Marx Flashcards
CARATTERISTICHE GENERALI
I punti fondamentali di Marx sono:
- ANALISI GLOBALE della società e della storia.
- UNIONE DELLA TERAPIA E DELLA PRASSI
CRITICA ALLO STATO MODERNO
L’uomo nello stato moderno vive 2 vite: una da BORGHESE, cioè nell’ambito dei suoi interessi particolari, e una da CITTADINO, cioè nell’ambito dell’interesse comune dello Stato.
Per Marx il tentativo di persecuzione dell’interesse comune dello Stato è illusorio, perché non è lo Stato che garantisce i singoli individui elevandoli a un bene comune, ma i singoli individui usano lo Stato come mezzo per raggiungere i propri scopi.
Nella società moderna, dunque, c’è solo egoismo e particolarismi, non fratellanza e universalità.
Per raggiungere una vera universalità, allora è necessario eliminare questi particolarismi, partendo innanzitutto dalla PROPRIETA’ PRIVATA.
L’arma che serve per ciò è allora quella classe che già non ha proprietà, ossia il PROLETARIATO.
CRITICA ALL’ECONOMIA BORGHESE
Nei “Manifesti economico-filosofici), Marx afferma che gli economisti pensano che l’economia borghese dell’epoca sia il sistema economico naturale e immutabile. Non si rendono conto dell’opposizione, propria della dialettica, tra capitale e lavoro salariato, tra borghese e proletario.
Non si rende conto del concetto di “alienazione”, ossia l’uomo che si scinde da se stesso nell’ambito della società e dell’economia in maniera pratica e concreta.
Questa alienazione consiste in 4 fondamentali aspetti:
- il lavoratore è alienato rispetto al prodotto della sua attività;
- il lavoratore è alienato rispetto alla sua stessa attività (è solo uno strumento, il lavoro non è propriamente suo);
- il lavoratore è alienato rispetto al proprio genere (visto che è solo uno strumento, non sembra neanche umano);
- il lavoratore è alienato rispetto agli altri uomini (soprattutto dai capitalisti da cui viene trattato come strumento).
MATERIALISMO STORICO
In “L’ideologia tedesca” parla del suo materialismo. Si tratta di un materialismo storico: materialismo perché le forze motrici della storia sono di natura socio-economica; storico perché tenta di cogliere il movimento reale della storia attraverso le strutture effettive e le sue concrete forze motrici.
Alla base della storia c’è il lavoro: la storia si prefigura cioè come un processo fondato sulla dialettica bisogno-soddisfacimento degli uomini, dialettica che funziona con il lavoro.
Marx distingue: FORZE PRODUTTIVE (elementi necessari al processo di produzione - sono i lavoratori, i mezzi di produzione e le conoscenze tecniche e scientifiche) e RAPPORTI DI PRODUZIONE (rapporti che si instaurano fra i lavoratori), dove l’insieme dei rapporti di produzione è chiamato STRUTTURA, da cui poi dipende la SOVRASTRUTTURA, che è l’insieme di rapporti giuridici, politici, etici, artistici, religiosi e filosofici della società.
Le forze produttive però si sviluppano più velocemente rispetto ai rapporti di produzione e così le forze produttive che sono più avanti vengono incarnate da una classe sociale che si scontra con quella che incarna i rapporti di produzioni rimasti indietro, con la vittoria sempre dei primi.
MANIFESTO
L’insieme delle strutture e sovrastrutture di una determinata epoca sono chiamate FORMAZIONI ECONOMICO-SOCIALI. Egli ne distingue alcuni: primitiva, asiatica, antica, feudale, borghese e in futuro ci sarà la società comunista.
Nel Manifesto Marx descrive i metodi e gli scopi della futura società comunista.
Nella prima parte afferma che lo scontro fra le classi delle forze produttive avanti e dei rapporti di produzione indietro è chiamato LOTTA DI CLASSE.
Nella seconda parte confronta il proprio pensiero con gli altri socialismi, affermando che il suo è l’unico scientifico. I socialismi falsi sono: REAZIONARIO (a sua volta FEUDALE, che vuole eliminare il capitalismo ma ritornando indietro, PICCOLO BORGHESE, che implica sempre un ritorno all’indietro, e TEDESCO, che è così anti-borghese, che rifiuta qualsiasi conquista della società liberale, anche quelle che potrebbero giovare ai lavoratori), CONSERVATORE (che vuole superare il capitalismo, senza eliminarlo con la distribuzione a tutti della proprietà privata, mentre Marx vuole proprio eliminarla), e UTOPISTICO (che mira a una collaborazione fra la classe dominante e i lavoratori - cosa utopica e moralistica).
Il suo socialismo, invece, è SCIENTIFICO, perché:
- trasforma il programma del proletariato di auto-emancipazione come una scienza della rivoluzione proletaria;
- cessa di essere un’ideale, ma diventa una necessità storica;
- si avvale di un metodo scientifico per analizzare la società e la stoia, attraverso il materialismo storico e la critica dell’economia politica.
IL CAPITALE
Si tratta di un’opera di 3 volumi, con lo scopo i individuale le leggi del modo produttivo della società capitalistica moderna, individuandone il dinamismo dialettico, per poi arrivare anche ad alcune “previsioni”.
ELEMENTI PRINCIPALI
CAPITALISMO: sistema economico in cui imprese e/o privati cittadini possiedono mezzi di produzione, ricorrendo spesso al lavoro subordinato per la produzione di beni e servizi, al fine di ricavare sempre più profitti attraverso la vendita diretta o indiretta di tali beni e servizi, appunto merci.
MERCE: è tale se ha un VALORE D’USO, cioè un’utilità concreta, e un VALORE DI SCAMBIO, cioè il valore attraverso cui la merce è scambiata con altre merci. Quest’ultimo non è fisso, ma dipende dalla quantità di lavoro. Il valore poi è diverso dal prezzo (il prezzo dipende da valori contingenti).
Questa definizione di valore di scambio contesta il “FETICISMO DELLA MERCE”, secondo cui, invece, la merce ha un valore di per sé indipendentemente dal lavoro degli uomini.
CICLO ECONOMICO DEL CAPITALISMO
Non si basa su un ciclo MDM (merce-denaro-merce), in cui la merce viene trasformata in denaro, usata poi per comprare altra merce, ma DMD (denaro-merce-denaro), in cui il denaro viene investito in un tot di merce, da cui però non deriva lo stesso tot di denaro investito, ma di più.
Questo denaro in più è chiamato PLUSVALORE.
Il plusvalore è cercato nel processo non di scambio della merce, ma di produzione della merce da scambiare.
In particolare, durante questo processo, il capitalista si rivolge alla merce umana, ossia l’operaio. Il capitalista compra la forza-lavoro dell’operaio, pagandogli un salario, corrispondente alla quantità di lavoro che egli ha applicato durante la produzione della merce. Il delta del valore fra il valore del prodotto finale e il valore del processo di produzione viene intascato dal capitalista, che è il plusvalore.
Il plusvalore non coincide però con il profitto, perché il capitalista non investe solo negli operai una somma che chiama CAPITALE VARIABILE, ma investe anche nei macchinari una somma chiamata CAPITALE COSTANTE.
RICADUTE DEL CAPITALISMO
- Sembra più conveniente aumentare sempre di più le ore di lavoro degli operai: più lavoro, più aumenta la produzione e se li pago meno, più ho plusvalore. Se sfruttato troppo però porta rende l’operaio meno produttivo.
- L’alternativa è investire nelle macchine. Però ci sono altre ricadute:
- se aumenta la produttività, si può cadere nel surplus delle merci, che non vengono comprate e di conseguenza il capitalista fallisce;
- se si investe nelle macchine e poco negli operai, allora ci sarà meno plusvalore, perché il plusvalore dipende dal capitale variabile e non costante.
Tutto ciò può portare alla crisi delle fabbriche e di conseguenza a un aumento del divario ricchi-poveri: se chiudono le fabbriche, ci sono meno capitalisti, ma meno capitalisti vuol dire meno concorrenza, quindi anche se il profitto diminuisce, risultano comunque più arricchiti.