Microbiologia Flashcards

1
Q
  1. QUALI SONO LE DIMENSIONI DEI BATTERI
A

I batteri sono invisibili ad occhio nudo in quanto hanno dimensioni di pochi micrometri (circa 0,2-3μm).
Per questo motivo è necessario utilizzare un microscopio ottico per vederli (ingrandimento tot. 1000X)
Essi presentano diverse varietà di forme: bastoncellare (bacilli), a virgola, spirale, sferica (cocchi) e
possono dare luogo a strutture aggregate più complesse (es: tetradi, sarcine, stafilococchi).

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2
Q

. QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA PROCARIOTI ED EUCARIOTI?

A

I procarioti sono cellule molto piccole con dimensioni di circa 0,2-3μm, non hanno un’organizzazione
cellulare compartimentata e le cellule contengono citoplasma, ribosomi (70S) e materiale genetico
libero. Il cromosoma è generalmente uno solo (raramente sono di più ma mai accoppiati) ed essi
possono effettuare riproduzione solamente per scissione binaria. Gli Eucarioti sono invece cellule di
dimensioni maggiori, circa 100-150 μm, con compartimentazione interna con diversi organelli
(mitocondri, Lisosomi…), i ribosomi (80S) e il nucleo che contiene il materiale genetico. In queste cellule
sono presenti due o più cromosomi a coppie e possono effettuare la riproduzione per mitosi o meiosi

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3
Q

CON QUALE OBBIETTIVO SI OSSERVA IL LICHENIFORMIS A MICROSCOPIO OTTICO CON OCULARE 10X?

A

Essendo un m.o. di ridotte dimensioni (ordine dei micrometri, 10-6m), si utilizza un obiettivo con
ingrandimento 100X con un oculare 10X per permettere un ingrandimento complessivo 1000X, utile
per l’osservazione. Infatti, essendo il m.o. di dimensioni dell’ordine dei micrometri:
10^-6*1000 = 10^-3 = millimetri. (i millimetri rientrano nel visibile: è possibile vedere da 0,5 mm)

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4
Q

COME È COSTITUITA UNA MEMBRANA CELLULARE?

A

La membrana cellulare ha il compito di dividere l’interno della cellula dall’ambiente esterno.
Essa è formata da un doppio starato fosfolipidico che definisce il modello a mosaico fluido:
La parte idrofila, cioè le teste polari e i fosfati dei fosfolipidi, è a contatto con l’ambiente esterno alla
cellula e con l’interno e permette alla cellula di poter persistere in soluzione.
La parte idrofobica, cioè le code apolari di acidi grassi dei fosfolipidi, è la parte interna della membrana
e crea uno strato idrofobico. Sulla membrana possono essere inoltre presenti steroli, che
contribuiscono a dare rigidità, e proteine di membrana, con diverse funzioni, che possono trovarsi
legate all’interno, all’esterno o attraversare la membrana.

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5
Q

membrana degli archei

A

La membrana degli archei può essere formata da dieteri di glicerolo o da tetraeteri didiglicerolo.
Nel primo caso, si avrà un doppio strato lipidico formato da due strati di dieteri di glicerolo.
Nel secondo casi, si avrà un singolo strato lipidico formato da uno strato di tetraeteri di diglicerolo

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6
Q

quali sono le funzioni della memebrana?

A

Le funzioni della membrana citoplasmatica sono:
- Barriera selettiva permeabile: è selettiva per il trasporto di molecole all’interno della cellula e
permette l’ingresso, tramite diffusione o attraverso strutture di trasporto, a specifiche molecole.
- Sito di ancoraggio: per le proteine di trasporto e coinvolte nel metabolismo
- Conservazione di energia: permette di mantenere la differenza di cariche e quindi di mantenere il
potenziale di membrana. Essa non è permeabile a protoni ed elettroni (carichi) e permette di generare
un gradiente ionico tra la parte interna e esterna della membrana.

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7
Q

ELENCA E DESCRIVI SINTETICAMENTE I SISTEMI DI TRASPORTO DI MEMBRANA

A

I sistemi di trasporto si dividono in:
- sistemi di trasporto passivo (sfruttano il gradiente di concentrazione):
diffusione attraverso un poro, attraverso la membrana (per piccole molecole poco polari) o
diffusione facilitata (uniporto, utilizza proteine trans-membrana per molecole specifiche)
(La diffusione è aspecifica, mentre il trasporto tramite proteine è specifico per molecola)
- sistemi di trasporto attivo (contro gradiente, utilizzano energia):
- secondario: utilizzano il gradiente di concentrazione di uno ione come fonte di energia per il
trasporto controgradiente di una molecola. Comprende i sistemi di simporto (la molecola entra
nella cellula contemporaneamente all’ingresso dello ione) e di antiporto (la molecola entra nella
cellula contemporaneamente all’uscita dello ione)
- primario: comprende il sistema ABC (ATP bynding cassette, utilizza una proteina esterna specifica
per l’identificazione della molecola, un canale transmembrana e una proteina interna che idrolizza
l’ATP) e il sistema PEP-PTS (fosfoenolpiruvato-fosfotransferasi, utilizza 4 proteine intramembrana e
una transmembrana per fosforilare uno zucchero (glucosio) ed introdurlo nella cellula)
Tutte le molecole attraversano la membrana cellulare secondo gradiente di concentrazione (trasporto
passivo) o contro gradiente (trasporto attivo) con consumo di energia. Il trasporto passivo comprende:
la diffusione attraverso un poro o attraverso la membrana per molecole apolari o piccole e poco polari
oppure una diffusione facilitata (uniporto) mediata da una proteina trans-membrana. La diffusione è
aspecifica, mentre il trasporto tramite proteine è specifico per molecola. Il trasporto attivo può essere
primario o secondario. Il secondario comprende i sistemi di simporto e antiporto che utilizzano il
gradiente di concentrazione di uno ione come fonte di energia per il trasporto controgradiente di una
molecola. Con il simporto la molecola si muove nella stessa direzione dello ione iniziale mentre con
l’antiporto, si muove nella direzione opposta. Nel trasporto attivo primario comprende i meccanismi
ABC e PEP-PTS. L’ATP bynding cassette prevede la intervento di una proteina specifica esterna alla
cellula che riconosce la molecola, di un canale transmembrana, attraverso il quale passa la molecola, e
di una proteina interna che idorlizza l’ATP e permette l’ingresso della molecola nella cellula. Il sistema
PEP-PTS (fosfoenolpiruvato - fosfotransferasi) prevede una catena di 4 proteine intramembrana dove la
prima ottiene, da una molecola di fosfoenolpiruvato, un gruppo fosfato che viene trasferito da una
proteina all’altra fino ad una proteina transmembrana che lega il fosfato ad uno zucchero (glucosio)
ottenuto dall’esterno. La proteina transmembrana è selettiva e permette la fosforilazione del glucosio

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8
Q

DESCRIVI IL PROTOCOLLO E I REATTIVI UTLIZZATI PER EFFETTUARE LA COLORAZIONE DI GRAM

A

La colorazione di Gram è un protocollo che prevede la colorazione di cellule batteriche al fine di
differenziarle in gram positivi e gram negativi. Il protocollo prevede lo striscio del campione su un
vetrino e fissazione al calore. Il campione viene poi trattato con un colorante violetto (Cristal violetto)
che farà acquisire a tutti i batteri questa colorazione. Si tratta poi il preparato con una soluzione di
ioduro di potassio e iodio (mordente) che fissa il colore alla parete batterica. Il vetrino viene poi
“sciacquato” con etanolo che permette di rimuovere il colorante dalla membrana esterna dei gram - in
quanto il loro strato di peptidoglicano è sottile e non trattiene il colore. Al contrario, non ha effetto
sulla spessa parete di peptidoglicano dei gram + che trattiene il colore nonostante la decolorazione. Si
effettua poi una colorazione di contrasto con Safranina che rende i gram negativi di colore rosa

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9
Q

. COS’È IL PASSAGGIO DIFFERENZIALE NELLA COLORAZIONE DI GRAM+ E GRAM-?

A

La colorazione di Gram avviene tramite 5 passaggi: fissazione delle cellule al calore, colorazione
primaria con cristalvioletto, trattamento con ioduro di potassio (mordente), decolorazione con etanolo
e, infine, colorazione di contrasto con safranina. La differenza tra i due sta nel fatto che, una volta
reidratati dopo la decolorazione con etanolo, i Gram+ restano colorati di viola (cristalvioletto) mentre i
Gram- perdono il loro colore viola e, trattati poi con safranina, acquistano un colore rosso

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10
Q

COME SI FA AD IDENTIFICARE I GRAM+ DAI GRAM-?

A

Si può identificare la tipologia di batterio attraverso la colorazione di Gram. Essa avviene tramite 5
passaggi: fissazione delle cellule al calore, colorazione con cristalvioletto, trattamento con ioduro di
potassio (mordente), decolorazione con etanolo e colorazione di contrasto con safranina. Il passaggio
utilizzato per differenziare le due tipologie di batteri è la decolorazione con etanolo. Infatti, una volta
reidratati, dopo la decolorazione con etanolo, i Gram+ restano colorati di viola (cristalvioletto) mentre i
Gram- perdono il loro colore viola e, trattati con safranina, acquistano colorazione rossastra.

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11
Q
  1. DESCRIVI LA PARETE BATTERICA (SIA GRAM+ CHE GRAM-)
A

I batteri presentano tutti una parete cellulare che conferisce rigidità e si oppone agli stress osmotici.
Essa è composta da peptidoglicano, un polimero formato da polisaccaridi con ripetizione degli
aminozuccheri N-acetiglucosammina e acido N-acetilmuranico con corta catena peptidica.
I legami sono di natura covalente: glicosidici e peptidici. La parete dei gram positivi è spessa e
comprende oltre al peptidoglicano anche acidi teicoici, idrofili, che sporgono verso l’esterno della
cellula e acidi lipoteicoici, lipofili, che affondano nella parete. La parete dei gram negativi è invece più
sottile perché è coperta da una membrana esterna di protezione. Quest’ultima è asimmetrica in quanto
contiene strutture immunologiche sporgenti, i lipopolisaccaridi. Essi sono distinguibili in: antigene 0,
che si estende verso l’esterno, core che si estende nella parte centrale e lipide A che è ancorato
all’interno della membrana.

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12
Q

. DESCRIVI LE STRUTTURE CHE RIVESTONO LA CELLULA DI UN BATTERIO GRAM-NEGATIVO

A

Un batterio gram - presenta una membrana cellulare fosfolipidica, una sottile parete in peptidoglicano
e una membrana esterna che la ricopre. La parete cellulare di questi batteri ed è composta da
peptidoglicano un polimero formato da polisaccaridi con ripetizione degli aminozuccheri Nacetiglucosammina e acido N-acetilmuranico con corta catena pepetidica. I legami sono di natura
covalente: glicosidici e peptidici. Tale parete è molto sottile in quanto la funzione protettiva è svolta
dalla membrana esterna che la ricopre. Quest’ultima è asimmetrica in quanto presenta lipopolisaccaridi
sporgenti verso l’esterno della cellula. Essi sono strutture immunologiche distinguibili in: antigene 0 (si
estende verso l’esterno), core (si estende nella parte centrale) e lipide A (ancorato all’interno della
membrana).

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13
Q

. DESCRIVI LE STRUTTURE CHE RIVESTONO LA CELLULA DI E.COLI

A

E. Coli è un enterobatterio Gram negativo e presenta quindi una membrana cellulare fosfolipidica, una
sottile parete in peptidoglicano e una membrana esterna che la ricopre. La parete cellulare è composta
da peptidoglicano, polimero formato da polisaccaridi con ripetizione degli aminozuccheri Nacetiglucosammina e acido N-acetilmuranico con corta catena pepetidica. I legami sono di natura
covalente: glicosidici e peptidici. Tale parete è molto sottile in quanto la funzione protettiva è svolta
dalla membrana esterna. Essa è asimmetrica in quanto presenta lipopolisaccaridi sporgenti verso
l’esterno della cellula che sono strutture immunologiche divisibili in tre tipologie: antigene 0, che si
estende verso l’esterno della cellula, core che si estende nella parte centrale e lipide A che è ancorato
all’interno della membrana. La membrana esterna è collegata alla parete da delle lipoproteine.

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14
Q

DESCRIVI LE STRUTTURE CHE RIVESTONO LA CELLULA DI UN BATTERIO GRAM-POSITIVO

A

Un batterio gram + presenta una membrana cellulare fosfolipidica e una parete cellulare. Quest’ultima
è composta da uno spesso strato di peptidoglicano, un polimero formato da polisaccaridi con
ripetizione degli aminozuccheri N-acetiglucosammina e acido N-acetilmuranico con corta catena
pepetidica. I legami sono di natura covalente: glicosidici e peptidici. La parete dei gram positivi
comprende oltre al peptidoglicano anche acidi teicoici, idrofili, che sporgono verso l’esterno della
cellula e acidi lipoteicoici, lipofili, che affondano nella parete (entrambi presentano legami
fosfodiesterei: necessitano di fosforo)

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15
Q

. DESCRIVI LA PARETE DI STREPTOCOCCUS THERMOPHILUS

A

Lo streptococcus Thermophilus è un batterio lattico gram positivo ed ha quindi una spessa parete di
peptidoglicano. Quest’ultimo è un polimero formato da polisaccaridi con ripetizione degli
aminozuccheri N-acetiglucosammina e acido N-acetilmuranico con corta catena pepetidica. I legami
sono di natura covalente: glicosidici e peptidici. La parete dei gram positivi comprende oltre al
peptidoglicano anche acidi teicoici, idrofili, che sporgono verso l’esterno della cellula e acidi lipoteicoici,
lipofili, che affondano nella parete (entrambi presentano legami fosfodiesterei: necessitano di fosforo)

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16
Q

DESCRIVERE LA PARETE DEL BACILLUS.

A

Il Bacillus è un batterio di tipo gram + ed è quindi privo di membrana esterna a differenza dei gram-. La
parete dei gram+ è composta per lo più da uno spesso strato di peptidoglicano e comprende altri
componenti quali acidi teicoici idrofili (sporgono dalla parete verso l’esterno) e lipoteicoici lipofili
(affondano nella parete). Gli acidi teicoici sono polimeri essenziali per il normale funzionamento della
cellula in quanto donano rigidità, elasticità e garantiscono la carica negativa sulla superficie cellulare

17
Q

PARETE CELLULARE DEI LIEVITI (S. cerevisiae)

A

I lieviti presentano una parete cellulare, con struttura non ordinata, composta da chitina, in minor
parte, e da proteine glicosilate (mannoproteine) e beta-glucani (B-1,6 e B-1,3) in maggior parte. La
chitina presente al confine con lo spazio periplasmatico fornisce rigidità, le mannoproteine sono
maggiormente presenti nella zona esterna della parete mentre i beta-glucani sono presenti
prevalentemente nella parte centrale. I lieviti coinvolti nelle fermentazioni alcoliche si dividono inoltre
in bottom e top yeast in base al tipo di parete: nel primo caso flocculano precipitando verso il basso
mentre nel secondo, le mannoproteine intrappolano la CO2 e permettono la flottazione in superficie.
La parete cellulare può presentare strutture ancorate ad essa ed agli strati sottostanti: pili e flagelli.

18
Q

CLASSIFICARE I M.O. PER ENERGIA E ATTIVITÀ METABOLICA

A

I m.o. possono essere classificati secondo la loro attività metabolica in:
Fotoautotrofi: utilizzano la luce per ricavare energia e la CO2 per ricavare carbonio. Tramite reazioni di
ossidoriduzione producono materia organica. Fotoeterotrofi: utilizzano la luce per ricavare energia e
sostanze organiche come fonte di carbonio. Chemioautotrofi: ossidano sostanze organiche per ricavare
energia e utilizzano la CO2 come fonte di carbonio. Chemioeterotrofi: ossidano sostanze organiche per
ricavare energia e da esse ottengono anche carbonio

19
Q
  1. PROTOTROFIA E AUXOTROFIA
A

La prototrofia è la capacità di effettuare la biosintesi di una determinata molecola in modo autonomo.
L’auxotrofia è invece l’incapacità di biosintetizzare un determinato componente in modo autonomo.

20
Q
  1. IL LACTOBACILLUS ELVETICUS È PROTOTROFO PER L’ACIDO GLUTAMMICO.
    DOVENDO COLTIVARE IN LABORATORIO QUESTO MICRORGANISMO DOVRÒ PREVEDERE LA
    PRESENZA DELL’ACIDO GLUTAMMICO NELLA FORMULAZIONE DEL TERRENO DI COLTURA? PERCHÉ?
A

Lactobacillus helveticus è un microorganismo gram + prototrofo per l’acido glutammico.
Il termine prototrofia indica la capacità di effettuare la biosintesi di una determinata molecola in modo
autonomo. Non è quindi necessario porre acido glutammico nel terreno di cultura in quanto
Lactobacillus Elveticus è capace di produrlo autonomamente.

21
Q
  1. TIPOLOGIE DI COLTIVAZIONE DEI MICRORGANISMI
A

Piastramento in superficie: sullo strato di agar presente nella piastra petri viene depositato una certa
quantità di campione (solitamente 0,1mL o 1mL) e distribuito con un ansa su tutta la superficie. La
piastra viene poi incubata capovolta per evitare che la condensa rovini le colonie. Queste ultime
saranno in superficie. Piastramento per inclusione: una certa quantità di campione è depositata e
distribuita nella piastra petri vuota e successivamente coperta con uno strato di agar che andrà a
gelatinizzare. La piastra viene incubata capovolta, le colonie saranno in superficie e all’interno dell’agar

22
Q

COSA SI INTENDE PER COLONIA BATTERICA? COSA SI INTENDE PER ISOLAMENTO IN COLTURA PURA?

A

Per colonia batterica, si intende la proliferazione di un’unità formante colonia di un batterio su terreno
di coltura. La colonia batterica è quindi un insieme di batteri originati per riproduzione a partire da una
cellule (o alcune cellule). Per isolamento in coltura pura si intende la coltivazione, su terreno di coltura,
di un singolo ceppo di una specie batterica, proveniente da una singola colonia. La coltura pura sarà
quindi una coltura formata da m.o. dello stesso ceppo.

23
Q

CONTENUTO DEL TERRENO DI COLTURA

A

Il terreno di coltura viene definito in funzione del metabolismo del m.o. da coltivare e delle fonti
nutritive da esso utilizzabili. Devono comunque essere sempre presenti come nutrienti fonti di
carbonio, azoto, vitamine, sali minerali e fosforo (Idrogeno e ossigeno non vengono considerati perché
presenti in composti organici e in acqua). Fonti di carbonio possono essere zuccheri semplici o
complessi. Fonti di azoto possono essere AA, peptidi, ammoniaca. Per alcune di queste fonti sono
necessari enzimi specifici che il m.o. deve avere. Un altro costituente fondamentale è l’agar, polimero
vegetale che gelifica sotto il 40°C e che non deve interferire con il pH e il metabolismo dei m.o.

24
Q

PERCHÉ IL FOSFORO È FONDAMENTALE NEI TERRENI DI COLTURA?

A

In quanto il fosforo si trova nelle cellule come costituente principale di nucleotidi degli acidi nucleici
(DNA), fosfolipidi delle membrane e acidi teicoici. Il fosforo viene solitamente fornito in forma
inorganica in quanto ha lo stesso il livello di ossidazione richiesto dalla cellula

25
Q

DESCRIVI IL CICLO VITALE DEL SACCHAROMYCES CEREVISIAE

A

Il S. cerevisiae è un lievito e può persistere stabilmente in stato aploide e diploide. In entrambe le
forme esso si può riprodurre per via asessuata attraverso la gemmazione: dalla cellula madre si ottiene
una cellula figlia più piccola che si accrescerà e si riprodurrà a sua volta (vi è uno sfasamento temporale
nello sviluppo). Per riproduzione sessuata, invece, una cellula diploide viene a formarsi per
accoppiamento di due cellule aploidi. In condizioni di stress (per carenza di nutrienti o presenza di
carboidrati non fermentabili) tale cellula diploide è in grado di effettuare la sporificazione. Con essa di
ha la produzione di un asco contenente quattro spore, 2 a e 2 alfa. La singola spora può poi germinare
formando una cellula aploide se le condizioni sono favorevoli, altrimenti può coniugarsi con un’altra di
tipologia opposta (a-alfa) formando una cellula diploide

26
Q
  1. ELENCA LE FASI DI CRESCITA DI UN MICRORGANISMO (ciclo vitale della popolazione batterica)
A

Fase di latenza: il m.o. si abitua all’ambiente di crescita ed ai nutrienti presenti, sintetizza enzimi e non
si riproduce (il numero di m.o. è costante). Fase di crescita esponenziale: il m.o. si riproduce con la
massima velocità ed è costante il tempo di generazione cioè il tempo necessario perché il numero di
cellule raddoppi. Fase stazionaria: il m.o. ha modificato l’ambiente di crescita in seguito alla produzione
di composti e alla riduzione del nutrimento. La riproduzione e la morte dei m.o. sono perfettamente
bilanciate. Fase di morte: la velocità di morte supera quella di generazione, la popolazione diminuisce.

27
Q

FUNZIONE CHE DEFINISCE LA CRESCITA MICROBICA

A

La crescita microbica è definita da una funzione che mette in correlazione il numero di cellule iniziali
(N0), il numero di cellule al tempo t (Nt), il numero di generazioni (n) e il tempo di generazione (t):
n = (LogNt – LogN0)/Log2 oppure Nt/N0 = 2^n.

28
Q

SI DEVE DETERMINARE LA CARICA BATTERICA DI UNA INSALATA CONFEZIONATA. 10 G DI PRODOTTO
VENGONO DILUITI E OMOGENEIZZATI PORTANDOLI A 100 mL FINALI CON UN OPPORTUNO DILUENTE
CREANDO COSÌ LA PRIMA DILUIZIONE DECIMALE. DOPO DILUIZIONI, PIASTRAMENTO E INCUBAZIONE
DELLA SOSPENSIONE SU UN OPPORTUNO TERRENO DI COLTURA SI RILEVANO 135 COLONIE NELLA
PIASTRA PETRI IN CUI SONO STATI INOCULATI 0,1 mL DELLA DILUIZIONE 10^-4. QUAL È LA CARICA
BATTERICA DELL’INSALATA? INDICARE L’UNITÀ DI MISURA.

A

135 UFCx10x10^4 = 1.35x10^7 UFC/g

29
Q
  1. SI DEVE DETERMINARE LA CARICA BATTERICA DI UNA INSALATA CONFEZIONATA. 10 G DI PRODOTTO
    VENGONO DILUITI E OMOGENIZZATI PORTANDOLI A 100mL FINALI CON UN OPPORTUNO DILUENTE
    CREANDO COSÌ LA PRIMA DILUIZIONE DECIMALE. DOPO DILUIZIONI, PIASTRAMENTO E INCUBAZIONE
    DELLA SOSPENSIONE SU UN OPPORTUNO TERRENO DI COLTURA SI RILEVANO 135 COLONIE NELLA
    PIASTRA PETRI IN CUI SONO STATI INOCULATI 1mL DELLA DILUIZIONE 10^-5. QUAL È LA CARICA
    BATTERICA DELL’INSALATA? INDICARE L’UNITÀ DI MISURA.
A

135 UFCx10^5 = 1.35x10^7 UFC/g
3

30
Q
A