Autismo Flashcards

1
Q

Perché è importante una diagnosi precoce nell’autismo?

A

Diagnosi e intervento precoce hanno un impatto positivo sugli outcomes facendo leva sulla maggiore plasticità del cervello
durante lo sviluppo precoce.

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2
Q

Cosa rende la diagnosi di autismo particolarmente complessa?

A

➤ Marcata eterogeneità
➤ Assenza di marker biologici
➤ Insorgenza precoce (< 3 anni)
➤ trasformabilità dei sintomi

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3
Q

Quali sono le manifestazioni precoci che indicano autismo?

A
  • Ricerca/evitamento di specifici input sensoriali
  • Interesse per dettagli di oggetti
  • Manierismi delle mani e delle dita
  • Scarso interesse per l’attenzione condivisa, i visi, lo sguardo
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4
Q

Caratteristiche comuni agli interventi efficaci

A

➤ Valutazione sistematica e obiettivi fondati su conoscenze empiriche
➤ Presa in carico multimodale e individualizzata
➤ Strutturazione di ambienti di apprendimento
➤ Supporto alla famiglia nelle transizioni scuola/vita adulta

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5
Q

Quali sono i fattori che moderano o predicono gli outcome dell’intervento?

A

-La precocità dell’intervento
-Caratteristiche individuali pre-trattamento
-Intensità dell’intervento

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6
Q

Cos’è l’ESDM?

A

L’Early Start Denver Model (ESDM) è un programma di intervento precoce per bambini in età prescolare con disturbi dello spettro autistico (ASD).

➤ Comprensivo, interdisciplinare
➤ Contesto naturalistico di apprendimento
➤ Evidence-based/ RCT
➤ Training specifico

utilizza strumenti per l’apprendimento sociale spontaneo in contesti naturali:
➤ Imitazione
➤ Orientamento sociale
➤ Joint Attention
➤ Emozioni positive
➤ Comunicazione

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7
Q

Quali interventi si ritengono più opportuni nelle fasi precoci di autismo?

A

Si ritengono più opportuni gli interventi che fanno parte dei Naturalistic Developmental Behavioral Intervention

Insieme di interventi basati su:
1. principi evolutivi (ESDM, Jasper, Project ImPACT)
2. principi ABA (Enhanced milieu teaching (EMT), Pivotal response training, Incidental teaching)

(La divisione non è netta, tutti gli approcci usano un po’ di evolutivo e un po’ di comportamentale.)

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8
Q

Cosa vuol dire lavorare in ottica sistemica nell’autismo?

A

Significa abbracciare i principi dell’approccio sistemico, secondo i quali:
1. Per conoscere fenomeni complessi bisogna indagare le relazioni tra gli elementi di quel fenomeno ed il contesto nel quale questo avviene.
2. I fenomeni complessi non rispondono a logiche lineari e prevedibili (una causa, un effetto sicuro), ma a meccanismi più complessi di causalità circolare, pertanto la prevedibilità è solo ipotetica.

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9
Q

Vantaggi delle terapie mediate dal genitore

A

➤ Sostenibilità
➤ Generalizzabilità
➤ Riduzione dello stress
➤ Miglioramento della qualità della vita

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10
Q

In cosa consiste il parent coaching?

A

Consiste nel supporto fornito al genitore durate sessioni definite, nelle quali il coach darà direttive e suggerimenti su come agire durante il training con il figlio.

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11
Q

3 step per aiutare l’apprendimento del bambino.

A
  1. Iniziare dall’ascolto attivo:
    -Imitare
    -Narrare
    -Aiutare
    -Mostrare interesse
  2. Attività congiunte, rountines:
    -Prendere il turno
    -Condividere materiali
    -Contatto di sguardo (etc)
  3. Applicare il modello ABC (Antecedent, Behavior, Consequent)
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12
Q

Durante la prima sessione di trattamento vengono definiti gli obbiettivi di apprendimento, che dovranno essere mantenuti anche dopo l’intervento. Quali sono i tipici obbiettivi che ci si prefissa per un intervento sull’autismo?

A

➤ aumentare l’attenzione e la motivazione del bambino
➤ usare routine sociali
➤ promuovere l’impegno diadico
➤ migliorare la comunicazione non verbale
➤ costruire capacità di imitazione
➤ facilitare l’attenzione congiunta
➤ promuovere lo sviluppo del linguaggio
➤ regolazione emotiva
➤ gioco e flessibilità cognitiva
➤ condurre una valutazione funzionale per sviluppare nuovi interventi

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13
Q

Raccomandazioni per un intervento mediato dai genitori.

A

-importanza del coinvolgimento dei padri
-coinvolgere i genitori molto precocemente
-Informare le famiglie su interventi evidence-based
-Adattare le raccomandazioni sull’intensità ai bisogni del bambino e della famiglia
-Incoraggiare supporti multidisciplinari integrati

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14
Q

L’intervento nell’autismo parte dalla relazione con la persona. Cosa si intende con questo?

A

Bisogna anzitutto:
* Creare attività condivise e routine
* Individuare attività altamente motivanti
* Obiettivo: vivere momenti piacevoli e sperimentare sensazioni di calma, sicurezza e piacere nella relazione con una persona

Allo scopo poi di osservare:
1) Conoscere il modo di essere in relazione, la capacità di condividere l’attenzione, l’intenzionalità e la reciprocità, segnali di piacere/dispiacere
2) Conoscere le modalità di comunicazione presenti:
* Il sistema di comunicazione spontaneo
* Gli scopi per cui il soggetto comunica
* I contesti in cui comunica e le persone con cui comunica

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15
Q

Quando programmiamo l’intervento educativo ci sono 3 piani (abilità) che dobbiamo comprendere all’interno dell’intervento, quali?

A

1.Piano comunicativo, sociale, relazionale
2.Piano concettuale e degli apprendimenti
3.Piano delle autonomie

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16
Q

Come sviluppare il piano comunicativo, sociale, relazionale?

A
  1. Rinforzare il potenziale comunicativo degli atti preesistenti
  2. Raccogliere (riconoscere e comprendere) i segnali comunicativi del b.
  3. Lavorare sulle abilità esistenti (più importante cosa una persona sa fare, piuttosto che cosa non sa fare)

(Di questo piano fa parte la CAA, esplorata più avanti).

17
Q

Come sviluppare il piano concettuale e degli apprendimenti?

A

Mettere a punto strategie pisco-educative:
1. Allestimento spazio (in modo che sia prevedibile, sicuro, che incoraggi l’autonomia)
2. Strutturazione tempo (attività di breve durata, che nel tempo viene ampliata. Prassi pausa/riposo/gioco)
3. Attivazione delle scelte (facendo scegliere l’ordine delle attività, o le attività tra alcune opzioni, o delle attività da aggiungere)
4. Motivazione (partire da attività attraenti che la persona sa fare da cui generalizzare)
5. Adattamento dei materiali (semplificare in base alla zona di sviluppo prossimale)
6. Task analysis (scomporre un’abilità nelle sue sotto abilità, ognuna di queste diventa un obbiettivo. es andare al bagno)

18
Q

Come sviluppare il piano delle autonomie?

A

Attraverso le storie sociali:
Sono brevi racconti scritti che hanno come tema le abilità sociali, le situazioni, i concetti e le regole di comportamento.
Sono pensate per aiutare le persone con disturbi dello spettro autistico o con disabilità grave, per far loro capire il mondo sociale e comportarsi adeguatamente nei diversi contesti. risultano particolarmente utili se vengono costruite a più mani da genitori, educatori, caregiver e bambino/ragazzo

19
Q

In cosa consiste la CAA?

A

Comunicazione Aumentativa Alternativa
* E’ un INTERVENTO che mira ad accrescere la comunicazione naturale, affiancando le competenze della persona, a strategie alternative per aumentare l’espressione e la comprensione (sistemi alternativi: figure, fotografie, simboli etc..)
* Le strategie di CAA devono:
- essere inserite in un progetto globale che deve coinvolgere tutte le persone che si occupano della persona
- essere pensate su misura per ogni individuo
- presenti in tutti i luoghi del quotidiano

20
Q

Quali sono i vantaggi della CAA?

A
  • Possibilità di espressione
  • Possibilità di comprensione
  • Maggior controllo sull’ambiente
  • Riduzione dei comportamenti problema e dell’ansia
  • Emergenza di potenziali nascosti
  • Nuove opportunità di inclusione
  • Miglioramento della percezione di sè e della qualità di vita
    ØFornisce motivazione
    ØRiduce le frustrazioni e i problemi di comportamento
    ØAumenta la partecipazione nella vita di tutti i giorni
    ØFacilita l’apprendimento rendendolo un processo interattivo invece che passivo
    ØCambia le aspettative degli altri
21
Q

Quali tipi di CAA esistono?

A

-Sistemi tangibili o rappresentazionali
-i più comuni in italia: PCS (Pitcture Communication Symbols, quelli con i bimbi
a testa d’uovo) che ha circa 10.000 simboli
-Ausili a bassa tecnologia: tabelle cartacee
-Ausili a media tecnologia: i voca (pulsanti)
-Ausili ad alta tecnologia: i tablet

Attenzione! PCS è diverso da PECS (Picture Exchange Communication System). Infatti il primo è un insieme di immagini utilizzati per migliorare la comunicazione. Il secondo invece è un SISTEMA di comunicazione per scambio di immagini (es. un quaderno di comunicazione dove stacco il simbolo per chiedere qualcosa e lo consegno).

22
Q

Come attuare le strategie di CAA?

A

Fase 1: Osservare le capacità naturali (quali gesti comunicativi?) della persona partendo dalla relazione

Fase 2: Aumentare le possibilità di partecipazione:
* Potenziare il SI e NO
* Potenziare la direzionalità dello sguardo e l’attivazione delle scelte
* Potenziare l’uso dei gesti comunicativi
* Potenziare il sistema di puntamento: sguardo, indicare
* Modeling (indicare sempre le immagini, nominarle, ecc…)
* Lavorare sulla scelta creando le opportunità
* Lavorare sulla richiesta
* Dare un ritmo all’interazione: ATTIVITA’ E PAUSA
* Introdurre BASTA E ANCORA

23
Q

Perché gli educatori sono considerati degli osservatori privilegiati?

A

Perché tra chi è a contatto con il bambino, l’educatore passa molto tempo con lui e lo osserva in situazione di interazione con altri b., situazioni che difficilmente possono essere osservate da un genitore o da un clinico

24
Q

Cosa prevede il modello ABC?

A

è un metodo di osservazione critica del comportamento (A=antecedent B=behavior, C=consequence)
Permette di individuare la situazione che ha preceduto il comportamento problematico e le conseguenze che ne derivano. è utilizzato per ridurre e modificare i comportamenti disfunzionali.

25
Q

A che età si può diagnosticare l’autismo?

A

Può essere diagnosticato verso i 4 anni, quando si è certi della presenza o assenza di alcuni comportamenti. Prima si parla di diagnosi di rischio di autismo

26
Q

Cosa si intende con sintomi core dell’autismo?

A

Si tratta di sintomi precoci nel disturbo dello spettro autistico:
-non rispondere al proprio nome
-poco interesse per volti o voci
-ridotto o assente gesto dell’indicare

27
Q

Che cosa si intende per “sintomi core”?

A

Si tratta dei sintomi più precoci dell’autismo e sono: scarso interesse nei volti e nelle voci; mancanza di risposta quando chiamati per nome; mancanza della gestualità dell’indicare

28
Q

Che cosa si intende per “Join attention” e “social refering”?

A

L’attenzione condivisa o join attention è la capacità del bambino di condividere l’attenzione con qualcuno (educatore o genitore) su un oggetto esterno.

Per social refering si intende quando il bambino utilizza l’adulto come riferimento sociale (quando segue permessi e divieti imposti dalla figura di riferimento).

La carenza di joint attention e social refering è uno dei primi sintomi atipici che si osservano nell’autismo.

29
Q

Perchè è importante comprendere la comunicazione non verbale?

A

Gesti e comportamenti del bambino vanno osservati nel contesto in cui avvengono in modo da attribuirgli un significato. Anche le stereotipie motorie sono dotate di significato e vanno comprese.

30
Q

Perché è importante sviluppare un vocabolario condiviso?

A

Perché permette di entrare in relazione con il bambino ed è la relazione il primo passo che permette di costruire un percorso specifico e su misura.