranquillo nel suo vuoto perché quel mondo non si confronta con la natura in quanto tale, ma con la manifestazione del divino.
Presente qualcosa di trascendente nell’immagine, non ci sono elementi di distrazione ma solo gli effetti del cielo e delle nuvole.
Attraverso il monaco, noi ci confrontiamo con l’immenso scenario del divino.

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91
Q

VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA

A

1818-Friedrich

Paesaggio precoce, uomo vestito in maniera elegante che col suo bastone da passeggio ha scalato una montagna ed è arrivato sul cucuzzolo e guarda verso l’orizzonte. Osserva il nulla, è salito sulla montagna per isolarsi dalla realtà umana; la nebbia occulta tutto ciò che è umano.
Non sta ascoltando la voce della natura data degli uccelli, dal vento, dalle foglie e dalla cascata: quello è ovattato silenzio.
C’è un confronto fra noi che veniamo risucchiati sul cucuzzolo, siamo dentro al montagna e ci confrontiamo col divino, elemento trascendentale che è il divino. Le opere dell’uomo sono riempite dalla luce, dal divino, natura occultata. Nella natura Friedrich vuole nascondere i segni dell’uomo, vuole mettersi in contatto diretto con dio.

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92
Q

TEMPESTA DI NEVE

A

1812-Turner

Pittore radicale, coinvolgente sul punto di vista pittorico. Non descrivere ma, esprimere, il passaggio dall’esterno all’interno. Disfa la natura, la smaterializza, la scioglie nel colore e nella materia; scioglie il racconto.
La tempesta è un’onda imponente che travolge tutto, anche l’esercito (esercito più potente del mondo); dov’è l’esercito di Annibale? Presente ma non è descritto, è alluso, si vede nell’espressione della natura. La natura è più potente di qualsiasi esercito, non è descritta in maniera seducente ma si esprime la forza della natura. Tema portante delle migliori opere di Turner (sublime=romanticismo).

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93
Q

LA VALOROSA

A

1839-Turner

Storia: La nave di Nelson, che ha sconfitto quelle di Napoleone, viene dismessa e trainata nei magazzini per essere disarmata.

Descrizione: la Valorosa è come se fosse un fantasma: bianca.
In primo piano spicca il rimorchiatore che traina la nave verso il cantiere.
Pura materia pittorica, è luce, cielo infiammato dal sole che si riflette sull’acqua. Materia che costituisce anche il soggetto stesso del quadro; il soggetto è la valorosa, ma il contenuto è anche il modo in cui è dipinto il resto del quadro.

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94
Q

OMBRE E TENEBRE

A

1843-Turner

Descrizione: la pittura è quasi astratta; è stesa con la spatola, col pennello, si costituisce in persona e si descrive con la pittura il tema, si esprime per ciò che è: ovvero pigmento.
Ombra d’onda che si riprende nella bufera di neve, al centro lo squarcio di luce che illumina zone e parti del quadro. L’occhio dell’esperto vede come la materia è distribuita sulla tela; libertà dell’espressione rispetto all’abilità della mano: si osserva nei tratti in cui il pigmento si raggruma.

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95
Q

LUCE E COLORE

A

1843-Turner

Scena di carattere religioso: al centro è presente la figura di Cristo che appare e intorno ci sono delle piccole faccine schematizzate, un coro d’angeli.
Ha senso il modo in cui Turner rappresenta la luce ed il colore, come l’immagine del divino appare sotto forma di luce: la sua apparizione è un boato di luce che coinvolge tutto il quadro.
Turner si avvicina a ciò che chiamiamo la “pittura astratta”

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96
Q

PIOGGIA VAPORE E VELOCITA’

A

1844-Turner

Assonanza come i titoli dei pittori futuristi: già il titolo parla di qualcosa al di fuori della storie mitologiche, legate al nord Africa, delle odalische, beni testamentari. Materia inafferrabile, la velocità cambia la nostra percezione stando fermi; diventa moderno, percepisce questo cambio di velocità.
Nel rappresentare questi elementi il pittore disfa il tutto, tutto si scompone, la velocità stessa diventa un elemento determinante, è la componente, il fattore che smaterializza la visione, la dissolve.
Presente una ciminiera e la locomotiva del treno, ma basta un tocco di pennello per definire la locomotrice, tutto all’interno di ciò che è inafferrabile.

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97
Q

PAESAGGIO MARINO CON NUVOLE BIANCHE

A

1824-1828-Constable

E’ presente una grande spatolata a definire la tempesta. Il paesaggio marino e una striscia di terra e mare a caratterizzare il paesaggio.
Acquista valore nel momento in cui si supera il concetto di bozzetto ed opera finita: nel momento in cui anche il bozzetto viene inteso come opera finita, anche il bozzetto assume il carattere di immagine finita.

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98
Q

STUDIO DI NUVOLE

A

1823-Constable

Opere che avevano una circolazione limitata, non era detto che circolassero: erano tenute nello studio e non venivano esposte.
Opere importanti per capire come il rapporto uomo-natura coinvolge sempre più i pittori, modo per rapportare la natura alla pittura, come il paesaggio diventa più un soggetto autonomo rispetto ai grandi soggetti accademici (storici, religiosi, ritratti e non il paesaggio).

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99
Q

WIVENHOE

A

1816-Constable

Descrizione: visione finita dove tutto è compiuto, le nuvole hanno il loro corpo, ci sono i cigni dentro al lago, le mucche e la staccionata. Siamo all’interno di una proprietà immobiliare ricca.
Rapporto uomo-natura perfetto, in perfetto equilibrio dove l’immagine è dipinta in maniera impeccabile. Diversa la natura di Constable (si definisce attraverso la materia, è riconoscibile, è evidentemente interessato agli effetti luminosi, natura osservata con occhio naturalistico: dall’esterno condiziona la nostra visione) da quella di Turner (si disfa, si materializza, condizionata alle esigenze dell’artista, al suo sentire non al suo percepire).

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100
Q

PONTE DI NARNI

A

1826-Corot

Si vede un ponte in rovina, distrutto, ed un fiume. Memoria di un ponte antico distrutto, al di là del tema è interessante il modo in cui il pittore dipinge la natura. Cespugli: si passa alla definizione precisa, si sente la luce che batte sugli alberi, differenzia il colore delle foglie per incidenza della luce. Si percepisce foglia per foglia, blocco per blocco, nel prato ci sono anche i fili d’erba, è un’illusione.
Avvicinandosi al quadro si vedono le pennellate. In questo quadro lui definisce i verdi, sono macchie di colori che si danno all’occhio dello spettatore, non ci ingannano, non si vedono le foglie ma si intuisce che sono dei cespugli, ci sono diverse tonalità determinate dalla luce che batte su quella zona. La pittura inizia a costituirsi autonomamente rispetto al disegno.

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101
Q

HUDSON RIVER SCHOOL

A

Finisce qui il paesaggio europeo, dall’Europa andiamo nel New England, negli USA.
Il paesaggio americano è tra i meno conosciuti in Europa. Due modi di parlare del paesaggio opposti, diversi temi e stili.
Quando si pensa alla cultura pittorica americana si pensa alla pop-art; la pittura americana viene considerata arretrata rispetto a quella europea.
La prima scuola di pittura americana è quella dell’ ”Hudson River School”, scuola di pittura che si sviluppa sulle rive dell’Hudson, il fiume è stato un’importante via di comunicazione fluviale perchè si arrivava anche ai laghi del nord. La cultura artistica, filosofica, letteraria si sviluppa a est, nel New England, stati che vengono definiti “la nuova Inghilterra”: stati che sono i primi ad essere colonizzati. I primi 13 stati che si sono costituiti come Stati Uniti hanno fatto una rivoluzione contro gli inglesi per rendersi autonomi 1776, una volta distaccati dalla corona inglese, gli americani si sono fatti un assetto politico democratico, economico e una cultura indipendente da quella europea: cultura autoctona.
Essi cedevano la natura incontaminata, selvaggia, era imponente; la natura viene considerata il vero grande patrimonio economico e artistico da contrapporre a quella moderna, elemento fondante della cultura americana autoctona e della loro iconografia.

Il punto di vista degli americani è simile a quello di Friedrich principalmente sul piano rialzato, sono presenti diverse visioni dall’alto.

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102
Q

LE BIANCHE SCOGLIERE

A

1818-Friedrich

Omaggio che il pittore fa alla moglie, rappresentata di rosso, e al matrimonio (è presente anche il cognato).
Il pittore guarda verso la valle; I 3 personaggi guardano lontano; la natura prende la forma di un cuore che crea la finestra verso il mare (alberi in 1° piano). Natura rappresentata in chiave romantica.

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103
Q

VIEW FROM FISHKILL LOOKING TO WEST POINT

A

1825-Wall

Pittore americano, siamo lungo l’Hudson, il corso d’acqua che offre una visone di altro genere.
La natura è protagonista, non è occultata e non è presente nessun richiamo al classicismo; l’unico richiamo all’uomo è il pastore con gli animali ed un contadino che sta lavorando nel campo.
Visione in cui la natura primeggia, si impone; essa è ricca, offre acqua, erba, fieno. Territorio ricco che si da a chi lavora.

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104
Q

KAATERSKILL FALLS

A

1826-Cole

Primo pittore a cui viene ascritta la paternità dell’Hudson. Egli era riconosciuto come il “pittore dei paesaggi”.
Non è presente un paesaggio particolare, il protagonista del quadro è la cascata dentro al bosco, dentro la natura; rende protagonista il suono dei boschi e dell’acqua.
Ha una visione storica: la storia si nutre del paesaggio, è presente un tentativo di fondare la tradizione: i pittori offrono quadri che non sfigurano la rappresentazione della natura/paesaggio.

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105
Q

SUNNY MORNINGS ON THE HUDSON

A

1827-Cole

Storia: Prima generazione dell’Hudson river school. La visione del paesaggio era un qualcosa di più, il punto di vista era ereditato dalla tradizione europea; esso aveva una posizione elevata, volta a significare il controllo del territorio (difesa), ed una visione divina (protezione).
Descrizione: In primo piano, l’occhio scivola dentro al panorama, arriva lontano, da spazio al territorio. Sono presenti 2 rami: uno secco e uno che germoglia e un altare antico indiano, simbolo di una cultura antica che sta morendo: vecchie credenze che lasciano il posto a quelle nuove, presente un richiamo religioso nella natività, ovvero vecchie religioni che appassiscono davanti a quelle nuove.

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106
Q

VIEW OF MONTE VIDEO

A

Cole

Grande paesaggio con due elementi in più:
- perla di civiltà, cultura posta nella casa bianca
- famiglia con una signorina che guarda il paesaggio seduta
Natura-cultura, uomo e natura: pittura avente una matrice di distruzione→ immigrati che distruggono la natura; contraddizione: l’immigrato si rifà una vita distruggendo la natura e disboscando, non vuole vive come un indiano.
I pittori cercano un equilibrio, l’armonia dentro al giardino, la natura ne mantiene l’identità. Il punto di vista è rialzato, è presente il controllo dello sguardo.

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107
Q

VISTA DAL MONTE

A

1836-Cole

Il paesaggio è diviso in due: da una parte è presente una persona sulla riva e dall’altra è presente una collina battuta dalla pioggia. Come si può notare c’è una zona di luce e una di ombra.
Questo quadro è minutamente descritto, si nota foglia per foglia (differenza rispetto a Turner).
Presente il pittore, è posto nella natura, osserva il paesaggio. Ha un significato preciso, la zona di luce corrisponde ad un prato coltivato; è presente la distinzione con un appezzamento, l’uomo è stato in grado di creare un pezzo di terra, corrisponde alla gioia dovuta da dio: reso possibile coltivare.
La parte in ombra corrisponde alla natura che non produce=tempesta
- natura benigna: produce, coltiva
- natura maligna: buio
Divisa in 2 parti: una in luce, in chiaro, è la parte coltivata, la parte attiva del paesaggio dove è arrivato il colo e ci sono i segni del lavoro dell’uomo; la parte in ombra simboleggia la parte non coltivate, colpita dalla tempesta.
Il pittore è immerso nella natura che osserva il paesaggio dall’alto come a fare intendere che ha dipinto la veduta “en plein de air”, anche se questa veduta l’ha dipinta nel suo studio.
Thomas Cole è il rappresentante più significativo, fissa lo schema per la rappresentazione del paesaggio visto dall’alto, le linee sono tre
- linea orizzontale: pianura
- linea diagonale: segna la collina
- linea verticale: alberi

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108
Q

VIEW ON THE CATSKILLS, EARLY AUTUMN

A

1837-Cole

Descrizione: dipinge ancora una veduta dove si ritrovano gli stessi elementi: natura imponente, ricca, attraente.
La rappresenta come natura benigna, priva di pericoli e di insidie. In questo paesaggio è presente una famiglia che fa colazione, giocano lungo la riva del lago.
Il tutto ambientato dentro alla natura imponente. Si intravede la casa che ospita la famiglia.
Il messaggio è che all’interno del paesaggio/natura è presente la possibilità di crearsi una vita ricca.

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109
Q

RIVER IN THE CATSKILLS

A

1843-Cole

Presente la solita veduta, questo insistere sugli stessi elementi e sulla stessa struttura sottolinea il messaggio come le pubblicità. Si riesce ad assimilare perché sono ripetitive/ossessive (pubblicità), i quadri dell’Hudson River School, ripetono gli stessi schemi e messaggi.
L’immagine è articolata sulla riva ed è presente un colono che ha lavorato la terra, ci sono dei rami a terra. Il colono guarda verso l’orizzonte, si vede qualche casa, è presente un ponte sul quale si vede il fumo di un locomotore del treno.
Il personaggio guarda verso l’orizzonte e intravede il suo futuro, immagina la sua casa, vede anche che è arrivata la macchina/tecnologia in questo Eden.

  • Arrivato il treno (1° rappresentazione della linea ferroviaria in USA). Treno=macchina nel giardino: macchina che convive con la natura, il prodotto tecnologico, la tecnologia, la cultura che convive in maniera armonica con la natura.
    Si vede che il treno, lo sbuffo del locomotore non disturba la visione. Immagine in cui viene proiettato nel futuro, uomo vedo il suo futuro positivo: la casa, la sua costruzione.
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110
Q

KINDRED SPIRITS

A

1849-Brown

Nel 1848 Cole muore e viene celebrato con un quadro di una suo collega dove Cole è accompagnato da un altro artista, un poeta legato all’Hudson river che anche lui nei suoi versi celebra la natura.
I due sono all’interno di un paesaggio che risulta essere la collazione di vari motivi dipinti da Cole ad altri motivi rappresentati dal pittore.
Cole indica al poeta la natura, la celebra, allo stesso poeta ed amico che celebrava la natura anche nei suoi versi.

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111
Q

LA CIVILTA’ CHE AVANZA

A

1853-Brown

Titolo eloquente: la civiltà avanza, progredisce, il cammino della civiltà.
Ci sono tante attività: zona di natura lasciata a se stessa: tronchi secchi e dall’altra una natura resa produttiva; sulla lingua di terra sono presenti i fumi delle officine/piccole fabbriche, le casette di legno, villaggio con il campanile della chiesa.
Le attività segnano la civiltà che avanza, sempre più terra acquisita e sottratta a quelli che non ne erano proprietari; gli americani si appropriano sempre più della terra, la comprano anche dagli indiani.

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112
Q

MONTE KTAANDN

A

1853-Church

Lo dipinge come un luogo selvaggio, non contaminato dall’uomo. Nel rappresentarlo ci dà una rappresentazione serena/tranquilla, il monte è posto sullo sfondo, la valle è ben coltivata, ed è presente il bestiame al pascolo, la casa, il monte, il carretto.
In basso è presente un ragazzo che osserva tutto ciò in maniera compiaciuta, osserva il frutto del suo lavoro: tutto ciò che possiede.
Posto all’ombra del monte, fa da sfondo il cielo: è un cielo al tramonto che illumina di rosso anche la natura. Visone rassicurante, non incute paura.

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113
Q

NIAGARA

A

1857-Church

Luogo turistico già da allora.
1. Il primo significato è quello del grande spettacolo naturale che attira centinaia di migliaia di turisti, spettacolo della forza della natura che può anche essere pericolosa.
2. Il secondo significato è la forza inarrestabile del nuovo popolo americano.

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114
Q

TWILIGHT IN THE WILDERNESS

A

1860-Church

Per gli americani significa vigilia della Guerra civile, infatti natura selvaggia senza presenza uomo, vediamo tanti alberi secchi, no campi coltivati, ne turisti, nessun tipo di osservatore. Corvo nero che inquieta e queste nuvole sono spettacolari, con il sole che cala che illumina la striscia centrale, ma questo giallo e rosso che incendia l’acqua e gli alberi sa un po’ di incendio e colori di una battaglia. Quello che si temeva in quell’anno, colori del sangue della guerra e di morte. È lo stato selvaggio della natura dove viene in qualche modo sottinteso il pericolo della guerra civile.

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115
Q

IL CUORE DELLE ANDE

A

1859-Church

Il ragionamento è simile a quello fatto con Delacroix quando si accoda per la spedizione in nord Africa.
Negli USA ci sono svariate spedizioni in sud america (Ande), ma anche negli stessi territori degli USA.
Church in queste spedizioni diventava una sorta di reporter: inviava al giornale delle illustrazioni del territorio, durante la spedizione tutti i disegni che svolge vengono pubblicati sui giornali coi quali collabora e poi servivano per tele enormi: tela fortemente spettacolare.
Quando torna, affitta uno studio ed espone il quadro in una mostra: inserisce il quadro dentro una cornice, sulla quale sopra dispone 3 ritratti dei 3 presidenti (Washington, Jefferson e quello in carica).
Quadro ricco di dettagli, egli aveva elaborato una brochure che serviva da guida: diversi tipi di piante e fiori, dava una leggenda dei particolari rappresentati nel quadro. Si poteva affittare un binocolo nel teatro per ingrandire e osservare i particolari. Immagine che era un’immagine a beneficio, aveva un carattere turistico, era un viaggio dentro un territorio poco conosciuto, erano i pochi andati nelle Ande.

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AUTUNNO SULLE RIVE DELL’HUDSON

A

Corpsey

Con la stessa impostazione e o stesso discorso di colori e paesaggi. Colori dell’autunno che vengono fatti esplosi. Estate indiana. La natura è ricca e ci dà la possibilità di crescere. Visione sempre molto ampia e ci pilota in qualche modo.

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117
Q

LA VALLE DE WYOMING

A

1865-Corpsey

Colori splendenti, qualità tecnica.
Pittori che avevano col paesaggio una grande familiarità visiva e anche nel momento in cui lo dipingevano; pittura accademica, chiara e non sperimentale.
Visione ampia: la natura ci pilota; presente un ponte che il pittore stesso ha studiato, grande opera ingegneristica da parte degli ingegneri americani. Egli pilota lo sguardo dell’osservatore, sono presenti due personaggi: uno di loro guarda verso il paesaggio e l’orizzonte.
Presente una sorta di accampamento, non è ancora un paese, villaggio di case fatte di tronchi grezzi, e c’è un ponte scandito nel tempo. Attraverso il ponte è presente una cittadina con case dipinte di bianco, meno grezze e più raffinate. Alle spalle è presente un grande viadotto col treno che passa sopra ai binari.
Il rapporto macchina-giardino/paesaggio è tranquillo, armonioso, il treno attraversa il paesaggio senza disturbarlo, è un elemento armonico; anche la grande costruzione che è un gioiello di civiltà, dal punto di vista tecnologico è pari al treno(viadotto che regge il treno).

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118
Q

THE LACKAWANNA VALLEY

A

1865-Innes

L’interesse della ferrovia era di vendere questi terreni in modo da attirare coloni per vendere i terreni. Viene rappresentato il deposito dei terreni. Questo quadro non piace al committente perché rispetto ai pittori precedenti, noi avevamo un immagine in cui la presenza della ferrovia e del viadotto è in armonia con il paesaggio, mentre in questo caso il quadro è problematico perché l’immagine non è così armonica. Il rapporto tra la ferrovia, costruzione della ferrovia e paesaggio non è armonia. Va bene la montagna, la cittadina sullo sfondo e la luce. Ma qui abbiamo a che fare con appezzamenti con un terreno disboscato e il terreno non è stato ancora seminato. Qui abbiamo i tronchi e le radici degli alberi disboscati che ricordano delle tombe, delle lapidi, sembra un cimitero e quindi c’è il lato di un disboscamento che non è stato occultato dalla semina e dal campo di grano. Quindi il treno, trasforma i terreni in cimiteri.

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119
Q

THE ROCKY MOUNTAINS LANDER’S PEAK

A

1863-Bierstadt

E’ di origine tedesca, fa come Church si accoda a duna spedizione, non scientifica ma verso ovest che sonda il terreno che verifica quale è il tracciato migliore per la costruzione della ferrovia. Quindi verso ovest non erano toccati dalla guerra civile. Catena imponente e spettacolare. La data è importante soprattutto per quello che succede in Francia al Saloon. Spettacolo grandioso, svolge tanti studi e disegni. Grande quadro che si trova al museo di Brooklyn dove viene oscurato nella sale e la luce sono delle lampade e mette anche in scena uno spettacolino. In basso ci sono degli indiani, mettendo in scena una danza attorno al quadro quando viene esposto nella stanza affittata apposta. Vuole dare il tono alle zone ad Ovest, sono degli indiani non ancora richiusi nelle riserve. (1861-1865 guerra civile). Immagine di natura spettacolare ma anche rassicurante perché le tribù sono serene e tranquille.

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120
Q

SUNSET IN THE YOSEMITE VALLEY

A

1868-Bierstadt

Il deserto all’inizio era un luogo repulsivo, pericoloso e quindi un ostacolo. L natura viene resa spettacolare dalla pittura e mai minacciosa. Le nuvole qua sono illuminate dal sole sullo sfondo che le incendia. Per la cultura cristiana protestante la luce è la luce del divino.

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121
Q

THE OREGON TRAIL

A

1869-Bierstadt

C’è una carovana che segue il sole come se fosse una bussola e qui abbiamo la visione di indiani che non sono minacciosi ma accompagnano il cammino di questa carovana. Qui abbiamo a che fare con dei quadri piacevoli sia dal punto di vista dell’immagine e tecnico formale, la qualità stessa della pittura, ma sono immagini estremamente semplici per lo spettatore analfabeta che da est voleva spostarsi verso ovest. È un viaggio tranquillo, c’è l’acqua e abbiamo il sole che ci guida ed è questo il messaggio fondamentale che vuole trasmettere.

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122
Q

DONNER LAKE FROM THE SUMMIT

A

1873-Bierstadt

Riporta ad un evento tragico, qua siamo dall’alto dove il nostro occhio scivola nel quadro. I pionieri per accorciare il loro viaggio, decidono di affrontare la montagna e quando sono impossibilitati a tornare indietro vengono investiti da una bufera di neve e muoiono quasi tutti, e l’unico sopravvissuto sia stato per il cannibalismi. Quello che vuole sottolineare il pittore è il passo domato dal treno perché nel 1873 la ferrovia transcontinentale è stata conclusa e quindi si può attraversare la montagna.

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123
Q

RUSHMORE

A

1927-Gutzon Borglunm

Formalizzazione di quanto è stato detto nella forma ciclopica. Luogo presente nel South Dakota, stato particolare: luogo sacro agli indiani.
Scolpita un’intera montagna nel luogo sacro degli indiani. La causa fra il governo federale e gli dai è andata avanti per decenni, luogo dove seppellivano i morti.
Luogo che attira milioni di turisti, non solo americani ma che provengono da tutto il mondo, luogo dove il turismo è presente. Questi 4 volti dei presidenti: Washington, Lincoln, Roosevelt e Jefferson, vengono scolpiti sulla cime del monte; con il loro sguardo di dominio che si impose sul territorio, funzione di dominio, non c’è immagine più eloquente a partire da Cole quando si parla dello sguardo sul territorio; sguardo di controllo. I volti non sono stati scolpiti a caso, ciascuno ha un significato in rapporto alla storia stessa degli USA e della costituzione del territorio degli USA.
- Washington: fondatore degli USA, ha fatto la rivoluzione la guerra contro gli inglese. Distacco con la corona inglese e firmò la costituzione.
- Jefferson: 1808 compra i territori francesi da Napoleone, i francesi controllavano un parte importante del territorio degli USA, da New Orleans ai confini col Canada (striscia=alle 13 stati che hanno formato il primo nucleo degli USA). Raddoppia il territorio degli USA.
- Lincoln: viene assassinato perché unisce il nord e il sud. Vincitore della guerra civile.
- Theodore Roosevelt: presidente in carica in quel momento, finanzia lo scultore.
Scultura iniziata nel 1927 e si è interrotta con la morte dello scultore. Intervento di “land art”, modifica il territorio; scultura che ha tratti di originalità notevoli, si è usata la dinamite.

Luigi del Bianco: capo cantiere, dirige i lavori. Qualcosa che va al di là della semplice scultura, le dimensione del monumento scultura ha richiesto tante persone ed è stato necessario usare tecniche inusuali(fare esplodere la montagna, scalpelli pneumatici). Usata come set cinematografica.

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124
Q

CAVALLO PAZZO

A

1948-Korczak Ziolkowski

Cavallo pazzo era un grande guerriero Sioux che ha sconfitto il generale Casper nel 1876, muore nel 1877. È una scultura ancora in corso, è enorme, vi è soltanto il volto. Controlla con il suo sguardo la sua sconfitta del suo popolo diverso dallo sguardo dei 4 presiedenti.

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125
Q

GUSTAVE COURBET

A

Opera negli stessi anni di Delacroix e Ingres. Delacroix campione romanticismo, Ingres a cavallo tra neoclassicismo di David e il romanticismo. Courbet viene identificato come il pittore del realismo. Quindi negli stessi anni convivevano tendenze diverse che indicano modalità pittoriche diverse e significati molto diversi attribuiti all’arte come mestiere e funzione di questa all’interno della società.

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126
Q

UOMO CON LA PIPA

A

1848-1849-Courbet

Autoritratto del pittore. Aspetto di un romantico di un bohème, si presenta come un anti classico davidiano: frequenta luoghi popolari: i capelli, lo sguardo e l’abito ci raccontano che è un personaggio del popolo.
Anche per lui l’arte non era fine a se stessa (diverso da Delacroix, evasiva, portare lo spettatore in una realtà altra), Courbet immerge i suoi temi e la sua pittura nella realtà. Data importante sul piano della filosofia politica e suoi piani politici, perché viene pubblicato il manifesto del partito comunista.

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127
Q

AUTORITRATTO CON CANE

A

1842-1844-Courbet

E’ curioso perché è seduto con la sua mantella, di campagna con il bastone da passeggio e un cane, qui abbiamo anche un accenno di paesaggio, di ambientazione. Lui viene dalla Francia, Ornans, si veste come un intellettuale di campagna.

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128
Q

GLI SPACCAPIETRE

A

1849-Courbet

Tema: il lavoro e i lavoratori (tema nuovo)

Storia: è andato perduto durante i bombardamenti a Dresda durante la seconda guerra mondiale.

Descrizione: immagine di due personaggi importanti sul piano del ruolo sociale, sono dei contadini che durante la stagione invernale si offrono come spacca pietre per la costruzione delle strade, sono rappresentati in abiti da lavoro, il soggetto non è tra i più attraenti. Cattivi perché fanno riferimento ai lavori forzati dei carcerati, ma non sono prigionieri questi. Figure di spalle e mostrano forza, e questi avrebbero potuto essere rivolti ai borghesi, contro il sistema, riferiti ai moti del 48.

Riflessione: la realtà. Quando si parla di REALISMO, si intende una rappresentazione critica della realtà, cioè si prende posizione nella realtà. In questo c’è la denuncia dei lavori forzati.
Siamo negli anni in cui esplode l’iconografia, cioè non c’è più un soggetto privilegiato, ma tutto può essere rappresentato. Tutti possono essere eroi della società, per quanto riguarda Courbet, il tema storico passa attraverso questi soggetti, ovvero quelli di cui la storia non parla.

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129
Q

SPIGOLATRICI

A

1857-Millet

E’ un’immagine del lavoro, che porta ricchezza ed è tutto sullo sfondo, ma il raccolto è del padrone dei campi e non dei contadini e viene rappresentato dal padrone a cavallo che dirige i lavori.
Ma in primo piano abbiamo la scena delle spigolatrici, ovvero rappresentano la povertà assoluta. Perché queste 3 signore vanno sul capo a raccogliere gli avanzi di grano che erano rimaste, dovevano avere il permesso del padrone perché se no venivi accusato di furto.

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130
Q

LAVORO

A

1859-1863-Maddox Brown

L’immagine si dilata, gli sterratori fanno parte della prima parte del quadro. Cerchio che fa da cornice.
Al centro c’è il lavoro manuale e ci sono gli sterratori urbani, stanno scavando nel terreno per impiantare i tubi del gas. Vengono rappresentati come eroi, non come vittime ma protagonisti della loro condizione, non sono pericolosi come quelli di Courbet, svolgono il loro lavoro in maniera perfetta.
In un altro cerchio vi sono i borghesi intellettuali, sono anche loro dei lavoratori che svolgono un lavoro intellettuali. Anche la piccola fiorista vende i suoi fiori. Dopodichè ci sono altre protagoniste che sono delle signore intellettuali.
E sullo sfondo il borghese intellettuale con il cilindro. Sullo sfondo a destra abbiamo anche una protesta contro un macellaio, inscenano una protesta per dei prezzi eccessivi per la carne.
In questo quadro il lavoro manuale è visto in maniera positiva che contribuisce al miglioramento della città e la qualità di vita dei cittadini.

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131
Q

LA FONDERIA

A

1872-1875-Menzel

Luoghi cambiati: non ci troviamo più all’interno delle chiese, si entra nelle nuove cattedrali: fonderie.
In questa fonderia si fondevano cannoni, armi; l’elemento importante di questo quadro è qui entriamo nella grandi fonderie in Germania, dove si fondevano cannoni, chiamati anche “i moderni ciclopi” che stanno fucina di vulcano.

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132
Q

FUNERALE AD ORNANS

A

1848-1849-Courbet

Non si sa chi è morto, non è il funerale di qualcuno di conosciuto. Tela che celebrare in un luogo anonimo la morte di un personaggio anonimo. È una macchia enorme di nero punteggiata da zone bianche e giusto un po’ di rosso ma sporco e non porpora e su un paesaggio che ha poco di attrattivo (già visto nell’autoritratto), paesaggio brullo, poco attraente. Macchia nera sono gli abiti neri, in lutto dei protagonisti, i quali occupano tutta la tela, è un fregio di persone e abbiamo questa idea del fregio che scorre parallelamente la tela come il paesaggio, le due coste. Da una parte a destra, abbiamo il coro di donne del popolo che piangono il morto, che non si sa chi sia, l’identità sconosciuta è una degli elementi qualificanti di quest’opera, spuntano le cuffie bianca dalla macchia nera dei loro abiti, al centro i notabili o il indaco con la moglie che piange, i borghesi con i cilindri, il cacciatore con il cane. A sinistra il corpo religioso. La struttura di questo quadro ha un’impostazione democratica, assegna a ciascun corpo 1/3 del quadro. I tratti delle persone non sono particolarmente caratterizzanti, tranne per i bambini che sono la nuova generazione, sono coloro che raccoglieranno i frutti. (Funerali di Patroclo di David, 1778 - funerali di Buondelmonti, 1860, che viene raccontato da Dante nel paradiso – benedizione del campo di grano, 1857 Breton).

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133
Q

BONJOUR MONSIEUR COURBET

A

1854-Courbet

Lungo questa strada di campagna sta passeggiando ed incontra il suo mercante, il suo protettore, colui con cui lavora. Più avanti costruisce il PADIGLIONE DEL REALISMO, che è una costruzione temporale in legno dove C. allestisce la sua prima mostra personale, a sue spese nel 1855 davanti alla seconda esposizione universale. La prima palazzo di cristallo a Londra e la seconda a Parigi dove si esaltava di più la connotazione artistica rispetto alla produzione industriale. È importante perché è antologica e dovevi pagare un franco per accedere.

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134
Q

MAZZO DI FIORI

A

1855-Courbet

Data importante per l’esposizione universale.
Il realismo di C. tocca anche i fiori. Normalmente i fiori erano importanti e preziosi come rose e tulipani, non fiori di campo. Questi sono fiori del quotidiano, all’interno di un’ambiente non particolarmente caratterizzato e fiori non anonimi, ma non preziosi che normalmente venivano associati all’amore, cari e preziosi. C. ama la materia pittorica, con spatolate che ci danno l’idea della massa. I bianchi, i gialli e i verdi, ma si nota il pigmento.

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135
Q

L’ATERLIER DELL’ARTISTA

A

1854-1855-Courbet

Il titolo è un’abbreviazione di tutti coloro che si occupano in chiave manualistica di questo quadro. Un saggio invece si farebbe riferimento al titolo originale “allegoria reale di 7 anni della mia vita di artista”, è un titolo complesso. Ha avuto una lunga gestazione e si conclude con il padiglione del realismo. Il titolo faceva riferimento anche al padiglione della mostra. 48-49 quadro del funerale di Ornans e 54-55 questo. Significa che questo quadro vuole essere la sintesi della sua pittura. Hanno una valenza didattica (come David), C. aveva una valenza politica, a sinistra per la rivoluzione, per i cambiamenti, antimonarchico. La pittura che svolge doveva avere una forte valenza comunicativa didattica, per questo i bambini, ma anche per occhi meno giovani come il popolo, che non frequenta le mostre d’arte e il Saloon. Si rivolge anche agli analfabeti e quindi le sue immagini devono essere immediatamente percepibili e leggibili. Si trova al MUSEO D’ORSEY. Vi è rappresentato lui seduto al centro, figura allegorica, nudo di donna, si trova nel suo atelier, gremito di persone. C’è sempre la figura del bambino che dialoga con lui. Dietro il quadro sembra il Cristo abbandonato a se stesso. C’è una polarità, un destra e una sinistra e c. al centro, abbiamo una sorta di tripartizione. Primo personaggio sulla destra c’è Baudelaire, che deriva ad un ritratto che aveva già ritratto e ha messo dentro. Sono rappresentati i suoi temi: il paesaggio, l’autoritratto, il ritratto di gruppo, il nudo e il dipinto dentro il dipinto. Vi è rappresentato Napoleone III nelle vesti del cacciatore.
Al centro c’è C. che sta dipingendo un paesaggi seguito in maniera molto attenta dal bambino, dipinge un paesaggio e coglie il ruolo di creatore e coinvolgimento e comunicazione, è in azione, quindi professionalmente ma nel momento in cui svolge questa. Alle spalle abbiamo la nuda verità, a sinistra abbiamo Baudelaire, che non è minimamente interessato a quello che Courbet stava dipingendo. A Baudelaire piacevano i viaggi, il suo pittore di riferimento era Delacroix, mentre Courbet era realista. Dopo abbiamo una coppia borghese che osserva il pittore al lavoro, è importante perché è chiaramente di intenditori, con un richiamo ad uno degli amori di Courbet pittorico, da un lato Velasquez e dall’altro Goya, perché la donna ha un richiamo che rimanda alla spagna. Atro personaggio seduto: Scahenfueri ed è colui che ha scritto un saggio intitolato “realismo” che sosteneva la pittura di Courbet. A rompere questa catena c’è una coppia che sfugge al mondo borghese, sono una coppia di giovani che stanno amoreggiando, non vedono per nulla Courbet dopo di questi abbiamo un gruppo di persone di cui ne fa parte il suo sostenitore mercante (visto in Bonjour monsieur Courbet) e anche imprenditore che aderisce alla pittura di Courbet poi tutti intellettuali, un sociologo e altri personaggi legati al mondo della cultura. Statua abbandonata insieme al teschio con il richiamo ai significati allegorici legati alla morte. Sulla sinistra sfugge ma abbiamo una donna con in braccio un bambino è in generale associata alla miseria che riporta il quadro al 48, cioè alla crisi delle patate in Irlanda. Andando avanti non si riesce a caratterizzare le varie persone, sullo sfondo ci sono dei signori con il cappello che rimandano a professioni operaie. Poi c’è un borghese mercate caratterizzato dal cappello a cilindro che sta trattando qualcosa con un altro mercante che ha in mano una stoffa e ad osservare questa trattativa ci sono due personaggi che sembrano indiani. Poi abbiamo un gruppo di queste persone di cui il più riconoscibile è quello con la barba che è Garibaldi che richiama alla rivoluzione del 48, amico di Courbet, e gli altri due personaggio sono protagonisti delle rivoluzione europea a scendere Napoleone terzo in veste di cacciatore con il cane e poi un rabbino e un prete cattolico e un altro personaggio che sfugge con un cappello curioso. Abbiamo quindi una tripartizione ma la domanda è cosa ci fanno tutti questi personaggi all’interno del suo atelier di cui solo pochi sono interessati a quello che sta facendo Courbet con un bambino che per terra si mette a disegnare e fa da eco a Courbet stimolato.
Cosa ci fanno tutte queste persone in presenza che sono disinteressate al lavoro di Courbet? Voleva rappresentare tutto il corpo sociale nel suo atelier. Il suo gesto, cioè quello del pittore che dipingendo mette in moto il copro sociale, o meglio è al servizio del corpo sociale. Quindi il lavoro del pittore deve farsi portatore di tutte le istanze del copro sociale da quelle dell’ordine poetico sino alla povertà, come quelle di ordine rivoluzionario o religioso. Il lavoro del pittore dev’essere connesso alle istanze del tempo. Si rivolge al futuro, perché sono disposti in un semicerchio rivolto allo spettatore.

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136
Q

LA QUERCIA DI FLAGEY

A

1864-Courbet

Tema albero perché voleva compiere un atto profondamente realista. La sua forza, la chioma e la pittura con le varie sfumature a colpi di pennello sottolineando il gusto per la pittura, del gesto. Quindi la quercia nella sua forza.

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137
Q

IL SONNO

A

1866-Courbet

Ci riporta ai nudi di Ingres, erano soggetti che avevano un mercato abbastanza importante, richiesti. In questo periodo molti pittori ma soprattutto accademici, post Davidiani, che rispondo al termine di neoclassico in senso dispregiativo, cioè che insegnavano all’École des Beaux-Arts e che costituivano le giurie dei Saloon. Questo perché avevano successo, perché in Francia non erano vietati. Nudo particolare perché doppio nudo che potrebbe essere inteso come un rapporto saffico, tant’è che il soggetto non è originale (Pelagio Palagi lo aveva già svolto nel 1808-09 come David in Saffo e Faone). Courbet si riferisce alla poesia saffica in questo quadro, è sempre molto critico quindi dobbiamo guardare la carne che risalta in tutte le sue sfumature, non c’è la piattezza che avviamo riscontrato a Ornans. Il sonno di due amiche che si abbracciano. Saffo iniziava i giovani all’amore, e le ragazze lo sanno rimandano suggestionate e ci dice che sono ragazze colte perché hanno letto Saffo quindi non sono le ragazze del popolo, sono quindi donne borghesi. L’ambiente è anche connotato come alto borghese, è una cultura raffinata come la mensola in marmo, il vaso di fiore 700centesco come si nota dalla decorazione. E su questa diagonale arriviamo al comodino in primo piano con i cristalli e le perle abbandonate sul letto. Il bianco del letto a contrasto con i rosa dei corpi. È fortemente legato ad un gusto alto e cultura poetica e saffica con un omaggio alla bellezza femminile nuda nella sua massima esaltazione e rappresentazione.

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138
Q

DONNA CON IL PAPPAGALLO

A

1867-Courbet

Storia: Quadro celebrato dai pittori accademici, pittori ai quali si opponeva Courbet.

Descrizione: Astrazione del nudo, pelle levigata, sorride, gioca col pappagallo, sicura della propria bellezza: non ha vergogna del proprio nudo anche se non dialoga con lo spettatore.
Le realtà del tempo è meno evidente.

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139
Q

ORIGINE DEL MONDO

A

1866-Courbet

Storia: Quadro diventato famoso quando il proprietario l’ha ceduto allo stato francese in cambio di pagare le tasse di successione.
È un quadro molto piccolo rispetto ai quadri di Courbet, il committente primo di questo quadro è Khalil Bey, turco trasferito in Francia per seguire il padiglione turco, ricco amante dei nudi femminili. Tant’è che aveva una collezione ricchissima di quel genere. Dipinto particolare perché oggi noi lo vediamo in un modo ma bisogna ricordarsi come ragionavano ai quei tempi. Infatti lo teneva nascosto dietro una tenda (come la Maya desnuda di Goya).

Descrizione: Il titolo ci dice che tutti quanti abbiamo la stessa origine e il mondo deriva da un atto.
Il punto è che questo quadro offre un’immagine ginecologica della donna, non è erotica. Forse Courbet risponde ad una provocazione di Khalil, non si sanno i rapporti tra i due, ma ci dà un frammento di corpo.
Lo spettatore del 1866 che apprezzava i corpi nudi rappresentati dai pittori accademici si trova sconcertato davanti a questo. Qui abbiamo una donna senza testa, braccia e gambe. Abbiamo una zoomata volgare, un’immagine che tende ad essere realistica, non erotica e diventa un ingrandimento anatomico di una parte, un frammento di corpo femminile, quindi non suscita nessun tipo di pensiero.

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140
Q

ONDA

A

1870-Courbet

Non ha forma l’acqua. L’arte ha la forma dell’acqua nessuna forma e tutte le forme. Questo quadro ci offre il piacere della pittura, il paesaggio, le nuove cariche d’acqua e il mare che è agitato e nel dipingere questo rileva il gusto della materia. E di queste onde ne fa decine e decine. Materia informe che affascina Courbet. C’era il gusto della materia nel rappresentare ciò che non ha forma.

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141
Q

SALONE DEI RIFIUTATI

A

Nel 1855 organizza la sua mostra personale, interessante perché indica una possibilità altra di esporre, non solo al Salon, ma i pittori si possono organizzare fuori dal circuito ufficiale (mostre del Salon). Nel 1863,anno particolare, al salon ufficiale della massa dei pittori che presentano i loro quadri alla giuria formata dai pittori accademici,⅘ dei quadri vengono rifiutati, la giuria ha fatto scelte drastiche. Si rivolgono a Napoleone III, da la possibilità d’essere in un luogo diverso: Contro Salon, Salon dei rifiutati; scelta appropriata e carica di conseguenze: nell’idea di Napoleone III, il pubblico avrebbe potuto andare al Salon ufficiale e confortare le opere con quelle dei rifiutati, farsi un’idea del perché erano stati rifiutati.

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142
Q

PORTO DI HONFLEUR

A

1863-Jongkind

Pittore olandese, quadro con immagini di marina che richiama la poetica dell’impressionismo anche se in pre-espressionista (1874).

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143
Q

SYMPHONY IN WHITE NO 1

A

1862-Whistler

La modella di Courbet, il titolo sottolinea il colore del quadro, la sinfonia del quadro. È molto secco dal punto di vista pittorico, non è la sinfonia del bianco di un pittore che offre molti chiari scuri (diverso da David).

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144
Q

COLAZIONE SULL’ERBA

A

1863-Manet

Storia: È un quadro rivoluzionario, grazie anche a Napoleone III, ha sollevato una polemica inaudita. C’è proprio una contrapposizione, la colazione, la ragazza nuda, dettaglio di pittura che ha studiato di Delacroix, c’è un richiamo a quell’immagine con un tema diverso.
Manet non è un pittore che vuole esporre con gli impressionisti: vuole avere un riconoscimento ufficiale, al Saloon. Gli verrà data una medaglia al termine della sua vita. È rivoluzionario sul piano della forma e sul piano pittorico.

Descrizione: Gli spettatori dell’epoca vedono un quadro mal organizzato, perché la prospettiva non regge, in primo piano la natura morta, i personaggi staccati e appiccicati nel paesaggio, quindi non c’è illusione prospettica ma vi è una sensazione di disagio tra le figure e l’impianto naturale era rappresentato in secondo piano e la signorina dietro sembra scivolare davanti. Vi sono forti contrasti tra chiaro e scuro, il piede nudo della ragazza a confronto dei vestiti neri degli uomini. Il nudo della donna.

Tema: è contemporaneo: la colazione sull’erba e lo scandalo è dato dalla nudità della donna e dal suo vestito lasciato così. Se anche gli uomini fossero nudi darebbero meno scandalo.

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145
Q

OLYMPIA

A

1863-Manet

Storia: stessa modella; non espone al Salon dei rifiutati, espone al Salon ufficiale del 1865.
Altro scandalo perché il ragionamento è uguale a quello della colazione sull’erba. Quindi il gioco delle divinità, colazione aristocratica e poi finisce nel calarlo nella realtà del 1863. Olympia è un titolo quasi provocatorio, sa di divino ma non c’è niente di mitologico nell’immagine ma un’immagine fortemente provocatoria.

Descrizione: Presente un paravento che fa da linea centrale che divide in due il quadro (ripresa di Tiziano).
Il suo viso non rivela alcuna emozione e lo sguardo acuto è puntato in avanti. La protagonista indossa solamente alcuni gioielli, orecchini di perla e un bracciale. Intorno al collo poi è annodato un laccetto nero e sottile.
Il braccio sinistro è piegato e sostiene il busto, invece la mano destra copre il pube della ragazza.
L’elemento che suscita più scandalo sono le ciabatte, non è una scarpa preziosa di raso con diamanti, si vede la suola e il tacco: sono usate e l’ombra sul tallone sembra che alluda al tallone sporco; non c’è nulla di ideale, ci sono troppi dati volgari di realtà.
La ragazza risulta essere volgare: una prostituta.
Domestica le porge dei fiori, e l’ambiente è indeterminato, non si sa se è un ambiente pulito.
Poi c’è un gatto nero con la coda alzata: è il contrario del cane (simbolo di fedeltà).
A sottolineare la provocazione è la pittura: non rispetta le norme accademiche, la pennellata è secca non stesa in maniera corretta.

146
Q

VENERE DI URBINO

A

1538-Tiziano

Storia: questo non era un quadro pubblico, non era stato esposto come Olympia quindi non ci fu scandalo.

Descrizione: Con il cane simbolo di fedeltà e la pianta di mirto, il quadro fa riferimento al fatto che è un quadro matrimoniale di un marito che omaggia la moglie. Le due donne sul fondo della stanza stanno guardando nel cassone matrimoniale.
Famiglia ricca: arazzi che pendono dalle pareti, siamo all’interno di una casa aristocratica.

147
Q

LA NASCITA DI VENERE

A

1863-Cabanel
1863-Baudry
1862-Duval

Questi quadri sono decisamente più sensuali pur essendoci esposta molta “carne” femminile. La stesura del colore e i passaggi di chiaro scuro e l’offerta stessa dei copri agli occhi dello spettatore.

148
Q

CATHERINE LORILLARD WOLFE

A

1876-Cabanel

Descrizione: Aristocratica, sguardo fisso in quello dello spettatore. Abito: pittura di Ingres, supera il pittore nella caratterizzazione del soggetto, abito che fa parte della pittura puritana, non è presente lo sfoggio della ricchezza; no anelli, orecchini.
Tocco di sensualità: scollo, concessione all’occhio dello spettatore, regge bene la nostra protagonista con lo sguardo deciso. La qualità della pittura è alta, i modi di dipingere di Courbet e Manet.

149
Q

MADAME EDOUARD HERVE

A

1884-Cabanel

Il tutto è audace perché è una modella francese; mostra spalle e scollo. Non insiste negli accessori, diverso l’abito e il modo di rappresentare i passaggi e panneggi rispetti al bianco del lenzuolo e cuscini di Manet.
Pezzo di pittura perfetto, mazzolino di fiori al centro che è il fuoco dell’immagine; lei sembra accennare un sorriso, significa sicurezza di se e della sua bellezza.

150
Q

NASCITA DI VENERE DI BOUGUEREAU

A

1884-Bouguereau

Storia: Grande amico di Cabanel, artista bravo nel disegno e stesura pittorica, ha successo enorme in USA; ha avuto successo al di fuori della Francia. I pittori operavano nei loro grandi studi, avevano una clientela internazionale, per questo sono molto conosciuti in USA; i quadri sono finiti e donati a musei.

Descrizione: Rappresenta una Venere, bellissima ragazza sulla conchiglia, non venere che nasce dalla spuma dell’acqua sdraiata, ma venere che portata sulla spiaggia sulla conchiglia: ispirato da “la Venere” di Botticelli.
In secondo piano è presente la corona degli angeli che annuncia al mondo al dea della bellezza guardata da altre figure

151
Q

IL RITORNO DELLA PRIMAVERA

A

1886-Bouguereau

Quadro squisito dal punto di vista della fattura, che ovviamente interessa gli americani: nudità del quadro incuriosiva il pubblico maschile.
Il quadro fu preso a seggiolate da una donna che vedeva nel quadro quello che i critici vedevano nell’Olympia: rappresentazione volgare della donna/concezione della donna oggetto.
Negli anni 70 del 900, un uomo ha preso a coltellate il quadro, è stato restaurato 2 volte :quadri letti in chiave erotica e sensuale.

Descrizione: la donna è l’allegoria della primavera, margherite fiorite, quadro che fa riferimento alla natura con la personificazione della primavera, acquistato da una società americana, poi furono affittate delle stanze per esporlo. Delicatezza della pittura.

152
Q

IMPRESSIONISTI

A

Pittori delle giurie rifiutano i quadri di Manet e quelli dei giovani che si costituiranno come gruppo autonomo di pittori/scultori che espone nello studio di un fotografo: un critico li definirà impressionisti

153
Q

DONNE IN GIARIDNO

A

1866-Monet

Storia: Riesce a far colare il suo pensiero sulla tela, c’è un rapporto occhio-mano molto importante. Prima della mostra degli impressionisti espone questo quadro al Saloon. La esegue en plein air, scava una buca in modo da far scorrere la tela a livello del suo occhio, perché era troppo grande.

Descrizione: L’abito di queste donne tende al bianco che risalta anche se poi le decorazioni erano diverse. A richiamare la natura sono ni mazzi di fiori tenuti dalle donne, i quattro punti di vista ci vengono dati dalle donne, non c’è nessuna storia o il racconto ma c’è la luce che funge dal racconto che penetra in questo giardino rivelandoci le 4 figure femminile e l’abito risalta per il grande raggio di sole che attraversa l’immagine di traverso e c’è la natura che ci offre di una grande quantità di sfumature per l’incidenza della luce sulle foglie degli alberi e suoi fiori.

154
Q

IMPRESSIONE, LEVAR DEL SOLE

A

1872-Monet

Storia: il quadro che ha segnato la storia dell’arte e la qualifica di Monet e dei suoi amici che espongono in un luogo privato fuori dal Saloon, con la mostra degli impressionisti. Iniziamo ad avere le esposizioni fuori dal Saloon ufficiale. Gli impressionisti espongono da Nadal, e quello che impressiona e ispira di più è questo. Davanti al quadro di Monet, il critico Leroy fa la danza dell’impressionismo, che lo assumono per sfida. Decidono che il termine gli va bene. Il critico si dimostra acuto perché coglie la sostanza di questo quadro e il senso e il tipo di pittura messo di fronte allo spettatore, che è il racconto di un’impressione della realtà e non la rappresentazione di una realtà, colta in maniera assolutamente veloce ed istantanea, un mattino guardando dalla finestra il porto di Le Havre.

Descrizione: Gli elementi atmosferici sono gli elementi qualificanti dell’opera, come nei quadri di Turner, si sentono i suoi presupposti, nel rappresentare e caratterizzare l’immagine attraverso i dati atmosferici come aria luce e acqua. Qua abbiamo i vapori sollevati dal sole che si leva scaldando l’acqua e dalla nebbia mattina del porto. Qua vediamo anche l’addensarsi del colore dove intravediamo le infrastrutture del porto. La materia consistente si ha nel colore dei raggi del sole che si riflettono sull’acqua. Questa è una semplice e pura impressione, che è questione di un attimo, uguale alla stesura della pittura.

155
Q

L’IMPERATRICE EUGENIA SULLA SPIAGGIA DI TROUVILLE

A

1863-Boudin

Storia: i luoghi degli impressionisti non è solo Parigi, dove dipingono ed espongono, ma sono anche il nord della Francia da un lato dalla Normandia e da un lato la Betania.

Descrizione: L’atmosfera è caratterizzata dalla luce e dal vento. In questo luogo andavano a passare le vacanze le persone famose e ricche. In questo caso viene rappresentata l’imperatrice eugenia con i parasole. Ci dà l’idea di arioso. Sono puri e abilissimi tocchi di colore che connotano la protagonista con tutto il suo seguito, più gli uomini seduti sulle panchine, i lampioni altri gruppi di persone sulla spiaggia a respirare l’aria del mare. Quindi è proprio una scena vacanziera.

156
Q

LA GRENOUILLERE

A

1869-Monet

Luogo frequentato da Parigini. Il luogo parla di sé stesso non ha valori simbolici particolari. Scena di quotidianità rilassata di svago. Ma quello che salta all’occhio è la diversità della pittura dei pittori accademici, secondo loro andavano contro ogni logica della buona pittura e del buon disegno, perché qua abbiamo delle macchie di pittura che alludono agli oggetti, alle persone, senza essere disegnate. Le pennellate definiscono le siluette dei personaggi senza darci nessuna caratterizzazione. Quindi più che il dettaglio è importante l’impressione. Una pennellata fissa un riflesso, un abito, un albero con un tocco di verde.

157
Q

MONET CHE DIPINGE SULLA SUA BARCA

A

1874-Manet

Manet non espone con gli impressionisti, dipinse Monet che dipinge sul suo battello studio in presenza della moglie. Il quadro di Manet è diverso da Olympia e colazione sull’erba; non è un quadro riuscito alla perfezione, a Manet la pittura en plein de air non piace. Manet è accostabile agli impressionisti, l’idea di rappresentare tutto ciò che fa parte del mondo contemporaneo, rappresentare episodio di vita temporaneo come un’istantanea fotografica; i suoi modi e riferimenti non sono quelli degli impressionisti, quadro utile che fa capire quanto è importante per Monet dipingere all’aria aperta, rappresenta sul motivo il motivo che osserva è un elemento fondamentale. Una delle opere che rappresenta il pittore che dipinge en plein de air.

158
Q

PAGLIAI

A

1891-Monet

Lo fa osservando ciò che ha interno, la sua casa che comprerà e che costituirà il luogo dove lavora negli ultimi 35 anni della sua vita e dove dipingerà la serie delle ninfee. I pagliai sono una serie breve, pochi quadri rappresentati in diverse condizioni atmosferiche luminose. I soggetti di Monet sono dei puri pretesti, i soggetti in Degas hanno un significato diverso, ci sono elementi comuni con la poetica di Monet, hanno un chiaro significato.
Per Monet il pagliaio non ha nessun motivo particolare, non vuole alludere alla ricchezza del foraggio, del raccolto/fieno, gli interessava cogliere l’attimo atmosferico luminoso caratterizzata da una luce solare in un paesaggio innevato. La luce che viene riflessa anche dalla neve, neve come elemento che riflette la luce, momento atmosferico luminoso che caratterizza la giornata nel mondo in cui egli dipinge il pagliaio.

159
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PIOPPI

A

1991-Monet

La stessa cosa avviene per i pioppi, diverse le condizioni atmosferiche e stagione, Rappresentare la realtà delle sua caratteristiche e specifiche condizioni atmosferico luminose e stagionali data dalle ore del giorno. Cambiano i colori, quando lui dipinge fonda la sua rappresentazione su questi elementi.

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Q

TEMA DELLA STAZIONE E DELLA CATTEDRALE

A

Torna utile la conoscenza dei temi di Turner, con l’idea DELLA STAZIONE con la cultura e della modernità. Sostituisce le chiese, che sono i luoghi del culto religioso. Gli intessa perché è luogo della modernità ma anche perché gli effetti della luce e dell’atmosfera gli interessa. La luce del cielo si impasta con il vapore dei locomotori, la luce dall’alto che si condensa con i vapori. La luce che dà forma e raddoppia con il lucernario, la siluette delle persone e capiamo che la stazione è un puro pretesto per rappresentare la luce, l’atmosfera e i colori. Altro tema è stata LA CATTEDRALE, rappresentandoci la facciata in diversi momenti del giorno, e gli piaceva il fatto che fosse una cattedrale gotica con pareti frastagliate che venendo colpite dalla luce frangono la luce creando giochi di riflessi, di puntini, di tocchi continui della luce franta nel momento in cui tocca, rileva la facciata. È quello il soggetto, cioè la cattedrale la cattedrale in piena luce alle ore e in stagione.

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Q

NINFEE

A

Ha lavorato alle ninfee per 30 anni da quando costruisce il suo soggetto, cioè da quando compra una proprietà a 80 km da Parigi. È lui che scava il laghetto delle ninfee e che costruisce il giardino. L’inquadratura cambia all’interno dei vari quadri, in alcuni dipinge il laghetto, le ninfee, il ponte, è ampio il ventaglio dell’inquadratura. Come va avanti comincia ad avvicinarsi, zooma, restringendo il suo campo dipingendo parti sempre più dettagliate come solo l’acqua e i fiori. Rimane determinante la luce, lo dipinge en plein air, sempre osservando questo gioco di luce. Diventa quasi un quadro astratto, se non ci fosse il titolo faremmo fatica ad identificare il soggetto.

162
Q

CATTEDRALE GOTICA DI ROUEN

A

1894-Monet

Stessa cattedrale, cambia di poco il punto di vista: affitta una stanza per rimanere sul luogo.
Rappresenta la facciata, insiste tanto perchè la cattedrale dal punto di vista architettonico gli piaceva, aveva le caratteristiche di una cattedrale gotica, non aveva le pareti lisce, ma frastagliate che venendo colpite dalla luce creano effetti di riflessi. Il soggetto è la cattedrale in piena luce, ore e stagione.
Il significato è la rivelazione della facciata in determinate condizioni atmosferico-luminose, la materia pittorica non è più liquida, il quadro non è appena bagnato dal colore; è presente uno spessore enorme di materia pittorica, presente un dito di colore. Metodo di colore, non è quello di dipingere una tela, durante le giornate Monet descrive l’aneddoto.

163
Q

AUTORITRATTO DEGAS

A

1854-1855

Si presenta coma un borghese elegante con un cilindro, ben vestito col papillon. Era borghese con origini aristocratiche; il padre era un banchiere e madre imprenditrice di cotone. Era nato ricco con origini nobili, si presenta come un borghese elegante senza connettersi sul piano professionale.

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LA FAMIGLIA BELLELLI

A

1858–1860-Degas

Storia: In Italia soggiorna a Firenze e dipinge la famiglia Bellelli nello spirito di una quotidianità della famiglia in tono aulico e celebrativo. Quadro non impressionista e complesso nella sua impostazione.

Tema: Al di là dei soggetti importanti che rimandano ad un tema forte che raccogli e copre diverse tematiche, è presente un altro tema: l’impaginazione, la struttura delle immagini è complessa: gioco di geometrie e riflessi.
Uno dei temi fondamentali è la composizione. Questa composizione rimanda ad un’immobilità visiva che non è solo lo sguardo dei personaggi, ma nel gioco dei riflessi, siamo all’interno ma allo stesso tempo si vede una parte fuori campo ed altri due brani di pittura.

Descrizione: signora con due figlie e il padre, gioco di sguardi fra interno ed esterno. Una bambina guarda lo spettatore, l’altra il padre, e il padre guarda la madre, lo sguardo di lei esce dal quadro.
Al centro è presente un quadro con una scena, specchio che fa vedere parte dell’altra stanza e brano di un altro quadro; gioco di geometrie fra il camino, le cornici e l’orologio.
Presenza di uno spaccato della finestra o porta, suggerisce un altro ambiente e luogo.

165
Q

CARROZZA ALLE CORSE DEI CAVALLI

A

1872-Degas

Storia: Degas espone il piccolo quadro, piccola scena, la dimensione è piccola. Importante la scena e la composizione. I protagonisti sono i coniugi Valpisson.
Degas è un pittore alla Ingres senza le deformazioni: pittore della contemporaneità con una pittura non nuova come quella di Monet, non usa la scrittura abbreviata, fonda la sua pittura sulla linea e sulla stesura del colore.

Tema: Piccola tavola, tema delle corse, legato alla contemporaneità, accentuata la struttura e impaginazione.

Descrizione: Soggetto di carattere mondano: famiglia borghese, uno dei temi più ricorrenti: cavalli e corse dei cavalli; spaccato di vita moderna e contemporanea.
Taglio a destra col muso del cavallo e il secondo cavallo è una macchia nera.
In basso vengono tagliate le ruote della carrozza e le gambe dei cavalli. Sono presenti diverse diagonali che si incontrano sulla diagonale che porta verso l’interno della scena, dove sono presenti altri gruppi di cavalieri. Presenti i cavalli in corsa, scavalcando il campo di corsa ci sono le stalle; la linea dell’orizzonte è un cielo appena abbozzato, senza nessuna insistenza nel modellare le nuvole. Nei suoi quadri nulla è casuale.
Le ombre sono caratterizzate: si sente che c’è uno studio dell’atmosfera ma non è determinante come nella pittura di Monet. Importante è il soggetto e l’impaginazione: restituisce diverse pose che denotano una grande attenzione al soggetto.

166
Q

ORCHESTRA DELL’OPERA

A

1870-Degas

Quadro diviso in due parti:
1. La prima parte è il luogo dell’orchestra, i ritratti dei musicisti conosciuti da Degas che hanno posato per lui, sono ben definiti e caratterizzati, sono realisticamente definiti come il suonatore di oboe, il cui movimento delle dita come è ben fissato e caratterizzato a determinare la nota; archetti e pezzi di strumenti.

  1. La parte alta colpisce: la parte delle ballerine acefale, esplosione di luci e colori; spruzzi di colore (verde e azzurro) che risultano il quadro, la parte più attiva, l’occhio scivola in quella zona; non ci mostrano volti, si ha un movimento di gambe.
    Parte più interessante del quadro, impressione della realtà colta in maniera realistica: non messa in quadro. Immagine non pensata dal punto di vista dell’inquadratura, sono eliminate le teste, corpi acefali che si muovono, la figura del musicista col contrabbasso è tagliata: immediatezza istintiva, non meditata.
167
Q

LA CLASSE DI DANZA

A

1873-1875-Degas

Tema: ballerine, egli amava rappresentare le ballerine, era innamorato degli abiti (colori), il ballo, del movimento.

Descrizione: Serie di ballerine una diversa dall’altra, non nelle fisionomie o scarpette ma è la gestualità/posa che è diversa. Egli aveva un tocco alla Ingres ma lo modernizza, lo cala nella realtà, il bello è dato dal tocco con cui si può fare il dettaglio, pittura difficile.
Ci sono molti dettagli: laccetto delle scarpette, disegnati perfettamente col tocco; alla stessa abilità che aveva Ingres di fare tanti personaggi e tante pose e colpi di colori: dal 1° piano in fondo dove ci sono i genitori che osservano le figlie.
Impaginazione notevole, siamo in un interno, contro l’altra parete; dal chiuso della stanza si esce e si vede un quadro di paesaggio urbano fatto con estrema abilità e naturalezza, nulla c’è di casuale e spontaneo.
Quadro di una composizione impeccabile: sedia vuota del maestro che è in piedi, le ballerine sono varie e in diverse pose; specchio che riflette altre ballerine.
Complessità, del taglio delle decorazioni architettoniche della stanza, decori e stucchi d’oro; ricchezza dell’ambiente e del colore.
Non non gli piaceva dipingere en plein de air.

168
Q

L’ASSENZIO

A

1875-1876-Degas

Vita quotidiana, vita di bohème. Donna che guarda inebetita non si sa dove, ha lo sguardo vuoto, sul tavolo c’è un bicchiere di assenzio; accanto un personaggio che faceva parte del mondo dell’arte: ritratto di un incisore che si girava per i locali, incideva le lastre degli artisti, personaggio vicino a Courbet.
Impaginazione importante, primo piano è il piano di marmo, diagonale incrocia l’altra diagonale, costruzione ad L dei tavoli.
Due personaggi, specchi ed ombre.
Mondo borghese, dettagli precisi, mani e figura che sembra cancellata dalla realtà sembra appena abbozzata. Gruppo di borghesi che discutono della borsa

169
Q

RITRATTO DI DIEGO MARTELLI

A

1875-Degas
E’ interessante il disordine della stanza: pantofole lasciate lì che non sono un tocco di eleganza, disordine sul tavolo.
Posa non celebrativa: braccia conserte, il taglio riprende il protagonista da uno scorcio rialzato; l’attenzione si pone sulla figura del personaggio e sul colore che connota il calamaio, le carte, la pipa

170
Q

NUDO FEMMINILE E LA TINOZZA

A

1886-Degas

Tema: nudo femminile. Il nudo appartiene alla storia dell’arte e interessa tutte le epoche in vari modi; nell’800 c’è la contemporaneizzazione del nudo, entra a far parte della quotidianità.
Degas nell’ultima fase inizia a dipingere una serie di nudi sconvenienti ma non vogliono essere erotici, ma sono nudi spiati dal “buco della serratura”.

Descrizione: La posa di nudo rimanda ad un’azione, forma di movimento che fa assumere alle donne che si detergono/si lavano: pose poco erotiche, nudo libero da qualsiasi sguardo, si muove senza preoccuparsi dell’eleganza del gesto e della posa.
La posa è difficile: equilibrio instabile e precario, posa fuori dagli schemi; vuole essere complicata per effetto del gesto che deve compiere. Non ha precedenze un cosa di questo genere.
Sguardo di Degas preso dall’alto: la prospettiva non è la stessa il punto di vista che usa per rappresentare la donna è diverso da quello usato per rappresentare la brocca e la spazzola. I volti delle donne sono anonimi, l’ambiente è lo stesso, la tinozza è la stessa, la serie è quella, la modella è la stessa, ma il tema varia per effetto della posa. Il movimento è il tema che più lo appassiona, movimento mai istituzionale, nudi calati nella quotidianità chiusa allo sguardo di qualsiasi spettatore.

171
Q

FUCILAZIONE DI MASSIMILIANO

A

1867-Manet

Dipinto un fatto di storia, riferimento a Goya, mettere al muro per poi fucilare. Il tema svolto da Manet in un momento di preparazione della pittura impressionista è un tema di forte realtà, legato alla cronaca politica dell’epoca: fucilazione di Massimiliano.

172
Q

IL BAR DELLE FOLIES-BERGERE

A

1881-1882-Manet

Storia: Grande quadro che ha convinto la critica. Sembra una foto della realtà contemporanea legata al divertimento, al bar, un luogo molto frequentato e alla moda.

Descrizione: Alle spalle della protagonista vediamo una folla di persone attraverso lo specchio (Velasquez). Ancora campo e contro campo sintetizzata nello spazio. Vediamo la protagonista ma vediamo anche quello che lei sta osservando, c’è incongruenza dal punto di vista di prospettiva e ottica, perché il riflesso della ragazza dalle spalle si vede che sta parlando con un signore ma non ha nessun personaggio che sta dialogando con lei dal nostro punto di vista. In teoria noi dovremmo vederlo in primo piano. Tutti gli ornamenti sono in perfetto fuoco quelli in primo piano, man mano che ci si allontana c’è una sfocatura graduale. È un gioco di sguardi e di messa in quadro sottolineato dalla signorina che guarda sia lo spettatore che la sala davanti.
Lo spettacolo è messo in scena non solo attraverso lo specchio ma anche attraverso gli sguardi che va dall’interno all’esterno (come Degas), lo specchio ci porta verso la sala e poi all’aperto.

Grande quadro dove il pittore usa due modalità pittoriche:
1. tocchi veloci che definiscono le silhouette dei personaggi riflessi nello specchio, tocco alla Bouden.
2. contrasti di chiaroscuro, pittura con matrice ottico visiva realistica e forte.

173
Q

VAN GOGH

A

Pittura della seconda metà dell’800,pittore globalizzato; durante la sua vita non ha venduto neanche un quadro, aveva un fratello che faceva il gallerista (Theo Van Gogh, morto quando il fratello si è suicidato; sepolti assieme).
La sua pittura è una bellezza che non salta immediatamente all’occhio, all’occhio salta un qualcosa che non ha nulla a che fare con la bellezza, si parla di pittura come uno dei capitoli iniziali dell’estetica del brutto.
Quando inizia a dipingere inizia a dipingere senza fermarsi. Dipinge per un periodo limitato e circoscritto.
Tenta di entrare all’accademia di belle arti di Amsterdam ma viene rifiutato perché non ha una mano “felice” dal punto di vista del disegno.
Van Gogh quindi opera tra impressionismo e post impressionismo.

174
Q

RITRATTO DI CONTADINA

A

1884-Van Gogh

Storia: Van Gogh nei suoi riferimenti pittorici fa riferimento al timbro cromatico scuro giocati sui colpi di luce appartiene alla tradizione olandese Rembrandt e ad un pittore francese Millet (pittore delle spigolatrici).

Descrizione: Van Gogh offre un quadro che riporta ad una dimensione sociale con contenuti importanti: povertà, lavoro, fatica e senso si religiosa rassegnazione.
Da la misura della fatica, del senso di rassegnazione di accettare il destino di povertà del contadino che solleva la terra e della contadina che semina.

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Q

I MANGIATORI DI PATATE

A

1885-Van Gogh

Tema: realismo sociale, non è una pittura autoreferenziale, si racconta in quanto mezzo di espressione, ma è presente la pittura che vuole comunicare un contenuto forte di carattere sociale rilevante, povertà/miseria in cui vivono i minatori. Il pittore vuole restituire una realtà non abbellita.

Descrizione: Scena molto cupa, siamo all’interno di una casa povera di una minatore con una famiglia allargata: signore con madre, sorella, moglie e figlia, sono intorno ad un tavolo e si dividono le patate; pasto non vario e ricco.
I colori non sono squillanti o attraenti, non è presente la piacevolezza della pittura ma è una pittura dura con una caratterizzazione della fisionomia. I volti sono il risultato del ritratto di una contadina, non sono dei bei volti, siamo al limite della caricatura: danno idea di povertà e miseria; gli abiti sono panneggiati: il tutto non è un’immagine attraente.

176
Q

UN PAIO DI SCARPE

A

1886-Van Gogh

Periodo finale del periodo di Neuen.
La scarpa ci dà la misura di chi le ha indossate e del suo proprietario: un contadino vestito allo stesso modo della scarpa. È sempre colui che mangia le patate la sera e che va nei campi di giorno a lavorare. È alto il tono realistico del quadro. Ci sono dei dati di realtà molto evidente che ci rimandano a tutta la vita rappresentata nel periodo dei quadri di Neuen.

177
Q

NATURA MORTA: CAPPELLO E PIPA

A

1885-Van Gogh

Natura morta che non dà un forte valore, pipa di terracotta, cappello di Van Gogh che richiama la visita del pittore a Parigi, davanti all’affresco di Delacroix (natura morta con armi, oggetti di giacobbe e cappello). Dipinto che rimanda al pittore: sua pipa e cappello, oggetti quotidiani

178
Q

MONTMARTRE

A

1886-Van Gogh

Viene rappresentata una Parigi non solare ma degli impressionisti e lui ci va perché è la cultura della pittura occidentale. È una restituzione dilettantesca. Non è un quadro riuscito dal punto di vista delle realtà ottica atmosferica. È un po’ traballante come i lampioni.

179
Q

CAMPO DI GRANO

A

1887-Van Gogh

Storia: Lascia Parigi, ha difficoltà di relazioni vivendo sempre in maniera conflittuale (con i pittori, le donne e amici), è un uomo sempre in conflitto con tutto.

Descrizione: Qui abbiamo un quadro che ha qualcosa di tematica legata all’impressionismo: il paesaggio, ma il segno e il tema è inquietante. Colpo di vento che piega il campo di grano, lo sentiamo che attraversa e agita le spighe e lo rende inquieto. Immagine dinamica, con le spighe non ancora dorate, sentiamo molto il verde anche se si vede del giallo, colore primario che torna più spesso in van Gogh, qua sentiamo dei passaggi di tocchi tra verde e giallo. Il cielo non è abbellito dalle nuvole ma ci sono colpi di pennellate ma è il vento che sentiamo scorrere e toccare le spighe.

180
Q

CAFFE’ DI NOTTE

A

1888-Van Gogh

Vediamo nuovamente il colore giallo e tanta materia, gli avventori sul lato destro. Van Gogh è uno dei padri che porta la pittura dalla rappresentazione ottica a quella delle emozioni.
Espressionismo è andare oltre ciò che l’occhio vede. Tutta l’immagine è carica di tensioni, i riflessi delle lampade sembrano un dettaglio futurista, dinamico e tondo che ruota attorno alle lampade, diverso dai temi di Degas. Questo è un moto interiore, dell’anima.

181
Q

IL PONTE LEVATOIO

A

1888-Van Gogh

Sembra quasi respirare rispetto al quadro precedente, più arioso e meno angosciate anche se ci sono presenti dei cipressi.

182
Q

I GIRASOLI

A

1888-Van Gogh

La prospettiva non è un problema, il problema è la rappresentazione di girasoli. Tipici del sud della Francia. Girasoli che cadono sembrano abbassare la cresta, cadono. Il timbro cromatico è accesso, di fuoco, aggredisce l’occhio dello spettatore (Caravaggio). Chi apprezza la pittura di fiori si trova in imbarazzo.

183
Q

ESTERNO DEL CAFFE’ DI NOTTE

A

1888-Van Gogh

Quadro duro sul piano espressivo. Sono presenti atti segni neri, stelle che brillano nel cielo, persiane aperte, tratteggiate di righe nere; dal punto di vista visivo è poco vaporoso, luce che illumina la scena, il chiarore. Veduta urbana, luogo dove lui vive, caratterizzazione dell’interno con toni accesi e durezza ma anche l’esterno che è meno inquietante; il pittore carica l’immagine del suo sentire, della sua emozione

184
Q

LA CHIESA DI AUVERS

A

Van Gogh

Rappresentazione sembra che stia crollando e che si sciolga. Risultava sgradevole all’occhio. Pittura come espressione di diverso rispetto alla realtà, di tutto ciò l’occhio non vede perché la mente sa molto di più e il corpo sente molto di più rispetto a quello che vede, le emozioni.

185
Q

LA NOTTE STELLATA

A

1889-Van Gogh

In primo piano ci sono i cipressi, sembrano lingue nere/di fuoco, blu notturno del paese di Auvers e i cielo in movimento, gli astri in movimenti, su muoiono le stelle si creano dei cerchi. Sembra il tormento che ha dentro, esprime la conflittualità.

186
Q

CORVI SUL CAMPO DI GRANO

A

1890-Van Gogh

Si dice che questo sia l’ultimo quadro di Van Gogh. Lui muore in quell’anno sparandosi. Quadro che incute tristezza e paura. C’è il contrasto del giallo del sole in quel campo di grano ma il cielo è notturno. Notte e giorno si confondono. È potentemente anti naturalista, il tutto viene reso dinamico: il campo, i corvi. Presagio di morte. Astrattezza l’immagine del campo di grano con i sentieri sballati prospetticamente. Questi sentirti non portano da nessuna parte, muoiono lì. Immagine tormentata perché è la rappresentazione della sua conflittualità, del suo mondo interiore.

187
Q

PAUL CEZANNE

A

Non ha una vita misera, era nato da una famiglia ricca: suo padre ha avuto successo nella vita; famiglia del sud della Francia: città che offre come monumento nazionale la montagna Sainte Victoire, soggetto sui quali Cézanne si è esercitato per circa 30/40 anni (come Monet con le ninfee).
Egli espone alla prima mostra degli impressionisti, personaggio ombroso, pittore molto chiuso, ha un conflitto con suo padre perché non voleva che facesse il pittore e ha un rapporto fisico con l’arte oltre che concettuale.
Egli viene riconosciuto come post-impressionismo ma come i pittori impressionisti dipinge en plein air.
La pittura è dura rispetto a quella vaporosità di Monet, i due si conoscevano e si sono frequentati, nella vita di Cézanne c’è un suo amico al quale è stato legato: scrittore Zola.

188
Q

AUTORITRATTO CEZANNE

A

1880-1881-Cezanne

Uomo di mezza età con pochi capelli, non è elegante. Modo di costruire la figura: in parte del volto ci sono delle pennellate che si possono “contare” una accostata all’altra, segni e tratti vicini non duri come Van Gogh; il segno è evidente/chiaro ma bisogna dire che è organizzato, segue l’inclinazione della forma del soggetto.
Diagonale nella parte alta, verticale quando deve fare la guancia e nella barba, diventa ancora diagonale nell’abito, organizza la pennellata, declina la pennellata sulla forma /piani dei soggetti rappresentato. Pennellata evidente, la materia ed il colore viene individuato, si intravede il segno pittorico, è duro.

189
Q

CASA E FATTORIA

A

1885-1887-Cezanne

La pittura di Cézanne pone dei problemi: casa in bilico, va per sintesi: la natura è sintetizzata, fortemente geometrizzata e sotto ogni immagine c’è sempre un ossatura, telaio, scheletro geometrico, che tengono in piedi delle immagini. Sensazione della geometria che prevale sulla scena, geometria che impone le sue forme alle cose: la casa è già un elemento geometrico.

190
Q

CONFRONTO: PONTE DI MAINCY VS PONTE DI GIVERNY

A

1879-1880-Cezanne
1899-Monet

La pittura è diversa, Monet coglie ogni riflesso della luce e le cose si rivelano per l’aspetto della luce che le colpisce; in Cézanne non c’è la rappresentazione dell’elemento atmosferico, ma non è la visione del ponte in un determinato momento e/o condizione di luce e stagione ma c’è una visione solida del luogo/soggetto, non è una visione ispirata dalle contingenze atmosferiche. Ci da un senso di solidità.
Anche le pennellate sono accostate l’una all’altra, seguono l’andamento del soggetto/oggetto.

191
Q

RITRATTO DI MADAME CÉZANNE NELLA POLTRONA GIALLA

A

1890-1894-Cezanne

Quadro problematico dal punto di vista cromatico, l’incarnato è verde giallo, non è un incarnato naturalista, il colore della carnagione è un riflesso del colore dell’abito e dello sfondo: continuità cromatica tra abito, carnagione e sfondo. I particolari del volto sono segni minimi, gli occhi sembrano vuoti, puro tocco di nero, si vede appena appena un tocco di bianco e una punta di rosso a marcare il labbro, il resto è giallo/verde mischiato dalla mescolanza blu-giallo.

192
Q

IL RAGAZZO CON IL PANCIOTTO ROSSO

A

1890-1895-Cezanne

Non regge neanche dal punto di vista anatomico,
braccia lunghissime: sembra un tubo che si incurva verso il basso con spatolate di bianco.
Sembra che una malattia si stia mangiando l’incarnato del ragazzo, ci sono problemi di fattura pittorica, ha un occhio attento al dettaglio, ama virtuosismi/viziosità. Emerge l’idea di crosta dal tessuto pittorico, dalle spatolate che fanno la sensazione della crosta pittorica solida e potente. Pittura difficile all’occhio che deve gustare il quadro e non solo: deve riflettere sul perché della durezza.

193
Q

NATURA MORTA CON MELE

A

1890-Cezanne

La natura morta ha una tradizione infinita di virtuosismo rispetto ma quella di Cézanne sembra elementare; il suo significato è legato alla transitorietà della vita.
Emerge un principio fondante: principio dell’arbitrarietà, il pittore diventa sempre più padrone della sua opera e non deve confrontarsi con ciò che l’occhio osserva; il pittore ci dà il piano del tavolo non secondo il colore del piano ma secondo una sua costruzione pittorica, la forma è sempre più contenuto stesso del quadro che trascende il concetto rappresentato.
Le pennellate costruiscono lentamente l’immagine, il pittore è il padrone che decide quando il quadro è finito.
Complessità di disegno, di stesura pittorica, iperrealismo pittorico in cui si riconosce un’abilità di disegno della natura pittorica: chi conosce la natura morta ha qualche perplessità legittima.

194
Q

I GIOCATORI DI CARTE

A

1890-1895-Cezanne

Piccola serie con il soggetto identico.
Quadro problematico dal punto di vista dell’occhio: immagine di due giocatori di carte che non è colta come istantanea, ma è un’immagine strutturata costruita.
Arco a tutto sesto che segna la curva e torna sulla figura dall’altra parte; cuneo/piramide segnato dal tavolo, una gamba è più corta dell’altra: segnano la qualità dell’opera.
Fondo giocato sulla linea orizzontale: si ha un brano di natura al di là del locale; lo sfondo è una costruzione astratta; dentro l’arco ci sono gli angoli, gomiti dei due giocatori. Le mani sono un elemento appena sbozzato rispetto ad altri pittori, elemento che è quasi un volume legnoso.
Tutta la pittura di Cézanne è legnosa, rimanda ad un modo più da scultore/ architetto, costruisce le immagini come se fossero abbozzate nel legno. Idea di stabilità.

195
Q

MODERNA OLYMPIA

A

1873-1874r-Cezanne

Opera che offre e pone dei problemi allo spettatore: è un omaggio a Manet, una contemporaneizzazione della Venere. Per Cézanne non era moderna sul piano pittorico: intravede troppa tradizione/accademia, quindi modernizza la pittura.
In questo quadro il pittore non da un’immagine ben fatta o ben composta, ma pone problemi sul piano della fattura, del disegno e della stesura pittorica.
Viene tolto il lenzuolo alla donna: ne svela la nudità, sembra appena abbozzata, la silhouette tratteggiata in maniera veloce e il vaso enorme di fiori non è accattivante come quello di Olympia di Manet.
E’ tutto abbozzato: pennellate che definiscono il lampadario, tavolo, e il gatto che è tratteggiato.

196
Q

GLI AMANTI

A

1875-Cezanne

Una coppia di amanti: pittura a definire due carnagioni, uomo scuro e donna più chiara.
Donna di colore che porta il vassoio, definisce 3 modi di rappresentare dal punto di vista cromatico i corpi che non hanno nulla di accattivante.
La pittura per sua natura ha una componente voyeuristica perchè deve attirare l’occhio dello spettatore, questa componente è come abolita: è quel guardare per poi riflettere; l’occhio deve scattare nel momento in cui si guarda il quadro, ma scatta anche il cervello.

197
Q

LE GRANDI BAGNANTI

A

1874-1875-Cezanne

Quadro che fa riflettere, ha una sua componente voyeuristica forte: quando si dipinge la bagnante di solito è una bella ragazza.
I corpi sembrano sempre più dei bozzetti legnosi, offrono poco se non nulla ma pongono diverse domande.
Gli alberi, definiscono il triangolo: partono dai lati, salgono in diagonale e fuori campo c’è l’apice della piramide ad inquadrare il gruppo disposto verso destra e sinistra, definiscono un centro vuoto in modo tale che l’occhio possa andare dall’altra parte del fiume dove è presente una coppia di persone difficilmente identificabili.
Sulla linea di orizzonte che taglia quasi perfettamente a metà il quadro parte il cielo: struttura molto semplice ma quello che bisogna considerare è capire il perchè dell’andamento delle pennellate ampie e larghe, non organizzate come il resto.

198
Q

STRADA A MONTGEROULT

A

1898-Cezanne

Cézanne ha dedicato molto tempo al paesaggio e alla montagna.
C’è una grande semplificazione del disegno: le case sono semplici, lisce e la struttura è pura semplice geometria.
Timbro cromatico dato dall’organizzazione delle pennellate: le chiome degli alberi sono organizzate pittoricamente attraverso pennellate accostate le une alle altre, ,si capisce che non sono segni puliti, si nutrono a vicenda, uno è connesso all’altro sul piano del colore.

199
Q

RITRATTO AMBROISE VOLLARD

A

1899-Cezanne

Per Vollard Cézanne era un pittore che era procedeva lentamente, osservava il soggetto per un tempo lungo: il critico per questo ritratto dice che ha posato 80 volte: esagerazione di Vollard che vuole dire che Cézanne non è un pittore come Monet (colpi di pennello immediate), pittore lento ed esasperante.
Organizzazione delle pennellate: tocchi senza velocità e un segno meditato e costruito.

200
Q

MONTAGNA SAINTE-VICTOIRE

A

Per Monet la cattedrale, per Cézanne la montagna. Uno coglie l’attimo atmosferico luminoso, l’altro ricorre a “stampelle”, in Cézanne la struttura geometrica fa emergere la struttura profonda, semplifica ma complica la costruzione attraverso le pennellate.
Se Monet svolge il quadro in breve tempo per cogliere in maniera veloce l’effetto atmosferico luminoso perchè se no cambia il tempo e la cattedrale; Cezanne deve andare oltre il fatto contingente, deve selezionare la sua immagine che deve essere sottratta alle contingenze perchè sono un fatto transitorio.
Nella serie della montagna ha una progressione verso l’astrazione.
L’elemento determinante è un elemento fondamentale dell’immagine, non sono presenti i giochi di luce/riflessi, si ha una visone che confligge con quella ottico-retina.
Ogni pennellata è in rapporto con le altre, l’immagine va al di là della realtà, nella montagna si vede che c’è qualcosa in più della solita montagna, il come sono fatta diventa contenuto del quadro.

201
Q

HIP HIP HURRA!

A

1888-Kroyer

C’è un brindisi inserito dentro una cornice naturale, non appartiene all’impressionismo ma l’aria, la luce che si vede filtrare dall’alto e che illumina la tovaglia, abito bianco e abito nero. Non sono sdraiati sull’erba ma è presente una tovaglia, dello champagne e i personaggi sono vestiti bene.
Tema di carattere impressionista, rappresentazione della vita quotidiana contemporanea al pittore, sono pittori, artisti, appartengono al mondo intellettuale.

202
Q

STATEN MUSEUM FOR KUNST

A

1885-Kroyer

Tema del lavoro. Entra in una fonderia, rappresenta il lavoro importante dell’industria pesante: luogo della modernità, un tema contemporaneo dove ci sono personaggi reali, gli operai fonditori che lavorano nella fonderia. Colata del metallo fuso a forgiare cannoni, armi: qualità realistica, realismo che non è quello di Courbet ma è un realismo critico che non mette in evidenza la fatica/condizione subalterna degli operai rispetto al padrone, ma sottolinea come gli operai contribuiscono allo sviluppo e alla crescita tecnologica della società.

203
Q

SPIAGGA DI GIORNO K.

A

1884-Kroyer

Qualità della sabbia con le impronte, orme; figura di una di bambina, una siluette, tocco di poesia che osserva gli amici in acqua. L’acqua, la spiaggia, trattata in maniera impeccabile.
In questo quadro la pittura è tradizionale, rivela le qualità riconosciute al pittore di quell’epoca. Soggetto legato alla contemporaneità di quel luogo, assente appesantimento simbolico; il riferimento è ai luoghi, alla periferia. Si vede una spiaggia con tante barche.

204
Q

SERA D’ESTATE SULLA SPIAGGIA

A

1893-Kroyer

Moglie degli artisti che passeggiano sulla spiaggia, qualità della sabbia e delle impronte: il luogo sembra essere lo stesso. Non ci sono le barche perché sono fuori a pesca, serata tranquilla d’estate; quiete che è uno degli elementi tipici della provincia/periferia, siamo in un paesino, quiete che governa, silenzio rispetto alla città.

205
Q

INTERIOR WITH A WOMAN

A

1905-Hammershoi

Dipinge in Danimarca, conosce le teorie di pittura olandese, il gioco di inquadrature: porte sono quadri nel quadro (Degas), linea che fa vedere una finestra in una stanza che non si vede dalla quale proviene luce. Figura in piedi, in un interno quasi bianco, quadro astratto di geometrie e rettangoli come porte ma sono figure geometriche, dentro alla porta ci sono altre riquadrature: gioco geometrico, di figure geometriche in cui prevale il rettangolo. Quadro interessante, area metafisica, si è all’interno di una casa danese vuota, si sente il silenzio di sospensione; non è visibile l’arredo, rimane poco connotate l’interno, caratterizzata dal gioco geometrico: caratterizzato la porta, apertura della porta, cornice dell’apertura della porta ed i sovrapporta.

206
Q

DUST MOTES DANCE IN THE SUNBEAMS

A

1900-Hammershoi

Pensa alla luce ma non in chiave impressionista, pensa alla luce in chiave costruttivista, costruttiva, luce che costruisce forme proiettandosi dalla finestra e proiettando sul pavimento la finestra stessa. Luce che dà forma ad un’immagine, è un’ombra di luce; dentro ad un luogo fatto di geometrie: elemento geometrico è costruzione stessa degli elementi; gli elementi vengono riportati ad una forma geometrica, sono forme geometriche

207
Q

SUNSHINE IN THE DRAWING ROOM

A

1903-Hammershoi

Quadro di grande impatto, attrae l’attenzione per come è strutturato. Personaggio dipinto, presenza umana, la figura umana è dipinta dentro alla cornice. Gioco geometrico, elementi che costituiscono la stanza sono elementi geometrici; il gioco geometrico è il richiamo fra forma e forma è forte. Parete in scorcio, in prospettiva verso il punto di fuga, fuori dal quadro, è riprodotto, fa eco alle riquadrature, allo zoccolo del rivestimento della parete. Divano affiancato da due sedie con una tagliata dalla cornice del quadro. Silenzio, tocco dato dalla luce che riflette, definisce ciò che è fuori campo, finestra da cui penetra la luce. Assenza di elementi, i pochi presenti sono definiti in maniera precisa: poltrona, legno, sedia, pareti, gioco geometrico.

208
Q

INGHILTERRA

A

Con Turner la concretezza delle forme si era persa: elementi disciolti nella materia, elementi inafferrabili, luce, atmosfera, acqua, fumo e vapori; quando ci sono le figure umane sono delle piccole silhouette.
60 anni dopo, la pittura non aveva proceduto sulle sue orme, presenti soggetti di matrice tradizionale, accademica che riportavano i temi non alla vita quotidiana, ma soggetti di altre epoche: pittura di natura accademica che agiva contemporaneamente.

209
Q

SAFFO E ALCEO

A

1881-Alma tadema

Poesia, Saffo, al di là del soggetto, è la pittura che attrae. Bei volti, bei abiti antichi dipinti perfettamente; abiti resi in maniera impeccabile. Sole del mediterraneo

210
Q

BOLDINI: RITRATTO DI SIGNORA IN ROSA

A

1896-Boldini

Pittore di Ferrara, dal punto di vista tecnico non aveva nessun difetto; ritrattista ottimo, pittore dell’alta mondanità, personaggi nobili e raffinati, usava una tecnica raffinata, non solo accademica. Le sue pennellate non erano superfici levigate dove ogni particolare risalta in maniera perfetta, ma sapeva dipingere in maniera informale, tecnica raffinata nella qualità della stesura (incarnato che ricorda Ingres), amava il segno pittori, la frustata pittorica (piedi si moltiplicano, abito di un particolare astratto dove in mezzo al virtuosismo pittorico spunta il volto)

211
Q

MRS CHARLES MAX

A

1899- Boldini

Quadro di raffinatezza e sensualità: spallina caduta. Gioco di bianchi e grigi, bianco che tende al grigio; diva dell’alta mondanità, dava assoluta per bellezza ed eleganza e raffinatezza. Restituisce tutto ciò con una pittura raffinata ed elegante. Ricorda Cezanne: pennellate costruttive. Pittura giocata sulla seduzione

212
Q

CORSE AL BOIS DE BOULOGNE

A

1881-De Nittis

Il quadro ripropone i temi degli impressionisti e la vita contemporanea: luogo della mondanità per eccellenza. Corse di cavalli: uomini con il cilindro, signore vestite bene; a differenza di Degas a lui non interessa la corsa in sé, il cavallo che corre, ma il luogo frequentato dall’alta borghesia.
Quadro degli impressionisti: rappresentazione della vita moderna. Si torna a Parigi con la confusione, sono lontane le spiagge.

213
Q

COLAZIONE A POSILLIPO

A

1879-De Nittis

Colazione nello stile impressionista, ricorda in parte la pennellata tra Monet e Manet; quadro non vaporoso, ricorda attenzione alle pennellate di Manet e Degas. De Nittis era amico di Degas perché gli piaceva il tocco abile nel rappresentare i tutù delle ballerine. Vita contemporanea, luci, personaggi che suonano una serenata; colazione distante dalla quiete del nord. degno pittorico è diverso, libero, meno calligrafico di quello di Kroger.

214
Q

WESTMINSTER

A

1878-De Nittis

Rappresenta pensando a Monet, i fumi ricordano Monet. Personaggi appoggiati al ponte che riguardano la Sena e il palazzo sono colti con un’attenzione diversa, attenzione al dettaglio. Il tema è la vita moderna.

215
Q

FARUFFINI: LA LETTRICE

A

1863-Faruffini

Pittore provocatorio, presente a Brera, appartiene al gruppo degli “scapigliati”
Ragazza giovane che legge, divoratrice di libri vista la quantità, sta fumando. A quell’epoca le ragazze non avevano la sigaretta in quel modo, gesto che vuole attirare l’attenzione; ragazza che non fa la lavandaia, non sta cucendo o cucinando ,ma sta leggendo seduta sul divano.
Una delle amiche del circolo degli scapigliati, ritratto di una donna che si dedica alla cultura, personaggio letterario, c’è un racconto (Ugo Tarchetti: racconto “Fosca”) parla di una ragazza appassionata alla letteratura che cambiava il fiore nel bicchiere: ragazza immersa nella lettura che si fuma una sigaretta.

216
Q

MATERNITA’

A

1890-1891-Previati

Tema religioso, la maternità della vergine con affianco degli angeli, tema tradizionale anche se erano superati i temi religiosi, non ci si dedicava quasi più se non avessero delle commissioni religiose. Pittore innovativo per la tecnica, a differenza del puntinismo francese, in Italia si chiama divisionismo.

217
Q

LE DUE MADRI

A

1889-Segantini

Stesso tema di Previati, solo che qui si ha una maternità contadina tripla: questi pittori non sono come Cézanne che portano avanti una ricerca legata alla forma pittorica, alla pennellate, costruzione immagine. Qui la ricerca è sulla pennellata ma anche sui significati: immagine che parla della vita contadina: presente l’agnellino, significati simbolico e religioso, dio è nato nella stalla riscaldato dal bue e dall’asinello. Tecnica che rappresentava la punta sperimentale, nuova di quel momento in Italia.

218
Q

IL QUARTO STATO

A

1901-Pelizza da Volpedo

In Italia il significato dei quadri aveva un significato forte: il quarto stato rappresenta i contadini, epoca in cui sono i contadini la massa, le truppe. Quadro fatto di migliaia di pennellate, opera studiata, personaggi (i primi 3) e dietro c’è la massa, sono personaggi che lui conosceva.
Oltre a richiamare il mondo del contadino, lo mette in marcia, immagine che va vista molto bene per comprenderla: ossimoro, il fondo in alto è buio, notte, l’ombra dei 3 personaggi è all’una; è un procedere verso la luce, il quarto stato esce dalla luce e diventa protagonista, cammina verso il chiaro, immagine importante sul piano del messaggio.
Forma e contenuto sono legati, immagine iconica importante, storicamente stratificata, importante e significativa non solo per la pittura italiana ma anche per il mondo contadino.
Nel comporlo il pittore si ispira ad un’immagine famosa: ”La scuola di Atene”.

219
Q

L’ENTRATA DI CRISTO A BRUXELLES

A

1888-Ensor

Il quadro è conservato al museo di Anversa, dove è stato esposto per molti anni, poi è stato venduto ad un museo di Los Angeles.
Carnevale messo in scena da Ensor coinvolge uno dei temi più delicati, tema religioso. Tema riferito all’ingresso di cristo a Gerusalemme: ribalta la scena.
La figura di cristo scompare, Ensor lo rappresenta sull’asinello ma lo bisogna cercare, posto al centro in cima. La maschera è immagine della nostra ipocrisia, il grottesco è la nostra identità, siamo quelli che dopo qualche giorno aver salutato cristo a Gerusalemme l’abbiamo crocifisso. Pittura che esprime molta forza ma racconta poco, l’elemento espressivo sta sui volti. Si ha a che fare con l’apparato pubblico (a destra) che accolgono all’ingresso, coloro che hanno massacrato e mandato a morte cristo.

220
Q

L’URLO

A

-Munch

Immagine iconica di Edward Munch, artista norvegese. Egli opera in perfetta solitudine, personaggio bizzarro.
Non è un quadro facile, poneva problemi, si ha a che fare con un qualcosa di sgradevole, volto umanoide, non è un bel volto. Sta camminando su un ponte, fiordo e sul fondo ci sono due personaggi che sono vestiti mentre questo essere è serpentino, senza scheletro e ossa. Corrisponde all’urlo che si antropizzato, è diventato forma umanoide, non ha ossa.
Munch ci spiega questo quadro: ci sono 2 versioni, si insiste sul sentire un urlo, non si sa da dove proviene. La natura diventa parte dell’urlo, è una cassa di risonanza, quadro semplice dal punto di vista della struttura. Diagonale segnata dalla staccionata; pennellate accese, antinaturalistiche, quadro più famoso di quel periodo nella sua semplicità. Non è la natura che urla, l’urlo che sente è un’invenzione, ce l’aveva dentro di lui, è il suo urlo, conflitto che caratterizzava Van Gogh. Esprime i sentimenti della vita, la sua pennellata è diversa da quella di van Gogh, racconto di Munch è a posteriori, fatto il quadro lo spiega e lo fa bene, si nasconde.
Mondo lontano, governato dal freddo, dal clima particolare: società ridotta, rapporto tra espressioni artistiche, musicali e il clima. Munch usa colori squillanti anche se non vive in un paese del mediterraneo, sono luci ad effetto, può essere un tramonto, bisogna che sia una giornata particolare, un clima particolare. Urlo espressionista prima dell’espressionismo.
Espressioni tese, chiusi nei loro abiti e cappotti, non comunicano fra di loro ma con l’osservatore. Colori antinaturalistici, siamo in un ambito di pura espressione e mai di racconto, di rappresentazione fisionomica/precisa, ma di tensione di questi personaggi. Occhi sono i punti neri, personaggi in coda sullo stesso ponte, ad urlare in questo quadro è il cielo; il luogo/passaggio risenta dell’urlo.

221
Q

LA DANZA DELLA VITA

A

Si danza, ma non c’è divertimento. Le donne senza cavaliere, osservano la coppia al centro che danza, sembra essere la stessa donna. I colori richiamano 3 aspetti, sono forti rappresentativi, è la stessa donna candita, libata, colore rosso della passione, nero del lutto rimasta sola. Racconto della vita, di un amore, racconto teso dove al divertimento si sovrappone le 3 stagioni della vita. Percorso sovrapposto alle altre coppie che stanno danzando. Pittura non è leccata, sono stesure grezze, brutali, sono campiture messe anche se il colore non è mai completamente piatto, si nutre di stesure diverse, una sovrapposta all’altra; colore masticato, mai piatto, steso. La stesura non è curata, atteggiamenti, gestualità contenuta in tutto.
Sottoponeva ad una cura da cavallo, aveva uno studio con al centro un giardino all’aperto, teneva i quadri non all’interno dell’atelier ma fuori sotto un porticato che riparava ed esponeva le opere agli elementi naturali: cura alla quale sottoponeva i suoi quadri. La sua pittura non aveva bisogno del ricovero ovattato. Pittura ricca di contenuto.

222
Q

LIEBERMANN: ALTMANNERHOUSE

A

1880- LIEBERMANN

Pittore in chiave impressionista, l’impressionismo dilaga, non dilaga perché i pittori decidono di ispirarsi a Monet ma perchè l’impressionismo era diventano il movimento principale; non l’impressionismo in quanto poetica ma espressione della realtà attraverso una pittura leggera dal punto di vista dei soggetti/simbolico, rispetto alla durezza di Munch dove altri pittori il pubblico fa resistenza.
Anziani dentro un giardino che passano il loro tempo aspettando la morte. Tema non leggero, sul fondo c’è una spalliera naturale, foglie alberi che richiamano all’impressionismo, bisogna tenere presenti i soggetti: siamo negli anni in cui tutto pretende di essere rappresentato. Effetto stroboscopico: luce che penetra sul sentiero.

223
Q

GIARDINO IN UNA BIRRERIA DI MONACO

A

1884-Liebermann

Racconto elementare, nulla di particolare, affettuosi, i bambini che giocano in un giardino. Racconto di una giornata qualsiasi, effetti tendenzialmente impressionista, rappresentazione vita moderna. Lieberman offre un soggetto diverso ma simile, diverso sul piano del racconto pittorico, più calligrafico di quanto Manet.

224
Q

ZORN: BALLO DI MEZZA ESTATE

A

1897- Zorn

Confronto con Munch. La Svezia confina a nord con la Norvegia, Much fa una festa simbolici: 3 età della vita, passione morte, momento iniziale; questa è una festa di paese, vicino ad una casa di legno, abbracciati e danzano allegramente. Due modi di interpretare la festa.

225
Q

RITRATTO JOAQUIN SOROLLA

A

Dopo Goya, pittore più famoso. Grande pittore negli ultimi 20 anni è diventato un pittore conosciuto fuori dalla Spagna.
Pittore importante, si autoritrae in una maniera precisa, accademica; volto rivolto verso se stesso in uno specchio, l’interno sono presenti tele girate, non verso l’immagine ma con l’immagine verso il muro non calligraficamente preciso lo sfondo ma sfumato rispetto alla precisione del volto che sono fissati in maniera precisa come capelli e barba. Precisione fisionomica nel volto, il resto ha un andamento meno preciso. Ritratto ben fatto, ci da l’idea del pittore, dei suoi lineamenti.

226
Q

DEFENSA DEL PARQUE DE ARTILLERIA

A

1884-Sorolla

Commissione pubblica, al di là del racconto per l’iconografia della battaglia, si vede un pittore della tradizione accademica, racconta i fatti/le cose nel senso del disegno preciso, nel senso di una pittura che deve raccontare la cosa, il personaggio, i lineamenti ed il gesto.

227
Q

CELESTINA

A

1906-Zuloaga

Donna sensuale ,generosa nelle forme, ben fatta, ben rappresentata con altre due signore dietro al porta. Quadro accattivante, la pittura è indiscutibile per le sue qualità, si guarda in uno specchio che non vediamo ma che riflette una bottiglia. Bellezza oggettiva che lo rende oggettivamente bello.

228
Q

GROSSO: IL SUPREMO CONVEGNO

A

1895-Grosso

Pittore torinese. Grosso espone alle prima biennale di Venezia, ci sono i padiglioni nazionali di proprietà delle varie nazioni. In quel anno al pubblico era stata data facoltà di votare l’opera che gli era piaciuta di più, assegna premio al padiglione e al pittore.
Il quadro racconta una bara, ci sono ninfe che piangono, al di là del soggetto, esso va in tour: piace al popolo, pubblico che paga il biglietto. Quadro semplice ma ben fatto, consegue una tradizione, bella stesura, soggetto che fa riferimento alla morte ma è leggero, è una morte piacevole.

229
Q

FRATELLI LUMIERE: ARRIVO DI UN TRENO ALLA STAIZIONE DI LA CIOTAT

A

1896-Lumiere

Rappresentante l’arrivo del treno alla stazione: durano 30 secondi. Sono vedute, siamo agli albori del cinema, ripresa con telecamera fissa/dispositivo lumière fisso che inquadra sempre lo stesso punto di vista la stessa scena. Stupisce per il forte dato di realtà, dato dalla continuità del movimento reale, tanto che i primi spettatori confondono l’immagine con la realtà. Comincia ad esserci il cinema.
In quel momento la pittura deve trovare la propria specificità: colore, tela, pennello, la manualità. Nel cinema e fotografia sono immagini riprodotte meccanicamente, presente artigianalità che connota il lavoro dei pittori. Tutti i pittori, dell’epoca, anche se antinaturalistica, tutti rimangono legati alla realtà, anche se in forma minimale, residuale ma è presente il riferimento. Bisogna trovare una propria specificità: dare un’immagine più complessa della realtà rispetto a quella percepita dall’occhio.

230
Q

LA GIOIA DI VIVERE

A

1905-Matisse

Espongono al salon degli indipendenti appaiono come selvaggi, colori selvaggi, sono aggressione all’occhio, sono antinaturalistici, sono provocatori per l’occhio: accesi ed infiammati, non incantano l’occhio ma lo aggrediscono. Quando espongono i loro quadri, la pittura assume il colore, colore forte non della realtà ma colore dee colori, colore=realtà pittorica. Pittore più importante è Matisse.
Spiaggia immaginaria dove si vive nudi, luogo di latte e miele di colore. Uomo dominato dal colore, pace e quiete e piacere: sensualità negli abbracci. Portare lo spettatore in una realtà felice, luogo di felicità.

231
Q

L’HOMME A LA CASQUETTE

A

1895-Picasso

Quadro dipinto a 13 anni prima di trasferirsi in Francia: scorcio della mano, lineamenti del volto, definiscono la pittura dell’uomo: capace a disegnare e a stendere il colore.

232
Q

PRIMA COMUNIONE

A

1896-Picasso

Quadro dipinto a 14 anni. Dipinge una bambina che verrà comunicato/appena ricevuto la comunione, la mamma, il chierichetto. Tappeto sui gradini dell’altare con una capacità di rappresentazione di disegno non comuni.

233
Q

LA STANZA DELLA MALATA

A

1897-Picasso

C’è il medico che le misura i battiti cardiaci.
Particolare della decorazione dello specchio intagliato, appeso alla parete, dettagli del bambino: riccioli, coperta.

Quadri non rivoluzionari, sono quadri ben dipinti. Sono dipinti e disegnati bene da un ragazzo di 13-15 anni, l’interesse non è nella novità pittorica, ma nel fatto che sono dipinta da un piccolo ragazzo.

234
Q

FIERA

A

1901-Picasso

Quadro dipinto appena arrivato a Parigi. Quadro diverso, meno caratterizzato sul piano del disegno, meno stupefacente, entra in argomento con le esemplificazioni che aveva colto.

235
Q

I DUE SALTIMBANCHI

A

1901-Picasso

Picasso usa il colore, rinuncia alla precisione del disegno, della stesura pittorica, naturalismo al quale avevano rinunciato i pittori nordici, olandesi e francesi.
Entra 19enne in argomento coi pittori nuovi, linguaggio dei nuovi pittori. Non voleva essere il solito pittore, egli sta sperimentando qualcosa di diverso allontanandosi dal disegno/stesura accademici che connotava i suoi quadri da giovane.

236
Q

PERIODO BLU: IL VECCHIO EBREO

A

1903-Picasso

Episodio caratterizzante la prima fase di Picasso,1903: periodo blu, importante non solo per i soggetti. 1903 è anche l’esordio di Matisse, dei pittori fov, coloro che usano il colore in maniera forte.
Picasso,in questo anno, contemporaneamente al colore che squilla, tende al monocromo, dal 1900 al 1905 dipinge solo con la dominante blu.
Picasso dipinge degli emarginati che stanno seduti con il figlio a elemosinare lungo i marciapiedi della strada, mangia una patata, scalzo, ha vestiti laceri. Immagine che ha una valenza sociale, poveri ed emarginati si pongono all’occhio dello spettatore attraverso la pietà, non è un’evasione verso il luogo come Matisse.

237
Q

PERIODO BLU: LA CELESTINA

A

1904-Picasso

Questo è un ritratto ben fatto, donna ben fatta, ben dipinta ma che ha un occhio cieco, caratterizzata dal blu che non ispira sensualità. Opposto del quadro di Zuluaga, quadro tendenzialmente verso la depressione, blu notte, non ispira gioia, ha il colore delle onde. Volto e figura non è una figura sensuale, attraente e selettiva dipinta da Zoluaga. Quando Picasso lascia la Spagna quelli sono i suoi contemporanei che dipingono in quel modo, a Parigi vede un mondo diverso.

238
Q

PERIODO BLU: IL VECCHIO CHITARRISTA CIECO

A

1903-Picasso

Mondo degli emarginati, mondo di coloro che non hanno dimora, mondo dei non abbienti. Quadro interessante dal punto di vista compositivo, cromatico e del messaggio sociale. Se il personaggio si alzasse sarebbe un gigante, gambe e braccia lunghe, per tenere la testa all’entrata del quadro, del formato rettangolare è chinata, la piega, se dritta la testa uscirebbe dallo spazio del quadro.

239
Q

DUE ACROBATI CON CANE

A

1905-Picasso

Ai soggetti caratterizzati dal blu, con tensione sociale, quadri impegnati sul piano del contenuto, contenuto importante, significativo non frivole.
Tra il 1904/5 al blu si accosta un po’ di rosa, nella sciarpa sul ragazzo vestito con gli abiti di Arlecchino. Arlecchino,personaggio dall’abito colorato, a i suoi abiti non sono chiassosi, non escono dal tono generale del quadro. Presenta il Picasso virtuoso, cane disegnato in maniera virtuosa ma senza eccessi, lo scorcio del cane; mano che si posa sulla testa: elemnti che tradiscono il virtuosismo di Picasso, emerge il virtuosismo: cane, mani, volti che dovrebbe divertire, appartengono al circo che non è teatro popolare ma luogo per bambini. Picasso da un’immagine malinconica dei protagonisti del circo.

240
Q

RAGAZZO CON LA PIPA

A

1905-Picasso

Unione del periodo blu e rosa (periodo più breve 1904/5-6).
Quadro diverso, sorta di autoritratto, giovane Picasso con la pipa, quadro che conferma ciò che riguarda il virtuosismo che emergono fortemente.
Quadro che rivela un Picasso diverso, sicuro di sè, ragazzo che si è auto-incoronato, ha una corona di fiori, fiori sembrano staccarsi dalla parete, i due mazzi che sono la carta da parati, decorazione e decoro sono due pezzi straordinari di pittura; Picasso abile e sicuro di sé, del suo valore, fuma la pipa. Vestito blu da operaio, non si connota in quanti pittore, mazzi di fiori, decorazioni floreali sono la sua tavolozza, il blu dell’abito rimanda al periodo precedente (blu). Ma c’è la corona rosa che lo incorna: pittore fatto che ha trovato un acquirente, elemento importante per qualsiasi artista, giovane committente Cambailer che comincia ad acquistare quadri e si interessa a quadri di giovani pittori.

241
Q

PERIODO ROSA: LES DEUX FRERES

A

1906-Picasso

Gioiellino di virtuosismo, artista che sperimenta diverse tecniche: periodo rosa va letto nella luce dell’amore, colore non aggressivo, affettuoso.
Gruppo dei due fratelli, il piccolo sulle spalle di quello grande; mani intrecciate, piedi, segno che descrive tutto in maniera minuto senza essere lezioso, sicurezza di disegno che ci da un gruppo all’antica.
Il fondo come il piano, il tamburo ed il vaso di fiori sono rappresentati da una prospettiva diversa; fondo di colore arancio-rosa non è steso in maniera uniforme, ha coperto la parete, non è curato.

242
Q

DEMOISELLES D’AVIGNON-STUDIO PER BORDELLO FILOSOFICO

A

Picasso che abbandona il modo di disegnare/rappresentare figure e passa ad un primitivismo elementare, sottrae, libera la rappresentazione dal virtuosismo, costringe se stesso a non scivolare nel virtuosismo che lo connota: azzera capacità.
Inizia a studiare le “Demoiselles d’Avignon”. Inizia a disegnare dopo il 1906,disegna in chiave cezanniana, elabora infiniti studi, quadro complesso
Si hanno 5 figure appena tratteggiate,che poi saranno le 7. A sinistra giovane con un braccio alzato, al centro una signora seduta dietro una tavola che sembra essere la tenutaria del bordello.
Quadro finale (2): seconda una delle diverse spiegazioni sono le ragazze di un bordello in Spagna (Barcellona) che era frequentato da Picasso. Problema della pose: pose facili da riconoscere, hanno una loro storia pittorica; quadro successivo ai due fratelli, fatto in maniera diversa. Richiama le “5 bagnanti di Cézanne”: familiarità e struttura che va oltre il richiamo geometrico, albero che in P. diventa tenda, natura che nel quadro di P è un interno; manca il tavolo con natura morta in C: richiamo del suolo che diventa la tovaglia. Pose importanti: ispirato da Ingres, Cézanne e El Greco. P ha messo in posa la pittura e la scultura, aveva i riferimenti visivi; cala nella forma/linguaggio nuovo il tema della femminilità, figura femminile nuda, pose adattate ad un nuovo linguaggio. Quadro che non ha riscosso successo: quadro tutta forma non risolta, quadro discontinuo.
Ovali del viso, abbandona molte cose come l’etnia, mette le maschere.

243
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TROIS FIGURES SOUS UN ARBRE

A

1907-1908-Picasso

Logica della costruzione, logica del segno, pennellate; piani che compongono le figure sono definiti, costruiscono immagine dove la pennellata pittorica è protagonista.
Non si vede l’evoluzione delle forme curve, pennellate che vanno in tutte le direzioni
Definizione del nuovo alfabeto, sperimenta tanti modi: forma curva ma tendente al legnoso, modo di comporre con pennellate evidenti è presenti in pochi punti di immagini, diventa geometrico e scompare segno pittori/pennellata che organizza l’immagine.

244
Q

BRAQUE: VIADOTTO A L’ESTAQUE

A

1907-Braque

Braque rimane legato a Cézanne, la differenza si nota nel timbro cromatico: tende a semplificare come Picasso, ma le forme diventano sempre meno naturalistiche. Picasso non è mai astratto, l’astrazione non si era ancora formalizzata, ma né Picasso e Braque si sono considerati tali; soggetti banali, banalità dell’arte contemporanea.

245
Q

LE COMPOTIER BRAQUE

A

1908-1909-Braque

Fruttiera con andamento centrifugo, costruito con coerenza di costruzione e di visione del segno. Il segno si espande, tondo.
Forme sempre più schematiche, si allontano da ciò che l’occhio percepisce; quadri che differenziano le forme: presente una differenza tra sfondo case e paesaggio, tra costruzione delle case sulla collina, collina e cielo. Tendenza a semplificare, geometrizzare, lettura facile, tutto in primo piano e centrale costruisce case sulla collina. In alto è presente il cielo, assente la nuvoletta, azzurro del cielo ma c’è una costruzione e tutto distinto.

Cezanne appare ancora il più logico, la sua immagine risulta essere la più logica, conseguente e coerente: ciò in rapporto alla definizione di un linguaggio diverso, linguaggio che aveva abbozzato.

246
Q

LE POÈTE

A

1911-Picasso

Poeta in forma diversa di come sarebbe in una fotografia/quadro di un pittore che fa ritratti, è presente ma non si vede.

247
Q

CUBISMO ANALITICO

A

Nuovo linguaggio. Fu definito dal critico Boxel che definì fov (Matisse..). Picasso e Braque costruiscono le immagini coi cubi. Il cubismo è un linguaggio proprio che appartiene alle forme delle pittura, non imita la realtà, appartiene alla pittura; ha un suo alfabeto arbitrario, basato sulla logica della costruzione. Prima disegno era fatto dalla linea, ora la pittura si è costituita con un suo linguaggio per parlare di cosa? Bisogna entrare in un mondo diverso da ciò che propongono i mezzi che rappresentano l’occhio: visione cubista=visione a 360°, concetto dinamico, oggetto rappresentato staticamente davanti agli occhi del pittore.
I pittori mettono da parte il colore, la pittura diventa un fatto di concetto. Pittura che parla di altro e di più complesso, non è più il racconto storico/religioso; nelle pittura contemporanea la complessità è fatta dalla forme, non è connessa ai fatti storici, la cultura delle avanguardie è centrata sulla forma che racconta un mondo altro.

248
Q

RITRATTO DI DANIEL-HENRY KAHNWEILER

A

1910-Picasso

Kahnweiler è il mercante di Picasso, presente nel quadro, scrive il primo saggio sul cubismo “la via al cubismo”: parla di linguaggio e di nuova lingua.
Ritratto arbitrario di Kahnweiler, non si hanno le 4 visioni, linguaggio pittorico che si svolge in maniera coerente, costruisce immagine del mercante secondo la logica di queste forme. Elemento pittorico sulla base che conosco è rappresentata anche dal colore, colore sia stato messo da parte. Operazione concettuale impone di mortificare il tono cromatico, il colore si rivolge ai sensi: non stimolare sensi che devono essere stimolati dal colore.
Kahnweiler: al centro, forma, piani che sono delle mani, verso l’alto seguendo il centro c’è un volto con dei baffi, presente un residuo figurativo.

249
Q

RITRATTO DI AMBROISE VOLLARD

A

1910-Picasso

Vollard ha chiesto a Picasso di rappresentarli in maniera evidente il volto, rispetto a Kahnweiler il suo volto spicca; ambiente/figura/circostanze si compenetra, non ha nessun confine/limite non c’è un linea di orizzonte che stacca la linea della terra dal cielo.
Ambiente e figura sono la stessa cosa sul piano pittorico, raccontare qualcosa che si conosce, si sa che c’è ma non si vede, entrare nella profondità delle cose; emerge il concetto che è diventato linguaggio. Ci sono dei telai, delle griglie che definiscono l’immagine.

250
Q

NATURA MORTA CON SEDIA IMPAGLIATA

A

1912-Picasso

Data importante, cubismo maturo, il linguaggio è formato e chiaro.
Seduta della sedia è appiccicata sulla tela, non è dipinta, la cornice del quadro è una corda che è oggetto che fa da cornice ma che è parte della composizione, siamo agli esordi del collage.
Coerente al suo interno, presente una logica di segni, di struttura pittorica ma è un linguaggio arbitrario che appartiene al mondo della pittura; interagisce nuovo codice del turismo analitico, oggetto rappresentato attraverso analisi concettuale e non come viene esercitato dall’occhio. Sono sovrapposti brani di realtà, presente la seduta e la cornice: coloro coerente e conseguente al colore interno.
Segni che si ritrovano nella struttura de pinei che definiscono la natura morta, scelta della corda dove le linee tendono alla curvatura, richiamo alle curve. Colore interagisce in maniera coerente, non c’è il gesto violento/stacco/litigio.
Opera che segna il passaggio dal cubismo analitico a quello sintetico.

251
Q

UMBERTO BOCCIONI AUTORITRATTO

A

1905-Boccioni

Pittura che deve prendere in considerazione l’elemento concettuale.
1912 in Italia coincide con episodio artistico legata all’avanguardia storica: futurismo italiano. Pittore più noto assieme a Severini è Boccioni, primi futuristi italiani, vissuto una vita breve.
Quadro del 1905 che rappresenta un giovane pittore talentuoso, pittura fatta con pennellate evidenti, le macchie definiscono le foglie dell’albero alle spalle del pittore, vengono caratterizzate sulla base della luce, come la luce le colpisce lui le rappresenta.

252
Q

BALLA AUTORITRATTO

A

1902-Balla

Balla è un pittore maturo che ha assimilato il divisionismo italiano, Balla guarda a Segantini, Pellizza e Previati. Il divisionismo deriva da quell’esperienza.
Si autoritrae come pittore: ha in mano la tavola e si connota sul piano professionale, andamento del quadro di Balla è più maturo, finito.

253
Q

LA GIORNATA DELL’OPERAIO

A

1904-Balla

Chiave divisionista, racconto di una giornata di lavoro: criptico contenuto dentro un quasi quadrato (2 rettangoli divisi in due parti e uno interno) posto in un’unica cornice.
Storica scandita in 3 momenti della giornata: mattina, pomeriggio e sera.
La tecnica è divisionistica, tecnica che formisce il codice pittorico più innovativo, all’avanguardia sperimentale e nuovo.
Balla ci da, oltre alla giornata, una caratteristica in più: operaio è un muratore, costruisce la casa, tema dell’impalcatura; non c’è la luce della luna ma la luce della lampada a dare una connotazione della luci serali.Tema della costruzione e della casa è un tema importante, momento di grande sviluppo urbanistico, di grande cambiamento; inizia il lento passaggio tra società agricola e società industriale. La guornata è scadnita come una storia.

254
Q

RITRATTO DI VIRGINIA MMIELI

A

1910-Balla

Intenta a cucire dentro le mura di casa, il quadro è un passo indietro rispetto a quello precedente da un punto di vista tecnico: linguaggio divisionista e commissione di essere rappresentata con una tecnica più appropriata, meglio definita.
Volto della signora calato sul lavoro di cucito, mani, dettagli del pizzo dell’abito: tratti divisionisti, ma il racconto della donna è più ‘800esco, si cala dentro i modi accademici piuttosto che nel nuovo linguaggio.

255
Q

ROMANZO DI UNA CUCITRICE

A

1908-Boccioni

Dopo il ritratto del 1905, ci da il romanzo di una cucitrice. Romanzo della donna che sta leggendo; modo in cui il racconto/immagine è offerta: divisionismo maturo, tecnica matura divisionista rispetto alla tecnica vista nell’autoritratto del 1905.
Divisionismo assimilato: pittura che si richiama alla pittura dei maestri.
Interno con macchina da cucire, è una professionista, cuce per guadagnare soldi, strumento tecnologico avanzato all’epoca; sorella di Boccioni che cuciva,l egge un romanzo.
La parte alta è una finestra aperta che illumina parte della figura, illumina anche parte della stanza, dal buio si passa ad un tono più chiaro. La luce è un elemnto importante per Boccioni, la luce è il vettore che mette in comunicazione esterno ed interno: interno ed esterno in questo caso. Il passaggio interno ed esterno nella pittura del pittore è fondamentale fino al 1912.

256
Q

NUDO DI SPALLE

A

1909-Boccioni

Dipinto la madre, tecnica divisionista.
1909, tecnica fortemente divisionista; colta di spalle da un punto di vista rialzato, colpita dalla luce. Quadrio notevole da un punto di vista tecnico.

257
Q

UMBERTO BOCCIONI AUTORITRATO (1908)

A

1908-Boccioni

Autoritratto in via Castel Morrone dove è appesa la targa.
Passa dall’autoritratto con tecnica incerta, non così definita ad un autoritratto compiuto, divisionista.
Dietro questo autoritratto è presente l’altro autoritratto del 1905, tela a doppia immagine: doveva risparmiare, non aveva intenzione di buttare la tele/coprire l’autoritratto.
Si ritrae più sicuro nella tecnica, ha in mano la tavolozza, si connota come pittore, si mette un po’ in diagonale per entrare nello schermo.
Paesaggio urbano, rapporto figura e paesaggio urbano: chiave di lettura fino al 1912, ricerca non solo sulla tecnica divisionista che è matura ma è la ricerca del rapporto fra figura e ambiente e paesaggio: due temi, la figura (ritratti/autoritratti) in rapporto al paesaggio urbano, in costruzione. Si vedono delle impalcature, zona periferica, fuori da Porta Romana, stava fuori dalla mura, zona che si stava sviluppando, all’epoca era tra città e campagna.

258
Q

TRE DONNE

A

1909-1910-Boccioni

Tre donne della sua vita: mamma, Ines e la sorella.
Divisionismo usato in maniera sapiente, la luce è determinante nelle due figure più giovani (Ines e Amelia), la madre è seduta con la mani raccolte in grembo ,lei più in ombra ma in primo piano; poi si passa alla sorella e per ultima la fidanzata.
La luce illumina le due giovani, l’anziana donna è in primo piano ma la luce non la illumina. Raggio che non si vede ma che si sente agire sulle figure cine dall’esterno: rapporto interno-esterno, esterno-interno che avviene grazie al vettore luminosi.

259
Q

LAMPADA-STUDIO DI LUCE

A

1909-Balla

Elettricità: la luce elettrica è uno dei temi importanti del futurismo e della modernità. Futurismo= proiezione al futuro, scelta consapevole del gruppo e non di un critico.
Studio di luce (lampada) che illumina la luce, dalla lampada al centro, diventano raggi i triangoli di luce, segni triangolari come frecce.
Quadro del 1909 (=anno di fondazione e manifesto del futurismo da Marinetti): si parla della modernità, prosa carica, piena di aspettative, annuncia e dichiara della cose. Manifesto poetico sul piano artistico.
Pittura di 20anni prima, la forma del futurismo: dinamicità presente, resa dinamica dalla sparata della luce che diventa cuore centrifugo, mette in azione i segmenti che escono dalla cornice del quadro, sono tagliati. La pittura è vecchia.

260
Q

SORELLA AMELIA AL BALCONE

A

1909-Boccioni

Immagine vecchia anche nel soggetto. Vecchia sul piano della pittura, divisionismo che si conosce, ci si aspetta una forma nuova, ma elaborare un nuovi linguaggio è difficile.
Il tema avviene prima della forma, la modernità, il futuro, la luce, la città, lo scenario urbano che si trasforma; trasformazione di aree agricole in aree urbane: trasformazione che avviene sotto gli occhi di Boccioni, luogo periferico dove sotto i suoi occhi vede la città trasformarsi. Immagine in primo piano c’è la sorella al balcone col braccio appoggiato; oltre c’è un paesaggio connotato sul piano urbano che su quello agricolo: campo su cui stanno passando animali ,in fondo ci sono case costruite, cantiere:Mulino Verga, sito industriale fuori dalle mure della città, ex-biscottificio.
Pittura che sul piano del tema coniuga vecchio e nuovo.

261
Q

OFFICINE A PORTA ROMANA

A

1909-Boccioni

Quadro che racconta una realtà in trasformazione, luogo che al di là delle mura si sta trasformando da agricolo a città. Presente un pezzo della città di Milano, edificio ancora visibile ,parte della centrale elettrica costruita nel 1905 in viale Isonzo, una delle 3 ciminiere che all’epoca facevano parte del complesso della centrale elettrica.

262
Q

GIGANTI E PIGMEI

A

1910-Boccioni

Presente al MOMA, quadro più importante del divisionismo che è stato venduto.
Disegno scandito a criptico che rappresenta il lavoro. Presenta un albero di viale Isonzo, specie di martello pneumatico che solleva il piano stradale, vengono abbattuti gli alberi: serie di personaggi che caricano sui carretti il materiale che viene sollevato, stanno scavando per creare vasche di decantazione per far raffreddare l’acqua che esce dalla centrale elettrica.
Dipinge ispirandosi ai lavori che vede, elimina il racconto e lo pone in una grande tela in chiave divisionistica che racconta il lavoro in termini simbolici, racconta il lavoro e la città che cresce: forza dei due cavalli che creano delle onde ,onda che sale, città che cresce e allo stesso tempo si scontrano, immagine simbolica di qualcosa che cresce e che ne crescere travolge gli uomini.
Il tema della città, luogo della modernità per eccellenza dei futuristi, Boccioni la traduce nella tela simbolica legato alla città che cresce.
Il trasferimento diventa l’acceleratore della tematica Boccioniana legata al futurismo passa ad un luogo fortemente attivo: presente la centrale, il mulino e scalo ferroviario.
Si ispirerà a quello che ha sotto gli occhi e svilupperà la tecnica dinamica: si va al di là del semplice racconto per illustrare una crescita che è dinamismo puro.

263
Q

RISSA IN GALLERIA

A

1910-Boccioni

Tema urbano milanese: la rappresentazione della rissa viene cercata dai futuristi: nel corso del tempo ci furono diversi scandali nell’arte: dalle figure nude, al salone dei rifiutati e questi erano scandali che rimanevano circoscritti tra i critici e i giornali i quali rappresentavano scandali circoscritti, e in qualche modo rappresenta un mezzo di comunicazione: si capì che lo scandalo creava successo.
Per tanto i futuristi cercarono di anticipare gli scandali del secolo, e lo facevano in maniera prepotente: quest’ultimi, essendo i pionieri dello scandalo, non si limitavano a creare l’opera scandalosa (in quanto il pubblico del tempo era per lo più analfabeta ) ma mettono in atto le prima performance: ossia andavano a provocare le persone scatenando risse e a seguito di ciò i giornali parlavano di loro.
In quest’opera si ritrova il movimento e le idee futuriste, ma la pittura procede qualche passo indietro ossia si ritrova il divisionismo e non ancora la forma futurista.

264
Q

STATO D’ANIMO III, QUELLI CHE RESTANO

A

1911-Boccioni

Boccioni in questo periodo si recò a Parigi, dove venne a contatto con Picasso e con il cubismo analitico, nel quale trovò un nuovo alfabeto che permetteva di raccontare con un nuovo linguaggio i temi futuristi. I futuristi al tempo stesso, accusano i cubisti di imbalsamare l’immagine, mentre i cubisti ritengono di dare dinamismo all’immagine.
Esso è un trittico: composto da tre sequenze. Boccioni, non diventa un seguace di Picasso, ma prende “l’alfabeto” cubista e ne fa qualcosa d’altro.
Il quadro nonostante la sua semplicità contiene un elemento invisibile (lo stato d’animo).
Si ritrovano delle linee verticali che scandiscono tutta l’opera, dunque quello che restano vengono fissati dalle verticali, mentre nella diagonale si da dinamismo con l’inserimento che creano le figure→creando un dinamismo statico.

265
Q

VISIONI SIMULTANEE

A

1911-1912-Boccioni

La visione è dall’alto: si ritrova una donna di profilo, la quale si raddoppia ossia viene riflessa; poi si ritrova un piatto e una brocca (parte azzurra) in primo piano e una cornice urbana con palazzi.
Qui la costruzione parte dal cubismo, solo che rispetto al quadro precedente si colora, difatti i futuristi usano il colore in modo sensoriale.
Parte dal cubismo, ma solo nella forma poi i futuristi danno dinamismo (con linee dinamiche) in quanto elemento chiave.
Anche qui si a contrasto interno-esterno: il paesaggio urbano entra nella casa, e la figura che si raddoppia entra nel paesaggio, dunque il tutto si compenetra.
Compenetrazione dei piani: gli elementi nell’opera sono connessi tra loro.
Questa compenetrazione dinamicizza l’immagine.

266
Q

LA STRADA ENTRA NELLA CASA

A

1911-Boccioni

Al centro vi è una donna, la madre, appoggiata al balcone e sta osservando quello che avviene sotto il suo sguardo: quello che sta guardando è il cantiere (cantiere aperto sul parto che si appare nell’opera della sorella che legge) che si è aperto sotto casa (lavori x un mulino). In quello spazio che separava Amelia dal mulino Verga, viene costruito un’altro mulino.
Questo quadro appare non riuscito, in quanto lo spazio del cantiere è riempito di piccole figure che rappresentano i muratori che sono rappresentati in maniera stilizzata. Queste numerose figure sembrano formare un presepe.
Il paesaggio è in linea con il futurismo, però quelle figure, che sono realizzate come descrizione, va a definirle eccessivamente.

267
Q

MATERIA

A

1912-Boccioni

Al centro dell’immagine vi è la madre, dove le dita sono intrecciate e un elemento potente che esce dal quadro.
Questo quadro rappresenta la città che salita/che si è sviluppata; poiché in quel triennio, il prato del 1909 non c’è più ma c’è il mulino, le vasche di decantazione ecc.
Questo è un quadro di arrivo: l’alfabeto cubismo si vede, ma è profondamente rinnovato, soprattutto vi è la forma per il futurismo: dunque tutto quello che i futuristi predicavano ora possono esprimerlo poiché hanno la forma giusta per esprimere quelle idee. Le nuove idee vengono espresso attraverso i piani dinamici che si connetto l’un l’altro.
Ritroviamo quindi la madre, i carri, le ciminiere della centrale elettrica e l’ingresso del mulino Besozzi nonché i palazzi e i balconi che stanno a destra e sinistra del balcone sul quale la madre si affaccia.

268
Q

LA GALLERIA DI MILANO

A

1912-Carrà

Rispetto all’opera precedente di Boccioni, nella quale si riscontrano colori vivaci, qui Carrà rappresenta la galleria, che è decisamente più legata al linguaggio cubista.

269
Q

DONNA AL BALCONE

A

1912-Carrà

Stesso tema di Boccioni, ma diverso: qua si ritrova un’acronia limitata: inoltre la donna al balcone è vista dal dietro.I piani sono anch’essi dinamici e connessi, però si sente ancora fortemente la presenza del linguaggio cubista.
La donna al balcone non fa parte delle parole chiave dei futuristi, ma rappresenta un tema qualsiasi, l’unica cosa che rientra nel futurismo è il linguaggio i cui viene costruita.

270
Q

LE MANI DEL VIOLINISTA

A

1912-Balla

Dinamicità le mani del violinista, con tecnica divisionista, attraverso la reiterazione/ ripetizione della mano del violinista: ciò ha una derivazione tutta fotografica. Difatti in quel periodo vi erano degli esperimenti fotografici sulla scomposizione del corpo umano.

271
Q

BAMBINA CHE CORRE SUL BALCONE

A

1912-Balla

Qua la bambina è reiterata/ripetuta, dando così dinamicità e movimento.

272
Q

DINAMISMO DI UN CICLISTA

A

Boccioni

Non si ha più il divisionismo, ma si ha la composizione di piani attraverso le pennellate: il ciclista al centro che si addensa (addensamento di piani) dove bicicletta e ciclista sono connessi i quali si condensano in dinamicità. Questa velocità deforma, non è più l’immagine precisa, ma è una forma determinata dal movimento, e quest’ultimo deforma la forma naturalistica.

273
Q

RITRATTO DI FERRUCCIO BUSONI

A

1916-Boccioni

Uno degli ultimi quadri dell’artista. F. Busoni era un musicista; Boccioni parte per combattere, e morirà cadendo da cavallo (non in prima linea).
Questo quadro è diverso, dove Boccioni fa un passo indietro: qua Boccioni sembra ripensare a tutto quel fervore che si era formato nel corso del tempo, ma con la guerra ritorna sui suoi passi, tornando a Cézanne, tornano al linguaggio contemporaneo→ ripensamento pittorico ma anche esistenziale.

274
Q

STUDIO DI MATERIA

A

1912-Boccioni

Disegno preparatorio per materia.Q uesto disegno ha uno sviluppo orizzontale, ma poi l’opera finale è verticale. Il motivo per cui il disegno è stata fatto in orizzontale è perchè l’artista pensava di farla così. Boccioni inizialmente pensò di connettere il tutto e per farlo era necessario comprimere il disegno, che invece non è, pertanto decise di allungare la tela al fine di comprimerla.
Inizialmente vi è uno stacco tra balcone e abito, dopo di che non vi è più in quanto li unisce, creando quindi connessione.

275
Q

FORME UNICHE DELLA CONTINUITÀ NELLO SPAZIO

A

1913-Boccioni

Scultura: Rappresenta un uomo che camminando si deforma, dove spazio e atmosfera si uniscono.
Alla mostra, boccioni espone le sue opere in gesso: la mostra era all’aperto e la pioggia le distrusse:
- rimaste sono forme uniche della continuità nello
spazio e poche altre
- andate perdute sono rimaste solo in fotografia

276
Q

AUTORITRATTO KANDINSKY

A

1884-Kandinsky

Era un artista con grandi capacità artistiche, si ritrae con una tavolozza in mano, connotandosi come pittore.

277
Q

AUTORITRATTO MONDRIAN

A

1918-Mondrian

Anch’esso è un artista capace nel dipingere: lo sfondo interessante.

278
Q

AUTORITRATTO MALEVIC

A

1908-Malevic

Si rappresenta in maniera meno definita e meno accademica/tradizionale, il colore del volto non è realistico (verde) appare anti-naturalista.

279
Q

PORTO DI ODESSA

A

1896-1898-Kandinsky

Rappresenta una visione figurativa e mostra la capacità di saper rappresentare la realtà.

280
Q

COPPIA A CAVALLO

A

1906-1908-Kandinsky

Racconta con un tono fiabesco, delle fiabe russe. Per tanto si ha una ripresa della letteratura fiabesca russa.
Tecnica particolare: sono dei monotipi ossia una pittura sul vetro che poi viene impressa sulla carta.

281
Q

MOURNAU

A

1908-Kandinsky

Assistiamo ad una esplosione di colori.
Questi quadri rappresentano Mournau non in maniera realistica, ossia il colore reale della cittadina è molto spento, ma Kandinskij da molto colore alla cittadina.
Troviamo ancora una rappresentazione fiabesca che fa riferimento alla cittadina di Mournau.

282
Q

MONTAGNA BLU

A

1908-Kandinsky

Assistiamo da una visione accesa, a una visione sfuggente: si ritrova una montagna azzurra,gli alberi ai lati e i cavalieri accennati e stilizzati.
Sta riflettendo su altro.

283
Q

MONTAGNA

A

1909-Kandinsky

Qua la montagna è assai stilizzata: ci racconta di una montagna con un paesino in cima, un cavaliera e il paesaggio. Pittura molto elementare, appare come uno stimolo alla creatività.

284
Q

PRIMO ACQUERELLO ASTRATTO

A

1910-1911-Kandinsky

In quel tempo, l’arte era già arrivata ad essere autoreferenziale ossia non deve per forza essere educativo ma può essere fine a se stessa. Kandinskij comprende che la musica è per eccellente astrazione, per tanto le opere di Kandinskij devono essere interpretate come quest’ultima. La musica esprime qualcosa e così fa anche la sua arte.
Kandinskij si cala nei panni di un bambino, rinunciando ai tutti i suoi saperi tornando ai quei segni che non dicono niente, ma che esprimono.
Questi sono segni che non dicono nulla, perché vengono tracciati prima di fare delle linee e disegno.
Questo lo fa per fare qualcosa di diverso, l’astrazione: non rappresenta più la realtà però deve avere un suo equilibrio di forme e segni. Ci sono degli equilibri non definiti ma arbitrari che però sono fondamentali perché tengono insieme il disegno. Qua tutte le forme e i segni occupano l’opera e sono attivi: qui l’immagine regge e ha una sua struttura.
Traspare comunque la capacità dell’artista nel modo in cui sono disposti i segni nel foglio. Dentro questi segni ci sono forme simbolo che appartengono all’alfabeto astratto.

285
Q

CAMPANILE DELLA CHIESA

A

1910-Mondrian

Si stacca dai quadri visti in precedenza. Pittore: inclinazione religiosa; campanile: presenti le pennellate evidenti, superficie ben stesa superata; Mondrian rimanendo legato alla realtà.

286
Q

BAGNANTE

A

1910-1911-Malevic

Linguaggio primitivistico, le pennelate dell’ambiente sono gli stessi che connotano l’incarnato della figura, segno nero fa sbalzare la figura, la fa emergere dal contesto genereale da queste pennellate che non sono ancora peonnellate organizzate.
Si sente in manioera distante nella complessità della pennellata di Cezanne, si sente l’organizzazione/piani tracciati/identificati da pennellate accostate l’una all’altro che definiscono piccolo piano: richiamo a Cezanne in parte, richiamo non molto definito e preciso.

287
Q

EVOLUZIONE

A

1911-Mondrian

Richiamo alla teosofia, quadro facile in cui si richiama l’unione fra cielo e terra. Elementi quasi religiosi, segni estremamente minimi.
Volti: due verso l’alto e uno diretto allo spettatore, i 2 volti verso l’alto hanno colori diversi; ciò che distingue sono soprattutto i capezzoli e l’ombelico: figure laterali sono definite da piccoli triangoli, punta verso basso (dx): terra ,alto cielo, la figura di destra fa dei rombi.

288
Q

IMPROVVISAZIONE 26

A

1912-Kandinsky

Improvvisazione, composizione ed impressione: titoli che richiamano alla musica; dicono che è presente una differenza fra l’impressione e la composizione: impressione è fugace, meno definito; le composizione che sono inferiori come numero, sono più sciolte dal punto di vista della struttura dei segni entro la superficie pittorica.
Parte della critica/storico dell’arte a definire i segni che compongono l’immagine astratta, segno ovale rosa: linea curva che definisce quasi un ovale ma che si interrompe nella parte alta: bisogna ricorrere ad una descrizione fattuale.
Linee nere entrano all’interno del campo visivo, possono richiamare il pentagramma, ma sono 6 e non 5, sono linee nere che hanno questo richiamo; ci sono sotto della macchie: gialla, blu e verde.
Parte alta i segni sono più densi ma sono più dense anche le macchie di colore. In questo caso riguardo all’astrazione, bisogna andare al di là della ricerca di corrispondenza, tipo di corrispondenza fra forma rappresentato e l’oggetto esterno.
Opera che si approccia con gli occhi sul piano cromatico: usa il colore come una nota musicale; piacevolezza dei suoni, musica cromatica, approccio con gli occhi il quadro, li attira sul piano ottico cromatico; il colore nella chiave di un espressionismo che non è espressionismo astratto, si parla di espressionismo: esprime più che rappresentare senza la carica di critica che si connette al colore che distorce la natura/realtà e che la carica di critica. Idea di espressione cromatica, bellezza cromatica.

289
Q

IMPROVVISAZIONE 28

A

1912-Kandinsky

Si è vicini ai ghirigori/pasticci, presenti richiami residuali alla realtà: forme che sembrano di un campanile, casa allungata.
Presente una specie di montagna, vista in un quadro del 1910, montagna con in cima un villaggio, accenno alla specie di cavallo e cavaliere.
Kandinsky vuole andare oltre alla realtà, propone quadro che deve suonare, segni neri invitano a pensare al pentagramma. Richiami a macchie presenti nei suoi acquerelli, sono organizzate in maniera diversa, meno tendenti al gioco del pasticcio, più organizzate dentro lo spazio della tela, molti più interventi di nero.

290
Q

TAGLIALEGNA

A

1912-Malevic

Salto notevole, taglialegna definito da forme cilindriche che richiamano ai tronchi di legno, ma anche la figura è formata da un andamento/definizione geometrizzante e geometrica. Colori sono gli stessi che definiscono i tronchi; il salto lo fa perchè ha visto qualcosa che lo ha stimolato a fare un salto ulteriore sul piano del linguaggio verso qualcosa di nuovo.

291
Q

ALBERO

A

1910-1911-Mondrian

Inizia una serie dedicata all’albero. Albero ha una sua tendenza all’astrazione, senza il tronco si presenta una forma astratta; albero spoglio, toglie il dato di piacevolezza delle foglie, albero colto durante l’inverno.
La natura/inclinazione di Mondrian lo portava a considerare la natura peccaminosa: natura rappresentata con grazia e bellezza si rivolge ai sensi, aspetto peccaminoso della cultura puritana che rimane dentro di lui per tutta la vita. Albero spoglio, attraente dal punto di vista pittorico.

292
Q

ALBERO (1912)

A

1912-Mondrian

Stesso albero. Non c’è più il colore, organizzazione dei bianchi sono come contenute dentro il groviglio forato dai rami.
Nel primo quadro i rami si sovrappongono, sono in primo piano; nel 2° quadro i rami e le pennellate bianche definiscono un tessuto di poiani: si può pensare ad un cielo bianco, ma Mondrian sta sperimentando una forma nuova: 1912 deve aver visto qualcosa che lo ha fatto cambiare.

293
Q

ALBERI IN FIORE

A

1912-Mondrian

Si torna al cubismo analitico, in quegli anni stava nascendo questo nuovo modo di rappresentare: punto di partenza per un nuovo linguaggio antinaturalistico che si stacca dalla realtà, linguaggio della pura pittura che si esprime per forme, colore e segni.
Passaggio importante e significativo anche nel rapporto fra pubblico e opera, pittore non rappresenta più ciò che l’osservatore osserva, bisogna quadre il quadro con occhi diversi, non basta l’occhio: importante la partecipazione, definire nuove realtà espressive.

294
Q

NATURA MORTA

A

1912-Mondrian

Nel cubismo analitico Mondrian vede un linguaggio che si avvicina ad una sorta di conciliazione tra componenti diversi: componente di un bello che deve essere morale; egli vede la possibilità di conciliare il bello e morale nel cubismo: qualcosa che appartenga all’espressione artistica, ma sia meno sensuale e peccaminoso.

295
Q

COMPOSIZIONE VI

A

1913-Kandinsky

Le composizioni sono poche rispetto alle improvvisazioni ed espressioni, sono numerate con numeri romani. Opere più dense e strutturate, composizioni dove ci sono immagini composte con segni più addensati, zone diverse composte in maniera diversa, toni diversi. In alto a destra c’è un tono cupo, dalla parte opposta nell’angolo in basso a sinistra ci sono toni aerei, macchie più vaporose e ampie rispetto all’altra diagonale, in alto a sinistra presenti macchie e segni che trovano corrispondenza nella parte bassa.
Descrizione fattuale: cosa si vede sulla superficie pittorica che esclude la comprensione, pura descrizione.

296
Q

COMPOSIZIONE VII

A

1913-Kandinsky

Centrifuga, quasi viene definito al centro una specie di rombo nel quale le figure sono segni addensati.
Ci sono delle fughe verso l’esterno del centro, dove si allarga il tutto, composizione non solo centrifuga: presente una sorta di composizione diagonale, se si traccia la diagonale da sx a dx, la stessa densità viene ripetuta all’esterno.
La descrizione fattuale fa meditare su ciò che si sta vedendo.
Kandinsky parte dell’acquerello astratto ed arricchisce il suo alfabeto, contrario di Picasso e Braque; Kandinsky è l’unico che non ha interesse per il cubismo, lo conosce, intravede la possibilità del linguaggio, ma va in una direzione opposta, l’oggetto non conta più, astrazione da qualsiasi forma che vuole riportare alla realtà e fa cantare il colore.

297
Q

ARROTINO

A

1912-1913-Malevic

Fase analitica, rappresentato partendo dal linguaggio analitico di Picasso e Braque. Immagine particolare, introdotta una dimensione dinamica, si parla di cubofuturismo, l’arrotino è ritratto nella sua azione, dinamismo interno, richiamo alla ruota dell’arrotino è un richiamo ad una forma dinamica.
Piede con la scarpa reiterato, linguaggio messo in atto di costruzione dell’immagine parte dal cubismo.
Somma tre aspetti: cubismo analitico, colore alla Kandinsky e con l’idea dinamica del futurismo; colore, linguaggio analitico del cubismo e dinamismo.

298
Q

RITRATTO DI KLJUN

A

1913-Malevic

Passaggio dal cubismo analitico al sintetico.
Applica codice espressivo, in un ritratto ci sono le forme che alludono in forma minima alla realtà: specie di volto sintetizzato, occhio, qualche ricciolo.
Pittura che si esprime con un proprio linguaggio, indipendente da qualsiasi altra forma di rappresentazione di immagine.
La pittura si è imposta, riciclata andando al di là della realtà: protagonista attraverso un linguaggio del tutto suo, interno alla ricerca pittorica.

299
Q

COMPOSIZIONE CON ALBERI

A

1912-1913-Mondrian

Guarda la cubismo analitico, c’è troppo colore per il cubismo sintetico.
Deve purificare l’immagine dalla sensualità riducendo il tutto a segni semplici, linee verticali ed orizzontali, qualche diagonale e pennellate chiare che diventano sporcate dal nero.

300
Q

FACCIATA DI UNA CHIESA

A

1914-Mondrian

Richiamo al luogo di culto ,richiamo alla facciata nelle forme curve: porta, finestre, la facciata con i diversi piani e finestra. Togliendo le curve ed archi che definiscono le finestre si ha una specie di labirinto.
Mondrian diventerà famoso presso architetti, decoratori ed allestitori di negozi.

301
Q

QUADRATO NERO SU FONDO BIANCO

A

1914-1915-Malevic

Azzeramento non solo dell’immagine naturalistica percepita dall’occhio: azzeramento anche del colore. Dopo il periodo di cubofuturismo e di una costruzione cubista sintetica arriva al suprematismo: elemento supremo dell’arte, azzeramento totale per ricostruire, elemento che segnò la fine ed un nuovo inizio, fortemente idealizzato e politicizzato.
Sorta di rappresentazione dello spazio della tela all’interno è presente un quadrato piccolo, nero, azzeramento del colore e dell’immagine :grado zero dell’immagine e del colore, non della pittura: immagine geometrica fatta con colore e pennelli, definita ancora con gli strumenti tipici e tradizionali del pittore.

302
Q

QUADRATO BIANCO SU FONDO BIANCO

A

1918-Malevic

Azzeramento totale. 1918 data fondamentale: finisce la prima guerra mondiale, finito il grande massacro si ha la proposta di Malevic.
Malevic è in Russia, nel 1917 è presente la rivoluzione che segna un grande passaggio, abbattimento regime politico, egli ci partecipa come militante politico ed artistico, passaggio dal vecchio al nuovo, nuove aspirazioni ed ideali, tutto ciò che ha portato alla rivoluzione: passaggio dal vecchio al nuovo mondo.
Azzeramento figurativo, cromatico e politico, si propone come una pagina nuova per tutto il corpo sociale russo. Azzeramento, colore e immagine, ha usato strumenti tradizionali, colore bianco, pennello per stendere il colore e la tela.

303
Q

FRUTTIERA

A

1910-1912-Leger

Le date sono messe a posteriori, Leger contemporaneo di Picasso e Braque, presente quando il cubismo analitico si è imposto. Il suo cubismo è sintetico, i piani sono larghi.
Come Malevic usa moduli concentrici che ricordano i tubi.

304
Q

3 AMICI

A

1912-Picasso

Picasso, dal cubismo analitico, ampliamento dei piani, arriva negli anni 20 a riproporre la figura. Logica cubista è costruttiva anche quando si accennerà alla figurazione.

305
Q

NU AUX BAS NOIRS

A

1910-Duchamp

Nudo con le calze nere, dipinto accettabile, sembra un pittore incerto, non corrisponde alla novità.

306
Q

RITRATTO DI DUCHAMP PADRE

A

1910-Duchamp

Richiamo di Cézanne nel tratto cromatico, padre personaggio notevole: ha dato la possibilità a Duchamp e ai 4 figli di fare gli artisti, grazie a lui, che apparteneva alla buona borghesia: lasciati esprimere come meglio credevano.

307
Q

PORTRAIT DE JOUEURS

A

1911-Duchamp

Quadro traballante dal punto di vista pittorico, segue Braque e Picasso: dipinge i giocatori di scacchi in una nuova modalità. Non è un grande quadro, corrisponde al Processo analitico.

308
Q

FOTOGRAFIA: SCHACCHI CON EVE

A

1961-Duchamp

Fotografia, prima mostra antologica del pittore, ha 76 anni, si presenta al museo nella sua prima mostra antologica con una signora nuda. Duchamp stava giocando a scacchi.

309
Q

GIOVANE TRISTE IN TRENO

A

1911-Duchamp

Cubismo analitico.
Titolo: bisogna ragionare come fa il giocatore di scacchi, il titolo rivela molte cose del quadro, il treno che è un oggetto in movimento, elemento dinamico, si ha una forma reiterata, legata al dinamismo (corrente dinamico futuristica), componente cubista ma viene dinamicizzato: non è cubismo, ma cubo-futurismo.
Lo connota anche sul piano psicologico, il titolo ha anche un valore letterario.
Pittore maturo, pittore cubista capace di esprimersi in maniera coerente ed appropriata

310
Q

PASSAGGIO DELLA VERGINE ALLA SPOSA

A

1912-Duchamp

Titolo notevole, quadro letto ed interpretato svariate volte. Figura centrale alambicco.

311
Q

LA SPOSA

A

1912-Duchamp

Quadro perfetto dal punto di vista della conduzione pittorica, logico, coerente ben composto e dipinto.
Torna continuamente sul titolo la sposa.

312
Q

NUDO SCENDE LE SCALE N2

A

1912-Duchamp

Quadro più famoso. Titolo presente al tradizionale del nudo, ma è l’unico che scende le scale. Elemento dinamico, scende le scale, presente la figura: nudo maschile o femminile? Quadro cubo-futurista, scende le scale. Si presenta alla mostra dei cubisti ma non lo fanno esporre, i suoi quadri partono dal cubismo, ma sono dinamici, non è un cubista ortodosso, non appartiene alla politica del cubista, ma corrisponde anche ad un futurista italiano.
Egli guardava alla fotografia, non ai futuristi italiani: fotografia che scomponeva i corpi umani.
Egli ritira i quadri della mostra, manda i quadri ad un’altra mostra: Armorico (NY), dove il nudo che scende le scale diventa il quadro più importante della mostra.

313
Q

RUOTA DI BICICLETTA

A

1913-Duchamp

Definita “ready made”, Duchamp non si da più alla pittura, pittura radicale come un modo per fare arte. Non è una scultura, non è pensata in rapporto a niente, non è un quadro/scultura ma è un’opera d’arte, mette in discussione la nozione di arte: è arte o non è arte?
Deflagrazione delle vecchie tecniche: qualsiasi oggetto/materiale può cambiare di segno, essere trasformato: non hanno più quella funzione di uso, le trasformo e le faccio diventare un’opera d’arte. Duchamp non la espone, non c’è fruizione, studio-casa, l’opera inizia a circolare dopo che gli è stata fatta la foto.

314
Q

SCOLABOTTIGLIE

A

1914-Duchamp

Ha inventato il bello e pronto: scolabottiglie. Non è originale, di originali ce ne sono pochi, egli gli regalava; non è mai stato esposto. Sono diventati prodotti ed opere d’arte dopo la seconda guerra mondiale, dopo che ci si è accorti che Duchamp aveva rivoluzionato tutto. Da oggetto d’uso quotidiano ad un’aurea estetica.

315
Q

FONTANA

A

1917/1964-Duchamp

Oggi che hanno un bibliografia importante.

316
Q

LA SPOSA MESSA A NUDO DAI SUOI SCAPOLI

A

1915-1923-Duchamp

Opera difficile, definito il grande vetro.
Descrizione fattuale: diviso in due apparentemente, al sbarra in mezzo è stata messa dopo che il vetro si è rotto ed ha creato il crepage (rotto durante un trasloco).
Ci sono numerose copie, l’originale si trova a Philadelphia. Eliminando i fatti casuali (sbarra e vetro rotto), dopo che sono stati inseriti era ancora vivo, zona alta: nuvole con 3 lenzuola appuntate, forma vista nei quadri intitolato “la sposa”; crepage, parte con macinatrice di cioccolata, una slitta di ferro con una pala, dei ritagli/manichini da sarto e degli spuntoni.
Ci sono tanti elementi, zona degli spari: buchi nel vetro fatti col trapano, elastico con fiammifero acceso e dopo è stato bucato.
Vetro trasparente, aspetto palindromo ha una sua giustificazione, non è sufficiente perchè è trasparente, è vero che dalla parte opposta si vede in negativo ciò che si vede dall’altra parte, ma si inquadra anche ciò che io vedo attorno a me, dispositivo di messa in quadro di un dispositivo di realtà secondo un’immagine figurativa, in un impianto di forme/insieme di forme rappresentate entra ciò che il vetro inquadra per effetto della sua trasparenza.
La scelta di Duchamp è un scelta programmata, vetro=macchina che produce immagine nel momento in cui è inquadrata all’interno della sua cornice, dispositivo inquadrante.

317
Q

ANEMIC CINEMA

A

1926-Duchamp

Si diletta coi palindromi. Moto concavo e uno convesso, come la porta che si apre e chiuse.
Il titolo è quasi un palindromo

318
Q

SENZA TITOLO

A

1670-Gysbrechts

  1. Si pensa alla prima opera palindroma, retro della tela.
  2. Importanza dell’ombra: foto con qualità, da importanza all’ombra, è più grande l’ombra del readymade, riproduce l’attaccapanni.

Intelligente perché ha capito come funziona il sistema dell’arte e l’arte in generale, ha deciso di ingaggiare una partita con gli spettatori, con lo spettatore interessato egli dice che lui fa la metà dell’opera, ma a fare funzionare la macchina è lo spettatore, lui da le forme e lo spettatore da la propria interpretazione: qualità del contributo è maggiore/minore rispetto al numero di pistoni che si fa funzionare.

319
Q

ROSE SELAVY

A

Alter ego di Duchamp, Duchamp che si traveste: gioco intelligente, esibito in tono leggero con dietro intelligenza; gioco ricco di significati: il messaggio è forte, vuole abbattere l’immagine dell’artista maschia che solo lui ha un ruolo; apre il mondo alle donne.
Duchamp è un personaggio complesso, è colui che ha allargato il ventaglio dei materiali per l’arte, ha immesso nella produzione artistica i valori concettuali e di riflessione che erano contenuti nella pittura di Cézanne; egli elimina il quadro e lascia il concetto→ pura riflessione artistica che è oggetto dell’arte.
1912: invito a Duchamp da parte degli artisti del gruppo cubista, di ritirare le opere.
Egli le affida al gruppo di pittori/imprenditori americani che sono in Italia tra il 1911/1912 per organizzare una grande mostra che si terrà a NY nel 1913: mostra con rilevanza storica importantissima: prima mostra importante che è organizzata a NY e che rappresenta l’ingresso di tutto ciò che si è sviluppato a partire dal romanticismo al 1913 (arte delle vecchia Europa va in America); mostra enorme con più di 1300 opere: introdotto la cultura artistica europea sviluppata dopo David (neoclassicismo), a partire da Delacroix fino all’astrattismo (Kandinskij). Mostra che ha introdotto le avanguardie europee in America.

320
Q

ARMONY SHOW

A

1913

Organizzata in un’armeria, apparteneva all’esercito.
Un tempo limitato, durata di 1 mese, gli organizzatori “associazione dei pittori e scultori americani”, la mostra poi è andata a Chicago e a Boston; ebbe 88 mila visitatori.
C’erano tanti quadri: percorso labirintico ma nulla è casuale: eccesso di opere d’arte, un’opera si confonde con l’altra, la percezione di insieme confonde le singolarità.
I curatori hanno deciso che le opere andava appese sulla base di un percorso (ordine tematico, alfabetico), il percorso deciso dall’autore è una chiave di lettura e vuole creare una sorta di suspance/attesa: ha un senso che non è solo quello di dirigere le persone ma al suo interno può contenere anche un senso.
In questa mostra, a destra e a sinistra le prime sale sono dedicate ad artisti americani: il primo impatto non era con la cultura europea/avanguardie europee ma con la tradizione americana, sono artisti sconosciuti.
La mostra al posto di presentare la cultura europa voleva esser un confronto far la tradizione americana legata alla figurazione e quella europea legata agli sviluppi della pittura: diventa autoreferenziale, pittura incomprensibile; quella americana che aveva sviluppato il tema del paesaggio dell’800, si era rinnovata sul piano tematico, dal paesaggio alla realtà ma non si sconnette dalla realtà, rimane connessa ed offre immagini comprensibili a qualsiasi occhio.
Dopo è presente Brancusi, sta emergendo dalla forma, esegue forme eleganti ma difficili da accettare.

321
Q

IMPROVVISAZIONE, GIARDINO DELL’AMORE

A

1912-Kandinsky

Si è passati attraverso numerosi quadri figurativi.
In questo quadro realmente si vedono delle macchie: gioco dell’interpretazione connessa all’itinerario.

322
Q

MATISSE ALLA MOSTRA NY

A

Quadri che non dispiacciono, colora bene, ha un giusto del colore che va al di là della rappresentazione: capacità cromatica, senso del colore fantastico.
Si vede l’armonia, piacere delle macchie che somigliano a qualcosa e non rappresentano in maniera chiara l’oggetto.
Figura problematica dal punto di vista anatomico, Venere che non appartiene alla razza anglo ma ad altre etnie: nudo che è problematico, nella tradizione americana dell’800 non ci sono nudi ufficiali. Il tema del nudo nella cultura puritana americana non era un tema semplice da trattare.

323
Q

THE PROCESSION

A

1912-Picabia

Pittore che parteciperà in modo attivo al dadaismo (arte che si oppone all’arte).
Artista che non sarà a Zurigo, ma è uno dei pittori cubisti. Espone alla mostra un quadro che risultava incomprensibili.

324
Q

MANIFESTO CON IL VIOLINO

A

1912-Villon

Fratello di Duchamp che amava il poeta Villon, ne assume il cognome
Nudo che scandalizza per il soggetto, pretesa del nudo che scende la scale che scandalizza anche le coscienze del pubblico. Lo scandalo veniva enfatizzato dai giornali, furono create numerose vignette che hanno contribuito al successo della mostra.

325
Q

PICASSO ALLA MOSTRA NY

A

Il nome di Picasso era arrivato anche in USA, ma i suoi quadri non erano visti di buon occhio dal pubblico, a quell’epoca il gusto generale non si avvicinava nè alla scultura né al ritratto di Picasso perché è un ritratto non risolto dal punto di vista cubista, momento interessante sul piano cromatico, soggetto interessante sul piano cromatico: dal punto di vista della costruzione cubista non è ancora del tutto riuscito.

326
Q

POST ARMORY SHOW

A

Armory show di oggi=fiera mercato, puro mercato
Confronto tra due culture: confronto definito dalla sistemazione delle opere, prima si vedono gli USA, dopo che ci si è abituati ad un tema si cambia, si passa agli europei. Confronto-scontro
1913: anno della mostra che aveva in sé nel percorso la chiave di lettura, prima gli americani e poi gli europei.
La ricaduta della mostra ha un effetto sia nell’immediato che nel lungo tempo: soprattutto a NY un grande fotografo di origini tedesche (Stiglitz) apre una galleria e organizza delle mostre di autori americani che guardano al linguaggio europeo delle avanguardie; contemporaneamente c’è un effetto della reazione: pittori americani reagiscono fortemente alle novità europee, rivalutano la loro tradizione, presente una discussione: pittura regionalista, reazione: rifiuto del modernismo europeo per tornare alla figurazione/racconto e ai temi americani, alla vita americana e non al linguaggi europeo.
La terza conseguenza è che dopo la reazione i pittori che nascono negli anni della mostra (Pollock) recupereranno la cultura europea.

327
Q

LA STATUA DELLA LIBERTÀ

A

Oggetto di culto dei turisti, opera regalata dalla Francia agli USA, inaugurata nel 1886: a scolpire sono stati 2 francesi, il telaio interno è stata fatto da Eiffel.
La statua della libertà viene portata a NY e rappresenta il faro della libertà che accoglie gli emigranti quando arrivano in America.
NY 1913: città abbastanza grigia, una doppia città: coniugava sul piano architettonico modernità e tradizione ((Steichen: allievo di Stieglitz (fotografo della modernità che aprirà una galleria dopo al mostra)).
Si è parlato di paesaggio naturale per gli USA come oggetto di desiderio, non si è mai vista una natura maligna (no indiani/deserto).

328
Q

DA 1800 A 1900 IN AMERICA

A

Nel passaggio fra 800/900 indipendentemente dalle avanguardie storiche è la rappresentazione del paesaggio urbano da parte dei pittori americani che rappresentano la città; prima la città non era un oggetto rappresentato, era escluso dalla pittura: inizi 900, effetto di pittori che si staccano dal paesaggio naturale, si immergono in una città marginale, sporca, rappresentano il paesaggio urbano in chiave Courbettiano, realista.
Emerge la critica alla città, panni appesi ai fili di una casa povera (no modernità), tono del realismo.

329
Q

GLI ANNI ‘30 PER L’ARTE

A

Anni ‘30: anni importanti di reazione all’anti arte nel solco di una ripresa di quelle avanguardie che davano azzardo.
Il sistema dell’arte è forte, solido, invulnerabile a qualsiasi tipo di bombardamento da parte di qualsiasi artista: si può cercare di distruggerlo/contestare, azzerare la pittura, figura, ma il sistema non si smentirà mai.
La critica al sistema verrà assorbita dal sistema stesso che finirà col diventare oggetto del mercato, esempio l’anti arte è diventata l’arte per eccellenza; sistema dell’arte=sistema antifragile, infrangibile
Sono anni difficili, in Europa ci sono le dittature, anche l’arte reagisce in senso reazionario: richiamo all’ordine, si torna all’arte: recupero dei materiali tradizionali (colori, pennelli, tela) figurazione.

330
Q

PINO SUL MARE

A

1921-Carrà

Quadro pacato nella ripresa della pittura. Si sente la tradizione italiana del ‘400, richiamo a Giotto, l’avanguardia è messa da parte e viene recuperata alla tradizione, forme elementari e semplici.
Tema: pino sembra un pino dipinto da un bambino, tutto ha un suo equilibrio, la luce, il clima e l’atmosfera che si respira dove la figura umana è assente ma c’è la casa con un cavalletto e telo, si sottintende la presenza dell’uomo.
Sospensione del tempo: non ci parla della realtà di quel momento, realtà particolare del dopoguerra, vigilia della marcia su Roma.
Carrà sospende la sua immagine, lo astrae dalla realtà: uno dei gruppi che nasce durante gli anni di guerra è la metafisica=sospensione dalla realtà, immagine legata agli oggetti, non parla della realtà contemporanea ma attraverso gli oggetti l’immagine viene portata su un altro livello.
Anche la pittura, stesura della pittura è semplice ed elementare.

331
Q

L’ATTESA

A

1922-Carrà

1922: marcia su Roma. Non ha riferimento con ciò che stava succedendo per le strade, tutto è sospeso.
Anziana sulla porta che aspetta qualcuno ,anche il cane è in attesa, paesaggio elementare riporta alla pittura del ‘400: paesaggio era rappresentato in maniera schematica, non si voleva rappresentare né in maniera naturalistica né spettacolare.

332
Q

PAESAGGIO URBANO

A

1922-Sirono

Pittore importante per l’Italia di quel periodo: quadri milanesi di periferia.
Quadri scuri e cupi, sono periferie attive: fabbriche, ciminiere.
Periferia del lavoro vivace: si lavora, è presente il treno; sguardo cupo e plumbeo ,fuligginoso, si sente l’atmosfera cupa.

Diversi dai paesaggi urbani di NY: Città elementare, disabitata

333
Q

MATERNITA’

A

1930-Severini

Primo dei futuristi, faceva da Parigi-Italia, aveva firmato il manifesto del futurismo.
Torna Il tema della maternità, un tema quasi religioso.
Signora che allatta il figlio, ha un’aura religiosa, religiosità che innesca alla famiglia, si torna al valore familiare.

334
Q

GROSZ

A

Germania prima di Hitler, sta maturando ciò che succederà.
Durante gli anni di Weimar (1919-1936), Germania piena di debiti con problemi di inflazione/disoccupazioni; anni ‘20 sono vivacissimi dal punto di vista artistico (pittura e cinema/teatro espressionista).
La pittura è diversa da quella italiana.

335
Q

LE COLONNE DELLA SOCIETA’

A

1927-Grosz

Cala l’immagine all’interno della società, quadro profetico: presente il guerrafondaio nazista con in mano una spada ed ha lo stemma appuntato alla cravatta e la birra.
Dietro ci sono due personaggi: uno che ha in mano dei giornali, coloro che soffiano sul fuoco; ricco borghese: ha in testa ciò che contiene e il capitale.
Dietro ci sono i giudici al servizio delle ultime figure poste in alto: esercito, guerrafondai; brano di città incendiato.
Le colonne della città sono coloro che hanno messo ferro e fuoco in Germania: chi si è arricchito, giudici al servizio del sistema che nelle loro aule la giustizia non è uguale per tutti (giustizia di altro tipo).

336
Q

LA CITTA’

A

1928-Grosz

Metropoli piombata nel caos: città infernale, sembra la città infernale di Dante.
La gente che si muove è grottesca; città caratterizzata dai colori dell’inferno, la città vive nel caos, tutto è caos.
Il linguaggio presente dei temi delle avanguardie: espressionismo e la costruzione di vaga ascendenza post cubista.

337
Q

DIX

A

Compagno di Grosz

Si parla di oggettività/impassibilità, nuova realtà, realtà diversa ma critica perchè è una donna non graziosa/accattivante dipinta per compiacere l’occhio dell’osservatore.
Donna, tenutaria di una casa chiusa. Egli non vuole rappresentare la donna in maniera brutale, rendendola repellente: è il degrado della società che vuole rappresentare, usa la donna perché nella tradizione pittorica/figurativa la donna è sempre stata l’immagine della bellezza, ha incarnato non solo la bellezza femminile rivolta ai sensi, ma anche la bellezza divina della vergine/santa; rappresentandole così non è una critica alla femminilità: degrado alla società, diventa brutta.

338
Q

NUOVA OGGETTIVITA’

A

Dix

Rappresenta degli storpi che si trascinano per le strade: coloro che hanno combattuto per la patria sono rimasti amputati, menomati, costretti ad elemosinare per la strada.
Alle loro spalle è presente un negozio che vende arti artificiali, non sono immagini sospese/metafisiche, sono realistiche e disgustose.
Ribaltamento/degrado di una società che passa attraverso la donna e anche l’uomo è definito a questo livello dopo che ha partecipato alla guerra.

339
Q

TRITTICO DELLA METROPOLI

A

1930-Dix

Anni 30 che in Germania, in chiave realista di critica alla realtà.
Trittico: presente un’altra ripresa, tradizione pittorica nordica tedesca del 500: dipingere bene, stendere bene il colore anche se i personaggi sono personaggi che hanno un grado di sgradevolezza alto.
3 pannelli:

1: pannello laterale sx: storpio, luogo di periferia. Non ha una gamba, luogo sporco dove è presente un ubriaco a terra; signorine di malaffare che esercitano la loro professione, presente un cane che abbaia.
Periferia degradata dove vivono personaggi al livello più basso della società.

2: parte dx: scenario urbano è più ricco e importante: barni di edificio sono di un livello più alto dal punto di vista urbanistico e sociale.
I personaggi: un trans e l’immagine dell’organo femminile: degrado portato a quel livello, la chiave sessuale è la chiave di lettura del pannello. Il sesso è degrado.

  1. centro: la gente che si permette di andare in locali si diverte, eccessivo, carico di accessori, gioielli. Manto di broccato, personaggi carichi, chiassosi e sgradevoli che ballano dentro al sala con un’orchestra che suona.

La città in 3 momenti diversi, periferia non così degradata come appare, ambiente alto borghese, ballo innocuo.
La pittura, si ha a che fare con l’estetica del brutto: modelli, rappresentare in primo piano i genitali, uno storpio.

340
Q

FRANCIA: SURREALISMO

A

Da un lato la Germania coi dissidenti e poi la pittura legata al regime, in Italia sospensione delle realtà.
Francia evasione della realtà e sconfinamento nel surreale, surrealismo: pittura più facile e piacevole.

341
Q

LO STUPRO

A

1934-Magritte

Porta nell’onirico, nei sogni, nell’intimo recuperando al figurazione non necessariamente levigata. Pittore che affronta tema delicato.

342
Q

PERSISTENZA DELLA MEMORIA

A

Dalì: pittore surrealista più importante.
Pittura raffinata e precisa, riconosciuto anche per invenzioni.
Breton definisce Dalì avido di dollari: 3 musei in USA.

Nel quadro: componente sessuale presente, il molle rimanda all’impotenza, presente il profilo di Dalì.
Racconto degli elementi che tornano costantemente in Dali: orologi molli, profilo, formiche e paesaggio di Cadarache.
Immagine difficile da decodificare: attira per la sua stranezza, accattivante come le illustrazioni da fiera.

343
Q

GUERNICA

A

Picasso

Siamo all’interno e all’esterno di una casa, presenta una lampadina ad occhio, figure centrali sono iscritte dentro una piramide; ai lati il toro, la mamma col bambino e una figura che urla.
Quadro strutturato benissimo, Picasso ha lavorato molto a questo quadro, si è esposto nel ‘37 all’esposizione universale che poi è diventata l’immagine simbolo di tutte le guerre: non scade nella rappresentazione.
Il quadro non è mai stato in Spagna ma ha fatto un tour: quadro smontato, fa un tour per l’Europa e poi va in America, al MOMA fino alla fine degli anni ‘70, quando torna in Spagna. Va affiancare l’altro quadro di Picasso che si trovava dal 37 al MOMA, i pittori americani che appartenevano alla vecchia tradizione (paesaggio, paesaggio urbano) che erano ancora legati alla figurazione si trovano al MOMA le “Demoiselle d’Avignon” e Guernica di Picasso.

344
Q

WILLEM DE KOONING

A

Pittore olandese ,arriva in USA da clandestino, quando ha 21 anni scappa e si imbarca per approdare a NY, ci arriva con le tasche vuote, aveva studiato ad una scuola di arti e mestieri. Sapeva disegnare, disegno fatto da studente, scuola per artigiani più che per artisti.
Riesce a trovare dei lavori, si reinventa la vita cambiando costantemente studio.
Si mette a dipingere: la pittura era diversa dall’attività di pubblicitario.
Pittura che nel ‘38 è un pittore figurativo incerto, non è un pittore innovativo.
I suoi temi sono la figura maschile e femminile e prova la pittura astratta.
Pittore ancora molto incerto, non sa a che cosa dedicarsi.

345
Q

FIGURA MASCHILE

A

De Kooning

Concilia le due cose: astrazione e figura, tenta di trovare una forma di compromesso. Astrazione è tutto ciò che sta attorno, la figura è appoggiata al tavolo, ma è una figura mancante, abbozzata, ci sono delle sgrammaticature anatomiche di derivazione picassiana: grande ammiratore di Picasso, si sente che il pittore si reca a vedere Le Demoiselle d’Avignon.

346
Q

FIGURA SEDUTA

A

1940-De Kooning

Pittore che non ha mercato ,iniziano a formarsi le gallerie; durante gli anni della guerra molte donne entrano a far parte delle industrie in quanto gli uomini sono in guerra.
Tema che affronta più spesso è quello della donna.
Concilia astrazione e figura :volto come tagliato, arto amputato, parte del corpo che non si sa se è un uomo o donna, sembra che abbia una doppia pelle.
Astrazione in basso ed in alto; modo di rappresentare in cui astrazione e figurazione cercano di interagire.

347
Q

PORTRAIT OF ELIANE

A

1940-De Kooning

Moglie del pittore, anche lei pittrice.

348
Q

DONNA SEDUTA

A

1943-De Kooning

De Kooning si sente il Picasso degli anni ‘30 che dipinse molti ritratti femminili.
Donna che ha caratteri di forte sensualità, seni ben rappresentati, è un De Kooning che rappresenta la donna rispettando la femminilità che le è riconosciuta normalmente.
La donna è seducente, cerca di esserlo; il pittore innesta la figura all’interno di una geometrizzazione all’interno dell’ambiente.

349
Q

DONNA

A

1944-De Kooning

L’anno successivo, la grazia che era presente nel quadro prima, assume un altro carattere.
La donna diventa aggressiva, le unghie delle mano che sembrano artigli; occhi, le labbra e il seno, la grazie diventa prepotenza.
I segni che determinano la figura sono sempre più netti, chiari; l’insieme dell’ambiente è ancora un’astrazione, geometrizzazione, tentativo di conciliare figura femminile e astrazione geometrica. La figura, assume un carattere diverso, non c’entra la guerra, ma la donna che diventa protagonista, non è più legata all’ambiente familiare, ingresso della donna nel mondo del lavoro.
Pubblicistica in cui la donna diventa sempre più presente, De Kooning rappresenta tutto ciò in maniera caricaturale.

350
Q

PINK LADY

A

1944-De Kooning

Lavora sulle sue forme, mette in mostra il seno: seno materno, seno che allatta.
Questo è un seno sessuale, mostrato per sedurre, modo aggressivo dove la pittura si fa aggressiva.
Il volto ricorda Picasso, i segni la definiscono.

351
Q

ANGELO ROSA

A

1945-De Kooning

Astrazione e figurazione sono sempre connesse.
I quadri sembrano eseguiti di getto, veloci, soprattutto in alcune parti (pennellate nere in cima).
De Kooning era un pittore lento. Fa anche dei quadri astratti, astrazione e figura caratterizzano la sua ricerca.

352
Q

DONNA 1948

A

1948-Kooning

Presente tanto colore nero e tanti segni che sembrano buttati lì, senza senso.
Tema della femminilità che assume una caratterizzazione diversa rispetto alla femminilità rassicurante, sono donne aggressive dipinte in maniera aggressiva.

353
Q

DONNA 1949

A

1949-Kooning

Sono presenti le demaiussel de avigon, tema della femminilità incerta, ambigua, non ci sono delle belle ragazze a donne che rimandano ad altri quadri ma modificate.
Presente la materia espressionista che carica e distorce la figura femminile.
Stesso guardo modificato per 2 anni, quadro pensato anche se sembra eseguito spontaneamente.

354
Q

DONNA 1950

A

1950-Kooning

Donna protagonista del suo tempo, non ci deve compiacere ma bisogna conquistare.
Pittura che esce dall’essere aggraziata, bisogna andare al di là del bello per raccontare qualcosa, coinvolgere lo spettatore in un altro piano.

355
Q

DUE DONNE

A

1951-1952-Kooning

Demoiselles de avignon espanse, si allargano, presente tanta astrazione.

356
Q

JACKSON POLLOCK

A

Si può definire come il Van Gogh americano, mito da contrapporre/affiancare al Van Gogh europeo dopo la sua morte.
Nasce nel 1912 nel Wyoming, studia a LA, nel 1930 arriva a NY e si ferma li.
A NY conoscerà il gruppo degli espressionisti astratti e De Kooning.
Inizia con una pittura di carattere figurativo, pittura elementare.
Il primo maestro di Pollock è un pittore che si chiamava Benton, era fra i pittori antimodernisti, temi che promuovono una pittura anti europea, legati a temi americani.
Durante gli anni della grande depressione erano presenti dei “ristori” e i pittori venivano stipendiati dalla stato sulla base di un progetto che poi veniva realizzato su edifici pubblici. Uno dei più grandi muratori era Siqueiros, grande pittore di murales, è stato uno dei quali ha ucciso Trotsky; negli anni 30 per istruire i pittori americani alla pittura pubblica, i pittori messicani vengono chiamati a tenere workshop negli USA,

357
Q

AUTORITRATTO DI SIQUEIROS

A

Oltre ad essere un grande pittore era abile a sperimentare diversi elementi.
Pugno che esce dalla tela ,le parti laterali sono astrazione e materia pura.
La sua tecnica/materiali non era il tubetto ad olio ma vernici e smalti industriali, erano materiali che non c’entrano con la pittura ad olio della tradizione.

358
Q

DISEGNO

A

1939-1940-Pollock

Dopo il workshop con Siqueiros e Picasso. Forma, faccia, particolari sono picassiani; disegni conservati al MOMA: andava al MOMA a guardare i dipinti di Picasso

359
Q

MASCHILE E FEMMINILE

A

1942-Pollock

Astrazione picassiana come fondo, cubismo sintetico, campiture che scandiscono in maniera geometrica il fondo.
Pollock interviene direttamente col tubetto solo sfondo: segni matematici, segni sul turchese, colate, segni/rombi al centro sul bianco; si sente da un lato PIcasso ma c’è anche la scrittura automatica di matrice surrealista, automatismo che non appartiene a Magritte/Dalì.

360
Q

STENOGRAPHIC FIGURES

A

1942-Pollock

Fondo picassiano, ma sulla scansione geometrica interviene con dei segni: piani geometrici che determinano il fondo e sopra la scenografia fondali ci sono elementi che si muovono in piena libertà, senza una logica precisa sopra al fondo. Non c’è l’assenza di logica, ci sono segni rossi molto ampi verso il centro, specie di mezzaluna al centro del quadro, si assottigliano verso i lati e verso l’alto, logica con segni curvi, liberi, rigida scansione dei piani di fondo.

361
Q

I GUARDIANI DEL SEGRETO

A

1943-Pollock

Quadro nel quadro: tela che fa da eco alla dimensione della tela che la contiene, ai lati ci sono due forme/figure forme tracciate con segni diversi.
In alto sono presenti le faccia e i corpi, non sono disegnati in maniera realistica, segni liberi sotto e sopra e al centro una superficie/campitura bianca con segni liberi.
Il titolo è sibillino: tracciato/stenografia visiva dei segni tracciati sul fondo bianco.

362
Q

EYES IN THE HEAT

A

1946-Pollock

Assenza della figurazione, colore e segno si muovono in tutta libertà sulla superficie della tela che viene coperta dalla metri pittorica ai bordi e al centro.
Superficie pittorica, muro di materia che si fa visibile: corrisponde ad un’esplosione totale.
Assenza di figurazione, la sua pittura è assoluta libertà ,assenza di un centro, pittura che democratizza, non ha nessun tipo di gerarchi.
Non c’è una forma centrale/laterale, sopra/sotto: la pittura si muove liberamente da ogni parte ;viene fatta con la tele sdraiata a terra, piena libertà ma pieno controllo: mettere la tela orizzontale a terra e poi si muove attorno alla tela (gocciolamento=dripping), gesto del pittore viene registrato dal segno che lascia, colore che cola dal pennello.
Si lascia andare e colare il segno pittorico usando diversi colori.
Colore è l’unico protagonista, tutto è deflagrato, unica visione.
Pittura d’azione e registrata, danno un senso di dinamismo.