LE DONNE AFROAMERICANE NEGLI STATI UNITI Flashcards
OBIETTIVO DELL’AUTRICE
Fare una storia del movimento per i diritti civili afroamericano attraverso la storia delle donne attiviste che vi furono più o meno coinvolte, indagando quali sono state le loro iniziative, le loro battaglie, le loro vittorie, le loro sconfitte, quale è stata la cifra stilistica del loro prezioso contributo, quali sono state le loro sofferenze, le loro pene, le difficoltà che hanno incontrato, ma anche gli elementi che le accomunato e quelli che le distinguono
DA CHE COSA ERANO ACCOMUNATE QUESTE DONNE?
QUALI ERANO INVECE LE DIFFERENZE?
SOMIGLIANZE:
1) Erano tutte donne tenaci, determinate, che adottavano spesso strategie diverse da quelle di Martin Luther King, che già al tempo era circondato da un’aura messianica che secondo molte metteva in ombra il ruolo delle donne attiviste e intiepidiva la fiducia degli attivisti locali nel vincere da soli le proprie battaglie partendo dal basso e dalla determinazione individuale (questa era la posizione di Ella Baker).
Spesso erano donne che decidevano di portare avanti le lotte fino in fondo rifiutando apertamente gli approcci concilianti (come Diane Nash), perché capaci anche di trovare compromessi laddove gli uomini si limitavano a vedere alternative che si escludevano a vicenda (come Ella Baker).
2) Le donne afroamericane avevano vissuto anche un tipo di oppressione diversa, che intercettava più piani (da un’analisi di tipo intersezionale emerge infatti che sulle loro spalle portarono il peso del razzismo e del sessismo). La stessa bell hooks denuncia la presenza di una sessualità diventata, anche per i neri, una forza da cavalcare in nome di una mascolinità tossica da rivendicare e che finisce per nuocere alle donne. Al centro il nodo problematico dello STUPRO.
3) Le attiviste di primo Novecento venivano anche da una generazione che non aveva conosciuto la schiavitù. Spesso erano figlie e nipoti di afroamericani nati sul suolo americano e che quindi si sentivano compiutamente americani. Facevano parte tutte di una generazione più combattiva.
4) Decidevano spesso di combattere non solo per le cause più condivise dalla comunità afroamericana (desegregazione sugli autobus, nelle scuole, nei viaggi interstatali, nei punti ristoro e nelle tavole calde) ma anche per promuovere l’immagine e il ruolo della donna nella società (Mary Church Terrell fu co-fondatrice della Nacw anche per questo; Fannie Lou Hamer si impegnò anche per i diritti delle donne). Spesso infatti erano delle suffragiste.
5) Ma furono anche donne il cui impegno spesso non fu abbastanza riconosciuto; non venivano riconosciute in posizioni di potere. Ad Ella Baker non fu mai davvero riconosciuta come direttore esecutivo della Sclc, perché King aveva dei pregiudizi nei confronti dell’assegnazione di posizioni di potere alle donne
DIFFERENZE:
Ma a volte provenivano da ambienti molto eterogenei (alcune erano figlie di ex schiavi, altre invece provenivano da famiglie modeste, altre ancora erano figlie di schiavi diventati poi ricchissimi ed ebbero modo di studiare, altre invece erano quasi delle illetterate).
LE ORIGINI DEL PROBLEMA
Prima ancora di affrontare il discorso delle donne nel movimento per i diritti civili (e di ancorarlo quindi al Novecento) è utile andare alle origini del problema e della riflessione sul problema: come si spiega la lunga e persistente condizione di ingiusta e di obbligata inferiorità della comunità afroamericana ancora nel Novecento?
Si spiega con il fenomeno dello schiavismo che affonda le radici in età moderna, con il complicato rapporto tra religione e schiavitù (in nome dell’ideologia suprematista bianca si è contraddetto il vero messaggio del cristianesimo, come se i neri fossero dei “fratelli in Cristo” dimezzati), si spiega con il difficile e lungo percorso per la battaglia abolizionista, che ha a che fare con le fratture tra nord e sud dei neonati Stati Uniti, si spiega con le storture che seguirono il proclama di emancipazione e che inaugurarono il periodo segregazionista nel sud.
I VARI TIPI DI LOTTE
- lotta abolizionista negli anni Trenta dell’Ottocento
- per promuovere l’immagine della donna afroamericana a fine Ottocento –> NACW
- battaglie desegregazioniste che impegnano gli anni Cinquanta (desegregazione degli autobus, delle stazioni degli autobus, dei punti ristoro, delle tavole calde, delle scuole, dei ristoranti)
- lotte per la conquista non tanto del diritto di voto (che formalmente c’era), ma per l’abolizione di tutti quei vincoli che soprattutto al sud rendevano quasi impossibile agli afroamericani esercitarlo, e che impegnano la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta
PRIMI ANNI DEL NOVECENTO
Si iniziò a mettere in luce ALCUNI NODI PROBLEMATICI DA RISOLVERE E SU CUI RIFLETTERE per migliorare un benessere sociale che la comunità afroamericana non sentiva ancora di aver raggiunto, nonostante il Proclama di emancipazione, il XIII, il XIV e il XV emendamento.
Gli afroamericani non rinunciarono mai alla speranza di raggiungere una condizione di effettiva (e non solo formale) parità con i bianchi che ponesse fine alla loro condizione di cittadini di seconda categoria
- LINCIAGGIO
- LA DIFESA DELL’IMMAGINE DELLA DONNA AFROAMERICANA
- LA PROMOZIONE DI RELAZIONI INTERRAZIALI ANCHE AL SUD
- L’INSERIMENTO DEGLI AFROAMERICANI NELLA SOCIETA’ STATUNITENSE
- IL RAPPORTO DA COSTRUIRE CON IL PROPRIO PASSATO SCHIAVISTA
- IL DIRITTO DI VOTO (che inizia ad emergere)
ANNI TRENTA E ANNI QUARANTA
ANNI TRENTA E QUARANTA: a farli da protagonista sono
1) l’inaspettato sostegno a favore della comunità americana proveniente dalla first lady sudista ELEANOR ROOSEVELT (con alle spalle una famiglia che era stata proprietaria di schiavi), che entrò in contatto con MARY MCLEOD BETHUNE, figlia di schiavi ma istruita in una scuola per neri che trasformò, con pochi fondi disponibili, una catapecchia nel Bethune-Cookman College e promosse l’avanzamento della comunità afroamericana in campo politico e istituzionale e la collocazione dei neri nel mondo del lavoro, sfruttando anche la sua posizione come dirigente dell’ufficio delle minoranze presso la National Youth Administration.
Fondò nel 1935 il NCNW (National Council of Negro Women). Fu una delle prime a esprimere il concetto per cui gli interessi delle donne bianche del sud coincidevano con quelli degli afroamericani, cambiando la prospettiva di un’accesa segregazionista sudista, Virginia Durr, che si convertì alla causa.
2) L’ESPERIENZA DELLA GUERRA: la WWII diede nuova linfa alla volontà degli afroamericani di combattere la segregazione
a) avevano combattuto al fianco dei soldati bianchi per la propria patria: avevano quindi preso coscienza dei propri diritti e non erano disponibili a farsi trattare come dei cittadini dimezzati
b) che senso aveva contrastare il razzismo hitleriano e promuoverlo in patria?
c) sebbene le diffidenze iniziali tra soldati neri (cui erano destinati i lavori più faticosi) e i soldati bianchi, si raggiunse una rapida desegregazione nelle forze armate, perché era assurdo tenere sezioni dell’esercito rigidamente separate mentre dovevano collaborare e in un continente (Europa) in cui la segregazione era sconosciuta
3) ma anche il periodo post-bellico fu ricco di CAMBIAMENTI SOCIALI, POLITICI, ECONOMICI E ISTITUZIONALI i che informarono la lotta nera:
a) il grande impulso all’industrializzazione incoraggiò la Grande Migrazione, lo spostamento di numerose famiglie afroamericane da un sud segregazionista a un nord più industrializzato dove mancava sì la compenetrazione abitativa (ghetti) ma dove era pressocché assente il regime segregazionista, e dove la comunità poteva riunirsi in chiese, associazioni. Qui molti disponevano della televisione che consentiva una rapida e tempestiva informazione.
Ci fu un’espansione senza precedenti della classe media e una drastica riduzione della povertà, anche se aumentò il divario fra le classi più povere e quelle benestanti
b) molti ex Stati africani colonizzati ora si governavano in autonomia e indipendenza dopo l’emergere dei movimenti di decolonizzazione: gli USA dovevano proporsi come interlocutori di queste nuove realtà, e non sarebbero apparsi credibili mantenendo nell’oppressione i propri cittadini di origine africana
ANNI CINQUANTA
Si entra nel vivo delle BATTAGLIAEDESEGREGAZIONISTE A PIU’ LIVELLI che danno corpo al MOVIMENTO PER I DIRITTI CIVILI VERO E PROPRIO, che conosce il suo apice.
Diversi sono stati gli attori e le attrici che vi hanno preso parte, diversi sono stati gli strumenti di contestazione e le strategie.
Qui Silvia Benussi preferisce tacere su figure notoriamente carismatiche e di grande spessore come Martin Luther King Jr., che già al tempo era circondato da un’aura messianica che secondo molte metteva in ombra il ruolo delle donne attiviste e intiepidiva la fiducia degli attivisti locali nel vincere da soli le proprie battaglie partendo dal basso e dalla determinazione individuale
- SCUOLA
- AUTOBUS
- RISTORANTI
ANNI SESSANTA
Il movimento per i diritti civili raggiunge la sua forma compiuta con le battaglie a favore del diritto di voto.
nel sud il divieto formale di discriminazione in merito all’esercizio del diritto di voto (con la First Reconstruction Act del 1867 si decise che gli Stati del sud avrebbero dovuto approvare nuove costituzioni statali che prevedessero il diritto di voto per gli afroamericani, che potevano eleggere ed essere eletti. Disposizione che raggiunge la sua forma compiuta con il 15esimo emendamento del 1870) ma era facilmente AGGIRATO NELLE PROCEDURE DI REGISTRAZIONE: per votare bisognava essere iscritti a una lista degli elettori, ma la registrazione era soggetta a restrizioni, come il pagamento di una tassa e il superamento di un test relativo al livello d’istruzione.
Già W.E.B. Du Bois aveva messo in luce la necessità, per la comunità afroamericana, di conquistare il diritto di voto a inizio Novecento, e aveva fondato la Naacp pensando anche al raggiungimento di questo obiettivo
Il Civil Rights Act del 1957 voluto da Eisenhower (in seguito a una spontanea adesione di molti afroamericani alla sua rielezione) divenne la prima legislazione sui diritti civili dopo la Ricostruzione, con l’obiettivo di assicurare a tutti gli afroamericani il diritto di voto, ma fu largamente inefficace, a causa di un emendamento voluto da Lyndon Johnson e a causa della spaccatura del partito democratico, ma aprì la strada agli altri interventi legislativi
CHI ERANO I FREEDOM RIDERS?
Sono stati dei gruppi interraziali di giovani (uomini e donne sia afroamericani che non) che percorrevano assieme una lunga tratta da Washington fino a raggiungere diverse città del sud, PER VEDERE SE NON CI FOSSERO EFFETTIVAMENTE PROBLEMI NEL VIAGGIARE INSIEME e che i provvedimenti contro la segregazione fossero rispettati.
Erano quindi dei VIAGGI INTERSTATALI organizzati a partire dal 1961 dal Core.
Durante il tragitto vennero però spesso aggrediti e malmenati per aver violato alcune leggi Jim Crow statali (in Alabama l’autobus fu dato alle fiamme). Da quel momento in poi l’organizzazione dei viaggi fu gestita da Diane Nash.
Alcune tappe:
- Alabama
- Birmingham
- Montgomery
- Jackson
L’amministrazione Kennedy chiedeva di fermare queste azioni fortemente provocatorie perché temeva la frattura della base meridionale del partito democratico, ma Diane Nash non intendeva rinunciare alla strategia di aperta sfida morale della segregazione
ANNI SESSANTA/SETTANTA: LA NASCITA DI NUOVI MOVIMENTI RADICALI
Ci furono anche esperienze più radicali basate su metodi di lotta più aggressivi e sulla necessità di imporre la presenza afroamericana nella sua specificità. Non bastava più la semplice integrazione formale: c’era comunque la consapevolezza che ancora molto era da conquistare e che le strategie usate fino a quel momento potevano non essere ancora idonee. Si iniziarono a rigettare le posizioni moderate e concilianti di King, assumendo una direzione laica ed estremista che spesso rifiutava il principio di non violenza.
Diversi movimenti sorti in questo periodo anche all’interno delle organizzazioni pre-esistenti cercavano un nuovo e forte sistema di valori per la comunità afroamericana, che, però, era sempre più stratificata e diversificata al suo interno. Non era più compatta come un tempo, quindi non sempre i nuovi movimenti radicali riuscirono a offrire una concreta alternativa politica.
- ORGANIZZAZIONI STUDENTESCHE LOCALI AFFILIATE ALLA SNCC che iniziarono a rispondere alla violenza con la violenza
- BLACK POWER, concetto emerso all’interno del SNCC
- FEMMINISMO DI COLORE
- BLACK MUSLIMS (NATION OF ISLAM)
- NAZIONALISMO e PANAFRICANISMO nero
COME ERA PERCEPITO MARTIN LUTHER KING JR?
Martin Luther King Jr. già al tempo era circondato da un’aura messianica che secondo molte metteva in ombra il ruolo delle donne attiviste e intiepidiva la fiducia degli attivisti locali nel vincere da soli le proprie battaglie partendo dal basso e dalla determinazione individuale
COME ERANO TRATTATE LE DONNE AFROAMERICANE SCHIAVE DALLE DONNE SUDISTE in un periodo in cui il regime schiavista era ancora vigente?
COME FURONO TRATTATE INVECE DOPO IL 1862?
La schiavitù delle donne nere intersecava la nozione di razza e di sesso: era anche una schiavitù sessuale.
Erano sottoposte a molteplici livelli di sofferenza: fisica (i loro compiti nei campi erano faticosi come quelli degli uomini, spesso venivano punite corporalmente e il fatto che potessero essere in gravidanza non comportava alcun trattamento di favore), psicologica (dovevano svolgere un ulteriore lavoro di cura nei confronti della loro famiglia), sessuale (spesso venivano stuprate da parte dei loro padroni oppure divenivano le loro concubine). La schiava nera era vista come lussuriosa, tentatrice, lasciva, incontrollata, più animalesca che propriamente umana. A loro era negato il diritto alla castità.
Le donne bianche – dipinte come angelicate e aggraziate secondo l’ideale cavalleresco – dovevano accettare il fatto che i loro familiari e parenti di sesso maschile avessero delle concubine nere. Erano a contatto con la brutalità della schiavitù (ascoltavano le petizioni e le richieste) e con gli orrori dell’attività sessuale dei propri mariti visibile sui volti dei piccoli schiavi mulatti, ma ciò non faceva nascere in loro alcun senso di solidarietà verso le schiave, anzi, spesso su di loro scaricavano le loro frustrazioni e le schiave subivano anche la violenza vendicativa da parte delle proprie padrone. Era il dettato del divide et impera che dominava la contrapposizione fra bianche e nere, fatta di un pesante clima di rivalità e sospetto.
- XIII EMENDAMENTO
- XIV EMENDAMENTO
- XV EMENDAMENTO
- 13ESIMO: abolì ufficialmente e continua a proibire la schiavitù, diventando un’estensione permanente del proclama di emancipazione del 1862 (1864)
- 14ESIMO: l’emendamento fu approvato con lo scopo di garantire i diritti degli ex schiavi. La prima sezione definisce formalmente i requisiti per la cittadinanza e protegge i diritti civili dall’azione degli Stati.
- 15ESIMO: è uno degli emendamenti della Ricostruzione. Le disposizioni in esso contenute proibiscono al governo degli Stati Uniti e ai governi dei singoli Stati di proibire a un cittadino di votare discriminandolo sulla base della razza, del colore della pelle o di una precedente condizione di schiavitù. Fu ratificato il 3 febbraio 1870. Infatti, sebbene alcuni Stati avessero permesso agli ex-schiavi di votare anche prima dell’approvazione dell’emendamento, questo diritto era sporadico, non sempre rispettato, e spesso attaccato legalmente
PERCHE’ SE IL DIRITTO DI VOTO ERA FORMALMENTE ESTESO ANCHE AGLI AFROAMERICANI, DI FATTO ERA RISTRETTO?
Nel sud il divieto formale di discriminazione in merito all’esercizio del diritto di voto (con la First Reconstruction Act del 1867 si decise che gli Stati del sud avrebbero dovuto approvare nuove costituzioni statali che prevedessero il diritto di voto per gli afroamericani, che potevano eleggere ed essere eletti. Disposizione che raggiunge la sua forma compiuta con il 15esimo emendamento del 1870) ) era facilmente AGGIRATO NELLE PROCEDURE DI REGISTRAZIONE: per votare bisognava essere iscritti a una lista degli elettori, ma la registrazione era soggetta a restrizioni, come il pagamento di una tassa (poll tax) e il superamento di un test relativo al livello d’istruzione.
Già W.E.B. Du Bois aveva messo in luce la necessità, per la comunità afroamericana, di conquistare il diritto di voto a inizio Novecento, e aveva fondato la Naacp (che perseguiva obiettivi attraverso una lotta eminentemente giudiziaria) pensando anche al raggiungimento di questo obiettivo.
Il Civil Rights Act del 1957 voluto da Eisenhower (in seguito a una spontanea adesione di molti afroamericani alla sua rielezione) divenne la prima legislazione sui diritti civili dopo la Ricostruzione, con l’obiettivo di assicurare a tutti gli afroamericani il diritto di voto, ma fu largamente inefficace, a causa di un emendamento voluto da Lyndon Johnson e a causa della spaccatura del partito democratico, ma aprì la strada agli altri interventi legislativi
BLACK MUSLIMS
Fu un’organizzazione religiosa islamica fondata negli anni Sessanta (quando accanto alle organizzazioni tradizionali emergono movimenti più radicali) sotto la guida di Elijah Muhammad, anche se il membro più conosciuto fu Malcom X, che poi abbandonò nel 1964 il movimento, perché diffidente nei confronti dell’atteggiamento cautelativo del leader.
Esso:
1) predicava un RIGIDO SEPARATISMO e un certo disprezzo nei confronti della società americana
2) la creazione di uno stato interamente africano
3) lo sviluppo sociale ed economico della razza
4) si distinse per l’attività di recupero sociale delle persone emarginate dalla comunità
BLACK POWER
all’interno del SNCC emerse nel 1966 il concetto di Black Power, con un discorso del suo presidente, Stokely Carmichael, con l’obiettivo di:
1) TENERE UNITI GLI AFROAMERICANI ATTRAVERSO LA COSTRUZIONE DI UN SENSO DI COMUNITA’ E IL RICONOSCIMENTO DELLA PROPRIA SPECIFICA EREDITA’
2) abbracciando anche una certa dose di SEPARATISMO NERO
3) propugnando il DOMINIO DELL’UOMO AFROAMERICANO, storicamente castrato nella sua virilità dalla società bianca, e che ora doveva vendicare il furto subito
Molte donne abbracciarono questa nuova considerazione nei rapporti di genere (che passava per il SESSISMO) così denunciata da bell hooks, come Rudy Doris Smith Robinson.