Linguaggio, lingua, dialetto, varietà linguistica Flashcards

1
Q

Cosa si intende per linguaggio?

A

Il linguaggio è la capacità specifica degli esseri umani di imparare a comunicare usando una o più lingue. Facoltà innata e spontanea, si può atrofizzare

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2
Q

Qual è la definizione di “lingua”?

A

Le lingue sono tutti quei sistemi di comunicazione verbale che le diverse comunità umane, gruppi e sotto-gruppi di individui, usano per trasmettersi e scambiarsi informazioni.

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3
Q

Come possono essere studiate le lingue?

A

Possono essere studiate come codici, ovvero sistemi organizzati di elementi di comunicazione, di elementi sonori e di regole per la creazione di messaggi strutturati.

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4
Q

Che cos’è una varietà linguistica?

A

Una varietà (o variante) linguistica è una forma di una data lingua usata dai parlanti di quella lingua. Questo può includere accenti, registri, stili ed altre varietà linguistiche, così come la lingua standard stessa.

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5
Q

Che differenze ci possono essere tra le varietà linguistiche?

A

Le differenze possono essere fonetiche, lessicali e/o grammaticali.

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6
Q

Cosa si intende per bilinguismo?

A

Capacità di una persona di comunicare in due lingue e il termine viene usato per riferirsi a una situazione generale in cui sono coinvolte due lingue o dialetti ma queste vengono usate con persone e in contesti distinti.

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7
Q

Differenza bilinguismo e diglossìa

A

In sociolinguistica si dice bilinguismo quando il parlante usa le lingue indistintamente e diglossìa quando si preferisce una lingua all’altra in base al contesto sociale.

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8
Q

Come si distingue la dilalìa dalla diglossìa?

A

Nella diglossìa la lingua A viene usata in contesti formali e la lingua B in contesti informali. Nella dilalìa la lingua A può essere usata sia in contesti formali che informali, mentre la lingua B solo in quelli informali e non in quelli formali anche perché non standardizzata.

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9
Q

Cosa si intende per repertorio linguistico?

A

Intendiamo con repertorio linguistico l’insieme delle risorse linguistiche a disposizione di una comunità linguistica o di un parlante; nel primo caso si parla di repertorio comunitario, nel secondo di repertorio individuale.

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10
Q

Quando vengono definiti storici i dialetti?

A

Sono parlate romanze diffuse sul territorio italiano con continuità storica per evoluzione dei volgari originati dal latino.

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11
Q

Di cosa si occupa la dialettologia?

A

Descrive quelle varietà linguistiche che , indipendentemente dal numero di parlanti e dalle specifiche condizioni di contatto, presentano caratteristiche comuni all’interno di ciascuna delle aree geografiche incui sono tradizionalmente delimitate.

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12
Q

Quali sono le varietà sociolinguistiche?

A

Le varietà sono: diastratica, diatopica, diafasica e diamesica.

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13
Q

Varietà diastratica

A

La varietà diastratica è una varietà sociolinguistica che dipende dal rango sociale del parlante.

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14
Q

Varietà diatopica

A

Evidenzia i contrasti su scala geografica

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15
Q

Variazione diafasica

A

Registri meno controllati di uso familiare o colloquiale e registri più sorvegliati, in contesti più formali o ufficiali.

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16
Q

Variazione diamesica

A

Variazione in base al mezzo attraverso il quale avviene la comunicazione.

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17
Q

Come si riconosce la parentela di due o più lingue?

A

A seconda dell’origine di ciascuna lingua possiamo talvolta riconoscere un certo numero di elementi lessicali, morfologici o fonetici.

18
Q

Che cos’è un gruppo linguistico?

A

Un gruppo linguistico comprende un insieme di lingue che presentano un gran numero di affinità sistematiche, di tipo genetico, tipologico o geografico.

19
Q

Cos’è una famiglia linguistica?

A

Una famiglia linguistica è un gruppo di lingue o dialetti che sono legati tra loro in quanto derivanti da una lingua originaria comune, detta protolingua.

20
Q

Fai un elenco delle famiglie linguistiche

A

Lingue indoeuropee (~45%)
Lingue sino-tibetane (~22%)
Lingue niger-kordofaniane (~10%)
Lingue afroasiatiche (~5%)
Lingue austronesiane (~5%)
Lingue elamo-dravidiche (~3%)
Lingue altaiche (~3%)
Lingua giapponese (~2%)
Lingue austroasiatiche (~1 %)
Lingue uraliche (~0,4%)
Lingue caucasiche (~0,2%)
Lingue nilo-sahariane (~0,12%)
Lingue tupi-guaraní (<0,1%)
Lingue Nakho-Dagestaniane (<0,1%)
Lingue maya (<0,1%)
Lingue uto-azteche (<0,1%)
Lingue Na-Dené (<0,1%)
Lingue khoisan (<0,1%)
Lingue algonchine (<0,1%)
Lingue salish (<0,1%)
Lingue wakashane (<0,1%)
Lingua cree (<0,1%)
Lingue siouan (<0,1%)
Lingue irochesi (<0,1%)
Lingue caddoan (<0,1%)
Lingue hokan (<0,1%)
Lingue penuti del plateau (<0,1%)
Lingue mixe-zoque (<0,1%)
Lingue tucanoane (<0,1%)
Lingue kiowa-tano (<0,1%)
Lingue oto-mangue (<0,1%)
Lingue misumalpane (<0,1%)
Lingue chibcha (<0,1%)
Lingue macro-gê (<0,1%)
Lingue panoane (<0,1%)
Lingue caribe (<0,1%)
Lingue mataco-guaicuru (<0,1%)
Lingue arawak (<0,1%)
Lingue araucaniane (<0,1%)
Lingue eschimo-aleutine (<0,1%)

21
Q

Cosa sono i gerghi?

A

Sono codici di comunicazione che si caratterizzano per sintassi e fonetica simili a quelle della lingua dell’intera comunità, ma per un lessico composto da elementi disparati (arcaismi, prestiti, lessicalizzazione di usi traslati e figurati)

22
Q

Cosa sono le lingue pidgin?

A

Sono varietà ibride rudimentali e instabili. Si creano dall’incontro di comunità di lingua diversa e da situazioni di prolungata convivenza.

23
Q

Come si crea il creolo?

A

Se le generazioni successive di una comunità che assume il pidgin come lingua ausiliaria non si separano etnicamente e, anzi, contribuiscono ad arricchire progressivamente la lingua sul piano lessicale e strutturale, questa assume una morfologia e una sintassi relativamente più stabili e si definiscono con i tratti di un creolo, diventando lingua nativa della comunità.

24
Q

Cosa si intende con plurifunzionalità delle lingue?

A

Plurifunzionalità, detta anche onnipotenza semantica, è quella proprietà generale del linguaggio verbale umano secondo cui è possibile dare un’espressione a qualsiasi contenuto, cioè è possibile formulare e, dunque, tradurre in lingua un messaggio formulato in qualsiasi altro codice.

25
Q

Quali sono le proprietà generali delle lingue?

A

Plurifunzionalità, universalità, priorità del parlato, trasponibilità di mezzo.

26
Q

Su cosa si basa la comunicazione parlata?

A

Si basa su un sistema di segni linguistici arbitrari e intenzionali che consentono la produzione di messaggi costituiti da elementi discreti organizzati linearmente.

27
Q

Quali sono le proprietà generali delle lingue?

A

biplanarità
arbitrarietà
doppia articolazione
trasponibilità di mezzo
linearità
discretezza
plurifunzionalità
riflessività
produttività
ricorsività
distanziamento
libertà da stimoli
trasmissibilità culturale
complessità sintattica
equivocità o ambiguità

28
Q

Biplanarità

A

La biplanarità è, tra tutte, la proprietà più ovvia in quanto caratterizza tutti i segni, e quindi anche quelli linguistici, associandone le due rispettive facce. Infatti, essa mette in evidenza il rapporto tra il significante, o espressione fonica, facilmente percepibile poiché cade sotto i nostri sensi, e il significato, o momento semantico, contenuto veicolato dalla faccia percepibile.

29
Q

Arbitrarietà

A

L’arbitrarietà consiste nel fatto che non esiste un vincolo naturale tra significante e significato di un segno linguistico: si tratta, perciò, di convenzioni scelte in modo arbitrario e imposte dalle rispettive comunità linguistiche alle quali le parole appartengono.

30
Q

Doppia articolazione

A

La doppia articolazione, da non confondere con la biplanarietà, indica che il significante di un segno linguistico è articolato a due livelli differenti.

31
Q

Trasponibilità di mezzo

A

La trasponibilità di mezzo indica la possibilità del referente di trasmettere un significante qualsiasi. Quest’ultimo, infatti, può essere trasmesso sia attraverso il mezzo aria, il canale fonico-acustico, sotto forma di onde sonore percepite dall’uomo, sia attraverso il mezzo luce, il canale visivo-grafico.

32
Q

Linearità

A

A differenza dei segni “globali”, percepiti come inseriti nel complesso, il segno linguistico viene prodotto, si realizza e si sviluppa in successione nel tempo e nello spazio. Per comprendere il messaggio occorre, perciò, che gli elementi siano attualizzati linearmente uno dopo l’altro. Così, ad esempio, le frasi Luca saluta Gianni e Gianni saluta Luca designano due stati di cose ben diverse.

33
Q

Discretezza

A

La discretezza si riferisce, invece, all’assoluta differenza fra gli elementi: le unità della lingua non sono continue ma separate e ben distinte tra loro.

Es.

Pollo e bollo sono parole con significati nettamente differenti che variano proprio per la presenza di un fonema, /b/,
al posto di un altro, /p/.

34
Q

Riflessività

A

La riflessività è propria del linguaggio e indica la possibilità di usare la lingua per parlare della lingua stessa: la lingua viene così usata come metalingua. Riprendendo la funzione metalinguistica sopra trattata si può vedere come siano possibili frasi del tipo: ‘alza’ è la terza persona singolare del modo indicativo del tempo presente del verbo alzare.

35
Q

Produttività

A

La produttività allude alla facoltà della lingua di parlare di cose nuove, talvolta anche inesistenti, di nuove esperienze e di messaggi mai prodotti prima. Per far ciò da un lato si utilizzano nuovi significanti e significati mai uniti prima, dall’altro si associano messaggi già esistenti adattati però a nuove situazioni. La produttività è permessa dalla doppia articolazione che prevede, come è stato affermato prima, la combinazione di unità minime, formanti un sistema chiuso, in unità sempre maggiori e in numero infinito. Essa è stata denominata anche creatività regolare: una produttività infinita basata su un numero limitato di regole applicabili ricorsivamente.

36
Q

Ricorsività

A

La ricorsività, invece, consiste nella possibilità di applicare lo stesso procedimento un numero illimitato di volte per ottenere segni sempre nuovi. Pur illimitata, ciò che la limita è l’utilizzo che i parlanti ne fanno. Oltre un certo grado di lunghezza e complessità, il segno non sarebbe più memorizzabile ed economicamente maneggiabile. Dunque, è possibile vedere che sono i parlanti a limitare il sistema infinito utilizzabile.

37
Q

Distanziamento

A

Il distanziamento è la possibilità di parlare di cose, eventi e persone lontane dal momento e dal luogo in cui si svolge l’interazione comunicativa. A differenza degli animali che, per esprimere il loro bisogno di cibo, utilizzano il proprio verso senza riuscire a comunicare che il giorno prima avevano fame, con la lingua di solito gli individui parlano di cose lontane dallo spazio e dal tempo in cui essi sono inseriti.

38
Q

Trasmissibilità culturale

A

Ogni lingua è trasmessa per tradizione all’interno della società come un fattore culturale. Le regole sintattiche, semantiche, morfologiche, fonetiche e lessicali fondanti il patrimonio lessicale di ogni lingua passano, da generazione in generazione, per insegnamento e apprendimento.

39
Q

Complessità sintattica

A

Essa riguarda l’alta complessità strutturale delle catene linguistiche che spesso presentano rapporti di forte concatenazione tra gli elementi disposti linearmente. Gli elementi o parti del segno, infatti, non sono disposti casualmente; essi costituiscono una fitta trama che si evidenzia nella sintassi.

40
Q

Equivocità

A

L’equivocità è inerente alla natura del sistema linguistico e consiste in una mancata corrispondenza biunivoca tra significante e significato. Nel linguaggio verbale umano si parla di corrispondenze doppiamente plurivoche: ad un significante può corrispondere una vasta gamma di significati.