KiParla e altri esempi di corpora Flashcards
Quali sono i principali corpora storici per l’italiano e che caratteristiche hanno?
- CORIS (COrpus di Riferimento per l’Italiano Scritto). È stato sviluppato a partire dalla fine degli anni Novanta e l’ultimo aggiornamento risale al 2021. Ad oggi, contiene circa 165 milioni di tokens, è lemmatizzato e PoS-taggato; viene aggiornato ogni 3 anni con un monitor corpus. Si tratta di un corpus generale sincronico di lingua scritta. È un corpus costituito da diversi generi testuali.
- CODIS (COrpus Dinamico dell’Italiano Scritto). Il CODIS è composto dagli stessi documenti del CORIS ma presenta una struttura differente, anche al fine di favorire confronti interlinguistici.
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DiaCORIS. È un corpus diacronico dell’italiano sviluppato in collaborazione con l’Accademia della Crusca e l’Università di Modena e Reggio Emilia.
- Contiene testi a partire dall’Unità d’Italia (1861) fino al 2001 (in corrispondenza dell’inizio temporale del CORIS);
- L’intervallo temporale è suddiviso in 5 sezioni composte da 5 milioni di parole ciascuna;
- Ogni sezione ricalca la struttura delle macro-varietà testuali di CORIS (ma le proporzioni cambiano nel tempo in base all’importanza del periodo storico considerato). -
BoLC (Bononia Legal Corpus). È un corpus di linguaggio giuridico bilingue (inglese britannico e italiano). È strutturato in due sezioni distinte:
- Documenti paralleli (basata prevalentemente su documenti dell’Unione Europea);
- Documenti comparabili (con estratti da giurisprudenza e legislazione dei due paesi).
Quali sono le caratteristiche e le finalità del corpus UniverS-ITA?
Il corpus è il frutto del lavoro congiunto delle Università di Bologna, di Macerata, di Perugia Stranieri e di Pisa.
Il progetto ha lo scopo di tracciare un profilo esaustivo dell’italiano scritto degli studenti universitari, analizzando la produzione scritta formale e informale di un campione rappresentativo di studenti universitari di diverse sedi. L’analisi è compiuta sia in prospettiva sociolinguistica che tipologica.
Questo corpus contiene sia testi raccolti ad hoc, scritti a posta per il corpus, che testi autentici, quindi prosa ‘giornalistica’ (riviste universitarie, blog, …) e tesi, tesine, relazioni, … (prime bozze).
I testi sono stati classificati in base a:
- Area geografica dell’ateneo;
- Area disciplinare del corso di laurea frequentato dallo scrivente;
- Anno accademico in cui è stato scritto il testo;
- Regione di nascita dello scrivente.
Cosa sono i moduli StraParla e cos’è nello specifico il modulo StraParla-BO?
I moduli StraParla-BO e StraParla-TO sono due nuovi moduli del corpus KIParla che raccolgono l’italiano parlato all’interno di comunità di parlanti con origine straniera e con repertori multilingui.
I dati sono raccolti a Bologna e Torino (2024 – in corso), da parte di parlanti con diversi repertori multilingui, caratterizzazione sociale e origine.
Corpora del genere permettono, nei contesti urbani multiculturali, di studiare diverse varietà a contatto, dare uno sguardo più ampio quando si studiano fenomeni linguistici, o ancora indagare ruolo di parlanti plurilingui e apprendenti nell’emergere di fenomeni linguistici.
Inoltre un corpus simile permette di studiare le varietà di apprendimento (di tipo diverso), e quindi di avere ricadute sulla didattica delle lingue, e osservare aspetti identitari e culturali che emergono dall’interazione.
Qual è la metodologia utilizzata all’interno dei moduli StraParla?
La costruzione del corpus prevede:
1. Selezione delle comunità linguistiche, tenendo conto della numerosità delle comunità, la varietà tipologica delle varie lingue e le storie migratorie differenti;
2. Definizione della tipologia di interazione, che in questo caso prevedeva un’intervista semi strutturata e la conversazione libera;
3. Stabilire il profilo dei parlanti, che è stato variato per caratteristiche socio-biografiche e per tipologia di apprendimento
4. Reclutamento dei partecipanti
5. Sviluppo di convenzioni di trascrizione
Le lingue e comunità comprese sono state a Bologna l’arabo-marocchino, l’ucraino, il bengalese e il cinese, mentre a Torino sono state lo spagnolo peruviano e il rumeno.
Che caratteristiche e vantaggi ha l’intervista semistrutturata?
L’intervista semistrutturata ha come macro-obiettivo quello di raccogliere dati di parlato informale.
Per fare ciò è necessario creare un clima informale, far sì che l’intervista sia un vero e proprio dialogo, ottenendo racconti di esperienze personali, in cui le norme della comunità e gli stili di interazione personale sono più chiaramente rivelati, e in cui lo stile è regolarmente spostato verso uno stile basso; inoltre è utile simulare un’interazione di gruppo fra le persone presenti, in modo da registrare una conversazione non indirizzata all’intervistatore.
Una buona strategia è quella di usare le domande come spunti in un ordine non prestabilito, e fare in modo che emergano libere associazioni fra gli argomenti proposti. Si consiglia di isolare quegli argomenti che risultano essere di maggiore interesse per l’intervistato, e permettergli dunque di dirigere l’argomento della conversazione.
Nel caso specifico di questi due moduli del KIParla, i blocchi tematici proposti prevedevano il rapporto con la città, tradizioni, eventi, cibo, lavoro e tempo libero, uso del dialetto e lingue.
Che caratteristiche e limiti ha la conversazione libera?
Con conversazione libera si intende un evento comunicativo non ad hoc, con un topic non o solo minimamente prestabilito, nessuna asimmetria prevedibile fra i partecipanti (meglio: rapporto stretto).
Questa modalità tuttavia presenta delle difficoltà: quali lingue usano i parlanti in un contesto informale? Chi si può occupare della registrazione?
Inoltre individuare associazioni di comunità non semplice perché le associazioni informali non istituzionalizzate, la comunicazione si svolge interamente in lingua d’origine. Inoltre una raccolta dati di questo tipo è complessa da motivare ai propri informanti.
I contesti informali inoltre necessariamente presentano delle conversazioni la cui durata può variare ampiamente, in cui è difficile raccogliere il consenso di tutti i partecipanti e i metadati loro associati.
La partecipazioni a eventi è molto utile per ampliare la propria rete di contatti e perché offre la possibilità di registrare in prima persona.
Cos’è il corpus WhAP?
Il corpus WhAP nasce dall’esigenza di colmare una lacuna in fatto di attenzione e di strumenti per lo studio dell’italiano nelle app di messaggistica (nello specifico whatsapp) , che ha ormai sostituito la messaggistica di sistema dei telefoni cellulari e le chat via web nella comunicazione quotidiana.
Lo scopo principale è quello di costruire una risorsa online liberamente consultabile che includa dati di scritto (chat di testo) e parlato (messaggi vocali), e che possa servire a diversi tipi di analisi (sociolinguistica, pragmatica, ma non solo).
Cos’è il written language bias?
È la tendenza a studiare le caratteristiche e la variazione di una lingua tramite le attestazioni scritte (cioè quelle più facilmente reperibili e studiabili), ma che non sono rappresentative delle variazioni nel parlato, e quindi tendono a falsare i risultati.
Quali sono le caratteristiche tipiche ed esclusive del parlato?
Il parlato è caratterizzato da:
- dimensione encornica, ovvero la produzione e la contemporanea interpretazione dei dati linguistici da parte di chi parla e chi ascolta
- co-costruzioni, ovvero la collaborazione nella produzione
- strutture di tipo riformulativo, legate alla ripianificazione di quanto detto
- uso di espressioni iperboliche per attirare l’attenzione dell’interlocutore
Il parlato, essendo meno pianificato e meno sottoposto ai controlli normativi della lingua, tende a presentare i mutamenti linguistici nelle loro prime fasi, prima che vengano recepiti dalla lingua scritta. Gli studi si dividono fra una innovazione pianificata e un’innovazione non pianificata.
Quali sono vantaggi e svantaggi nell’uso dei corpora per la ricerca sul parlato?
Lo studio dell’italiano parlato sui corpora presenta vantaggi quantitativi, perché permettono di verificare teorie sulla base di dati caratterizzati da parametri misurabili; ma anche vantaggi qualitativi, perché la ricerca può basarsi su una base di dati rappresentativa che permetta generalizzazioni (e limiti quindi i risultati falsati).
Tuttavia i corpora attualmente disponibili per l’italiano tendono a disperdere i dati, che infatti sono conservati e raccolti in relazione a specifici progetti di ricerca (quindi di difficile riutilizzo e confronto); inoltre i metadati resi accessibili sono diversi fra i vari coorpora, e anche questo aspetto non permette di confrontare facilmente dati appartenenti a progetti differenti.
Che caratteristiche hanno i corpora LIP e VOLIP?
Il LIP (lessico dell’italiano parlato) comprende:
- 60 ore di parlato
- dati raccolti a Roma, Milano, Firenze e Napoli
- le situazioni comunicative sono divise in conversazioni faccia a faccia, conversazioni telefoniche, scambi comunicativi bidirezionali con alternanza di turno predefinita, monologhi e programmi rafiogonici e televisivi
- metadati sulla struttura dell’interazione, ma non sui parlanti
Che caratteristiche ha il corpus LABLITA?
È un corpus pensato dall’università di Firenze:
- varietà diamesica
- indicata la natura del rapporto fra i partecipanti
- indicata qualità dell’interazione (libera o regolata)
- indicata la struttura dell’evento comunicativo (dialogo, monologo etc.)
- attualmente no libero accesso al corpus
Che caratteristiche ha il corpus CLIPS?
Il corpus presenta:
- 100 ore di parlato in 15 città italiane
- quattro sottosezioni: parlato radiotelevisivo, dialogico, letto, telefonico
- attenzione a variazione diatopica e dialettologica
- accesso diretto sia ai file audio che alle trascrizioni
Che caratteristiche ha il Perugia corpus?
- contiene tutti i testi del LIP, la sezione italiana del corpus Sacaccodeyl, alcune parti del corpus CLIPS
- è annotato e lemmatizzato
- no metadati relativi ai parlanti
Quali sono in generale i limiti dei corpora di parlato già esistenti?
La maggior parte dei corpora presenta dati che, per la modalità di raccolta e pubblicazione, risultano difficilmente integrabili fra loro; inoltre spesso mancano metadati relativi ai parlanti e non è possibile accedere direttamente all’audio partendo dalla relativa trascrizione (cosa che rende macchinosa l’operazione)
Cosa si intende per variazione diatopica?
La varizione diatopica è la variazione linguistica legata al diverso luogo in cui l’italiano viene parlato. Nello specifico si parla di italiano regionale, presente nel nostro paese a causa della forte presenza dei dialetti di sostrato nella penisola.
La variazione diatopica è uno spazio strutturato entro cui si collocano diverse varietà di italiano regionale
Cosa sono e quali sono i tipi di variabili diatopiche esistenti per l’italiano regionale?
Le variabili sociolinguistiche sono insiemi di modi diversi di dire la stessa cosa, ognuno dei quali è correlato a qualche tratto extralinguistico.
Le variabili possono:
- non variare in relazione alla dimensione diafasica e diastratica, quindi essere tipiche del parlato di un certo territorio, in cui vengono usate da parlanti di ogni estrazione sociale e in qualsiasi contesto
- variare in relazione alla dimensione diafasica ma non diastratica, quindi essere percepite dai parlanti come più adatte a certi contesti, ma non essere legate alla parlata di una specifica classe sociale
- variare in relazione alla dimensione diatratica ma non diafasica, quindi venire utilizzate solo dai parlanti di una certa classe sociale
Quali sono le differenze fra italiano regionale popolare e standard regionale?
Con standard regionale si intende la realizzazione concreta del neo-standard da parte dei parlanti di una certa regione; è caratterizzato da tratti linguistici che si ritrovano anche nelle produzioni mediamente formali di parlanti colti e sono, anche in questi contesti, accettati dai parlanti della regione.
Con italiano regionale popolare si intende invece la realizzazione concreta dell’italiano popolare da parte di parlanti di una certa regione, con una marcatezza regionale piuttosto evidente.
Quali sono i concetti che caratterizzano lo studio della dimensione diafasica?
La dimensione diafasica, quindi la variazione legata alla differenza di contesto linguistico.
Un concetto chiave è quello di dominio, cioè il modo di esprimersi di un parlante all’interno di un certo contesto linguistico.
Per valutare il grado di formalità o informalità di un contesto comunicativo si usano i seguenti parametri:
- tenore, cioè il rapporto presente fra gli interlocutori
- campo, ovvero la natura dell’attività svolta e l’argomento di cui si discute
- modo, ovvero il canale fisico selezionato per la comunicazione
Sono inoltre importanti i concetti di:
- variazione di registro, cioè la descrizione dell’uso della lingua in relazione alla maggiore o minore formalità dello scambio
- variazione di sottocodice, ovvero la variazione della lingua a seconda dello specifico contesto d’uso, elemento che decreta l’uso di linguaggi settoriali o specialistici
La varietà più rilevante in questo campo è l’italiano colloquiale, inteso come parlato informale e quotidiano, che costituirebbe il nucleo principale dell’italiano neostandard
Quali sono i concetti che caratterizzano lo studio della dimensione diastratica?
La variazione diastratica riguarda il mutamento della lingua in relazione alla classe sociale del parlante, infleunzata da aspetti socioeconomici e demografici.
La difficoltà in questo tipo di studio è individuare quali siano i parametri rilevanti e in che modo ponderarli e combinarli fra loro. Tradizionalmente viene data grande attenzione all’italiano popolare, inteso come la varietà parlata da parlanti incolti.
Una ricerca di questo tipo è resa difficoltosa anche a causa della mancanza di metadati relativi ai parlanti nei corpora esistenti, oltre che la mancanza di parametri e protocolli di ricerca condivisi per la valutazione degli elementi diastratici.
Che tipo di struttura presenta il corpus KiParla e quali vantaggi possiede in virtù di questa?
Quali caratteristiche di base devono avere eventuali moduli aggiuntivi?
Il corpus KiParla presenta una struttura modulare e incrementale, quindi è diviso in moduli indipendenti pensati con focus differenti di ricerca, ma che condividono queste caratteristiche:
- metadati relativi ai parlanti, con un nucleo minimo di informazioni che devo essere presenti a prescindere dall’obiettivo di ricerca
- metadati relativi alle situazioni comunicative, con un nucleo minimo che include il luogo di raccolta e il tipo di interazione
- software ELAN per la trascrizione
In questo modo possono compiersi anche ricerche incrociate fra i vari moduli, inoltre la presenza di linee guida per la raccolta dei dati e la loro pubblicazione rende possibile aggiungere nuovi moduli. In questo modo corpora di piccole/medie dimensioni possono essere consultati insieme fornendo un numero considervole di dati di vario tipo, ma possono comunque anche essere interrogati singolarmente a seconda delle necessità di ricerca.
Quali sono i moduli attualmente presenti nel corpus KiParla e che caratteristiche hanno?
I moduli attualmente presenti sono:
- KIP, quello originario, concentrato sulla raccolta di produzioni linguistiche di vario tipo realizzate nel contesto universitario. Comprende 70 ore di parlato raccolto fra conversazioni libere, interviste semistrutturate, ricevimento studenti, esami e lezioni). Essendo comune ai parlanti la dimensione diastratica (vengono considerati tutti come parlanti colti), il corpus permette di indagare la variazione diatopica e diafasica
- ParlaTO, che raccoglie interviste registrate a Torino tramite interviste semistrutturate, raccolte a partire da parlanti di età, estrazione sociale e origine differenti. Permette dunque un’analisi diastratica e diatopica in parte (i parlanti hanno provenienze diverse)
- ParlaBO,
- KIPasti
Sono in costruzione anche i moduli StraParlaBO e TO
Per quale motivo Bologna e Torino rappresentano una scelta positiva dal punto di vista diatopico come luoghi in cui raccogliere i dati?
La scelta delle due città è giustificata da:
- assenza in altri corpora del parlato di Torino e Bologna
- le due città sono state e sono tutt’ora mete di migrazione interna, che quindi accolgono anche parlanti di altre regioni e le rispettive abitudini linguistiche
- in entrambe coesistono italiano, dialetto e varietà intermedie
In merito all’ultimo punto bisogna però tenere presente che a Toriorno si trova una sostanziale unità di sostrato, che a Bologna invece viene meno
Che caratteristiche ha la dimensione diafasica all’interno del corpus (soprattutto il KIP)? Quali criteri vengono usati per definire il grado di formalità della conversazione?
La variazione legata al contesto comunicativo è principalmente osservabile nel modulo KIP, dal momento che nel modulo ParlaTO i dati sono stati raccolti nei medesimi contesti.
Nel modulo i dati sono raccolti nel contesto universitario ma in situazioni differenti, soprattutto per quanto riguarda i gradi di formalità. Nello specifico si è tenuto conto di:
- natura del rapporto fra partecipanti,
- presenza di restrizioni sulla turnazione
- presenza di argomenti di conversazione prestabiliti
Quali sono i due tipi di rapporto fra partecipanti presenti nel corpus KIP e che caratteristiche hanno?
Le tipologie di rapporto si distinguono in:
- asimmetrico, quindi istituzionale. Questo gruppo contiene le lezioni, gli esami e il ricevimento studenti
- simmetrico, in cui i partecipanti appartengono alla stessa rete sociale. Questo gruppo contiene le conversazioni libere e le interviste semistrutturate. Nello specifico, di questo tipo di raccolta si sono occupati principalmente gli studenti, per garantire il più possibile la simmetricità dello scambio
Quali sono i tipi di restrizioni sulla turnazione presenti nel corpus KIP e che caratteristiche hanno?
Le restrizioni sulla turnazione comprendono:
- conversazioni con presa di parola libera, quindi le conversazioni spontanee.
- conversazioni con presa di parola vincolata, in cui rientrano l’intervista semistrutturata, esami orali e, in maniera meno rigida, il ricevimento studenti
Per quanto riguarda la libertà degli argomenti trattati, nel caso delle conversazioni libere ovviamente è possibile notare come gli argomenti siano liberi, cosa che può essere in parte notata anche nell’intervista semistrutturata e nel ricevimento docenti. Contesti come lezioni ed esami invece hanno forti limitazioni in tal senso
Che caratteristiche possiede la conversazione libera?
- si verifica spontaneamente fra pari
- ha un numero variabile di partecipanti, nel caso del KIP da un minimo di 2 a un massimo di 5
- variazione del contributo dato dagli interlocutori in merito a turni conversazionali e numero di parole
- sovrapposizione dei turni conversazionali
Che caratteristiche possiede l’intervista semistrutturata?
- presentano una rosa di argomenti preferiti
- una certa libertà nella divagazione dell’argomento principale
- condizione di parità fra intervistatore e intervistato per mantenere una certa informalità e spontaneità
Che caratteristiche possiede il ricevimento studenti?
- finalità di diverso tipo, data dalla natura varia delle domande poste durante il ricevimento
- uso di volta in volta diverso della lingua
Che caratteristiche possiede l’esame?
- partecipazione di due figura con scopi contrapposti (esporre delle conoscenze e verificare quelle conoscenze)
Che caratteristiche possiedono le lezioni?
- natura tendenzialmente monologica
- un certo grado di pianificazione
- lettura di brani
- uso anche di linguaggi non verbali, come immagini o audio
Quali sono le caratteristiche relative alla diastratia nel modulo KIP?
Il modulo KIP, essendo concentrato sulle produzioni in ambito universitario, presenta una caratterizzazione sociale omogenea, che si riferisce alla categoria di parlanti colti.
Viene presentata una distinzione fra studenti e docenti, una distinzione per sesso, fascia d’età.
Quali sono le caratteristiche relative alla diastratia nel modulo ParlaTO?
All’interno di questo modulo la diastratia è molto più evidente, a causa delle notevolei differenze presenti fra i parlanti di cui si sono raccolte le produzioni linguistiche.
Sono inseriti parametri come l’occupazione (segnata secondo il modello proposto dall’istat), oltre che relativi al grado di educazione ricevuto e alla fascia d’età
Come è avvenuta la raccolta dei dati per i due moduli?
In seguito alla progettazione della struttura del corpus i dati sono stati raccolti:
- per quanto riguarda gli audio, con un registratore oppure con gli smartphone (soprattutto se lo studente fungeva da intermediario)
- gli studenti sono stati usati come intermediari per garantire la creazione di prodotti linguistici il più spontanei possibile; questo è avvenuto previa formazione degli studenti sull’attività di intermediario
- KIP nello specifico prevedeva che gli studenti fossero intermediari nelle interazioni studente-studente; nelle situazioni studente-docente invece si è deciso di adottare l’osservazione non partecipante
- il ParlaTO prevedeva in maniera unitaria l’utilizzo dell’intervista semistrutturata
Ai parlanti sono stati assegnati codici alfanumerici con precisi significati
Come è avvenuta la trascrizione all’interno del corpus?
La trascrizione è stata effettuata tramite software ELAN, che permette di allineare la trascrizione al suo audio, oltre che di annotare e postaggare (cosa che non è presente attualmente nel corpus).
Le convenzioni adottate per la trascrizione sono una versione semplificata del sistema Jefferson. I turni di parola sono disposti verticalmente.
Per mantenere efficace lo strumento di ricerca, si è deciso di normalizzare alla grafia standard anche quelle parole pronunciate in maniera diversa, quindi non rappresentando le variazioni fonetiche. Un modo per mantenere entrambi gli aspetti è quello di lemmatizzare, operazione però non ancora compiuta
Quali strategie sono state utilizzate per anonimizzare i dati sensibili nelle trascrizioni e nelle tracce audio?
I nomi di persona sono stati sostituiti da altri nomi (che mantenessero lo stesso genere di quelli originali), mentre i cognomi sono stati sostituiti da nomi di colori al plurale.
Tendenzialmente, i nomi dei luoghi sono stati conservati se usati per designare luoghi di cui parlava il soggetto, ma che non avevano nulla a che fare con la zona precisa in cui viveva.
Nelle tracce audio, nomi e indirizzi sono stati coperti da del rumore bianco
Secondo che modalità sono stati pubblicati online i dati del corpus KiParla?
I dati sono stati pubblicati attraverso la piattaforma NoSketch Engine.
Il sito permette di:
- consultare i metadati
- visualizzare le trascrizioni ortografiche e le convenzioni adottate
- collegare direttamente ogni occorrenza con la parte del file multimediale associata
- consultare i due moduli congiuntamente o separatamente
- visualizzare i risultati come KWIC
Ad oggi, il corpus non è ancora lemmatizzato o annotato
Quali aspetti sono emersi dell’uso di senza, a partire dalle ricerche condotte sul KiParla? Perché i parlanti non usano semplicemente altre strategie anticirconstanziali dell’italiano come la negazione+forma gerundiva?
In italiano la preposizione senza è una strategia anticircostanziale privativa, ovvero viene utilizzata sia a livello nominale che frasale per negare la concomitanza di due avvenimenti. Usato come connettivo, senza è sotto-specificato, quindi è utilizzato per esprimere diverse sfumature di senso.
Senza, a differenza di una semplice negazione con gerundio, veicola non solo l’anticircostanzialità, ma nega anche qualcosa che chi parla si aspetta che l’interlocutore dia per scontato, reputi prevedibile o si attenda.
Quali aspetti sono emersi dell’uso di come , a partire dalle ricerche condotte sul KiParla?
Come ha in italiano valore similativo o equativo, ma nel parlato viene anche usato per:
- funzione delimitativa in cui ciò che si dice ha valore (es. lui non mi piace come atteggiamenti)
- indicare una funzione funtiva, che indica e limita il ruolo di un argomento
- ripresa anaforica di un referente già introdotto, con eventuale perdita dell’originale valore semantico e uso con valore pragmatico rafforzativo
Quali aspetti sono emersi dell’uso di dove, a partire dalle ricerche condotte sul KiParla?
Dove, oltre ad essere attestato nel suo uso standard di relativo locativo, viene usato nell’italiano parlato anche con valore temporale, per elementi che non presentano alcuna dimensione spaziale.
Quali usi di solo sono emersi dalle analisi nel corpus KiParla?
Solo viene usato come focalizzatore, e presenta tre componenti principali:
- l’avverbio presuppone la proposizione contenuta nella frase
- l’elemento su cui solo ha portata è parte di un insieme implicito di altre alternative
- l’elemento su cui solo ha portata è l’unico valido in questo contesto
Uso soggettivo: solo esprime il valore più basso o un valore basso in un insieme di possibilità gerarchicamente ordinate
Uso intersoggettivo: solo viene usato per attenuare o intensificare la forza illocutiva
Uso oggettivo: ha valore quantitativo e ha il significato oggettivo di unicamente, in esclusiva
Quali sono gli usi dell’espressione non è che?
Non è che ha valore:
- negazione descrittiva
- negazione metalinguistica
- valore di cortesia