Appunti di Geografia - Minca/Proto Flashcards

1
Q

COSA E’ IL COLONIALISMO

A

Espansione degli stati moderni europei su pop. e territori di altri continenti, che portò a un dominio economico e commerciale su Asia, America e Africa.
Causò una serie di conflitti dovuti alle dinamiche competitive con cui le potenze europee rivendicavano il controllo dei territori: un esempio fu la disputa per il controllo dell’Africa (Conferenza di Berlino, 1884/1885).

Esso si lega alle:
- rappresentazioni grafiche e cartografiche prodotte per testimoniare la grandezza degli imperi europei
- alla nascita di stereotipi e geografie immaginarie dell’altrove e dell’altro/costruzione sociale dell’altro/costruzione orientalista dell’altro
- costruzione orientalista dell’altro come prodotto della metafisica della rappresentazione che fonda l le sue premesse con l’allestimento delle prime Wunderkammer e dei primi spazi espositivi universali alla fine dell’800.
- metafisica della carta che poggia sulla logica del world-as-exhibition. Carta –> rappr. territorio –> che rappr. verità e progetto –> esplicitata attraverso un sistema di rappresentazioni ma mai veramente tangibile e presente.

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2
Q

LO SGUARDO COLONIALE, L’ORIENTALISMO E LA COSTRUZIONE SOCIALE DELL’ALTROVE/ALTRO

A

E’ un prodotto della metafisica della rappresentazione che fonda le sue premesse durante la fase imperialistica europea.

1) espansione di stati europei su pop. e territori di altri continenti e conseguimento di dominio economico e commerciale
2) imperialismo, colonialismo e viaggi di esplorazione producono visioni grafiche e cartografiche che sostengono la legittimità dei progetti europei. La carta vuole mostrarsi come rappresentazione innocente e oggettiva del mondo, ma è deformata dalle visioni eurocentriche, razziste e biologizzanti
3) La costruzione di un’immagine dell’Altro passa attraverso un fitto sistema di rimandi spettacolarizzato nelle Wunderkammer e negli spazi espositivi universali –> contribuirono alla costruzione di stereotipi e idee orientaliste del mondo coloniale e alla conferma di aspettative fondate su bias culturali
- Edward Said e l’orientalismo

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3
Q

LA METAFISICA DELLA CARTA

A

Il funzionamento della ragione cartografica posa sul meccanismo del mondo come esibizione.

1) Sulla carta, il territorio diventa manifestazione materiale di un progetto, significato (trascendente o intenzionale) che per esistere deve essere ordinabile attraverso la carta. Quindi la carta è la rappresentazione di una rappresentazione che contiene una dimensione simbolico/progettuale.

2) Essa contiene l’unica realtà possibile, quella delle nostre rappresentazioni. Esiste infatti una certezza legata al significato attribuito alle rappresentazioni: se non esiste altra realtà se non quella rappresentabile, ciò che non è incluso/rappresentato o è dis-ordinato o non esiste. Mitchell mette in discussione questo sistema di certezze –> decostruzione del discorso geografico da parte della geografia critica

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4
Q

COS’E’ LA METAFISICA DELLA RAPPRESENTAZIONE

A

Secondo Timothy Mitchell, è l’effetto teologico che ha consentito all’Occidente moderno di colonizzare l’Altro.
Poggia sulla logica del “mondo come esibizione”, dispositivo che ha legittimato nella cultura europea una radicale separazione tra rappresentazione e realtà.

Le rappresentazioni hanno consentito all’uomo di METTERE IN ORDINE LA REALTA’, che è fatta dipendere dal sistema di rappresentazioni e dalle gabbie concettuali che la ingabbiano e la raccontano. Il vero potere della metafisica della rappresentazione consiste nel FAR RIENTRARE TUTTA LA REALTA’ NELL’ORDINE DELLE NOSTRE RAPPRESENTAZIONI: non esiste altra realtà al di fuori di quella rappresentabile, quindi ciò che non è incluso nella rappresentazione non è ancora ordinato, oppure non esiste.

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5
Q

PREMESSE DELLA METAFISICA DELLA RAPPRESENTAZIONE NELL’800

A
  • wunderkammer: camere delle meraviglie in cui si raccoglievano, con un sistema classificatorio, manufatti e oggetti provenienti da luoghi lontani oggetto di esplorazione da parte di naturalisti e viaggiatori. Questi rappresentavano un rimando evocativo a dimensione lontana di un altrove misterioso e di grande attrattiva
  • spazi espositivi universali nelle città europee: si riproducevano e si ricontestualizzavano spazi che rimandavano al passato e all’altrove attraverso la messa in scena di oggetti visibili, tangibili e classificabili che possono essere osservati da un soggetto da una posizione isolata ed esterna –> distanza tra rappresentazione (dentro spazio espositivo) e realtà (quella a cui gli oggetti rimandano, che è tale in quanto rappresentabile).
    Questi spazi contribuivano al rafforzamento di immaginari e stereotipi di luoghi e società in essi descritti e rappresentati.
    1) l’osservatore si aspetta di ritrovare fuori dallo spazio di rappresentazione la realtà rappresentata
    2) in realtà questa appare come riflesso di una verità, un significato, un progetto espresso da una società e dalle relazioni che l’attraversano (es: i progetti coloniali sono i significati intenzionali che contribuiscono a significare il territorio nell’unica forma in cui viene concepito, ovvero come rappresentazione di un progetto)
    3) la realtà quindi, di fatto, non è mai raggiungibile. Si presenta come portatrice di un significato e di una verità che viene ordinata attraverso le rappresentazioni, ma mai veramente presente

Quindi il potere della metafisica della rappresentazione: a) non-presentabilità della realtà b) ma fiducia nella sua rappresentabilità

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6
Q

EFFETTI SULLO SGUARDO DEL VISITATORE A CAUSA DELLA LOGICA DEL WORLD-AS-EXHIBITION

A

1) l’osservatore si aspetta di ritrovare fuori dallo spazio di rappresentazione la realtà rappresentata
2) in realtà questa appare come riflesso di una verità, un significato, un progetto espresso da una società e dalle relazioni che l’attraversano (es: i progetti coloniali sono i significati intenzionali che contribuiscono a significare il territorio nell’unica forma in cui viene concepito, ovvero come rappresentazione di un progetto)
3) la realtà quindi, di fatto, non è mai raggiungibile. Si presenta come portatrice di un significato e di una verità che viene ordinata attraverso le rappresentazioni, ma mai veramente presente

Quindi il potere della metafisica della rappresentazione: a) non-presentabilità della realtà b) ma fiducia nella sua rappresentabilità

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7
Q

DECOSTRUZIONE DEL DISCORSO GEOGRAFICO

A

Confutazione della posizione che interpreta le rappresentazioni geografiche come un riflesso innocente del territorio. In realtà servono a noi per ordinare la realtà, che viene ingabbiata nell’ordine delle nostre rappresentazioni e nelle nostre gabbie concettuali.

1) Ogni RAPPR. CARTOGRAFICA HA UN CARATTERE PARZIALE E POSIZIONATO.
La soluzione potrebbe essere l’accettazione e l’ESPLICITAZIONE DELLA NATURA SITUATA DELLA CONOSCENZA che ogni lettura cartografica esprime nel suo rapporto con la realtà. Esistono mille cammini in evoluzione cartografabili; CAMBIA IL FILTRO TEORICO che si decide di adottare per produrre una versione del territorio. I luoghi ora non appaiono più dis-ordinati, ma si presentano associati alla grande complessità dei processi di significazioni presenti e alla traccia delle negoziazioni di significato passate. La geografia è liberata dal bisogno di verità.

2) La decostruzione della carta processo avviato negli anni ‘80 da Brian Harley e tempo prima da Farinelli: confutazione della presunta autonomia della carta come modello di rappresentazione che pretende di presentarsi quale modello accurato, oggettivo e scientifico del mondo.
Due regole sottese alla produzione cartografica: regola dell’etnocentrico e dell’ordine sociale.

La carta è
a) strumento tecnico di potere e di controllo incardinato nell’epistemologia positivista, secondo cui
- oggetti del mondo da cartografare reali ed esprimibili in termini matematici con osservazione e misurazione
b) prodotto di un rapporto tra potere e sapere
c) determinato modo di imporre ordine nel mondo ed esercitare su di esso controllo semantico e materiale (confini naturali = confini che impongono territorialità e definiscono spazio su cui stato esercita controllo)
d) proposta culturale e soggettiva, in grado di colonizzare il mondo attraverso la sua rappresentazione geografica
e) seleziona, generalizza e normalizza la complessa varietà dei territori, disconoscendo le differenze che li distinguono e riducendo la natura a formula grafica. Immagina gli elementi guardati tutti contemporaneamente da un punto perpendicolare.

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8
Q

COS’E’ L’ORIENTALISMO DI SAID

A

Said usa il termine “orientalismo” per descrivere quel filtro storico e culturale e quel sistema di conoscenze attraverso cui l’Oriente è entrato nella cultura occidentale nella forma di un mito materiale e tangibile, attraverso
- letteratura di viaggio
- documentazione ufficiale dei governi
- visioni geopolitiche
- allestimento di spazi espositivi universali e di Wunderkammer (messa in scena in forma spettacolarizzata di oggetti e manufatti che costituiscono un efficace sistema di rimandi evocativi che generano stereotipi e contribuiscono alla costruzione dell’identità europea)

La costruzione dell’identità europea e occidentale si fonda sull’esistenza di un’alterità forte, stabile e riconoscibile. E’ una geografia immaginaria che applica una visione dicotomica: Occidente è il maschio positivista, compatto, unitario e affidabile, l’Oriente è il fascino esotico, sensuale e femmineo, inaffidabile e disordinato.

E’ un prodotto della metafisica della rappresentazione che, fondandosi sulla logica del world-as-exhibition ha consentito all’occidente di colonizzare l’altro e il suo territorio, presentato come riflesso/rappresentazione di un significato, una verità, un progetto (come quello coloniale), in grado di significare il territorio nell’unica forma in cui esso è concepito, ovvero come rappresentazione di un significato fornito dal dominatore europeo.

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9
Q

OGGETTIVITA’ E SOGGETTIVITA’ DELLA RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA (in ragione cartografica)

A

Ogni RAPPR. CARTOGRAFICA HA UN CARATTERE PARZIALE E POSIZIONATO.
Non esistono visioni o rappresentazioni oggettive e non culturalmente determinate. Ciononostante, lo sguardo cartografico sul mondo ci sembra ovvio, naturale, originario.

1) L’idea che le carte forniscano un modello accurato e scientifico del mondo risale al Seicento. La carta è il linguaggio e la misura del mondo espressi dalla geografia, con cui il territorio viene espresso attraverso un modello relazionale.
Esso e gli oggetti posti in esso esistono indipendentemente dal geografo, che può rappresentarli traducendoli in un linguaggio scientifico attraverso l’osservazione e la misurazione.

2) L’ordine della carta secondo Dematteis è invece
a) un insieme di rapporti convenzionali stabiliti da chi produce la carta. Coordinate non esistono realmente, servono solo ad assegnare una posizione tra gli oggetti, eppure le relazioni metriche che da quei punti sono rappresentate finiscono per apparire come proprietà intrinseche all’oggetto rappresentato, ma sono in realtà di ordine geometrico e topologico.
La carta diventa così specchio del mondo valutata sulla base di standard scientifici di accuratezza, obiettività e veridicità.
b) Le carta sono elaborate, lette e interpretate all’interno di uno specifico contesto sociale, politico e culturale, entro cui il linguaggio che parlano, le affermazioni di principio e le formazioni discorsive sono comprese e acquisiscono significato.

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10
Q

MONDO COME RAPPRESENTAZIONE/WORLD-AS-EXHIBITION

A

Dispositivo che legittima una radicale separazione tra rappresentazione e realtà e che contribuisce alla spettacolarizzazione del mondo in età moderna.

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11
Q

LE METAFORE GEOGRAFICHE, COSA SONO?

A

Sono i diversi modi di dire, i modelli, le teorie e i linguaggi apparentemente neutrali con cui parlano le diverse geografie.
Sono
1) ancorati al soggetto che li produce
2) esprimono una visione parziale e situata della conoscenza
3) esprimono una traduzione e un atto di appropriazione semantica del mondo

2 dati in comune alla mille formazioni discorsive possibili/metafore geografiche:
- messa al centro di teorie e rappresentazioni spaziali con le quali leggere i fenomeni visibili e invisibili
- presentare come descrizioni della Terra neutrali e oggettive quelle che invece sono le forme di organizzazione sociale dello spazio, che riflettono dinamiche di potere storicamente connotate.

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12
Q

LA NASCITA DELLA CARTOGRAFIA

A

Nasce dal bisogno umano di colonizzare, organizzare e trasformare lo spazio della superficie terrestre, e dall’esigenza di tradurre questo atto in una rappresentazione geografica coerente che risulti in un atto di appropriazione discorsiva del mondo.

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13
Q

LA DEFINIZIONE DI CARTOGRAFIA

A

E’ la riduzione del mondo alla sua rappresentazione e un atto di appropriazione geografica del mondo, presente ben prima delle società complesse.

Lo spazio ha bisogno di essere compreso e pensato razionalmente.

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14
Q

STORIA IN BREVE STEP DELLA CARTOGRAFIA

A

Atto di appropriazione discorsiva e geografica del mondo ben prima delle società complesse

  • preistoria: situare una serie di oggetti nella loro relazione con lo spazio (arte rupestre della Valcamonica e di Catal Huyuk)
  • Antica Grecia: nascita dei primi modelli rappresentativi e descrittivi dello spazio, che ha natura matematica, geometrica, scientifica e meccanica. Sono rappresentazioni svincolate da riferimenti di ordine religioso e che si applicano ai progetti geopolitici e geostrategici dei greci: (ad esempio, come racconta Erodoto, il pinax di Anassimandro perfezionato poi da Ecateo viene presentato al re di Sparta Cleomene I per convincerlo a sorreggere le altre polis nello scontro contro l’impero persiano. Lo spazio a oriente della penisola ellenica diventa un oggetto su cui estendere una dominazione politica e militare).
  • Tolomeo con la sua Geografia rappresenta un tentativo di ricomporre il sapere accumulato e fornire un modello visuale, grafico e matematico del mondo. A Tolomeo si deve a) la suddivisione del mondo in coordinate basate su un reticolo di meridiani e paralleli con cui carta = immagine della terra b) proiezione geometrica (tecniche con cui tridimensionalità tradotta in un’immagine bidimensionale). Modello aristotelico-tolemaico valido fino alla rivoluzione scientifica di Galilei e Copernico
  • Medioevo: Le carte cosmografiche del Medioevo sono ricche di simboli religiosi e allusioni allegoriche, che parlano un linguaggio comunicato e compreso soltanto all’interno di uno specifico contesto, già fatto di affermazioni di principio e di formazioni discorsive che al suo interno acquisiscono significato. Il pubblico a cui le cartografie simboliche si rivolgono possiede già come requisito la pre-conoscenza della complessa combinazione di segni e simboli.
  • Età moderna: agli studi tolemaici si aggiunge la 1) prospettiva lineare, che rivoluziona la pittura, lo sviluppo della cartografia finalizzata a conquiste e a viaggi di esplorazioni. (es: un centro di produzione di carte Olanda, Mercatore e Ortelio)
    2) Il perfezionamento di conoscenze matematico-scientifiche fa dello spazio astratto cartografico un territorio su cui poggia la sovranità, il potere e il controllo dello stato territoriale, che ha bisogno di definire, conoscere e controllare il suo contenuto e i suoi confini
    3) le istituzioni accademiche scientifiche diventano gli organismi deputati allo studio approfondito del territorio (coniugare riflessione immaginifica e osservazione empirica). Es: Accademica delle scienze di Parigi del 1666.
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15
Q

CHE COS’E’ LA GEOGRAFIA

A
  • descrizione della Terra (Farinelli) /sua scrittura geometrica e insieme delle narrazioni sul mondo, un globo irriducibile a forma piana
  • riduzione a discorso dei rapporti economici, storici e socionaturali tra gli esseri viventi e la vita organica del pianeta
  • studio spaziale dei fenomeni antropici
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16
Q

DIFFERENZE PROIEZIONE GEOMETRICA E PROSPETTIVA LINEARE

A

Proiezione tolemaica: ridurre sfericità e tridimensionali della terra in un’immagine bidimensionale, ma l’osservatore è posto in verticale rispetto al punto osservato

Prospettiva lineare: ribaltamento in orizzontale della proiezione, perché l’osservatore è posto in orizzontale, di fronte.

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17
Q

DA DOVE DERIVA STATO TERRITORIALE

A

da “terrere”: terrore, uso di violenza e potere

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18
Q

LA TEORIA DEL FUNZIONAMENTO DEL POTERE DI FOUCAULT: COSA HA INFLUENZATO E COSA SOSTENEVA?

A

Influenzato gli studi sul rapporto-spazio politica.

Sostiene che la relazione tra conoscenza e potere si basi su meccanismi di spazializzazione: considera l’organizzazione dello spazio come strategia fondamentale per il controllo della vita sociale, politica ed economica degli individui di uno stato.

SOCIETA’ TRADIZIONALI/FEUDALI: potere esercitato in forma visiva, con manifestazioni pubbliche e celebrative. Disciplina esibita pubblicamente attraverso atti spettacolari

SOCIETA’ MODERNE/DISCIPLINARI: esercizio del potere è mimetizzato, ha perso la sua visibilità ed evidenza. Il controllo sociale avviene attraverso una sorveglianza invisibile e impercettibile, attraverso l’istituzione di regole interiorizzate dai cittadini. Lo stato mette in atto tecnologie atte a controllare silenziosamente ma pervasivamente ogni aspetto della vita sociale degli individui.

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19
Q

CHE COS’E’ LO STATO

A

1) Prima forma di organizzazione politica che esercita il proprio potere, militare e non, su un territorio unificato e delimitato da confini.
Nasce come prodotto storico, sociale e politico, nell’Europa del Seicento, e rappresenta

2) Modello geografico ideale di organizzazione della politica che nasce in risposta a un bisogno di contenitore di potere e di sicuro controllo sul territorio (che dalla pace di Vestfalia è un’entità contigua, compatta, chiaramente definita su cui lo stato esercita la propria autorità)
Viene riconosciuto anche il diritto interstatale.
3) Modello alternativo di organizzazione socio-economica che diventa un soggetto economico, disponibile e capace di competere dal pov economico/commerciale con stati rivali

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20
Q

QUANDO NASCE LO STATO? E IN CHE FORME SI PRESENTA?

A

E’ una formazione politica e sociale che nasce in prossimità della fine della guerra dei Trent’anni, nell’Europa del ‘600.

1) Organizzazione politica che esercita il proprio potere, militare e non, su un territorio delimitato da chiari confini.
2) Modello geografico di organizzazione dello spazio che nasce in risposta a un bisogno di contenitore di potere e di sicuro controllo del territorio
3) Modello alternativo di organizzazione socio-economica che diventa un soggetto capace di competere dal pov economico/commerciale con stati rivali e di guadagnarsi quindi i mezzi necessari per assicurare la sovranità sul territorio

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21
Q

DA DOVE NASCE LO STATO NAZIONE MODERNO?

A

Dall’associazione tra ‘700 e ‘800 tra l’idea di stato inteso come
- unità politico-amministrativa (contenitore territoriale)
- contenitore spaziale del corpo della nazione

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22
Q

NAZIONE, COS’E’ SECONDO L’APPROCCIO DEL COSTRUTTIVISMO SOCIALE DI ANDERSON E HOBSBAWM?

A

E’ una costruzione sociale e politica legata allo sviluppo dello stato moderno e del capitalismo globale.
La nazione è una comunità immaginata che fonda la sua esistenza sull’invenzione di una tradizione nazionale da parte di un’élite economicamente, politicamente e culturalmente egemonica.

Quest’invenzione possiede un grande potere evocativo: dall’‘800 si pone enfasi sul senso di comunione, di condivisione e partecipazione nazionale, di relazione di compresenza tra tutti i membri di uno stato che tuttavia non si incontreranno mai tutti quanti, che non possiedono legami di parentela.
Ciò che consente di pensarsi come insieme, comunità che condivide un legame spaziale e un’unica matrice identitaria è la forza dell’immaginazione

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23
Q

COSA HA CONTRIBUITO ALLA NASCITA DELLO STATO NAZIONE?

A

Lo smantellamento delle visioni universaliste di stampo religioso.

Età della secolarizzazione illuminista –> esigenza di trovare una nuova fede in grado di rassicurare l’essere umano, che vuole sapere di vivere in continuità rispetto al passato.
Allora il passato diventa il luogo dove radicare l’immaginario collettivo nazionale, da arricchire con racconti di trascorsi ed eventi gloriosi che legittimano la forza della nazione e proiettino i suoi progetti nel presente e nel futuro.

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24
Q

RAGIONE CARTOGRAFICA

A

1) STRUTTURA DELLA CONOSCENZA manifestata attraverso la costruzione di carte geografiche.
2) E’ un MODELLO DEL MONDO che tracima la semplice struttura della Terra, per INVESTIRE VARIE REGIONI DEL SAPERE e molteplici pratiche di controllo della nostra comprensione ed esperienza del mondo.
3) Visione cartografica si fonda su IMPIANTO SPAZIALIZZANTE, TENDENZA CLASSIFICATORIA volta a produrre una visione complessiva del mondo, posizionamento dell’OSSERVATORE ALL’ESTERNO e oggettivazione della conoscenza del pianeta.

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25
Q

CHE COS’E’ LA CARTA IN REALTA? (da processo di decostruzione della carta e della cartografia)

A

La carta è
a) strumento tecnico di potere e di controllo incardinato nell’epistemologia positivista, secondo cui
- oggetti del mondo da cartografare reali ed esprimibili in termini matematici con osservazione e misurazione
b) prodotto di un rapporto tra potere e sapere
c) determinato modo di imporre ordine nel mondo ed esercitare su di esso controllo semantico e materiale (confini naturali = confini che impongono territorialità e definiscono spazio su cui stato esercita controllo)
d) proposta culturale e soggettiva, che può essere letta e interpretata solamente all’interno del contesto sociale, culturale e politico in cui viene prodotta, ovvero all’interno di quel contesto fatto di pre-conoscenze, formazioni discorsive e affermazioni che conferiscono determinati significati a simboli e segni rappresentati sulla carta
e) seleziona, generalizza e normalizza la complessa varietà dei territori, disconoscendo le differenze che li distinguono e riducendo la natura a formula grafica. Immagina gli elementi guardati tutti contemporaneamente da un punto perpendicolare.

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26
Q

LE DUE REGOLE SOTTESE ALLA RAPPR. CARTOGRAFICA

A
  • Regola dell’etnocentrismo: capire il contesto di produzione di una carta individuando il centro della carta stessa
  • Regola dell’ordine sociale: codice non scritto che attraverso gerarchie, silenzi cartografici riflette l’ordine sociale dominante ed esalta la struttura di potere egemonico.
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27
Q

LA NON INNOCENZA DELLA GEOGRAFIA/IL VALORE POLITICO DELLA GEOGRAFIA

A

Nonostante la ricerca persistente di un modello scientifico, accurato e oggettivo del mondo esprimibile attraverso la carta, non esistono rappresentazioni che non siano culturalmente determinate e la geografia non è una disciplina innocente.

A causa di:
- RAGIONE CARTOGRAFICA: specifica struttura della conoscenza che ci fa sembrare ovvio lo sguardo cartografico sul mondo. (investe numerose regioni del sapere, si avvale della tendenza classificatoria e definitoria, si fonda su impianto spazializzante che oggettiva la conoscenza del pianeta collocando osservatore all’esterno)

In realtà, l’ordine cartografico è
1) insieme di rapporti convenzionali stabiliti da chi produce la carta
2) le carte sono lette e interpretate in un contesto fatto di affermazioni di principio, formazioni discorsive e pre-conoscenze attraverso cui una determinata comunità assegna specifici significati a segni e simboli rappresentati nella carta
3) 2 regole sottese alla rappresentazione cartografica

La geografia è compromessa con il potere
- sfrutta la carta come strumento tecnico di controllo e di potere incardinato nell’ideologia positivista che assume che il territorio esista, sia osservabile, misurabile e rappr. dal geografo con linguaggio matematico-scientifico
- presenta una visione parziale del mondo con carattere di assolutezza e oggettività/pretende di presentare una visione innocente e oggettiva del territorio, ma lo spazio raffigurato nella carta è deformato dalle visioni scientifiche, geografiche profondamente biologizzanti, eurocentriche e razziste
- naturalizza e legittima il potere rendendo lo spazio terrestre il sostegno materiale dell’attività politica (effetto speciale della geografia: naturalizzazione del mondo)

NATURALIZZAZIONE DEL MONDO INDAGATA A PARTIRE DA
1) trionfo della LOGICA CARTOGRAFICA in Età moderna: l’Età moderna è caratterizzata infatti da una spettacolarizzazione del mondo concepito come immagine,; verità = certezza del rappresentare e colonizzazione del discorso da parte dell’immagine cartografica stessa)
2) L’affermazione della GEOGRAFIA pura, a-politica e scientifica che si accompagna con il tentativo BORGHESE di distruggere lo stato assoluto aristocratico e di demolire il sapere di cui questi era promotore.
Con la geografia scientifica borghese –> NUOVA CONCEZIONE DI SPAZIO GEOGRAFICO e rifiuto della dimensione politica della scienza, rivendicando la sua neutralità e autonomia.

SPAZIO GEOGRAFICO:
- dispositivo che fa coincidere sapere geografico (spiegazione della sup. terrestre) + cartografico (con la sua rappresentazione)
- ha portato l’adozione di una visione geometrica del territorio: spazio in cui tutti i luoghi hanno le stesse proprietà generali; nasce una sola immagine geometrica della terra, concepibile come schema e gelida fotografia, sempre identica in ciascuna delle sue parti.
- lo spazio così inteso diventa oggetto di appropriazione e dominazione politica

MA ADOZIONE ALLA FINE DEI PRINCIPI TEORICI E METODOLOGICI/CONCETTUALIZZAZIONI GEOGRAFICHE DELLO STATO ASSOLUTO:
1) la superficie terrestre è un’insieme di relazioni tra fenomeni derivanti dalla loro posizione. Ciò che prima era arbitrario è presentato come risultato di leggi e processi naturali.

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28
Q

LA GEOGRAFIA PURA E SCIENTIFICA BORGHESE

A

La visione parziale del mondo presentata con caratteri di oggettività e scientificità dalla geografia (la naturalizzazione del mondo) si lega all’affermazione della geografia pura, a-politica e scientifica borghese, nel suo tentativo di distruggere lo stato assoluto aristocratico e di demolire il sapere di cui questi era promotore.

1) nuova concezione di spazio geografico
2) rifiuto della dimensione politica della scienza, rivendicando la sua neutralità e autonomia.

SPAZIO GEOGRAFICO:
- dispositivo che fa coincidere sapere geografico (spiegazione della sup. terrestre) + cartografico (con la sua rappresentazione)
- ha portato l’adozione di una visione geometrica del territorio: spazio in cui tutti i luoghi hanno le stesse proprietà generali; nasce una sola immagine geometrica della terra, concepibile come schema e gelida fotografia, sempre identica in ciascuna delle sue parti.
- lo spazio così inteso diventa oggetto di appropriazione e dominazione politica

MA ADOZIONE ALLA FINE DEI PRINCIPI TEORICI E METODOLOGICI/CONCETTUALIZZAZIONI GEOGRAFICHE DELLO STATO ASSOLUTO:
1) la superficie terrestre è un’insieme di relazioni tra fenomeni derivanti dalla loro posizione. Ciò che prima era arbitrario è presentato come risultato di leggi e processi naturali.

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29
Q

EFFETTO SPECIALE DELLO SPAZIO GEOGRAFICO

A

1) Insieme delle OPERAZIONI LOGICHE con cui tentiamo di dare ordine agli oggetti della sup. terrestre

2) eppure viene assunto come se fosse un’ENTITA’ REALE E MATERIALE che contiene gli elementi della sup. terrestre e i CONTENITORI/TASSELLI di cui è composto (Stati, regioni), caratterizzati da una certa OMOGENEITA’ INTERNA (da qui l’idea che porzioni del territorio esprimano una propria identità peculiare, una vocazione, un progetto comune a tutta la popolazione e che l’appartenenza territoriale sia rappresentabile e cartografabile.

3) visione del mondo che RIFLETTE L’ORGANIZZAZIONE E L’ORDINE SOCIALE sugli elementi del territorio, e la fa apparire come se fosse una proprietà naturale delle cose stesse

4) si presenta come una GRIGLIA DI COSE E PERSONE AL LORO POSTO con un nome assegnato. E’ una tendenza definitoria e la pratica della denominazione di spazi e persone è uno strumento di dominazione politica (cambiare nome = stabilire un diverso potere e produrre carte diverse da quelle esistenti)

5) il potere della spazializzazione è la rilevazione, accanto all’ordine dello spazio geografico di un DISORDINE, di un’imperfezione non ancora toccata dall’ordine della carta, ma indispensabile a quello stesso ordine per esistere e definirsi come tale

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30
Q

COS’E’ LA REGIONE

A

Concetto polisemantico di difficile definizione, vago nel suo utilizzo da parte di media e contesti accademici, ma che si è tentato di formalizzare all’interno di una riflessione scientifica.

  • si lega alla presenza di CONFINI che delimitano elementi o combinazioni di elementi considerati particolarmente significativi e che consentono alla regione di differenziarsi rispetto al territorio circostante e di estendersi nella misura del suo distinguersi. Diversi sono i parametri.
  • oggi cerchiamo di definire le regioni con sistemi classificatori e descrittivi, individuando confini naturali e stabili, divisioni scientifiche che però dimenticano la complessità storico-culturale del concetto di confine
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31
Q

REGIONE FORMALE e le sue declinazioni (naturale, umanizzata)

A

in base ad ATTRIBUTI OMOGENEI (principio di uniformità interna) che la identificano e distinguono rispetto al territorio circostante

1) naturale: partizioni identificate sulla base di caratteri di ordine fisico-naturale
2) umanizzata: org. territoriale con cui comunità umana ordina e trasforma l’ambiente e produce un paesaggio con un certo grado di uniformità. E’ una metafora che giustifica il progetto coloniale ed è influenzata dalle riflessioni sul paesaggio di Carl Sauer. Le forme imposte sull’ambiente dal paesaggio recano segni di chiara matrice culturale che riflettono una specifica gestione umana del territorio.

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32
Q

REGIONE FUNZIONALE

A

in relazione alle FUNZIONI ESERCITATE DA CENTRI DI ATTRAZIONE e di polarizzazione di aree industriale che con il loro potere accentratore attraggono, connettono e favoriscono l’accumulazione di persone, servizi e mezzi.

E’ formata da AREE ORGANIZZATE ATTORNO A UN PUNTO FOCALE (centro urbano).
L’INDUSTRIA MOTRICE influenza l’org. del luogo e del territorio circostante, ed esercita una funzione attrattiva per le attività che si dispongono a monte, a valle e lateralmente rispetto al processo produttivo.

Lo spazio geometrico oscura le specificità materiali e fisiche del luogo e gli oggetti del paesaggio culturale

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33
Q

REGIONE SISTEMICA

A

Definizione dinamica che si basa sull’esistenza di una struttura in movimento orientata spontaneamente o volontariamente verso un traguardo.

Inserite all’interno di un sistema più grande con cui si relazionano.

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34
Q

REGIONI STORICHE

A

Dipende dall’esistenza di vecchi confini storici

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35
Q

REGIONI CULTURALI

A

Dipende da aspetti culturali, spesso rappresentazioni legate a esigenze di marketing o per incentivare mercato del turismo

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36
Q

RAPPORTO REGIONI CON GEOGRAFIA SCIENTIFICA E POLITICA

A
  • geografia scientifica: mettere in relazione elementi della Terra con fenomeni antropici.
  • geografia politica (descrivere funzionamento dello Stato inteso come luogo di manifestazione di fenomeni politici e descritto attraverso il linguaggio della geografia della vita: stato = organismo che nasce, cresce e avvizzisce)

La regione è uno strumento concettuale che può agevolare lo studio sul funzionamento dello stato moderno

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37
Q

OLINTO MARINELLI

A

Sostenne una TEORIA che avrebbe dovuto STABILIRE SCIENTIFICAMENTE LA DIVISIONE REGIONALE ITALIANA sulla base dell’individuazione di ELEMENTI TIPICI, fino all’identificazione di una REGIONE INTEGRALE, un’unità geografica precisa che si diffonde nell’ambiente fino a dissiparsi.

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38
Q

IL PAESAGGIO PER CARL SAUER INFLUENZA LO STUDIO DELLA REGIONE

A

(Regione umanizzata: org. territoriale con cui comunità umana ordina e trasforma l’ambiente).

Le forme imposte sull’ambiente dal paesaggio recano segni di chiara matrice culturale che riflettono una specifica gestione umana del territorio.

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39
Q

LA SCALA

A

La scala è un particolare FILTRO/STRUMENTO utilizzato dalla geografia per studiare AMPIEZZA E CONFINI dei processi presi in esame.
La scala oggi è il modello di ogni cosa (Farinelli) che trasforma la faccia della Terra a propria immagine e somiglianza.

E’ una nozione importante per
a) nel definire la nostra appartenenza attraverso l’individuazione del nostro posto nel mondo, che si basa sulla presenza di una o più scale: ci definiamo, a seconda dei casi, abitanti di un quartiere, regione, stato, oppure europei
b) la scrittura fisica sul suolo terrestre (il tracciato lineare di strade e autostrade) sostanzia la nostra moderna idea di progresso, facilitando la circolazione rapida di beni e persone. Il mondo è ridotto a tempo di percorrenza. Inoltre, favorisce l’estensione dell’omogeneità: attraverso il reticolato viario lo stato arriva in tutti i territori inclusi nei suoi confini, diffondendovi la propria geoscrittura.

DUE TIPI DI SCALE, SECONDO NEIL SMITH

  • CARTOGRAFICA: rapporto tra grandezza di un oggetto rappresentato su carta e la sua reale dimensione sulla superficie della Terra espressa secondo linguaggio matematico. L’entità dei dettagli, la grandezza dell’area coperta, eventuali inclusioni e omissioni dipendono dalla scala prescelta (grande, media, piccola). La scala oggi è il modello di ogni cosa (Farinelli) che trasforma la faccia della Terra a propria immagine e somiglianza.
  • (lineare): riduzione di luoghi a spazio omologato, misura standard e lineare, cifra orizzontale che produce uniformità e ripetibilità.
  • GEOGRAFICA: si riferisce alla dimensione di spazi specifici (globo, nazione, regione). Strumento che ci consente di assumere un pov specifico a partire dal quale osservare, è un livello analitico privilegiato. Non è un dato naturale, ma è esito di un processo storico e sociale, nel quale emergono e diventano un modo naturale di parlare di pratiche spaziali (riflessione della geografia critica anglosassone).
    Ci consente di distinguere tre scale analitiche: pratiche cartografiche nel quotidiano, regione e stato nazione territoriale.
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40
Q

IL CONCETTO DI AMBIENTE E NATURA SECONDO GEOGRAFIA POSITIVISTA E APPROCCIO DETERMINISTA

A
  • Considera la natura diametralmente opposta all’agire umano da cui però risulta influenzato.
  • fiducia nelle capacità dell’uomo di plasmare le forze della natura a proprio favore –> emergere delle teorie di supremazia razziale
  • certezza nel progresso tecnologico orienta i programmi di sviluppo economico del Secondo Dopoguerra e la crescita basata sullo sfruttamento delle risorse naturali
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41
Q

IL CONCETTO DI AMBIENTE E NATURA A PARTIRE DAGLI ANNI ‘60

A

Natura e ambiente entrano nei dibattiti delle scienze sociali.
Si avverte l’esigenza di approfondire lo studio sull’ambiente, che a seguito dei programmi di sviluppo economico perseguiti dagli stati nel Secondo Dopoguerra si sta trasformando radicalmente.

Nascono le prime critiche al determinismo geografico che fondano l’identità dei primi movimenti ambientalisti.

1) Paul Vidal de La Blanche –> rilievo alla dimensione storica dell’agire umano sull’ambiente
2) Rachel Carson (Silent Spring, 1962) riflessione critica sull’impatto del boom economico capitalista, sui pericolosi risvolti dei meccanismi di crescita economica forsennata (intensificazione della produzione agricola, uso di pesticidi chimici)
3) Movimenti ambientali: riequilibrio rapporti umani con ambiente.

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42
Q

IL CONCETTO DI AMBIENTE E NATURA A PARTIRE DAGLI ANNI ‘70

A

Critica all’accumulazione capitalista, alle dinamiche di estrazione di valore dall’ambiente, alle logiche di appropriazione e mercificazione delle risorse per sostenere lo sviluppo del capitalismo

  • rapporto del Mit sui limiti dello sviluppo, 1972: messa in luce la limitatezza delle risorse finite
  • Conferenza di Stoccolma, 1972 che fonda la progettualità politica sul tema ambientale e riserva attenzione ad alcune problematiche del Sud Globale (desertificazione, deforestazione e accesso all’acqua)
  • rigettata la distinzione tra natura e società dall’incontro tra la prospettiva marxista di David Harvey e quella geografica di Neil Smith: ambiente e natura sono prodotto di dinamiche sociali e storiche con cui l’uomo trasforma l’ambiente
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43
Q

IL CONCETTO DI AMBIENTE E NATURA A PARTIRE DAGLI ANNI ‘80

A

Si lega al concetto di sviluppo, che ha 2 interpretazioni

1) naturale evoluzione della società che vuole affrancarsi dai limiti imposti dalla natura
2) trasformazione determinata da fattori storici ed economici che hanno colonizzato l’intero pianeta

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44
Q

IL CONCETTO DI AMBIENTE E NATURA A PARTIRE DAGLI ANNI ‘90

A

Si sono susseguiti incontri, conferenze, dibattiti, occasioni di confronto sul tema.

  • 1992: Rio –> la Convenzione Quadro dell’ONU stabilisce la nascita delle Conferences of the Parties (COP), conferenze annuali e internazionali che propongono una serie di strumenti per governare lo sviluppo sostenibile e risolvere gli squilibri ambientali.
  • 1997: protocollo di Kyoto volto a limitare le emissioni di gas serra, ma meccanismi di compensazione attivati attraverso la compravendita di carbon credits (facoltà di emettere gas)
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45
Q

IL CONCETTO DI AMBIENTE E NATURA A PARTIRE DAGLI ANNI 2000

A

Si aprono all’insegna di tentativi di ricostruzione dell’equilibrio tra rapporti umani e ambiente, di accordi poi disattesi.

  • Dichiarazione del Millennio
  • controverso Accordo di Parigi non vincolante per i membri aderenti
  • Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (17 obiettivi la cui implementazione risulta ora rallentata dalle dinamiche pandemiche)
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46
Q

LE CAUSE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

A
  • aumento della concentrazione dei gas serra che provocano surriscaldamento globale. Svolgono un ruolo regolatore: trattengono calore nell’atmosfera garantendo una temperatura media superiore rispetto a quella che si avrebbe con la loro assenza.
    Causato da
    1) processi antropici che caratterizzano lo sviluppo delle economie moderne
    2) deforestazione
    3) degrado ambientale
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47
Q

ANTROPOCENE

A
  • teorizzata ala fine anni ‘90 da Paul Crutzen e Eugene Stoermer.
  • era geologica nella quale l’umanità è entrata, dominata da impatto delle attività umane sulla terra, che sono il motore di trasformazione geologica, e contraddistinta dal rischio di eventi estremi e catastrofici.

Concetto che si sviluppa assieme alla retorica e ai discorsi istituzionali costruiti attorno all’urgenza di contrastare i cambiamenti climatici.

E’ stata contrastata dalla geografia critica che ha proposto invece il concetto di Capitalocene

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48
Q

CAPITALOCENE

A

Concetto formulato nell’ambito dell’ecologia politica dallo storico dell’ambiente Jason Moore.

Il Capitalocene avvia una decostruzione dell’Antropocene, visione che ha depoliticizzato la crisi ambientale e climatica legittimando l’idea di dover convivere con la possibilità di eventi estremi.
La crisi ambientale non è responsabilità di un Anthropos generico: vanno indagate in maniera approfondita le disuguaglianze create da asimmetrie di potere.
Essa è invece il prodotto della modernità capitalista, dello sfruttamento indiscriminato delle risorse del suolo e dalla pratica estrattiva di valore dal territorio.

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49
Q

COSA STABILIVA IL PROTOCOLLO DI KYOTO

A

Taglio delle emissioni di gas serra responsabili del surriscaldamento del pianeta.
Tuttavia c’era anche la possibilità di derogare ad alcuni principi stabiliti: gli Usa richiesero meccanismi di compensazione, ovvero la possibilità di comprare dai paesi “green” dell’Africa carbon credits, ovvero il diritto di emettere una certa tonnellata di anidride carbonica o gas serra

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50
Q

COS’E’ IL CONCETTO DI SVILUPPO SOSTENIBILE E CHE OBIETTIVI HA

A

Definizione data per la prima volta nel Rapporto Brundtland del 1987.
La visione dello sviluppo sostenibile intende favorire la convivenza tra sviluppo e protezione ambientale, senza compromettere i bisogni delle generazioni future.

Non più solo mera concezione economica di crescita, ma miglioramento qualitativo del tenore di vita delle popolazioni, raggiunto attraverso la riduzione dell’inquinamento ambientale operata mediante il supporto delle nuove tecnologie.

I suoi principi sono
- mantenere integrità dell’ecosistema attraverso uso sostenibile delle risorse naturali
- raggiungere il massimo profitto in economia minimizzando l’inquinamento
- favorire l’equità sociale (intergenerazionale e intragenerazionale)

Criticità:
- crescita demografica incontrollata nei Paesi a basso reddito
- dipendenza da combustibili fossili
- mancanza di partnership globale che governi le politiche di sviluppo su scala mondiale

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51
Q

IMPATTO SUI TERRITORI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

A
  • aumento temperatura
  • evaporazione dei bacini idrici –> aumento precipitazioni o siccità e desertificazione
  • riduzione delle superfici dei ghiacciai
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52
Q

RICADUTE ECONOMICO-SOCIALI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

A
  • minore resa agricola con conseguente minore produzione di cibo che influenza scelte migratorie di individui e comunità
  • impatto e percezione del cambiamento variano nel tempo e nello spazio (vulnerabilità e resilienza)
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53
Q

PARADIGMI INTERPRETATIVI DEL RAPPORTO TRA SOCIETA’-SVILUPPO-AMBIENTE

A
  • teoria modernista: trainata dalla fiducia nell’innovazione tecnologica e industriale tipica dell’ottimismo post-bellico. Sottosviluppo è una condizione temporanea.
  • teoria della dipendenza: crisi della teoria modernista. Impatto che la colonizzazione ha avuto nel produrre arretratezza in paesi del sud globale. Si aggancia ad essa la teoria del delinking (uscita dalla spirale di sottosviluppo innescata dai rapporti economici con i paesi centrali dell’economia mondiale)
  • teorie neoclassiche e neoliberiste
  • teorie alternative
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54
Q

COSA E’ IL PAESAGGIO

A
  • PALINSESTO DI SIGNIFICATI E PRODOTTO CULTURALE che riflette il sedimentarsi nel tempo di un lungo lavoro umano sul territorio.
  • E’ il prodotto dell’identità di un luogo, città o regione.
  • Per Farinelli è allo stesso tempo OGGETTO (nelle forme concrete del territorio) e SUA RAPPRESENTAZIONE (un determinato modo di guardare e apprezzare le forme nel loro insieme. Il nostro occhio riconosce in quelle forme i segni del rapporto tra esigenze funzionali e conservazione di un repertorio di saperi territoriali)
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55
Q

IL PAESAGGIO NEL RINASCIMENTO

A

A partire dal Rinascimento, il paesaggio è stato preda dell’ILLUSIONE DELL’OGGETTIVITA’, la stessa creata dalla mappa.

D. Cosgrove, nella sua analisi, individua nel paesaggio un modo di RAPPRESENTARE LO SPAZIO E LE RELAZIONI CHE L’UOMO INTRATTIENE COL TERRITORIO nato nell’Italia rinascimentale.

Nasce come RAPPRESENTAZIONE ARTISTICA E LETTERARIA che
1) implica una sensibilità particolare e la centralità assunta dal ruolo della vista (ciò che si vede esiste, è reale, quindi vero)
2) l’osservatore è nascosto ma è la figura dominante padrona assoluta dello spazio rappresentato
3) il paesaggio è rappresentabile in pittura attraverso la prospettiva –> modo corretto di vedere il mondo, una proprietà oggettiva dello spazio che l’uomo ha finalmente conosciuto attraverso il legame che il suo occhio (punto di convergenza di un numero infinito di raggi) istituisce col mondo esterno

Il paesaggio è la naturalizzazione del modo di vedere borghese. Le pitture paesaggistiche escludono la rappr. dei contadini come manodopera sfruttata e in grado di sovvertire l’ordine sociale ingiusto e opprimente; sono invece inclusi nel paesaggio come parte integrante, che curano e lavorano con passione

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56
Q

IL PAESAGGIO COME SGUARDO SOGGETTIVO E ALTERNATIVO SUL MONDO RISPETTO ALLA MAPPA PER ALEXANDER VON HUMBOLDT

A

A. V. H. vuole fondare una GEOGRAFIA PURA basata sulla CONTEMPLAZIONE DEL TERRITORIO E DELLA NATURA, integrando:
- aspetti oggettivi
- esplicitazione della relazione che intercorre tra soggetto che guarda e paesaggio stesso.
Si superano quindi le opposizioni natura/cultura, soggetto/oggetto.
Il soggetto è pienamente incluso e integrato nel paesaggio stesso, e questi è uno sguardo limitato sul mondo dall’ampiezza del campo visivo, che dipende dalla posizione del soggetto osservatore.

E’ una STRATEGIA CULTURALE CHE IMPLICA UNA RIVOLUZIONE VISIVA E POLITICA: portare al centro dell’interesse il paesaggio significa trasformare quel concetto estetico-letterario di cui la borghesia europea si era appropriata in –> STRUMENTO SCIENTIFICO DI CONOSCENZA ALTERNATIVO ALLA MAPPA (a sua volta strumento di sguardo privilegiato sul mondo dal potere aristocratico)

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57
Q

IL PAESAGGIO NELLA GEOGRAFIA POSITIVISTA E PARADIGMA DETERMINISTA

A

(Per questo paradigma la geografia è una scienza esatta, puro sapere descrittivo e si lega alle teorie evoluzioniste e organiciste di matrice darwiniana e alle speculazioni del fondatore della geopolitica Friedrich Ratzel).
Una volta assunto il potere da parte della borghesia, le premesse della geografia scientifica humboldtiana vengono contraddette e la geografia diventa con colonialismo e imperialismo uno strumento di legittimazione dei processi di colonizzazione e di consolidamento degli stati nazione.

GLI AMBIENTI INFLUENZANO I GRUPPI UMANI E LE RELAZIONI CHE INTERCORRONO TRA DI ESSI.
Il geografo deve quindi indagare come lo spazio obbliga l’uomo ad assumere certi comportamenti e il PAESAGGIO E’ UN SEMPLICE OGGETTO DI STUDIO, una porzione visibile della superficie terrestre di cui descrivere i lineamenti prescindendo dal legame con interpretazione soggettiva.

La concezione deterministica di paesaggio si lega alla figura di Carl Sauer che ha reso possibile la CLASSIFICAZIONE OGGETTIVA DEGLI ELEMENTI che compongono i diversi tipi di paesaggio: ad esempio, le 4 aree paesaggistiche italiane sono classificabili sulla base di aspetti morfologici ed elementi della vita vegetale e biologica presenti

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58
Q

IL PAESAGGIO STORICO DELLE ANNALES

A
  • critica all’insufficienza del dato visibile come criterio di comprensione del reale
  • paesaggio è non solo ciò che si vede, MA CIO’ CHE OCCULTA MA CONTIENE I PROCESSI STORICI, ECONOMICI E SOCIALI DI CUI E’ IL RIFLESSO.
    Esso reca i contrassegni di determinate strutture sociali e giuridiche ambientali attraverso cui leggere la SEDIMENTAZIONE DEI RAPPORTI FONDIARI NEL TEMPO.

Ad esempio:
1) paesaggio a campi aperti –> presenza storica di società collettivista orientata all’autoconsumo
2) paesaggio a campi chiusi e recintati –> agricoltura intensiva e privatistica volta all’immissione sul mercato di prodotti commercializzabili.
3) paesaggio della Pianura Padana –> antica organizzazione mezzadrile
4) paesaggio poco recintato del sud Italia –> presenza di grandi ed estesi latifondi

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59
Q

IL PAESAGGIO NELL’APPROCCIO NEO-POSITIVISTA E GEOGRAFIA QUANTITATIVA del Secondo Dopoguerra

A

Torna a riproporre l’idea di SPAZIO COME ENTITA’ QUANTIFICABILE e GEOGRAFIA COME SCIENZA ESATTA, che spiega il funzionamento del mondo attraverso leggi e modelli razionali.

Abbozzatore fu Christaller con la sua teoria delle località centrali che propone una visione geografica che si fonda sulla quantificazione dello spazio, e che si presta alla legittimazione di progetto politici (fu sostenitore del nazismo) ma fallimentari dal punto di vista dei tentativi pratici di applicazione.

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60
Q

IL PAESAGGIO NELLA GEOGRAFIA UMANISTA Anni ‘70

A
  • torna a criticare idea di geografia come scienza esatta e quantificabile
  • nuova rilevanza assunta dalle RELAZIONI UMANE E dagli ASPETTI SOCIALI come FATTORI DI SIGNIFICAZIONE DELLO SPAZIO, che è relativo e mutevole e mai oggettivo

Secondo Henri Lefebvre l’idea di spazio oggettivo e assoluto ha aggravato le forme di marginalità e sfruttamento nelle aree povere del mondo.

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61
Q

SCALETTA DISCORSO SUL PAESAGGIO

A
  • definizione (palinsesto di significati e prodotto culturale che riflette il sedimentarsi nel tempo del lungo lavoro umano su territorio. Fonte e prodotto di identità di luogo, città e regione)
    E’ allo stesso tempo oggetto (nelle forme concrete del territorio) e sua rappresentazione (un determinato modo di guardare e apprezzare le forme nel loro insieme attraverso il nostro occhio che le riconosce come segni del rapporto tra esigenze/funzionali e conservazione del repertorio di saperi territoriali)
  • preda dell’illusione dell’oggettività come la mappa: modo di vedere e rappresentare le relazioni uomo/spazio nato nell’Italia rinascimentale. Rappresentazione artistica e letteraria, ruolo dell’osservatore e tecnica della prospettiva. Naturalizzazione del modo di vedere borghese.
  • paesaggio per Humboldt: progetto di geografia pura basata su contemplazione territorio ed esplicitazione relazione soggetto/paesaggio. Ne fa uno strumento scientifico di conoscenza alternativo alla mappa. Fine opposizione binaria soggetto/oggetto - natura/cultura
  • geografia positivista e determinista: geografia scienza esatta. Analisi ambiente come influenza uomo e relazioni tra di essi. Paesaggio porzione di superficie osservabile di cui descrivere lineamenti prescindendo da legame con interpretazione soggettiva. Carl Sauer e la classificazione oggettiva di elementi che compongono i diversi tipi di paesaggio.
  • la rivoluzione delle Annales e il paesaggio storico: critica all’insufficienza del dato visivo. Paesaggio è ciò che occulta ma contiene processi storico-sociali di cui è il riflesso e che rivelano la sedimentazione di rapporti fondiari nel tempo.
    Geografia con Bloch e Gambi si libera dal bisogno di oggettività ed esattezza e diventa descrizione soggettiva di spazi e paesaggi
  • geografia scienza esatta, spazio quantificabile dell’approccio neo-positivista e geografia quantitativa. Spiegare il mondo con modelli funzionali e leggi razionali. Christaller
  • geografia umanista anni ‘70: critica a presunta oggettività e scientificità della geografia e recupero centralità relazioni umane e aspetti sociali come fattori di significazione dello spazio che è relativo e mutevole
  • nuovi indirizzi di analisi nello studio del paesaggio e una nuova fase di ripensamento
    1) paesaggio come pratica di Cresswell
    2) paesaggio come testo di James Duncan
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62
Q

COSA HA FATTO CARL SAUER PER IL PAESAGGIO

A

Secondo la concezione deterministica di paesaggio di Carl Sauer si rende possibile la CLASSIFICAZIONE OGGETTIVA DEGLI ELEMENTI che compongono i diversi tipi di paesaggio: ad esempio, le 4 aree paesaggistiche italiane sono classificabili sulla base di aspetti morfologici ed elementi della vita vegetale e biologica presenti.

Le forme imposte sull’ambiente dal paesaggio (inteso come composto da elementi naturali + forme imposte dall’attività umana) recano SEGNI DI CHIARA MATRICE CULTURALE che riflettono una specifica gestione umana del territorio.

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63
Q

LA TEORIA DELLE LOCALITA’ CENTRALI DI W. CHRISTALLER

A

Modello funzionalista attraverso cui spiegare il funzionamento del mondo mediante leggi razionali abbozzato nel 1933 da Walter Christaller.
Rientra nll’approccio neo-positivista della geografia quantitativa del Secondo Dopoguerra.

Esso tenta di spiegare la distribuzione, la forma e la gerarchizzazione dei centri urbani sul territorio.
I centri abitati si dispongono secondo un’organizzazione gerarchica legata ai servizi e ai beni che ogni borgo è capace di offrire.

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64
Q

COSA ASSUME PER LUCIO GAMBI IL PAESAGGIO?

A

Assume dignità di potenza storica perché variano i valori attribuiti al paesaggio dall’opera dell’uomo, che conferisce al territorio significati di volta in volta diversi.

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65
Q

COSA E’ LA PROSPETTIVA?

A

Modo corretto di vedere il mondo, una proprietà oggettiva dello spazio che l’uomo ha finalmente conosciuto attraverso il legame che il suo occhio (punto di convergenza di un numero infinito di raggi) istituisce col mondo esterno

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66
Q

PAESAGGIO COME PRATICA DI TIM CRESSWELL

A

Ripensare il ruolo egemonico e pervasivo della vista nella concezione di paesaggio.
Paesaggio non è qualcosa di solamente visto, ma è reso vivo e dinamico dalle pratiche spaziali, creative e performative dei soggetti embodied.
Sono anche i nostri movimenti di routine che rendono vivo e materiale il paesaggio (es: gli spazi turistici animati dal movimento della camminata)

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67
Q

PAESAGGIO COME TESTO DI JAMES DUNCAN

A
  • Testo letto attraverso FILTRI INTERPRETATIVI INEDITI –> i paesaggi possono essere sovvertiti dalle interpretazioni date da gruppi sociali diversi, che conferiscono al paesaggio significati precisi
  • è un sistema SIMBOLICO-MATERIALE DI SEGNI prodotti, scritti e letti (sono momenti diversi e distinti) da gruppi sociali diversi
  • il linguaggio di cui è intessuto e materializzato simbolicamente in edifici e monumenti comunica una serie di narrative su chi costruisce e abita il paesaggio, i loro valori, credenze, pratiche e ideologie
  • non si può controllare come saranno interpretati i segni da chi abiterà e utilizzerà il paesaggio in futuro –> sistema di SEGNI INSTABILI
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68
Q

COS’E’ IL LUOGO

A

E’ qualcosa di molto più complesso rispetto alla localizzazione oggettiva di uno spazio sulla mappa.
Spazio degli affetti, della memoria e della pratica quotidiana, concetto aperto a mille interpretazioni e che muta continuamente, indispensabile per la definizione del sé individuale e collettivo.

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69
Q

LUOGO NELLA GEOGRAFIA UMANISTICA

A

Concetto utile per indagare:
1) i MODI UNICI E IRRIPETIBILI con cui INTERPRETIAMO E CONOSCIAMO il mondo
2) come individui mostrano particolare ATTACCAMENTO NEI CONFRONTI DI DETERMINATI LUOGHI = paesaggi caricati di sense of place (attaccamento emotivo profondo che coinvolge tutti i sensi e che produce una conoscenza profonda e una grande simbiosi affettiva)
3) luogo come parametro di giudizio delle alterità

E. Relph: indagine dal pov fenomenologico –> uomo costruisce sempre una relazione tra il sé e il mondo rispetto a un dove (c’è sempre un’essenza che trasforma i luoghi in spazi speciali)

Edward Casey: rapporto spazio/luogo. E se il luogo venisse prima dello spazio? Non è detto che il luogo sia un’articolazione di qualcosa di universale come lo spazio.
Si passa da spazio a luogo attraverso la nostra CORPOREITA’ (David Seamon), i balletti del corpo (body ballet), gesti quotidiani, ripetuti, performativi che rendono il luogo il palcoscenico in cui si sviluppa, con il proprio ritmo, la nostra vita quotidiana.

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Q

LA CRITICA ALLA CONCEZIONE DI LUOGO DELLA GEOGRAFIA UMANISTICA

(TEORIA RAPPRESENTAZIONALE, GEOGRAFIA FEMMINISTA E MARXISTA)

A

Teoria rappresentazionale:

secondo Allan Pred e Doreen Massey il luogo è un PROCESSO, spazio in continuo divenire che può essere pensato come PUNTO DI INTERSEZIONE DI INTERAZIONI SOCIALI INFINITE MAI FISSE nello spazio e nel tempo su cui molte metropoli costruiscono la loro attuale fortuna.
Sono luoghi che non hanno confini chiari, stabili e netti, ma molteplici identità continuamente rinegoziate.

Le teorie di Doreen Massey (in “For Space”) riflettono il cambio di paradigma avvenuto con la non-representational theory: spazio non è un’entità stabile, ma una FORMAZIONE COSTITUITA DA RELAZIONI sociali, materiali, simboliche, umane e più che umane

Geografia femminista:
critica al luogo come qualcosa di essenziale, sicuro, profondo, una casa, un rifugio descritto attraverso la nostra geografia dei sentimenti ammantata di retorica romantica, che tuttavia rischia di marginalizzare ed escludere chi a quei luoghi non sente di appartenere. (es: casa = violenza, sopraffazione maschilista).

Geografia marxista: David Harvey –> strutturazione sociale e politica dei luoghi che cambiano a seconda del continuo sviluppo dello spazio capitalistico.
La fissità dei luoghi deve spesso resistere all’impetuoso flusso dei processi di globalizzazione e alla mobilità del capitale che modifica i connotati spaziali. Questa tensione è alla base di quei gruppi politico che celebrano la preservazione del particolarismo locale con particolare miitanza e coinvolgimento e che si sentono minacciati dalla compressione spazio-temporale che rischia di eradicare le caratteristiche storiche di una comunità legata a una propria identità locale.

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Q

COM’ERA ANALIZZATO IL LUOGO PRIMA DELLA GEOGRAFIA UMANISTICA?

A

Geografia descrittiva pre-umanista:
- oggetto da trattare in modo descrittivo e idiografico (lunghe descrizioni di luoghi con caratteristiche morfologiche e climatiche)
- una non ben teorizzata porzione di superficie terrestre

Geografia quantitativa:
- luogo: entità localizzabile

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IL CONTRIBUTO DI YI-FU TUAN NELLA GEOGRAFIA DEL LUOGO

A

Il luogo è il prodotto di una serie di PROCESSI sociali, politici e culturali da cui si diramano PRATICHE QUOTIDIANE di stampo ideologico, costituite da una complessa interazione tra esseri umani - natura - spazio e tempo.

Il luogo ha diverse caratteristiche:
1) PERSONALITA’: ciò che rende unico il luogo e appartiene al luogo stesso
2) SPIRITO: ciò che rende un luogo speciale e gli conferisce una certa sacralità
3) STABILITA’: esiste nella sua dimensione materiale indipendentemente da chi lo percepisce
4) SENSE OF PLACE: attaccamento emotivo profondo a un luogo che coinvolge tutti i sensi e che produce una conoscenza profonda e una grande simbiosi affettiva

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Q

SENSE OF PLACE, COS’E’?

A

Attaccamento emotivo profondo a un luogo che coinvolge tutti i sensi e che produce una conoscenza profonda e una grande simbiosi affettiva

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Q

IL RUOLO DELLE CARTE NEL PROCESSO DI NATION-BUILDING ITALIANO

A

Partendo dal presupposto che la sovranità dello stato nazione deriva anche dal riconoscimento di confini che separano la comunità immaginaria dalle altre e che compattano lo spazio interno, le rappr. cartografiche hanno giocato un ruolo fondamentale nel processo di nation-building italiano

L’Italia tenta di darsi confini esatti, stabili, scientifici e univoci e politicamente riconosciuti ricorrendo ad elementi naturali e fisici.
1) si applica allo spazio politico italiano il concetto di regione integrale di Marinelli: in prossimità dello Spartiacque Alpino (punto dove i bacini idrografici padani si separano da quelli europei) viene fissato il confine italiano, in base alla dispersione, mano a mano che ci si allontana dal centro della regione, di elementi tipici e caratteri fisico-naturali
2) La stessa tesi ripresa dalla carta teorizzata da Cesare Battisti per l’identificazione dei confini dell’attuale Trentino-Alto Adige. Al confine naturale stabilito si unì la maggioranza di popolazione presente nella regione delimitata (sovrapposizione territorio+poplazione)
3) Ettore Tolomei infine propose un’italianizzazione spesso inventata della toponomastica locale tirolese basata su un lavoro filologico (sovrapposizione di livello fisico, storico-antropico e linguistico)

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Q

COS’E’ L’ECOLOGIA POLITICA

A

Prospettiva critica sulle problematiche ambientali

  • ‘70/’80 in seno alle riflessioni delle scienze sociali di ispirazione neo-marxista, post-colonialista e femminista
  • indagare relazioni tra fattori politici/economici/sociali e cambiamenti ambientali
  • terreno di ricerca eterogeneo e multidisciplinare in cui confluiscono approcci di antropologia culturale e sociale, critical development studies e riflessioni sul post-sviluppo
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COS’E’ IL POST SVILUPPO

A

Prospettiva critica sulle problematiche ambientali e riflessione emersa negli anni ‘90

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Q

CHE SIGNIFICA POLITICIZZARE L’ECOLOGIA?

A

Significa conferire un’impronta e una connotazione politica alle pratiche socio-ambientali, riconoscendo la natura politica dell’ambiente influenzato dalle dinamiche di potere e dalle visioni strategiche ad esse sottese.

In contesti di depoliticizzazione del conflitto ambientale, le visioni politiche sottese alle pratiche socio-ambientali sono state legittimate dall’expertise di tecnici e scienziati

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Q

OBIETTIVI DELL’ECOLOGIA POLITICA

A

1) superamento processi di accumulazione capitalistica e mercificazione in relazione alle dinamiche di accesso alle risorse, che provocano esclusione e diseguaglianza sociale in un contesto di distribuzione iniqua dei costi e dei benefici
2) politicizzare l’ecologia riconoscendo i limiti del pensiero tecnico-scientifico con il quale spesso vengono giustificate visioni politiche sottese alle pratiche socio-ambientali, ritenendo necessaria l’appropriazione di prospettive progressiste e radicali
3) adozione di metodi di ricerca sociali di tipo empirico (ricerca sul campo) per analizzare problematiche assieme a soggetti sociali più o meno marginalizzati, gettando luce su rivendicazioni, processi di decolonizzazione, deforestazione, desertificazione, lotte contadine e, in contesti urbani, politiche di democratizzazione e preservazione di aree verdi

Il concetto di Capitalocene è stato formulato nell’ambito dell’ecologia politica dallo storico dell’ambiente Jason Moore.

Il Capitalocene avvia una decostruzione dell’Antropocene, visione che ha depoliticizzato la crisi ambientale e climatica legittimando l’idea di dover convivere con la possibilità di eventi estremi.
La crisi ambientale non è responsabilità di un Anthropos generico: vanno indagate in maniera approfondita le disuguaglianze create da asimmetrie di potere.
Essa è invece il prodotto della modernità capitalista, dello sfruttamento indiscriminato delle risorse del suolo e dalla pratica estrattiva di valore dal territorio.

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Q

OBIETTIVI DEL POST-SVILUPPO (l’obiettivo primario?)

A

1) Decostruire il discorso dominante dell’approccio modernista, occidentale e neoliberale/egemonia del pensiero moderno occidentale
2) critica alla nozione di sviluppo come prodotto della visione del mondo occidentale e oppressiva che lo giustifica come modello universale
3) contestare il legame di questa visione con Illuminismo e suddivisione cartesiana in res cogitans e res extensa
4) proporre modelli di sviluppo post-sviluppisti che valorizzino pratiche locali, conoscenze

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Q

COSA SOSTIENE VANDANA SHIVA?

A

Il processo di greening portato avanti da diverse economie non è sempre positivo, ma sembra riproporre versioni ecologiche e sociali di sviluppo che non sono altro che versioni più accettabili della prospettiva neoliberista

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Q

COSA SONO I CONFLITTI AMBIENTALI?

A

Tipo di conflitto sociale sorto attorno a cause di carattere ambientale (come politiche politiche o estrattive di valore dal suolo, progetti infrastrutturali ecc)

Caratterizzati da:
1) riduzione quantitativa o qualitativa delle risorse ambientali disponibili
2) presenza di opposizione/resistenza da parte della società civile e da parte di comunità coinvolte o danneggiate, organizzazione e movimenti sociali che si mobilitano per difendere diversi modelli di gestione delle risorse

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Q

COS’E’ IL TURISMO?

A

E’ un FENOMENO COMPLESSO E CENTRALE nella cultura europea e occidentale, che attraverso l’incontro e contrasto con l’altro ha COSTRUITO LA PROPRIA IDENTITA’.

Attraverso i codici culturali che guidano le pratiche turistiche si attribuiscono determinati SIGNIFICATI A LUOGHI E SPAZI.

Attorno agli spazi del turismo CONVERGONO ASPETTATIVE/IMMAGINARI molto diversi tra loro su cui tutti noi abbiamo qualcosa da dire.

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Q

IL TURISMO CONTEMPORANEO RIFLETTE ALCUNI MODELLI CHE SI SONO AFFERMATI NELL’OCCIDENTE EUROPEO, QUALI?

A

Esso ha radici ne:
1) pratica coloniale e imperialista volta alla conquista di un mondo –> da inserire all’interno di uno spazio culturale
2) viaggi ed esplorazioni nell’800 fondano una pratica individuale e collettiva assieme, e rappresentano un modo di essere dell’abbiente borghesia europea.
3) il modello comportamentale del primo vero turista è fornito da A.V.H.: un geografo-esploratore ma anche un viaggiatore curioso che coniuga esigenze di indagine scientifica al piacere della scoperta dell’arte e della poetica dei luoghi
3) si associano pratiche di natura politica –> i racconti di viaggio di esploratori partecipi dei circoli delle elite politiche diventano uno strumento per legittimare il dominio militare e coloniale sul pianeta
4) flaneur: atteggiamento che ispira il turista contemporaneo. Il flaneur è colui che desidera vivere e contemplare la città da ospite, come osservatore esterno che vaga per gli ambienti urbani senza scopo prefissato, per accogliere le atmosfere e lo spirito dei luoghi
5) pratica della visita a esposizioni universali instaura una relazione stabile e standardizzata con la cultura altra
6) attraverso il turismo domestico si autocertifica la propria identità nazionale e si sostiene un progetto politico guidato da un’ideologia nazionalista (mappatura di luoghi sacri alla nazione, catalogazione delle meraviglie naturali e culturali, scelta di simboli di identità nazionale)

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Q

I DUE TIPI DI FILONI DI STUDIO SUL TURISMO

A

A) Management studies: studi quantitativi che si occupano di analisi economiche, aziendali e logistiche
B) Analisi di tipo qualitativo a cui afferiscono i contributi di geografia e antropologia –> geografia del turismo rientra in questo secondo filone

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Q

TURISMO POST-MODERNO E CONTEMPORANEO, le caratteristiche

A
  • Fenomeno globale e di massa, legato all’affermazione di una serie di modelli di consumo e ritualità orientata a catturare e interiorizzare l’esperienza del viaggio.
  • La massificazione dei comportamenti –> rigettare l’omologazione con lo stereotipo, prediligendo un viaggio che ci metta in connessione con la cultura locale e con la natura incontaminata
  • ma nel turismo contemporaneo, nella sua configurazione patrimonialista, naturalista, culturale ed escursionista, sia natura che cultura sono addomesticate per servire il mercato del turismo –> attraverso a) ribrandizzazione e sponsorizzazione di una serie di elementi di attrazione culturali che definiscono l’identità di un’area (come cibo, patrimonio e monumenti storici); b) voli low-cost
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Q

CITY BRANDING, COS’E’?

A

STRATEGIA DI COMUNICAZIONE che consiste nella COSTRUZIONE DELL’IDENTITA’ di una città e nella sua COMUNICAZIONE ALL’ESTERNO in un’ottica di promozione, attraverso la formulazione di una promessa di valore al proprio target.

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Q

COS’E’ IL POST-COLONIALISMO

A

Critica al post-strutturalismo di Foucault e Lacan.
Il prefisso post può essere inteso secondo un duplice ordine di significati:
1) significato cronologico: indica il periodo di post-indipendenza di territori dapprima soggetti a un dominio coloniale
2) nel significato assunto dalla fine degli anni ‘70, indica l’eredità lasciata dalla colonizzazione su culture e società moderne e il tentativo di revisionare l’esperienza coloniale a partire dal presente globale

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Q

COS’E’ IL DECOLONIALISMO (nel senso di prospettiva di studi)?

A

Elaborazione teorica, prospettiva

  • connessa al gruppo Modernidad/Colonialidad/Decolonialidad costituitosi a partire dagli anni ‘90 in Sud America e USA
  • dagli studi sulla colonialità di Anìbal Quijano –> decolonizzazione completa con la decolonizzazione del sapere (=smantellamento della logica che ha animato i processi coloniali, sorretta da una prospettiva di conoscenza eurocentrica. La colonialità di potere ha infatti tratto la sua forza dalla colonialità del sapere, dalla pretesa irrazionale di imporre la propria visione del mondo come universale)
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Q

ASPETTI IN COMUNE TRA POST-COLONIALISMO E DECOLONIALISMO

A

Critica all’eurocentrismo, focus su culture altre, consapevolezza dell’importanza di una pluralità di prospettive, critica al colonialismo occidentale

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Q

ASPETTI IN COMUNE TRA POST-COLONIALISMO E DECOLONIALISMO

A

Essi condividono/sono accomunati da:

1) Critica all’eurocentrismo e al colonialismo occidentale
2) focus su culture altre
3) consapevolezza dell’importanza di considerare una pluralità di prospettive

E perseguono:

1) decostruzione delle grandi narrazioni scritte da una prospettiva di sguardo occidentale ed eurocentrica
2) critica (soprattutto da parte degli studi decoloniali) alle categorie occidentali di sviluppo, modernità e progresso
3) creazione di nuove ipotesi interpretative aprendosi a linguaggi, pratiche e memorie indigene

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Q

IL RAPPORTO DECOLONIALISMO E STUDI GEOGRAFICI

A

Le prospettive decoloniali stimolano la geografia a chiedersi che cosa significhi decolonizzare il sapere geografico e come si possa perseguire attraverso epistemologie, ontologie e utilizzando nuovi strumenti concettuali.

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Q

GLI STRUMENTI e ontologie CHE LE INDIGENOUS GEOGRAPHIES HANNO PROPOSTO ALLA GEOGRAFIA PER STIMOLARLA A ROMPERE IL PROPRIO LEGAME CON LE PROSPETTIVE CATEGORIALI OCCIDENTALI ED EUROCENTRICHE e aprirsi in maniera teorico-epistemica a nuovi linguaggi e saperi

A
  • POSITIONALLY: lo studioso deve dichiarare il proprio posizionamento nella struttura sociale, confermando la natura situata della conoscenza e negando l’idea di conoscenza universale. (Infatti, come è possibile aprirsi a nuovi linguaggi e saperi valorizzando i margini nei paesi caratterizzati dal colonialismo di insediamento che sono ancora popolati da studiosi bianchi e occidentali che hanno imposto la loro visione del mondo?
  • EMBODIMENT e PROSPETTIVA DEL CUERPO-TERRITORIO: prospettiva intersezionale avanzata dal pensiero femminista: riconosciuta importanza che la corporalità riveste nei processi territoriali. Il colonialismo è stato appropriazione di territori –> quindi anche di corpi (comunità e territorio unico soggetto di azione politica)
  • valorizzazione delle PRATICHE INDIGENE DEL WORLD-MAKING e del mapping attraverso le potenzialità degli strumenti cartografici. Nuovi studi si chiedono come si possano sviluppare pratiche di mapping a partire dalle pratiche indigene basate su performance, co-creazione e diretto coinvolgimento
  • conferimento di AUTORSHIP ALLA TERRA: inscindibile dall’umano (superata la dicotomia cultura-natura/soggetto-oggetto).
    La terra è manifestazione del divenire insieme e dello stato di relazionalità che nel pensiero aborigeno lega piante, persone e animali. Ha un ruolo attivo in tutto ciò che sappiamo, facciamo e siamo. La stessa emergenza ambientale non è qualcosa di astratto, ma una minaccia concreta che diventa corpo, domandandoci responsabilità
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Q

GLI STRUMENTI e ontologie CHE LE INDIGENOUS GEOGRAPHIES HANNO PROPOSTO ALLA GEOGRAFIA PER STIMOLARLA A ROMPERE IL PROPRIO LEGAME CON LE PROSPETTIVE CATEGORIALI OCCIDENTALI ED EUROCENTRICHE e aprirsi in maniera teorico-epistemica a nuovi linguaggi e saperi

A
  • POSITIONALLY: lo studioso deve dichiarare il proprio posizionamento nella struttura sociale, confermando la natura situata della conoscenza e negando l’idea di conoscenza universale. (Infatti, come è possibile aprirsi a nuovi linguaggi e saperi valorizzando i margini nei paesi caratterizzati dal colonialismo di insediamento che sono ancora popolati da studiosi bianchi e occidentali che hanno imposto la loro visione del mondo?
  • EMBODIMENT e PROSPETTIVA DEL CUERPO-TERRITORIO: prospettiva intersezionale avanzata dal pensiero femminista: riconosciuta importanza che la corporalità riveste nei processi territoriali. Il colonialismo è stato appropriazione di territori –> quindi anche di corpi (comunità e territorio unico soggetto di azione politica)
  • valorizzazione delle PRATICHE INDIGENE DEL WORLD-MAKING e del mapping attraverso le potenzialità degli strumenti cartografici. Nuovi studi si chiedono come si possano sviluppare pratiche di mapping a partire dalle pratiche indigene basate su performance, co-creazione e diretto coinvolgimento
  • conferimento di AUTORSHIP ALLA TERRA: inscindibile dall’umano (superata la dicotomia cultura-natura/soggetto-oggetto).
    La terra è manifestazione del divenire insieme e dello stato di relazionalità che nel pensiero aborigeno lega piante, persone e animali. Ha un ruolo attivo in tutto ciò che sappiamo, facciamo e siamo. La stessa emergenza ambientale non è qualcosa di astratto, ma una minaccia concreta che diventa corpo, domandandoci responsabilità
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Q

HOMI K. BHABHA e i concetti offerti alla prospettiva post-coloniale

A

A) Ibridità: assenza di soggettività fissate, nette, rigidamente distinte. Le identità di colonizzatore e colonizzato sono l’esito di una costruzione reciproca e interdipendente che avviene nel terzo spazio

B) Terzo spazio: lo spazio dell’enunciazione, delle formazioni discorsive, dove si rinegoziano continuamente i significati e si producono contenuti e identità culturali soggette a ricostruzioni e reinterpretazioni attraverso pratiche discorsive.

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DIPESH CHAKRABARTY e i concetti offerti alla prospettiva post-coloniale

A

A) Provincializzazione dell’Europa –> prospettiva critico-decostruttiva con cui si auspica il superamento dell’eurocentrismo, della grande narrazione occidentale, della figura immaginaria intessuta di forme stereotipiche con cui l’Europa ha imposto la propria egemonia e dichiarato la marginalità degli Altri. –> fondata sulla proiezione del Mercatore.

Propone un rinnovamento del sapere europeo a partire dalla pluralità e diversità dei margini.

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Q

COS’E’ LA DECOLONIZZAZIONE DEL SAPERE PROPOSTA DALLA PROSPETTIVA DECOLONIALE?

A

Smantellamento della logica che ha animato i processi coloniali, sorretta da una prospettiva di conoscenza eurocentrica. La colonialità di potere ha infatti tratto la sua forza dalla colonialità del sapere, dalla pretesa irrazionale di imporre la propria visione del mondo come universale

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Q

COS’E’ IL POSITIONALLY?

A

E’ uno strumento concettuale, prospettiva adottata dalle indigenous geographies per stimolare la geografia a perseguire una decolonizzazione del sapere geografico.

Lo studioso deve dichiarare il proprio posizionamento nella struttura sociale, confermando la natura situata della conoscenza e negando l’idea di conoscenza universale. (Infatti, come è possibile aprirsi a nuovi linguaggi e saperi valorizzando i margini nei paesi caratterizzati dal colonialismo di insediamento che sono ancora popolati da studiosi bianchi e occidentali che hanno imposto la loro visione del mondo?

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Q

COS’E’ L’EMBODIMENT E PROSPETTIVA DEL CUERPO TERRITORIO?

A

E’ uno strumento concettuale, prospettiva adottata dalle indigenous geographies per stimolare la geografia a perseguire una decolonizzazione del sapere geografico.

Prospettiva intersezionale avanzata dal pensiero femminista: riconosciuta importanza che la corporalità riveste nei processi territoriali. Il colonialismo è stato appropriazione di territori –> quindi anche di corpi (comunità e territorio unico soggetto di azione politica)

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Q

VALORIZZAZIONE DELLE PRATICHE INDIGENE DEL WORLD MAKING, COSA SONO E PERCHE’?

A

E’ uno strumento concettuale, prospettiva adottata dalle indigenous geographies per stimolare la geografia a perseguire una decolonizzazione del sapere geografico.

Valorizzazione delle PRATICHE INDIGENE DEL WORLD-MAKING e del mapping attraverso le potenzialità degli strumenti cartografici. Nuovi studi si chiedono come si possano sviluppare pratiche di mapping a partire dalle pratiche indigene basate su performance, co-creazione e diretto coinvolgimento

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Q

CONFERIMENTO DI AUTORSHIP ALLA TERRA, COS’E’?

A

E’ uno strumento concettuale, prospettiva adottata dalle indigenous geographies per stimolare la geografia a perseguire una decolonizzazione del sapere geografico.

La terra, nelle geografie indigene, è considerata 1) inscindibile dall’umano (superata la dicotomia cultura-natura/soggetto-oggetto).
2) manifestazione del divenire insieme e dello stato di relazionalità che nel pensiero aborigeno lega piante, persone e animali.
3) Ha un ruolo attivo in tutto ciò che sappiamo, facciamo e siamo.

La stessa emergenza ambientale non è qualcosa di astratto, ma una minaccia concreta che diventa corpo, domandandoci responsabilità

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Q

GEOGRAFIA DI GENERE, DA DOVE NASCE?

A

Dall’incontro tra:
- prospettiva geografica
- impegno femminista

negli anni ‘80

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Q

DEFINIZIONE DI GENERE DI JOAN WALLACH SCOTT

A

ORGANIZZAZIONE sociale della differenza sessuale, che stabilisce i SIGNIFICATI dati alle differenze tra i corpi.

Principio organizzatore considerato un asse di potere sociale da Linda McDowell

Concetto con cui si codificano ruoli, comportamenti, atteggiamenti associati per convenzione culturale all’essere uomo/donna –> ma sono interpretazioni sedimentate –> tradizioni da mettere in discussione

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Q

DIFFERENZA DI GENERE SI RIFLETTE NELLA RIPRODUZIONE SOCIALE DELLO SPAZIO + 3 TIPI DI DISCORSI

A

venendo legittimata dalla BIOPOLITICA (=forma di potere che si basa sul governo, manipolazione e mobilitazione dei corpi)

  • cos’è il corpo
  • cos’è la sessualità per Foucault
  • differenze tra i corpi riflesse nell’opposizione binaria che riguarda lo spazio
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Q

COS’E’ IL CORPO NELLA PROSPETTIVA DELLA GEOGRAFIA DI GENERE?

A

E’ un sito su cui costruire differenza.
Non è un prodotto naturale o pre-culturale, ma prodotto di RAPPRESENTAZIONI DOMINANTE.
Una serie di pratiche sociali DISCIPLINANO E NORMALIZZANO IL COMPORTAMENTO SOCIALE che si esplica attraverso il corpo, assegnandogli un ruolo e un posto.

Micro-fisica del potere che agisce:
a) attraverso il controllo dello Stato
b) autodisciplina, autocensura e sorveglianza reciproca

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Q

COS’E’ LA SESSUALITA’ PER FOUCAULT?

A

Dispositivo politico che si costruisce a partire dal discorso sul sesso, e che fa sembrare alcuni aspetti della realtà normali e altri no, attraverso la spazializzazione delle differenze –> lo spazio riflette la distinzione tra norma (comportamento convenzionalmente accettato, presentato come naturale e originario) e devianza.

La norma: manifestazioni corporee di eterosessualità nello spazio pubblico, che appaiono ovvie, scontate (eterosessualità normativa)
Devianza: prospettiva queer, la prostituzione segregata ai margini delle strade, tutti gli orientamenti considerati anomali e che vengono presentati come minaccia al comportamento rispettabile e ordinato.

106
Q

LE DIFFERENZE DI GENERE SI RIFLETTONO NELLE OPPOSIZIONI BINARIE CHE RIGUARDANO LO SPAZIO

A

Pubblico-privato, fuori-dentro

Primi termini: associati alla costruzione dell’idea del maschile –> man-made world, che abita e frequenta spazi pubblici

Secondi termini: associati all’idea del femminile, assegnato a uno spazio privato, protetto, sicuro –> geografie femministe mettono in discussione questa concezione romantica e sentimentale di luogo, di “casa” intesa come rifugio, ma che può rivelarsi spesso spazio di oppressione maschilista e patriarcale.

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Q

I CORPI USATI NEL SIMBOLISMO NAZIONALE? COME? IN 2 MODI.

A

CORPO FEMMINILE:
1) incorpora degli ideali (bellezza, virtù, libertà e giustizia) attraverso cui la madrepatria viene rappresentata come una madre da proteggere e custodire.
2) veicolo di riproduzione biologica che le politiche nataliste cercano di salvaguardare: una donna mette al mondo i figli della nazione che ha il dovere di allevare
3) nel caso degli stupri di guerra, il corpo della donna si fonde e si penetra con quello della nazione –> territorio e comunità femminile risultano profondamente intrallacciate. Violenza al corpo della donna: violenza alla motherland altrui

CORPO MASCHILE:
chiamato in causa e rappresentato a livello nazionale dalla figura del milite ignoto che si sacrifica attraverso un’azione per la patria, che incorpora e dalla quale è incorporato a livello metonimico

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Q

NELLE RAPPRESENTAZIONI DEL PAESAGGIO L’ARTE RIFLETTE NON SOLO DIFFERENZE DI CLASSE MA ANCHE DI GENERE. COME? + ESEMPIO

A

Evidenziato da Gillien Rose nella sua analisi del celebre quadro di T. Gainsborough “Mr. and Mrs. Andrews”

Il paesaggio come modo di vedere egemonico si fa portavoce di distinzioni di classe (nasconde il duro lavoro dei contadini) e di distinzioni di genere (i due coniugi sono posizionati in maniera diversa)

Lo sguardo dell’osservatore esterno (del soggetto moderno universale), illusoriamente oggettivo ma profondamente maschilista, ha a lungo convalidato l’immagine della donna passiva e immobile.

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Q

TEORIA DELLA SOGGETTIVITA’ E DELLA DIFFERENZA PROPOSTA DALLA GEOGRAFIA FEMMINISTA E DI GENERE

A

Ci sono soggettività, differenze e identità molteplici associate alla corporalità e non legate a una dimensione gerarchica dei punti di vista.

L’identità non è univoca, ma è un processo costruito da intersezioni tra variabili diverse che possono diventare luogo di oppressione sociale.

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Q

BIOPOLITICA, COSA SIGNIFICA IL TERMINE?

A

Coniato da Rudolf Kjéllen per riferirsi a COMPONENTE BIOLOGICA RELATIVA ALL’ESSENZA DI STATO COME ORGANSIMO

Per Foucault (che riprende il termine in “Volontà di sapere”, 1976) è il processo attraverso il quale la VITA BIOLOGICA COMINCIA A ESSERE INCLUSA NEI CALCOLI DEL POTERE STATUALE, che considera centrale il controllo delle condizioni di vita degli esseri umani (nei termini di salute, alimentazione, demografia, ed esercizio di sovranità su corpo, menti e spazi degli individui)

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Q

IL CONTROLLO SULLE CONDIZIONI DI VITA E LA PRATICA SOVRANA DI DECISIONE SULLA MORTE DELLA BIOPOLITICA

A

La biopolitica considera centrali il CONTROLLO DELLE CONDIZIONI DI VITA DEGLI ESSERI UMANI (in termini di salute, alimentazione, demografia) e l’ESERCIZIO DI SOVRANITA’ SU CORPO, MENTI E SPAZI DEGLI INDIVIDUI.

Connette due dimensioni essenziali dell’agire associato (vita e politica, individuo e società).

Essa è tesa
1) al miglioramento delle condizioni di vita
2) ma ancor di più, secondo Agamben, alla restaurazione della pratica sovrana di decisione anche sulla morte degli individui. La biopolitica intende depurare lo Stato dagli agenti patogeni, parassitari e infettanti, restaurando un regime di presunta normalità: è il corpo che diventa “nuda vita”, come successe per lo sterminio nazista.

112
Q

L’APPELLO BIOPOLITICO A UN NUOVO ORIZZONTE NEO-POSITIVISTA DEGLI ANNI ‘60

A

intende interpretare
- natura umana
- funzionamento della società

alla luce delle verità formulate dalla scienza (neurologia, biologia molecolare, etologia)

e che si riflette in 2 tipi di narrazioni politiche e geopolitiche, secondo Lemke:

1) interpretazione del funzionamento del processo politico come diretto dai principi vitalistici della natura 2) fiducia nella capacità dell’azione politica di modificare vita e natura per supportare i processi di sviluppo ed espansione positivista

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Q

IL RAPPORTO CON IL POTERE SOVRANO DELLA BIOPOLITICA (AGAMBEN)

A

Il potere sovrano si pone LEGALMENTE FUORI DALLA LEGGE –> facoltà di sospendere la validità dell’ordinamento giuridico

E’ SIA FUORI CHE DENTRO L’ORDINAMENTO GIURIDICO –> in uno spazio di eccezione che presenta confini indefiniti tra esterno e interno. Qui è sovrano e invisibile e ha il potere di decidere di cambiare le regole del gioco e di stabilire giorno dopo giorno l’ordine legittimo e chi ne deve essere bandito

Il più potente stato di eccezione spazializzato è il campo di concentramento: qui la violenza del potere sovrano redarguisce e lancia messaggi a chi sta fuori dal campo, traducendo la nuda vita in statistica, in corpi della nazione annientati nella loro dimensione pre-politica

114
Q

BIOPOLITICA E GEOPOLITICA

A

Una conseguenza della spazializzazione della politica è la produzione dopo il 1989 di un Nuovo Ordine Mondiale e di teorie geopolitiche che hanno ALIMENTATO UNA SERIE DI PRATICHE BIOPOLITICHE BASATE SUL CONTROLLO DEI CORPI di soggetti considerati pericolosi per il nuovo ordine stabilito, in nome del mantenimento della sicurezza (= nuova ansia era post-guerra fredda).

Lo spazio pubblico è stato militarizzato, territorializzato e la retorica della gestione della sicurezza interna agli Stati è stata impugnata dalle forze neo-conservatrici occidentali, che indicano il multiculturalismo come una minaccia per identità e senso di appartenenza nazionale

115
Q

STERMINIO NAZISTA, TEORIE EUGENETICHE e RAPPORTO CON BIOPOLITICA

A

Lo sterminio nazista si lega, secondo Agamben a:
- restaurazione della pratica sovrana di decisione sulla morte perseguita dalla biopolitica, che intende depurare lo Stato dagli agenti patogeni, parassitari e infettanti, restaurando un regime di presunta normalità: è una sovranità che riduce il corpo a “nuda vita”.
- prodotto del legame tra biopolitica + affermarsi delle scienze della vita, teorie positiviste, evoluzioniste e darwiniste (impiegate in politica nell’analisi del funzionamento delle società umane)

116
Q

COS’E’ LO SPAZIO DI ECCEZIONE?

A

Uno spazio dai confini indefiniti in cui si colloca il potere sovrano, che è allo stesso tempo sia fuori che dentro l’ordinamento stesso, autorevole e invisibile, con la facoltà di cambiare le regole del gioco, di stabilire l’ordine legittimo e chi ne deve essere bandito.

117
Q

CHI ERA ALEXANDER VON HUMBOLDT?

A

Naturalista, geografo, esploratore e botanico tedesco, le cui riflessioni contribuirono a definire il paradigma della moderna geografia scientifica e a riconsiderare sotto una nuova luce l’esperienza del viaggio di esplorazione.

118
Q

COM’E’ CAMBIATA L’ESPERIENZA DEL VIAGGIO A PARTIRE DA ALEXANDER VON HUMBOLDT?

A

Fondò anche il modello comportamentale del primo vero turista antelitteram: geografo-esploratore ma anche viaggiatore curioso che coniuga l’indagine scientifica con la scoperta dell’arte e della poetica dei luoghi.

119
Q

IL DEBITO CHE LE SCIENZE E LA GEOGRAFIA HANNO NEI CONFRONTI DI ALEXANDER VON HUMBOLDT

A
  • ridefinito una nuova tipologia di ricerca scientifica
  • fondato il paradigma della moderna geografia scientifica
  • promosso idea di scienza come “fisica del mondo”
  • le sue riflessioni e osservazioni sono state fondamentali nello sviluppo di molte branche del sapere scientifico e geografico
120
Q

COSA SCOPRI’, TRA LE ALTRE COSE, ALEXANDER VON HUMBOLDT?

A
  • identificò la corrente oceanica (che porta il suo nome) che lambisce le coste del Perù
  • stretto legame tra altitudine, temperatura e distribuzione spaziale delle specie vegetali e animali
  • introduzione delle isoterme nelle mappe (linee che uniscono i punti rappresentativi sulla carta delle superfici in cui la temperatura ha lo stesso valore)
  • studi pioneristici di vulcanologia
121
Q

GLI OBIETTIVI DI ALEXANDER VON HUMBOLDT alla base della SCIENZA COME “FISICA DEL MONDO”

A

1) INDAGINE SPAZIALIZZATA E COMPARATIVA che evidenzi il ruolo dell’ambiente nell’analisi del rapporto tra ELEMENTI ORGANICI e HABITAT IN CUI VIVONO (indagare le variabili geografiche che influiscono sui meccanismi di distribuzione delle diverse specie) –> ci sono infatti INTERCONNESSIONI E INTERRELAZIONI tra fenomeni naturali e le loro ricadute sulla Terra (es: legame tra altitudine, temperatura e distribuzione spaziale delle specie naturali e vegetali alle diverse altezze)
3) PROMUOVERE UNO SGUARDO D’INSIEME: in natura tutto è connesso, esiste un equilibrio che governa i molteplici fatti che devono essere sì studiati separatamente ma tenendo conto della loro reciproca influenza
4) promuovere un DISCORSO SCIENTIFICO IN GRADO DI CONNETTERE DIVERSE BRANCHE del sapere, idea alla base dell’impostazione della sua opera monumentale, Kosmos.

122
Q

LE OPERE DI ALEXANDER VON HUMBOLDT

A

1) opera in 30 volumi: “Viaggio nelle regioni equinoziali del Nuovo Continente”
2) Kosmos, sintesi in più volumi della sua riflessione che abbraccia tutti i campi del sapere geografico

123
Q

COSA SIGNIFICA SCIENZA COME “FISICA DEL MONDO” DI ALEXANDER VON HUMBOLDT?

A

E’ la nuova scienza inaugurata dalle riflessioni e dai contributi di Alexander Von Humboldt, che ridefinì una nuova tipologia di ricerca e fondò il paradigma della moderna geografia scientifica.

1) INDAGINE SPAZIALIZZATA E COMPARATIVA che evidenzi il ruolo dell’ambiente nell’analisi del rapporto tra ELEMENTI ORGANICI e HABITAT IN CUI VIVONO (indagare le variabili geografiche che influiscono sui meccanismi di distribuzione delle diverse specie) –> ci sono infatti INTERCONNESSIONI E INTERRELAZIONI tra fenomeni naturali e le loro ricadute sulla Terra (es: legame tra altitudine, temperatura e distribuzione spaziale delle specie naturali e vegetali alle diverse altezze)
3) PROMUOVERE UNO SGUARDO D’INSIEME: in natura tutto è connesso, esiste un equilibrio che governa i molteplici fatti che devono essere sì studiati separatamente ma tenendo conto della loro reciproca influenza
4) promuovere un DISCORSO SCIENTIFICO IN GRADO DI CONNETTERE DIVERSE BRANCHE del sapere, idea alla base dell’impostazione della sua opera monumentale, Kosmos.

124
Q

DIMENSIONE POLITICA della visione di ALEXANDER VON HUMBOLDT

A

Ha ampliato l’orizzonte culturale del vecchio mondo –> sul nuovo, fondando un nuovo modo con cui le élite europee potessero comprendere se stesse nel confronto con le culture considerate altre (Othering)

Metodologie fondamentali nel sostenere la cultura del viaggio e dell’esplorazione a fini imperialisti, favorendo uno sguardo sul mondo funzionale per chi, dai centri europei, ne ha indagato la struttura e definito le rappresentazioni.

125
Q

INCONTRO CON CULTURE ALTRE PRODOTTE DAL VIAGGIO, COSA PRODUCE? (tutti i modi per dirlo)

A
  • un nuovo modo di comprendere sé stessi attraverso l’incontro e confronto con le culture altre
  • costruire la propria identità attraverso l’incontro con l’altro (in “cosa è il turismo”)
  • (Othering di Spivak): la pratica con cui l’Occidente ha costruito la propria identità attraverso il confronto/contrasto con l’altro colonizzato, percepito come inferiore e subalterno
126
Q

ISTITUZIONI ACCADEMICHE SCIENTIFICHE

A

Sono organismi in Età moderna deputati ad uno studio del territorio approfondito che coniughi

  • riflessione immaginifica
  • osservazione empirica

come l’Academica delle scienze di Parigi del 1666, nell’ambito della riorganizzazione centralista dello Stato attuata durante il regno di Luigi XIV

127
Q

CARTA CASSINI

A

Carta generale di Francia pubblicata dopo circa 70 anni di misurazioni geometriche avviate da Gian Domenico Cassini.

E’ un modello di rappresentazione scientifica standardizzato, che ritrae in maniera uniforme, con scala e simbolismo unitari, tutto il territorio dello stato.

128
Q

COS’E’ LA CITTA’? (ALCUNE DEFINIZIONI)

A

1) MANIFESTAZIONE evidente dell’AZIONE UMANA sul territorio
2) AGGREGATO composto da un GRAN NUMERO DI PERSONE CHE VIVONO VICINE A DENSITA’ MOLTO ALTE
3) PUNTO DI MASSIMA CONCENTRAZIONE DEL POTERE E DELLA CULTURA DI UNA CIVILTA’
4) SIMBOLO DELLA SOCIALITA’ UMANA che si realizza il luoghi pubblici, dove l’esperienza umana –> trasformata in SEGNI e in MODELLI DI COMPORTAMENTO
5) DIMENSIONE SPAZIALE che l’uomo vive attraverso il CORPO e i MOVIMENTI

129
Q

MAX WEBER COME CONSIDERA LE DEFINIZIONI SULL’IDEA DI CITTA’?

A

Max Weber nota il riduzionismo di certe definizioni che prendono in considerazione solamente l’aspetto fisico, topografico e quantitativo del fenomeno (come quella di Peter Haggett).

Per lui la città estende un FORTE POTERE SUGGESTIVO E ATTRATTIVO OLTRE I SUOI CONFINI, grazie all’influenza di istituzioni, reti di strutture e trasporto, attività industriali e attrezzature culturali e ricreative.
L’URBANESIMO (modo di vita tipico della città) DIFFUSO annulla le differenze tra modi di vita rurali e quelli urbani.

La CONCENTRAZIONE SPAZIALE URBANA continuerà a favorire sviluppo informazionale e innovazione, poiché questi richiedono come risorsa = CAPITALE UMANO, che per svilupparsi ha bisogno di PROSSIMITA’, CONTATTO E VICINANZA.

130
Q

STORIA, IN BREVE, DELL’EVOLUZIONE DI CITTA’

A

1) Con la Rivoluzione agricola –> nascita dell’agricoltura + prime forme di stanzialità e primi insediamenti stabili sul territorio + complessificazione dell’organizzazione sociale

2) Sviluppo delle CITTA’ STATO IN GRECIA dal VIII a.C. è prodotto del fenomeno del SINECISMO (concentrazione spaziale della pop. e fusione di città e villaggi minori sotto una metropoli gerarchicamente superiore) –> esigenze amm., difesa, interazioni umane e sinergie che daranno luogo a futuri processi di civilizzazione.
Nascita dei primi modelli FORMALI, RAZIONALI e PIANIFICATI di sviluppo urbano

3) Medioevo: sviluppo di un modello feudale caratterizzato da PAESAGGIO FRAMMENTATO E FRAZIONATO (numerose piccole città con ruoli diversi)

4) Dal ‘400: sviluppo del modello urbano umanistico-rinascimentale ispirato ai modelli urbanistici dell’antichità –> promozione RAPPRESENTAZIONE RAZIONALE dell’URBE che sfrutta anche studi su PROSPETTIVA LINEARE e CARTOGRAFIA (città progettata, disegnata e poi costruita secondo i principi della PIANIFICAZIONE URBANA)

5) ‘700/’800: Rafforzamento della città pianificata con
- consolidamento stato moderno e coloniale
- emergere borghesia capitalista
- sviluppo modernità industriale –> motore di sviluppo urbano = fabbrica attorno a cui prendono forma i quartieri operai.
Scompaiono mura, si trasforma lo spazio periferico per accogliere il proletariato urbano, nascono i passages.
- applicato modelli di pianificazione urbana razionale per ripensare e risanare le strutture urbane delle capitali (es: HaussmanN)

131
Q

COSA SONO I PASSAGES

A

GALLERIE PROTETTE da copertura di ferro o vetro (=materiali simbolo della riv. industriale) e ospitato NUOVI SPAZI DI SOCIALITA’ E DI CONSUMO (come empori per la vendita di beni fabbricati dall’industria)

132
Q

PROGETTO DI HAUSMANN

A

Vasto progetto di PIANIFICAZIONE E RISTRUTTURAZIONE/RISANAMENTO URBANO attuato tra gli anni ‘50 e fine ‘60 dell’800 nella Parigi di Napoleone III.

  • demolire strutture nel centro storico prive di interesse storico-simbolico
  • ricostruire da zero molte zone parigine
  • allestire strade più larghe tra gli edifici per sostituire le strette e spesso insalubri vie medievali (applicare modello igienista)
  • espulsione della popolazione meno abbiente verso le periferie (banlieue) determinando fenomeni di marginalità e povertà
133
Q

QUANDO E COME NASCE IL MOVIMENTO MODERNISTA?

A
  • 1933 con la produzione della Carta di Atene da parte dei CIAM (congressi internazionali architettura moderna) istituiti da Le Corbusier
134
Q

PER COSA SI CARATTERIZZA IL MOVIMENTO MODERNO?

A
  • produzione di PROGRAMMI DI SVILUPPO ECONOMICO e di ricostruzione delle città bombardate –> regole che risentono della temperie positivista, della fiducia nel progresso tecnologico e nella produzione seriale tipica della 2RIV.IND.
  • CITTA’ E CASA: macchinari di fabbrica sviluppati secondo principi ordinati, razionali e funzionali per favorire progresso sociale, sviluppo economico –> trascurare ogni aggiunta estetica superficiale a favore di forme essenziali e impiego di materiali nudi come il cemento a vista (brutalismo/international style)
  • organizzazione della città in zone distinte (ZONIZZAZIONE), ciascuna delle quali corrisponde a una funzione ben precisa. Zone CONNESSE TRA DI LORO ATTRAVERSO RETI DI COMUNICAZIONE E TRASPORTO
  • PROGETTI DI CLEAN-SWEEP PLANNING: sradicamento e DEMOLIZIONE VECCHI QUARTIERI a favore di ricostruzione ex novo (sostituiti con quartieri con abitazioni modulari e complessi di condomini multipiano) che crei città funzionalmente migliori, benessere sociale, crescita economica e uguaglianza.
135
Q

CRISI DEL FORDISMO/CRISI DELL’ABITARE MODERNO

A

Emerge la consapevolezza del nesso tra
- articolazione sociale (nata dal modo di produzione capitalistico)
- costruzione dello spazio urbano

+ esigenza di separare idea di urbanizzazione da quella di sviluppo, visto che lo spazio urbano è uno spazio che può essere modificato di giorno in giorno dal comportamento imprevedibile e diverso da parte degli individui.

Crisi da fine anni ‘60 con crisi economica (shock petrolifero 1973), rivolte studentesche e rivendicazioni operaie.

La città fordista = paesaggi aridi, monotoni, schematici e alienanti, centri di criminalità, vandalismo e degradazione sociale.
Grande Tragedia della Monotonia = incomprensione fordista del senso della città, che dovrebbe essere invece mossa da processi vitali e creativi

136
Q

STEP BREVISSIMI PER PARLARE DEL MODERNISMO/CITTA’ MODERNA E FORDISTA

A
  • nascita del movimento moderno, 1933, Ciam
  • produzione di programmi di sviluppo economico e ricostruzione delle città bombardate
  • città e casa: macchinari di fabbrica + principi ordinati, razionali e funzionali, forme semplici ed essenziali e materiali nudi
  • zonizzazione e connessione tra zone mediante reti di trasporto
  • clean-sweep planning e ricostruzione di quartieri con abitazioni modulari e complessi di edifici multipiano
  • cosa è il fordismo (applicazione del modello modernista all’idea di città + indirizzo di politica economica e ristrutturazione capitalistica –> avvento era di consumi di massa e nascita di nuova divisione scientifica del lavoro)
  • Henry Ford e il cambiamento che provocò l’applicazione della catena di montaggio di Taylor
  • città dell’automobile e della motorizzazione individuale + svolta nell’aspetto delle città con sviluppo infrastrutture stradali per collegare periferie a centri delle città e luoghi di lavoro
  • casa fordista rifornita con accessori ed elettrodomestici prodotti da fabbrica
  • crisi del fordismo e dell’abitare moderno da anni ‘60 dietro diverse spinte e critica all’incomprensione del senso della città da parte di Jane Jacobs, “Grande Tragedia della Monotonia”
137
Q

COS’E’ IL FORDISMO

A
  • L’applicazione del MODELLO MODERNISTA ALL’IDEA DI CITTA’.
  • Insieme di INDIRIZZI DI POLITICA ECONOMICA e di RISTRUTTURAZIONE CAPITALISTA che, in sinergia con l’applicazione del modello modernista all’idea di città, favoriscono l’avvento dei CONSUMI DI MASSA e nascita di DIVISIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO.
138
Q

NASCITA DEL POST-FORDISMO E DELLA CITTA’ POST-FORDISMO

A

Nascita si colloca a partire dalla crisi del modello modernista tra fine anni ‘60 e inizio anni ‘70 (ragioni per cui crisi dell’abitare fordista)

139
Q

I VALORI CARDINE CHE CARATTERIZZANO LA CITTA’ POST-FORDISTA

A
  • VALORIZZAZIONE DELLE CITTA’ DAL POV ESTETICO/ARCHITETTONICO (si fa strada il concetto di TOWNSCAPE (recupero componente estetica e attenzione per decorazione, dettaglio, superfetazione, diversità locale) vs CITYSCAPE = linearità e spigolosità delle forme moderniste)
  • RIVITALIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO-CULTURALE da preservare e custodire (HERITAGE PRESERVATION)
  • VALORIZZAZIONE DELL’INDUSTRIA CULTURALE
  • CITYBRANDING: STRATEGIA DI COMUNICAZIONE che consiste nella COSTRUZIONE DELL’IDENTITA’ riconoscibile di una città e nella sua COMUNICAZIONE ALL’ESTERNO in un’ottica di promozione, come un marchio da sponsorizzare e vendere, attraverso la formulazione di una promessa di valore al proprio target.
  • GOVERNANCE (nuovo modello di pianificazione urbana opposto al government (modello centralizzato e statale). E’ un modello neoliberale ed europeo in cui il progettatore di piani di sviluppo è sovrastatale (UE), ma il processo decisionale di programmazione e gestione di quartieri è partecipato anche dagli stessi abitanti degli ambienti cittadini, che con il loro contributo rafforzano e legittimano le politiche urbane esistenti, consolidando l’azione di governo includendo e contenendo il dissenso

+ FENOMENI DELLA GENTRIFICAZIONE E GATED COMMUNITY

140
Q

COS’E’ LA GOVERNANCE URBANA OPPOSTA AL GOVERNMENT?

A

Modello di pianificazione urbana opposto al government (statale e centralizzato) in cui il progettatore di piani di sviluppo è sovrastatale (UE) ma il processo decisionale è partecipato da attori economici privati e anche dagli stessi abitanti, che con il loro contributo rafforzano e legittimano siffatte politiche urbane e consolidano l’azione di governo, che include e contiene il dissenso.,

141
Q

IN QUALE CONTESTO SI AFFERMA IL POST-FORDISMO?

A
  • crescita del settore finanziario/componente finanziaria
  • affermazione del settore dei servizi/centralità del settore terziario
  • affermazione dei processi di globalizzazione
  • fenomeni di de-industrializzazione e conseguente delocalizzazione della produzione in Paesi a basso reddito
142
Q

COS’E’ LA GENTRIFICAZIONE

A

1) Fenomeno centrale nell’affermazione del modello post-fordista di città.

2) Manifestazione della fine dell’ideale spazio urbano inteso nel suo insieme: città e pensata per forme distinte e non più come un organismo coeso e controllabile nel suo complesso.

3) Processo di ristrutturazione/riformulazione/rifacimento di porzioni di città già esistenti –> con cui si decide di allontanare classi lavoratrici a basso reddito/classi più deboli –> per sostituirle con afflusso di residenti da reddito medio e medio-alto (revanscismo: termine marxista + displacement)

4) Consiste in un miglioramento degli edifici, arredo urbano, infrastrutture e servizi, valorizzando vecchi terreni per renderli appetibili a classi più agiate, rifunzionalizzandoli sulla base delle esigenze e dei consumi della nuova service class (land rent). Le isole gentrificate diventano simboli attraverso cui spettacolarizzare gli elementi rappresentativi del paesaggio urbano.
Questo processo produce aumento del valore immobiliare e del mercato degli affitti

E’ un processo che si lega alla deindustrializzazione dei Paesi più ricchi a partire dagli anni ‘70.
- declino demografico e riduzione del valore immobiliare dei quartieri operai (devalorisation)
- mancato ritorno economico del capitale dapprima investito

143
Q

COS’E’ UNA GATED COMMUNITY

A

QUARTIERI RESIDENZIALI A TEMA fortemente SEPARATI e SEGREGATI dal tessuto urbano circostante, circondati da muri, cancelli impenetrabili, con accessi riservati e controllati da sistemi di videosorveglianza

  • logica securitaria ricercata da determinate classi sociali —> al riparo da crimine, violenza delle grandi metropoli
  • spazi di conservazione ritagliati e rifunzionalizzati sulla base delle esigenze dei loro abitanti
  • ricerca e conferma di status symbol e di una condizione economica privilegiata
144
Q

CHI SONO I GENTRIFIERS

A
  • studenti, artisti
  • professionisti disposti al rischio
  • giovani genitori lavoratori
  • classi medio-alte
145
Q

STEP BREVISSIMI DI CITTA’ POSTFORDISTA

A
  • nascita da crisi del paradigma fordista/modernista tra ‘60 e ‘70
  • si lega a processi di globalizzazione, deindustrializzazione e delocalizzazione della produzione, centralità della componente finanziaria e crescita del settore dei servizi entro cui cercare accumulazione di capitale
  • i valori cardine sono:
    1) valorizzazione della componente architettonica ed estetica della città (townscape vs cityscape)
    2) rivitalizzazione del patrimonio storico-artistico cittadino da preservare e conservare (heritage preservation)
    3) centralità dell’industria creativa
    4) citybranding
    5) nuovo modello di pianificazione e gestione urbana della governance (vs government)
    6) fenomeni di gentrificazione e gated community
146
Q

ESEMPI DI GENTRIFICAZIONE

A
  • Le Marais di Parigi
  • Hackney a Londra
  • Prenzlauerberg a Berlino
147
Q

COS’E’ IL TOWNSCAPE

A

Valore cardine della città e del paradigma post-modernista/post-fordista con cui si indica

  • valorizzazione delle città dal pov estetico/architettonico / recupero della componente estetica del paesaggio
  • attenzione a decorazione, dettagli, alla diversità locale, alla superfetazione, alla creazione di spazi piacevoli e accoglienti.
148
Q

COS’E’ LA GEOPOLITICA?

A
  • definizione non semplice
  • particolare sguardo/modo di guardare al mondo
  • tentativo di indagine della realtà che si fonda sulla spazializzazione della politica ottocentesca
149
Q

IL PENSIERO DI MACKINDER E DI HAUSHOFER

A

Due figure centrali che hanno fondato le prime visioni geopolitiche che spettacolarizzano il rapporto tra spazio/politica

  • Mackinder
    1) convinto che il SAPERE GEOGRAFICO possa consentire alla Gran Bretagna di tornare a pensarsi come potenza.
    2) Considera chiusa l’epoca delle grandi esplorazioni marittime che avevano fondato la fortuna di potenze come quella inglese (epoca colombiana) per riconoscere il rilievo assunto dalle POTENZE CONTINENTALI che possono contare sull’estensione delle reti ferroviarie e sul liberamento di potenziale strategico e industriale liberato dagli avanzamenti tecnologici degli ultimi decenni.
    3) Nel 1904 pubblica la mappa “The Natural Seats of Power” –> mondo diviso in panregioni (hearland, area pivot accesso al dominio del mondo)
  • Hauhofer: ufficiale tedesco deluso dalle sistemazioni del Trattato di Versailles del 1919
    1) vuole che la Germania torni a pensarsi come potenza, riconquistando il suo Lebensraum e costruendo una Grossdeutschland.
    2) Come Mackinder: mondo diviso in panregioni
150
Q

PERCHE’ LA GEOPOLITICA ESERCITA COSI’ TANTO FASCINO?

A
  • pretende di giustificare come OVVIA una DETERMINATA VISIONE DEI RAPPORTI INTERNAZIONALI, che non è neutrale, ma influenzata dalle dinamiche e politiche di potere di cui è il riflesso
  • accompagnata da DISCORSI GRAVIDI DI LUOGHI COMUNI, di INTERPRETAZIONI SEMPLICISTICHE e LETTURE RIDUZIONISTICHE dei rapporti internazionali, spesso impregnati di visioni isteriche e paranoidi
  • MA ESERCITA FASCINO PER LA SUA ATTITUDINE DIVULGATIVA, per la NARRAZIONE CHIARA e COESA, e per la SPETTACOLARIZZAZIONE del RAPPORTO SPAZIO/POLITICA
151
Q

QUANDO VIENE CONIATO IL TERMINE ‘GEOPOLITICA’, QUANDO EMERGE E IN CHE CONTESTO STORICO?

A
  • coniato nel 1899 dal politologo svedese Rudolf Kjellén per indicare interesse a indagare il rapporto tra geografia/politica + legame con dottrina dello stato come organismo geografico di Ratzel
  • emerge in un contesto in rapidissimo cambiamento, tra ‘800 e ‘900 segnato da
    1) cambiamenti dovuti a innovazioni tecnologiche e industriali che modificano gli equilibri internazionali
    2) elaborazione di visioni geopolitiche da parte di gruppi di intellettuali alla guida degli Stati destinate a entrare in collisione e a modificare gli assetti di potere
152
Q

LA DOTTRINA DELLO STATO COME ORGANISMO GEOGRAFICO E BIOLOGICO DI RATZEL

A

Stato è un organismo geografico e biologico che ha bisogno, per crescere, sopravvivere e prosperare, di uno spazio definito Lebensraum: all’espansione o contrazione territoriale corrispondono rispettivamente la vitalità o la decadenza dello Stato.

Il mondo è destinato a dividersi in PANREGIONI, esito del processo di assorbimento delle nazioni più piccole da parte di quelle più grandi. Queste megaregioni sono imperniate su un centro fortemente industrializzato, e circondate da una periferia ricca di risorse che consente allo stato di raggiungere un’autarchia interna tale da avere l’approvvigionamento e il controllo necessario delle risorse da evitare conflitti con le potenze vicine.

153
Q

LA SPAZIALIZZAZIONE DELLA POLITICA OTTOCENTESCA

A

si fonda sulla spettacolarizzazione del rapporto spazio/politica e ha fondato la fortuna della geopolitica.

  • Visioni/teorie politiche –> tradotte in modelli geografici attraverso una narrazione chiara e coesa dalla forte attitudine divulgativa
  • Trascrizione geografica –> proiezioni e aspirazioni imperiali

Legati alla figura di Raztel e al suo pensiero dello stato come luogo in cui si manifestano fenomeni politici, stato come organismo geografico e biologico che –> ha bisogno di SPAZIO (lebensraum) in cui crescere e prosperare.

154
Q

GUERRA FREDDA, COS’E’?

A

Serie di battaglie ideologiche combattute a livello retorico tra i paesi dei due blocchi e le loro rispettive visioni geopolitiche del mondo.

Non è l’approdo naturale e spontaneo della Seconda Guerra Mondiale, ma l’esito della costruzione di un’ideologia politica fondata sulla visione del mondo in due blocchi contrapposti e ostili guidati da Stati Uniti e Unione Sovietica.

155
Q

LE TEORIE DELLA GUERRA FREDDA

A
  • TEORIA DELLA SOVRANITA’ LIMITATA: teoria che forniva all’URSS il diritto di esercitare controllo militare e ideologico sui paesi socialisti
  • TEORIA DEL CONTENIMENTO: inaugurata da G. Kennan secondo la quale gli USA avrebbero dovuto impegnarsi per contenere la diffusione dell’epidemia comunista all’interno dell’Europa. Prodotto della frangia dell’amministrazione americana ostile a rapporti con Stalin e che individua nell’URSS una minacciaa.
    Kennan è autore del celebre Long Telegram inviato nel 1946 a Wanshington
  • TEORIA DELLE MELE MARCE (Dean Acherson): teoria che spiega l’effetto domino che avrebbe diffuso la malattia infettiva del comunismo all’interno dell’Europa
  • DOTTRINA TRUMAN: visione strategica statunitense sull’ordine mondiale emergente –> delinea battaglia libertà/totalitarismo
156
Q

COME RITORNA LA GEOPOLITICA NELLA GUERRA FREDDA?

A

Torna ad essere rilevante nella propaganda interna ai due blocchi ideologicamente e militarmente contrapposti durante la Guerra Fredda, che si compone di una serie di battaglie combattute a livello ideologico tra i paesi delle due sfere e le loro rispettive visioni geopolitiche del mondo.

Si accompagna spesso a visioni paranoidi e isteriche, a paure spesso infondate che banalizzano il discorso geopolitico nella propaganda di media e cinema.

157
Q

(In paradigmi geografici):

LA GEOGRAFIA DI ETA’ ANTICA

A

Già in età antica la geografia sottintende un preciso TENTATIVO DI CLASSIFICARE E COMPRENDERE LA NATURA e il suo funzionamento.

La cultura greca è permeata da una CONCEZIONE UNIVERSALISTA che interpreta i confini del mondo abitabile = limiti della civilizzazione.
Nascono i primi MODELLI DESCRITTIVI E RAPPRESENTATIVI DELLO SPAZIO, che ha natura geometrica e scientifica. Tale spazio può essere COLONIZZATO dal punto di vista politico e militare, e i modelli diventano strumenti che GIUSTIFICANO LE ARGOMENTAZIONI GEOSTRATEGICHE dei greci.

L’impero romano nutre il progetto di riplasmare la comprensione dello spazio assoggettato al suo dominio: vi contribuiscono opere come la Geografia di Strabone e la Storia naturale di Plinio Il Vecchio.

158
Q

(In paradigmi geografici):
GEOGRAFIA DI MEDIOEVO ED ETA’ MODERNA

A

Nel Medioevo opere fondamentali dell’età classica vengono RIPRESE E REINTERPRETATE IN SINTONIA CON LE SACRE SCRITTURE (Isidoro da Siviglia elabora una sintesi tra la filosofia naturale aristotelica e il racconto biblico).
Le RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE hanno NATURA-SIMBOLICO RELIGIOSA, prodotto culturale che esprime una visione situata e posizionata della conoscenza, che può essere letto e compreso solamente all’interno di uno specifico contesto sociale e politico, entro cui simbologie e segni assumono determinati significati.

In Età Moderna, il PERFEZIONAMENTO CONOSCENZE MATEMATICO-SCIENTIFICHE (es. invenzione prospettiva lineare), i progressi della CARTOGRAFIA e le innovazioni nelle tecniche di navigazione –> SUPPORTANO LA PRATICA DEL VIAGGIO di esplorazione e di conquista, a cui si associano PRATICHE DI NATURA POLITICA: resoconti di viaggio, nozioni scientifiche e cartografiche producono conoscenze geostrategiche per sostenere le POLITICHE DI POTENZA degli stati.

159
Q

(In paradigmi geografici): GLI APPORTI FILOSOFICI CHE INFLUENZANO IL PENSIERO SCIENTIFICO GEOGRAFICO MODERNO

A

1) ll pensiero scientifico moderno deve molto al RAZIONALISMO CARTESIANO e alla sua distinzione tra RES COGITANS E RES EXTENSA. Se la natura è classificata come res extensa, spazio altro rispetto all’uomo, essa è indagabile in maniera oggettiva, mirabile e rappresentabile secondo criteri geometrici e modelli razionali (pensiamo al diagramma cartesiano, uno strumento di classificazione e studio dello spazio dove la posizione di ogni oggetto è determinata matematicamente sulla base di coordinate.)
2) Con ROUSSEAU la NATURA è lo spazio pacifico e nostalgico che l’uomo ha perso per entrare nel caos e nella turbolenza della società civile. Essa SI OPPONE ALLA CULTURA E ALLA STORIA, ha un proprio ordine e un EQUILIBRIO CHE HA L’OGGETTIVITA’ di una legge.
3) Con Kant la conoscenza scientifica e razionale della natura è possibile, ma si imposta sulla base di PRECISE FORME COGNITIVE E CATEGORIE che l’uomo possiede in maniera innata.
4) Si viene a creare una TENSIONE TRA LA CONOSCENZA SCIENTIFICA E RAZIONALE del mondo, da una parte, e la COMPONENTE SOGGETTIVA dello sguardo umano, che sarà incluso a pieno titolo nelle formulazioni di geografia scientifica e pura di Alexander Von Humboldt e la sua idea di paesaggio.

160
Q

(In paradigmi geografici): GEOGRAFIA SCIENTIFICA E STORICO-CRITICA

A

A.V.H. e Carl Ritter inaugurano la fase di geografia storico-critica tedesca pre-positivista, che riconosce la NATURA POLITICA, SITUATA E POSIZIONATA DI OGNI FORMA DI CONOSCENZA.
Alcune intuizioni saranno vicine alle riflessioni sviluppate nel ‘900 dalle scienze sociali e umane.

CARL RITTER:
Secondo Ritter (che nel 1806 pubblicò una carta dell’Europa priva di confini politici tra stati) all’interno della geografia si individuano due componenti fondamentali:
1) descrizione fisica della terra
2) dimora del genere umano e patria comune.

Egli sostiene che ciò che è REALMENTE CONOSCIBILE non è il mondo descritto in termini fisico-matematici, ma quello che possiamo apprendere individualmente, come ENTITA’ RELATIVA SOGGETTIVAMENTE CONNOTATA, determinata storicamente e soggetta a mutamenti nei rapporti spaziali a causa dell’avvento della tecnologia moderna. Spazio e distanze sono infatti entità soggette a continua alterazione, e la loro percezione ha subito una drastica modifica con l’avvento dei mezzi di comunicazione e trasporto moderni.

A.V.H.:
Vuole fondare una geografia pura basata sulla contemplazione del territorio e della natura integrando aspetti oggettivi e materiali dello spazio e l’esplicitazione della relazione che intercorre tra soggetto che guarda e paesaggio stesso (superata la dicotomia natura/cultura).

161
Q

(In paradigmi geografici): LA GEOGRAFIA POLITICA

A

La geografia politica è l’ambito disciplinare della geografia umana che si occupa di

  • INDAGARE LE CONSEGUENZE, NEI DIVERSI LUOGHI, DEI MECCANISMI POLITICI DI POTERE, e del modo in cui questi sono CONDIZIONATI DAI CONTESTI SPAZIALI.
  • Dalla sua affermazione nel XIX secolo, si occupa dello STUDIO DEL FUNZIONAMENTO DELLO STATO moderno come luogo di manifestazione di fenomeni politici e nuovo soggetto politico/modello geografico di organizzazione politica consolidatosi a partire dalla fine della Guerra dei Trent’anni.
  • Tra gli STRUMENTI CONCETTUALI di cui si avvale per agevolare la sua indagine, particolare rilevanza hanno le nozioni di confini geografici e di stato come contenitore di regioni.

Le sue metodologie sono legate alla figura di Friedrich RATZEL. Questi, vivendo nell’epoca del positivismo e dell’affermazione delle scienze della vita e della formulazione delle prime teorie evoluzionistiche, LEGA LA COMPONENTE POLITICA E BIOLOGICA della geografia nella sua dottrina dello stato come organismo geografico e biologico animato da dinamiche vitaliste (cresce, sopravvive e prospera grazie alla presenza di uno spazio vitale, definito come “Lebensraum”).

162
Q

(In paradigmi geografici): GEOGRAFIA POSITIVISTA E DETERMINISMO GEOGRAFICO

A

Le TEORIE EVOLUZIONISTICHE di Darwin e A. R. Wallace e le innovazioni che si palesano nel XIX sec. hanno un notevole IMPATTO anche sullo sviluppo del pensiero scientifico e geografico e nello studio del comportamento umano.
Il positivismo e il paradigma determinista scientifico ottocentesco intendono
1) ESTENDERE I PRINCIPI BIOLOGICI che regolano la vita dei corpi a ogni entità, ANCHE AL CORPO SOCIALE, secondo una prospettiva organicistica. Le leggi della biologia finiscono per spiegare anche le dinamiche storico-sociali e il funzionamento dello Stato e della società.
2) Essa è la SCIENZA DEL DOVE E DEL COME, che indaga la FORMA degli oggetti geografici, ne descrive la POSIZIONE, la DISTRIBUZIONE nello spazio.
3) si accompagna alla volontà di produrre RAPPRESENTAZIONI NEUTRALI, QUANTITATIVE, con caratteri di ASSOLUTEZZA E OGGETTIVITA’ che spiegano la relazione fra gruppi umani e ambiente.
La geografia diventa una scienza oggettiva che prescinde da considerazioni storico-critiche (=non considera il divenire temporale degli elementi).

La disciplina geografica così intesa diventa strumento che
1) GIUSTIFICA TENDENZE E ASPIRAZIONI POLITICHE, economiche ed espansionistiche degli stati europei (ad es: l’evoluzionismo giustifica il sistema politico, economico e sociale esistente, fondato sulla competizione e la lotta per la supremazia).
2) si lega alla figura di RATZEL e alla sua teorizzazione del Lebensraum.

Dagli stimoli positivisti originerà il filone di studi del primo dopoguerra dal nome Volks-und Kulturbodenforschung, che intreccia le teorie spaziali di Ratzel con l’idea reificata di natura associata al suolo, ovvero allo spazio vitale del popolo tedesco.

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(In paradigmi geografici): LA SCUOLA DELLE ANNALES E LA GEOGRAFIA UMANA

A

Alcuni ASSIOMI DETERMINISI MESSI IN DISCUSSIONE:

  • POSSIBILISMO del fondatore della rivista Les Annales Lucien Febvre –> AGIRE UMANO E’ SEMPRE IMPREVEDIBILE e la storia si rinnova in maniera nuova e indeterminata, sfuggendo a leggi precostituite e valide in ogni tempo. Il possibilismo indaga la capacità degli esseri umani di agire nell’AMBIENE PER MODIFICARLO IN MANIERA SEMPRE NUOVA e non condizionata sulla base di principi assoluti e oggettivi. (Es: il paesaggio storico)
  • GEOGRAFIA UAMAN francese con P. V. de la Blanche, –> elabora la nozione di “GENRE DE VIE”, che definisce la maniera nella quale gli esseri umani, con le loro abitudini e concezioni organizzate e sistematiche, modificano e ordinano il proprio rapporto con l’ambiente naturale.
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Q

(In paradigmi geografici): LA SCUOLA DI BERKELEY influenzata da idee vidaliane di CARL SAUER

A

Fondatore della Scuola di Berkeley è Carl Sauer, studioso del paesaggio influenzato dall’affermazione delle idee vidaliane.

Con lui l’analisi paesaggistica risulta nella DESCRIZIONE SINTETICA DEGLI ELEMENTI PIU’ SIGNIFICATIVI individuati in grado di TIPIZZARE il paesaggio (classificazione oggettiva degli elementi tipici che distinguono le varie aree paesaggistiche): egli scompone l’unità osservata nelle sue parti costitutive, individuando le peculiarità degli elementi fisico-naturali e culturali (rif: regione umanizzata) riscontrabili in una determinata porzione della superficie terrestre.

Il metodo diventa però un ulteriore schematismo descrittivo e classificatorio, che non considera la dimensione soggettiva implicata nel procedimento di selezione degli elementi. La cultura umana è materializzata e ridotta alle sue componenti formali, rappresentabili attraverso la cartografia.

165
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(In paradigmi geografici): GEOGRAFIA QUANTITATIVA TRA LE DUE GUERRE e SECONDO DOPOGUERRA

A

Con la geografia quantitativa appaiono le prime TEORIE FUNZIONALISTE e le prime RIFLESSIONI TEORICO-MATEMATICHE sui modelli spaziali che trova diffusione nei paesi anglosassoni tra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra soprattutto. Ad essa si deve il tentativo di ridurre la geografia a SCIENZA ESATTA e lo spazio come COSTRUTTO GEOMETRICO-MATEMATICO.

Il suo limite è l’inclusione nello studio SOLTANTO CIO’ CHE PUO’ ESSERE RIDOTTO A QUANTITA’, pertanto misurabile e rappresentabile in termini matematici. Le forze naturali e le relazioni sociali sono rappresentate in termini prettamente numerici e quantitativi.
Le teorie funzionaliste (es: teoria delle località centrali di W. Christaller) forniscono anche elementi predittivi sull’evoluzione delle relazioni economico-sociali.

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(In paradigmi geografici): LA GEOGRAFIA UMANISTA TRA ‘60 e ‘70 e la critica alla visione positivista e quantitativa

A

La nascita della geografia umanistica si accompagna alla critica all’assioma positivista, determinista, quantitativo e funzionalista.
Essa si pone a favore del RECUPERO DELLA CENTRALITA’ DELLE AZIONI UMANE e degli ASPETTI SOCIALI come fattori di significazione dello spazio, relativo e mutevole, mai oggettivo.

Henri Lefevre criticò ampiamente l’idea positivista di spazio oggettivo e assoluto, colpevole di aver aggravato le forme di marginalità e di sfruttamento nelle aree povere del mondo. Lo spazio è codificato da pratiche e relazioni umane mutevoli.

Tra le riflessioni di stampo umanista e marxista sono da citare anche quelle di Yi-Fu-Tuan e di David Harvey sul concetto di luogo.

167
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(in paradigmi geografici): LA GEOGRAFIA POST-STRUTTURALISTA del XX secolo

A

In Francia con J. Derrida e R. Barthes vengono messe in discussione le presunte verità assolute veicolate dalle rappresentazioni geografiche.

Con Foucault si assiste allo STUDIO DEI MECCANISMI DELLE PRATICHE DISCORSIVE come dispositivi politici attraverso cui vengono spazializzate le distinzioni tra norma e devianza (es: sessualità) e allo STUDIO DEI DISPOSITIVI DI POTERE e dei loro riflessi nella costruzione sociale dello spazio (= sostiene che l’organizzazione dello spazio sia una strategia politica per esercitare potere e controllo sulla vita dei membri dello stato)

168
Q

(in paradigmi geografici): LE GEOGRAFIE POST-COLONIALI E DECOLONIALI (ciò che hanno in comune)

A

Le geografie post-coloniali e decoloniali hanno in comune
critica ad eurocentrismo
critica al colonialismo e all’imperialismo occidentale
attenzione a culture tradizionalmente considerate marginali
consapevolezza dell’importanza di una pluralità di prospettive
(studi decoloniali) decolonizzazione del sapere geografico attraverso la costruzione di nuove epistemologie, ontologie e strumenti concettuali

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Q

COSA SOSTIENE CARL RITTER (PER LA GEOGRAFIA SCIENTIFICA/STORICO-CRITICA PRE-POSITIVISTA?)

A

Secondo Ritter (che nel 1806 pubblicò una carta dell’Europa priva di confini politici tra stati) all’interno della geografia si individuano due componenti fondamentali:
1) descrizione fisica della terra
2) dimora del genere umano e patria comune.

Egli sostiene che ciò che è REALMENTE CONOSCIBILE non è il mondo descritto in termini fisico-matematici, ma quello che possiamo apprendere individualmente, come ENTITA’ RELATIVA SOGGETTIVAMENTE CONNOTATA, determinata storicamente e soggetta a mutamenti nei rapporti spaziali a causa dell’avvento della tecnologia moderna. Spazio e distanze sono infatti entità soggette a continua alterazione, e la loro percezione ha subito una drastica modifica con l’avvento dei mezzi di comunicazione e trasporto moderni.

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Q

MOBILITA’, COS’E’?

A

Fenomeno spaziale che va declinato al plurale, un processo complesso che attribuisce diversi valori al movimento con cui facciamo concreta esperienza del mondo attraverso il corpo.

Mobilità è quindi un’esperienza sensoriale e affettiva, attraverso la quale costruiamo spazi, luoghi e paesaggi.

171
Q

LA SVOLTA DEL MOBILITY TURN (TIM CRESSWELL valorizza la conoscenza dello spazio attraverso la pratica del movimento e dell’attraversamento dei luoghi da parte di soggetti embodied)

A

La svolta del “mobility turn” ha segnato un salto rispetto alla modernità: implica visioni del mondo alternative rispetto a quella cartografica (modello di natura statica che presenta il mondo come oggetto fisso osservabile a distanza, da parte di uno spettatore universalizzato e distante).
Tim Cresswell oppone la metafisica della carta e della sedentarietà alla METAFISICA DEL NOMADE E DEL FLUSSO.

L’epoca moderna pervasa dallo sguardo cartografico come principio ordinatore del mondo vede nella mobilità una minaccia, un disordine nel sistema che non consente di sviluppare un autentico senso del luogo. Questa idea si è riaffacciata nella nostra epoca pandemica, in cui associazione tra mobilità=disfunzionalità e patologia, in quanto i vettori di un virus sono i corpi umani in movimento.

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MOBILITA’ E TEORIA DEL PENSIERO NOMADE influenzata da
- “Mille piani” di Deleuze e Guattari
- “L’invenzione del quotidiano” di De Certeau

A

Filosofia del divenire e del processo che subordina i punti al tragitto, al percorso.

ll nomade non abita lo spazio delle definizioni e delle delimitazioni, ma resiste alle concettualizzazioni che si basano su “radici” e su apparenti legami indissolubili. Nel contesto urbano si lega, secondo Michel de Certeau, al concetto di TATTICA (=pratica quotidiana di spazi urbani in grado di risignificarli dal basso, opposta al concetto di strategia, e alla figura del PEDONE (l’atto del camminare è una pratica che sfugge imprevedibilmente a ogni pianificazione strategica imposta top-down.
De Certeau propone un’idea di città i cui SPAZI COSTRUITI DA CHI LI PRATICA E VIVE QUOTIDIANAMENTE e resiste a ogni strategia spaziale pianificata.

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GEOGRAFIA E CRISI DELLE MIGRAZIONI

A
  • termine CRISI: indica un punto di PROFONDO CAMBIAMENTO che sfida la nostra capacità di giudicare (crisi epistemologica)
  • crisi migratoria attuale: manifestazione della CRISI DELLO STATO NAZIONE TERRITORIALE e della ragione cartografica moderna (fondata sulla matrice statica della sua spazialità) che non riesce a rappresentare stabilmente la MOBILITA’ FLUIDA, formale e informale di migranti e rifugiati. Esso cerca di CONTENERLA in una rete di campi strutturati di aiuto umanitario, di confini, ma riescono a sfuggire alle delimitazioni imposte attraverso deviazioni, rotte che vengono reinventate.
  • il fenomeno è studiato attraverso le categorie di CORPI e CONFINI, essendo le mobilità dei migranti all’intersezione tra biopolitica e geopolitica
    1) i corpi dei migranti sono CONTROLLATI, DISCIPLINATI, RESPINTI, espulsi, trattenuti in movimento per logorare la loro presenza.
    2) attorno ai confini si sviluppano NARRATIVE LEGATE AI CONCETTI DI SICUREZZA, immagine di muri, retorica della sicurezza di marca immunitaria (=che risponde a logica securitaria)