METRICA Flashcards
dieresi
forma di iato che permette di conteggiare una sequenza vocalica monosillabica come due sillabe distinte
sineresi
due vocali contigue di un vocabolo che vengono fuse e contate come una sillaba sola; norme:
- nesso vocale tonica + atona in fine parola = 1 sillaba all’interno del verso, 2 alla fine del verso
- au ed eu monosillabi
- dieresi d’eccezione (Dante), bisillabo all’interno del verso
- regola etimologica, dieresi con scansione latineggiante, se in latino 2 o 1 sillabe, così anche in italiano
- nessi inscindibili: ie=e, uo= o, au= au—> indivisibili
- nessi bisillabici: a, e, o + tonic; nessi di due vocali separati da i
- nessi di scansione variabile: uso oscillante quando i/u atone + tonica (più comune dieresi); oscillazione maggiore in atone diverse da i/u; i atona + vocale atona in fine parola solitamente monosillabo
sinalefe
fusione a livello di conteggio sillabico di vocale finale e vocale iniziale di parola
dialefe
due vocali consecutive (la prima alla fine e la seconda all’inizio di parola) vengono conteggiate come sequenza bisillabica, più frequente quando una delle due vocali è tonica
apocope
caduta della vocale finale senza apostrofo
sincope
caduta di vocale interna di parola
elisione
riguarda la fine di parola, vocale finale di parola cade davanti a vocale iniziale della seguente, segnata da apostrofo
aferesi
riguarda inizio di parola, segnata da apostrofo, soppressione della vocale iniziale
troncamento
soppressione di una vocale, consonante o sillaba alla fine di parola, segnato da apostrofo solo se caduta di un’intera sillaba
crasi
fusione di due vocali di parole distinte di solito indicata dal circonflesso
epitesi
aggiunta di una vocale in fine di parola, aiuto sillabico (per ottenere versi piani; fue>fu, tue> tu, piue>piu)
accenti fissi
parisillabi:
- senario 2-5
- ottonario 3-7
- novenario 2-5-8
- decasillabo 3-6-9
accenti variabili
imparisillabi
- quinario (obbligatorio in 4)
- settenario
- endecasillabo
diastole
spostamento in avanti dell’accento regolare per motivi metrici
sistole
spostamento all’indietro dell’accento regolare per motivi metrici
endecasillabo
- verso in cui ultima sillaba tonica è la decima
- accento in 10 obbligatoria + 4 (a minore) o 6 (a maiore)
- a minore: 4 + accento di supporto in 8 (più frequente) o in 7 (meno frequente)
a maiore: 6 + 2 o 3 - non canonico: in cui 4 e 6 sillaba sono atone e non è possibile porre l’accento su di esse
settenario
- verso in cui l’ultima sillaba tonica è la sesta
- uno o due accenti ulteriori prima della sesta in posizione libera (eccezionale solo in quinta)
- da solo o in connubio con endecasillabi (canzone)
- può essere considerato parte di endecasillabo (la prima in a maiore, la seconda in a minore)
- settenari doppi: accostamento di due settenari che formano un verso unico detto doppio (poesia della origini, didascalica=alessandrini)
quinario
- verso la cui ultima sillaba tonica è la 4
- presenta un accento ulteriore, in posizione libera sulla prima o sulla seconda sillaba (eccezionale in 3)
- poco diffuso, tronato in auge nel ‘500 come metro teatrale + ode-canzonetta
- quinari doppi (Jacopone da Todi, melodramma del ‘700, Pascoli) vs decasillabo: accento in 4 delle due metà, decasillabo sempre accenti in 3-6-9
decasillabo
- 3-6-9
- ultima sillaba tonica è in nona posizione
- raro, poesia delle origini e romantica
- ritmo da marcia, poesia del risorgimento
novenario
- 2-5-8
- ultima sillaba tonica è in ottava posizione
- raro nella poesia antica e con accenti liberi, standardizzato solo a partire dall’800 (Carducci e Pascoli, Pascoli sperimenta anche 3-5-8)
- novenari doppi (Gozzano)
ottonario
- 3-7
- ultima sillaba tonica in settima posizione
- accenti liberi in poesia antica
- ottonario doppio (Carducci)
- canzoni facilmente memorabili con fine di rappresentazione scenica
senario
- 2-5
- ultima sillaba tonica è in quinta posizione
- poesia antica e Chiabrera accentazione libera
- senari doppi (poesia romantica)
molto memorizzabile
quadrisillabo e trisillabo
- ultima sillaba tonica è in terza posizione
- usato in composizione con altri versi (ottonario)
- ultima sillaba tonica in seconda posizione
verso di impiego recente (Pascoli con senario e novenario) - hanno un solo accento, difficilmente impiegati in componimenti densi di significato
verso
unità minima del discorso in versi
sillaba
unità minima del verso, unità ritmica della catena parlata, deve contenere almeno una vocale
rima
identità di suono della parte finale di due parole a partire dalla vocale tonica compresa in poi o di 2+ versi dall’ultima vocale tonica compresa in poi
rima interna
lega una parola all’interno di un verso con la parola finale di un altro verso
rima al mezzo
divide il verso in emistichi e riguarda la fine di un verso e il primo emistichio di un altro
rima sineretica e apocopata
tra la forma bisillabica tonica + atona in fine verso e forma monosillabica all’interno del verso
rima irrelata
verso che non rima con nessun altro
funzioni della rima
- demarcativa: favorire la perfezione della divisione in versi
- strutturante: la serie di rime forma uno schema che caratterizza le diverse forme metriche
- associativa: la rima connette tra loro due o più parole, connessione semantica, relazione portatrice di significato
rima baciata
AA BB CC
spesso un testo tutto in rima baciata è monorima
rima alternata
AB AB AB
quartina, ottava siciliana, sestina
ottava toscana (ABABABCC) e sestina (ABABCC) contengono sia baciata che alternata
rima incrociata
ABBA CDDC EFFE
rima incatenata
ABA BCB CDC DED
rima replicata
ABC ABC
canzone e sonetto
rima retrograda
ABC CBA o ABC BAC
canzone e sonetto
rima costante
si ritrova nella stessa posizione tra le strofe di un componimento e le collega (ballate)
rima facile
ci sono molte possibilità a disposizione (desinenziale e suffissale), di scarso impegno stilistico
rima difficile
per la quale sono disponibili poche parole o parole non comuni
rima derivata
tra parole con la stessa radice, vale anche per i legami etimologici solo apparenti
rime tecniche: grammaticale, ricca, equivoca
rime arricchite/complicate
- rapporto di parentela grammaticale tra 2 serie di rime
- identità di 1+ fonemi precedenti all’ultima vocale tonica
- identità di suono delle parole in rima ma con significato diverso
rima identica
parola in rima con se stessa, caso estremo di rima equivoca, ma qui hanno stesso significato
rima composta
parola rima ottenuta riunendo artificiosamente 2+ parole sotto un solo accento
rima equivoca contraffatta
unione di un rima equivoca e una rima composta; equivocazione ottenuta sommando due parole; le due parole in rima sono foneticamente uguali ma una delle due è divisa e perciò non hanno lo stesso significato
rima per l’occhio
identità di due rime solo grafica e non fonetica, perchè la rima impone lo spostamento di un accento in una delle due parole
rima in tmesi
si ottiene dividendo una parola in fine verso (opposto alla rima composta)
rima ipermetra
sarebbe perfetta se si eliminasse l’ultima sillaba della parola sdrucciola (si unisce una parola piana con una sdrucciola e l’identità fonica si estende dalla vocale tonica alla prima vocale atona compresa)
rima perfetta
con identità di tutte le vocali e consonanti a partire dall’ultima vocale tonica del verso + questione culturale, vocali aperte/chiuse e rima siciliana
rima imperfetta
se non c’è identità completa, ci sono elementi in comune
- assonanza: identità delle vocali post toniche
-consonanza: identità solo delle consonanti post toniche
rime apparentemente imperfette
dovute alla rima come fatto anche culturale oltre che fonico
- rima siciliana: i con e chiusa (é) e di o con o chiusa
- rima francese: a+nasale rima con e+nasale
forme liriche
canonizzate quasi tutte da Petrarca
strambotto, canzone, sestina, sonetto
forme narrative
tipiche dei primi secoli
lassa, distico, quartina, serventese
canzone
- forma più complessa e più nobile della nostra tradizione
- prime attestazioni già nel ‘200, codificata da Dante in de vulgari eloquentia e resa canonica da Petrarca
- fino a Leopardi prevale quella petrarchesca, poi leopardiana/canzone libera
- nel ‘500 rinnovamento: canzone pindarica, ode-canzonetta, canzone-ode
- strofe definite stanze + stanza di chiusura ridotta detto congedo (non obbligatorio), poeta si rivolge alla canzone
canzone petrarchesca (meglio miei appunti)
- maggiore prestigio nei primi secoli
- endecasillabi e settenari, possibile anche solo endecasillabi (nel ‘200 e ‘300 anche quinari)
- conclusione solitamente è una stanza ridotta detta congedo
- strofe si chiamano stanze
2- canzone duecentesca: suddivisa in numero variabile di stanze, ciascuna divisa in 4 elementi (I piede, II piede, 1 volta, 2 volta) tra loro rispondenti: primo e secondo piede con stesso numero schema/numero di versi/ordine di endecasillabi settenari con uno schema di rime
1- poi: struttura a tre, o bipartizione in cui prima parte divisibile in due sottoparti: fronte, un blocco scomponibile in due piedi + sirma, prima volta e seconda volta sussunta in un unico blocco non necessariamente divisibile - schema di rime: variabile ma si ripete identico tra le varie stanze della stessa canzone + nessun verso dei due piedi del fronte può rimanere con rima irrelata, deve esserci la stessa sequenza con rima ripetuta + tra piedi e sirma c’è il fenomeno di chiave/chiave di volta/concatenatio, rima baciata segnale che si sta passando dalla fronte alla sirma
sestina lirica
- forma di canzone in 6 stanze indivisibili di 6 versi endecasillabi ciascuna, tutti i versi terminano in parola-rima
- prima testimonianza in Rime di Dante, ripresa da Arnaut Daniel
- tutti versi endecasillabi
- schema rimico complesso: le rime sono tutte parole rima + ogni stanza ha sei parole rima irrelate, perchè le corrispondenze non sono all’interno della stanza ma con le stanze successive + la successione delle rime e retrograda + congedo è la metà di una stanza (3 vv) e ha 3 parole rima all’interno dei versi e 3 in rima finale in posizione varie + esiste la sestina doppia con 12 stanze
canzone-ode
- serie di stanze semplificate diffusa dal ‘500 e nella poesia delle origini
- modello classico oraziano
- stanze di quartine di endecasillabi o endecasillabi-settenari (fondamentale versi di 4 strofe)
- rima incrociata o alternata
- stanze tutte uguali per disposizione del tipo di versi e schema di rime: sono uguali tra loro e presentano lo stesso schema rimico e stessa alternanza di misura di versi; ad un certo punto componimenti con stanze brevi ma non necessariamente di 4 versi (5/6 vv)
- prime attestazioni con Bembo e B. Tasso, Chiabrera e Marino + Parini
- strofe indivisibili
ode-canzonetta
- testi leggeri e cantabili
- argomento impegnato e stile elevato
- versi breve (dal senario in giù)
- impiego massiccio di rime tronche e sdrucciole
- forma metrica del melodramma
- modello di anacreonte
- strofe indivisibili prive di partizione interna
sonetto
- poesia per musica, ma non attestazioni
- nome provenzale ma origini poesia siciliana (Giacomo da Lentini)
- stanza di canzone che si è autonomizzata
- bipartizione: 14 versi endecasillabi suddivisi metricamente in 2 quartine e 2 terzine; 2 quartine + 2 terzine con schemi metrici vari
- nelle quartine: alternata in quelle antiche, poi incrociata
- nelle terzine: solitamente replicate e retrograde
- sonetto rinterzato: tipico delle origini (Guittone), si aggiunge un settenario dopo ogni verso dispari delle ottave e dopo i primi due versi delle terzine (due settenari per ciascuna quartina e due per ciascuna terzina)
- sonetto doppio: si aggiunge settenario dopo ogni verso dispari delle ottave e dopo il secondo verso delle terzine (Vita Nuova)
- sonetto caudato: si aggiunge alla fine un settenario che rima con l’ultimo verso delle terzine e un distico di endecasillabi a rima baciata (genere comico-ironico-satirico)
ballata
- forma di musica che nasce per musica, canto e danza
- forma complessa che prevede esecuzione lessicale, verbale e messa in scena
- poesia religiosa delle origini
-testo in strofe/stanze - presenza della ripresa: ritornello premesso alle stanze ripetuto tra una strofa e l’altra e spesso alla fine; l’ultimo verso di ogni stanza rima con l’ultimo verso della ripresa
- endecasillabi e settenari, poesia delle origini anche altri
- struttura: 1- ripresa, 2 - prima mutazione/piede, 3 - seconda mutazione, 4 - volta= corrisponde alla ripresa per numero di versi, misura e schemi di rime, l’ultimo verso della volta rima con l’ultimo verso della ripresa; 2 + 3 formano la fronte= crea stesso effetto fonico della ripresa, di solito primo verso della volta rima con l’ultimo della seconda mutazione (chiave tra 3 e 4, II mutazione e volta)
- dimensione della ripresa: ballata minima (1 v), minore (2 vv), mezzana (3 vv), grande (4 vv), stravagante (5+)
barzelletta
- forma specifica della ballata (grande)
-voga nel ‘400, destinata alla musica - versi brevi, ottonari o settenari
- struttura come la ballata: ripresa, I mutazione, II mutazione, volta
canzonetta
- poesia per musica, termine generico
- si identifica con ballata
- vari nomi a seconda dell’origine o dell’autore
madrigale
- musica, origini nel ‘300 e poi rinnovata da Carducci e Pascoli
- prima attestazione Canzoniere
- serie di terzine (strofe di 3 versi, senza rima necessariamente incatenata) seguito da un distico o due distici o un verso isolato
- endecasillabi, endecasillabi e settenari
- rime varie
strambotto
- uso lirico dell’ottava, ottava declinata in chiave lirica
- 8 versi endecasillabi che possono essere: isolati (nel rispetto spicciolato) o contaminati (in serie nei rispetti)
- destinazione musicale, origine popolare nel ‘400 e ripresa da Pascoli
- ottava siciliana ABABABAB
- ottava toscana ABABABCC
lassa
- serie di versi in numero variabile dotati tutti della stessa rima (lassa rimata) o assonanza (lassa assonanzata)
- numero di versi può variare, ma la rima/assonanza deve rimanere uguale
- poesia delle origini poi ripresa da Carducci e Pascoli
distico
- coppie di versi a rima baciata
- poesia delle origini (didascalica)
- settenario + distici di settenari doppi/alessandrini (poesia teatrale del ‘700), ottonari e novenari più rari
quartina
- strofa di 4 versi, spesso monorima
- quartina monorima di alessandrini/settenari doppi, diffusa nel ‘200 poesia didascalica nord Italia
serventese
- diverse forme ma carattere didascalico-morale
- quartina di endecasillabi a rima alterna, distici endecasillabi a rima baciata, serventese caudato, capitolo quadernario, terzina doppia incatenata
terza rima
- strofa di 3 versi
- terzina dantesca/incatenata: ABA BCB CDC DED, il primo e il terzo verso di ogni strofa sono in rima mentre il secondo anticipa la rima della strofa successiva
- una serie di terzine incatenate prende il nome di capitolo ternario
- fortuna dal 300 al 900; poesie lunghe di impianto morale/matrice didattica
ottava rima
- strofa di endecasillabi a rima ABABABCC
- forma toscana con rima, siciliana con rima alternata (4 coppie)
- poema epico cavalleresco, rusticale (bucolica-grottesca), sacra rappresentazione (poesia religiosa di tipo narrativo), poema cavalleresco
- primo esempio 1335 con filostrato di Boccaccio (poema epico amoroso)