Nozione Di Reato Flashcards
Qual è la teoria bipartita del reato?
Il reato si scompone in due elementi:
Elemento OGGETTIVO (MATERIALE) —> ovvero l’insieme degli elementi visibili, estrinseci, con i quali si manifesta il reato
1) condotta
2) sue conseguenze (evento)
3) presupposti che rendono la condotta illecita
4) nesso di causalità
5) assenza di cause di giustificazione (elementi negativi)
Elemento SOGGETTIVO (PSICOLOGICO) ovvero l’insieme degli elementi che attengono alla sfera morale dell’agente
1) dolo
2) colpa
3) intenzione
Qual è la teoria degli elementi negativi del fatto?
Il fatto si compone di elementi positivi e negativi. Questi ultimi devono mancare per escludere la illiceità del fatto (vi rientrano anche le cause di giustificazione)
Qual è la teoria tripartita del reato?
1) FATTO: fatto tipico, comprensivo di tutti gli elementi oggettivi del reato, quali la condotta, l’evento, nesso e presupposti;
2) ANTIGIURIDICITÀ: non conformità del fatto con l’ordinamento giuridico. Intesa nella sua accezione positiva (quale conformità del fatto concreto al modello astratto definito dal legislatore) e negativa (assenza di cause di giustificazione);
Deve essere OBIETTIVA (non deve coinvolgere le condizioni individuali dell’autore) e GENERICA (la giustificazione del fatto può provenire da qualsiasi settore dell’ordinamento)
3) COLPEVOLEZZA (dolo, colpa, preterintenzione)
Qual è una prima teoria quadripartita del reato?
Una prima teoria: 1) FATTO; 2) ANTIGIURIDICITÀ; 3) COLPEVOLEZZA; 4) CONFORMITÀ del fatto al modello legale individuato dal legislatore
Critica: sarebbe insensato distinguere tra il fatto tipico e la conformità del fatto al tipo.
Seconda teoria quadripartita del reato
1) FATTO
2) ANTIGIURIDICITÀ
3) COLPEVOLEZZA
4) MERITEVOLEZZA-NECESSITÀ della pena per il raggiungimento di una soglia minima di offensività.
Critica: introdotto un parametro fattuale che lascia troppo spazio all’ interpretazione; la valutazione circa la necessità della pena è riservata al legislatore
Il principio di materialità
Principio secondo cui può essere reato solo il comportamento umano materialmente estrinsecatosi nel mondo esterno -nullum crimen sine actione-
Non vi è nessun sindacato sul foro interno, nessuna punizione per la nuda cogitatio
Fondamento normativo: art. 25 co. 2 Cost; art. 2 co. 1 c.p.; art. 115 c.p.; art. 49 co. 1 c.p.
Sistematica quadripartita del reato
1) FATTO umano;
2) ANTIGIURIDICITÀ del fatto;
3) COLPEVOLEZZA del fatto antigiuridico;
4) PUNIBILITÀ del fatto antigiuridico e colpevole
1) FATTO (umano)
Insieme degli elementi oggettivi che individuano e caratterizzano ogni singolo reato come specifica offesa ad uno o più beni giuridici.
- Condotta (azione; omissione, intesa come mancato compimento di un’azione giuridicamente doverosa);
- Presupposti della condotta (situazioni di fatto o di diritto che devono preesistere o coesistere con la condotta);
- Evento/i;
- Oggetto materiale (cosa o persona sulla quale influisce l’azione, omissione o evento);
- Nesso di causalità;
- Qualità o relazione giuridica o di fatto richiesta per il soggetto attivo;
- Offesa al bene giuridico.
2) ANTIGIURIDICITÀ del fatto
Rapporto di contraddizione tra il fatto e l’intero ordinamento giuridico. Non si configura tale contraddizione se nell’ordinamento vi è una norma che facoltizza o rende doverosa la realizzazione del fatto (CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE).
In assenza il fatto è antigiuridico e costituisce reato se sussistono gli altri elementi (colpevolezza e punibilità). In presenza il fatto è lecito e non costituisce reato.
3) COLPEVOLEZZA del fatto antigiuridico
Insieme dei requisiti dai quali dipende la possibilità di muovere un rimprovero al soggetto agente per aver commesso il fatto antigiuridico.
Requisiti:
- DOLO: rappresentazione e volizione di tutti gli estremi del reato. COLPA: imprudenza, negligenza, imperizia o inosservanza di norme giuridiche preventive e deve abbracciare tutti gli elementi del reato. DOLO MISTO A COLPA: rappresentazione e volizione di taluni elementi e realizzazione per colpa di altri elementi;
- ASSENZA DI SCUSANTI, ovvero di circostanze anormali tali da rendere inesigibile da parte dell’agente un comportamento diverso da quello tenuto nel caso concreto;
- CONOSCENZA O CONOSCIBILITÀ della legge penale violata (con la dovuta diligenza);
- CAPACITÀ DI INTENDERE E DI VOLERE (imputabilità).
4) PUNIBILITÀ per il fatto antigiuridico e colpevole
Condizioni eventuali, ulteriori ed esterne rispetto al fatto antigiuridico e colpevole, che fondano o escludono l’opportunità di punire l’agente.
FONDANO —> cause OBIETTIVE di punibilità, ovvero accadimenti menzionati nella norma incriminatrice che offrono una valutazione di opportunità in ordine all’inflizione della pena.
ESCLUDONO:
- cause PERSONALI CONCOMITANTI di non punibilità = condizioni contestuali alla commissione del fatto riguardanti la posizione personale dell’agente o il suo rapporto con la persona offesa;
- cause PERSONALI SOPRAVVENUTE di non punibilità = comportamenti dall’agente successivi alla commissione del fatto;
- cause OGGETTIVE di non punibilità = attengono all’entità dell’offesa al bene giuridico;
- cause di ESTINZIONE del reato = morte del reo prima della condanna, prescrizione del reato.
Cosa sono i reati di sospetto?
Si tratta di una speciale sotto categoria dei reati cd di possesso, ovvero di quei reati in cui l’oggetto del divieto è il possesso di quella o quell’altra cosa.
In particolare, i reati di sospetto si caratterizzano per la mancanza di uno specifico comportamento del soggetto punibile. Es: art. 707 c.p.
Qual è la definizione di azione?
Movimento corporeo dell’uomo, oggettivamente visibile, destinato a modificare il mondo esterno e idoneo a offendere o mettere in pericolo l’interesse protetto dalla norma incriminatrice.
Può consistere in un singolo elemento muscolare (percosse-schiaffo) oppure in un insieme di atti orientati a determinare un evento.
Quali sono le teorie sui criteri distintivi tra i reati omissivi propri e impropri?
TESI CARATTERE NORMA VIOLATA (Tesi abbandonata)
- violazione di norme di comando = omissivo proprio
- violazione di norme di divieto di causazione dell’evento = omissivo improprio
Critica: la violazione di norme di comando presuppone il compimento di un’azione diversa quindi no reato omissivo. Tutti i reati omissivi violano una norma di divieto.
TESI MODALITÀ DI TIPIZZAZIONE (minoritaria)
- propri espressamente previsti dalla legge
- impropri risultano dal combinato disposto fattispecie commissiva e clausola di equivalenza di cui all’art. 40, comma 2, c.p.
TESI DELLA STRUTTURA DELLA FATTISPECIE (prevalente)
- nei reati propri è richiesta solo omissione
- nei reati impropri oltre all’omissione e richiesta il verificarsi dell’evento
Quali sono gli elementi costitutivi dei reati omissivi propri?
1) SITUAZIONE TIPICA, insieme dei presupposti da cui sorge l’obbligo giuridico di agire;
2) MANCATO COMPIMENTO AZIONE GIURIDICAMENTE DOVEROSA
3) TERMINE, esplicito o implicito, entro il quale deve essere compiuta l’azione.
Quali sono gli elementi costitutivi dei reati omissivi impropri?
1) SITUAZIONE TIPICA, presupposto di fatto da cui sorge la situazione di pericolo per il bene da proteggere, rendendo doverosa l’azione tesa ad impedire l’evento;
2) CONDOTTA OMISSIVA, mancato compimento azione giuridicamente doverosa;
3) EVENTO NATURALISTICO, descritto dalla norma;
4) NESSO DI CAUSALITÀ, tra il non fare e l’evento.
Quali sono le teorie sulla fonte dell’obbligo giuridico, previsto in capo al garante, di impedire l’evento?
1) TEORIA FORMALE DELL’OBBLIGO
2) TEORIA FUNZIONALE
3) TEORIA MISTA
4) TEORIA MISTA AVANZATA
Cosa prevede la teoria formale dell’obbligo?
L’obbligo giuridico di impedire l’evento può trovare la sua fonte in:
- leggi penali/ extra penali
- contratto
- precedenti situazioni pericolose poste in essere dall’agente da cui sorge l’obbligo di eliminare le conseguenze dannose
- obblighi di natura consuetudinaria (negotiorum gestio)
Critica: l’obbligo penalmente rilevante non può sorgere da un negozio privatistico; difficoltà di armonizzazione tra la riserva di legge e le “precedenti situazioni pericolose”
Cosa prevede la teoria funzionale?
L’obbligo giuridico non sorge in relazione ad un criterio formale (derivazione da norma giuridica) ma in riferimento ad un criterio sostanziale, ovvero all’effettivo dominio del soggetto agente su determinati fattori causali dell’evento.
Critica: contrasto con il principio della riserva di legge secondo cui l’obbligo penalmente rilevante sussiste solo se una norma lo prevede.
Cosa prevede la teoria mista?
L’obbligo giuridico si individua sulla base di un duplice criterio:
1) criterio formale: deve scaturire da una fonte che sia penale/ extra penale / negoziale;
2) criterio sostanziale: il garante deve avere in concreto la capacità di proteggere il bene giuridico dai pericoli che lo minacciano.
Cosa prevede la teoria mista avanzata?
(Seguita da dottrina e giurisprudenza più recente)
Affinché siano rispettati i principi di legalità e colpevolezza è necessario che:
- l’obbligo di attivarsi sia SPECIFICO in riferimento al contenuto dell’obbligo, al destinatario dell’obbligo e al beneficiario dell’obbligo;
- il garante sia in possesso di POTERI IMPEDITIVI dell’evento;
- questo potere dovere deve essere PREESISTENTE alla situazione di pericolo;
- il garante deve essere nella POSSIBILITÀ MATERIALE di compiere l’azione impeditiva.
Classificazione posizioni di garanzia
POSIZIONI DI CONTROLLO: hanno ad oggetto il controllo di fonti di pericolo, al fine di evitare che causino danni a terzi. Il pericolo può derivare da una forza della natura o dallo svolgimento di attività umane.
POSIZIONI DI PROTEZIONE: hanno ad oggetto la protezione di interessi da un’aggressione esterna, alla luce dell’incapacità dei loro titolari di proteggerli adeguatamente.
POSIZIONI ORIGINARIE: spettano in conseguenza del ruolo svolto o della posizione rivestita (posizione di garanzia dei genitori nei confronti dei figli)
POSIZIONI DERIVATE: spettano in conseguenza di un trasferimento dal soggetto istituzionalmente garante ad un altro soggetto, ciò avviene mediante la stipula di un contratto (posizione di garanzia della babysitter)
Obblighi di sorveglianza e di attivazione
Si distinguono dagli obblighi di garanzia e non sono idonei a fondare una responsabilità omissiva.
OBBLIGHI DI SORVEGLIANZA: sorgono in capo a coloro che sono privi di poteri di protezione, sono gravati dall’obbligo di VIGILANZA sull’altrui attività e di INFORMAZIONE in caso di commissione di fatti offensivi.
OBBLIGHI DI ATTIVAZIONE: sorgono in capo a coloro che sono privi di poteri impeditivi e di sorveglianza, sono gravati dall’obbligo di ATTIVARSI in presenza di determinati presupposti di fatto per la TUTELA di determinati beni.
Evento (elemento oggettivo del fatto tipico)
L’evento secondo la concezione naturalistica è la conseguenza dell’azione od omissione posta in essere dall’agente, che influisce sulla realtà fenomenica alterandone il corso.
Dal punto di vista della concezione giuridica l’evento è la lesione o messa in pericolo del bene giuridico tutelato.
Chi è il soggetto passivo?
Il soggetto passivo è il titolare del bene giuridico o dell’interesse primario protetto dalla norma penale, è nella sua sfera giuridica che si ripercuote la condotta del reo.
È la PERSONA OFFESA dal reato, ha il potere di sporgere querela (120 cp) chiedere di essere informata in caso di richiesta di archiviazione (408 cpp) e proporre opposizione (410 cpp).
Si differenzia dal SOGGETTO DANNEGGIATO DAL REATO, ovvero colui che in conseguenza del reato subisce un danno (patrimoniale o non) e che può chiedere il risarcimento in sede civile. Può, inoltre, costituirsi parte civile nel processo penale (74 cpp).
Classificazione dei reati in base al soggetto passivo
REATI CON SOGGETTO DETERMINATO: il titolare del bene giuridico violato e ben identificabile.
REATI CON SOGGETTO INDETERMINATO (reati vaghi o vaganti): reati riferibili ad una collettività sociale indifferenziata (reati contro l’incolumità pubblica).
REATI SENZA SOGGETTO PASSIVO (reati di scopo): viene incriminato un dato comportamento illecito, senza che sia identificabile un titolare del bene giuridico violato.
Cos’è l’OGGETTO del reato?
La nozione di oggetto del reato può intendersi in senso materiale e giuridico:
• oggetto materiale: è l’entità fisica su cui ricade materialmente la condotta criminosa e può essere sia una cosa che una persona.
• oggetto giuridico: il bene-interesse
tutelato dalla norma incriminatrice
che viene conseguentemente offeso dal reato (ad esempio, la norma che punisce l’omicidio tutela il bene giuridico della vita; la norma che punisce il furto, tutela il bene giuridico del patrimonio, есс.).
L’oggetto materiale del reato l’entità su cui incide l’azione, l’omissione o l’evento. Tale entità può consistere in una persona (soggetto passivo) o in una cosa (oggetto giuridico), ovvero il bene giuridico, materiale o immateriale, protetto dalla norma incriminatrice, che viene assunto ad elemento costitutivo della fattispecie, esplicito o implicito.
In cosa consiste il rapporto di causalità?
L’art. 27 Cost enuncia il principio della personalità della responsabilità penale, secondo il quale un fatto può essere addebitato ad un soggetto se questo è eziologicamente collegabile alla sua condotta.
Difatti, anche l’art. 40, co. 1,c.p., afferma che nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato se l’evento dannoso o pericoloso non è conseguenza della sua azione od omissione .
Cosa prevede l’art. 41 c.p.? (Denominato concorso di cause)
Con tale articolo il legislatore ha risposto al quesito “a quali criteri occorre fare riferimento per accertare che una data condotta sia causa dell’evento dannoso?
L’art. 41 cp Enuncia il principio dell’EQUIVALENZA DELLE CAUSE, secondo il quale se sussistono una pluralità di cause, e queste sono tutte idonee a produrre l’evento, allora sara riconosciuta a tutte la stessa valenza. Dunque, affinché si abbia l’imputazione, l’agente deve porre in essere una condotta necessaria a produrre l’evento. Non esclude l’imputazione la sussistenza di ulteriori fattori causali antecedenti, concomitanti o sopravvenuti.