LETTERATURA PER L'INFANZIA Flashcards

1
Q

Che cosa non è la letteratura per l’infanzia?

A

La letteratura per l’infanzia non è un cerotto che si appiccica a qualsiasi situazione perché l’adulto non è in grado di trovare le parole giuste, non trova il tempo per spiegare delle determinate cose ai bambini. La letteratura per l’infanzia non è una medicina globale che risolve le varie problematiche di salute e benessere generali del bambino.

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2
Q

Che cosa può fare la letteratura per l’infanzia?

A

La letteratura per l’infanzia può aiutare ed accompagnare determinati momenti di crescita del bmabino.

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3
Q

Cosa afferma Gianni Rodari in merito al libro?

A

Rodari afferma che l’incontro del bambino con il libro ha qualcosa di magico, di gioco (in senso autentico, che provochi una dimensione ludica che il bambino attende), di sacro e di sconfinato solo se questo incontro viene diretto attraverso la mediazione dell’adulto (strumento di questo rapporto).
Rodari, dunque, evidenzia la magia di questo incontro che apre a possibilità sempre nuove e non pre - determinate.

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4
Q

Cosa afferma Gianni Rodari ne «La freccia azzurra»?

A

Ne «La freccia azzurra», Rodari afferma che:
- le fiabe possono educare la mente
- le fiabe sono il luogo delle ipotesi
- le fiabe possono dare le chiavi per entrare nella realtà.

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5
Q

In sintesi, che cos’è il libro per i bambini?

A
  • è un mezzo per scoprire un pezzettino di mondo (è una realtà che ha a che vedere con un mondo animale animato dove ciascun di questi animali ha una propria identità)
  • è un mezzo per scoprire e per scoprirsi: apre ad interrogativi e scoperte sempre nuove
  • non deve chiudere con rispostine preconfezionate e insoddisfacenti
  • non deve essere il sostituto dell’adulto, ma l’adulto può farsi aiutare dal libro ad affrontare momenti di crescita, non problemi
  • può essere usato come strumento per entrare in relazione con il bambino.
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6
Q

A quando si fa risalire la nascita della letteratura per l’infanzia?

A

La nascita della letteratura per l’infanzia si fa risalire al 1697, la data in cui è stata pubblicata e resa nota l’opera passata a noi come «I racconti di mamma Oca» di Charles Perrault.

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7
Q

Di che cosa si tratta «I racconti di mamma Oca» di Charles Perrault?

A

«I racconti di mamma Oca» di Charles Perrault sono una raccolta di otto storie al cui interno ha una marea di significati. Proprio perchè la tradizione italiana non rispetta tanto fedelmente il titolo originale in francese «Racconti dei tempi passati con una morale». Dunque questi racconti avevano uno sfondo di tipo morale, questi racconti insegnavano qualcosa, mettevano in guardia da qualcosa, promuovevano delle cose e ne proibivano delle altre.

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8
Q

Cosa afferma Marc Soriano riguardo alla letteratura per l’infanzia?

A

Marc Soriano afferma che Il libro per bambini deve essere affrontato in una prospettiva interdisciplinare: questa disciplina ha anche vedere con la storia letteraria, naturalmente, ma anche la storia dell’illustrazione, della pittura e più generalmente dell’arte, e, ancora, storia sociale, storia della famiglia e dell’infanzia, semiologia, psicoanalisi, filosofia, eccetera. Il libro per bambini è un vasto universo comunicativo, dai confini aperti, capaci di stringere sorprendenti collegamenti con altre discipline.

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9
Q

Cosa afferma Emy Beseghy in «Confini. La letteratura per l’infanzia e le sue possibili intersezioni» (2002)?

A

Emy Beseghy «Confini. La letteratura per l’infanzia e le sue possibili intersezioni» va a ricercare i confini della disciplina, quali sono le sue contaminazioni, i suoi legami. In questo testo cita Marc Soriano, uno storico e critico di molti libri per bambini e ragazzi.

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10
Q

Cosa afferma Emy Beseghi riguardo alla letteratura per l’infanzia?

A

Emy Beseghi definisce la letteratura per l’infanzia come una disciplina di confine, caratterizzata da una serie di rimandi – molto diversi e molto attenti ai diversi momenti di crescita –, la letteratura per l’infanzia è connotata da una forte componente pedagogica incessantemente provocata/invocata/richiesta dal ruolo del destinatario (i bambini: lector in fabula).

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11
Q

Quali sono i versanti che chiedono di essere esplorati della letteratura per l’infanzia?

A

La letteratura per l’infanzia ha molti versanti che chiedono di essere esplorati perché è un ambito poliedrico, problematico (= dato da un insieme di elementi diversi ed è necessaria una certa capacità di analisi logica), complesso, caratterizzato da una molteplicità di riferimenti che contribuiscono a definire l’orizzonte epistemologico, ovvero l’orizzonte di tipo scientifico.

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12
Q

Qual è la metodologia per l’esplorazione del libro per ragazzi?

A

La metodologia nell’esplorazione del libro per ragazzi deve tenere conto di una pluralità di approcci. Quindi, letteratura per l’infanzia ha:
- un contesto di tipo storico
- un ambito letterario
- le fondamenta sono filosofiche
- la specificità del destinatario è pedagogico
- il rimando iconografico
- i prolungamenti di tipo massmediatico.

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13
Q

Quando nasce la favola?

A

Le prime tracce che noi abbiamo riguardo la favola risalgono all’Egitto del XII secolo (ciò dimostra che l’uomo si è sempre nutrito di libri favolistici). Anche se il massimo splendore per quel che riguarda il genere della favola lo abbiamo con due scrittori, uno greco e l’altro latino, Esopo e Fedro, che hanno usato la fiaba a scopo intenzionalmente morale.

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14
Q

Che cos’è la favola?

A

La favola è un racconto morale molto breve con protagonisti degli animali che incarnano degli aspetti, caratteristiche, virtù, vizi specifici dell’umanità. In queste caratterizzazioni di tipo umane affidate agli animali, ci troviamo sempre in una diatriba in cui vediamo duellarsi ciò che è buono e bello contro ciò che invece è portatore di disvalore.

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15
Q

Che cosa ha rappresentato fin da subito la favola?

A

A differenza di tutti quelli che sono stati componimenti greci legati all’epica (a loro modo precursori della successiva fiaba) e alla tragedia (che metteva a contatto il mondo umano e divino), la favola ha rappresentato fin dall’inizio una chiave d’accesso privilegiata alla mente e al cuore dei bambini, basandosi su narrazioni tanto brevi e stilizzate da risultare immediatamente comprensibile, anche ad un pubblico ben lontano dal raggiungere la piena maturità intellettuale.

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16
Q

Qual è la finalità della fiaba?

A

La fiaba ha uno scopo formativo e didascalico, oltre che di intrattenimento.

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17
Q

Che cosa è la fiaba?

A

La fiaba è stata confusa, nel linguaggio comune, con la favola. La fiaba, in realtà, è il prodotto di antichissime tradizioni popolari e si compone di caratteristiche semantiche, narrative e morali del tutto differenti da quelle che caratterizzano la favola.

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18
Q

Qual è la finalità della fiaba?

A

Se nelle favole si stimola il bambino un’immediata riflessione sul senso di quanto appena udito, per quanto riguarda le fiabe invece trasportano i più piccoli in un universo emotivo in cui la paura e le speranze entrano nell’animo del bambino e fa vivere la narrazione in maniera completamente diversa. Inoltre, se nella favola è difficile che il bambino si identifichi, ma comprende e va immediatamente al significato; attraverso la fiaba vive tutta una serie di emozioni, stati d’animo e empatie che non riguardano la favola.

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19
Q

Che è Propp?

A

Propp è lo studioso più importante e classico che ha studiato la fiaba. E’ un personaggio illustre che viene ricordato in diversi ambiti disciplinari. Nella sua opera principale del 1928 individua una struttura narrativa, i personaggi delle fiabe e le trent’un funzioni che i personaggi delle fiabe possono avere.

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20
Q

Come si divide la struttura narrativa della fiaba?

A

1) Situazione iniziale o esordio: vengono presentati i personaggi, i luoghi e il tempo in cui si svolge il racconto. Nella fiaba, spesso l’epoca storica non viene precisata e i luoghi non esistono nella realtà;
2) La complicazione: momento della fiaba in cui la situazione presentata inizialmente cambia e s’innesca un nuovo intreccio delle vicende. Spesso nasce da un problema che il personaggio principale incontra, scaturito da eventi inaspettati o dalla comparsa di un antagonista;
3) Lo sviluppo: fase della fiaba durante la quale, il protagonista (eroe) affronta un viaggio che lo porterà ad allontanarsi dal suo luogo di ordine e dalla sua casa, per superare pericoli e sfide;
4) La conclusione: momento della narrazione durante la quale la narrazione si avvicina sempre più verso il lieto fine. Si divide in: ricomposizione dell’equilibrio che era stato messo in crisi dall’imprevisto e che viene riconquistato attraverso il coraggio che l’eroe incontra, e il vero e proprio lieto fine dove il protagonista viene premiato e l’antagonista viene punito.

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21
Q

Quali sono i sette personaggi che Propp identifica?

A

1) eroe/eroina
2) antagonista
3) donatore
4) mandante
5) aiutante
6) persona o premio ricercato
7) falso eroe

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22
Q

Quali, tra le trent’un funzioni di Propp, avete usato nella vostra fiaba? Come si intitola la fiaba prodotta in classe?

A

Si intitola “Aria d’incanto” e, tra le funzioni dei personaggi di Propp, abbiamo usato:
- allontanamento
- tranello
- partenza dell’eroe
- esecuzione delle prove
- lotta tra protagonista ed antagonista
- superamento delle prove
- ritorno dell’eroe
- lieto fine

23
Q

Quali sono le principali differenze tra favola e fiaba?

A
  • luogo e tempo sono indeterminati
  • linguaggio
  • lunghezza del testo
  • episodi
  • finalità
  • struttura
  • personaggi
  • storia
24
Q

Perchè Oscar Wilde è ricordato quando parliamo di fiabe?

A

Nell’800 la fiaba vede una sia nicchia di splendore grazie a Oscar Wilde. Egli inizia a scrivere per i suoi figli e decide, successivamente, di pubblicare “Il principe e altri racconti”: 5 racconti per bambini, dallo stile semplice e delicato, molto adatti all’infanzia e che conquistarono i cuori dei piccoli inglesi.
Successivamente, dato il successo della prima pubblicazione, pubblica una seconda raccolta “La casa di melograni” con l’intento di arrivare anche agli adulti, oltre che ai bimbi. Ma questa seconda raccolta non ebbe grande successo.

25
Q

In quale contesto vive Leo Lionni?

A

Leo Lionni fa parte di quella cerchia di artisti e intellettuali che hanno colorato e caratterizzato il Novecento in Occidente, un secolo di grandi cambiamenti sociali e tecnologici, soprattutto nel periodo post bellico (boom economico che caratterizzò una ripresa in tanti ambiti e una fiducia nuovamente ritrovata dopo due guerre), che vedono affermarsi delle diverse visioni di tipo culturali, in cui l’arte sempre più si mescola all’innovazione. Arte e innovazione vengono a mescolarsi dentro queste nuove avanguardie artistiche e avanguardie di pensiero diffuso dal punto di vista sociale. Quindi quelle forme espressive più classiche e tradizionali che avevano dettato i criteri del bello, vengono a intrecciarsi con dei nuovi canali espressivi che trovano il loro massimo splendore all’interno del design moderno (casalingo, personalizzato), ma anche all’interno di quello industriale, con forti contaminazioni con la grafica, con la comunicazione visiva e con la grafica pubblicitaria.

26
Q

Quando Leo Lionni inizia a dedicarsi della sua carriera di autore e illustratore di albi per l’infanzia?

A

Nel 1960, all’età di cinquant’anni, l’artista lascia ogni suo incarico professionale come grafico design e si trasferisce in Italia per compiere appieno il suo sogno di artista e autore di albi per l’infanzia.

27
Q

Come possiamo definire i racconti di Leo Lionni?

A

I racconti di Leo Lionni non sono mai banali, sono semplici ma chiedono sempre un livello di pensiero. In quasi tutti i suoi testi il protagonista ha sempre un viaggio da compiere in cui egli cambia e soprattutto mira a mettere in luce la sua identità composita. Sono tutti testi che lavorano sulla ricerca e affermazione di una propria identità dentro una dimensione comunitaria.

28
Q

Come viene ricordato Bruno Munari?

A

Bruno Munari è stato un pittore, designer grafico e industriale, artista e una delle figure più indipendenti nella storia del design italiano e internazionale.

29
Q

A chi si ispira Bruno Munari?

A

Munari ha studiato per molto tempo Kandinskj e altre tante opere di artisti contemporanei a lui: non tanto per utilizzarle nella stessa maniera, ma per prendere spunto soltanto alcuni degli elementi che diventeranno poi gli elementi che contrassegnano la sua poetica artistica.
La prima realizzazione di forme geometriche nell’aria avviene con la macchina aerea, le macchine sensibili e le macchine inutili, costruite a partire dagli anni Trenta.

30
Q

Quali sono le innovazioni di Bruno Munari?

A
  • macchina aerea
  • macchina inutili
  • scimmietta zizì
  • abitacolo
31
Q

In che cosa consistono le macchine aeree?

A

La macchina aerea era un oggetto costruito in legno e metallo, era alto 1 metro e 80, largo 60 x 30. Le sfere erano rosse, meno una piccola che era nera, tutte le bacchette erano bianche. Appeso ad una corda al soffitto di un ambiente, si muoveva lentamente, spinto da qualche corrente d’aria.

32
Q

Che cos’è la scimmietta zizì?

A

La scimmietta zizì è scimmietta di poliuretano marrone, con un simpatico muso bianco dipinto a meno, e uno scheletro metallico che le permette di contorcersi, arrampicarsi e assumere qualsiasi posizione: la scimmietta Zizì di Bruno Munari rappresenta la semplice genialità del designer e il suo metodo didattico basato sull’imparare giocando. Zizì è un gioco – azione che consente al bambino di essere attivo e partecipe. Con i suoi progetti vuole coinvolgere l’utente e risvegliarne l’immaginazione.

33
Q

Che cos’è l’abitacolo?

A

L’abitacolo si tratta di una struttura – letto multiuso pensata per il bambino. Rappresentava il mondo del bambino che stia dentro alla sua cameretta e che sia alla sua portata. Per Bruno Munari l’abitacolo è lo spazio abitabile in misura essenziale: Munari ci dice che lo spazio del bambino è riassumibile in questa struttura molto semplice, in quanto lui con i suoi comandi e oggetti, pilota un po’ la direzione della sua crescita, creatività, curiosità.

34
Q

Quando Bruno Munari ha iniziato a pensare al suo progetto di produzione letteraria?

A

Nel 1940 quando nasce suo figlio Alberto e, un pò per forza, un pò per volontà e un pò per la scoperta quotidiana di come un bambino cresce, Bruno Munari rafforza questa sua attenzione nei confronti di questi tempi della vita e, nel giro di cinque anni dalla sua opera di grafodesign, si dirotta (non in forma esclusiva, ma in forma importante) verso la dimensione illustrativa e grafica dei libri per i bambini e bambine.

35
Q

Quali sono i due aspetti principali della letteratura per l’infanzia secondo Bruno Munari?

A

Secondo Bruno Munari
1. il libro è fatto anche di comunicazione visiva, di comunicazione attraverso i sensi, oltre che con la parola e con la vista (Libri illegibili)
2. nei libri per bambini non ci deve essere il protagonista perché «plagia» il bambino. L’unico vero protagonista del libro per bambini è il bambino che legge la storia.

36
Q

Quali sono le prime professioni svolte da Gianni Rodari?

A

Gianni Rodari è nato nel 1920 a Omegna. Dopo aver conseguito il diploma magistrale, per di fatto, per alcuni anni, ha fatto l’insegnante, anche se noi raramente lo conosciamo in questi termini e in queste vicende. Al termine della Seconda guerra mondiale intraprese la carriera giornalistica (personaggio eclettico: da insegnante passa ad essere giornalista), che lo ha portato a collaborare con numerosi periodici, tra cui «L’Unità», il «Pioniere», «Paese Sera».

37
Q

Quali meriti hanno avuto i libri per l’infanzia di Gianni Rodari?

A

A partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare anche le sue opere per l’infanzia, che hanno ottenuto fin da subito un enorme successo di pubblico (nel senso che i suoi libri hanno un grande impatto sulle persone) e di critica. I suoi libri hanno avuto innumerevoli traduzioni e hanno meritato diversi riconoscimenti, fra cui, nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia.

38
Q

Che cos’è «La grammatica della fantasia»?

A

«La grammatica della fantasia» è un saggio in 45 capitoli pubblicato da Rodari nel 1973, subito dopo un lungo periodo di silenzio editoriale. Si rivela essere l’unica opera di Gianni Rodari che abbia un intento di tipo didattico e teorico. Infatti si tratta di un testo di stampo saggistico sulle modalità di affrontare una letteratura fantastica ribellandosi alla dittatura della poetica. Insomma è come se Rodari ci insegnasse un po’ a pensare come pensano i bambini e ci insegnasse ad usare la narrativa e poetica per il modo in cui i bambini possono riceverla, recepirla, e farci anche uno strumento adeguato di crescita. Inoltre, ne «La grammatica della fantasia» passa forte l’idea per cui è importantissimo educare i bambini all’immaginazione, stimolarla costantemente all’interno del proprio agire, dialogare, parlare, e non farne un’alternativa negativa il pensiero razionale.

39
Q

Come definisce il bambino, Gianni Rodari?

A

Gianni Rodari è stato un maestro di scuola e quindi quando lui pensa al bambino e scrive, pensa proprio a quel bambino vero che vive nella scuola, con la sua fantasia e pensieri. Rodari chiama il bambino «pittore»: dato che il bambino è un bambino fantasioso, creativo e che ha tanto da dire, Rodari si rivolge al bambino pittore invitandolo a prendere tutto il foglio, a dire tutto di lui, a non sentirsi in un angolino disegnandosi piccolo e lontano, ma prendere tutto il foglio. Come afferma, infatti, Rodari: «Il mondo è dei bambini e i bambini lo devono prendere, devono entrare in contatto con esso, non gli si deve riservare una parte piccola».

40
Q

Quali altri temi tratta Rodari, oltre a quelli per l’infanzia?

A

Dato che Rodari scriveva ai bambini ma parlava agli adulti, dando per scontato che gli adulti leggevano con e ai bambini, per questo tratta anche di temi politici, sociali, di colori della pelle, di immigrazione («Girotondo in tutto il mondo»).

41
Q

Gianni Rodari invita i genitori a fare che cosa?

A

Gianni Rodari scriverà molto per i genitori e ne incontrerà e cercherà ad aiutarli ad essere dei genitori attenti (non al capriccio) ma alle emozioni e alle sensazioni del bambino.

42
Q

In che cosa consiste «Il libro degli Errori»?

A

«Il libro degli Errori» è un testo pubblicato nel 1964 dalla case editrice Einaudi (che di solito pubblicava solo storici o filosofi). Rodari ha collaborato molto con Bruno Munari tanto che è stato l’illustratore di moltissimi libri di Gianni Rodari, tra cui questo. Gianni Rodari era convinto che «gli errori non stanno nelle parole, ma nelle cose; bisogna correggere i dettati, ma bisogna soprattutto correggere il mondo»; da qui nascono le storie e le filastrocche di questo libro.
Rodari ci vuole insegnare a giocare con le parole che sono lo strumento attraverso cui noi apprendiamo la grammatica e, attraverso gli errori, possiamo comprendere la concretezza della lingua italiana.

43
Q

In che cosa consiste «Favole al telefono»?

A

«Favole al telefono» è un altro testo di Gianni Rodari illustrato da Bruno Munari, pubblicato nel 1962 e rappresenta uno dei capolavori di Gianni Rodari. E’ un libro apparentemente semplice, la narrazione è molto immediata, le storie molto brevi che si possono leggere serenamente in poco tempo, con una prosa divertente e molto scorrevole.
Questi brevi anneddoti che animano «Favole al telefono», educano, commuovono e fanno sorridere: in qualche modo ciascuna di queste ha sempre una morale, alcune sono commoventi.

44
Q

Come inizia «Favole al telefono»?

A

«Favole al telefono» inizia così: «Perché quella bambino non poteva dormire senza una storia, e la mamma, quelle che sapeva, gliele aveva già raccontate tutte anche tre volte. Così ogni sera, dovunque si trovasse, alle nove in punto il ragionier Bianchi chiamava al telefono Varese e raccontava una storia alla sua bambina».
Rodari, così, ci riporta una abitudine familiare di addormentare i bambini con una favola, dando quasi per scontato che tutti i bambini vadano a dormire con un adulto che gli racconti una favola. Infatti ci possono essere bambini che chiedono ogni sera la stessa favola (e se si sbaglia mezza parola, lo fanno notare); oppure ci sono quelli che non vogliono mai la stessa favola, ma vogliono che papà e inventino una favola diversa.

45
Q

In che cosa consiste «Il Giornale dei Genitori»?

A

Dato che Gianni Rodari era un giornalista, gli viene chiesto, nel 1966, a collaborare con la rivista mensile de «Il Giornale dei Genitori» e 1968 firma il primo numero come direttore del mensile. Lui si prende alcune libertà rispetto a dialogare con i genitori sulla base di quelle che erano le domande più frequenti che i genitori portavano a quel giornale.

46
Q

Come si chiama e in che cosa consiste l’articolo che Gianni Rodari pubblica al «Il Giornale dei Genitori»?

A

Nel 1964, Gianni Rodari scrive un articolo, sempre al «Il Giornale dei Genitori», che si intitola «9 modi per insegnare ai ragazzi per odiare la lettura»:
1) Presentare il libro come un’alternativa alla TV
2) Presentare il libro come un’alternativa al fumetto
3) Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più
4) Ritenere che i bambini abbiano troppe distinzioni
5) Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura
6) Trasformare il libro in uno strumento di tortura (scheda libro)
7) Rifiutarsi di leggere al bambino
8) Non offrire una scelta sufficiente
9) Ordinare di leggere per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura.

47
Q

Perchè la letteratura per l’infanzia è definita invisibile?

A

La letteratura per l’infanzia è invisibile, perché viene ritenuta irrilevante, cioè sta tra l’essere e il non essere, proprio come i bambini. Viene per lo più considerata irrilevante, anziché una dimensione profondamente rivelatrice e dissacrante, capace di farci vedere che c’è altro oltre a noi, e che questo altro, quando eravamo bambini, ci è appartenuto, anche se poi lo abbiamo dimenticato e, in realtà, è il legame più intimo e profondo con il mondo.

48
Q

Cosa afferma Giorgia Grilli al primo capitolo de «La letteratura invisibile»?

A

Giorgia Grilli afferma che nella letteratura per l’infanzia rientrano moltissime categorie (albi illustrati, favole e fiabe, filastrocche, poesie), ma l’autrice si è chiesta se esiste davvero una letteratura per l’infanzia che sia autentica. Prima di tutto, secondo lei, dobbiamo fare una distinzione tra i libri per bambini che sono fatti per restare (ovvero che hanno sempre qualcosa da dirci) e i libri che seguono un’onda passeggera, cioè vedono il bambino come un semplice consumatore (Harry Potter). Secondo la Grilli, possiamo considerare autentica solo quella letteratura che contiene al suo interno testi e storie di autori che si interessano veramente all’infanzia: solo chi si pone la domanda «Cosa significa essere stati veramente bambini?».

49
Q

Cosa afferma Darwin della letteratura per l’infanzia?

A

Pe le caratteristiche della letteratura per l’infanzia possiamo riferirci a quello che diceva Charles Darwin. Egli, con i suoi scritti, riesce perfettamente a spiegare l’infanzia nella sua vera essenza: aveva dieci figli e gli osservava moltissimo, gli osservava giocare, studiare… e annotava tutto in un taccuino. Quando una delle sue figlie morì, all’età di dieci anni, questo fatto lo segnò profondamente tanto che cambiò il suo modo di vedere la vita e il mondo: capisce che la vita è estremamente precaria e fragile, qualcosa di vulnerabile e di instabile nel tempo.
Il pensiero dell’incertezza, della precarietà e della fluidità delle forme sono temi ricorrenti nella letteratura per l’infanzia: basti pensare a «Peter Pan», mezzo bambino e mezzo uccello; oppure «Pinocchio», creatura sospesa tra il regno vegetale, animale ed umano.

50
Q

Da che cosa sono collegati le teorie di Darwin e la letteratura per l’infanzia?

A

La letteratura per l’infanzia e gli scritti sull’evoluzionismo di Darwin, sono collegati da un filo invisibile, poiché entrambe sono interessati al cambiamento, alla trasformazione e all’evoluzione più che alla situazione in sé stessa. Ciò che accomuna la scienza di Darwin e la letteratura per l’infanzia sono:
- La non fissità di nulla
- Il caso che sta alla base della vita
- Il fatto che tutto sia possibile.

51
Q

Come vedono la letteratura per l’infanzia, i bambini, secondo Giorgia Grilli?

A

La letteratura per l’infanzia, poi, considera molto spesso i bambini come alieni che gli adulti non riescono a capire e che vedono delle cose che il mondo degli adulti non riesce a vedere. Sono, per esempio, precipitati da un altro pianeta, come il «Piccolo Principe», o sono fatti di un’altra materia, come «Pinocchio» fatto di legno, o possiedono la loro casa nella giungla, come «Tarzan», oppure vengono inghiottiti da un qualche aldilà, come succede ad «Alice nel paese delle meraviglie».
Nella realtà, gli adulti non tollerano la natura cangiante e polimorfa dell’infanzia. Anzi tentano, in tutti i modi, di trasformare i bambini in piccoli adulti, precisi e responsabili. L’infanzia vede il mondo con altri occhi rispetto agli adulti: lo vede fluido, incerto, in movimento

52
Q

Cosa afferma Thomas Charlie?

A

Nella seconda metà dell’Ottocento, in Gran Bretagna si sviluppa la rivoluzione industriale che ha dato inizio ad un processo di trasformazione naturale. Uno dei maggiori critici di quest’epoca è Thomas Charlie e afferma che l’uomo è diventato come una macchina, incapace di sentire ed emozionarsi. L’unico ancora in grado di farlo, per Charlie, è il bambino. La letteratura per l’infanzia affida al bambino il compito e la responsabilità di salvare l’umanità dalla degenerazione della civiltà e scrivere per bambini, secondo Charlie, è l’unico modo che abbiamo per cercare, come adulti, di salvarci da noi stessi.

53
Q

Cosa afferma Milena Bernardi nel terzo capitolo della «La letteratura invisibile»?

A

Milena Bernardi afferma che la letteratura è capace di affascinare, rapire, incuriosire il bambino, aprendogli porte altrimenti inaccessibili. Le ninne nanne, le poesie, le filastrocche, rappresentano una sorta di rituale che si instaura tra madre e figlio sin dalla nascita di quest’ultimo. Purtroppo, però, al giorno d’oggi, il tramandare poesie, filastrocche oralmente, sta decadendo. Gli scaffali, dove sono riposti i libri di poesie, sono sempre meno frequentate dai bambini. Questa marginalità è dovuta dal fatto che, molto spesso, si considera la poesia come qualche cosa di difficile. Gianni Rodari, per esempio, afferma che ogni poesia interrompe la quotidianità per rinnovarci e mantenere in noi stessi il senso stesso della vita.

54
Q

Che cosa si intende per «incanti e disincanti»?

A

Milena Bernardi utilizza questo termine per descrive un duplice approccio alla narrazione e alla descrizione del mondo nei libri per bambini. Con incanti si riferisce alla capacità di trasportare i giovani lettori in mondi fantastici; con disincanti invece si riferisce alla presentazione di realtà più complesse mostrano al bambino diversi aspetti del mondo reale con l’intento di prepararli ad affrontare situazioni difficili.
L’equilibrio tra questi due aspetti è importante per lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino perché gli permette si di sognare ma anche di apprendere e crescere.