libro antico Flashcards
Quali sono le tipologie di supporti?
1)Tavolette di legno (di solito)
2)Papiro
3)Pergamena
4)Carta
Tavolette
-Sono superfici di materiale duro (in genere legno)destinate a ricevere la scrittura, direttamente o su unostrato di gommalacca fusa (no cera, è un equivoco che si perpetua). L’uso delle tavolette cerate continuò pere tutto il medioevoper esercizi scolastici, brogliacci d’autore, conti privati etalvolta pubblici.
-Le tipologie fondamentali di tavolette sono due:
1.Tavolette semplici: tavolette sottili, per lo più di legno di betulla o di ontano. Erano scritte ad inchiostro e con il calamo oppure a pennello.
2.Tavolette cerate: tavolette più spesse, per lo più di legno d’abete o di larice, con la parte centrale incavata o circondata da una cornice e riempita di gommalacca fusa. Erano scritte a sgraffiocon uno stilo metallico. Lo stilo era adatto per scrivere ecancellare. Una punta metallica per incidere, dalla parte opposta una spatola per eradere il testo.
-TAVOLETTE= :l’anello di congiunzione materiale fra la vecchia forma del ROTOLO e il libro in veste di CODICE, nuovo soltanto in apparenza in quanto di fatto anticipato da strutture da tempo esistenti e largamente utilizzate, come gli aggregati di tavolette (= Gli “aggregati di tavolette” si riferiscono a collezioni o gruppi di tavolette scritte che venivano raccolte insieme in un unico insieme o archivio, talvolta utilizzando un supporto fisico per tenerle unite, come una corda o una fascetta. Questi aggregati di tavolette erano comuni nelle antiche civiltà mesopotamiche e in altre culture antiche che usavano tavolette di argilla, cera o legno per la scrittura. Le tavolette erano spesso utilizzate per registrare informazioni amministrative, contabili, legali, o religiose.)
Papiro e il rotolo
• Primo fra i materiali scrittori di più ampia e duratura diffusione nella produzione di ambito mediterraneo.
• L’uso del papiro per la scrittura è strettamente legato almondo egizio, ove affonda le sue radici molto indietro neltempo (fino al III millennio a. C.), mentre i più antichitestimoni greci risalgono al IV secolo a. C.
Manifattura
La manifattura del papiro iniziava dalla scortecciatura etaglio del fusto. Il fusto viene privato dalla scorza e tagliato in strisce sottili (phylirae), operazione semplice perché ilfusto è a sezione triangolare. Una volta ricavate queste“strisce” (3x12cm) venivano disposte l’una accanto all’altra con una minima sovrapposizione. Per la preparazione del foglio, al primo strato di strisce neviene sovrapposto un secondo in senso trasversale dandoluogo ad un potenziale foglio. I due strati venivano quindi pressati e battuti per farli aderire fra loro e dar luogo al foglio.
La battitura veniva effettuata perché la pianta contiene unalinfa collosa che funge da collante. Eventuali asperità dellasuperficie vengono eliminate con un martello o con una zanna di animale per facilitare lo scorrimento del calamo.Infine la carta di papiro può essere cosparsa con vari tipi diresine per preservarla dall’umidità o dagli insetti.
• Il papiro si diffuse soprattutto in ambito mediterraneo efino al II secolo dopo Cristo il suo uso nelle pratichelibrarie fu diffusissimo, praticamente incontrastato
Il rotolo
• Il papiro veniva posto in vendita sotto forma di rotoli, formatiincollando i fogli l’uno all’altro in successione orizzontale.
• Il rotolo veniva predisposto per la scrittura con le fibre orizzontali all’interno e le fibre verticali all’esterno perché per la scritturagreca e latina le fibre orizzontali erano più adatte allo strumentoscrittorio. È molto raro che la parte esterna venga vergata.
Lo scriba greco-romano scriveva senza l’aiuto di lineetracciate col regolo per guidare la scrittura o per segnare ilimiti delle righe, che, difatti, spesso hanno una marcatapendenza da sinistra a destra.
Nelle colonne di scrittura il testo si svolgeva continuamente senza divisioni di parole, con pochi o punti accenti e spiriti e scarsa punteggiatura. Era interamente sconosciuta qualsiasi sorta di facilitazione per il lettore. Per leggere un rotolo il lettore doveva usare entrambe le mani, la destra per tenere il rotolo, la sinistra per tener ferma la parte iniziale srotolata e per arrotolarla via via che la lettura procedeva.
• Il rotolo di papiro era arrotolato attorno ad un bastoncinodi legno su cui si poteva legare un cartellino su cui eraindicato il nome dell’autore e il titolo dell’opera.
FOTO-> LATO FIBRE ORIZZONTALI= RECTO, CON COLONNE DI TESTO (SCRIPTIO CONTINUA) + LATO FIBRE VERTICALI=VERSO
Pergamena
Con l’arrivo della pergamena in Occidente le due materie scrittorie entrarono in concorrenza ma alla fine del IV secolo la pergamena ebbe il sopravvento sul papiro.
-La pergamena è un materiale di origine animale ottenutoda pelli ovine, caprine o bovine
• Dalla tarda antichità la pergamena diventa il supporto principale (anche se mai esclusivo) del libro greco-latino erimane tale fino alla fine del XIV secolo, quando è definitivamente sconfitta dalla concorrenza della carta.
-La pergamena non si presenta come una superficie deltutto compatta ed caratteristiche di uniforme, aspetto, ma conserva una serie dicolore, consistenza chetradiscono l’origine animale (e.g. si distinguono il lato carne(interno, in origine a contatto con il corpo dell’animale) e il lato pelo (esterno, coperto dal manto).
• È difficile stabilire quanto grandi fossero le pelli che venivanoimpiegate per ottenere la pergamena. Le dimensioni variavano considerevolmente in funzione della specie animale, della loro età, delle dimensioni dei singoli capi e probabilmente delle tecniche di allevamento.
• Secondo le stime degli studiosi le dimensioni massime potevano variare all’incirca fra i 60x80 cm e 75x95 cm a secondadell’animale. Queste stime si riferiscono al rettangolo di pelle utilizzabile, avendo eliminato i bordi irregolari e difettosi.
Codice
L’affermazione del codice avverrebbe dunque a partire dal Ie II secolo d.C. nel mondo romano, in stretta connessionecon l’impiego già ampiamente attestato della pergamena,mentre il codice di papiro costituirebbe una meno riuscitaimitazione
COS’E?
Il codice è un libro formato da fogli piegati in due (bifogli)e riuniti in uno o più fascicoli, cuciti mediante un filo lungola linea di piegatura. Il bifoglio è l’elemento strutturale essenziale del fascicolo e del codice e consiste in unasuperficie unica che viene piegata. Le due metà risultantivengono chiamate carta o foglio.
MOTIVAZIONI DEL CAMBIAMENTO DI FORMATO:
1)ragioni di ordine pratico (maggiore capienza, abbattimento dei costi,maneggevolezza e comodità di lettura, semplicità di reperimento dipassi specifici del testo)
2)ragioni ideologiche, legate all’identificazione del codice con la forma libraria più privilegiato modesta e specifica delle classi di diffusione del cristianesimo popolari – terreno– in possesso diun’alfabetizzazione limitata e abituate a forme più quotidiane e occasionali di scrittura, come le tavolette quaderni membranacei di appunti.
Carta? Storia, produzione e formati
-Con l’invenzione della carta, la Cina si dota di un supporto talmente innovativo che fa diventare la sua cultura scritta la più diffusa e la più potente del mondo, con cinque secoli di vantaggio su tutte le tecniche in uso in altri paesi.La rapida affermazione della carta sul papiro e sulla pergamena si spiega con il carattere burocratico delle grandi monarchie musulmane, fortemente centralizzate, le quali governano grandi territori e il cui funzionamento dipende dall’affidabilità delle scritture amministrative. Gli Arabi scoprono la carta alla metà del VII secolo. Hanno importato la nuova tecnica dall’Oriente grazie alla conquista militare di una parte dell’Asia centrale. Nel 751 i musulmani conquistano Samarcanda e fanno prigionieri alcuni cartai cinesi, i quali svelano loro il segreto di fabbricazione. Viene organizzato un primo centro di produzione: la carta di Samarcanda, fabbricata con lino e canapa, diventa subito famosa. Fine del secolo VIII: viene installata a Baghdad una prima cartiera e ben presto vengono creati centri nello Yemen, a Damasco, soprattutto in direzione sud-ovest. Fra il X e XII secolo, la produzione di carta si sviluppa nell’Africa settentrionale giungendo in Spagna (Xativa 1150). I principali materiali da cui si ricava la carta a quell’epoca sono il lino, la canapa, sotto forma di fibre vegetali, ma soprattutto la canapa tessuta.La rapida affermazione della carta sul papiro e sulla pergamena si spiega con il carattere burocratico delle grandi monarchie musulmane, fortemente centralizzate, le quali governano grandi territori e il cui funzionamento dipende dall’affidabilità delle scritture amministrative. Verso la metà del XIII secolo i fabbricanti della piccola città di Fabriano, fra Ancona e Perugia, incominciano improvvisamente a produrre la carta secondo un procedimento nuovo che non ha più nulla a che vedere con quello arabo. La carta italiana, di buona qualità, si impone sulle piazze europee. Nel XIV secolo tutte le grandi città dell’Europa occidentale, tutte le istituzioni importanti e tutti i centri di decisione politica o economica possiedono considerevoli scorte di carta italiana.
-Il monopolio italiano termina solo intorno alla metà del XIV secolo, quando i principali consumatori francesi (università,cancellerie, abbazie) seguiti ben presto dai tedeschi,decidono di importare la tecnica produttiva.
-Modalità di produzione
La materia prima è di origine vegetale: lino o canapa. Essa viene ricavata dagli stracci. Prima di poter essere utilizzati, gli stracci devono essere lisciviati, ripuliti e quindi tagliati a strisce. A questa operazione segue uno smistamento meticoloso (cernita) sulla base della qualità del tessuto, dello stadio di usura e del colore Dopo essere stati abbondantemente bagnati, gli stracci vengono posti a fermentare per un determinato lasso di tempi in grandi vasche d’acqua. La materia ottenuta viene trasportata nella sala del mulino e gettata nelle pile piene d’acqua (prima innovazione tecnica dei cartai fabrianesi). Noi sappiamo tutto ciò grazie alle tavole di Papetterie. A questo primo lavoro di sfilacciatura che a seconda della quantità degli stracci può durare da dodici a trentasei ore, segue una seconda fase di triturazione, più fine - la raffinazione - durante la quale si fa passare la pasta digrossata in altre pile, dotate di magli chiodati a testa piatta, i quali trasformano gli sfilacci in fibre. La materia viene cosi ridotta a una sospensione fibrosa di colore biancastro: la pasta o impasto di carta o polpa. Stemperata con dell’acqua purissima la pasta raffinata dà un liquido lattiginoso che viene versato in un tino di legno rotondo e svasato alla cui base un fornelletto mantiene tiepido il contenuto per evitare che le fibre si depositino sul fondo e non rimangano in sospensione, il lavoratore con la forma (strumento, setaccio rettangolare munito di una cornice mobile in legno) prende una determinata quantità di polpa che determina lo spessore del foglio, un altro lavoratore pone un feltro sul foglio, lo gira e così toglie la forma, si pone un’altro feltro, che fungerà da supporto per quello successivo.
-Non appena si forma una pila di fogli, questi vengono pressati sotto un torchio a vite: si ottiene così la prima disidratazione, che riduce lo spessore della pila.Al termine dell’operazione, i fogli sono diventati abbastanza resistenti per essere staccati dai feltri negli stenditoi.
-I fogli destinati a servire da supporto per la scrittura devono essere spalmati di una sostanza idrofoba che impedisce alla superficie di assorbire l’inchiostro. Questa colla, preparata con scarti di pelli di animale bollite nell’acqua, viene filtrata sino ad ottenere una gelatina, che è mantenuta alla corretta temperatura nella vasca di ammollo. Il collatore immerge i fogli nel bagno di colla. Pressati per eliminare la gelatina in eccesso, i fogli collati vengono riportati nello stenditoio per un’ulteriore essiccazione.-> TERZA INNOVAZIONE Il’impiego di gelatina di origine animaleper collare i fogli: ha assicurato alla carta europea la suaeccezionale resistenza. Il nuovo collante presentacaratteristiche di traslucidità, fluidità, impermeabilità eresistenza assai superiori a quelle dell’amido e protegge più efficacemente la carta dagli insetti e dai microrganismi. In più prima la carta era assorbente (per pennini ed inchiostro), mentre ora è ricoperta da una sostanza idrofoba.
-L’operazione successiva di rifinitura era la levigatura o calandratura. Poiché la carta uscita dalle forme presenta delle asperità soprattutto sul lato che era stato a contatto con la forma ogni singolo foglio doveva essere levigato con un’apposita pietra al fine di uniformarne la grana.
-Si produceva carta di diversi formati ma il loro numero ben presto si regolarizza su 4 formati che rimangono grossomodo gli stessi intutta Europa.
I formati erano:
1)imperiale (725x500), utilizzato per libri di grande formato;
2)reale (608x440), impiegato per la confezione di libri giuridici;
3)mezzano (490x345), formato intermedio che non è stato molto utilizzato altrove;
4) e infine il rezute (440x310), che si diffonde rapidamente in Europa che ora ritroviamo anche nei nostri libri.
Carta? Filigrana e carta moderna
La filigrana è un disegno ottenuto con un filo metallico cucito ad una delle due metà della forma. Essa può essere collocata tra due filoni o sorretta da un filone sospeso o volante, non retto da un colonnello, che serviva persostenere meglio la filigrana e impedire di spostarsi quando la forma viene utilizzata nella fabbricazione della carta.
-Serviva innanzitutto come marchio di fabbrica, una sorta di copyright; serviva inoltre a distinguere le diverse qualità della carta evitando così possibili frodi o inganni.
Le carte iniziano quasi subito ad essere caratterizzate da una filigrane, disegno ottenuto con un filo metallico cucito ad una delle due metà della forma, è una specie di logo dei cartai. Grazie alle filigrane si riesce a comprendere la provenienza, l’età ed il commercio della carta. Il Briquet è un dizionario storico delle filigrane.
-La notevole incidenza degli stracci nel prezzo di costa incoraggia per tutto il XIX secolo la ricerca di succedanei adatti alla produzione industriali. Nel 1844, un tessitore sassone, Keller, deposita un brevetto per la preparazione di una pasta a base di legno che, consuccessivi miglioramenti, sostituirà del tutto, nel giro di 50 anni, la pasta di stracci. La nuova materia prima permette ora una produzione di massa che rende la carta più economica e accessibile a tutti.
-La carta prodotta con fibre di legno collate con l’allume e la colofonia (resina vegetale) si deteriora irreversibilmente. Il foglio ingiallisce, perde l’originaria flessibilità, diventa fragile e friabile e tende a sbriciolarsi non appena viene toccato perché corroso dall’acido intrinseco che altera la struttura delle fibre di cellulosa che ne assicurano la coesione, da quello di cui vengono caricati giorno per giorno per effetto di manipolazioni sempre più numerose e per il contatto con l’aria inquinata.
Gli strumenti scrittori e gli inchiostri (vedi foto) ?
Per scrivere nell’antichità greco-romana si utilizzavano:
• Stilo, strumento formato da un’asticella di materiale duro munito di un’estremità appuntita e una a forma di spatola per pareggiare la cera
• Calamo, adoperato su papiro e pergamena
• Penna
La caratterizzazione degli inchiostri manoscritti si fonda su:
• la natura, ossia sui principi basilari di composizione
• gli ingredienti specifici all’interno di ogni tipologia
• la proporzione di ciascun ingrediente caratteristiche di un inchiostro.
Due grandi famiglie di inchiostri neri utilizzati nei manoscritti medievali:
•inchiostri al carbone
•inchiostri metallo-gallici
• Il medioevo conosceva essenzialmente due tipologie di sostanze colorate:
• pigmenti naturali (elementi naturali o estratti vegetali, ad esempio ocre e zafferano)
• pigmenti artificiali (prodotto di una reazione chimica, come l’azione di un acido su un metallo, ad esempio nel caso del bianco di piombo).
• Sono difficili da applicare in modo uniforme su superfici metalliche
• Soluzione: inchiostro oleoso (viene, forse, dalla pittura)
• Non abbiamo ricette di inchiostro che risalgono al periododegli incunaboli
• Fine ‘400: Diario della stamperia di Ripoli. In base agli racquisti possiamo dedurre la composizione dell’inchiostro-> FOTO
Ingredienti per la preparazione di inchiostri:
• Olio di lino, trementina, ragia, vernice solida a liquida
-.Pigmento nero: inchiostro nero nerofumo di lampada o marcassite
• Cinabro e lacca: inchiostri rossi
• Galla e vetriolo: inchiostro da scrittura!
‘500 e ‘600: abbiamo più fonti
• Plantin: trementina, olio, nerofumo
• Zonca: nerofumo, olio, ragia
Ricette:
• Moxon
• Fertel La science pratique de l’imprimerie
(Processi che portano alla stampa), i caratteri (vedi foto p. 87) : la loro fabbricazione, classificazione e tipografi famosi ?
-Dal 1200 iniziano una serie di processi che porteranno alla stampa:
l’aumento delle sedi universitarie (bisogno di libri, ripopolazione centri urbani, aumento educazione, bisogno di matematici per calcoli->numeri arabi).
-I caratteri costituiscono l’elemento principale che porta all’innovazione della stampa.
-Fonti per la produzione dei caratteri:
• Biringucci: Pirotechnia (1540)
• Plantin, Dialogues enfans françois pour les ieunes enfans (1567)
• Moxon, Mechanick Exercises (1683-84) , presenta un’imponente matrice xilografica (legno), inizialmente in una matrice c’era una sola pagina e la filigrana, ma era poco pratico. Le filigrane imitano l’arte.
-Carattere:
(inteso come carattere tipografico) termine usato per la prima volta da Giustino Decadio nella prefazione allo Psalterion greco di Manuzio (1496-97).
-I caratteri erano composti da una lega di fusione:
-piombo, (compattezza, duttilità, facilità di fusione)
-antimonio ( potere amalgamante e antiossidante)
- stagno (durezza)
Le percentuali al periodo, alla zona geografica, alla perizia e alla disponibilità economia del produttore.
-I caratteri sono una rappresentazione tridimensionale rovesciata di una lettera o di un altro segno grafico, fusa in rilievo in cima a un stelo rettangolare alto all’incirca 2,4 cm.
Fabbricazione
Le fasi di preparazione dei caratteri (+ definizione del disegno di una lettera):
1. Preparazione dei punzoni
2. Battitura e aggiustamento delle matrici
3. Fusione dei caratteri
Classificazione
-Entro cinquant’anni dalla morte di Gutenberg l’originaria abbondanza di caratteri si divise in due correnti di stili(fine 1400-inizio 1500):
1• Antiqua (due varianti):
– Tonda: portata a perfezione da Jenson nel 1470 a Venezia, centro tipografico europeo, l’Italia fu all’avanguardia nei paesi europei.
– Corsiva: si sviluppa durante il Rinascimento, fu una scrittura molto utilizzata dalla cancelleria papale, umanistica corsiva (ulteriore variante nell’ambito della riscoperta della cultura classica da parte degli umanisti che la credevano più antica di quanto in realtà fosse).
2•Gotico: La Fraktur (tipo di scrittura gotica che si sviluppò principalmente nel XV secolo e divenne particolarmente diffusa nei paesi di lingua tedesca; chiamata così per le sue spezzature.
-I caratteri hanno 3 dimensioni:
-Altezza tipografica
-Corpo
-Larghezza, varia da carattere a carattere.
I caratteri possono essere classificati in molteplici modi, basta sapere le forme gotiche (mondo tedesco) e quelle romane con il tondo e il corsivo (Europa occidentale). Il corsivo nasce in Italia grazie ad Aldo Manuzio.
Famosi furono:
• Francesco Griffo, che disegnò il carattere corsivo per Aldo Manunzio
• Robert Granjon, che disegnò il carattere romano per Christophe Plantin
• Claude Garamond, che disegnò il carattere romano cheprese il suo nome per gli Estienne
• John Baskerville, che disegnò il carattere per se stesso (era editore e tipografo).
Il torchio? terminologia
• Strumento familiare per altri usi, ed esistente
• Viene adattato per la stampa
Torchio tipografico: struttura di legno contenente due parti mobili:
• 1. carrello mobile=che trasportava carta e caratteri fino ametterli in posizione sotto la pressa in modo da consentire l’inchiostrazione dei caratteri e la sostituzione , dopo l’impressione, del foglio stampato.
• 2. pressa vera e propria= dalla quale il foglio era premuto sopra i caratteri. La struttura era retta da due contanti alti circa 2 metri e posti a circa 60-65 cm l’uno dall’altro.
Viene perfezionato fra il XV e il XVII secolo.
Nel XV sec.:
• Disegno più razionale della vite; il carrello a scorrimento su rotaia sul quale poggiava la forma da stampare azionato da unmovimento longitudinale grazie a una corda che si arrotolava suun tamburo a manovella• Vite di legno sostituita con una di metallo e introduzione di:
-timpano= telaio ricoperto di pergamena sul quale veniva fissata la carta da stampare in modo che corrispondesse esattamente con la superficie dei caratteri
-fraschetta= altro telaio ricoperto di pergamena o carta dura,imperniato sul timpano (a sua volta girabile su cardini verso il piano portaforma). Aveva gli spazi da imprimere perfettamente riquadrati sul modello delle varie forme da stampa. • Variava in funzione del numero di pagine contenute nella singola forma • Scopo di mantenere la carta in posizione e al contempo proteggerne gli spazi bianchi dal contatto con il materiale per la spaziatura che si fosse accidentamente inchiostrato.
Platina= piatto metallico superiore. Pressata uniformemente sul foglio, ne causa l’inchiostratura ed era azionata da una leva. Le sue dimensioni consentivano di stampare solo metà della forma tipografica alla volta. Venne perciò studiato un tipo di pressa detto a due colpi che consentiva di ripetere l’impressione sulla seconda metà della forma tipografica spostando avanti e indietro il piano portaforma.
Vite= (chatgpt) Nel contesto della stampa a caratteri mobili, la vite è collegata al carrello o alla piastra di stampa, e il suo movimento di rotazione permette di sollevare o abbassare il piano di stampa per applicare la pressione necessaria. La vite funziona in modo simile a una pressa manuale: ruotando, spinge un piatto di supporto contro la matrice di stampa e il materiale da stampare, trasferendo così l’inchiostro.
Sunto terminologia:
• Carrello mobile
• Platina
• Timpano + fraschetta
• Vite
Formato (x scrupolo guarda riassunto del libro)
-Foglio di stampa: nucleo strutturale di base che configura variamente le dimensioni, la fascicolazione e la consistenza del libro in relazione al tipo di formato prescelto dal tipografo. Costituisce l’unità originaria della cartulazione-> FOTO(p. 116)
-Rilevare il formato significa, più che dare le dimensioni,descrivere in che modo sono state organizzate le forme di stampa e come sono stati successivamente piegati e tagliati i fogli dopo essere stati stampati
-Il FORMATO è determinato dal numero di piegature chesubisce il foglio di stampa
-4 elementi utili:
1. Orientamento dei filoni e delle vergelle
2. Posizione della filigrana e della contromarca
3. Numero delle carte costituenti il fascicolo
4. Dimensioni del foglio di stampa e relative plicature
-Rappresentazione simbolica:
• Forma completa: in quarto
•Forma abbreviata: 4to
• Numerale con «o» esponente: 4°
- Si possono/devono aggiungere specificazioni
- Formati oblunghi, lunghi, quadrati
Principali formati:
1)ATLANTICO=
x materiale destinato all’affissione:
– Fogli volanti
– Bandi
– Manifesti
• Filoni orizzontali
• Filigrana al centro di una delle due metà del foglio
2)FOLIO=
• Una piegatura
• Fascicolo formato da 1 o più fogli (2, 4, 6, 8, 10 carte)
– Rari quelli formati da 1 solo foglio
– 2, 4, 6 fogli più comuni
• Filoni verticali
• Filigrana al centro di una delle due carte del fascicolo
-> FOTO(p. 124)
3)QUARTO=
• 2 piegature
– 1 lato minore
– 1 lato maggiore
• Filoni orizzontali
• Filigrana in posizione centrale lungo la linea di cucitura dei fascicoli
-> FOTO (p. 128)
-> FOTO (forma esterna e forma interna)
4)OTTAVO=
• 3 piegature
– Lato minore
– Lato maggiore
– Lato minore
• Filoni verticali
• Filigrana nell’angolo superiore interno lungo la cucitura.
-> FOTO (p. 136)
5) DODICESIMO
6) SEDICESIMO=
• Si ottiene con una piegatura in più rispetto all’ottavo
• Filoni orizzontali
• Filigrana nell’angolo superiore esterno
FOTO-> per riassumere: posizione dei filoni nei vari formati (p.139)
Il libro a stampa: 3 principali periodi?
Ci sono 3 periodi dei libri a stampa che dividono in base allo sviluppo della tecnica la stampa:
1• 1450 al 1550: secolo creativo, che fu testimone dell’invenzione e degli inizi di quasi tutto ciò che caratterizza lo stampato moderno; grandi innovazioni.
2• 1550 al 1800: era del consolidamento, in cui si svilupparono eperfezionarono i risultati raggiunti nel periodo precedente,con spirito prevalentemente conservativo; no innovazione ma si perfezionano le tecniche.
3• 1800 fino alla fine del 1900: il periodo delle grandi innovazioni tecniche, che ha mutato radicalmente sia i metodi di produzione e distribuzione, sia le abitudini dei produttori e dei lettori
(• Il digitale: di difficile valutazione in quanto è difficile da analizzare.)
dal 1450 al 1550: laboratorio tipografico e procedimento tipografico del libro a stampa? Caratteristiche dei primi libri a stampa? Caratteristiche comuni 1400 e 1500?
Il laboratorio topografico è composto da:
-una o più serie di caratteri, uno o più torchi con accessori, cassa dei caratteri, compositorio e vantaggio, due strumenti per andare a comporre le righe, mazzi per inchiostrare la forma, quadrati e quadratini per gli spazi bianchi, matrici xilografiche e calcografiche, corde e spaghi per legare la forma, legna e candele (per illuminare e scaldare gli operai), carta e inchiostri, operai (torcolieri, compositori, correttore e aiutanti). -Di norma per 1 torchio servono 4 o 5 operai (1-3 compositori, 2 torcolieri, divisi in torcoliere e battitore, 1 apprendista).
-La produzione era influenzata da 2 fattori: materiale e persone.
LE FASI Le fasi del processo sono lavoro intellettuale, imprenditore-produttore, lavoro manuale e vendita.
1. PUNTO DI PARTENZA: scelta e preparazione del testo da riprodurre, è un operazione culturale e commerciale con 2 obbiettivi principali: 1) mediare il passaggio dalla copia alla stampa con interventi preventivi, 2) ordinatori e correttori ed evitare l’aggiunta di errori e in caso correggerli
2. LAVORO DI PREPARAZIONE: che varia in base a
-all’exemplar da esaminare (manoscritto, autografo, copia di uno scriba, edizione precedente) le cui tipologie potevano essere: classici, testi in volgare, testi di autori viventi, altre tipologie,
-alla lingua, che presenta grandi problemi di standardizzazione linguistica
-e al periodo;
-IL COMPOSITORE sceglie i caratteri per riprodurre il testo dell’esemplare che ha davanti, li preleva dalla cassa e li dispone in ordine (a rovescio, da sinistra a destra) nell’apposito compositoio-> FOTO (p.157) Quando la forma era completa LUI passava all’imposizione, un’operazione che consiste nel distribuire le pagine nell’ordine dovuto per l’ordinamento del fascicolo in un telaio di legno/metallo.
-Per stampare le quattro pagine di un formato in folio (2°) si disponevano nella forma le pagine 4 e 1 da stamparsi sulla facciata A (forma esterna, detta anche forma di bianca) e le pagine 2 e 3 per la facciata B (forma interna, detta ancheforma di volta).
-Per stampare le otto pagine di un formato in 4° sidisponevano nella forma esterna le pagine: 8, 5, 1, 4 e nellaforma interna le pagine: 6, 7, 3, 2.)
Le pagine venivano fissate con cunei in modo da fermare un blocco sufficientemente rigido da reggere la pressione del torchio senza che i caratteri subissero spostamenti, dopodichè si tiravano le bozze e venivano corrette (dall’AUTORE o dal CORRETTORE )
-TORCHIO-> 2 operai per ogni torchio:
TORCOLIERE=applicava il foglio al timpano, lo copriva chiudendo la fraschetta, quindi faceva scorrere il carrello in avanti fin sotto la platina e quindi azionava la leva del torchio. In questo modo la pressione della platina veniva esercitata sul timpano, che spingeva la carta a contatto con i caratteri e permetteva il trasferimento dell’inchiostro sul foglio di carta. Un movimento della leva in senso contrario permetteva l’innalzamento del torchio, che rendeva possibile il ritorno del carrello, e quindi l’apertura del timpano e l’estrazione del foglio fresco di stampa, che veniva infine appeso a dei fili per permettere un rapido asciugamento.
BATTITORE= inchiostra la forma composta. Una volta sistemata la forma in piombo sul carrello mobile,al battitore spettava il compito di inchiostrarla, e per fare questo si avvaleva di un grosso tampone in pelle che,imbevuto d’inchiostro, veniva passato sulle parti in rilievo della forma. Dopo che il torcoliere, con la forma corretta, aveva tirato il numero richiesto di esemplari, il compositore poteva ridistribuire i caratteri utilizzati nella cassa.Operazione difficile che può portare alla nascita di varianti.
-Non era presente il frontespizio nei primi libri a stampa prendendo spunto dai manoscritti, in quanto normalmente venivano commissionato da qualcuno che per l’appunto sapeva già cosa ci fosse dentro. Alla fine sono presenti il registro e il colophon, che dà informazioni sulla tipografia. Il registro ci fa capire se abbiamo tutte le parti del libro, i fascicoli, numerati per lettere e si indica da quanti parti è composto ogni fascicolo? la parte A si distingue rispetto alla a in quanto si poteva rimuovere, a prevenzione (dediche a persone a cui non si vuole più dedicare ecc) senza rovinare tutto il libro. Si riprende la tradizione di lasciare la prima lettera separata dalle altre in uno spazio bianco per poter consentire all’acquirente di far miniare la lettera.
La seconda metà del Quattrocento e la prima del Cinquecento hanno due caratteristiche in comune, che ne fanno un’unica entità:
1. le mansioni di fonditore di caratteri, stampatore, editore, revisore letterario e libraio sono poco differenziate;
2. la stessa persona o la stessa ditta svolgono tutte o la maggior parte di queste professioni. Anche dal punto di vista grafico la prima metà del Cinquecento è ancora parte integrante del periodo creativo degli incunabula.
Nei fogli antichi le macchie si chiamano “Foxing”.
L’invezione della stampa: Gutenberg? (p.173)
Di Gutenberg non si sa molto, abbiamo solo deduzioni di tipo archivistico
• 1440: inizia a sperimentare un sistema di stampa
• 1450: probabile che il sistema fosse stato perfezionato abbastanza da poterlo sfruttare commercialmente, si deduce sempre da informazioni archivistiche (contratti ecc..)
• Bibbia delle 42 (linee da cui era composto): pre agosto 1456
• La realizzazione di Gutenberg sta nella sintesi di diversi esperimenti e tendenze preesistenti. Inizialmente il modello a stampa prendeva come esempio il manoscritto.
-La diffusione fu dovuta a:
-Funzionalità, in quanto il papiro è più conveniente della pergamena (si scrive in un solo lato e si piega difficilmente, occupa più spazio), si passa ad una lettura discreta (divisa in pagine) rispetto alla pergamena, ora stiamo tornando ad un testo continuo. La lettura discreta è più conveniente dal punto di vista mnemonico e di indice.
-Capienza del codice molto più ampia rispetto al volume;
-Mobilità maggiore;
-Comodità dei caratteri mobili;
-Diffusione grazie al cristianesimo, in quanto le classi più agiate erano più familiarizzate con le tavolette, dunque non fu un passaggio drammatico quello ai codici, erano presenti margini molto ampi come nei libri di diritto e permettevano di prendere appunti, anche l’impaginazione era familiare.
• Le cose rimangono abbastanza tradizionali, furono due le “invenzioni”:
- 1. Fondita a ripetizione (=si riferisce a una tecnica utilizzata per la fusione dei caratteri tipografici. Si tratta di un processo che consente di produrre più copie dello stesso carattere tipografico in modo continuativo e automatico, evitando la necessità di rifondere i caratteri ogni volta che se ne ha bisogno. Chatgpt);
- 2. Inchiostro che aderisse ai caratteri metallici: inchiostro composto da un pigmento macinato in una vernice d’olio di lino, probabilmente ripreso dai pittori fiamminghi, che avevano iniziato a dipingere con colori a base oleosa.
Diffusione della stampa in generale: posti, stili e tipografi?
Diffusione della stampa
• Germania: fine ‘400: stamperie in circa 60 città tedesche
• Italia: primo paese straniero in cui introdussero la nuova invenzione (1465)gli stampatori tedeschi
• Italia: vedono la luce i due caratteri che sono stati gli elementi base della stampa occidentale (tondo e corsivo), e le prime serie di caratteri greci ed ebraici; Il primo a fare tirature più ampie fu Aldo Manuzio che con il suo corsivo stampava versioni più economiche con il suo corsivo, in quanto permetteva di stampare più pagine e risparmiare sulla carta, la cosa più costosa del processo.
1447 a Magonza-vedi appunti
1459 a Strasburgo
1464 a Subiaco- vedi appunti
1467 a Roma
1468 ad Augusta e a Basilea
1469 a Venezia
1470 a Parigi e a Norimberga
1471 a Milano e a Utrecht
1473 a Lione, a Cracovia, a Budapest, a Valencia, a Lisbona
1476 a Londra
1478 a Barcellona1481 ad Albi
1482 a Vienna, a Odense
• Italia: avviene il lancio dell’uso del frontespizio e della numerazione delle pagine, della stampa della musica e delle edizioni tascabili. Ricordiamo: Roma, Venezia
• Francia: caratteristica la centralizzazione delle stamperie e l’eleganza della produzione (Parigi; Lione)
Stili
Entro cinquant’anni dalla morte di Gutenberg l’originaria abbondanza di caratteri si divise in due correnti (fine 400 inizio 500) in base anche alla locazione: ANTIQUA (con varianti del tondo e del corsivo) E GOTICA (già visti)
Tipografi:
• Francesco Griffo, che disegnò il carattere corsivo per Aldo Manunzio, il vantaggio di questo carattere fu l’essere più stretto e dunque occupava meno spazio e fu sfruttato per dare l’avvio alla produzione tascabile; • Robert Granjon, che disegnò il carattere romano per Christophe Plantin
• Claude Garamond, che disegnò il carattere romano che prese il suo nome per gli Estienne
• John Baskerville, che disegnò il carattere per se stesso (era editore e tipografo).
(vedi prima)
-Vindelino da Spira utilizza dei caratteri già molto più simili a quelli moderni.
-Un modo ingegnoso per farsi pubblicità come tipografo è come fece Ratdolt (1486), che fece una pagina con tutti i suoi caratteri (foglio così si chiama specimen), lo fece anche Caslon, che presenta anche alfabeti non latini ed esempi di fregi.