Microscopia Flashcards

1
Q

TECNICHE DI STUDIO DI CAMPIONI CELLULARI

A

Due tecniche ben distinte di approccio allo studio della cellula e di campioni tissutali:
1. Approccio BIOCHIMICO: analizza le componenti cellulari;

  1. Approccio ISTOLOGICO: mantiene il più possibile integra la struttura del campione.
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2
Q

PRINCIPALI TIPI DI MICROSCOPIO

A

MO = Microscopio ottico composto (fonte di luce: luce visibile):

  • Campo chiaro;
  • Contrasto di fase;
  • Interferenza;
  • A fluorescenza;
  • Confocale.

ME = Microscopio elettronico (fonte di luce: elettroni):

  • TEM (a trasmissione);
  • SEM (a scansione).
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3
Q

MICROSCOPIO A CONTRASTO DI FASE E AD INTERFERENZA

A
  • Compensano la trasparenza delle cellule non colorate mediante un aumento del contrasto.
  • Tecniche basate sulle lievi differenze nell’indice di rifrazione che le cellule presentano.
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4
Q

MICROSCOPIO A FLUORESCENZA

A
  • Il preparato viene illuminato con luce ultravioletta che è invisibile.
  • Le cellule colpite dal fascio di luce UV emettono luce visibile –> fluorescenza.
  • Fluorescenza:
    1. Naturale (o autofluorescenza, quindi il caso precedente);
  1. Secondaria (è indotta colorando vari componenti cellulari con coloranti fluorescenti = fluorocromi).
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5
Q

MICROSCOPIO CONFOCALE

A
  • Utilizzo di una sorgente luminosa laser.
  • Presenza di una sistema ottico ed elettronico che permette di effettuare la scansione di una o più sezioni del campione osservato, ricostruendo poi sullo schermo di un computer l’immagine risultante.
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6
Q

MICROSCOPIO ELETTRONICO

A
  • Strumento importante per lo studio della morfologia ultrastrutturale o submicroscopica dei tessuti.
  • Basato sull’uso di un fascio di elettroni anziché di un fascio di luce visibile.
  • Le lenti sono sostituite da un campo elettrostatico o elettromagnetico.
  • L’immagine può essere:
    1. Visualizzata su uno schermo fluorescente;
  1. Registrata attraverso acquisizione digitale.

Le immagini sono in bianco e nero.
Le parti scure si dicono “elettrondense”.

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7
Q

DIFFERENZE MICROSCOPI ELETTRONICI

A

Esistono due tipi:

  • TEM (a trasmissione): il preparato è sezionato e sono visualizzate le strutture interne;
  • SEM (a scansione): il preparato NON è sezionato e sono visualizzate le strutture esterne, quindi la struttura 3D del campione.

SEM:

  • Potere risolutivo più basso di TEM (circa 10 nm);
  • Consente di valutare il rilievo degli oggetti;
  • Impiegata per studiare: superficie delle cellule o di strutture pluricellulari.
  • L’immagine deriva dal RIMBALZARE degli elettroni sulla superficie del campione in osservazione.

TEM:
- L’immagine deriva dall’ATTRAVERSAMENTO delle strutture biologiche dagli elettroni.

Es. Tra i due tipi di immagine c’è la stessa differenza che corre tra la fotografia di una persona (SEM) e la sua radiografia (TEM).

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8
Q

UNITÀ DI MISURA

A

mm = 10^-3 m

μm = 10^-6 m

nm = 10^-9 m

Å = 0,1 nm

Da = massa dell’idrogeno
Es. H = 1 Da
O = 16 Da
H2O = 18 Da

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9
Q

POTERE DI RISOLUZIONE

A
  • Distanza minima dalla quale riusciamo a vedere 2 punti distinti come separati tra loro.
  • Parametro più importante di un microscopio, non l’ingrandimento.

Grandezza influenzata da:
1. Lunghezza d’onda (della luce: bianca o blu);

  1. Apertura angolare (di una lente: a bassa o ad alta apertura);
  2. Indice di rifrazione.

Es. Occhio umano: ~ 0.1 mm
Microscopio ottico: ~ 0.2 μm
Microscopio elettronico: ~ 0.4 nm

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10
Q

PARAMETRI PER L’ESAMINAZIONE DI UN PREPARATO ISTOLOGICO

A
  1. Contrasto;
  2. Potere id risoluzione;
  3. Ingrandimento.
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11
Q

EQUAZIONE DI ABBÉ

A

r = 0,61 λ / n sen α –> r = 0,61 λ / NA

r = risoluzione

λ = lunghezza d’onda della luce visibile (400 - 700 nm):

  • luce blu 450 nm,
  • luce bianca 530 nm

n = indice di rifrazione del mezzo:

  • Aria = 1,
  • Olio = 1,5

α = apertura angolare della lente, cioè metà della larghezza angolare del cono di raggi raccolto dall’obiettivo:

  • sen 70° = 0,94
  • sen 60° = 0,87

n sen α = Apertura Numerica = NA

Es. Usando luce bianca:
r = (0,61 x 530) / 1 x 0,94 = 344 nm

Usando luce blu:
r = (0,61 x 450) / (1 x 0,94) = 292 nm

Usando luce blu con un obiettivo ad immersione in olio:
r = (0,61 x 450) / (1,5 x 0,94) = 195 nm

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12
Q

TIPI DI INGRANDIMENTO ED IMMAGINI

A

Ingrandimento con risoluzione: immagine “a fuoco”

Ingrandimento a vuoto: immagine “sfocata”

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13
Q

ELEMENTI MICROSCOPIO

A
  1. Sorgente luminosa (o filamento di tungsteno);
  2. Campione;
  3. Lenti (di vetro o elettromagnetiche).
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14
Q

IMMUNOFLUORESCENZA

A

Tecnica di immunoistochimica (si basa sul principio di coniugazione antigene-anticorpo).

Uso:
- Individuare se alcuni antigeni e anticorpi batterici o di origine virale sono presenti in un determinato campione.

Procedura:
- Presenza rilevata tramite l’uso di un colorante che rende fluorescenti gli anticorpi cercati.

Osservazione al:

  • microscopio a fluorescenza OPPURE
  • microscopio confcocale.

Due metodi:
- Diretto: la sostanza fluorescente è legata direttamente all’anticorpo prodotto contro l‘antigene cercato.
- Indiretto: Anticorpo primario che riconosce l’antigene cercato;
Anticorpo secondario, a cui è legata la sostanza fluorescente, che riconosce l’anticorpo primario.

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15
Q

IMMUNOISTOCHIMICA

A

In microscopia in campo chiaro:
- con l’utilizzo di un enzima che trasforma un substrato in un prodotto colorato;

In microscopia elettronica a trasmissione:

  • con l’utilizzo di una sostanza densa agli elettroni OPPURE,
  • in presenza di un enzima che trasforma un substrato in un prodotto denso agli elettroni.
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16
Q

IMMUNOLOCALIZZAZIONE

[al microscopio elettronico]

A

Tecnica dell’immunogold:

  • Particelle sferoidali di oro colloidale (5-30 nm) coniugate con anticorpi specifici per l’antigene cercato.
  • Ciascuna vista come un punto nero.
17
Q

ALLESTIMENTO DI UN PREPARATO ISTOLOGICO

[microscopia ottica]

A
  1. Dissezione del materiale biologico;
  2. Fissazione:
    - Aldeidi: formaldeide, formalina
    - Alcooli: alcool etilico, alcool metilico
    - Acidi: acido acetico, acido picrico
  3. Disidratazione (con alcool etilico);
  4. Inclusione (lo scopo è ottenere campioni duri per il sezionamento):
    - Cera: Paraffina
    - Resine plastiche: resina epossidica
  5. Sezionamento:
    - Sezioni 3-10 μm di spessore
  6. Reidratazione (con alcool etilico diluito e xilolo);
  7. Colorazione:
    - Ematossilina: colorante basico e acidofilo
    - Eosina: colorante acido e basofilo
18
Q

ALLESTIMENTO DI UN PREPARATO ISTOLOGICO

[microscopia elettronica]

A
  1. Dissezione del materiale biologico in piccoli pezzi;
  2. Fissazione:
    - Glutaraldeide
    - Tetrossido di osmio
  3. Disidratazione;
  4. Inclusione (lo scopo è ottenere campioni duri per il sezionamento):
    - Resine plastiche (la paraffina altererebbe l’integrità dell’immagine)
  5. Sezionamento:
    - Ultramicrotomo (20-100 nm – fino a 1 μm)

Colorazione:

  • Tetrossido di osmio
  • Citrato di piombo
  • Oro colloidale
19
Q

FISSAZIONE

A

Uso:
- Immobilizzazione dei costituenti cellulari e tissutali del campione in uno stato più vicino possibile a quello di vita;

  • Preservare i campioni dall’attacco di muffe o batteri, che distruggerebbero le strutture cellulari.

Fissazione:
1. CHIMICA (procedura che richiede circa due giorni)- soluzioni liquide (soluzioni isotoniche o pH fisiologico (7,4)) - Evitare collassamento o rigonfiamento dei campioni.

  1. FISICA (richiede pochi minuti) - congelamento (ghiaccio secco o azoto liquido (-170°C)) - Non si effettuano disidratazione ed inclusione, direttamente si passa al sezionamento.
20
Q

FISSAZIONE FISICA

[congelamento]

A

Due step (passaggi):

  1. Congelamento-frattura (criodecappaggio o freeze-fracturing)
  2. Congelamento-incisione (crioincisione o freeze-etching)

Strumento: CRIOSTATO (taglio in temperature da 0°C fino a -45°C)

Uso:
- Conservare cellule vive, le quali una volta scongelate, riprendono le loro normali attività;

  • Diagnosi istologica nel corso di un intervento chirurgico (estemporanea).
21
Q

COLORANTI ISTOLOGICI

A
  • Sostanze chimiche che si legano a costituenti cellulari aumentandone il contrasto per permettere il loro riconoscimento al microscopio.
22
Q

COLORAZIONE VITALE E SOPRAVITALE

A

In entrambi i casi si usano COLORANTI VITALI.
Utilizzati direttamente su cellule vive (NON sottoposte a preparazione istologica), per studiare direttamente al microscopio:
- la localizzazione di determinate strutture cellulari;
- identificare particolari funzioni.

VITALE: Sono applicati ad animali viventi.

SOPRAVITALE: quando il colorante è usato per trattare tessuti o cellule isolate, ancora vive.

23
Q

CLASSIFICAZIONE COLORANTI

A
BASICI: danno una colorazione BLU-VIOLA.
- Ematossilina;
- Blu di metilene;
- Blu di toluidina.
Reagiscono con ZONE ACIDE del tessuto:
> Acidi nucleici (nucleo e citoplasmi particolarmente ricchi di mRNA)
> Zone acide e cartilagini (GAG)
ACIDI: danno una colorazione ROSA-ARANCIO.
- Eosina;
- Orange.
Reagiscono con SOSTANZE BASICHE:
> Citoplasma;
> Fibre di collagene.

In generale si usano entrambe le colorazioni (di solito ematossilina-eosina) per ottenere il contrasto tra le due zone.

24
Q

CLASSIFICAZIONE COLORAZIONI

A

Due categorie:
1. Colorazioni istomorfologiche (nucleo, citoplasma, tessuto epiteliale, collagene, ecc…);

  1. Colorazioni istochimiche (per mettere in evidenza le sostanze chimiche contenute nei tessuti e la loro posizione).
25
Q

COLORAZIONI ISTOMORFOLOGICHE

A
  1. Colorazione ematossilina-eosina (EE)
    Risultati:
    - Nucleo : Blu - viola
    - Citoplasma : Rosa - rosso
  2. Colorazione AZAN-Mallory (AM)
    Utilizzo: per mettere in evidenza le fibre collagene del TESSUTO CONNETTIVO.
3. Colorazione May-Grünwald-Giemsa
Utilizzo: per colorare gli strisci di SANGUE.
Procedura: il sangue viene strisciato su un vetrino portaoggetto, fissato per almeno 30 min all’aria e poi colorato.
Risultati:
- Globuli rossi : rosa-arancio
- Nuclei dei leucociti : blu-porpora
- Granuli eosinofili : rosso brillante
- Granuli basofili : blu
  1. Colorazione Verhoeff - Van Gieson (VVG)
    Utilizzo: colorazione specifica per le FIBRE ELASTICHE (in particolare per la proteina elastina) e per il COLLAGENE.
    Risultati:
    - Fibre elastiche : blu-nero
    - Collagene : rosso
    - Nuclei : blu-nero
    - Altri elementi : giallo
26
Q

COLORAZIONE ISTOCHIMICA

A

Reazione PAS (dell’acido periodico di Schiff):

Reattivo di Schiff (leucofucsina) = fucsina basica trattata con acido solforoso.

Mette in evidenza:

  • Glicogeno;
  • Amido;
  • Cellulosa;
  • Mucine epiteliali, ecc.

Risultati:

  • Sostanze PAS-positive : rosso magenta
  • Nuclei : viola-blu
27
Q

CITOMETRIA A FLUSSO

A

Strumento: citometro a flusso

Utilizzo: per misurare alcuni PARAMETRI MORFOLOGICI derivanti dall’ATTRAVERSAMENTO di singole cellule da parte di un FASCIO DI LUCE LASER.

Le modalità con cui la luce attraversa le cellule:
1. Scatter FRONTALE: Fornisce informazioni sulle DIMENSIONI della cellula;

  1. Scatter LATERALE: Informazioni sulla complessità interna della cellula.
28
Q

COLTURE CELLULARI

A

Metodo che consente di osservare e studiare in condizioni favorevoli le cellule viventi.

Mantiene in vita cellule singole (o frammenti di tessuti e di organi) al di fuori dell’organismo.

Esigenze fondamentali che devono essere soddisfatte:

  • Prevenzione della contaminazione batterica (utilizzando materiale sterile monouso);
  • Sterilizzazione degli strumenti e dei liquidi che vengono impiegati per l’esecuzione delle colture;
  • Temperatura di incubazione (in genere 37°C);
  • Pressione osmotica e pH ottimali;
  • Uso di mezzi nutrivi di opportuna composizione:

> mezzi “naturali” : coagulo di plasma con l’aggiunta di estratto embrionale (estratto acquoso di embrioni).

> mezzi “sintetici” (o a composizione chimica): costituita da soluzioni tamponate di amminoacidi, basi purifichi e pirimidiniche, vitamine, zuccheri e sali inorganici in varia concentrazione. Si aggiunge siero di feto di vitello.

N.B. Questi liquidi organici aggiunti contengono fattori di crescita capaci di favorire la sopravvivenza e la proliferazione delle cellule in coltura.

Cellule in coltura si dividono un numero DEFINITO di volte –> riflette il processo d’INVECCHIAMENTO.

Il metodo della coltura in vitro è stato impiegato per:

  • lo studio della divisione cellulare e dei cromosomi;
  • osservazione del movimento delle cellule e delle loro parti;
  • analisi della struttura microscopica e submicroscopica in elementi viventi;
  • lo studio dell’interazione tra cellule diverse.

Applicazioni in campo medico:
MEDICINA RIGENERATIVA - Es. Crescita in vitro di lembi di epidermide prelevati da aree indenni da pazienti ustionati ed il successivo reimpianto nelle zone danneggiate dello stesso paziente.

TERAPIA GENICA - Es. Modificare geneticamente in vitro cellule di un individuo per poi reimpiantare nello stesso soggetto per ovviare ad anomalie genetiche.