Crioconservazione Flashcards
Che cosa intendiamo per crioconservazione?
La crioconservazione, detta anche
criopreservazione, è la conservazione a
temperature bassissime (si parla di -
196 gradi centigradi) di individui considerati deceduti dal punto
di vista legale.
Spiega il caso della ragazzina inglese che si è sottoposta alla crioconservazione
Per esempio, nel 2016, una ragazzina inglese di soli 14 anni aveva chiesto di essere crioconservata perché malata di un cancro
incurabile che l’avrebbe portata a morire da lì a breve. La madre
aveva acconsentito subito alla sua richiesta, mentre il padre, il
quale non vedeva la figlia da anni, aveva negato il suo consenso.
Essendo la paziente minorenne, era necessario per legge avere il
consenso di entrambi i genitori per procedere con la
crioconservazione. Non riuscendosi a trovare un accordo, la
questione era stata portata davanti a un giudice il quale, dopo
aver discusso a lungo con questa ragazzina, aveva autorizzato il
trattamento. Nella sua lettera al giudice, resa poi pubblica dopo
la sua morte e conseguente crioconservazione, questa poco più che
bambina aveva spiegato di essere consapevole del fatto che la
crioconservazione avesse poche chance di funzionare, ma che morire
a quattordici anni fosse troppo presto, e che questa era la sua
unica chance di vivere un po’ più a lungo.
Come avviene il processo di crioconservazione?
La crioconservazione presenta varie difficoltà tecniche, che
spiegano almeno in parte perché questa pratica sia così poco
diffusa. Il processo di crioconservazione inizia quando l’individuo
viene dichiarato legalmente morto, non appena il cuore abbia cessato
di battere ma prima che il cervello inizi a soffrire per i danni
causati dalla mancanza di ossigeno. Il primo passaggio prevede che
vengano immediatamente restaurate artificialmente la respirazione
e la circolazione del sangue, in modo che i tessuti non subiscano
danni. Nel frattempo, la temperatura del corpo viene portata a 10°C
e il sangue viene estratto e poi sostituito da un liquido (quello
utilizzato per trasportare gli organi per i trapianti) per evitare
la formazione di ghiaccio che danneggerebbe la struttura cellulare.
Questo lungo processo viene completato quando il corpo viene
conservato nell’azoto liquido a -196 °C. Per quello che sappiamo
dalla crioconservazione degli embrioni, la preservazione in azoto
liquido permette di mettere in pausa tutti i processi metabolici e
quindi di prevenire la decomposizione delle cellule.
A fronte di quello che abbiamo detto, qual è lo scopo della crioconservazione?
Lo scopo della crioconservazione, dunque, non è quello di fornire
un’alternativa alla sepoltura o alla cremazione, ma piuttosto quello
di raggiungere un’estensione della durata della vita media tramite
un processo che permette di mettere in pausa la morte biologica.
A che cosa aspirano coloro che desiderano essere crioconservati?
Ciò che auspicano coloro che desiderano essere crioconservati è,
fondamentalmente, guadagnare tempo, e più precisamente, riuscire a
rimanere in uno stato di crio-sospensione fino a quando la medicina
e la tecnologia future non saranno in grado di curare la causa della
morte, curare l’invecchiamento (e riuscire a ringiovanire un
individuo), e riportare in vita chi è stato crioconservato.
Se X fosse morto a causa di una malattia, quando avrebbe senso attuare la crioconservazione ?
Se X è morto a 60 anni per un cancro al
pancreas, è necessario che una terapia per questo tipo di cancro
sia disponibile nel momento in cui viene riportato in vita, perché
altrimenti morirebbe di nuovo entro pochissimo tempo.
Cosa permetterebbero le tecniche di ringiovanimento?
Se invece X morisse a 80 anni e fosse
riportato in vita quando le tecniche di ringiovanimento fossero già
state messe a punto, tornerebbe ad avere lo stesso livello di
salute, energia e qualità della vita che aveva quando era molto più
giovane. Se questo trattamento di ringiovanimento fosse ripetuto
ogni dieci anni, X potrebbe trovarsi ad avere un’età biologica di
40 anni anche quando la sua età cronologica avesse raggiunto e
superato i tre secoli (o i tre millenni). Visto che il rischio di
morire di un quarantenne è molto più basso di quello di un
ottantenne, è evidente che X potrebbe continuare a vivere, in salute
e con una buona qualità della vita, per moltissimi secoli a venire,
e magari anche per sempre.
Quando si può considerare un individuo sopravvissuto alla crioconservazione?
Quello che conta affinché si possa dire che la
crioconservazione è andata a buon fine, e che quindi X è
sopravvissuto alla propria morte, è che i suoi ricordi e, più in generale, il suo profilo psicologico, sia più o meno intatto. Se un
individuo si risveglia dalla crioconservazione ed è in grado di
percepirsi come la stessa persona che si era sottoposta al
trattamento, allora si può dire che tutto il processo sia andato a
buon fine e che effettivamente egli sia sopravvissuto alla morte
(legale) e alla crioconservazione. Se invece un individuo si dovesse
risvegliare e non essere in grado di ricordare nulla della sua vita
prima della crioconservazione, allora l’esperimento dovrebbe
considerarsi fallito, perché di fatto non sarebbe servito a
traghettare una persona dalla morte a una vita nuova, ma solo a
trasportare un corpo dal passato al futuro.
Che cosa si intende per concezione della morta “informatico-teoretica”?
La speranza di raggiungere questo obiettivo più ambizioso si basa
su una concezione di morte detta “informatico-teoretica”. In base
a questo approccio, un individuo si definisce deceduto non quando
il suo cuore smette di battere né quando le sue funzioni cerebrali
cessano del tutto, ma solo quando le informazioni nel suo cervello
vengono distrutte in modo irreversibile. Chi fa riferimento a questo
parametro di morte ritiene che le nostre memorie e i nostri tratti
psicologici, cioè tutto ciò che ci rende persone uniche e diverse
da tutte le altre, siano conservati nel nostro cervello in un modo
simile a quello in cui vari files sono conservati nei nostri
computer. Questo parallelismo fra cervello umano e hard-disk di un
computer non è ovviamente accettato da tutti, e presuppone un
approccio materialistico alla persona.
Che cosa intendiamo per obiezione per status qui bias?
Simili obiezioni, basate in parte sullo status quo bias e in parte
su una fallacia di tipo naturalistico, sono state fatte a tanti
altri tipi di tecnologie o terapie al momento della loro
introduzione. Per esempio, obiezioni simili sono state mosse contro
la fecondazione assistita e la crioconservazione di embrioni, o
anche il semplice trapianto di organi. Di solito, però, dopo che
queste nuove tecnologie sono state in circolazione per un po’ di
tempo e viene appurato che non siano pericolose, vengono
eventualmente accettate dalla maggior parte della società senza
particolari problemi.
Perché la crioconservazione viene considerata una truffa?
Un’altra obiezione alla crioconservazione è basata sull’idea che
sia una trovata per truffare coloro che, essendo forse troppo
creduloni, spenderebbero centinaia di migliaia di dollari per farsi
crioconservare, quando in realtà il loro desiderio è irrealizzabile.
Questo tipo di obiezione scaturisce in parte dall’elevato costo
della crioconservazione.
Perché la crioconservazione viene considerata molto egoista?
Alcuni obiettano che, anche ammettendo che la crioconservazione non
sia una truffa e sia semplicemente un investimento molto rischioso,
rimane comunque una scelta egoista. Invece di spendere notevoli
somme nel tentativo di estendere la propria vita di decenni, secoli,
o millenni, sarebbe meglio investire le stesse somme in donazioni
ad associazioni benefiche che si occupano di salvare vite nei paesi
poveri
Quali sono le differenze tra la crioconservazione e la terapia intensiva?
el caso della terapia intensiva per pazienti molto
anziani, le chance di successo sono più alte di quelle dei pazienti
crioconservati, ma il guadagno, in termini di QALYs è potenzialmente
molto inferiore. Risulta quindi difficile comprendere come mai la
scelta di spendere ingenti somme di denaro per estendere di poco la
vita di pazienti molto anziani e malati non viene tacciata di
egoismo, mentre quella della crioconservazione viene spesso
tacciata come uno spreco di soldi e una scelta profondamente
egoista.
Che problemi potrebbe comportare risvegliarsi in una società molto successiva alla propria?
Questo perché la vita nel futuro potrebbe
essere molto difficile per chi viene riportato in vita dopo la
crioconservazione. La persona riportata in vita non avrebbe amici
o familiari, e tutti coloro che conosceva prima della
crioconservazione sarebbero morti da tempo.
Inoltre, la società sarebbe profondamente diversa, e potrebbe essere
estremamente difficile riuscire a integrarsi e a stabilire rapporti
affettivi con coloro che invece sono nati in questa società nuova.
Se qualcuno morto anche solo cento anni fa fosse riportato in vita,
avrebbe molte difficoltà a comprendere il nostro stile di vita, a
imparare a usare computer, smartphone e altre risorse informatiche.
Chi viene crioconoservato potrebbe essere riportato in vita migliaia
di anni dopo, in una società radicalmente diversa, in cui la specie
umana potrebbe essere stata modificata geneticamente per
sopravvivere, per esempio, al cambiamento climatico, alla penuria
di acqua e cibo e all’inquinamento dell’aria.
Quali sono gli ipotetici scenari utopici e quelli distopici ?
Oppure i futuri umani potrebbero essere centinaia di volte più
intelligenti degli umani attuali, e potrebbero non capire che chi
è stato riportato in vita è senziente, e sarebbero quindi poco
empatici nei suoi confronti e addirittura incapaci di comprendere
i suoi bisogni essenziali o le sue richieste.
Si possono prospettare infiniti scenari futuri distopici, ma in
verità è difficile sapere se questi scenari siano più probabili e
plausibili di scenari futuri utopici, dove si prospettano
generazioni future più empatiche e più compassionevoli che magari
hanno scoperto il segreto della felicità eterna e vivono in un
perenne stato di grazia.