Introduzione alla Linguistica applicata Flashcards
Concetti base di linguistica applicata
Che cos’è la Linguistica Applicata e quando nasce?
Con LA si intende - secondo la definizione della American Association for Applied Linguistics - lo studio di come il linguaggio abbia effetto sulla realtà.
La linguistica applicata nasce nel 1964, al Premier colloque international de linguistique appliquee, tenuto a Nancy.
La definizione di cosa comprendesse la linguistica applicata ha tuttavia subito numerose variazioni nel corso del tempo:
- nel convegno fondativo questa era concepita soprattutto nell’ottica dell’acquisizione linguistica e dell’insegnamento/apprendimento di L2
- successivamente, nel ‘73, questa viene descritta da Corder, nel suo Introducing applied linguistics, come destinata agli insegnanti di lingua e a chiunque lavori con la lingua, come critici letterari, logopedisti, tecnici della comunicazione etc.
- la stessa opera di Arcaini, pubblicata nel ‘66, descriveva la LA come composta da glottodidattica, stilistica e linguistica comparativa e traduzione
Di quali argomenti di ricerca si occupa la LA?
- la pragmalinguistica che, secondo la definizione di Searle, studia che cosa significhi capirsi, prendendo in esame implicature, presupposizioni e tutto quello che rende possibile comprendersi con un numero limitato di parole
- il relativismo linguistico, che afferma come le abitudini della nostra comunità di appartenenza e della lingua influenzino l’interpretazione che diamo della realtà
- Testualità e stilistica, cioè lo studio di una serie di aspetti legati al testo, come testualità e stilistica, che serve a mettere in un ordine il più possibile oggettivo l’analisi di ogni tipo di testualità.
- linguistica acquisizionale, che studia come vengono apprese le lingue seconde, acquisite successivamente alla lingua madre.
- la glottodidattica si occupa del modo in cui noi impariamo la lingua consapevolmente in un contesto formalizzato, oltre che il modo in cui si può insegnare una seconda lingua
- Linguistica clinica fornisce un supporto analitico a partire dall’analisi di un testo prodotto da soggetti con patologie linguistiche, permettendo di prevedere ulteriori sviluppi di una patologia
- linguistica dei corpora, fa riferimento a raccolte di testi trattati come dati, accomunati fra loro da lavori di annotazione. L’avvento dei corpora, soprattutto quelli digitali, ha cambiato significativamente la ricerca linguistica, rendendola più oggettiva tramite dati.
- machine learning, riguarda il modo in cui siamo in grado di creare macchine in grado di apprendere autonomamente
Come si struttura il continuum tra ricerca quantitativa e qualitativa?
La ricerca in LA è scrupolosa e basata sui dati. I dati però sono uno strumento utilizzabile in vari modi, e di fatto afferisce a un quadro molto ampio e complesso, che include una varietà di metodi e obiettivi.
La ricerca può essere innanzitutto può essere di tipo:
1. primario, ovvero basata su dati nuovi raccolti ad hoc
2. secondario, ovverio operata su dati raccolti da altri e già esistenti
Può essere poi:
1. di tipo interpretativo (o anche qualitativo), , finalizzata quindi a sviluppare delle ipotesi a partire dall’interpretazione dei dati
2. di tipo statistico (o anche quantitativo), quindi basata su un gran numero di dati e sulla restituzione di risultati statistici
Ulteriori contrapposizioni riguardano:
- metodo di raccolta dei dati sperimentale (quindi in un contesto controllato dove vengono mantenuti stabili determinati valori) e non sperimentale
- intrusività del ricercatore, che può essere alta o nulla
- selettività, che può riguardare ricerche altamente selettive (richieste da una ricerca quantitativa) oppure ricerche non selettive
- finalità, se quella di formulare un’ipotesi oppure di testarne una già esistente
- contesto, che può essere naturale oppure controllato
- la dimensione del campione, che è esteso nella ricerca statistica e più contenuto in quella qualitativa
- la prospettiva, etica (nel caso della ricerca quantitativa, dove il ricercatore dà una rappresentazione esterna di quanto osservato, mentre la prospettiva emica è quella relativa alle credenze dei soggetti coinvolti nella ricerca
la ricerca può essere anche definita in base all’atteggiamento del ricercatore:
- controlling, in which the researcher conducts a carefully planned experiment restricted both in participants and content focus;
- measuring, in which intervention is minimal but the data focus is highly restricted;
- asking/doing, in which the researcher might intervene to ask participants to talk about what they are thinking;
- watching, in which the researcher just observes with both intervention and selectivity kept to a minimum.
Quali sono le principali associazioni della LA?
Le principali associazioni sono:
* American Association for Applied Linguistics
* Association Internationale de Linguistique Appliquée
* Association Canadienne de Linguistique Appliquée / Canadian Association of Applied Linguistic
* Associazione Italiana di Linguistica Applicata
Di che cosa si occupa la pragmalinguistica e in che rapporto si trova con la LA?
La pragmalinguistica si occupa di studiare quali effetti produca nella realtà ciò che diciamo.
Il padre della pragmalinguistica, Austin, la descriveva come lo studio dell’uso e l’effetto del linguaggio verbale, nel contesto comunicativo.
Rispetto alla LA non è altro che l’analisi linguistica applicata alla comunicazione.
Quali accezioni ha la pragmalinguistica?
La pragmalinguistica si divide in:
- macropragmatica, ovvero lo studio degli atti linguistici
- micropragmatica, ovvero lo studio degli enunciati
Quali sono i concetti base della pragmalinguistica?
i concetti base su cui si basa la comunicazione secondo la pragmalinguistica sono:
- Credenza: supposizione di verità (ex: bugia VS errore)
- Intenzione: il fine dell’atto comunicativo
- Progetto: strategia di atti per raggiungere il fine dell’intenzione
- Atto comunicativo: azione comunicativa (domandare, ordinare, informare etc.)
La credenza, tra gli altri è particolarmente importante: perché la comunicazione vada a buon fine, i parlanti devono presupporre di condividere delle credenze; inoltre devono credere che l’altro creda nelle stesse cose.
Qual è il rapporto che intercorre fra pragmalinguistica e semantica?
La semantica studia i precisi rapporti fra significati, per esempio quello fra felino e gatto, la pragmatica studia le relazioni più vaghe e sfumate fra i significati, quindi come noi li usiamo. Le due sono legate fra loro, e la pragmatica può in una certa parte essere riportata alla semantica.
Che cosa sono le espressioni indicali?
Spiegare anche quali siano
Le espressioni indicali fanno parte dello studio della micropragmatica. Sono quelle espressioni utilizzate, insieme alle espressioni anaforiche e cataforiche, per indicare qualcosa di strettamente inerente al contesto in cui si trovano i parlanti, e sono per questo molto vaghe e disambiguate unicamente dal contesto della comunicazione.
Queste espressioni possono essere di tipo spaziale, temporale, personale, sociale e testuale.
Che cosa sono gli atti linguistici?
Gli atti linguistici sono gli strumenti tramite cui, con le parole, facciamo qualcosa. La loro teorizzazione avvenne ad opera di Austin nel ‘62, e comprendeva una divisione in:
- Atti constativi, che sono sottoposti a giudizio di verità o falsità. Per esempio dire “Napoleone è morto” è un atto vero
- Atti performativi, che non sono sottoposti a giudizio di verità o falsità. Tuttavia questi possono essere sottoposti ad un giudizio di abuso o di colpo a vuoto. Un abuso è un atto linguistico che qualcuno non avrebbe dovuto pronunciare; il colpo a vuoto è invece un atto linguistico non indirizzato a nessuno.
Un qualsiasi atto linguistico si può scomporre in:
- atto locutivo, ovvero la mera manifestazione fisica del messaggio, ed è descrivibile dalla semplice struttura sintattica e dalle regole di una lingua
- atto illocutivo, ovvero l’intenzione con cui viene trasmesso il messaggio. L’atto illocutivo può essere assertivo, direttivo, commissivo, espressivo, dichiarativo. L’atto illocutivo ha spesso carattere convenzionale, cioè è regolato da convenzioni sociali che attribuiscono ad una data forma
- atto perlocutivo, ovvero l’effetto che produce quell’atto nella realtà. Con verbi performativi (quindi in atti illocutivi dichiarativi) la forza perlocutiva è massima. Dunque è la forza che un enunciato ha di far succedere ciò per cui stiamo pronunciando la frase. La forza perlocutiva è la corrispondenza con l’intenzione dell’atto illocutivo
Che cosa sono topic/comment e dato/nuovo?
La pragmatica identifica all’interno dell’enunciato le due categorie tema e rema (che rispecchiano il punto di vista dell’emittente), e dato e nuovo (che riflettono la prospettiva di chi ascolta).
Tema e rema (o topic e comment), sono rispettivamente ciò di cui si parla e l’informazione che vogliamo dare intorno a quello di cui parliamo.
Dato e nuovo spesso coincidono con tema e rema, ma non sempre.
Che cosa sono Presupposizioni, Implicature e Principio di cooperazione?
Questi concetti vennero teorizzati da Grice, che affermava l’esistenza delle Presupposizioni di riferimento e delle implicature conversazionali, che dimostravano come la comunicazione umana si basi su una rete di non detti.
Con presupposizione di riferimento si intende quell’insieme di informazioni che, parlando, si dà per scontato che siano condivise anche da chi ci ascolta
Con implicature si intende invece un senso che il parlante suggerisce con quello che dice o che fa. Queste possono essere:
- convenzionali, quindi basate su credenze comuni e generalmente condivise
- conversazionali, quindi costruite sullo specifico contesto conversazionale di cui i parlanti fanno parte in quel momento
Con principio di cooperazione si intende il fornire, da parte del parlante, il proprio contributo alla conversazione così come è richiesto, in quel momento. Questo si basa su 4 massime:
- la massima di qualità, per cui si cerca di contribuire alla conversazione con informazioni vere
- la massima di quantità, per cui si cerca di contribuire alla conversazione con un numero di informazioni adeguato al contesto
- la massima di relazione, per cui si cerca di essere pertinenti
- la massima di modo, che impone di essere perspicui
Come si inserisce la cortesia all’interno del discorso della pragmalinguistica?
La cortesia è un particolare fenomeno che si sottrae alle regole di chiarezza implicate dalla conversazione. Infatti, la cortesia ha lo scopo di ben disporre l’interlocutore all’ascolto di quello che stiamo dicendo, spesso tramite atti linguistici indiretti.
Il modello pragmatico della cortesia si basa su studi di Leech (1983), Brown e Levinson (1978; 1987) e Lakoff (1973), che completarono il modello di Grice.
Nello specifico Brown e Levinson propongono il concetto di razionalità, equivalente al principio di cooperazione, e poi quello di Faccia positiva, dove faccia è la percezione che gli altri hanno di te come individuo. La faccia positiva è dunque tutto ciò che noi facciamo per far accettare e apprezzare la propria immagine.
Quale contributo da Givon alla ricerca di Grice e alla pragmalinguistica?
Tra le varie analisi condotte sulle modalità della condivisione della conoscenza è quella di Givòn, che afferma l’insufficienza del principio di cooperazione, e sviluppa tre tipi di focus che esistono in una conversazione:
- Focus generico, cioè il parlante assume che l’ascoltatore condivida il complesso di facoltà inerenti la comunicazione umana, verbale e non, e quella linguistica
- Focus deittico: il parlante assume che l’ascoltatore condivida il contesto comunicativo, a cui fa riferimento dunque il qui e ora della comunicazione
- Focus discorsivo: il parlante assume che l’ascoltatore condivida il contesto del discorso all’interno del quale avviene l’enunciazione
Che cosa si intende per Relatività linguistica nella LA?
La teoria delle Relatività linguistica, nella formulazione di Sapir-Whorf, afferma che l’organizzazione delle nostre menti è in larga parte di tipo linguistico, e influenza come noi vediamo la realtà.
Le teorie della relatività linguistica influenzano la LA da 3 punti di vista:
- Semiotico, secondo cui il sistema di simboli trasforma il pensiero, es. il click bilabiale
- Linguistico, perché secondo il relativismo linguistico in ogni lingua c’è una parte del concetto che abbiamo in mente che viene espressa con una maggiore priorità. Ogni lingua ha quindi la tendenza a selezionare una determinata parte di un concetto e a esprimerla
- Discorsivo, per cui l’uso di uno stesso sistema linguistico può ancora descrivere la realtà in modo diverso per due parlanti (es. gerghi, lingua burocratica etc.)
In che senso si può parlare di relatività linguistica forte/debole?
La realtività linguistica si divide in due correnti, che si approcciano differentemente a questo concetto:
- la rel. ling. forte è caratterizzata da un approccio deterministico, quindi dalla convinzione che il linguaggio determini inevitabilmente come l’essere umano si approccia e concepisce la realtà, causando quindi un’incolmabile distanza fra due lingue diverse e un’inevitabile chiusura verso le altre culture. Principale esponente di questa teoria è Spengler
- la rel. ling. debole, il cui principale esponente è Kuhn, si basa sul concetto di paradigma, ovvero ciò che forma la struttura del nostro pensiero, e sebbene ammetta che il linguaggio influenza il nostro modo di pensare, comunque ritiene che questo non lo determini in maniera ineluttabile
In che modi la Relatività linguistica influenza la ricerca nella LA?
La relatività linguistica ha portato allo sviluppo di un approccio ecologico, che dà quindi grande valore al contesto socioculturale dei parlanti nell’ottica dell’apprendimento di una nuova lingua.
a questo si ricollega anche il modello di Kramsch, che afferma che:
- La cultura è differenza
- La cultura è un processo interpersonale di costruzione di significati
- La cultura è un complesso di interazioni tra realtà e immaginazione/percezione
La cultura può essere percepita quindi come un iceberg , con parti “emerse” più visibili come la musica, la letteratura, l’abbigliamento, e parti meno ovvie, come il concetto di bellezza, la gestione dello spazio etc.
La parte sommersa è ciò che sta a fondamento di ciò che consideriamo implicito e scontato, ed è anche alla base dei bias culturali.
Cosa afferma la teoria di Long (1996)?
Si tratta di una teoria complementare rispetto all’acculturazione, e comporta il superamento rispetto all’ipotesi dell’input di Krashen: ruota intorno al concetto di feedback, che viene dato dai parlanti nativi agli apprendenti; così l’input si modifica in relazione all’interlocutore fino a diventare adeguato.
Anche l’output si modifica di conseguenza, per cercare di negoziare un processo di significazione
Che cosa si intende per Pregiudizio linguistico?
Un pregiudizio linguistico è l’uso di un linguaggio che svantaggia o stereotipa ingiustamente determinati gruppi di persone, e sono per lo più razzisti, sessisti e classisti.
Comporta quindi, dal punto di vista ricettivo, la stigmatizzazione dell varianti d’apprendimento e dei fenomeni d transfer rispetto ad aspettative culturali.
Quali sono i quattro tipi di pregiudizio linguistico analizzati?
Quali sono le possibili motivazioni dietro a questo modo di esprimersi?
- Con Linguistic Category Model di intende la categorizzazione generale dei livelli di esplicitezza linguistica in base a convinzioni e pregiudizi
- Con Linguistic Intergroup Bias (LIB) si intende l’ipotesi per cui si tende a usare un linguaggio astratto per descrivere comportamenti positivi dell’ingroup e comportamenti negativi dell’outgroup, e un linguaggio concreto per descrivere comportamenti negativi dell’ingroup e comportamenti positivi dell’outgroup.
- Lo stereotypic explanatory bias è la tendenza a dare o inventare più spiegazioni per qualcosa che è accaduto e che ci sembra fuori da quello che è normale (es. riferendoci ad una persona nera Ha ottenuto quel lavoro alla Microsoft perché conosce qualcuno che lavora lì).
- Il negation bias è simile, quando una negazione viene usata per descrivere un comportamento che ci sembra opposto rispetto ai modelli che abbiamo in mente e che ci aspettiamo di vedere riprodotti nella realtà (es. Lo spazzino non era stupido).
Le motivazioni che portano a questo tipo di comunicazione possono essere spontanee, quindi riflesso di convinzioni profonde, oppure strategiche, quindi volontarie e usate per enfatizzare le credenze per obiettivi comunicativi particolari, per esempio lo sfruttamento degli stereotipi radicati in alcuni elettori a fini politici.
Che cos’è un bias culturale e in che modo si esprime nella valutazione del parlante?
I bias sono convinzioni (spesso infondate) radicate nella persona, la quale non si accorge nemmeno di averle, e che si ripetono sistematicamente in più situazioni.
Che cosa si intende per Literacy e in che rapporto stanno lettura e scrittura nella ricerca della Linguistica applicata?
Per literacy si intende, in senso stretto, la capacità di leggere e scrivere (oltre che le capacità prosodiche), in senso più ampio si intende la capacità di partecipare al discorso di una società, e guardare il mondo attraverso una cultura.
La literacy passa quindi attraverso una prima fase di contatto e di apprendimento del leggere e scrivere (che riflette la narrow literacy), e una di partecipazione che prevede l’acquisizione e la partecipazione alle pratiche linguistiche della società (broad literacy), e che riguarda più da vicino aspetti sociologici e antropologici.
La lettura ha storicamente ricevuto maggiore attenzione, a causa della convinzione che la lettura fosse il punto di partenza per l’alfabetizzazione. Negli ultimi decenni si avverte una controtendenza in tal senso.
Quali sono le principali tendenze della ricerca sulla lettura?
La lettura ha storicamente ricevuto maggiore attenzione, a causa della convinzione che la lettura fosse il punto di partenza per l’alfabetizzazione.
La tradizione psicolinguistica della ricerca sulla lettura comprende due approcci:
- Uno è legato alle componenti cognitive e culturali utili alla lettura.
- L’altro indaga quali siano i processi della lettura, quindi di fatto alle relazioni che sussistono fra le sopracitate componenti
La ricerca di studiosi come Fish e Iser ha teorizzato il concetto dell’aspettativa, o dell’orizzonte, in cui si colloca quello che il lettore legge.
Al contrario Hoover e Turner concepiscono la lettura come un processo sommativo, che prevede il riconoscimento e la comprensione di componenti grafiche tramite:
- La decifrazione è la comprensione dei segni grafici.
- La decodifica è la capacità di comprendere le singole parole
- L’interpretazione è il porre il tema in un orizzonte di senso.
Entrambe le teorie hanno come elemento comune il fatto che la capacità di lettura sia legata alla competenza lessicale e sintattica (cioè il significato delle parole e i meccanismi tramite cui si combinano).
Quali sono i tre approcci possibili alla lettura individuati dalla psicolinguistica?
- Bottom up, cioè dal particolare al generale. È il modo in cui per esempio viene insegnato l’italiano, partendo dalle lettere singole per poi apprendere le parole, e concentrato sull’utilizzo di items con coppie minime ortografiche
- Top down, cioè dal generale al particolare, quindi contro i metodi basati su un approccio fonico
- Interactive mode, ovvero una commistione dei due metodi