Cellula Flashcards

1
Q

In quanti e quali domini vengono divisi gli esseri viventi?

A

Gli esseri viventi si dividono in tre domini: bacteria e archei (che comprendono gli organismi procarioti) e l’eukarya (he comprende tutti gli altri organismi eucarioti)

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2
Q

Come vengono distinti gli eucarioti?

A

Gli eucarioti vengono distinti in protisti, piante, funghi e animali.

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3
Q

Quali sono i postulati della teoria cellulare?

A

la teoria cellulare afferma che:

  • Tutti gli esseri viventi sono formati da una o più cellule;
  • Esse rappresentano l’unità vivente fondamentale di funzione e di organizzazione di tutti gli organismi;
  • tutte le cellule derivano da altre cellule.
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4
Q

Chi osservò per la prima volta le cellule e le denominò? Chi osservò per la prima volta cellule vive?

A

Il primo scienziato che osservò una cellula fu l’inglese Robert Hooke, il quale individuò in una sezione sottile di sughero numerose cellette vuote. Hooke non collegò quelle piccole cavità all’organizzazione dei viventi, ma si limitò a dar loro un nome, “cellula”. Il primo ad aver osservato una cellula viva al microscopio è stato Antoni van Leeuwenhoek, il quale nel 1674 osservò in campioni di acqua, di cibo e di suolo dei microrganismi aventi forma molto diversa l’uno dall’altro.

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5
Q

Quale fu la prima coltura cellulare?

A

Fu una coltura di cellule di carcinoma uterino; presero il nome di cellule HeLa.

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6
Q

Perché le cellule sono piccole?

A

Le ridotte dimensioni consentono alle cellule di mantenere un rapporto ottimale con l’ambiente, dal quale trarre le sostanze nutritive e nel quale scaricare le sostanze di rifiuto.

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7
Q

Quali tipi di cellule esistono e quali sono le differenze tra le due?
-Quali caratteristiche sono comuni a tutte le cellule?

A

Esistono due tipi principali di cellule: quelle eucariotiche, che possiedono un nucleo contenente il DNA con l’informazione ereditaria, e quelle procariotiche, che non presentano un nucleo vero e proprio, pur possedendo anche loro il DNA.
- Tutte le cellule di un organismo vivente contengono materiale genetico, hanno la capacità di riprodursi, accrescersi e morire, hanno la capacità di autoregolarsi e possono trasformare e usare energia.

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8
Q

In quale cellula troviamo compartimentazioni? Quali strutture subcellulari troviamo in essa?

A

Le troviamo nella cellula eucariotica; in essa troviamo il nucleo, il sistema delle endomembrane, mitocondri, lisosomi (solo nelle cellule animali) , centrioli, perossisomi e solo nella cellula vegetale cloroplasti, gliossisomi e vacuolo.

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9
Q

In quali interazioni è coinvolta la membrana plasmatica? Dove si trova?

A

Essa è coinvolta nelle interazioni fra cellula e ambiente esterno. Si trova all’interfaccia fra l’ambiente intracellulare e quello extracellulare.

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10
Q

Qual è la struttura delle membrane?

A

Esse sono fatte da un doppio strato fosfolipidico in cui troviamo proteine e carboidrati. Le proteine sono disposte come in un mosaico. La membrana non è una struttura cristallizzata rigida ma si presenta come una struttura dinamica, cioè i componenti hanno una certa possibilità di movimento. Per i motivi appena detti si parla di una struttura a “mosaico fluido”.

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11
Q

Chi studiò la membrana e ne scoprì i vari aspetti? Elenca le fasi che portarono alla teoria accreditata oggi.

A

La prima osservazione riguardante la struttura delle membrane fu quella di Overton nel 1890 che studiava la permeabilità delle membrane rispetto a sostanze con diversa polarità; scoprì che passavano meglio le sostanze apolari, di conseguenza le membrane dovevano presentare caratteristiche apolari e quindi dovevano essere costituite da lipidi.
Nel 1925 elaborati da Gorter e Grendel stabilirono che i lipidi nelle membrane si organizzavano a formare dei doppi strati; arrivarono a questa conclusione provando ad estrarre i lipidi di membrana di una cellula della quale si conosceva l’area superficiale ed inoltre si misurò la superficie d’ acqua coperta da questi lipidi e ci si accorse che quando i lipidi si organizzavano sulla superficie dell’acqua quest’ultima era il doppio rispetto
all’area superficiale della cellula. Questa evidenza suggerì che nelle membrane biologiche i lipidi di membrana si organizzassero in un doppio
strato.
Si osservò che la tensione superficiale delle membrane biologiche era inferiore a quella di un doppio strato lipidico puro, quindi Danielli e Davson ipotizzarono la
presenza di alcune proteine.
Il 18 febbraio del 1972 Singer e Nicolson pubblicarono un articolo molto importante sulla rivista Science in cui proposero il modello a mosaico fluido
della membrana.

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12
Q

Quali elementi costituiscono la membrana?

A

la membrana plasmatica è un complesso di lipidi, proteine e carboidrati.

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13
Q

Cosa si intende con asimmetria dei lipidi? Quali movimenti possono compiere i lipidi nella membrana?

A

La membrana plasmatica è sintetizzata inizialmente con gli elementi disposti nei due foglietti in modo asimmetrico, in seguito con movimenti laterali e flip-flop i lipidi si distribuiscono in modo asimmetrico. Possono avvenire:

  • Movimenti laterali, che avvengono spontaneamente;
  • Movimenti flip-flop, che necessitano l’aiuto di enzimi come flippasi e floppasi perché prevedono che la testa polare del fosfolipide venga a contatto con il core apolare del doppio strato fosfolipidico.
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14
Q

Cos’è l’apoptosi? Quale segnale è inviato?

A

L’apoptosi è la morte programmata della cellula.
Quando la cellula muore, per evitare di disturbare le cellule vicine, dovrà essere in qualche modo
fagocitata e digerita da cellule spazzine come per esempio i macrofagi. Prima della sua morte la cellula segnala ai macrofagi che dovrà essere fagocitata da
essi esternalizzando la fosfatidilserina. Questo segnale prende il nome eat – me.

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15
Q

In che modo possono disporsi le proteine di membrana?

A

Se le proteine sono strettamente legate alla membrana e possono essere rilasciate solo in seguito alla distruzione del doppio strato fosfolipidico ad opera dei digerenti vengono chiamate proteine di membrana integrali. Se si estendono completamente attraverso la membrana vengono denominate proteine transmembrana. Se non si inseriscono nel doppio strato fosfolipidico, ma sono localizzate nella superficie esterna o interna prendono il nome di proteine di membrana periferiche.

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16
Q

A cosa si può legare un carboidrato di membrana? Cosa forma?

A

Un carboidrato di membrana può essere legato a lipidi o a proteine. Se lega un lipide forma un glicolipide, se lega una proteina forma una glicoproteina.

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17
Q

Perché le membrane devono essere fluide?

A

Le membrane biologiche sono funzionali se sono fluide. La fluidità delle membrane dipende dai movimenti laterali dei lipidi di membrana, i quali rendono possibili anche dei piccoli movimenti delle proteine di membrana.

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18
Q

Cosa influenza la fluidità di membrana?

A

Dipende dalla temperatura (al di sotto di una determinata temperatura di transizione è cristallizzata, sopra di essa è fluida) e dalla composizione (ossia dalla presenza o meno di tamponi di fluidità come il colesterolo).

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19
Q

Come influenza la fluidità il colesterolo?

A

Il colesterolo ha una funzione strutturale: aumenta la flessibilità e la stabilità del doppio strato e ne mantiene la fluidità, anche a basse temperature. Alcuni lipidi di membrana hanno la capacità, entro certi limiti, di stabilizzare la fluidità della membrana stessa. Il colesterolo, steroide presente nelle membrane cellulari animali, è uno di questi “tamponi di fluidità”. La molecola di colesterolo è infatti idrofobica ma, grazie alla presenza di un unico gruppo ossidrilico è leggermente anfipatica. Il gruppo ossidrilico si associa con le teste idrofiliche dei fosfolipidi; la rimanente parte della molecola di colesterolo, idrofobica, si incastra tra le catene idrocarburiche degli acidi grassi.

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20
Q

Quali sono le funzioni della membrana plasmatica?

A

Tra le funzioni della membrana plasmatica, una delle principali è quella di contenimento. Infatti, la membrana racchiude al suo interno tutto il contenuto cellulare, quali il citoplasma e tutti gli organi cellulari.
le proteine presenti in essa la aiutano a svolgere diverse funzione, come per esempio la ricezione di segnali o il riconoscimento di molecole attraverso proteine in grado di riconoscerne la struttura.
Una delle funzioni più importanti è il trasporto di sostanze.

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21
Q

Che tipi di trasporto possono avvenire attraverso la membrana?

A

Esistono due tipi principali di trasporto: il trasporto attivo e il trasporto passivo.

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22
Q

Come avviene il trasporto passivo? Come può essere la diffusione?

A

Il trasporto passivo non richiede un dispendio di energia metabolica da parte della cellula. Molti ioni e molecole di piccole dimensioni attraversano le membrane per diffusione. Esistono due tipi di diffusione: la diffusione semplice e la diffusione facilitata.

La diffusione è il trasporto di materiale da un’area in cui esso è presente ad alta concentrazione verso una a più bassa concentrazione. La differenza di concentrazione tra le due aree è spesso chiamata gradiente di concentrazione. La diffusione continua finché questo gradiente non viene eliminato, per questo il suo lavoro è detto “secondo il gradiente di concentrazione”.
Se e quando il gradiente di concentrazione è stato eliminato, non avviene altro scambio di materiale. Nonostante singole molecole continuino a muoversi da un’area all’altra, i trasferimenti sono bilanciati dai movimenti di altro materiale nella direzione opposta.
La diffusione è fisiologicamente importante perché permette l’abolizione dei gradienti di concentrazione nel corpo. Ad esempio, l’attività metabolica consuma ossigeno, che riduce la propria concentrazione nel sangue; la diffusione di ossigeno attraverso gli alveoli polmonari ne permette però il ripristino.

La diffusione facilitata, detta anche trasporto facilitato, è il movimento di molecole attraverso la membrana cellulare tramite particolari proteine integrate nella membrana cellulare che formano dei canali o che si comportano da carrier. Le molecole polari già relativamente grandi e gli ioni sono insolubili nei lipidi e quindi attraversano con troppa lentezza la zona interna idrofobica della membrana. Gli ioni generalmente passano attraverso i canali ma non sempre, a volte sfruttano i carrier. Le grosse molecole polari per poter attraversare la membrana sfruttano i carrier. I carrier sono proteine che si aprono e si chiudono da una faccia all’altra della membrana, diffondono da una parte all’altra legando rilasciando la molecola o lo ione. A seconda del gradiente di concentrazione, il trasporto netto di sostanza avverrà in un senso o nell’altro: la diffusione facilitata è quindi sempre un processo passivo, che non richiede cioè un dispendio di energia. La diffusione facilitata è saturabile: quando tutte le proteine trasportatrici sono impegnate, il trasporto non può procedere ulteriormente.
La diffusione semplice, detta anche trasporto semplice, è un tipo di passaggio attraverso la membrana cellulare che non richiede l’utilizzo di proteine canale o di proteine carrier. Le sostanze idrofobiche passano con facilità e velocemente attraverso la zona delle catene idrocarburiche del doppio strato lipidico. Piccole molecole polari come l’acqua passano con più difficoltà. Molecole polari più grosse come zuccheri semplici o amminoacidi non riescono a passare nella zona idrofobica se non in tempi troppo lunghi.

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23
Q

Cos’è l’osmosi? Come influenza la forma delle cellule?

A

L’osmosi è un tipo particolare di diffusione che comporta il movimento netto di acqua, attraverso una membrana semipermeabile, da una regione a concentrazione maggiore a una regione a concentrazione minore. si definisce pressione osmotica di una soluzione la pressione che deve essere esercitata sulla membrana per impedire ulteriore passaggio di acqua.
Quando vi è passaggio sostanza tra l’interno e l’esterno della cellula in una soluzione isotonica ( stessa concentrazione) lo stesso numero di soluto e di acqua entra ed esce dalla cellula (non facendola deformare). Quando una cellula viene posta in una soluzione ipertonica (fluidi circostanti a concentrazione maggiore) si ha un movimento netto di acqua verso l’esterno provocando la disidratazione della cellula.
Quando viene posta in una soluzione ipotonica (liquido circostante a concentrazione minore rispetto ai materiali disciolti nella cellula) si ha un movimento netto di acqua verso l’interno causando il rigonfiamento della cellula.

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24
Q

Perché la lipofilia favorisce la diffusione?

A

Perché la membrana plasmatica è costituita da elementi lipofili, i lipidi. Tuttavia queste sostanze non devono essere totalmente lipofile, poiché altrimenti non potrebbero lasciare il bilayer lipidico.

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25
Q

Quali tipi di canali ionici attraverso cui avviene la diffusione esistono? Fai esempi.

A

Esistono due tipi di canali ionici, che differiscono per il tipo di attivazione:
canali ionici ligando dipendenti (il canale del Na+-acetilcolina-dipendente, presente sulla membrana plasmatica, e il canale del Ca++-fosfatidilinositolo-dipendente, presente sulla membrana dei calciosomi) e canali ionici voltaggio dipendenti (il canale del Na+ e del K+ presenti nelle cellule nervose)

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26
Q

Che tipo di trasporto attivo possiamo avere? definiscili.

A

Il trasporto attivo è il trasporto di molecole attraverso la membrana plasmatica mediato da una proteina transmembrana detta trasportatore di membrana. A differenza di quanto avviene nel trasporto passivo, nel trasporto attivo è richiesta una spesa energetica ed è sempre necessaria la mediazione di un trasportatore. Possiamo avere due tipi di trasporto attivo : primario e secondario.
Nel trasporto primario l’uso di ATP è accoppiato direttamente al movimento della sostanza attraverso la membrana. Nella maggior parte dei casi il trasporto primario è eseguito da ATPasi. Un tipico trasportatore primario, presente universalmente nelle cellule è la pompa sodio-potassio (o ATPasi sodio-potassio), che contribuisce al mantenimento del potenziale di membrana.
Nel trasporto secondario non viene speso direttamente ATP, ma viene sfruttata la differenza di potenziale elettrochimico creata dai trasportatori attivi che pompano ioni al di fuori della cellula. Questo significa che il trasporto secondario si basa comunque sul consumo di ATP, che permette di mantenere la differenza di potenziale senza la quale non ci sarebbe possibilità di trasporto secondario. Il gradiente creato tramite trasporto secondario può anche essere utilizzato da altri trasportatori: pur trattandosi dello stesso principio del trasporto secondario, in questo caso il fenomeno può prendere il nome di trasporto terziario.

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27
Q

Che tipi di pompe possiamo avere?

A

Esistono 4 tipi di pompe:

  • Pompe di tipo P (come quella Na-K; sono caratterizzate da un intermedio fosforilato);
  • Pompe di tipo V (le troviamo ad esempio nei vacuoli);
  • Pompe di tipo F;
  • Pompe di tipo ABC.
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28
Q

Cos’è una pompa ABC?

A

Le pompe di tipo ABC (ABC = ATP binding cassette) rappresentano un meccanismo di resistenza ai farmaci, quando il farmaco entra nella cellula viene buttato fuori da queste pompe. E’ un trasferimento contro gradiente, ma, a causa della resistenza di queste cellule che vogliono difendersi, il farmaco verrà buttato fuori.

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29
Q

Come avviene il processo di biosegnalazione se il segnale è liposolubile? E se non lo è?

A

Se la sostanza è liposolubile ha le caratteristiche idonee per attraversare la membrana, entrerà tranquillamente dentro la cellula in cui troverà le strutture di riconoscimento dei segnali extracellulari (recettori) che in questo caso sono localizzate dentro cellula, e non a caso si chiamano recettori intracellulari.
Se la sostanza non è liposolubile non ha le caratteristiche idonee per attraversare la membrana allora si legherà alle strutture di riconoscimento chiamate recettori, questa volta localizzate all’esterno e dunque chiamate recettori extracellulari. Per cui il segnale cellulare non entra dentro la cellula come
nel primo caso ma si lega semplicemente a questi recettori; da qui parte una cascata di eventi fino a quando non si produce una determinata risposta intracellulare.

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30
Q

Qual è la possibile risposta al segnale?

A
  • interazione tra una cellula e un’altra cellula: non basta che siano vicine le cellule per “abbracciarsi”; ma è necessario che ci siano infatti delle modifiche (degli eventi)
  • variazione del potenziale di membrana: la cellula nervosa con le cellule muscolari comunicano attraverso una variazione del potenziale di membrana, infatti per esempio la contrazione muscolare avviene solo quando la variazione è così evidente che dentro la cellula inizierà ad entrare calcio che poi determinerà la contrazione.
  • variazione nella quantità o nella attività di una determinata proteina: sappiamo che le proteine sono le componenti funzionali di una cellula, dunque se modifico queste di conseguenza sto modificando anche la funzionalità della cellula.
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31
Q

Quali sono le tappe della comunicazione?

A
  1. il riconoscimento del segnale extracellulare;

2. il processo che trasforma il segnale riconosciuto in una risposta intracellulare.

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32
Q

Com’è chiamata l’interazione tra cellule dello stesso tipo? E di tipo diverso?

A

Si parla di binding omotipico se interagiscono cellule dello stesso tipo, eterotipico se sono di tipo diverso.

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33
Q

Quali proteine di membrana funzionano da segnali extracellulari? Cosa comprendono?

A

Le proteine della membrana plasmatica che funzionano da segnali extra-cellulari o da strutture di riconoscimento sono glicoproteine di adesione e comprendono:

  • Integrine;
  • Selectine;
  • Proteine della famiglia delle immunoglobuline;
  • Caderine.
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34
Q

Che tipi di giunzioni esistono? Quali proteine le formano?

A

Esistono giunzioni di tre tipi:

  • Di ancoraggio, formate da caderine;
  • Serrate, formate da claudine ed occludine;
  • Comunicanti.
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35
Q

Come vengono classificati i recettori di membrana?

A

Possono essere classificati in:

  • Recettori accoppiati ad attività enzimatiche;
  • Recettori accoppiati a canali ionici (acetilcolina);
  • Recettori accoppiati a proteine G.
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36
Q

Quali proteine sono dette G e perché?

A

Sono dette G perché a loro volta legano nucleotidi che contengono guanina, e in particolare GDP e GTP. Le proteine G che sono legate ai recettori a sette eliche
sono proteine trimeriche, perché costituite da tre subunità (alfa, beta e gamma), in realtà la parte attiva è la subunità alfa. Questo recettore ha sul versante extra-cellulare il sito di legame per il segnale solubile che lega il recettore, determinando una modifica conformazionale che induce: lo scambio del nucleotide associato alla proteina G, in particolare alla subunità alfa, da GDP a GTP e il distacco delle subunità beta e gamma. Quando la subunità alfa si libera dalle altre due subunità e lega il GTP, diventa attiva. La subunità alfa attivata può ora attivare un canale ionico, un enzima ed altre cose che dipendono dal recettore, ma soprattutto l’attivazione di questa proteina è in grado di indurre una risposta intracellulare al segnale. Una tipica cosa che avviene è l’attivazione dell’enzima adenilatociclasi, in grado di formare il cAMP. Il segnale solubile che ha legato il recettore a sette eliche è il primo messaggero, il secondo è proprio il cAMP.

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37
Q

Quali enzimi accoppiati ai recettori sono i più importanti?

A

La classe più importante di questi recettori, cioè quelli più ampiamente distribuiti, sono i recettori tirosina chinasi.

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38
Q

Cosa sono le chinasi?

A

Le chinasi sono degli enzimi che

utilizzando ATP fosforilano delle proteine, modificandone la funzione e inducendo una risposta cellulare.

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39
Q

In cosa si distinguono i recettori intracellulari?

A

Si fa una distinzione tra

recettori intracellulari citosolici e recettori intracellulari nucleari.

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40
Q

Qual è una famiglia importante di ormoni che lega recettori intracellulari?

A

Una famiglia importante di ormoni che legano recettori

nucleari è quella degli ormoni tiroidei, T3 e T4.

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41
Q

Quando un segnale modifica l’espressione genica?

A

Nel caso di recettori di membrana l’attivazione del recettore può come non può determinare delle
modifiche nelle espressioni genica.
Quando vengono attivati i recettori intracellulari, la risposta cellulare si realizza sempre attraverso azioni genomiche, perché i recettori intracellulari, siano esseri citosolici o nucleari, altro non sono se non fattori di trascrizione: sono delle proteine regolatrici, come per esempio quelli legati da ormoni steroidei che entrano dentro la cellula e legano il recettore.

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42
Q

Com’è detta la componente saccaridica della membrana cellulare?

A

E’ detta glicocalice.

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43
Q

Da cosa è costituita la matrice extracellulare?

A

E’ costituita da:

  • Collageni;
  • Proteoglicani;
  • Fibronectina, proteina fibrosa.
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44
Q

Quali sono le funzioni della MEC?

A

Le funzioni principali della MEC sono di protezione, di organizzazione dei tessuti (funziona come una sorta di cemento che favorisce l’interazione tra le cellule) e di regolazione (è in grado di mandare dei segnali all’interno della cellula e indurre una risposta).

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45
Q

Quando è più importante il rimodellamento della MEC? Perché ?

A

Il rimodellamento della matrice cellulare è particolarmente importante durante la crescita, perché i tessuti si muovono e si adattano ai nuovi spazi.

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46
Q

Nel rimodellamento della MEC quali enzimi sono essenziali? Cosa fanno?

A

Sono gli enzimi chiamati Metallo-proteasi di matrice (MMP), che degradano le proteine. Il nome metallo-proteasi è dovuto alla loro attività catalitica, di matrice perché appunto agiscono sulle proteine della matrice extra cellulare.

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47
Q

Da cosa è costituito il collagene?

A

E’ costituito da idrossilina e idrossiprolina. E’ una
proteina trimerica, presenta quindi una struttura
quaternaria perché costituita da tre subunità che si organizzano a formare questa proteina a tripla elica.

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48
Q

Cos’è lo scorbuto?

A

E’ una malattia che si sviluppa in assenza di vitamina C, in questi casi il collagene non può organizzarsi in questa struttura tridimensionale e non si possono formare le fibrille.

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49
Q

Cosa sono i proteoglicani?

A

I proteoglicani sono delle strutture costituite da una componente proteica e una glicidica. Alle catene proteiche sono legati dei particolari carboidrati, chiamati glicosamminoglicani, costituiti dalla ripetizione di due unità saccaridiche e caratterizzate da gruppi amminici e gruppi acidi.

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50
Q

Cos’è l’acido ialuronico?

A

E’ un tipo di glicosamminoglicano.

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51
Q

Quale proteina fibrosa troviamo nel MEC?

A

Troviamo la fibronectina.

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52
Q

Cos’è e dove si trova il citoscheletro?

A

È una rete di filamenti proteici che corre lungo tutto il citoplasma e si estende dalla membrana fino ai diversi organelli cellulari.

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53
Q

Quali sono le sue funzioni?

A
  • dare forma alla cellula;
  • posizionare le diverse strutture;
  • controllare i movimenti di materiale all’interno della cellula;
  • il movimento della cellula.
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54
Q

Da quali componenti è costituito il citoscheletro?

A
  1. Microtubuli;
  2. Filamenti intermedi;
  3. Microfilamenti.
55
Q

Da cosa sono formati i protofilamenti? Quanti e cosa costituiscono?

A

Sono formati dalla polimerizzazione delle proteine globulari che strutturano i microtubuli, le tubuline alfa e beta. Tredici protofilamenti si organizzano per formare un microtubulo.

56
Q

La polimerizzazione dei protofilamenti richiede energia?

A

La polimerizzazione dei microtubuli è un processo che
richiede energia e in particolare richiede l’idrolisi di un nucleotide che somiglia all’ATP che contiene guanina, si chiama GTP.

57
Q

Quali sono le funzioni dei microtubuli?

A

I microtubuli sono importanti per il trasporto intracellulare, sono importanti anche per il mantenimento della forma e anche dell’organizzazione interna della cellula, in quanto tengono in posizione le diverse strutture cellulari; inoltre hanno anche funzioni specializzate perché organizzano delle strutture specializzate, come per esempio il centriolo e il fuso mitotico sono coinvolti nei processi della divisione cellulare; invece le ciglia e i flagelli sono strutture per la locomozione per il movimento della cellula.

58
Q

Sono più grandi i microtubuli o i microfilamenti?

A

Sono più grandi i microtubuli.

59
Q

Come avviene lo spostamento attraverso i microtubuli? Attraverso quali proteine? Come vengono chiamate e perché queste proteine?

A

Quando si forma il protofilamento, che deriva dalla polimerizzazione di dimeri alfa beta tubulina, i protofilamenti si uniscono in maniera tale da far combaciare le due estremità in modo che si abbiano da un lato tutte le subunità alfa e dall’altro le beta, ciò significa che i microtubuli sono strutture polarizzate. Ciò interessa perché la polarizzazione e depolarizzazione hanno velocità diverse alle due estremità, + e -. Alcune proteine muovono i carichi verso un’estremità, altre muovono i carichi verso un’altra estremità. Le proteine che interagiscono con i microtubuli si chiamano chinesine e dineine; le prime
muovono i carichi verso l’estremità +, mentre le dineine verso l’estremità -. Queste proteine vengono dette “motrici” perché hanno il compito di muovere i carichi attraverso i microtubuli.

60
Q

Da cosa sono costituiti i centrioli?

A

I centrioli sono costituiti da 9 triplette di microtubuli.

61
Q

Da cosa dipende il riarrangiamento dei microtubuli?

A
  1. dalla temperatura;
  2. da dove sono localizzati i microtubuli
  3. da proteine associate ai microtubuli che si chiamano MAP;
  4. da modifiche post-traduzionali, cioè che intervengono sulla tubulina dopo che è stata sintetizzata nel processo di sintesi proteica.
62
Q

Quali sostanze vengono usate in chemioterapia per interrompere il riarrangiamento?

A
  • Alcaloidi della Vinca: vinorelbina, vincristina, che agiscono inibendo la polimerizzazione dei microtubuli;
  • Tassolo: in parte ricavato dalla pianta, in parte sintetizzato in laboratorio e inibisce la depolimerizzazione;
  • Colchicina: non è quasi più usata per la chemioterapia, ma in laboratorio quando il ricercatore vuole osservare i cromosomi, quindi vuole fare
    un’analisi del cariotipo di una cellula, quindi utilizza la colchicina che blocca il ciclo cellulare perché essenzialmente blocca la depolimerizzazione dei microtubuli.
63
Q

Come influenzano il movimento cellulare i microtubuli?

A

I microfilamenti creano strutture specializzate per la

locomozione che si chiamano CIGLIA e FLAGELLI.

64
Q

Qual è la struttura di ciglia e flagelli?

A

E’ una struttura 9+2, cioè 9 doppietti di microtubuli che circondano una coppia di microtubuli centrali, nella porzione mobile del flagello; mentre la porzione immobile, cioè il corpo basale, che è quella
ancorata alla membrana plasmatica, ha la stessa struttura del centriolo.

65
Q

Da cosa sono costituiti i microfilamenti?

A

La proteina che li organizza è una proteina globulare (come le tubuline) chiamata actina. Infatti i microfilamenti sono anche detti filamenti di actina.
L’actina si polimerizza a formare un polimero; due polimeri di actina si avvolgono ad organizzare il microfilamento, quindi, a differenza dei microtubuli, i microfilamenti sono delle strutture piene e non cave.

66
Q

Quali funzioni hanno i microfilamenti?

A

• Trasporto intracellulare;
• Dare forma alle cellule;
• Movimento cellulare;
• Permettere il movimento dell’intera cellula;
• Contrazione muscolare;
• Divisione cellulare, sono coinvolti nel processo
di separazione del citoplasma, cioè il processo di citodieresi.

67
Q

Quali sono le proteine motrici dei microfilamenti? Quando sono convenzionali? Quando non lo sono?

A

Le proteine motrici che legano i microfilamenti si chiamano MIOSINE.

  1. Miosine convenzionali: hanno la capacità di associarsi fra di loro e formare dei fasci, ovvero i filamenti spessi del sarcomero di una cellula muscolare.
  2. Miosine non convenzionali: non si associano tra di loro non formando così i fasci, ma funzionano in maniera molto simile alle proteine motrici che interagiscono con i microtubuli.
68
Q

In che modo i microfilamenti danno forma alla cellula? Tirano verso l’esterno o verso l’interno?

A

Essi danno forma alla cellula grazie all’interazione fra la miosina e l’actina. Tali forze tirano verso l’interno della cellula.

69
Q

Come avviene il movimento cellulare dovuto ai microfilamenti?

A

I microfilamenti rapidamente si polimerizzano e si depolimerizzano, facendo così avanzare la cellula. Si sviluppa così Il movimento ameboide dovuto alla formazione di una specie di piedi
detti pseudopodi.

70
Q

Da che tipo di proteine sono caratterizzati i filamenti intermedi?

A

Sono fatti da proteine fibrose.

71
Q

I filamenti intermedi si polimerizzano?

A

No, sono strutture stabili.

72
Q

Quali funzioni hanno i filamenti intermedi?

A
  • Resistenza alla trazione;

* Supporto alla cellula.

73
Q

I filamenti intermedi dove si possono pure trovare? In tal caso come vengono chiamati?

A

Si ritrovano anche al di sotto della membrana interna dell’involucro nucleare. Questi simil filamenti intermedi sono detti lamine nucleari.

74
Q

Quali organuli troviamo nel sistema delle endomembrane? Perché questi organuli vengono raggruppati?

A

Troviamo:
- Reticolo endoplasmatico: sia quello liscio che rugoso
- Complesso del Golgi;
- Lisosomi: nella cellula animale;
- Vacuolo: nella cellula vegetale;
- Vescicole di smistamento: vescicole che contengono vari carichi e che possono essere spostate nelle varie regioni della cellula.
Le componenti di questo sistema vengono considerate insieme sia perché sono tutte membrane biologiche sia perché in qualche modo sono connesse, per quanto riguarda i processi che le producono e per quanto riguarda il loro significato funzionale (Infatti in qualche modo c’è un’interazione tra questi compartimenti).

75
Q

Quali funzioni hanno gli organuli del sistema delle endomembrane?

A
  • Sintesi delle membrane;
  • Spostamento di materiali diversi in diversi compartimenti cellulari;
  • Funzioni digestive;
  • Eliminazione di sostanze estranee.
76
Q

Come si distingue il reticolo endoplasmatico?

A

Si distingue in:

  • LISCO: REL;
  • RUGOSO: RER.
77
Q

Che funzioni ha il reticolo endoplasmatico?

A
Il reticolo endoplasmatico, che sia RER o REL, si occupa di:
- Modifica chimica degli xenobiotici
- Sintesi dei lipidi di membrana.
Solo il RER si occupa di:
- sintesi delle proteine;
- sintesi delle membrane.
78
Q

La sintesi di lipidi è sempre completata nel RER?

A

La sintesi dei lipidi è completata nel RER solo se essi non contengono una porzione zuccherina, se invece la contengono gli zuccheri vengono poi aggiunti in un altro compartimento, in particolare nell’apparato del Golgi.

79
Q

Il RER è importante per l’inizio o il completamento della sintesi delle proteine? Tutte le proteine vengono completate nei ribosomi legati al RER? Quali sono quelle che vengono completate in esso?

A

Il RER è importante per il completamento della sintesi delle proteine.
Solo alcune proteine vengono completate sul
RER, perché per alcune la sintesi inizia e finisce sui ribosomi liberi, per altre la sintesi inizia sui ribosomi liberi ed è completata sul RER.
Le proteine che completano la loro sintesi sul reticolo endoplasmatico rugoso sono le proteine destinate alla via esocitica.

80
Q

Quali sono le proteine della via esocitica? Esempi? Perché è detta eso-citica?

A

Sono le proteine del sistema delle endomembrane, le proteine della membrana plasmatica e le proteine che
devono essere buttate fuori dalla cellula.
Via ESOcitica perché è di fuoriuscita.

81
Q

Come avviene il legame ribosoma-RER? Cos’è il SRP?

A

Il ribosoma possiede due sub unità, una più grande e una più piccola. Su questa struttura viene sintetizzata la proteina, se questa è destinata alla via esocitica avrà una sequenza di amminoacidi di indirizzamento, in modo da far capire alla cellula che la proteina deve terminare la sua sintesi sul RER. Questa sequenza viene riconosciuta da una struttura che è un complesso di proteine detta SRP (proteina di riconoscimento della sequenza polipeptidica) che riconosce la sequenza target della proteina e si lega a questa. Da un punto
di vista chimico è costituita da proteina e RNA. Questo passaggio è importantissimo perché la SRP che ha legato la sequenza target della proteina, si lega ad una struttura di riconoscimento nel RER vicina ad una sorta di canale detto traslocone. Successivamente il ribosoma si accomoda sul reticolo e l’SRP può andare via perché ha svolto il suo compito, cioè quello di indirizzare il ribosoma.

82
Q

Una vola sintetizzata, qual è il percorso della proteina?

A

Una volta che è finita nel lume, la proteina può restare nel lume perché magari è un enzima del reticolo endoplasmatico. Se invece è una proteina destinata
all’apparato del Golgi, una vescicola si staccherà, cioè ci sarà un’estroflessione della membrana del reticolo e si staccherà una vescicola con dentro la proteina. La vescicola andrà a fondersi con l’apparato di Golgi e la proteina si troverà nel lume dell’apparato. Supponendo che invece la proteina sia destinata al lisosoma un’altra vescicola si staccherà dall’apparato del Golgi contenente la proteina per poi fondersi con il lisosoma. Supponendo ancora che la proteina sia destinata ad essere buttata fuori, come nel caso dell’insulina, in questo caso la vescicola si staccherà dall’apparato del
Golgi, si fonderà con la membrana plasmatica e il contenuto della vescicola verrà buttato fuori all’esterno della cellula. Invece se la proteina è una proteina di membrana, il traslocone favorisce l’inserimento della proteina nel contesto della membrana del reticolo.
Nel caso in cui è una proteina della membrana plasmatica, la vescicola, contenente la proteina in questione, gemma dal reticolo. In seguito si fonde con l’apparato del Golgi e da qui gemma una vescicola che si fonde con la membrana plasmatica. A questo punto
la proteina, che era una proteina della vescicola, diventa una proteina della membrana plasmatica.

83
Q

Cosa succede se le proteine create sono ripiegate male? Come si chiama questo pathway? Cosa causa l’accumulo di proteine misfloded?

A

Vengono fatti uscire dal reticolo endoplasmatico attraverso specifiche proteine di traslocazione, arriva al citosol e viene degradata da questo complesso multi-enzimatico che si chiama proteasoma.
Questo pathway si chiama ERAD, che vuol dire “via di degradazione” delle proteine attivata dal reticolo
endoplasmatico.
Le proteine mal ripiegate determinano grosse problematiche in una cellula: ad esempio molte malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, sono
causate da accumulo di proteine mal ripiegate, che non solo non funzionano ma sono anche molto pericolose, per cui devono essere eliminate.

84
Q

In quale processo è coinvolto l’apparato del Golgi?

A
E' coinvolto in:
• Modifiche post- traduzionali;
• Sintesi di proteine;
• Sintesi di alcuni componenti della parete cellulare;
• Sintesi di zuccheri.
85
Q

In quale processo che coinvolge le proteine è coinvolto l’apparato di Golgi?

A

È coinvolto nella via di smistamento, cioè
nella via di distribuzione delle proteine destinate alla via esocitica. Quando il reticolo endoplasmatico rugoso rilascia le vescicole se le proteine non sono
destinate al reticolo endoplasmatico, attraverso vescicole arrivano all’apparato del Golgi; se la proteina che viene completata sul reticolo endoplasmatico è una proteina del lume della membrana resta lì; se
invece deve essere destinata a un altro compartimento del sistema delle endomembrane o alla membrana plasmatica, allora deve passare attraverso vescicole dal reticolo endoplasmatico al Golgi.

86
Q

Come avviene lo spostamento di materiali attraverso il Golgi?

A

Lo spostamento avviene grazie a vescicole. Se si tratta di proteine esse gemmano dal reticolo endoplasmatico e poi si fondono con le cisterne del Golgi, poi cominciano a passare attraverso le diverse vescicole del Golgi fino a maturare. Infine se questo contenuto proteico deve rimanere nel Golgi, non si sposta; se il contenuto deve essere trasferito in altri punti della cellula, si sposta attraverso una vescicola.

87
Q

Come si chiamano le teorie sul trasporto nell’apparato di Golgi? Descrivile.

A

Una è la teoria del trasporto vescicolare, l’altra è quella del rinnovamento.
La prima teoria prevede che il componente proteico arrivato alla prima cisterna del Golgi si stacchi dalla prima cisterna attraverso un’altra vescicola passando alla seconda cisterna, qui subisce una modifica. Attraverso una vescicola si stacca e passa alla terza cisterna, la quarta e la quinta. Questa teoria presuppone che le cisterne del Golgi siano sempre le stesse ed è come se fossero dei compartimenti di una catena di montaggio dove avvengono delle operazioni diverse.
La seconda teoria presuppone che queste cisterne non siano fisse, ma che vadano incontro a un processo di maturazione: quando una
vescicola si sposta dal reticolo endoplasmatico, si forma una cisterna Golgiana, questa cisterna matura e diventa una cisterna con caratteristiche
diverse da quelle che aveva un momento prima; continua a maturare e diventa una cisterna ancora diversa e così via di seguito. Intanto, continua il processo di formazione di nuove cisterne che si
staccano dal reticolo endoplasmatico. In definitiva, in questo caso, è come se le cisterne non mantenessero nel tempo sempre le stesse caratteristiche ma maturassero via via che si procede
dal reticolo endoplasmatico fino alla membrana cellulare.

88
Q

Considerando le due teorie, come avviene realmente il trasporto nel complesso del Golgi?

A

E’ un intermedio tra le due teorie.

89
Q

In che senso il complesso del Golgi è coinvolto nel rinnovamento delle membrane?

A

I componenti delle nuove membrane vengono
sintetizzati nel reticolo endoplasmatico. Nel momento in cui le vescicole si staccano dal reticolo endoplasmatico essi muovono attraverso l’apparato del Golgi, per esempio per raggiungere la
membrana, dove subiscono una maturazione. In tal modo il complesso del Golgi è coinvolto nel rinnovamento delle strutture di membrana.

90
Q

Esistono vescicole che si muovono dall’esterno verso l’interno della cellula? Come si chiama questa via? Quando accade ciò?

A

Si esistono e questa via si chiama endocitica. Questo capita quando sostanze che si trovano fuori molto grandi e che quindi non possono fare i sistemi di trasporto di membrana, devono essere assunte
dalla cellula attraverso un processo che si chiama endocitosi (la membrana viene ad invaginarsi e dalla membrana che si invagina si staccano delle vescicole che si muovono da fuori a dentro).

91
Q

Da cosa sono costituite le vescicole? Che funzione ha il rivestimento proteico?

A

Le vescicole sono costituite da doppi strati lipidici, quindi sono membrane. Il rivestimento proteico che hanno serve ad aumentare la loro polarità e a favorirne lo spostamento.

92
Q

Come avviene la glicosilazione delle proteine?

A

Nel Golgi viene prima sintetizzato questo oligosaccaride (ci sono degli enzimi che uniscono fra di loro i monosaccaridi a formare questi oligosaccaridi), poi, quando la proteina arriva al Golgi, gli enzimi transferasi attaccano questo oligosaccaride alla
proteina.

93
Q

Per quali proteine si parla di o-glicosilazione? Per quali di N-glicosilazione? Entrambe le glicosilazioni avvengono nel Golgi?

A

La o-glicosilazione delle proteine può avvenire su residui di serina e di treonina, che sono amminoacidi con gruppo OH alcolico.
Se avviene su residui di asparagina, un
amminoacido con un gruppo NH ammidico, si parla di n-glicosilazione.
Nel Golgi avviene solo la o-glicosilazione, la n-glicosilazione avviene nel reticolo endoplasmatico.

94
Q

Perché gli zuccheri delle membrane si trovano solo sul foglietto esterno?

A

Considerando una proteina n-glicosilata, sono stati aggiunti zuccheri nel reticolo endoplasmatico nel lato della proteina che guarda l’interno del reticolo endoplasmatico. La stessa cosa accade con la o-glicosilazione nel Golgi. Quando poi la vescicola gemmerà dal Golgi e si fonderà con la
membrana plasmatica, la porzione zuccherina che guardava nella vescicola e in tutti questi compartimenti intracellulari sarà esposto verso l’esterno della cellula.

95
Q

Da chi è svolto il ruolo dei lisosomi nella cellula vegetale?

A

Il vacuolo.

96
Q

Da cosa hanno origine lisosomi e vacuolo?

A

I lisosomi si formano da vescicole provenienti dal Golgi.

97
Q

In quali processi sono coinvolti i lisosomi?

A

I lisosomi sono degli organelli coinvolti in processi digestivi, cioè in processi che portano alla degradazione di molecole biologiche e in particolare contengono tutta la batteria di enzimi necessari a degradare i diversi tipi di molecole biologiche (quindi possono contenere, ad esempio, gli enzimi che degradano i polisaccaridi, enzimi che degradano le proteine, enzimi che degradano i lipidi ecc.).

98
Q

Come si chiamano gli enzimi dei lisosomi? Dove vengono sintetizzati?

A

Si chiamano “litici” e sono sintetizzati nel reticolo endoplasmatico (ovvero la sintesi è completata nel reticolo endoplasmatico, che è anche detto ergastoplasma).

99
Q

Come viene mantenuto il pH acido nei lisosomi? Che pH si ha?

A

Il pH lisosomiale è < 5
Il pH all’interno di queste vescicole è piuttosto acido perché sulla membrana di queste vescicole c’è una pompa protonica che pompa ioni H+ dall’esterno all’interno della vescicola. In particolare questa pompa
è una pompa di tipo V.

100
Q

In che modo il pH è importante per gli enzimi nei lisosomi?

A

Gli enzimi lisosomiali si attivano solo a quel determinato pH. Questo è un bene perché, se questi enzimi finissero nel citosol, si neutralizzerebbero e non distruggerebbero la cellula.

101
Q

Come viene detto il processo di degradazione dei componenti cellulari vecchi?

A

Il componente viene avvolto da una vescicola che si chiama fagosoma (o fagoforo); questa vescicola
viene fusa con un lisosoma e si forma la struttura che si chiama autofagolisosoma. Gli enzimi lisosomiali possono iniziare la loro attività di degradazione del materiale contenuto all’interno di questa vescicola.

102
Q

Che fine fanno i rifiuti?

A

In parte la cellula è in grado di espellerlo, in parte non è capace di buttare fuori questo materiale, per cui
viene trattenuto all’interno della cellula. Questo materiale è tipicamente costituito da polimeri ed è detto pigmento di lipofuscina. Tanto più è vecchia la cellula tanto più accumula pigmento di lipofuscina. La possibilità di una cellula di dividersi conferisce alla cellula anche la possibilità di diluire questi granuli di lipofuscina. Se una cellula non ha la capacità di dividersi, più invecchia, più accumula questi pigmenti che interferiscono con le funzioni della cellula che accumulando troppi granuli di pigmento di degradazione (relativo a scorie cellulari) deve andare incontro ad apoptosi, così muore.

103
Q

In cosa differiscono fagocitosi ed endocitosi? Come può essere l’endocitosi?

A

La fagocitosi è un processo tipico di cellule specializzate, dette fagociti, come ad esempio le cellule specializzate del sistema di difesa, come alcuni globuli bianchi, i neutrofili o i monociti, che poi si differenziano e diventano macrofagi.
L’endocitosi, invece, è caratteristica di tutte le nostre cellule e può avvenire:
- In un processo aspecifico, in una regione qualsiasi della membrana plasmatica;
- In un processo specifico, a livello di regioni specializzate della membrana plasmatica, che hanno sul versante extracellulare delle strutture proteiche
di riconoscimento della sostanza che deve essere endocitata, cioè dei recettori di superficie. Nella porzione di membrana in cui sono esposte queste strutture di riconoscimento, sul versante intracellulare la membrana presenta un rivestimento di natura proteica, costituito da clatrina.

104
Q

Per le lipoproteine (LDL nello specifico) si parla di endocitosi specifica o aspecifica?

A

Si parla di endocitosi specifica.

105
Q

Qual è il colesterolo buono?

A

Il colesterolo HDL è quello “buono”.

106
Q

Quali diverse lipoproteine conosciamo?

A

I chilomicroni CM, le più grandi, con una densità più bassa; essi trasferiscono i trigliceridi assorbiti con la dieta, quindi si formano nel sangue refluo dell’intestino; poi ci sono VLDL, che trasferiscono trigliceridi, come i chilomicroni. Invece, le IDL, le LDL e le HDL trasferiscono essenzialmente colesterolo, ma in direzioni diverse. Come si può notare dall’immagine, le LDL e le HDL sono le più piccole, quindi anche quelle con una densità più alta.

107
Q

Il nucleo è caratteristico di quale cellula?

A

E’ caratteristico della cellula eucariotica.

108
Q

Cosa troviamo all’interno del nucleo?

A

Dentro al nucleo troviamo:

  • DNA, il nostro materiale genetico;
  • proteine, che hanno un ruolo funzionale;
  • RNA, che vengono trascritti nel nucleo, perché vengono copiati dal DNA.
109
Q

Quali processi coinvolgono il nucleo?

A

Tra i più importanti processi che coinvolgono il nucleo ci sono:

  • La replicazione del DNA;
  • Sintesi e modifiche sulle molecole di RNA;
  • Assemblaggio delle subunità ribosomiali.
110
Q

Com’è strutturato il nucleo?

A

Il nucleo è delimitato dal resto del citoplasma da un involucro nucleare, costituito da due membrane, aventi la tipica struttura delle membrane biologiche.

111
Q

Com’è chiamato l’ambiente interno al nucleo?

A

Carioplasma.

112
Q

Cosa sono i pori nucleari? Che funzione hanno? Che proteine sono coinvolte e come?

A

Sono delle aperture che si determinano in certi punti in cui le membrane nucleari sono tra loro fuse.
Devono controllare il trasferimento di sostanze fra l’interno e l’esterno del nucleo.
Quando una sostanza si muove da fuori a dentro il nucleo, deve essere legata a delle proteine specifiche di trasporto che si chiamano importine; quando una sostanza deve lasciare il nucleo, è legata a delle proteine che si chiamano esportine. Importine ed esportine sono complessivamente note come carioferine, cioè proteine che trasferiscono materiale attraverso il nucleo.

113
Q

Cosa sono i nucleoli?

A

Sono le regioni del nucleo coinvolte nell’assemblaggio delle subunità ribosomiali. Si notano come regioni elettrondense all’interno del nucleo.

114
Q

Cos’è la cromatina?

A

La cromatina è un complesso di DNA e proteine: dentro il nucleo, il DNA non si trova mai da solo, ma sempre associato a delle proteine.

115
Q

Quali proteine sono coinvolte nella formazione della cromatina?

A

Sono gli istoni.

116
Q

In quale processo sono coinvolti i ribosomi?

A

Sono coinvolti nel processo di sintesi delle proteine.

117
Q

Come sono fatti?

A

I ribosomi si presentano costituiti da due subunità, una più grande, la subunità maggiore e una più piccola, la subunità minore.

118
Q

Da cosa sono composti? Quindi si parla di complessi…?

A

Ognuna di queste subunità è costituita da RNA ribosomiale e da proteine: si parla di complessi ribonucleoproteici.

119
Q

Perché il nucleolo appare come una regione “elettrondensa”?

A

Poiché vi è un’intensa attività

di sintesi di RNA.

120
Q

Che funzione hanno i mitocondri?

A

Sono il compartimento cellulare a livello del quale viene prodotta la più grande quantità di ATP. Sono anche coinvolti nel controllo della concentrazione di un
messaggero cellulare molto importante, il Ca2+, uno ione che regola la funzione di molte proteine a cui si lega. Inoltre, è anche coinvolto nell’attivazione della morte cellulare programmata, la apoptosi.

121
Q

Come sono fatti i mitocondri?

A

I mitocondri sono delimitati da due membrane:
1. Membrana esterna, liscia;
2. Membrana interna, ripiegata.
Questi ripiegamenti della membrana interna si
chiamano creste mitocondriali. Lo spazio fra le due membrane si chiama spazio intermembrana, mentre lo
spazio delimitato dalla membrana interna si chiama matrice mitocondriale, dove si trovano il DNA e i ribosomi mitocondriali.
Quindi il mitocondrio ha:
- Due compartimenti membranosi, la membrana esterna e quella interna;
- Due compartimenti acquosi, lo spazio intermembrana e la matrice mitocondriale.

122
Q

Quale concentrazione controllano i mitocondri?

A

Sono anche coinvolti nel controllo della concentrazione di un messaggero cellulare molto importante, il Ca2+, uno ione che regola la funzione di molte proteine a cui si lega.

123
Q

Quale teoria ci spiega la presenza di DNA nei mitocondri e nei plastidi? Cosa dice?

A

Si tratta della teoria endosimbiotica.
Secondo questa teoria dimostrata, i mitocondri erano ancestrali cellule procariotiche che sapevano utilizzare ossigeno, endocitate da ancestrali cellule eucariotiche, che invece non sapevano usare l’ossigeno e che quindi, invece di digerire l’alfa-proteobatterio, lo ha tenuto al suo interno, perché ne ricavava un vantaggio; d’altra parte, la cellula procariotica riceveva la protezione dalla cellula eucariotica. Quindi è un vantaggio reciproco: si instaura una simbiosi conseguente ad
un processo endocitico.

124
Q

I mitocondri contengono ribosomi?

A

Si

125
Q

Cosa rafforza la teoria endosimbiotica?

A

Questi organelli hanno un DNA e dei ribosomi diversi da quelli eucariotici e che assomigliano di più a quelli procariotici.

126
Q

Come arrivano le proteine nel compartimento giusto nei mitocondri? E nei plastidi?

A

Vengono coinvolti particolari sistemi di traslocazione, che sono presenti sia sulla membrana esterna che su quella interna del mitocondrio e che sono delle proteine transmembrana che lavorano per favorire il trasferimento di proteine da fuori a dentro il mitocondrio. Sono chiamate con le sigle TIM (la traslocasi della membrana interna) e TOM (la traslocasi della membrana esterna): se la proteina è destinata allo spazio intermembrana, o alla membrana esterna, allora userà solo il sistema di traslocazione della membrana esterna, altrimenti, se è destinata alla matrice mitocondriale, o alla membrana interna, utilizzerà entrambi i sistemi di traslocazione. In particolare, ci sono una TOM e almeno due TIM in un mitocondrio. Anche nei plastidi ci sono due sistemi di membrana, quindi anche nei plastidi ci sono delle traslocasi simili a quelle dei mitocondri, chiamate TIC e TOC.

127
Q

cosa sono e che funzione svolgono i perossisomi?

A

I perossisomi cono organelli circondati da una sola membrana. I perossisomi sono organelli che si comportano come i mitocondri, infatti trasportano le proteine attraverso sistemi di traslocazione.
Funzioni:
• Portano proteine sintetizzate e completate sui ribosomi liberi;
• Sono coinvolti in processi ossidativi e hanno enzimi di difesa (catalasi).

128
Q

Quali perossisomi specializzati hanno le piante? Cosa fanno?

A

Le piante hanno dei perossisomi specializzati di due tipi:
- Gliossisomi, in cui avviene il ciclo del gliossilato, ovvero un ciclo metabolico che dà la capacità alle piante di convertire i grassi in zuccheri (gli animali non
lo sanno fare, ma sanno fare il processo contrario: convertire l’eccesso di zuccheri in acidi grassi, che poi vengono conservati come trigliceridi). Le piante, quindi, utilizzano il carbonio dei lipidi per costruire zuccheri.
- Perossisomi fogliari, che sono coinvolti nei meccanismi di protezione della pianta dalla disidratazione (verrà approfondito in biologia vegetale).

129
Q

Cosa producono i perossisomi? Come si proteggono da questo prodotto?

A

Nei processi di ossidazione in cui sono coinvolti i perossisomi producono perossido di idrogeno (acqua ossigenata) e, per questo motivo, sono conosciuti come perossisomi.
Si difendono dalle azioni ossidative
dell’acqua ossigenata grazie all’enzima catalasi.

130
Q

I perossisomi degli animali in quale processo sono coinvolti?

A

Le cellule animali contengono un solo tipo di perossisomi, i quali sono coinvolti in processi di ossidazione degli acidi grassi. Questo processo prende il nome di β-ossidazione (avviene essenzialmente nei mitocondri, ma anche i perossisomi
hanno questa capacità).

131
Q

Cosa succede quando un mitocondrio viene danneggiato?

A

Quando un mitocondrio viene danneggiato, nella sua membrana si aprono grossi pori che causano il rilascio nel citoplasma del citocromo c, una proteina importante nella produzione di energia. Il citocromo c induce l’apoptosi attivando un gruppo di enzimi noti come caspasi.

132
Q

Cos’è l’endocitosi?

A

E’ un processo con il quale una vescicola che si forma da invaginazione della membrana plasmatica.

133
Q

Cosa accade nella fagocitosi?

A
Si formano degli pseudopodi grazie all’intervento di
componenti citoscheletrici (in particolare filamenti di actina), quindi è l’estroflessione di particolari regioni della membrana che poi forma la vescicola.