LE DONNE AFROAMERICANE NEGLI STATI UNITI Flashcards

1
Q

OBIETTIVO DELL’AUTRICE

A

Fare una storia del movimento per i diritti civili afroamericano attraverso la storia delle donne attiviste che vi furono più o meno coinvolte, indagando quali sono state le loro iniziative, le loro battaglie, le loro vittorie, le loro sconfitte, quale è stata la cifra stilistica del loro prezioso contributo, quali sono state le loro sofferenze, le loro pene, le difficoltà che hanno incontrato, ma anche gli elementi che le accomunato e quelli che le distinguono

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q

DA CHE COSA ERANO ACCOMUNATE QUESTE DONNE?
QUALI ERANO INVECE LE DIFFERENZE?

A

SOMIGLIANZE:

1) Erano tutte donne tenaci, determinate, che adottavano spesso strategie diverse da quelle di Martin Luther King, che già al tempo era circondato da un’aura messianica che secondo molte metteva in ombra il ruolo delle donne attiviste e intiepidiva la fiducia degli attivisti locali nel vincere da soli le proprie battaglie partendo dal basso e dalla determinazione individuale (questa era la posizione di Ella Baker).
Spesso erano donne che decidevano di portare avanti le lotte fino in fondo rifiutando apertamente gli approcci concilianti (come Diane Nash), perché capaci anche di trovare compromessi laddove gli uomini si limitavano a vedere alternative che si escludevano a vicenda (come Ella Baker).

2) Le donne afroamericane avevano vissuto anche un tipo di oppressione diversa, che intercettava più piani (da un’analisi di tipo intersezionale emerge infatti che sulle loro spalle portarono il peso del razzismo e del sessismo). La stessa bell hooks denuncia la presenza di una sessualità diventata, anche per i neri, una forza da cavalcare in nome di una mascolinità tossica da rivendicare e che finisce per nuocere alle donne. Al centro il nodo problematico dello STUPRO.

3) Le attiviste di primo Novecento venivano anche da una generazione che non aveva conosciuto la schiavitù. Spesso erano figlie e nipoti di afroamericani nati sul suolo americano e che quindi si sentivano compiutamente americani. Facevano parte tutte di una generazione più combattiva.

4) Decidevano spesso di combattere non solo per le cause più condivise dalla comunità afroamericana (desegregazione sugli autobus, nelle scuole, nei viaggi interstatali, nei punti ristoro e nelle tavole calde) ma anche per promuovere l’immagine e il ruolo della donna nella società (Mary Church Terrell fu co-fondatrice della Nacw anche per questo; Fannie Lou Hamer si impegnò anche per i diritti delle donne). Spesso infatti erano delle suffragiste.

5) Ma furono anche donne il cui impegno spesso non fu abbastanza riconosciuto; non venivano riconosciute in posizioni di potere. Ad Ella Baker non fu mai davvero riconosciuta come direttore esecutivo della Sclc, perché King aveva dei pregiudizi nei confronti dell’assegnazione di posizioni di potere alle donne

DIFFERENZE:

Ma a volte provenivano da ambienti molto eterogenei (alcune erano figlie di ex schiavi, altre invece provenivano da famiglie modeste, altre ancora erano figlie di schiavi diventati poi ricchissimi ed ebbero modo di studiare, altre invece erano quasi delle illetterate).

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q

LE ORIGINI DEL PROBLEMA

A

Prima ancora di affrontare il discorso delle donne nel movimento per i diritti civili (e di ancorarlo quindi al Novecento) è utile andare alle origini del problema e della riflessione sul problema: come si spiega la lunga e persistente condizione di ingiusta e di obbligata inferiorità della comunità afroamericana ancora nel Novecento?

Si spiega con il fenomeno dello schiavismo che affonda le radici in età moderna, con il complicato rapporto tra religione e schiavitù (in nome dell’ideologia suprematista bianca si è contraddetto il vero messaggio del cristianesimo, come se i neri fossero dei “fratelli in Cristo” dimezzati), si spiega con il difficile e lungo percorso per la battaglia abolizionista, che ha a che fare con le fratture tra nord e sud dei neonati Stati Uniti, si spiega con le storture che seguirono il proclama di emancipazione e che inaugurarono il periodo segregazionista nel sud.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q

I VARI TIPI DI LOTTE

A
  • lotta abolizionista negli anni Trenta dell’Ottocento
  • per promuovere l’immagine della donna afroamericana a fine Ottocento –> NACW
  • battaglie desegregazioniste che impegnano gli anni Cinquanta (desegregazione degli autobus, delle stazioni degli autobus, dei punti ristoro, delle tavole calde, delle scuole, dei ristoranti)
  • lotte per la conquista non tanto del diritto di voto (che formalmente c’era), ma per l’abolizione di tutti quei vincoli che soprattutto al sud rendevano quasi impossibile agli afroamericani esercitarlo, e che impegnano la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q

PRIMI ANNI DEL NOVECENTO

A

Si iniziò a mettere in luce ALCUNI NODI PROBLEMATICI DA RISOLVERE E SU CUI RIFLETTERE per migliorare un benessere sociale che la comunità afroamericana non sentiva ancora di aver raggiunto, nonostante il Proclama di emancipazione, il XIII, il XIV e il XV emendamento.
Gli afroamericani non rinunciarono mai alla speranza di raggiungere una condizione di effettiva (e non solo formale) parità con i bianchi che ponesse fine alla loro condizione di cittadini di seconda categoria

  • LINCIAGGIO
  • LA DIFESA DELL’IMMAGINE DELLA DONNA AFROAMERICANA
  • LA PROMOZIONE DI RELAZIONI INTERRAZIALI ANCHE AL SUD
  • L’INSERIMENTO DEGLI AFROAMERICANI NELLA SOCIETA’ STATUNITENSE
  • IL RAPPORTO DA COSTRUIRE CON IL PROPRIO PASSATO SCHIAVISTA
  • IL DIRITTO DI VOTO (che inizia ad emergere)
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q

ANNI TRENTA E ANNI QUARANTA

A

ANNI TRENTA E QUARANTA: a farli da protagonista sono
1) l’inaspettato sostegno a favore della comunità americana proveniente dalla first lady sudista ELEANOR ROOSEVELT (con alle spalle una famiglia che era stata proprietaria di schiavi), che entrò in contatto con MARY MCLEOD BETHUNE, figlia di schiavi ma istruita in una scuola per neri che trasformò, con pochi fondi disponibili, una catapecchia nel Bethune-Cookman College e promosse l’avanzamento della comunità afroamericana in campo politico e istituzionale e la collocazione dei neri nel mondo del lavoro, sfruttando anche la sua posizione come dirigente dell’ufficio delle minoranze presso la National Youth Administration.
Fondò nel 1935 il NCNW (National Council of Negro Women). Fu una delle prime a esprimere il concetto per cui gli interessi delle donne bianche del sud coincidevano con quelli degli afroamericani, cambiando la prospettiva di un’accesa segregazionista sudista, Virginia Durr, che si convertì alla causa.

2) L’ESPERIENZA DELLA GUERRA: la WWII diede nuova linfa alla volontà degli afroamericani di combattere la segregazione

a) avevano combattuto al fianco dei soldati bianchi per la propria patria: avevano quindi preso coscienza dei propri diritti e non erano disponibili a farsi trattare come dei cittadini dimezzati
b) che senso aveva contrastare il razzismo hitleriano e promuoverlo in patria?
c) sebbene le diffidenze iniziali tra soldati neri (cui erano destinati i lavori più faticosi) e i soldati bianchi, si raggiunse una rapida desegregazione nelle forze armate, perché era assurdo tenere sezioni dell’esercito rigidamente separate mentre dovevano collaborare e in un continente (Europa) in cui la segregazione era sconosciuta

3) ma anche il periodo post-bellico fu ricco di CAMBIAMENTI SOCIALI, POLITICI, ECONOMICI E ISTITUZIONALI i che informarono la lotta nera:

a) il grande impulso all’industrializzazione incoraggiò la Grande Migrazione, lo spostamento di numerose famiglie afroamericane da un sud segregazionista a un nord più industrializzato dove mancava sì la compenetrazione abitativa (ghetti) ma dove era pressocché assente il regime segregazionista, e dove la comunità poteva riunirsi in chiese, associazioni. Qui molti disponevano della televisione che consentiva una rapida e tempestiva informazione.
Ci fu un’espansione senza precedenti della classe media e una drastica riduzione della povertà, anche se aumentò il divario fra le classi più povere e quelle benestanti
b) molti ex Stati africani colonizzati ora si governavano in autonomia e indipendenza dopo l’emergere dei movimenti di decolonizzazione: gli USA dovevano proporsi come interlocutori di queste nuove realtà, e non sarebbero apparsi credibili mantenendo nell’oppressione i propri cittadini di origine africana

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q

ANNI CINQUANTA

A

Si entra nel vivo delle BATTAGLIAEDESEGREGAZIONISTE A PIU’ LIVELLI che danno corpo al MOVIMENTO PER I DIRITTI CIVILI VERO E PROPRIO, che conosce il suo apice.

Diversi sono stati gli attori e le attrici che vi hanno preso parte, diversi sono stati gli strumenti di contestazione e le strategie.

Qui Silvia Benussi preferisce tacere su figure notoriamente carismatiche e di grande spessore come Martin Luther King Jr., che già al tempo era circondato da un’aura messianica che secondo molte metteva in ombra il ruolo delle donne attiviste e intiepidiva la fiducia degli attivisti locali nel vincere da soli le proprie battaglie partendo dal basso e dalla determinazione individuale

  • SCUOLA
  • AUTOBUS
  • RISTORANTI
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q

ANNI SESSANTA

A

Il movimento per i diritti civili raggiunge la sua forma compiuta con le battaglie a favore del diritto di voto.

nel sud il divieto formale di discriminazione in merito all’esercizio del diritto di voto (con la First Reconstruction Act del 1867 si decise che gli Stati del sud avrebbero dovuto approvare nuove costituzioni statali che prevedessero il diritto di voto per gli afroamericani, che potevano eleggere ed essere eletti. Disposizione che raggiunge la sua forma compiuta con il 15esimo emendamento del 1870) ma era facilmente AGGIRATO NELLE PROCEDURE DI REGISTRAZIONE: per votare bisognava essere iscritti a una lista degli elettori, ma la registrazione era soggetta a restrizioni, come il pagamento di una tassa e il superamento di un test relativo al livello d’istruzione.

Già W.E.B. Du Bois aveva messo in luce la necessità, per la comunità afroamericana, di conquistare il diritto di voto a inizio Novecento, e aveva fondato la Naacp pensando anche al raggiungimento di questo obiettivo

Il Civil Rights Act del 1957 voluto da Eisenhower (in seguito a una spontanea adesione di molti afroamericani alla sua rielezione) divenne la prima legislazione sui diritti civili dopo la Ricostruzione, con l’obiettivo di assicurare a tutti gli afroamericani il diritto di voto, ma fu largamente inefficace, a causa di un emendamento voluto da Lyndon Johnson e a causa della spaccatura del partito democratico, ma aprì la strada agli altri interventi legislativi

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q

CHI ERANO I FREEDOM RIDERS?

A

Sono stati dei gruppi interraziali di giovani (uomini e donne sia afroamericani che non) che percorrevano assieme una lunga tratta da Washington fino a raggiungere diverse città del sud, PER VEDERE SE NON CI FOSSERO EFFETTIVAMENTE PROBLEMI NEL VIAGGIARE INSIEME e che i provvedimenti contro la segregazione fossero rispettati.

Erano quindi dei VIAGGI INTERSTATALI organizzati a partire dal 1961 dal Core.

Durante il tragitto vennero però spesso aggrediti e malmenati per aver violato alcune leggi Jim Crow statali (in Alabama l’autobus fu dato alle fiamme). Da quel momento in poi l’organizzazione dei viaggi fu gestita da Diane Nash.

Alcune tappe:
- Alabama
- Birmingham
- Montgomery
- Jackson

L’amministrazione Kennedy chiedeva di fermare queste azioni fortemente provocatorie perché temeva la frattura della base meridionale del partito democratico, ma Diane Nash non intendeva rinunciare alla strategia di aperta sfida morale della segregazione

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q

ANNI SESSANTA/SETTANTA: LA NASCITA DI NUOVI MOVIMENTI RADICALI

A

Ci furono anche esperienze più radicali basate su metodi di lotta più aggressivi e sulla necessità di imporre la presenza afroamericana nella sua specificità. Non bastava più la semplice integrazione formale: c’era comunque la consapevolezza che ancora molto era da conquistare e che le strategie usate fino a quel momento potevano non essere ancora idonee. Si iniziarono a rigettare le posizioni moderate e concilianti di King, assumendo una direzione laica ed estremista che spesso rifiutava il principio di non violenza.
Diversi movimenti sorti in questo periodo anche all’interno delle organizzazioni pre-esistenti cercavano un nuovo e forte sistema di valori per la comunità afroamericana, che, però, era sempre più stratificata e diversificata al suo interno. Non era più compatta come un tempo, quindi non sempre i nuovi movimenti radicali riuscirono a offrire una concreta alternativa politica.

  • ORGANIZZAZIONI STUDENTESCHE LOCALI AFFILIATE ALLA SNCC che iniziarono a rispondere alla violenza con la violenza
  • BLACK POWER, concetto emerso all’interno del SNCC
  • FEMMINISMO DI COLORE
  • BLACK MUSLIMS (NATION OF ISLAM)
  • NAZIONALISMO e PANAFRICANISMO nero
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q

COME ERA PERCEPITO MARTIN LUTHER KING JR?

A

Martin Luther King Jr. già al tempo era circondato da un’aura messianica che secondo molte metteva in ombra il ruolo delle donne attiviste e intiepidiva la fiducia degli attivisti locali nel vincere da soli le proprie battaglie partendo dal basso e dalla determinazione individuale

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q

COME ERANO TRATTATE LE DONNE AFROAMERICANE SCHIAVE DALLE DONNE SUDISTE in un periodo in cui il regime schiavista era ancora vigente?

COME FURONO TRATTATE INVECE DOPO IL 1862?

A

La schiavitù delle donne nere intersecava la nozione di razza e di sesso: era anche una schiavitù sessuale.
Erano sottoposte a molteplici livelli di sofferenza: fisica (i loro compiti nei campi erano faticosi come quelli degli uomini, spesso venivano punite corporalmente e il fatto che potessero essere in gravidanza non comportava alcun trattamento di favore), psicologica (dovevano svolgere un ulteriore lavoro di cura nei confronti della loro famiglia), sessuale (spesso venivano stuprate da parte dei loro padroni oppure divenivano le loro concubine). La schiava nera era vista come lussuriosa, tentatrice, lasciva, incontrollata, più animalesca che propriamente umana. A loro era negato il diritto alla castità.

Le donne bianche – dipinte come angelicate e aggraziate secondo l’ideale cavalleresco – dovevano accettare il fatto che i loro familiari e parenti di sesso maschile avessero delle concubine nere. Erano a contatto con la brutalità della schiavitù (ascoltavano le petizioni e le richieste) e con gli orrori dell’attività sessuale dei propri mariti visibile sui volti dei piccoli schiavi mulatti, ma ciò non faceva nascere in loro alcun senso di solidarietà verso le schiave, anzi, spesso su di loro scaricavano le loro frustrazioni e le schiave subivano anche la violenza vendicativa da parte delle proprie padrone. Era il dettato del divide et impera che dominava la contrapposizione fra bianche e nere, fatta di un pesante clima di rivalità e sospetto.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q
  • XIII EMENDAMENTO
  • XIV EMENDAMENTO
  • XV EMENDAMENTO
A
  • 13ESIMO: abolì ufficialmente e continua a proibire la schiavitù, diventando un’estensione permanente del proclama di emancipazione del 1862 (1864)
  • 14ESIMO: l’emendamento fu approvato con lo scopo di garantire i diritti degli ex schiavi. La prima sezione definisce formalmente i requisiti per la cittadinanza e protegge i diritti civili dall’azione degli Stati.
  • 15ESIMO: è uno degli emendamenti della Ricostruzione. Le disposizioni in esso contenute proibiscono al governo degli Stati Uniti e ai governi dei singoli Stati di proibire a un cittadino di votare discriminandolo sulla base della razza, del colore della pelle o di una precedente condizione di schiavitù. Fu ratificato il 3 febbraio 1870. Infatti, sebbene alcuni Stati avessero permesso agli ex-schiavi di votare anche prima dell’approvazione dell’emendamento, questo diritto era sporadico, non sempre rispettato, e spesso attaccato legalmente
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q

PERCHE’ SE IL DIRITTO DI VOTO ERA FORMALMENTE ESTESO ANCHE AGLI AFROAMERICANI, DI FATTO ERA RISTRETTO?

A

Nel sud il divieto formale di discriminazione in merito all’esercizio del diritto di voto (con la First Reconstruction Act del 1867 si decise che gli Stati del sud avrebbero dovuto approvare nuove costituzioni statali che prevedessero il diritto di voto per gli afroamericani, che potevano eleggere ed essere eletti. Disposizione che raggiunge la sua forma compiuta con il 15esimo emendamento del 1870) ) era facilmente AGGIRATO NELLE PROCEDURE DI REGISTRAZIONE: per votare bisognava essere iscritti a una lista degli elettori, ma la registrazione era soggetta a restrizioni, come il pagamento di una tassa (poll tax) e il superamento di un test relativo al livello d’istruzione.

Già W.E.B. Du Bois aveva messo in luce la necessità, per la comunità afroamericana, di conquistare il diritto di voto a inizio Novecento, e aveva fondato la Naacp (che perseguiva obiettivi attraverso una lotta eminentemente giudiziaria) pensando anche al raggiungimento di questo obiettivo.

Il Civil Rights Act del 1957 voluto da Eisenhower (in seguito a una spontanea adesione di molti afroamericani alla sua rielezione) divenne la prima legislazione sui diritti civili dopo la Ricostruzione, con l’obiettivo di assicurare a tutti gli afroamericani il diritto di voto, ma fu largamente inefficace, a causa di un emendamento voluto da Lyndon Johnson e a causa della spaccatura del partito democratico, ma aprì la strada agli altri interventi legislativi

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q

BLACK MUSLIMS

A

Fu un’organizzazione religiosa islamica fondata negli anni Sessanta (quando accanto alle organizzazioni tradizionali emergono movimenti più radicali) sotto la guida di Elijah Muhammad, anche se il membro più conosciuto fu Malcom X, che poi abbandonò nel 1964 il movimento, perché diffidente nei confronti dell’atteggiamento cautelativo del leader.

Esso:
1) predicava un RIGIDO SEPARATISMO e un certo disprezzo nei confronti della società americana
2) la creazione di uno stato interamente africano
3) lo sviluppo sociale ed economico della razza
4) si distinse per l’attività di recupero sociale delle persone emarginate dalla comunità

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q

BLACK POWER

A

all’interno del SNCC emerse nel 1966 il concetto di Black Power, con un discorso del suo presidente, Stokely Carmichael, con l’obiettivo di:
1) TENERE UNITI GLI AFROAMERICANI ATTRAVERSO LA COSTRUZIONE DI UN SENSO DI COMUNITA’ E IL RICONOSCIMENTO DELLA PROPRIA SPECIFICA EREDITA’
2) abbracciando anche una certa dose di SEPARATISMO NERO
3) propugnando il DOMINIO DELL’UOMO AFROAMERICANO, storicamente castrato nella sua virilità dalla società bianca, e che ora doveva vendicare il furto subito

Molte donne abbracciarono questa nuova considerazione nei rapporti di genere (che passava per il SESSISMO) così denunciata da bell hooks, come Rudy Doris Smith Robinson.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
17
Q

FEMMINISMO NERO

A

Nacque in risposta al dilagare dello sciovinismo maschile, che si focalizzò su alcune tematiche altrimenti trascurate come la riforma del welfare, i diritti delle lavoratrici domestiche, i problemi delle madri non sposate, la tossicodipendenza, la condizione delle detenute, e la duplice oppressione patita dalle donne (razzismo e sessismo).

L’organizzazione Now però non rispondeva alle esigenze di tutte le afroamericane: le battaglie di molte donne bianche non possono essere le battaglie di tutte: nel movimento femminista c’era troppa tensione omologante, si ipotizzava un’essenza femminile monodimensionale ma in cui le donne afroamericane non si sentivano incluse.
Fondarono quindi nel 1973 la NBFO (National Black Feminist Ogranization) e nel 1974 il Combathee River Collective, sezione di Boston che riunisce anche lesbiche nere.

Le donne bianche nei movimenti femministi erano razziste ed erano responsabili, come gli uomini, della riproposizione della supremazia bianca. D’altra parte, la leadership delle donne nel movimento per i diritti civili afroamericani non era adeguatamente riconosciuta.

18
Q

NAZIONALISMO E PANAFRICANISMO NERO

A

Nacque il NAZIONALISMO e il PANAFRICANISMO NERO:
- opposizione alla guerra del Vietnam
-alla ricerca delle radici storiche che dessero spessore all’ideologia del Black Power, per sottolineare il legame con l’Africa e la sua componente culturale piuttosto che il retaggio della diaspora
- rigettare la cultura americana assimilata

19
Q

PERCHE’ I MOVIMENTI RADICALI DEGLI ANNI SETTANTA NON DIEDERO I LORO FRUTTI?

A

perché non riuscivano a offrire una concreta alternativa politica e a rispondere alle svariate esigenze di una comunità afroamericana sempre più stratificata e diversificata al suo interno. Non era più compatta come un tempo, non poteva esserci un’unica e radicale soluzione

+ (riflessione di bell hooks sui vari modi di intendere casa all’interno della comunità afroamericana)

20
Q

IL FENOMENO DELLO SCHIAVISMO (APPROFONDIMENTO)

A

La presenza degli afroamericani negli USA è peculiare rispetto all’afflusso proveniente da qualunque altra regione. Mentre negli USA persone di altre etnie non europee vi giungevano generalmente in maniera spontanea (tuttalpiù gli europei si mettevano spontaneamente in uno stato di servitù a contratto per quattro anni), gli afroamericani vi giunsero già in stato di schiavitù, come una merce importata dai grandi mercanti schiavistici nelle coste del golfo di Guinea, imbarcata per viaggi lunghissimi privi di qualunque protezione e copertura igienica e poi smistata generalmente nei mercati delle Antille.
Fino alla metà del Seicento la condizione giuridica degli schiavi nelle colonie inglesi d’America non era ben definita, era assimilabile a quella dei servi a contratto, anche se erano considerati generalmente inferiori. Il loro numero aumentò considerevolmente dalla fine del Seicento nelle colonie meridionali, dove erano impiegati nelle piantagioni di cotone, riso e tabacco.
Dopo il 1660 si iniziò a legiferare sul loro status e le legislazioni cristallizzarono la loro condizione di servitù. Erano come dei beni mobili: potevano essere venduti, affittati, donati, ereditati, non avevano diritti civili e politici, non potevano sposarsi legalmente, e le famiglie nate dalle unioni spontanee potevano essere divise con la vendita; a volte, invece, tali unioni erano considerate vantaggiose dai padroni perché il vincolo che legava i neri adulti alla prole impediva loro di darsi alla fuga.

21
Q

LA GUERRA DI INDIPENDENZA AMERICANA

A

che radicò il discorso abolizionista nei principi costituzionali e prima ancora in quelli della Dichiarazione di Indipendenza americana. Ma le fratture regionali tra nord e sud degli USA resero difficile il percorso abolizionista e venne ceduto il passo a numerosi compromessi

22
Q

NASCITA DELLE PRIME ORGANIZZAZIONI ABOLIZIONISTE e di ATTIVITA’ DI CARATTERE ASSISTENZIALE E RELIGIOSO AL NORD

A
  • New England Antislavery Society
  • American Antislavery Society negli anni Trenta dell’Ottocento, che facevano leva su considerazioni di natura morale e religiosa.

Alcune donne bianche davvero si impegnarono a risollevare le condizioni dei loro fratelli e delle loro sorelle neri attraverso petizioni, raccolte fondi, protezione di schiavi fuggiaschi, e attivandosi nei primi congressi interraziali abolizionisti.

Tutto questo non avvenne al sud:
1) a fare da controcanto al discorso abolizionista ci fu l’ostinazione nella preservazione della schiavitù
2) le donne del sud, le southern belle, non erano pronte a mettere a repentaglio la propria purezza e, benché a contatto continuamente con la brutalità della schiavitù, non sodalizzavano con le schiave nere, spesso concubine dei loro stessi mariti (schiave sessuali), su cui spesso anzi scaricavano le loro frustrazioni e le loro violenze vendicative

23
Q

GUERRA DI SECESSIONE AMERICANA

A

Originò anche da motivazioni profondamente connesse con lo schiavismo ed ebbe grandi ripercussioni sul fenomeno dello schiavismo stesso, perché è in questo frangente che venne abolito con il Proclama di emancipazione del 1862, poi giunto a compimento perfetto con l’introduzione del XIII emendamento nella Costituzione americana. Tutto questo grazie alla compattezza dell’Unione e alla forza di volontà di esponenti repubblicani (il partito repubblicano era stato fondato nel 1854) e a figure come Lincoln

ma la delusione delle donne che tanto avevano lottato a fianco del movimento abolizionista e che non vedevano riconosciuti loro tutti i diritti che ora gli ex schiavi avevano almeno sulla carta portò a una declinazione razzista del discorso femminista e a una scissione tra il movimento abolizionista e il movimento per i diritti delle donne

24
Q

EPOCA DELLA RICOSTRUZIONE

A

E’ forse il periodo che più di tutti consente di capire le storture e le contraddizioni del XX secolo, perché il segregazionismo nacque proprio nei velenosi interstizi dei fallimenti del progetto della Ricostruzione portato avanti dalle classi dirigenti repubblicane del nord.

E’ un’epoca turbolenta che segue una guerra i cui esiti non sono stati accettati da tutti, men che meno dal sud

A) riassestamento dei RAPPORTI ISTITUZIONALI: come riorganizzare la struttura istituzionale del sud che era uscito perdente?
Si devono eleggere assemblee per riorganizzare la struttura degli Stati e chiedere loro di ratificare l’emendamento che aboliva la schiavitù

B) riassestamento dei RAPPORTI SOCIALI TRA BIANCHI E NERI: ci furono delle migliorie in questo senso, ma soprattutto nel primo periodo, perché poi per una serie di motivazioni i vari benintenzionati programmi per costruire una democrazia interraziale non furono mai portati a termine fino in fondo: il Sud era recalcitrante

25
Q

LINCIAGGIO

A

E’ uno dei nodi problematici su cui si inizia a riflettere tra fine Ottocento e inizio Novecento per migliorare il benessere sociale degli afroamericani.

Si tratta di una pena extragiudiziaria che spesso partiva da un’accusa (falsa) rivolta contro un uomo afroamericano di aver molestato una donna bianca; negli altri casi la vittima era accusata di mancata deferenza nei confronti di un bianco o, semplicemente, di aver avuto successo negli affari.

Campagna investigativa avviata dalla giornalista Ida Wells, che pubblicò su un editoriale quanto aveva scoperto in merito alla questione del linciaggio, con dati alla mano. Avviò anche delle conferenze internazionali sul tema.

26
Q

IDA B. WELLS

A

Avvio delle campagne investigative sulla questione del linciaggio e pubblicò su un editoriale quanto aveva scoperto in merito alla questione del linciaggio, con dati alla mano. Avviò anche delle conferenze internazionali sul tema.

Nel 1896 fondò la National Association for Colored Women (NACW) per difendere l’immagine della donna afroamericana, vista dai bianchi come moralmente dissoluta

27
Q

LA DIFESA DELL’IMMAGINE DELLA DONNA AFROAMERICANA

A

Spesso non si vedevano riconosciute la dignità di signora e venivano cacciate dai luoghi destinati alle bianche. Venivano spesso aggredite in pubblico senza remore, in quanto gli assalitori erano certi della loro impunità.

A questo scopo fu fondata nel 1896 la NACW (tra le fondatrici, la Wells; prima presidente, Mary Church Terrell), per difendere l’immagine della donna afroamericana. Le suffragiste del Nord che volevano ottenere consensi dalle donne del sud (che a tutto volevano rinunciare men che meno allo stereotipo di southern belle e volevano proteggere la loro purezza dalla contaminazione con la materia nera) presero le distanze

28
Q

PROMOZIONE DI RELAZIONI INTERRAZIALI ANCHE AL SUD

A

Le donne del Sud si attivarono nel sociale solamente dopo qualche decennio (1920s) dapprima attraverso canali religiosi (Chiese metodiste), poi fondando nel 1919 la CIC (Commission on Interracial Cooperation) che si adoperò contro il linciaggio (dietro cui spesso si nascondeva lo strumentare utilizzo dell’immagine della donna del sud per giustificare violenze illegali) e lo sfruttamento sessuale. Traguardi raggiunti grazie alla guida di Jessie Daniel Ames, una donna del sud.

29
Q

DESEGREGAZIONE NELLE SCUOLE

A

Si mise in luce la Naacp, perché fu il suo legale, Thurgood Marshall, a collegare tutte le cause civili che vennero intentate contro le scuole elementari e superiori segregazioniste in un’unica grande sentenza, quella del 1954 Brown vs. Board of Education of Topeka, Kansas.
Già al momento della sua fondazione, la Naacp aveva dichiarato di voler procedere attraverso battaglie di carattere giudiziario

Puntare su questo tipo di cause significava ottenere una probabile vittoria, visto che IL SETTORE DELL’ISTRUZIONE ERA QUELLO MAGGIORMENTE CONNESSO CON IL CONCETTO DI PARI OPPORTUNITA’, e la stessa Corte Suprema chiedeva di raccogliere dei memoriali sulla questione della desegregazione; furono avviati anche degli studi psicologici.
Si sarebbe inoltre fatta leva sulle STORTURE presenti nella sentenza Plessy vs Ferguson del 1896, che aveva sancito la DOTTRINA DEL SEPARATE BUT EQUAL: gli afroamericani non avevano neanche lontanamente delle scuole come quelle dei bianchi. Barbara Johns (studentessa di Farmville, Virginia), si adoperò assieme alla Naacp di Richmond per chiedere non solo nuove strutture (la scuola afroamericana della città, la Moton High School, era una catapecchia) ma ottenne il plauso di genitori e insegnanti e la sua causa confluì in quella del 1954

Nel maggio 1954, la Corte Suprema dichiara incostituzionale la segregazione razziale nelle scuole pubbliche.

ma non tutti i distretti del sud l’accettarono: il caso della CENTRAL HIGH SCHOOL di LITTLE ROCK in Arkansas suscitò clamore: lì, lo stesso governatore dello Stato mandò la Guardia Nazionale per impedire agli studenti afroamericani di iscriversi.
Fu il presidente Eisenhower a mobilitare l’esercito affinché nove studenti afroamericani potessero frequentare la scuola. I 9 bambini furono assistiti moralmente dai coniugi Bates

30
Q

DESEGREGAZIONE NEGLI AUTOBUS

A

Benussi segue l’evoluzione della notissima vicenda del BOICOTTAGGIO E DELLA DESEGREGAZIONE DEGLI AUTOBUS DI MONTGOMERY, in Alabama, attraverso l’indefessa lotta delle sue protagoniste donne.

Era stato ANTICIPATO DA NUMEROSE LAMENTELE PORTATE ALLA WPC (Women’s Political Council), un’associazione politica composta da persone impegnate nelle attività comunitarie, di cui Jo Ann Gibson Robinson era presidente della sezione più ampia. Ci furono dei colloqui con il sindaco Gayle, ma la situazione non migliorò sul lungo periodo, soprattutto a causa della grettezza dei conducenti

A partire dal rifiuto di Claudette Colvin, Mary Louise Smith e Rosa Parks di cedere il loro posto a un bianco, dal 1 dicembre 1955 Jo Ann Gibson Robinson coordinò gli sforzi per organizzare il boicottaggio (= protesta cristiana, legale e non violenta) degli autobus di Montgomery: la comunità afroamericana fu informata dell’iniziativa attraverso il volantinaggio, fu organizzata una rete di trasporti solidaristici per permettere agli afroamericani di raggiungere comunque il posto di lavoro.
Si iniziò cercando di trovare un accordo: a che senso aveva discutere solamente della possibilità di dichiarare incostituzionale la segregazione degli autobus? Dopo che la casa di Martin Luther King fu bombardata, era il caso di SGRETOLARE IL SISTEMA DALLE FONDAMENTA, avviando un’ingiunzione contro le autorità che avevano usato forza, minacce, molestie e intimidazione.

Alla fine, la Corte Suprema confermò la decisione presa dalla Corte federale e votò l’incostituzionalità della segregazione negli autobus di Montgomery nel 1956

31
Q

DESEGREGAZIONE DEI RISTORANTI

A

1) MARY CHURCH TERRELL intentò una causa contro il ristorante Thompson di Washington che le aveva vietato di essere servita, e da lì iniziò una battaglia contro la segregazione degli afroamericani NEI RISTORANTI DI WASHINGTON, che non era legale nel Distretto di Columbia, ma era rimasta come semplice dato di fatto.
La Corte Suprema nel 1953 dichiarò che la segregazione nei luoghi di ristorazione era illegale nel distretto di Columbia

2) Nel 1960 fu DIANE NASH, fra i giovani leaders dello SNCC, nata e cresciuta al nord, a battersi per la desegregazione dei punti di ristoro (tavole calde) di NASHVILLE, guidando un comitato di studenti dell’Università di Fisk attraverso sit-in non violenti, alcuni dei quali provocarono durissime reazioni e gli studenti afroamericani furono malmenati, anche arrestati, e molti di loro decisero di scontare la pena carceraria piuttosto che pagare la cauzione.

Fu dopo una marcia verso il municipio di Nashville per chiedere di conferire con il sindaco che questi ammise effettivamente di reputare una simile discriminazione sbagliata. Poco dopo, i punti di ristoro furono aperti alla clientela afroamericana

32
Q

ELLA BAKER

A

Già membro della Naacp (fondata da Du Bois per avviare una lotta di carattere eminentemente giudiziario), ispirò la fondazione della SCLC, una nuova organizzazione a stampo religioso con a capo Martin Luther King, che riuniva i ministri del culto delle Chiese del sud. Primo obiettivo: registrare più di un milione di nuovi elettori afroamericani prima delle presidenziali del 1960, organizzando degli incontri in alcune città del sud per sensibilizzare la popolazione sulla questione

ma nulla sembrò muoversi e il movimento stentava a essere promosso dalle sue basi: Baker avrebbe invece voluto che i singoli prendessero coscienza delle proprie risorse e delle proprie forze:
1) i ministri trascuravano di esortare a livello locale gli afroamericani a registrarsi e a fornire ai potenziali elettori le istruzioni necessarie per superare i test proposti dagli impiegati degli uffici di registrazione
2) gli stessi ministri non volevano impegnarsi a favore degli afroamericani illetterati avviando delle campagne di reclutamento di donne del sud per alfabetizzare gli illetterati e dare loro le conoscenze politiche necessarie (come invece richiedeva la Baker)
3) King aveva pregiudizi contro l’assegnazione di posizioni di potere alle donne

Baker decise allora di SFRUTTARE LA NUOVA ENERGIA DEI SIT-IN, una nuova strategia di mobilitazione dal basso che coinvolgeva numerosi studenti, e che dal North Carolina si stava diffondendo in tutto il sud. Organizzò un incontro di studenti presso la Shaw University a Raleigh, dove gli studenti ebbero la possibilità di confrontare le rispettive esperienze e di tracciare un piano comune di azione per coordinare gli sforzi. Da qui prese forma il Sncc

33
Q

SNCC

A

Prende forma dall’incontro presso la Shaw University a Raleigh, voluto da Ella Baker. I suoi membri e i suoi leader SI IMPEGNARONO IN VARIE BATTAGLIE, a volte contemporaneamente, battaglie che si sovrapponevano e si confondevano:
a) a sostegno del diritto di voto
b) sit-in
c) freedom rides –> a sostegno del rispetto della sentenza di desegregazione degli autobus interstatali

Era un ambiente integrato ed eterogeneo, dove all’inizio confluirono anche volontari bianchi, che poi furono espulsi ed emarginati nel 1966, quando all’interno del SNCC emerse il concetto di Black Power, affinché il movimento potesse raggiungere la completa autonomia e indipendenza

34
Q

SEPTIMA CLARK

A

insegnante in una scuola pubblica di Charleston (quindi dipendente statale) capì che l’istruzione era necessaria per superare i test di registrazione al voto, e, pur destituita dal suo incarico quando il South Carolina emanò una legge che proibiva ai dipendenti statali di avere a che fare con organizzazioni per i diritti civili, iniziò a dirigere diverse scuole volte a formare insegnanti per adulti, che avrebbero dovuto fornire a chi era in età di votare nozioni di base e conoscenze minime del sistema politico

35
Q

FANNIE LOU HAMER

A

Era una donna nata in una povera famiglia di mezzadri in Mississippi e non aveva ricevuto un’adeguata istruzione. Addirittura fu sterilizzata da un medico quando si sottopose a un intervento per la rimozione di un fibroma uterino. Preferì lasciare dietro minaccia il proprio lavoro nella piantagione dove viveva piuttosto che ritirare la propria domanda di iscrizione alle liste dei votanti, e da quel momento in poi, dietro sollecitazione di Bob Moses, inizia il suo impegnò politico

  • nel 1964 organizzò la MISSISSIPPI FREEDOM SUMMER, un progetto che avrebbe portato nello stato centinaia di studenti bianchi delle università del nord a svolgere la campagna per promuovere la registrazione degli afroamericani nelle liste degli elettori e a organizzare corsi estivi di istruzione per bambini e adulti. La Hamer raccomandò a tutti i volontari da rifuggire dall’odio nei confronti dei bianchi del sud, rimarcando i principi di fratellanza cristiana e di non violenza del movimento
  • prese parte al partito afroamericano MISSISSIPPI FREEDOM DEMOCRATIC PARTY che nel 1964 intendeva portare avanti i propri candidati sia nelle primarie democratiche, sia alla Convenzione nazionale democratica ad Atlantic City chiedendo di sostituire la delegazione regolare del Mississippi che vi era insediata, sostenendo di essere l’autentica delegazione rappresentativa dello Stato, perché interraziale. In quell’occasione, il presidente Johnson impose un compromesso (solamente 2 delegati del Mfdp aggiuntivi sarebbero stati ammessi alla Convenzione, ma erano delegati bianchi).
    In quell’occasione si consumò la spaccatura tra il movimento per i diritti civili e il mondo politico: il rapporto futuro tra queste due realtà sarà sempre costituito dalla diffidenza e dal sospetto

si impegnò anche a sostegno dei DIRITTI DELLE DONNE

36
Q

FREEDOM RIDES - DESEGREGAZIONE DEI VIAGGI INTERSTATALI

A

Sono stati dei VIAGGI INTERSTATALI organizzati a partire dal 1961 dal Core, dove uomini e donne bianchi e neri (quindi gruppi interraziali) percorrevano assieme una lunga tratta da Washington fino a raggiungere diverse città del sud, PER VEDERE SE NON CI FOSSERO EFFETTIVAMENTE PROBLEMI NEL VIAGGIARE INSIEME e che i provvedimenti contro la segregazione fossero rispettati

Spesso i volontari/riders furono malmenati e arrestati: in Alabama, una folla inferocita incendiò l’autobus e i riders dovettero abbandonare il percorso stabilito e si rifiutarono di continuare il tragitto. Da quel momento in poi FU DIANE NASH A COORDINARE I RIDERS, convincendo i ministri riluttanti a fornire fondi e a reclutare i nuovi volontari. Questi arrivarono a Birmingham, ma furono fatti scendere dal bus, arrestati e abbandonati in mezzo alla strada. A Montgomery furono assaliti dalla folla, ma nessuno rimase ucciso.
A Jackson furono arrestati sia i riders che i compagni che arrivarono per rintracciare quelli già partiti, e incarcerati a Parchman, in condizioni igieniche disastrose

L’amministrazione Kennedy chiedeva di fermare queste azioni fortemente provocatorie perché temeva la frattura della base meridionale del partito democratico, ma Diane Nash non intendeva rinunciare alla strategia di aperta sfida morale della segregazione.

37
Q

DIANE NASH

A

Fu impegnata in prima linea in due battaglie:

1) Desegregazione dei punti ristoro a Nashville

era nata e cresciuta al nord e non aveva vissuto la realtà della segregazione fino a quando non si trasferì alla Fisk University nel 1959, a Nashville. Qui deciderà di non sopportare le costrizioni segregazioniste dell’area, che erano presenti nei teatri, nei ristoranti, negli alberghi e nelle biblioteche. Guidò un comitato di studenti dell’Università di Fisk attraverso sit-in non violenti nelle tavole calde dei grandi magazzini nel centro di Nashville nel 1960, alcuni dei quali provocarono durissime reazioni e gli studenti afroamericani furono malmenati, anche arrestati, e molti di loro decisero di scontare la pena carceraria piuttosto che pagare la cauzione.

Fu dopo una marcia verso il municipio di Nashville per chiedere di conferire con il sindaco che questi ammise effettivamente di reputare una simile discriminazione sbagliata. Poco dopo, i punti di ristoro furono aperti alla clientela afroamericana

2) Coordinò le freedom rides dopo il fallimento del viaggio interstatale in Alabama.

Spesso i volontari/riders furono malmenati e arrestati: in Alabama, una folla inferocita incendiò l’autobus e i riders dovettero abbandonare il percorso stabilito e si rifiutarono di continuare il tragitto. Da quel momento in poi FU DIANE NASH A COORDINARE I RIDERS, convincendo i ministri riluttanti a fornire fondi e a reclutare i nuovi volontari. Questi arrivarono a Birmingham, ma furono fatti scendere dal bus, arrestati e abbandonati in mezzo alla strada. A Montgomery furono assaliti dalla folla, ma nessuno rimase ucciso.
A Jackson furono arrestati sia i riders che i compagni che arrivarono per rintracciare quelli già partiti, e incarcerati a Parchman, in condizioni igieniche disastrose

L’amministrazione Kennedy chiedeva di fermare queste azioni fortemente provocatorie perché temeva la frattura della base meridionale del partito democratico, ma Diane Nash non intendeva rinunciare alla strategia di aperta sfida morale della segregazione.

38
Q

PANORAMA FEMMINISTA USA NELLA PRIMA META’ DELL’OTTOCENTO

A

1) DONNE AMERICANE ABOLIZIONISTE: - New England Antislavery Society
- American Antislavery Society negli anni Trenta dell’Ottocento, che facevano leva su considerazioni di natura morale e religiosa.

Alcune donne bianche davvero si impegnarono a risollevare le condizioni dei loro fratelli e delle loro sorelle neri attraverso petizioni, congressi (New York e Philadelphia) raccolte fondi, protezione di schiavi fuggiaschi, e attivandosi nei primi congressi interraziali abolizionisti. Tra queste anche Sarah Grimké e Sojourner Truth, che a New York si fecero portavoci anche per i diritti delle donne.

Tutto questo non avvenne al sud:
1) a fare da controcanto al discorso abolizionista ci fu l’ostinazione nella preservazione della schiavitù
2) le donne del sud, le southern belle, non erano pronte a mettere a repentaglio la propria purezza e, benché a contatto continuamente con la brutalità della schiavitù, non sodalizzavano con le schiave nere, spesso concubine dei loro stessi mariti (schiave sessuali), su cui spesso anzi scaricavano le loro frustrazioni e le loro violenze vendicative

2) FEMMINISMO WASP, ufficialmente nato con la Convenzione nazionale per i diritti delle donne tenutasi a Seneca Falls, dove venne riscritta la Dichiarazione di Indipendenza, intitolandola Dichiarazione dei sentimenti, un manifesto di uguaglianza dei diritti nella differenza delle materie, in cui si ribadì e riconobbe la preziosa alterità della donna (molte erano le influenze con il Secondo Grande Risveglio). La donna era sentimento cura, il suo lavoro riqualifica la domestic policy, assicura cura e salute dello Stato.
Ma erano donne razziste, colte, anglosassoni, protestanti della Costa Est —> CHE NON SOPPORTANO IL FATTO CHE LA DEMOCRAZIA JACKSONIANA ABBIA ESTESO IL DIRITTO DI VOTO A TUTTI GLI UOMINI BIANCHI (straccioni di immigrati).

39
Q

CHI ERA ROSA PARKS?

A

Rosa Parks è stata un’attivista statunitense afroamericana, figura simbolo del movimento per i diritti civili divenuta famosa per aver rifiutato nel 1955 di cedere il posto su un autobus a un bianco, dando così origine al boicottaggio degli autobus di Montgomery.
Silvia Benussi ha deciso di ricostruire la vicenda del boicottaggio partendo dalla storia di donne - anche molto giovani - che vi presero parte: Claudette Colvin, Mary Louise Smith e, appunto, la nota Rosa Parks, che non è stata la prima a sfidare il sistema segregazionista di Montgomery, ma la sua vicenda ha avuto più risonanza mediatica.

Come funzionava il sistema segregazionista degli autobus?
Il boicottaggio degli autobus di Montgomery fu un evento preceduto da molteplici lamentele portate nel tempo alla Wpc. Si era discusso con il sindaco Gayle, ma non c’erano state migliorie sul lungo periodo.
Rosa Parks stava tornando a casa in autobus dal lavoro la sera del 1 dicembre 1955. Non trovando altri posti liberi, occupa il primo posto dietro l’area riservata ai bianchi, nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi che ai neri con l’obbligo per i neri di cedere il posto qualora un bianco lo avesse reclamato. Rifiuta di cedere il suo posto e non perché fosse stanca, dirà poi in seguito, ma perché era stanca moralmente di continuare ad arrendersi, stanca dei soprusi accumulati giorno dopo giorno a causa del sistema suprematista bianco. Sarà arrestata ma rilasciata su cauzion grazie all’intervento di Edgar Nixon e di Virginia Durr (che peraltro era una segregazionista convinta, sarà Mary McLeod Bethune a farle cambiare idea).
La sera stessa inizia a essere organizzato il boicottaggio da un’altra donna che coordina le operazioni, Jo Ann Gibson Robinson. Viene organizzata una fitta rete di trasporti solidaristici per consentire ai neri di raggiungere comunque il posto di lavoro. Il boicottaggio dura per 381 giorni.

40
Q

QUALCUNO PRIMA DI ROSA PARKS SI ERA RIBELLATO ALLA SEGREGAZIONE DEGLI AUTOBUS DI MONTGOMERY?

A

Sì, il boicottaggio fu solamente un anello di una lunga catena di eventi.

  • già da tempo molte lamentele venivano raccolte dalla Wpc, divisa in 3 sezioni, di cui una guidata da Jo Ann Gibson Robinson
  • la vicenda di Rosa Parks fu solamente quella che ebbe più eco mediatica: anche la quindicenne Claudette Colvin nel marzo 1955 si rifiutò di cedere il posto ai passeggeri bianchi, fu arrestata e poi liberata dietro pagamento di una cauzione. Anche Mary Louise Smith.