Osservazione Flashcards

1
Q

COSA VUOL DIRE OSSERVARE?

A

Vuol dire: «Considerare con sguardo attento, allo scopo di scoprire qualcosa, a occhio nudo o con l’aiuto di strumenti.»

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q

Quali sono gli ambiti di applicazione dell’osservazione?

A
  • Ricerca.
  • Consultazione.
  • Intervento clinico.
  • Contesti socio-educativi.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q

Che caratteristiche deve avere l’osservazione in ambito scientifico?

A

L’osservazione:
- è sistematica
- è programmata
- rileva le variabili indipendenti come si verificano naturalmente, (non le manipola)
- ha finalità descrittiva, (non stabilisce relazioni causa-effetto)
- richiede la sospensione del giudizio

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q

Perché è importante che gli osservatori siano addestrati all’osservazione?

A

Perché tramite l’addestramento, la discrepanza tra due osservatori dovrebbe ridursi sensibilmente fino a raggiungere un buon livello di accordo.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q

Come si definisce il comportamento? E cosa costituisce un comportamento?

A

Il comportamento è quella porzione di interazione dell’organismo con l’ambiente; un movimento situabile spazialmente e temporalmente che provoca un cambiamento visibile all’interno dell’ambiente stesso.

Un comportamento è costituito da:
* Azioni di un individuo percepibili tramite uno dei cinque sensi.
* Almeno due persone devono concordare sulla manifestazione comportamentale.
* Deve passare il “test del morto”. (se anche un morto è in grado di fare la stessa cosa, non siamo davanti ad un comportamento)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q

Che caratteristiche deve avere la definizione operazionale di un comportamento?
Fai un esempio.

A
  • Deve essere chiara.
  • Deve contenere riferimenti a caratteristiche osservabili e misurabili.
  • Può contenere riferimenti temporali.
  • Non deve andare oltre la descrizione.

Esempio:
-Comportamento: stereotipia
-Definizione non operazionale: Eccitazione, comportamento bizzarro e immotivato
-Definizione operazionale: Sfarfallare, saltellare sul posto

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q

Osservazione diretta vs indiretta

A

OSSERVAZIONE DIRETTA:
- Raccolta dei dati mediante osservatori addestrati
- Può essere naturalistica o controllata.

OSSERVAZIONE INDIRETTA:
- Condotta con strumenti (es. questionari, interviste, test).

Queste modalità di osservazione si differenziano per il tipo di influenza esercitata dall’osservatore e per le procedure adottate. Ognuna presenta vantaggi e svantaggi–> decidere in base a scopo indagine e caratteristiche dati.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q

Caratteristiche, vantaggi e limiti delle osservazioni naturalistiche

A

1-Caratteristiche: Sono rilevati i comportamenti nei contesti quotidiani

2-Vantaggi:
-Utili per descrivere il comportamento spontaneo nei contesti quotidiani
-Aiutano a illustrare i processi di interazione sociale

3-Limiti:
-É difficile valutare l’influenza dei diversi fattori
-Non adatte a rilevare i comportamenti poco frequenti

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q

Caratteristiche, vantaggi e limiti delle osservazioni in condizioni controllate

A

1-Caratteristiche: Sono rilevati i comportamenti messi in atto in situazioni preordinate

2-Vantaggi:
-Tutti i soggetti vengono esaminati nelle stesse condizioni
-É possibile confrontare in modo controllato le reazioni dei soggetti a diverse situazioni

3-Limiti:
-Le situazioni possono essere poco naturali
-Non consentono di conoscere l’esperienza soggettiva dei soggetti

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q

Caratteristiche, vantaggi e limiti delle osservazioni indirette (interviste o questionari)

A

1-Caratteristiche: I soggetti rispondono a domande di persona o su questionario

2-Vantaggi:
-Rivelano l’esperienza soggettiva del soggetto
-Sono mezzi economici per conoscere in profondità i soggetti
-Sono abbastanza flessibili da lasciare spazio all’espressione libera del soggetto

3-Limiti:
-I soggetti tendono a compiacere l’intervistatore
-La memoria dell’intervistato è spesso non accurata e incompleta

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q

Da cosa dipendono la scelta del metodo e la scelta della tecnica nell’osservazione?

A

La scelta del METODO dipende dalla natura delle domande di ricerca:
Relazioni causali –> manipolazione sperimentale
Descrizione fenomeno –> osservazione

La scelta della TECNICA dipende dal tipo di problema esaminato:
Le tecniche di rilevazione di tipo osservativo si fondano sul giudizio di un osservatore umano.

Non vi è coincidenza tra metodo e tecnica

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q

Principi, procedura e obbiettivi dell’approccio ecologico

A

PRINCIPI
1) Interdipendenza tra organismo, comportamento e ambiente.
2) Necessità di indagare funzionamento individuale dove si manifesta naturalmente. (Come cambiano gli schemi comportamentali degli individui a seconda del setting?)
3) Lo schema comportamentale è indipendente dalla persona che lo mette in atto: dipende da particolare ambiente spazio-temporale, e l’ambiente esiste indipendentemente dallo schema comportamentale osservato.
4) Non ci si riferisce a comportamento individuale ma collettivo!

PROCEDURA
Vengono colti gli specimen record (registrazione di campioni comportamentali), attraverso la descrizione narrativa. Nella descrizione viene preso nota del contesto (behavior setting), del tempo, del protocollo in unità rappresentate da azioni (chiamate behavior episode), il come del comportamento, mantenendo separati commenti e descrizione di eventi.

OBBIETTIVI
Descrive le relazioni tra gli organismi viventi e gli ambienti in cui essi vivono, indaga unità complesse (azioni), il come di un’azione, un evento diretto ad uno scopo; con l’obbiettivo di produrre inferenze.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q

Quali sono i punti di forza e i limiti dell’approccio ecologico? Che tipo di osservatore troviamo in quest’approccio?

A

PUNTI DI FORZA
-Comportamento non è mai scardinato dal suo contesto.
-Viene messa in evidenza l’intera sequenza: evento, antecedenti e conseguenti

LIMITI
-Complessa raccolta dati.
-Complessa analisi

OSSERVATORE
- Partecipe

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q

Principi, procedura e obbiettivi dell’approccio etologico

A

PRINCIPI
1) Etologia nata da combinazione di zoologia, biologia e psicologia. Inizialmente si occupava solo del comportamento animale, poi interesse anche per quello umano (in ambiente naturale).
2) Forte critica agli atteggiamenti interpretativi, aderenza al dato osservativo.

PROCEDURA
La rilevazione avviene attraverso l’etogramma: ovvero un catalogo comportamentale nella quale i comportamenti complessi vengono scomposti e ridotti alle componenti elementari.

OBBIETTIVI
Descrivere i comportamenti (unità semplici, osservabili, non dirette ad uno scopo, es. posture, espressioni) degli organismi viventi nei loro ambienti naturali, in modo completo, imparziale e dettagliato, senza pretendere di fare inferenze su motivazioni/intenzioni/emozioni.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q

Quali sono i punti di forza e i limiti dell’approccio etologico? Che tipo di osservatore troviamo in quest’approccio?

A

PUNTI DI FORZA
-Efficace nello studio della prima infanzia
-Insegna che fenomeni vanno indagati nei contesti naturali e nel tempo
-Ha posto l’accento su comportamenti poco studiati ma molto rilevanti

LIMITI
-Implica comunque selezione di informazioni
-Micro-categorie possono oscurare il significato globale di comportamento in un contesto
-Se non c’è accordo tra osservatori vengono meno accuratezza e obiettività delle osservazioni

OSSERVATORE
- Distaccato

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q

Principi, procedura e obbiettivi dell’approccio piagetiano

A

PRINCIPI
1) il pensiero nasce dall’azione, quindi è possibile arrivare alla logica del pensiero attraverso la ricostruzione della logica delle azioni.

PROCEDURA
Piaget sviluppa il colloquio clinico (esplorazione delle idee spontanee che il b. utilizza per spiegarsi la realtà), che si consolida poi nel metodo critico (al b. viene chiesto di spiegare il perché delle proprie azioni).

OBBIETTIVI
Rilevare la logica del comportamento del bambino.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
17
Q

Quali sono i punti di forza e i limiti dell’approccio piagetiano? Che tipo di osservatore troviamo in quest’approccio?

A

PUNTI DI FORZA
-Continuità e accuratezza delle descrizioni
-Ricchezza di informazioni e dettagli
-Intuizioni geniali

LIMITI
-Ipotesi forti possono condurre a conclusioni errate

OSSERVATORE
- Critico

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
18
Q

Principi, procedura e obbiettivi dell’approccio psicoanalitico

A

PRINCIPI
1) Hanna Kennedy (1971) nota che non necessariamente i processi evolutivi reali corrispondono a quanto viene riportato nell’analisi.
2) Donald Winnicott (1940) suggerisce la necessità di distinguere profondo (eventi collocati lontano dall’esperienza attuale e dalla coscienza del soggetto) e precoce (bambino e suo ambiente di sviluppo nelle prime fasi di vita).

PROCEDURA
Il bambino viene osservato settimanalmente a casa, in interazione con la madre e con altri familiari, dalla nascita fino ai due anni. Setting: seminari settimanali di discussione e supervisione nel corso dei quali vengono analizzati vissuti e reazioni emotive degli osservatori.

OBBIETTIVI
Osservazione prolungata del b. in ambiente naturale allo scopo di indagare la relazione tra il b. e i familiari.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
19
Q

Quali sono i punti di forza e i limiti dell’approccio psicoanalitico? Che tipo di osservatore troviamo in quest’approccio?

A

PUNTI DI FORZA
-Descrizioni particolareggiate
-Enfasi sulla relazione

LIMITI
-Ruolo e posizione osservatore
-No controllo su attendibilità dei dati

OSSERVATORE
- Neutro e partecipante

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
20
Q

Cosa devo scegliere per pianificare uno studio osservativo?

A
  • Scelta dei soggetti.
  • Scelta degli eventi.
  • Scelta dei luoghi.
  • Scelta della modalità delle osservazioni.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
21
Q

Esponi il disegno trasversale, le caratteristiche, i vantaggi e i limiti

A

Caratteristiche
-Più bambini di diversa età sono studiati contemporaneamente

Vantaggi
-Dà informazioni sulle differenze tra le età
-Rapido ed economico

Limiti
-Non consente di valutare la stabilità delle differenze nel tempo

22
Q

Esponi il disegno longitudinale, le caratteristiche, i vantaggi e i limiti

A

Caratteristiche
-Gli stessi bambini sono studiati a più riprese per lunghi periodi

Vantaggi
-Dà informazioni sul cambiamento individuale
-Valuta la stabilità delle differenze

Limiti
-Perdita dei soggetti nel tempo
-La ripetizione delle prove può minacciare la validità

23
Q

Esponi il disegno microgenetico, le caratteristiche, i vantaggi e i limiti

A

Caratteristiche
-I bambini sono studiati intensivamente per brevi periodi di tempo

Vantaggi
-Dà informazioni sui processi responsabili del cambiamento

Limiti
-Non consente di valutare il cambiamento nel lungo periodo

24
Q

Come scegliere i partecipanti di uno studio

A
  • Per scegliere i partecipanti va innanzitutto formulata una domanda chiara, ancorata ad un quadro teorico.
  • Vanno poi definiti gli obiettivi e le scelte procedurali.
  • Vanno individuate le unità di osservazione.
  • Va deciso come osservare.
25
Q

Cosa bisogna rilevare nel caso i soggetti osservati siano singolo, diade o gruppo?

A
  • Singolo: rilevare comportamento, frasi pronunciate, destinatari di frasi e azioni, reazioni dei destinatari.
  • Diade: registrare simultaneamente comportamento e frasi di entrambi i partner (interesse per attività congiunta).
  • Gruppo: descrivere configurazioni gruppali, composizione e stabilità.
26
Q

Quando abbiamo di fronte un gruppo da osservare, ci sono tre tipi di focus che possiamo adottare. Quali? Che caratteristiche hanno?

A

1) individuo focale (focal sampling): si osserva un individuo in particolare all’interno del gruppo.
- maggior dettaglio, tempi prolungati

2) scansione rapida (scan sampling): si osserva l’intero gruppo
- eventi frequenti, tempi brevi, scarso dettaglio

3) campionamento dei comportamenti (behaviour sampling): si osservano i comportamenti
- eventi rari, alto controllo della situazione

27
Q

TIPOLOGIE DI EVENTI che si possono studiare (in base alla durata e alla frequenza)

A

Eventi momentanei–> discreti, situati in punti temporali precisi, descritti in termini di frequenza
Stati–> pattern comportamentali caratterizzati da durata nel tempo

Se combiniamo durata e frequenza avremo eventi:
1. Momentanei e frequenti
2. Momentanei e infrequenti
3. Durevoli e frequenti
4. Durevoli e infrequenti

28
Q

Cosa possiamo misurare di un dato comportamento?

A
  1. Frequenza = numero di occorrenze eventi/stati
  2. Durata = quanto tempo dura il comportamento
  3. Latenza = tempo trascorso tra un evento/uno stimolo e l’inizio del comportamento
  4. Intensità = grado in cui si manifesta un certo comportamento
  5. Densità = pervasività di un comportamento rispetto agli altri
29
Q

Ogni quanto può essere rilevata LA FREQUENZA? Quando bisogna usare la frequenza per misurare un comportamento?

A

-nell’intera giornata
-per un periodo limitato ma continuativo es. 6-21
-in sezioni di tempo prescelte es. 7-9 e 13-15
Es. Numero di volte al giorno in cui il bambino si morsica la mano

La frequenza si usa quando:
- Il comportamento target ha preciso inizio e fine
- Il comportamento non si presenta troppo spesso
- Il comportamento non si presenta lungo periodi ampi di tempo (meglio quando gli intervalli di tempo sono costanti)

30
Q

Quando bisogna usare la durata per misurare un comportamento?

A

LA DURATA si usa quando:
- Il comportamento si presenta raramente (bassa frequenza)
- Il comportamento è “on-going”
- Rappresenta la dimensione critica (obiettivo) per il comportamento osservato
Es. Paolo ha urlato e picchiato pugni sul tavolo per 25 minuti

31
Q

IL LUOGO DELL’OSSERVAZIONE si può dividere in naturale ed artificiale, cosa vuol dire?

A
  • Ambiente naturale = si conduce studio sul campo, strutturato o non strutturato
  • Ambiente artificiale = si conduce studio in laboratorio, strutturato o non strutturato

NB:
1) Naturale non significa casuale, estemporaneo
2) Ambiente naturale non è sinonimo di ricerca osservativa e non garantisce validità

32
Q

Cosa vuol dire codificare? Quando avviene la codifica?

A
  • Codificare = sintetizzare in unità numeriche dati qualitativi allo scopo di operare confronti e valutazioni.
  • Scegliere le categorie di codifica è un passaggio cruciale, perché ci permette di trasformare gli eventi o le sequenze in dati quantificabili.

QUANDO?
- Quando produciamo resoconti narrativi a partire da registrazioni codifichiamo dopo la rilevazione.
- Quando definiamo a priori repertorio di comportamenti e li andiamo poi a rilevare sul campo rilevazione e codifica avvengono contemporaneamente.

33
Q

METODI OSSERVATIVI CHIUSI VS APERTI

A

METODI CHIUSI
- fondati sulla decisione esplicita di registrare solo alcuni aspetti del comportamento
METODI APERTI
- si basano sulla descrizione globale del comportamento.

34
Q

Quali sono gli step della codifica? Quali sono le 4 caratteristiche dei sistemi di codifica?

A
  1. Effettuare uno studio pilota mettendo a punto procedure e formulando ipotesi provvisorie.
  2. Formulare una domanda chiara. Cosa vogliamo indagare? (es. chi inizia l’interazione all’interno della diade madre-bambino?)
  3. Individuare le categorie di eventi da osservare, rispettando le 4 caratteristiche dei sistemi di codifica:
    - Omogeneità-> Le categorie devono avere la stessa ampiezza
    - Esclusività-> Ad ogni evento si associa un solo codice
    - Esaustività-> Si codificano tutti i possibili eventi
    - Caratteristiche distintive-> Si codificano contemporaneamente più eventi
    (ES. «Madre guarda bambino» e «Bambino guarda madre» sono categorie mutualmente esclusive ma lo schema non sarebbe stato esaustivo, quindi si opta per 4 categorie: «Sguardo reciproco», «Madre guarda bambino», «Bambino guarda madre», «Madre e bambino guardano altrove»)
35
Q

Quando si procede alla codifica, ci sono due approcci che possiamo utilizzare per arrivare alle categorie, quali? Che ordini deve rispettare la costruzione della codifica?

A

Individuare le categorie attraverso:
- approccio deduttivo (definendo categorie di carattere generale da specificare in un secondo momento)
- approccio induttivo (partendo dai dati e raggruppandoli in unità di significato).

La costruzione della codifica deve rispettare:
- ordine concettuale (le categorie devono essere coerenti coi presupposti teorici)
- ordine strutturale (le categorie possono essere più ampie o più ristrette).

36
Q

Differenza tra codici fisici e sociali, e codici molecolari e molari.

A
  • codici FISICI: descrittivi, non ambigui.
  • codici SOCIALI: basati su raggruppamenti concettuali ben definiti; derivano da una tradizione culturale, da una negoziazione tra individui sul significato da attribuire ad alcuni comportamenti.
  • Codici MOLECOLARI prevedono l’individuazione di piccoli segmenti di comportamento (es., sorridere, vocalizzare, porre una domanda, …)
  • Codici MOLARI: prevedono l’individuazione di ampi segmenti di comportamento (es., giocare, conversare, ecc.)
    Durante la codifica, meglio iniziare con codici molecolari e procedere poi a quelli molari.
37
Q

Una volta deciso cosa osservare (codifica) dobbiamo decidere come osservare (rilevazione dei dati), perché il comportamento rappresenta un flusso continuo nel tempo e dobbiamo decidere come entrare in tale continuità. Ci sono due grandi distinzioni sul metodo di rilevazione, quali?

A

RILEVAZIONE PER EVENTI
- Eventi senza informazioni temporali-> Si rilevano gli eventi che fanno parte dello schema di codifica
- Eventi in sequenza-> Si rilevano gli eventi nell’ordine in cui si verificano
- Eventi con informazioni temporali-> Si rilevano gli eventi prendendo nota del momento in cui si verificano

RILEVAZIONE PER INTERVALLI TEMPORALI
- Usare strumento attraverso cui scandire il tempo e segnalare fasi distinte in cui osservare e rilevare.
Si può classificare in:
- Rilevazione continua (intervalli consecutivi)
- Rilevazione discontinua (intervalli non consecutivi)

38
Q

Nell’ambito della rilevazione per intervalli temporali discontinua, possiamo indicare 3 tipi di rilevazione. Quali?

A
    • Rilevazione ad intervalli parziali (intervalli suddivisi in osservazione e registrazione),
    • Rilevazione ad intervalli intermittenti (brevi intervalli, ripetuti a distanza di tempo, strategia più economica)
    • Rilevazione a campionatura momentanea (ovvero Istanti precisi nei quali si rileva cosa accade)
39
Q

Descrivi la rilevazione per intervalli temporali INTERMITTENTI e fai un esempio

A

Brevi intervalli, ripetuti a distanza di tempo.

Quando ci interessa la frequenza degli intervalli in cui uno o più eventi si verificano, la strategia più economica è quella a intervalli intermittenti, dove vengono campionati intervalli di tempo brevi, uniformi e ripetuti.
Es.: ciascun bambino del campione, composto da 42 soggetti, viene osservato per 1 minuto al giorno, durante l’ora di gioco libero, variando sistematicamente l’ordine di osservazione in modo tale che i campioni temporali per bambino risultino distribuiti casualmente nel corso dei periodi di gioco libero.

40
Q

Descrivi gli INTERVALLI PARZIALI

A

Il tempo totale di osservazione è suddiviso in intervalli consecutivi e ciascun intervallo è a sua volta suddiviso in un tempo di osservazione e in un breve periodo di registrazione (es., 10 secondi di osservazione e 5 di registrazione).

Registra se il comportamento occorre durante qualunque parte dell’intervallo, sovrastima lievemente il comportamento in alcuni casi, richiede l’attenzione totale degli osservatori finché il comportamento non è osservato, funziona bene per i comportamenti momentanei.

41
Q

Descrivi e fai un esempio di CAMPIONATURA MOMENTANEA. Quando è utile?

A

Consiste nel registrare che cosa accade esattamente alla fine di ogni intervallo temporale (es., rilevo il comportamento in corso al 20°, al 40°, al 60° secondo di ogni minuto di osservazione).
Richiede l’attenzione dell’osservatore solo alla fine dell’intervallo, utile quando si registrano più individui impegnati in un comportamento particolare o per registrare più comportamenti diversi di un solo individuo.

42
Q

Cos’è il RAPPORTO DI CAMPIONATURA?

A

Consiste nella frequenza di intervalli in funzione del tempo di osservazione.
Se il tempo di osservazione è lungo (1-2h), allora il rapporto di campionatura potrà essere ampio (2 o 3 intervalli di osservazione al minuto) perché alla fine risulterà un numero elevato di campioni temporali; se invece il tempo totale di osservazione è limitato (10, 20 minuti), allora il rapporto di campionatura dovrà essere più serrato (es. 6 rilevazioni al minuto, ogni 10 secondi)

43
Q

Cos’è la CLASSIFICAZIONE INCROCIATA DI EVENTI?

A

Consiste nel classificare un evento attraverso più dimensioni, riferite ad aspetti temporalmente e logicamente diversi. Il termine ‘incrociata’ sta a significare come con questa procedura di rilevazione sia possibile avere informazioni sull’evento e tempo attraverso l’organizzazione sequenziale delle categorie. Le categorie sono in sequenza e sono previsti solo 2 codici , presenza o assenza.

Es. sul possesso dell’oggetto: -l’eventuale precedente possesso dell’oggetto da parte di colui che lo richiede -la resistenza da parte di chi lo possiede attualmente -il successo nell’ottenere l’oggetto -la dominanza di chi pretende rispetto al possessore

L’alto grado di strutturazione facilita il compito dell’osservatore , ma la tempo stesso costituisce un elemento di rigidità. Può accadere che sequenze interessanti di comportamenti non vengano rilevate perché non previste dallo schema di codifica.

44
Q

TIPOLOGIE DI RILEVAZIONE: VANTAGGI E SVANTAGGI

A
  1. Rilevazione di eventi senza info temporali (Facile, economico vs statistiche limitate)
  2. Rilevazione di eventi con info temporali (statistiche complete vs apparecchiature tecniche)
  3. Rilevazione di intervalli consecutivi (Facile, economico vs statistiche stimate)
  4. Rilevazione di intervalli intermittenti (Facile, economico vs statistiche limitate e stimate)
  5. Classificazione incrociata (Facile, focus su analisi vs statistiche limitate e stimate)
45
Q

Esistono 3 principali strumenti di rilevazione, descrivi il primo: DESCRIZIONI NARRATIVE

A

Resoconti ampi, fedeli e dettagliati dei fenomeni sotto osservazione, descritti così come si verificano.

Si divide in descrizione narrativa:
- DIRETTA –> annotare tempi di occorrenza degli eventi mentre si osserva e completare resoconto scritto subito dopo l’osservazione.
- INDIRETTA –> si compila la scheda a partire da una registrazione

46
Q

Esistono 3 principali strumenti di rilevazione, descrivi il secondo: CHECK-LIST

A

Le check-list comportamentali sono costituite da liste di comportamenti ben definiti che vengono accertati in intervalli predefiniti di tempo da osservatori sottoposti a un training specifico.

Dimensioni di variazione delle check-list:
- frequenza con cui il comportamento è campionato;
- ampiezza dell’intervallo di osservazione;
- tempo totale di osservazione;
- ampiezza della check-list;
- omogeneità categorie;
- strutturazione delle situazione;
- analisi e misure.

47
Q

Cosa sai dire delle SCALE DI VALUTAZIONE? Quali sono i possibili errori durante la compilazione di una scala di valutazione?

A
  • Attraverso la scala di valutazione l’osservazione viene tradotta in un giudizio che può essere di frequenza o di intensità. (es: item: litiga con gli altri? Mai, a volte, spesso)
  • Non si rilevano né descrivono i comportamenti.
  • Si individua una variabile, vengono identificati gli item che rappresentano i diversi aspetti di quella variabile e gli item vengono poi valutati attraverso una scala (grafica, numerica o categoriale).
  • Pratica e di veloce di somministrazione, spesso il potere predittivo è maggiore di altri strumenti.

Errori possibili: effetto alone (la percezione di un tratto è influenzata dalla percezione di uno o più altri tratti dell’individuo), effetto indulgenza, fattore di tendenza centrale, errore di vicinanza, errore logico, errore di contrasto.

48
Q

A cosa serve l’ADDESTRAMENTO nell’osservazione? Quali caratteristiche/capacità deve avere lo studente, e quali vengono coltivate durante l’addestramento?

A

Serve a sviluppare la capacità di osservare in modo obiettivo e attendibile.

Caratteristiche dello studente:
- Chi viene addestrato dovrebbe avere meno di 30 anni, ed una ricca esperienza sociale
- Capacità di valutare relazioni causa –effetto
- Consapevolezza e controllo delle proprie distorsioni
- Il buon osservatore è introverso (quasi asociale)
- Capacità di predire i comportamenti altrui

Attenzione! Si valutano meglio persone affini ed è più difficile valutare bene persone più complesse di noi.

49
Q

Definisci i concetti di affidabilità, accuratezza, coerenza e consistenza temporale.

A
  • Affidabilità: quanto la caratteristica in esame è rilevata in modo oggettivo e fedele.
  • Accuratezza: viene valutata rispetto ad un protocollo (criterio), oppure calcolando il grado di accordo tra due osservatori indipendenti
  • Coerenza: lo stesso osservatore, a distanza di tempo, replica la codifica e verifica grado di coerenza
  • Consistenza temporale: valutata anche tra diversi osservatori se si tratta di ricerche prolungate nel tempo (accordo iniziale potrebbe indebolirsi)
50
Q

Cos’è la validità? Quali sono i vari tipi di validità?

A

Validità = capacità di misurare ciò che si intende misurare.

Tipi di validità:
- Interna: relazione causale tra variabili
- Esterna: generalizzabilità dei dati
- Di costrutto: rapporto tra strumento di rilevazione e costrutto teorico sottostante
- Di contenuto: esplicitazione delle componenti di una variabile a livello descrittivo e pratico
- Concorrente: grado di concordanza tra diversi strumenti
- Predittiva: capacità di uno strumento di prevedere risultati futuri ad intervalli temporali significativi

51
Q

FONTI DI ERRORE NELLA RICERCA
OSSERVATIVA

A
  • Errori di progettazione (in progetto e procedure)
  • Errori a carico dell’osservatore (effetto Rosenthal, ovvero la profezia che si autorealizza)
  • Errori a carico dei soggetti (effetto Hawthorne, insieme delle variazioni di un fenomeno, o di un comportamento, che si verificano per effetto della presenza di osservatori)