domande Flashcards
differenza tra ratei e risconti
Il RATEO è un valore numerario, per l’esattezza un valore numerario presunto.
Il rateo è una sorta di debito o credito potenziale per servizi già goduti dall’impresa o già prestati a terzi alla data di redazione del bilancio, ma la cui manifestazione numeraria è posticipata.
I ratei sono attivi se tengono conto di entrate future relative a ricavi già maturati, ma non ancora liquidati.
I ratei sono passivi se tengono conto di uscite future relative a costi già maturati, ma non ancora liquidati.
I RISCONTI sono quote di costi o di ricavi non ancora maturate che hanno già avuto la loro manifestazione numeraria.
Quindi il risconto, esso una quota di costo o di ricavo è un valore economico.
Siamo in presenza di un risconto quando dobbiamo stornare dai costi o dai ricavi una parte per servizi non ancora prestati o goduti, ma riscossi anticipatamente.
I risconti sono attivi se rinviano al futuro una quota di costi non ancora maturati, ma già pagati.
I risconti sono passivi se rinviano al futuro una quota di ricavi non ancora maturati, ma già incassati.
plusvalenza vs minusvalenza
componenti straordinarie di reddito
PLUSVALENZA= esprime il maggior valore derivante dalla cessione di un bene a lento ciclo di utilizzo rispetto al valore netto contabile
MINUSVALENZA= esprime il minor valore derivante dalla cessione di un cespite rispetto al suo valore netto contabile
sopravvenienza e insussistenza
dismissione dei cespiti ammortizzabili
SOPRAVVENIENZA= sopravvenire imprevisto di un elemento del patrimonio aziendale
- elemento attivo=sopravvenienza attiva
- elemento passivo= sopravvenienza passiva
INSUSSISTENZA= viene a mancare o si riduce in modo imprevisto un elemento del patrimonio aziendale
- elemento attivo = insussistenza passiva
- elemento passivo= insussistenza attiva
cos’è la scala dei bisogni di Maslow?
Maslow era uno psicologo americano che nella seconda meta dello scorso secolo ha classificato i bisogni in una scala dei bisogni che parte dalla base con i bisogni fondamentali per l’uomo, i bisogni fisiologici, per poi mettere i bisogni di sicurezza, il bisogno di socializzazione, il bisogno di stima e infine in cima alla piramide il bisogno di autorealizzazione. Secondo Maslow l’individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. Questa scala è anche conosciuta internazionalmente come: “La piramide di Maslow”.
successivamente la sua teoria fu criticata, perché ritenuta non adattabile a tutti i soggetti ed eccessivamente semplificata
definire il concetto di azienda e le funzioni svolte dalle aziende
L’azienda è l’unita di base in cui si svolge l’attività economica per il soddisfacimento dei bisogni umani attraverso la produzione di beni e servizi.
sotto l’aspetto economico l’azienda è “la coordinazione economica in atto istituita e retta per il soddisfacimento di bisogni umani”. Mentre sotto l’aspetto giuridico è “il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”.
con lo specializzarsi dei bisogni umani sono nati dei complessi di beni specializzati nella produzione e nello scambio: le aziende.
I processi della produzione, dello scambio e del consumo costituiscono i momenti cardine dell’attività economica e orientano i comportamenti nel sistema economico. i processi produttivi si riferiscono a beni economici presenti in natura in quantità limitata.
l’azienda si definisce un sistema perché nel processo di produzione partecipano fattori umani, capitali, beni materiali e immateriali e conoscenze scientifiche.
l’azienda è inserita in un ambiente in costante collegamento con l’esterno con il quale si scambia costantemente informazioni, queste portano l’azienda ad adattarsi dinamicamente alle situazioni in cui si trova.
In relazione alla loro funzione economica, le aziende si distinguono in aziende di produzione per il mercato (produzione per il magazzino o su commessa) e aziende di erogazione (di erogazione in senso stretto o di autoconsumo).
definire le caratteristiche delle aziende di erogazione e delle imprese
Le aziende si dividono in aziende di erogazione o di consumo e in aziende di produzione per lo scambio nel mercato o imprese e aziende composte (quindi non unicamente di erogazione ne unicamente di produzione).
Le aziende di erogazione o di consumo, soddisfano i bisogni di determinati soggetti o categorie di persone, utilizzando le risorse preventivamente acquisite; i limitati mezzi a disposizione sono ripartiti tra i vari bisogni da soddisfare. Il loro obiettivo non è quello di conseguire un profitto ma quello di aumentare le risorse, i beni o servizi, per la collettività interessata. Quindi queste non hanno scopo di lucro. Le aziende di erogazione si distinguono in aziende di auto -consumo (es. associazione sportiva, convento) che producono beni/servizi per soddisfare bisogni di persone o enti interni all’azienda , e aziende di erogazione in senso stretto che producono beni/servizi per soddisfare bisogni di persone o enti esterni all’azienda(es. aziende che forniscono servizi sociali per anziani)
queste traggono le risorse necessarie al funzionamento dai contributi dei soci, da finanziamenti e dall’eventuale tariffa di erogazione di servizi.
Le imprese producono beni/servizi in vista della loro collocazione sul mercato, sostengono costi anticipati per produrre e collocano i beni e i servizi nel mercato per ottenere ricavi posticipati.
si distinguono in aziende di produzione per il magazzino , che attuano una produzione standardizzata e aziende di produzione su commessa, che attuano una produzione personalizzata di cui viene stabilito preventivamente il prezzo. entrambe hanno dei rischi in quanto la produzione per il magazzino può non trovare abbastanza acquirenti sul mercato mentre quella su commessa potrebbe no sfruttare appieno gli impianti produttivi.
cosa si intende con produzione di valore e con processo input-output
L’azienda crea valore quando produce dei beni o servizi che hanno un valore maggiore rispetto ai fattori primi sommati, questo concetto è legato al processo input-output, che è l’insieme di tutte le operazioni che portano alla produzione di valore e consiste nei processi di:
- acquisizione dei fattori produttivi
- trasformazione(fisica e/o economica) di questi
- cessione di beni o servizi al mercato
l’acquisizione consiste nell’approvvigionamento dei fattori produttivi
la trasformazione può essere sia fisica che economica:
-fisica quando si ha una trasformazione fisico-tecnica dei fattori (es. aziende industriali)
-economica quando si ha il trasferimento nello spazio e nel tempo dei beni (es. aziende commerciali)
la cessione consiste nella vendita dei servizi/beni e conclude il processo produttivo
nel processo produttivo l’azienda deve rispettare l’efficienza, efficacia e l’economicità
- EFFICIENZA= è il rapporto tra i risultati ottenuti da un’azienda e i fattori produttivi usati, una azienda più efficiente a parità di risultati è quella che ha usato meno fattori produttivi
- EFFICACIA = l’azienda è riuscita a raggiungere l’obbiettivo prefissato
- ECONOMICITà= è il criterio che consente di giudicare la convenienza a iniziare/continuare un’attività imprenditoriale, si raggiunge se si ha l’equilibrio economico a valere nel tempo, se i ricavi sono almeno uguali ai costi(che devono comprendere la congrua remunerazione del capitale proprio)
definire le caratteristiche e il ruolo dell’ambiente-contesto di riferimento per la vita delle aziende
l’azienda è in continuo collegamento con l’ambiente esterno, infatti vi è un costante scambio reciproco di risorse e informazioni.
l’ambiente è il contesto generale nel quale l’azienda svolge la propria attività che determina un insieme di vincoli e di opportunità per l’azienda, che saranno le basi per i programmi aziendali.
l’ambiente può essere scomposto in :
-ambiente fisico (aspetti geografici e clima)
-ambiente economico (comprende le principali attività economiche, il reddito pro capite, il PIL, l’inflazione, occupazione e disoccupazione, etc. )
-ambiente istituzionale-politico (comprende il quadro normativo che disciplina il comportamento dell’azienda, la PA, sistema elettorale, orientamento politico e stabilità governo)
-ambiente demografico-sociale(fasce d’età, densità popolazione tassi di natalità e mortalità, flussi migratori)
-ambiente culturale-tecnologico (cultura, tradizioni popolari, religione, conoscenze scientifiche, propensione all’innovazione)
definire soggetto economico e soggetto giuridico
SOGGETTO ECONOMICO= è la persona o il gruppo di persone che detengono il potere decisionale dell’azienda essendo subordinato soltanto ai vincoli di ordine giuridico e morale ai quali deve sottoporsi. nelle aziende questo esercita il suo potere assumendo decisioni strategiche e controllando il funzionamento del sistema aziendale, nelle imprese è generalmente espresso da chi apporta capitale proprio, nelle imprese individuali è il titolare, nelle società di persone sono i soci con quote maggiori, nelle società di capitali sono i soci con la maggioranza di capitale.
SOGGETTO GIURIDICO= è la persona o il gruppo di persone o l’ente nel cui nome l’azienda viene esercitata ed a cui fanno capo i diritti e gli obblighi che derivano dalla costituzione e dalla gestione dell’azienda, quindi è colui che risponde, dal punto di vista patrimoniale, dei risultati dell’attività dell’azienda. Il soggetto giuridico può essere una persona fisica o una persona giuridica (cioè un ente astratto che nasce in forza di legge, pertanto è un soggetto di diritto diverso dall’essere vivente). Sia persona fisica che giuridica hanno la capacità giuridica, ovvero possono essere titolari di diritti. La persona giuridica è un soggetto di diritto diverso dall’essere vivente ed è costituita da un elemento materiale e da un elemento formale.
-L’elemento materiale è rappresentato da una stabile organizzazione, di persone e di beni, sistematicamente rivolta a realizzare un determinato fine.
-L’elemento formale è invece riconosciuto da parte dell’ordinamento con il quale l’ente (associazione, fondazione, o società commerciale) acquista la personalità giuridica; come la persona fisica è dotata di una generale idoneità ad essere titolare di diritti e di doveri.
La natura del soggetto giuridico è rilevante ai fini della distinzione fra aziende pubbliche e aziende private. Si considerano, infatti, private quelle aziende il cui soggetto giuridico è una persona fisica o giuridica di diritto privato, mentre si definiscono aziende pubbliche quelle il cui soggetto giuridico è una persona fisica o giuridica di diritto pubblico.
Il soggetto giuridico di rappresentanza è invece composto dalle persone che possono formalmente rappresentare e impegnare l’azienda presso terzi.
quali sono le condizioni che una società deve acquisire perché una società acquisisca una personalità giuridica
Per acquisire la personalità giuridica, si devono rispettare quattro condizioni.
Prima condizione: Manifestazione di volontà mediante stipulazione dell’atto costitutivo. L’atto costitutivo è rappresentato dal contratto di società. con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili. Quindi, in questo caso si tratta d’imprese e si persegue lo scopo di lucro.
Seconda condizione: L’azienda deve svolgere attività commerciale(attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi; attività intermediaria nella circolazione dei beni; attività di trasporto per terra, per acqua, per aria; attività bancaria o assicurativa; altre attività ausiliarie delle precedenti)
Terza condizione: La società deve assumere una delle seguenti forme giuridiche:
-S.p.A. (società per azioni);
-S.r.l. (società a responsabilità limitata);
-S.A.P.A. (società in accomandita per azioni);
-Società cooperativa.
Quarta condizione: Iscrizione della società nel Registro delle imprese. Dal momento dell’iscrizione la società acquisisce personalità giuridica e diventa soggetto giuridico. Questo si fa per comunicare a tutti che è nata una nuova società
definire il concetto di controllo e di collegamento tra società
Controllare una società vuol dire disporre della maggioranza dei voti (a cui si ha accesso tramite l’apporto di capitale proprio), per imporre la propria volontà alle assemblee (serve il 50%+1 voto). Disporre della maggioranza dei voti in assemblea non significa necessariamente avere la proprietà della maggioranza del capitale sociale. È, infatti, possibile avere il controllo di una società con una quota di capitale sociale inferiore al 50% con l’acquisizione di deleghe di voto, la mancanza di organizzazione da parte degli azionisti, l’esistenza di particolari azioni (di risparmio) che per legge o per statuto non hanno diritto di voto nell’assemblea, oppure una scarsa partecipazione alle assemblee da parte dei soci, o ancora l’acquisizione di diritti di voto di vari tipi di contratto.
Sono considerate controllate:
• le società in cui un’altra società dispone, direttamente o indirettamente, della maggioranza dei voti nell’assemblea ordinaria.
• le società in cui un’altra società dispone, direttamente o indirettamente, di voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria, non si tratta di una maggioranza assoluta, però di fatto riesce ad avere un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria grazie all’assenteismo dei piccoli azionisti.
• le società che sono sotto l’influenza dominante di un’altra società in virtù di particolari vincoli contrattuali con la società stessa.
Si può controllare una società anche indirettamente. Per esempio la società A detiene il 30% delle azioni della società C (non sufficienti per il controllo) e il 55% della società B che a sua volta detiene il 25% della società C. Quindi la società A controlla anche la società C.
Il concetto di collegamento riguarda invece l’esercizio di un’influenza notevole da parte di una società su un’altra, ma questa influenza non è dominante. Tale tipo d’influenza si presume quando la prima società esercita almeno un quinto dei voti (un decimo dei voti se la società è quotata nei mercati regolamentati) nell’assemblea ordinaria della seconda.
che cosa sono le aree funzionali?
l’azienda è un sistema , ovvero un insieme di elementi interconnessi tra di loro con un fine comune (la produzione di beni/servizi). questo sistema a sua volta è suddiviso in sottosistemi chiamati aree funzionali, ciascuna di esse opera separatamente ma si sviluppano continui collegamenti tra diverse aree.
si dividono in aree caratteristiche, integrative, di informazione e controllo
CARATTERISTICHE=le tipiche funzioni che più direttamente qualificano l’oggetto dell’attività di produzione economica dell’impresa:
Marketing: studia i rapporti con l’ambiente, come favorire il collocamento della produzione allestita, l’individuazione dei potenziali clienti e lo studio delle esigenze dei clienti sui prodotti. Da questo studio l’impresa definisce il target market. In relazione agli obiettivi di vendita, l’impresa definisce il marketing mix: politica del prezzo, del prodotto, della distribuzione e della promozione.
Ricerca e sviluppo: è finalizzata a promuovere nuovi processi produttivi e nuovi prodotti e a realizzare migliorie in quelli già in essere.
Produzione: realizza l’allestimento delle strutture produttive ed i processi di trasformazione fisica e/o economica per realizzare i prodotti secondo le quantità, le qualità e i costi previsti. L’impresa può adottare processi produttivi su modello per diverse tipologie di prodotti standard; a flusso continuo con produzioni scarsamente differenziate; su commessa per specifiche unità di prodotto secondo le richieste del cliente.
INTEGRATIVE=sono aree di supporto alle aree caratteristiche che forniscono le necessarie risorse finanziarie e umane:
Organizzazione e del personale: ostenere l’attività aziendale con il contributo del fattore lavoro. L’obiettivo è quello di ottimizzare l’impiego delle risorse umane nel processo di produzione economica.
Finanza: gestisce le risorse finanziarie necessarie per il funzionamento del sistema aziendale. Deve coordinare il fabbisogno di capitale nell’azienda nella fase di costituzione e durante lo svolgimento della gestione d’esercizio con mezzi propri o con finanziamenti di terzi
INFORMAZIONE E CONTROLLO: svolgono funzioni d’indirizzo, di controllo e informazione sul funzionamento del sistema
Programmazione: studia ed elabora i piani aziendali a medio e lungo termine tenendo conto delle scelte economiche e produttive che l’azienda intende esercitare nell’ambiente nonché predispone un programma operativo a breve termine (budget annuale).
Amministrazione e controllo: è finalizzata ad acquisire, elaborare, distribuire informazioni a supporto dell’informazione esterna e, all’interno dell’azienda, nei processi decisionali e gestionali delle diverse aree aziendali. In particolare si occupa del sistema delle rilevazioni amministrative relative alla contabilità generale.
I collegamenti sono frequenti ad esempio tra le aree di marketing e produzione, o produzione e organizzazione e personale, o tra programmazione e produzione, o tra ricerca e sviluppo e marketing.
quali elementi costituiscono il sistema aziendale sotto l’aspetto soggettivo, oggettivo e dinamico
L’azienda è un sistema, cioè un insieme di elementi interconnessi tra di loro con un fine comune. Questo sistema è formato da un insieme coordinato di elementi: elemento umano (aspetto soggettivo), capitale (aspetto oggettivo), attività d’organizzazione (aspetto dinamico), sapere scientifico e tecnico (aspetto cognitivo)
L’elemento umano (aspetto soggettivo) è l’insieme delle persone che partecipano all’attività aziendale. Direttamente come apportatori di capitale proprio e prestatori di lavoro (soci, lavoratori), indirettamente come fornitori di beni e servizi, finanziatori, clienti.
Il capitale (aspetto oggettivo) rappresenta il capitale a disposizione dell’azienda, ossia il patrimonio di risorse materiali, di risorse finanziarie e risorse immateriali (marchi, brevetti).
L’attività d’organizzazione (aspetto dinamico) riguarda l’assetto organizzativo, cioè il funzionamento dei vari organi nei vari aspetti relativi all’organizzazione (assetto organizzativo, processi decisionali, processi produttivi e sistemi di controllo).
L’aspetto cognitivo composto da tutte le conoscenze tecnico-scientifiche, know how, presenti nell’azienda.
Nell’azienda di produzione tutti questi elementi concorrono, sulla base degli indirizzi e degli obiettivi definiti dal soggetto economico, all’acquisizione, trasformazione e cessione di beni e servizi.
cosa sono i fattori produttivi? differenza tra fattori a fecondità semplice e a fecondità ripetuta
I fattori produttivi sono i fattori necessari per l’allestimento dei beni e/o servizi che l’azienda vuole offrire (risorse materiali, risorse immateriali, risorse finanziarie, risorse umane).
i fattori d’esercizio o a fecondità semplice si consumano interamente con il loro impiego nella produzione esaurendo in tal modo il loro contributo al processo produttivo, mentre i fattori produttivi a fecondità ripetuta(o di strutturali)) vengono utilizzati in più processi produttivi anche e soprattutto in più periodi diversi.
Il concetto dei fattori produttivi a fecondità semplice è che ognuno di questi fattori, una volta utilizzato, s’incorpora nel bene che si realizza perdendo la loro entità separata. L’acquisizione di fattori a fecondità semplice può generare costi comuni a produzioni di più periodi. In questo caso il costo dei fattori produttivi viene ripartito in più esercizi attraverso scritture di storno o di imputazione.
I fattori a fecondità ripetuta costituiscono le basi tecniche produttive e logistiche dell’azienda. Sono fattori che costituiscono costi anticipati a utilizzo pluriennale, cioè destinati a fornire utilità in più esercizi. Per questo motivo i fattori produttivi a fecondità ripetuta devono essere ammortizzati.
Il fatto che un fattore sia d’esercizio o strutturale non dipende dalla natura del bene ma dalla sua funzione nell’azienda, ad esempio un forno per pizze può essere un fattore strutturale in una pizzeria ma non lo è per un’azienda che vende forni per pizze.
che cosa sono le operazioni di interna ed esterna gestione?
Le operazioni di gestione, dette anche fatti amministrativi, si distinguono tra le operazioni d’interna gestione e operazioni di esterna gestione.
Le operazioni d’interna gestione sono quelle che riguardano la combinazione dei fattori produttivi, la realizzazione di beni e servizi che caratterizzano l’attività dell’azienda, scambi che avvengono all’interno dell’azienda e non determinano scambi di risorse finanziarie con l’ambiente. Comprendono l’organizzazione e i processi di trasformazione fisico tecnica, la gestione del personale, lo studio, la ricerca, ecc..
Le operazioni di esterna gestione riguardano gli scambi di risorse (beni e servizi) con l’esterno, attraverso i quali si modifica il patrimonio aziendale. Questi scambi comprendono i costi per l’acquisto dei fattori produttivi strutturali e d’esercizio, e i ricavi di vendita della produzione. Sono dunque correlati con i movimenti di risorse finanziarie e monetarie e si manifestano nella fase iniziale e in quella terminale del processo di produzione economica (input-output).
Le operazioni di interna ed esterna gestione sono operazioni collegate, infatti l’azienda può vendere beni o servizi perché sono stati realizzati al suo interno. Perciò le due gestioni non sono totalmente separate ma hanno caratteristiche diverse.
I fatti di esterna gestione sono collegati con la contabilità generale dell’impresa. Con la contabilità generale si rilevano tutti gli scambi che avvengono tra la nostra azienda e l’esterno. Mentre i fatti d’interna gestione sono collegati alla contabilità speciale: contabilità industriale, contabilità di magazzino, ecc.
cosa s’intende per ammortamento dei beni a fecondità ripetuta
I beni a fecondità ripetuta costituiscono per l’impresa dei costi anticipati ad utilizzo pluriennale, cioè destinati a partecipare alla produzione economica per più esercizi. Esprimono quindi costi comuni alle produzioni realizzate nell’esercizio e nei successive in cui troveranno impiego.
Il concorso al risultato economico dell’esercizio, si realizza mediante la ripartizione del loro costo pluriennale nei diversi esercizi, imputando ad ogni esercizio una quota di ammortamento. Quindi l’ammortamento è quel processo tramite il quale si ripartisce il costo di un fattore produttivo a fecondità ripetuta in un arco temporale più lungo di un anno entro il periodo in cui si pensa che quel bene rilasci la sua utilità: si stima una vita utile economica e si ripartisce il costo all’interno di quel periodo.
La vita utile economica è il periodo di tempo entro il quale l’utilizzo di un certo bene è economicamente vantaggioso mentre la vita utile fisica è il periodo massimo di utilizzo di un bene.
L’uso delle aliquote per determinare la quota di ammortamento è un’approssimazione. In teoria si dovrebbe vedere l’effettivo utilizzo di quel bene nell’anno, ma è difficile e costoso fare questi calcoli. Perciò si fa un calcolo medio: un anno corrisponde ad una quota
Quando si acquista un bene a fecondità ripetuta, possono esserci anche dei costi collegati al bene, per esempio il costo del trasporto oppure le spese d’installazione. Questi costi devono essere considerati parte integrante del costo di quel bene perché sono dei costi che non vengono sostenuti come costi d’esercizio ma sono necessari affinché il bene possa essere utilizzato: un impianto non può funzionare se non viene trasportato e installato. Quindi sono costi da capitalizzare, cioè da aggiungere al valore del bene a fecondità ripetuta e conseguentemente ammortizzati.
Esistono due procedimenti di ammortamento: il procedimento fuori conto (indiretto) e in conto (diretto).
Il procedimento fuori conto, non incide in modo diretto sul costo storico del bene cioè non modifica il conto “impianti”, ma crea un altro conto, il fondo ammortamento impianti, che indirettamente rettifica il valore del costo storico quindi ci sarà da un lato il valore degli impianti e dall’altra il fondo ammortamento. In questo modo si sa sempre qual è il costo storico ma anche qual è il valore residuo cioè il valore ancora da ammortizzare.
Il procedimento in conto, viene utilizzato per le immobilizzazioni immateriali, e non usa il fondo ammortamento, ma usa il conto specifico. Per esempio si fa una scrittura di questo tipo: “ammortamento a spese d’impianto”. Mentre nell’ammortamento indiretto sarà “amm. impianti a f.do amm. impianti”.
cosa di intende per impieghi e fonti di capitale? cos’è un prospetto fonti impieghi
Il prospetto fonti e impieghi è un documento che raffigura l’elenco e la quantificazione di tutte le fonti di capitale e i correlati impieghi. Nei documenti del bilancio d’esercizio, il prospetto fonti e impieghi si chiama stato patrimoniale. Lo stato patrimoniale esprime i componenti del patrimonio, gli elementi attivi e gli elementi passivi. Gli elementi attivi sono tutti gli investimenti, gli impieghi che l’impresa ha fatto, mentre gli elementi passivi sono tutte le fonti che esprimono le risorse che deve restituire ai terzi, o ai soci nel momento in cui la società cessa di esistere (se ci sono risorse).
Quindi è un prospetto articolato in due sezioni. Una riporta le fonti di provenienza del capitale (sezione avere). L’altra ci dice come sono state usate queste risorse (sezione dare). Da una parte la provenienza delle risorse, dall’altra gli impieghi, la destinazione. Per definizione il totale delle fonti è sempre uguale al totale degli impieghi.
Questo prospetto si può fare riferito a momenti temporali diversi. In genere lo stato patrimoniale di una società si fa al 31/12 o comunque alla chiusura dell’esercizio. Se ipotizziamo di voler avviare un’attività imprenditoriale, bisogna calcolare che cosa e quanto ci serve per fare quell’investimento (gli impieghi) e dove reperire i soldi (le fonti). Quindi il prospetto fonti e impieghi si può fare riferito al passato ma può essere riferito anche a una situazione futura.
Quindi per fonti si intende la provenienza del capitale, mentre per impieghi si indica in che modo le fonti sono state impiegate e investite.
quali sono le principali tipologie di fonti di finanziamento? quali sono le principali caratteristiche delle differenti fonti
le principali fonti di finanziamento sono i mezzi propri o i mezzi di terzi.
mezzi propri= capitale sociale, costituito da azioni nelle società per azioni, e da capitale nelle altre società
mezzi di terzi= capitale di credito, i debiti della società.
vi sono delle differenze tra capitale proprio e di terzi, il capitale proprio è assegnato alla società quindi entra a far parte del suo patrimonio, non ha un vincolo temporale e non ha un tasso di rendimento previsto, mentre nel caso di capitale di terzi i finanziatori si aspettano il denaro dato in prestito + gli interessi entro la data di scadenza.
Il capitale proprio è costituito da conferimenti effettuati dai soci nella fase di costituzione e durante la gestione, riserve legali, accantonate per legge, e dalle riserve straordinarie, accantonate liberamente dall’impresa.
I finanziamenti ottenuti da terzi si possono distinguere in debiti di finanziamento, consistono nei prestiti ricevuti e causano delle entrate nell’impresa (es. mutuo), e debiti di regolamento consistono in dilazioni di pagamento concesse dai fornitori e non causano entrate.
Le principali forme di capitale di credito sono obbligazioni, credito bancario, credito di altri istituti finanziari e credito di soci, credito mercantile, credito dei dipendenti.
Un’altra fonte di finanziamento è l’autofinanziamento. In generale, si fa riferimento alla capacità che un’impresa ha di produrre risorse finanziare aggiuntive con la sua attività di produzione e vendita (reinvestimento degli utili non distribuiti ai soci). Un’altra forma di autofinanziamento, sia pure impropria, è data dai costi non monetari (cioè che non provocano uscite monetarie) rilevati in sede di scritture di assestamento, come le quote di ammortamento, il trattamento di fine rapporto, ecc.
cosa sono i crediti e i debiti di finanziamento e di regolamento
I crediti e i debiti di finanziamento, consistono nei prestiti concessi o ottenuti, e causano delle uscite o delle entrate monetarie (es. mutuo), mentre i crediti e i debiti di regolamento consistono in dilazioni di pagamento concesse ai clienti o ottenute dai fornitori, che non generano movimenti monetari.
I crediti e i debiti di finanziamento riguardano operazioni di natura finanziaria. In particolare i debiti di finanziamento sorgono in relazione a prestiti che l’azienda ottiene da banche o da altri finanziatori. Tali finanziamenti comportano il pagamento di un interesse esplicito e possono assumere forme tecniche diverse a seconda della durata, della modalità di utilizzo e di rimborso, ecc. Questi finanziamenti sono soggetti all’obbligo del rimborso alla scadenza concordata e della remunerazione.
I crediti e i debiti di regolamento si riferiscono a crediti o debiti sorti in seguito a scambi commerciali di beni e servizi, cioè sono quelli generati dall’esercizio dell’attività d’impresa: le dilazioni di pagamento concesse per la vendita di prodotti finiti e le dilazioni ottenute per l’acquisto di merci. Queste dilazioni di pagamento sono concesse senza particolari indagini e hanno la caratteristica di essere notevolmente elastiche ma costose. In taluni casi c’è un interesse esplicito (indicato dal tasso di interesse). In altri casi l’interesse è implicito. Quando c’è una differenza tra il prezzo a termine (cioè il prezzo tra 30 giorni) e il prezzo a pronti (cioè pagamento in contanti), la differenza non è uno sconto, ma è il pagamento a trenta giorni che contiene un interesse nascosto nel prezzo di vendita.
quale differenza c’è tra costo d’acquisto e costo di utilizzazione
Il costo d’acquisto è il costo che si sostiene per l’acquisto dei beni, dei fattori produttivi, a prescindere dal fatto che vengano usati nei processi produttivi. Il costo di utilizzo o di consumo, invece, è il costo del fattore produttivo effettivamente impiegato nel processo produttivo. ESEMPIO Ipotizziamo di acquistare durante l’anno un fattore produttivo per 10.000 euro e alla fine dell’anno abbiamo rimanenze di quel fattore produttivo per 2.000 euro, il costo di utilizzo è stato di 8.000 euro (10.000 – 2.000). Per quanto riguarda i fattori a lento ciclo di utilizzo, il costo di utilizzo indica qual è stato il contributo che quel bene ha dato ai processi produttivi (ammortamento).
definire i concetti di dinamica monetaria ed economica
Per capire il concetto di dinamica monetaria ed economica dobbiamo partire dalla distinzione tra costo e pagamento. Il costo non sorge quando c’è il pagamento, ma sorge quando c’è lo scambio dei beni. Stesso discorso per il ricavo. La differenza fa riferimento ad aspetti economici e aspetti finanziari tra il momento in cui si acquista e il momento in cui si paga, e il momento in cui si vende e il momento in cui si incassa.
Il processo di input ed output aiuta a capire meglio queste dinamiche. Nella fase di input abbiamo una funzione aziendale che si occupa dell’approvvigionamento dei fattori produttivi. Dopo l’acquisto, queste materie prime andranno immagazzinate. Successivamente vengono inviate alla produzione e trasformate in prodotti finiti e rinviati ai magazzini. Alla fase di produzione segue la fase di output in cui si ha la funzione di commercializzazione che ha il compito di collocare i prodotti finiti sul mercato.
Questo processo è quello che si chiama dinamica economica. Con la dinamica economica si osserva il sorgere del costo, lo svolgimento dei processi produttivi e l’ottenimento dei ricavi che arriva dopo che si colloca il bene sul mercato.
La dinamica monetaria è strettamente connessa alla dinamica economica. La dinamica monetaria analizza le uscite di denaro, che derivano dall’acquisto dei fattori produttivi (pagamento dei debiti verso i fornitori), e le entrate di mezzi finanziari che provengono dal capitale di rischio e dalla riscossione dei crediti derivanti dalla vendita della produzione allestita.
La dinamica economica è diversa dalla dinamica monetaria. La dinamica economica riguarda i costi e i ricavi mentre la dinamica monetaria riguarda i movimenti di credito o debito, i movimenti di denaro generati da quei costi e da quei ricavi. Sono due dinamiche separate ma strettamente interconnesse: si possono riscuote i crediti perché abbiamo venduto beni e servizi. “Aspetto finanziario” ed “aspetto economico” sono quindi distinti tra loro, per questa ragione anche i fatti amministrativi in contabilità generale vengono rilevati sempre sotto questi due aspetti.
I flussi economici sono conseguenti ai valori finanziari, infatti “l’aspetto finanziario” viene anche definito “originario” in quanto rappresenta l’origine e l’avvio delle rilevazioni, mentre “l’aspetto economico” viene definito “derivato”, perchè rappresenta il momento successivo delle rilevazioni, nonché la causa della variazione finanziaria.
descrivere le fasi del ciclo di vita delle aziende
Il ciclo di vita delle aziende avviene in tre fasi: la fase della costituzione, la fase del funzionamento e la fase della cessazione.
La fase di costituzione è quella che spesso viene preceduta da una fase pre-aziendale, in cui viene valutata la convenienza ad affrontare l’iniziativa produttiva, analizzando le diverse alternative d’investimento. In questa fase viene stilato il business-plan, un piano pluriennale che prefigura lo scenario di mercato futuro in cui si prevede l’impresa dovrà operare e le prospettive di sviluppo che pensa di avere. Si individuano anche le fonti disponibili a fornire le risorse finanziare necessarie per fronteggiare i fabbisogni necessari nella fase d’avvio dell’impresa e in quella di funzionamento. vengono decise diverse cose che prefigurano i caratteri fondamentali dell’azienda forma giuridica dell’impresa, la localizzazione, l’adozione della tecnologia, l’acquisizione delle strutture produttive, il dimensionamento del capitale proprio e quello di terzi. Successivamente si procederà alla costruzione dello stabilimento, all’acquisizione dei macchinari, delle attrezzature e delle conoscenze tecnico-scientifiche necessarie per allestire i processi di trasformazione fisica ed economica, nonché le risorse umane necessarie per avviare la produzione. Allo stesso tempo si dovrà conferire il capitale proprio. La fase della costituzione è caratterizzata da più costi che ricavi.
La fase di funzionamento comprende le operazioni tipiche di gestione esterna, come l’acquisizione dei fattori produttivi, che generano dei flussi monetari in uscita, e la vendita dei prodotti finiti che generano flussi monetari in entrata, e le operazioni di gestione interna, come i processi di trasformazione fisico tecnica ed economica dei fattori produttivi impiegati. Nella fase di funzionamento vengono individuati anche i flussi monetari generati dai debiti e crediti di finanziamento e dal movimento del capitale proprio. Durante la fase di funzionamento possono avvenire eventi straordinari, fattori non prevedibili e di tipo eccezionale generati da eventi ambientali, naturali, politico-sociali e da eventi casuali per esempio un incendio. Questi fattori straordinari possono generare dei costi o dei ricavi straordinari. La fase del funzionamento è caratterizzata da più ricavi che costi.
La fase della cessazione può avvenire per diverse cause, tra cui individuiamo: la scelta del soggetto economico per sopraggiunto limite d’età o eventuali difficoltà a collocare la produzione allestita a causa della scarsa capacità di adattamento alle richieste di mercato, che creano delle difficoltà economico/finanziarie che determinano la fine dello scopo aziendale.
L’ultima fase è quella della cessazione. Principalmente la cessazione dell’azienda deriva da motivazioni dipendenti dalla volontà del soggetto economico o da sopravvenute difficoltà di funzionamento.Occorre effettuare una distinzione tra cessazione relativa e cessazione assoluta, nella prima l’impresa continua a funzionare ma il suo controllo è assunto da un altro soggetto, nella seconda l’azienda cessa completamente di funzionare.
Unitamente a questi due casi limite si aggiungono altri casi particolari: fusione (vera e propria o per incorporazione), scorporazione, scissione ( parziale o totale) e infine trasformazione.
definire i concetti di ciclo operativo e ciclo monetario
Il ciclo operativo è l’arco temporale che intercorre tra il momento in cui si acquistano i fattori produttivi e il momento in cui si vendono i beni e i servizi realizzati. Cioè tra l’input e l’output (riguarda le operazioni di interna gestione). Si calcola in giorni.
Il ciclo monetario è l’arco temporale che intercorre tra l’uscita per il pagamento dei fattori produttivi e l’entrata di denaro, derivante dalla riscossione dei crediti. Quindi dal momento in cui si pagano i fornitori al momento in cui si incassano i crediti (riguarda le operazioni di esterna gestione).
È importante conoscere quanto dura il ciclo operativo perché, in base alla durata, si possono calcolare come si modificano i flussi monetari. Per esempio per un’impresa di costruzioni, tra il momento in cui inizia a costruire e il momento in cui vende, passa molto tempo e quindi deve anticipare tutti i costi. Per questo motivo si studiano i cicli operativi.
Il ciclo operativo e ciclo monetario avranno la stessa durata quando non ci sono dilazioni di pagamento. Quindi pagamento in contanti ai fornitori e incasso in contanti dei crediti dai clienti.
Sebbene siano due cicli diversi, sono strettamente collegati perché all’acquisto seguirà il pagamento, e alla vendita seguirà la riscossione.
cosa s’intende per economicità aziendale e super-aziendale
L’economicità aziendale è il criterio che consente di valutare la convenienza ad iniziare o a continuare una certa iniziativa/attività imprenditoriale. Il principio si pone l’obiettivo di trovare un equilibrio economico nel tempo, in cui i ricavi devono essere almeno uguali ai costi, considerando tra i costi anche la congrua remunerazione del capitale proprio.
La vita dell’azienda richiede non solo che abbia un equilibrio economico ma anche che abbia anche un equilibrio monetario tra le riscossioni e i pagamenti. Quando si raggiunge l’equilibrio economico non è automatico che si raggiunga anche l’equilibrio monetario. Questi due equilibri pur essendo diversi sono strettamente interconnessi.
Il concetto di economicità aziendale vuol dire osservare una singola azienda e vedere se ha ricavi almeno pari ai costi. Mentre il concetto di economicità superaziendale vuol dire economicità riferita non a una singola azienda ma a un gruppo di aziende. Questo tipo di economicità riguarda imprese che trovano l’economicità all’interno del gruppo e imprese che non soddisfano il concetto di economicità nemmeno all’interno del gruppo. In alcuni casi un’azienda deve essere all’interno di un gruppo per poter raggiungere l’equilibrio economico. Perché solo all’interno del gruppo si verificano delle condizioni tali per cui questa azienda riesce ad avere ricavi superiori ai costi. Per esempio un’azienda che produca semilavorati che vengono venduti all’interno del gruppo, con specifiche apposite per loro. Se andasse nel mercato libero probabilmente non troverebbe clienti. In questo caso, si parla di economicità in seno ad un gruppo. L’impresa raggiunge l’equilibrio economico perché si verificano determinate condizioni solo nei rapporti con le altre società del gruppo.
Ma un’azienda potrebbe non raggiungere l’equilibrio economico neanche all’interno di un gruppo ma il gruppo reputi importante che questa azienda continui a vivere per motivi che possono essere, per esempio, legati alla pubblicità, al marketing, ecc. In questo caso si parla di economicità superaziendale di gruppo. Cioè neanche all’interno del gruppo raggiunge l’equilibrio economico però è conveniente tenerla in vita.