Infermieristica applicata alla medicina specialistica Flashcards
Il tracciato elettrocardiografico è caratterizzato da diverse deflessioni, spiegare in modo esaustivo cosa rappresentano rispettivamente l’onda P, complesso QRS ed onda T.
L’ECG è uno strumento molto importante nella pratica clinica che permette di studiare e visualizzare graficamente l’attività elettrica cardiaca. In un tracciato ECG, in condizioni fisiologiche, sono presenti onde e intervalli che rispecchiano specifiche fasi dell’attività elettrica cardiaca, dalla formazione alla propagazione dell’impulso elettrico lungo le via del sistema di conduzione:
- Onda P → lo stimolo elettrico origina dalle cellule pacemaker del nodo seno atriale, l’onda P dunque, ovvero la prima deflessione positiva del tracciato, rappresenta la depolarizzazione degli atri. Ha una durata variabile tra i 60-120 ms e un’ampiezza uguale o inferiore ai 2,5 m. Fa seguito l’intervallo PQ che rappresenta la propagazione dell’impulso elettrico lungo le vie internodali fino a raggiungere il nodo atrioventricolare.
- Complesso QRS → dal nodo AV l’impulso elettrico si propaga verso il sistema di conduzione ventricolare, ovvero fascio di His, branca destra e sinistra e fibre del Purkinje. L’onda Q, rappresentata dalla deflessione negativa iniziale del complesso, corrisponde alla depolarizzazione del setto interventricolare; successivamente lo stimolo si propaga verso l’apice del cuore che si depolarizza e dà luogo ad una deflessione positiva rappresentata dall’onda R; infine, dall’apice l’impulso si propaga verso le pareti dei ventricoli dando luogo alla deflessione negativa rappresentata dall’onda S. La durata dell’intero complesso è compresa tra i 60 e 100 ms. Fa seguito il tratto ST che rappresenta il periodo in cui i miociti ventricolari sono tutti depolarizzati e dunque non sono rilevabili movimenti elettrici.
- Onda T → rappresenta la ripolarizzazione dei ventricoli.
Spiegare in modo esaustivo cosa rappresenta graficamente un “sopraslivellamento del tratto ST” (STEMI), ponendo maggiore attenzione sulla tipologia di intervento terapeutico da applicare in urgenza.
In un tracciato ECG, il tratto ST fa seguito al complesso QRS e rappresenta il periodo in cui le cellule miocardiche dei ventricoli sono tutte depolarizzate e quindi non è rilevabile attività elettrica e per tale ragione il tratto ST è isoelettrico. In condizione di infarto STEMI, nel tracciato ECG il tratto ST appare sopra-livellato, in particolare questa alterazione si riscontra nelle derivazioni che rappresentano l’area del cuore colpita da necrosi.
L’intervento terapeutico da applicare in urgenza ha lo scopo di ripristinare il flusso coronarico nei tempi più rapidi possibili. Dopo il riconoscimento e la diagnosi di infarto STEMI, la priorità di trattamento è rappresentata secondo linee guida dalla riperfusione meccanica interventistica attraverso angioplastica coronarica. Tuttavia, per essere applicata primariamente deve rispettare determinati tempi di intervento e non deve essere preceduta dalla terapia trombolitica. Se non è possibile intervenire entro 90 minuti con angioplastica coronarica, si opterà entro 30 minuti con la riperfusione farmacologica mediante trombolisi.
Descrivere la fenomenologia della “Disfagia” nel paziente con esiti da Ictus cerebri: sintomi, manifestazioni, complicanze e problemi collaborativi.
La disfagia consiste in un’alterazione del processo di deglutizione, spesso conseguenza di condizioni neurologiche o cerebrovascolari come l’ictus. I segni e i sintomi di disfagia sono vari: scialorrea, residui di cibo nel cavo orale, tosse e soffocamento, difficoltà ad iniziare la deglutizione, tosse durante i pasti, voce gorgogliante dopo la deglutizione, riflesso del vomito. La disfagia comporta un deficit dell’alimentazione con progressivo calo ponderale, carenze metaboliche, disidratazione fino a malnutrizione marcata. Altra complicanza da non sottovalutare della disfagia è il rischio di aspirazione (polmonite ab ingestis) causata dalla perdita del riflesso della tosse che può portare ad ostruzione delle vie aeree per incapacità di tossire.
Per una gestione efficace del paziente disfagico con esiti da ictus è necessario un approccio multidisciplinare in modo tale da assicurare una riabilitazione sicura e una riduzione delle complicanze della disfagia. L’equipe deve porre attenzione e formare i pazienti/care givers su modifiche dell’alimentazione e della postura, igiene orale e somministrazione dei farmaci. Il paziente disfagico deve essere rivalutato regolarmente sia in termini di caratteristiche cliniche della disfagia che dello stato nutrizionale. Potrebbe essere valutata l’opzione di posizionare un dispositivo per la nutrizione enterale (SNG o PEG) di cui l’infermiere sarà responsabile della gestione.