Nozione Di Reato Flashcards

1
Q

Qual è la teoria bipartita del reato?

A

Il reato si scompone in due elementi:
Elemento OGGETTIVO (MATERIALE) —> ovvero l’insieme degli elementi visibili, estrinseci, con i quali si manifesta il reato
1) condotta
2) sue conseguenze (evento)
3) presupposti che rendono la condotta illecita
4) nesso di causalità
5) assenza di cause di giustificazione (elementi negativi)
Elemento SOGGETTIVO (PSICOLOGICO) ovvero l’insieme degli elementi che attengono alla sfera morale dell’agente
1) dolo
2) colpa
3) intenzione

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2
Q

Qual è la teoria degli elementi negativi del fatto?

A

Il fatto si compone di elementi positivi e negativi. Questi ultimi devono mancare per escludere la illiceità del fatto (vi rientrano anche le cause di giustificazione)

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3
Q

Qual è la teoria tripartita del reato?

A

1) FATTO: fatto tipico, comprensivo di tutti gli elementi oggettivi del reato, quali la condotta, l’evento, nesso e presupposti;
2) ANTIGIURIDICITÀ: non conformità del fatto con l’ordinamento giuridico. Intesa nella sua accezione positiva (quale conformità del fatto concreto al modello astratto definito dal legislatore) e negativa (assenza di cause di giustificazione);
Deve essere OBIETTIVA (non deve coinvolgere le condizioni individuali dell’autore) e GENERICA (la giustificazione del fatto può provenire da qualsiasi settore dell’ordinamento)
3) COLPEVOLEZZA (dolo, colpa, preterintenzione)

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4
Q

Qual è una prima teoria quadripartita del reato?

A

Una prima teoria: 1) FATTO; 2) ANTIGIURIDICITÀ; 3) COLPEVOLEZZA; 4) CONFORMITÀ del fatto al modello legale individuato dal legislatore
Critica: sarebbe insensato distinguere tra il fatto tipico e la conformità del fatto al tipo.

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5
Q

Seconda teoria quadripartita del reato

A

1) FATTO
2) ANTIGIURIDICITÀ
3) COLPEVOLEZZA
4) MERITEVOLEZZA-NECESSITÀ della pena per il raggiungimento di una soglia minima di offensività.
Critica: introdotto un parametro fattuale che lascia troppo spazio all’ interpretazione; la valutazione circa la necessità della pena è riservata al legislatore

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6
Q

Il principio di materialità

A

Principio secondo cui può essere reato solo il comportamento umano materialmente estrinsecatosi nel mondo esterno -nullum crimen sine actione-
Non vi è nessun sindacato sul foro interno, nessuna punizione per la nuda cogitatio
Fondamento normativo: art. 25 co. 2 Cost; art. 2 co. 1 c.p.; art. 115 c.p.; art. 49 co. 1 c.p.

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7
Q

Sistematica quadripartita del reato

A

1) FATTO umano;
2) ANTIGIURIDICITÀ del fatto;
3) COLPEVOLEZZA del fatto antigiuridico;
4) PUNIBILITÀ del fatto antigiuridico e colpevole

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8
Q

1) FATTO (umano)

A

Insieme degli elementi oggettivi che individuano e caratterizzano ogni singolo reato come specifica offesa ad uno o più beni giuridici.

  • Condotta (azione; omissione, intesa come mancato compimento di un’azione giuridicamente doverosa);
  • Presupposti della condotta (situazioni di fatto o di diritto che devono preesistere o coesistere con la condotta);
  • Evento/i;
  • Oggetto materiale (cosa o persona sulla quale influisce l’azione, omissione o evento);
  • Nesso di causalità;
  • Qualità o relazione giuridica o di fatto richiesta per il soggetto attivo;
  • Offesa al bene giuridico.
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9
Q

2) ANTIGIURIDICITÀ del fatto

A

Rapporto di contraddizione tra il fatto e l’intero ordinamento giuridico. Non si configura tale contraddizione se nell’ordinamento vi è una norma che facoltizza o rende doverosa la realizzazione del fatto (CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE).
In assenza il fatto è antigiuridico e costituisce reato se sussistono gli altri elementi (colpevolezza e punibilità). In presenza il fatto è lecito e non costituisce reato.

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10
Q

3) COLPEVOLEZZA del fatto antigiuridico

A

Insieme dei requisiti dai quali dipende la possibilità di muovere un rimprovero al soggetto agente per aver commesso il fatto antigiuridico.
Requisiti:
- DOLO: rappresentazione e volizione di tutti gli estremi del reato. COLPA: imprudenza, negligenza, imperizia o inosservanza di norme giuridiche preventive e deve abbracciare tutti gli elementi del reato. DOLO MISTO A COLPA: rappresentazione e volizione di taluni elementi e realizzazione per colpa di altri elementi;
- ASSENZA DI SCUSANTI, ovvero di circostanze anormali tali da rendere inesigibile da parte dell’agente un comportamento diverso da quello tenuto nel caso concreto;
- CONOSCENZA O CONOSCIBILITÀ della legge penale violata (con la dovuta diligenza);
- CAPACITÀ DI INTENDERE E DI VOLERE (imputabilità).

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11
Q

4) PUNIBILITÀ per il fatto antigiuridico e colpevole

A

Condizioni eventuali, ulteriori ed esterne rispetto al fatto antigiuridico e colpevole, che fondano o escludono l’opportunità di punire l’agente.
FONDANO —> cause OBIETTIVE di punibilità, ovvero accadimenti menzionati nella norma incriminatrice che offrono una valutazione di opportunità in ordine all’inflizione della pena.
ESCLUDONO:
- cause PERSONALI CONCOMITANTI di non punibilità = condizioni contestuali alla commissione del fatto riguardanti la posizione personale dell’agente o il suo rapporto con la persona offesa;
- cause PERSONALI SOPRAVVENUTE di non punibilità = comportamenti dall’agente successivi alla commissione del fatto;
- cause OGGETTIVE di non punibilità = attengono all’entità dell’offesa al bene giuridico;
- cause di ESTINZIONE del reato = morte del reo prima della condanna, prescrizione del reato.

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12
Q

Cosa sono i reati di sospetto?

A

Si tratta di una speciale sotto categoria dei reati cd di possesso, ovvero di quei reati in cui l’oggetto del divieto è il possesso di quella o quell’altra cosa.
In particolare, i reati di sospetto si caratterizzano per la mancanza di uno specifico comportamento del soggetto punibile. Es: art. 707 c.p.

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13
Q

Qual è la definizione di azione?

A

Movimento corporeo dell’uomo, oggettivamente visibile, destinato a modificare il mondo esterno e idoneo a offendere o mettere in pericolo l’interesse protetto dalla norma incriminatrice.
Può consistere in un singolo elemento muscolare (percosse-schiaffo) oppure in un insieme di atti orientati a determinare un evento.

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14
Q

Quali sono le teorie sui criteri distintivi tra i reati omissivi propri e impropri?

A

TESI CARATTERE NORMA VIOLATA (Tesi abbandonata)
- violazione di norme di comando = omissivo proprio
- violazione di norme di divieto di causazione dell’evento = omissivo improprio
Critica: la violazione di norme di comando presuppone il compimento di un’azione diversa quindi no reato omissivo. Tutti i reati omissivi violano una norma di divieto.

TESI MODALITÀ DI TIPIZZAZIONE (minoritaria)
- propri espressamente previsti dalla legge
- impropri risultano dal combinato disposto fattispecie commissiva e clausola di equivalenza di cui all’art. 40, comma 2, c.p.

TESI DELLA STRUTTURA DELLA FATTISPECIE (prevalente)
- nei reati propri è richiesta solo omissione
- nei reati impropri oltre all’omissione e richiesta il verificarsi dell’evento

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15
Q

Quali sono gli elementi costitutivi dei reati omissivi propri?

A

1) SITUAZIONE TIPICA, insieme dei presupposti da cui sorge l’obbligo giuridico di agire;
2) MANCATO COMPIMENTO AZIONE GIURIDICAMENTE DOVEROSA
3) TERMINE, esplicito o implicito, entro il quale deve essere compiuta l’azione.

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16
Q

Quali sono gli elementi costitutivi dei reati omissivi impropri?

A

1) SITUAZIONE TIPICA, presupposto di fatto da cui sorge la situazione di pericolo per il bene da proteggere, rendendo doverosa l’azione tesa ad impedire l’evento;
2) CONDOTTA OMISSIVA, mancato compimento azione giuridicamente doverosa;
3) EVENTO NATURALISTICO, descritto dalla norma;
4) NESSO DI CAUSALITÀ, tra il non fare e l’evento.

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17
Q

Quali sono le teorie sulla fonte dell’obbligo giuridico, previsto in capo al garante, di impedire l’evento?

A

1) TEORIA FORMALE DELL’OBBLIGO
2) TEORIA FUNZIONALE
3) TEORIA MISTA
4) TEORIA MISTA AVANZATA

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18
Q

Cosa prevede la teoria formale dell’obbligo?

A

L’obbligo giuridico di impedire l’evento può trovare la sua fonte in:
- leggi penali/ extra penali
- contratto
- precedenti situazioni pericolose poste in essere dall’agente da cui sorge l’obbligo di eliminare le conseguenze dannose
- obblighi di natura consuetudinaria (negotiorum gestio)

Critica: l’obbligo penalmente rilevante non può sorgere da un negozio privatistico; difficoltà di armonizzazione tra la riserva di legge e le “precedenti situazioni pericolose”

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19
Q

Cosa prevede la teoria funzionale?

A

L’obbligo giuridico non sorge in relazione ad un criterio formale (derivazione da norma giuridica) ma in riferimento ad un criterio sostanziale, ovvero all’effettivo dominio del soggetto agente su determinati fattori causali dell’evento.

Critica: contrasto con il principio della riserva di legge secondo cui l’obbligo penalmente rilevante sussiste solo se una norma lo prevede.

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20
Q

Cosa prevede la teoria mista?

A

L’obbligo giuridico si individua sulla base di un duplice criterio:
1) criterio formale: deve scaturire da una fonte che sia penale/ extra penale / negoziale;
2) criterio sostanziale: il garante deve avere in concreto la capacità di proteggere il bene giuridico dai pericoli che lo minacciano.

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21
Q

Cosa prevede la teoria mista avanzata?

A

(Seguita da dottrina e giurisprudenza più recente)
Affinché siano rispettati i principi di legalità e colpevolezza è necessario che:
- l’obbligo di attivarsi sia SPECIFICO in riferimento al contenuto dell’obbligo, al destinatario dell’obbligo e al beneficiario dell’obbligo;
- il garante sia in possesso di POTERI IMPEDITIVI dell’evento;
- questo potere dovere deve essere PREESISTENTE alla situazione di pericolo;
- il garante deve essere nella POSSIBILITÀ MATERIALE di compiere l’azione impeditiva.

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22
Q

Classificazione posizioni di garanzia

A

POSIZIONI DI CONTROLLO: hanno ad oggetto il controllo di fonti di pericolo, al fine di evitare che causino danni a terzi. Il pericolo può derivare da una forza della natura o dallo svolgimento di attività umane.
POSIZIONI DI PROTEZIONE: hanno ad oggetto la protezione di interessi da un’aggressione esterna, alla luce dell’incapacità dei loro titolari di proteggerli adeguatamente.

POSIZIONI ORIGINARIE: spettano in conseguenza del ruolo svolto o della posizione rivestita (posizione di garanzia dei genitori nei confronti dei figli)
POSIZIONI DERIVATE: spettano in conseguenza di un trasferimento dal soggetto istituzionalmente garante ad un altro soggetto, ciò avviene mediante la stipula di un contratto (posizione di garanzia della babysitter)

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23
Q

Obblighi di sorveglianza e di attivazione

A

Si distinguono dagli obblighi di garanzia e non sono idonei a fondare una responsabilità omissiva.
OBBLIGHI DI SORVEGLIANZA: sorgono in capo a coloro che sono privi di poteri di protezione, sono gravati dall’obbligo di VIGILANZA sull’altrui attività e di INFORMAZIONE in caso di commissione di fatti offensivi.
OBBLIGHI DI ATTIVAZIONE: sorgono in capo a coloro che sono privi di poteri impeditivi e di sorveglianza, sono gravati dall’obbligo di ATTIVARSI in presenza di determinati presupposti di fatto per la TUTELA di determinati beni.

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24
Q

Evento (elemento oggettivo del fatto tipico)

A

L’evento secondo la concezione naturalistica è la conseguenza dell’azione od omissione posta in essere dall’agente, che influisce sulla realtà fenomenica alterandone il corso.
Dal punto di vista della concezione giuridica l’evento è la lesione o messa in pericolo del bene giuridico tutelato.

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25
Q

Chi è il soggetto passivo?

A

Il soggetto passivo è il titolare del bene giuridico o dell’interesse primario protetto dalla norma penale, è nella sua sfera giuridica che si ripercuote la condotta del reo.
È la PERSONA OFFESA dal reato, ha il potere di sporgere querela (120 cp) chiedere di essere informata in caso di richiesta di archiviazione (408 cpp) e proporre opposizione (410 cpp).

Si differenzia dal SOGGETTO DANNEGGIATO DAL REATO, ovvero colui che in conseguenza del reato subisce un danno (patrimoniale o non) e che può chiedere il risarcimento in sede civile. Può, inoltre, costituirsi parte civile nel processo penale (74 cpp).

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26
Q

Classificazione dei reati in base al soggetto passivo

A

REATI CON SOGGETTO DETERMINATO: il titolare del bene giuridico violato e ben identificabile.

REATI CON SOGGETTO INDETERMINATO (reati vaghi o vaganti): reati riferibili ad una collettività sociale indifferenziata (reati contro l’incolumità pubblica).

REATI SENZA SOGGETTO PASSIVO (reati di scopo): viene incriminato un dato comportamento illecito, senza che sia identificabile un titolare del bene giuridico violato.

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27
Q

Cos’è l’OGGETTO del reato?

A

La nozione di oggetto del reato può intendersi in senso materiale e giuridico:
• oggetto materiale: è l’entità fisica su cui ricade materialmente la condotta criminosa e può essere sia una cosa che una persona.
• oggetto giuridico: il bene-interesse
tutelato dalla norma incriminatrice
che viene conseguentemente offeso dal reato (ad esempio, la norma che punisce l’omicidio tutela il bene giuridico della vita; la norma che punisce il furto, tutela il bene giuridico del patrimonio, есс.).

L’oggetto materiale del reato l’entità su cui incide l’azione, l’omissione o l’evento. Tale entità può consistere in una persona (soggetto passivo) o in una cosa (oggetto giuridico), ovvero il bene giuridico, materiale o immateriale, protetto dalla norma incriminatrice, che viene assunto ad elemento costitutivo della fattispecie, esplicito o implicito.

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28
Q

In cosa consiste il rapporto di causalità?

A

L’art. 27 Cost enuncia il principio della personalità della responsabilità penale, secondo il quale un fatto può essere addebitato ad un soggetto se questo è eziologicamente collegabile alla sua condotta.
Difatti, anche l’art. 40, co. 1,c.p., afferma che nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato se l’evento dannoso o pericoloso non è conseguenza della sua azione od omissione .

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29
Q

Cosa prevede l’art. 41 c.p.? (Denominato concorso di cause)

A

Con tale articolo il legislatore ha risposto al quesito “a quali criteri occorre fare riferimento per accertare che una data condotta sia causa dell’evento dannoso?
L’art. 41 cp Enuncia il principio dell’EQUIVALENZA DELLE CAUSE, secondo il quale se sussistono una pluralità di cause, e queste sono tutte idonee a produrre l’evento, allora sara riconosciuta a tutte la stessa valenza. Dunque, affinché si abbia l’imputazione, l’agente deve porre in essere una condotta necessaria a produrre l’evento. Non esclude l’imputazione la sussistenza di ulteriori fattori causali antecedenti, concomitanti o sopravvenuti.

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30
Q

Cosa prevede il co. 2 dell’art. 41 c.p.?

A

Limita l’ambito di operatività del principio di equivalenza di cause per stemperarne l’eccessivo rigore.
Attribuisce idoneità interruttore del nesso causale se la causa sopravvenuta è DA SOLA SUFFICIENTE a determinare l’evento.

31
Q

Quali sono le teorie sul nesso di causalità?

A

Sono diverse le teorie, le quali devono essere esaminate per verificare quale sia più compatibile con l’art. 41.
A) TEORIA DELLA CONDICIO SINE QUA NON (o dell’equivalenza delle condizioni);
B) TEORIA DELLA CAUSALITÀ ADEGUATA;
C) TEORIA DELLA CAUSALITÀ UMANA.

32
Q

Teoria della CONDICIO SINE QUA NON (o teoria dell’equivalenza delle condizioni)

A

Prevede che è causa dell’evento ogni accadimento senza il quale l’evento non si sarebbe verificato.
Dunque, tutte le condizioni necessarie e sufficienti a causare l’evento, sono causa dello stesso e si considerano tra loro equivalenti.
Tale teoria si fonda sul GIUDIZIO CONTRO FATTUALE, ovvero un processo di eliminazione mentale attraverso il quale, per scoprire se un’accadimento sia causa dell’evento, è necessario eliminarlo e verificare se senza lo stesso l’evento si sarebbe comunque verificato.

33
Q

Critiche alla CONDICIO SINE QUA NON

A

1) LIMITATA PORTATA EURISTICA: il giudizio contro fattuale è una formula vuota, poiché non indica i criteri necessari per stabilire se, eliminata la condizione, l’evento si sarebbe comunque verificato.
2) REGRESSO ALL’INFINITO: applicando il processo mentale in maniera rigorosa si potrebbe individuare come causa dell’evento un accadimento eccessivamente remoto.
3) sembrerebbe inapplicabile nella IPOTESI DELLA CAUSALITÀ ALTERNATIVA IPOTETICA: la teoria non è in grado di stabilire il nesso quando vi è la prova che un processo diverso da quello verificatosi in concreto avrebbe comunque causato l’evento.
4) IPOTESI CAUSALITÀ ADDIZIONALE: la teoria non è in grado di identificare il nesso nell’ipotesi in cui sussistano una pluralità di cause sufficienti singolarmente a cagionare l’evento.

34
Q

Superamento del limite della portata euristica

A

1) METODO INDIVIDUALIZZANTE O INTUIZIONISTICO;
2) GENERALIZZAZIONE DEL SENSO COMUNE;
3) SUSSUNZIONE SOTTO LEGGI SCIENTIFICHE DI COPERTURA
4) PROBABILITÀ STATISTICA E PROBABILITÀ LOGICA.

35
Q

Metodo INDIVIDUALIZZANTE O INTUIZIONISTICO

A

La giurisprudenza italiana per lungo tempo non ha fatto ricorso alle leggi scientifiche per accertare la sussistenza del nesso di causalità tra la condotta umana e l’evento naturalistico, ma ha utilizzato il criterio della INTUIZIONE DEL GIUDICE.
Esemplare è il disastro della sentenza del Vajont: “anche se non si è in grado di dimostrare perché la frana si sia verificata, ciò nondimeno non è indubbio che sia dovuta alla condotta umana”.

Critica: incompatibile con il principio di personalità della responsabilità penale e principio di tassatività.

36
Q

GENERALIZZAZIONE DEL SENSO COMUNE

A

Successivamente, sempre in assenza di leggi scientifiche, il nesso di causalità può essere accertato sulla base delle massime di esperienza, ovvero dei risultati raggiunti in precedenti analoghi.

37
Q

SUSSUNZIONE SOTTO LEGGI SCIENTIFICHE (teoria dottrinale di Stella)

A

Criterio sviluppato dallo studioso della causalità Francesco Stella.
Sono negli anni 90’ la giurisprudenza ha operato una svolta irreversibile a favore del modello della sussunzione sotto leggi scientifiche.
Caso Bonetti: è possibile affermare che la condotta umana sia condizione necessaria dell’evento se, mediante leggi scientifiche, il giudice accerti che tale condotta è in grado di produrre eventi del tipo verificatosi nel caso concreto.

38
Q

Cosa si intende per leggi scientifiche?

A

Leggi UNIVERSALI: sono in grado di affermare che la verificazione di un evento sia invariabilmente accompagnata dalla verificazione di un altro evento (enunciati che asseriscono regolarità senza eccezioni).

Leggi STATISTICHE: possono affermare che la verificazione di un evento sia accompagnata dalla verificazione di un altro evento soltanto in una percentuale dei casi. Il giudice può affermare che sia probabile, con un alto grado di probabilità, che la condotta umana sia condizione necessaria dell’evento.

Critica: incompatibilità con il principio di personalità della responsabilità penale e della certezza o tassatività nell’applicazione del diritto.

39
Q

PROBABILITÀ STATISTICA E PROBABILITÀ LOGICA

A

Affinché l’accertamento del nesso causale da parte del giudice, oltre che statisticamente probabile, sia logicamente credibile, il giudice deve verificare che nel caso concreto non sussistano ulteriori fattori causali in grado di produrre l’evento.

Probabilità statistica + assenza di ulteriori fattori causali in grado di produrre l’evento = PROBABILITÀ LOGICA

40
Q

Principi espressi dalla sentenza Franzese del 2002

A

A) il nesso causale può essere ravvisato quando, alla luce del giudizio contro fattuale mediante il ricorso alle massime di esperienza o leggi scientifiche, universali o statistiche, è possibile affermare che senza tale condotta umana l’evento non si sarebbe verificato o si sarebbe verificato in un epoca significativamente posteriore o con minore intensità lesiva;
B) per confermare o meno l’esistenza del nesso causale, il giudice deve verificarne la validità nel caso concreto, sulla base delle circostanze del fatto e dell’evidenza disponibile, avendo, inoltre, escluso la sussistenza di ulteriori fattori causali dell’evento.

41
Q

Cosa si intende per “concause sopravvenute da sole SUFFICIENTI a determinare l’evento”?

A

per risponde a tale quesito dottrina e giurisprudenza hanno elaborato tre tesi:
1) TEORIA DELLA SERIE CAUSALE AUTONOMA
2) TEORIA DELLA CAUSALITÀ ADEGUATA
3) TEORIA DELLA CAUSALITÀ UMANA.

42
Q

TEORIA DELLA SERIE CAUSALE AUTONOMA

A

Sono concause sopravvenute da sole sufficienti a determinare l’evento solo quelle costituenti una serie causale autonoma, ovvero fatti avulsi completamente dalla condotta del soggetto, che siano ECCEZIONALI, NON PREVEDIBILI e CAPACI, in via esclusiva a determinare l’evento.

Critiche:
- si chiama CONcausa quindi non può essere assolutamente autonoma e svincolata dalla prima condizione (altrimenti si sarebbe chiamata solo causa)
- interpretando in questo modo si avrebbe una conferma del principio di cui al primo comma, mentre lo scopo del secondo comma era temperare l’eccessiva rigidità.

43
Q

2) TEORIA DELLA CAUSALITÀ ADEGUATA (non seguita né dalla dottrina né dalla giurisprudenza)

A

Affinché sia causa dell’evento la condotta dell’agente deve essere non solo condizione necessaria dell’evento, ma tramite un giudizio ex ante si deve accertare che l’evento è conseguenza normale, prevedibile o comunque non improbabile dell’evento.

  • accertamento EX ANTE degli sviluppi normali o non improbabili della condotta
  • verifica EX POST che l’evento concretizzi il pericolo tipicamente o generalmente connesso alla condotta delittuosa

Condotta come condizione necessaria evento + evento come conseguenza normale, prevedibile o non improbabile dell’evento.

Critiche: restringe troppo la nozione di causa dell’evento.

44
Q

3) TEORIA DELLA CAUSALITÀ UMANA (seguita dalla giurisprudenza maggioritaria)

A

Possono considerarsi causati dall’uomo solo i risultati che egli è in grado di dominare in virtù dei suoi poteri cognitivi e volitivi; non possono essere da lui causati eventi eccezionali (ovvero imprevedibili) che sfuggono al suo potere di signoria, avendo una probabilità minima o insignificante di verificarsi e che si realizzano solo in casi rarissimi.

45
Q

Accertamento nesso causalità OMISSIVA

A

Mentre nei reati commissivi il rapporto causale tra accadimenti è un rapporto REALE, nei reati omissivi il rapporto tra omissione ed evento è IPOTETICO. Tale rapporto sussiste se la condotta omessa, se fosse stata compiuta, avrebbe impedito il verificarsi dell’evento, ovvero se aggiungendola mentalmente l’evento non si sarebbe verificato.
Si tratta di un giudizio contro fattuale DOPPIAMENTE IPOTETICO —> in primo luogo, occorre verificare il nesso tra un accadimento (umano o naturale) e un dato evento; in secondo luogo, occorre aggiungere mentalmente la condotta per verificare se l’evento si sarebbe comunque verificato.
Questo processo comporta un MINOR GRADO DI CERTEZZA della sussistenza del nesso.
Dibattito -> QUALE GRADO DI CERTEZZA E NECESSARIO?

46
Q

Criteri da utilizzare per accertare il nesso causale nei reati omissivi

A

Sentenza Silvestri 1991 —> criterio delle serie e apprezzabili probabilità di successo
Sentenza Battisti 2000 —> criterio della probabilità confinante con la certezza
Sentenza Franzese 2002 risolve contrasto —> criterio della ELEVATA PROBABILITÀ LOGICA, verificando un ELEVATO GRADO DI CREDIBILITÀ RAZIONALE

47
Q

3) COLPEVOLEZZA (insieme degli elementi soggettivi che rendono possibile muovere un rimprovero all’agente)

A

Duplice accezione:
- come sinonimo di reità
- insieme degli elementi soggettivi che fondano la responsabilità penale
Presupposti:
1) imputabilità
2) SUITAS

48
Q

Cos’è la SUITAS?

A

È il coefficiente che consente di riferire la condotta al suo autore e quindi di ritenerla umana.
Trova il suo fondamento giuridico all’art. 42 co. 1 c.p. —> nessuno può essere punito per aver commesso un fatto preveduto dalla legge come reato se non lo ha commesso con COSCIENZA E VOLONTÀ.

Secondo una prima impostazione (superata) coscienza e volontà vanno intesi in senso psicologico come coscienza e volontà REALI

Secondo l’impostazione oggi prevalente sono coscienti e volontari TUTTI GLI ATTI DOMABILI DALLA VOLONTÀ

49
Q

Cause esclusione della suitas

A
  • FORZA MAGGIORE
  • COSTRINGIMENTO FISICO
  • INCOSCIENZA INDIPENDENTE DALLA VOLONTÀ: l’azione o l’omissione posta in essere dall’agente in stato di INCOSCIENZA, non può essergli ascritta se non è da lui voluta o se non derivi da sua imprudenza o negligenza. È punibile se avrebbe potuto impedire il fatto con un doveroso atteggiamento prudente e diligente.
50
Q

IMPUTABILITÀ (art. 85 c.p.)

A

Ulteriore condizione perché un fatto possa essere oggetto di un rimprovero personale e che l’autore, al momento della commissione del fatto fosse imputabile, cioè capace di intendere e di volere: in altri termini capace di apprendere il significato sociale e le conseguenze dei propri atti (capacità di intendere), nonché di autodeterminarsi liberamente (capacità di volere)

51
Q

Cause che escludono l’imputabilità

A

1) MINORE ETÀ
- presunzione assoluta minori anni 14 (art. 97 c.p.) —> se necessario misure di sicurezza
- accertamento nel caso concreto per i soggetti che hanno un’età compresa tra i 14 e i 18 (non ancora compiuti) —> pena diminuita se necessario misure di sicurezza
- presunzione relativa per i maggiori di anni 18
2) INFERMITÀ DI MENTE
3) SORDOMUTISMO
Il giudice deve accertare caso per caso se il sordomuto sia capace di intendere e di volere nel momento della commissione del fatto. Se non lo è la punibilità è esclusa, se la capacità è grandemente scemata allora vi sarà una diminuzione di pena
4) AZIONE DI SOSTANZE ALCOLICHE O STUPEFACENTI

52
Q

INFERMITÀ DI MENTE

A

La dottrina più risalente con infermità faceva riferimento alla malattia mentale tout court, oggi la dottrina individua come vizio di mente situazioni morbose, anche temporanee, e che non abbiamo una definizione clinica (psicopatie, disturbi della personalità)
Vizio TOTALE (art. 88 c.p.) = esclude totalmente l’ imputabilità —> il giudice deve provvedere al proscioglimento —> se è pericoloso si può applicare una misura di sicurezza ex art. 222 c.p.

Vizio PARZIALE (art. 89 c.p.) = circostanza attenuante, l’imputabilità deve essere “grandemente scemata”

53
Q

ACTIO LIBERA IN CAUSA

A

Fenomeno nel quale un soggetto si pone autonomamente in stato di incapacità di intendere e di volere al fine di commettere un reato.
Art. 87 c.p. —> detta una regola di portata generale
Art. 92 co. 2 c.p. —> fa specifico riferimento all’utilizzo di sostanze alcoliche

Il soggetto è comunque punibile, poiché si fa retroagire l’imputabilità al momento in cui il soggetto ha deciso di porsi in stato di incapacità.
Tuttavia, è necessario che vi sia coincidenza soggettiva e oggettiva tra il reato commesso in stato di incapacità e quello che si era programmato in stato di capacità

54
Q

AZIONE DI SOSTANZE ALCOLICHE O STUPEFACENTI

A

È esclusa la imputabilità in caso di ubriachezza o azione di sostanze stupefacenti dovuta a CASO FORTUITO O FORZA MAGGIORE e in ipotesi di CRONICA INTOSSICAZIONE DA ALCOL O SOSTANZE STUPEFACENTI poiché si tratta di una patologia permanente e irreversibile

55
Q

Quando l’ubriachezza e l’utilizzo di sostanze non escludono l’imputabilità?

A
  • Quando è preordinata (actio libera in causa art. 92 co. 2)
  • quando l’ubriachezza o l’’intossicazione è ABITUALE (art. 94 co. 2) —> aggravamento di pena (il legislatore finge esistente la capacità al momento della commissione del fatto)
  • quando l’ubriachezza o l’azione di sostanze stupefacenti e VOLONTARIA O COLPOSA (il legislatore finge esistente la capacità al momento della commissione del fatto)
56
Q

DOLO

A

Fondamento giuridico art. 43 cp: “il delitto è doloso o secondo l’intenzione se l’evento dannoso è dall’agente PREVEDUTO e VOLUTO come conseguenza della sua azione od omissione”

ELEMENTI COSTITUTIVI:
1) PREVISIONE evento
2) VOLIZIONE evento

OGGETTO:
Evento nella sua concezione naturalistica e giuridica.

L’esistenza del dolo richiede un duplice coefficiente psicologico: la RAPPRESENTAZIONE e VOLIZIONE del fatto antigiuridico.

57
Q

Quando il dolo è escluso?

A

L’art. 47 cp esclude il dolo per DIFETTO di rappresentazione del fatto, quando una falsa rappresentazione della realtà o difettosa interpretazione di una norma giuridica hanno fatto cadere l’agente in ERRORE SUL FATTO che costituisce reato.

L’art. 59 co. 4 cp esclude il dolo per ERRORE SULLA CAUSA DI GIUSTIFICAZIONE, ovvero quando l’agente si rappresenta il fatto ma non ritiene che sia antigiuridico, poiché crede di agire in virtù di una causa di giustificazione.

58
Q

DOLO A MEZZAVIA DALL’ERRORE

A

Caso in cui l’agente ritenga di aver ucciso (come voleva) la vittima (che in realtà non è deceduta), mentre invece la uccide attraverso un atto secondario (sepoltura, carbonizzazione ecc)

-TESI DEL DOLO GENERALE
si fonda sull’unitarietà dell’azione omicidiaria —> affinché si possa imputare l’intera condotta a titolo di dolo e sufficiente che l’agente si sia rappresentato e abbia voluto l’evento nella FASE INIZIALE
Critica: non conforme agli art. 42 co. 2 e 47 cp

-TESI DELLA SCOMPOSIZIONE DELLA CONDOTTA
Per l’imputazione dell’intera condotta a titolo di dolo occorre che l’ultimo atto causalmente idoneo a produrre l’evento sia EFFETTIVAMENTE VOLONTARIO.
Scomposizione della condotta in due fasi che concorrono materialmente:
- il primo segmento configura un delitto tentato
- il secondo segmento configura un delitto colposo

59
Q

Dolo intenzionale, diretto ed eventuale

A

In base all’INTENSITÀ del dolo è possibile distinguere tra:
-DOLO INTENZIONALE:
Lo scopo dell’agente è proprio quello di realizzare l’evento descritto dalla norma incriminatrice.
Indipendentemente dal fatto che si tratti di uno scopo finale o intermedio.

-DOLO DIRETTO:
Lo scopo dell’agente non è realizzare l’evento, ma egli lo prospetta come conseguenza accessoria, certa o altamente probabile della propria condotta (conseguenza —> prevista e accettata; evento —> certo o altamente probabile).

-DOLO EVENTUALE:
Lo scopo dell’agente non è realizzare l’evento descritto dalla norma ma questo è prospettato come concretamente possibile (conseguenza —> possibile o probabile)

60
Q

Differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente

A
61
Q

Dolo ALTERNATIVO

A

L’agente, nel momento della commissione del fatto, si rappresenta e vuole, indifferentemente e alternativamente, che si verifichi l’uno o l’altro evento causalmente ricollegabile alla sua condotta cosciente e volontaria.

Caratteristiche:
- Incompatibilità degli obiettivi presi di mira
- Pariteticità degli obiettivi presi di mira

Forme:
In senso SOGGETTIVO: l’agente si rappresenta di colpire l’uno o l’altro soggetto, vicini tra di loro.
In senso OGGETTIVO: l’agente si rappresenta due offese di grado diverso.

62
Q

Dolo generico e dolo specifico

A

In base all’ampiezza dell’oggetto del dolo è possibile distinguere due forme di dolo:

-GENERICO:
L’oggetto del dolo è solo il FATTO CONCRETO descritto dalla norma incriminatrice. (Omicidio, cagionare la morte della vittima)
Qualsiasi eventuale risultato ulteriore, conseguenza del fatto tipico, è al di fuori dell’oggetto del dolo e tutt’al più rileva come aggravante o attenuante del reato.

-SPECIFICO:
L’oggetto del dolo è più ampio. Comprende non solo il fatto concreto descritto dalla norma, ma anche il risultato ulteriore, che deve essere perseguito dall’agente come SCOPO.
Tuttavia, non rileva che lo scopo si realizzi effettivamente affinché si perfezioni il reato (sequestro a scopo di lucro)

63
Q

Forme del dolo in relazione all’INTENSITÀ del momento RAPPRESENTATIVO

A

-DOLO DI PROPOSITO:
Esprime un maggior disvalore normativo alla luce del robusto margine temporale tra il momento ideativo e quello perfezionativo del reato.

-DOLO D’IMPETO:
Dolo decrescente, privo di ogni macchinazione a monte. (Decisione improvvisa)

64
Q

Forme del dolo in relazione alla NATURA dell’OFFESA

A

-DOLO DI PERICOLO:
L’agente ha voluto solo MINACCIARE il bene

-DOLO DI DANNO:
L’agente ha voluto effettivamente LEDERE il bene tutelato dalla legge

65
Q

Forme di dolo in relazione allo SPECIFICO MOMENTO TEMPORALE

A
  • DOLO INIZIALE:
    Presente solo al momento dell’azione o dell’omissione.

-DOLO CONCOMITANTE:
Perdura durante tutto lo svolgimento dell’iter criminoso che conduce all’evento.

-DOLO SUCCESSIVO:
Interviene dopo il compimento azione od omissione.

66
Q

COLPA

A

Art. 42, co. 2 cp: “nessuno può essere punito per aver commesso un fatto preveduto dalla legge come reato, se non l’ha commesso con dolo, salvo i casi di delitto preterintenzionale o colposo espressamente previsti dalla legge”.

CRITERIO ECCEZIONALE SOGGETTIVO IMPUTAZIONE DELITTO

Art. 43, co. 1 cp: “un delitto, è colposo o contro l’intenzione, quando è PREVEDUTO ma NON VOLUTO dall’agente, e l’evento si verifica per negligenza, imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline”.

67
Q

Quali sono gli elementi costitutivi della colpa?

A

-INVOLONTARIETÀ DEL FATTO (elemento negativo)
-VIOLAZIONE NORME CAUTELARI
-RIMPROVERABILITÀ DELL’INOSSERVANZA
-CAUSALITÀ DELLA COLPA

68
Q

1) INVOLONTARIETÀ DEL FATTO (assenza dolo)

A

Si concretizza in due ipotesi:
a) L’evento è contro l’intenzione, l’agente agisce per realizzare un fatto diverso;
b) l’evento è voluto dall’agente, ma la rappresentazione del fatto è viziata dall’errore (colpa impropria):
- eccesso colposo nelle cause di giustificazione;
- scriminante putativa;
- errore sul fatto colposo.

69
Q

2) VIOLAZIONE REGOLE CAUTELARI

A

In relazione alla norma cautelare violata è possibile distinguere tra:
- COLPA SPECIFICA = la regola violata è stabilita da una fonte scritta (leggi, regolamenti, ordini e discipline);
- COLPA GENERICA = la regola violata non è stabilita da una fonte scritta. Casi di negligenza, imprudenza, imperizia.

-IMPRUDENZA: la regola cautelare violata imponeva di non tenere una determinata condotta o di tenerla con modalità diverse;
- NEGLIGENZA: si viola una regola di condotta che richiede un’attività positiva;
-IMPERIZIA: la regola cautelare riguarda attività che richiedono cognizioni tecniche.

70
Q

3) RIMPROVERABILITÀ DELL’INOSSERVANZA

A

Problema della dosimetria della colpa —> a quale criterio occorre fare riferimento per valutare in concreto l’esigibilità della condotta?

Orientamento prevalente, l’esigibilità va accertata mediante:
- giudizio EX ANTE
- parametro dell’HOMO EIUSDEM PROFESSIONIS AC CONDICIONIS, ovvero dell’agente-modello che per tipo di attività e condizioni rappresenta lo standard di abilità e conoscenze dell’agente in concreto

Altri criteri individuati dagli interpreti:
-BONUS PATER FAMILIAS: l’agente in concreto non poteva non comportarsi come avrebbe fatto qualsiasi altra persona —> CRITICA: troppo vago, ampia discrezionalità giudice, non tiene conto abilità specifiche agente in concreto

-UOMO PIÙ ESPERTO: agire secondo la migliore scienza ed esperienza —> CRITICA: contrasto con principio art. 27 co. 1 Cost

71
Q

4) CAUSALITÀ DELLA COLPA

A

Art. 43 co. 3: l’evento dannoso deve essersi verificato a causa di …
Due criteri:
-OGGETTIVO: l’evento dannoso deve essere la concretizzazione del rischio tipico o dello scopo di protezione della norma violata
-SOGGETTIVO: il comportamento alternativo lecito avrebbe impedito il verificarsi dell’evento (se si sarebbe comunque verificato è esclusa la responsabilità colposa)

72
Q

CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE (scriminante) (artt. 50-51-52-53-54 cp)

A

Situazioni nel quale, in virtù di precipua scelta del legislatore, un fatto, normalmente costituente testo, perde la sua antigiuridicità (contraddizione) e diviene lecito (no sanzione, efficacia universale)
FONDAMENTO LOGICO GIURIDICO: principio di non contrazione
FONDAMENTO SOSTANZIALE: le scriminanti presuppongono un conflitto di interessi il cui bilanciamento si risolve con la prevalenza di un det. Interesse, con la equivalenza di interessi di uguale valore, con la mancanza di interessa da tutelare alla luce della rinuncia del titolare alla conservazione del bene.
Limiti da rispettare affinché la scriminante sia efficace:
INTERNI: rappresentati da condizioni e presupposti dettati dalla norma che positivizza la scriminante —> VIOLAZIONE = ILLICEITÀ fatto
ESTERNI: desunti dal rapporto tra fatto e ordinamento —> VIOLAZIONE = dà luogo a eccesso scriminante (doloso;colposo)

SOGGETTIVE: si applicano solo alla persona a cui si riferiscono
OGGETTIVE: si estendono a tutti i concorrenti del reato

73
Q

ECCESSO COLPOSO art. 55 cp

A

Quando, nel commettere uno dei fatti previsti dagli art. 51-52-53-54 cp, si eccedono i limiti stabiliti dalla legge, ordini autorità, o imposti dalla necessità, si applicano le disposizioni concernenti i delitti colposi, salvo che il fatto sia previsto dalla legge come delitto colposo.

74
Q

CONSENSO DELL’AVENTE DIRITTO art. 50 cp

A

Non è punibile chi lede o mette in pericolo un diritto con il consenso di colui che può liberamente disporne.
FONDAMENTO: mancanza di interesse
DIRITTO INDIVIDUALI DISPONIBILI: il titolare può liberamente disporne, conferendo a 3 la facoltà di lederli o metterli in pericolo (es diritti patrimoniali)
DIRITTI PERSONALISSIMI: onore, libertà sessuale, di domicilio, integrità (limite art 5 c.c. —> vietati gli atti che comportano una diminuzione permanente dell’integrità fisica o che sono contrari alla legge, ordine pubblico, buon costume.
DIRITTI INDISPONIBILI: interessi collettivi, vita.

REQUISITI CONSENSO:
1) Legittimazione a prestare consenso = titolarità diritto + capacità naturale
2) Non estorto
3) Libertà forma (tacita, espressa, ecc)
4) Perdurante
5) Revocabile
6) Immune da vizi