Appunti di Geografia - Minca/Proto Flashcards
COSA E’ IL COLONIALISMO
Espansione degli stati moderni europei su pop. e territori di altri continenti, che portò a un dominio economico e commerciale su Asia, America e Africa.
Causò una serie di conflitti dovuti alle dinamiche competitive con cui le potenze europee rivendicavano il controllo dei territori: un esempio fu la disputa per il controllo dell’Africa (Conferenza di Berlino, 1884/1885).
Esso si lega alle:
- rappresentazioni grafiche e cartografiche prodotte per testimoniare la grandezza degli imperi europei
- alla nascita di stereotipi e geografie immaginarie dell’altrove e dell’altro/costruzione sociale dell’altro/costruzione orientalista dell’altro
- costruzione orientalista dell’altro come prodotto della metafisica della rappresentazione che fonda l le sue premesse con l’allestimento delle prime Wunderkammer e dei primi spazi espositivi universali alla fine dell’800.
- metafisica della carta che poggia sulla logica del world-as-exhibition. Carta –> rappr. territorio –> che rappr. verità e progetto –> esplicitata attraverso un sistema di rappresentazioni ma mai veramente tangibile e presente.
LO SGUARDO COLONIALE, L’ORIENTALISMO E LA COSTRUZIONE SOCIALE DELL’ALTROVE/ALTRO
E’ un prodotto della metafisica della rappresentazione che fonda le sue premesse durante la fase imperialistica europea.
1) espansione di stati europei su pop. e territori di altri continenti e conseguimento di dominio economico e commerciale
2) imperialismo, colonialismo e viaggi di esplorazione producono visioni grafiche e cartografiche che sostengono la legittimità dei progetti europei. La carta vuole mostrarsi come rappresentazione innocente e oggettiva del mondo, ma è deformata dalle visioni eurocentriche, razziste e biologizzanti
3) La costruzione di un’immagine dell’Altro passa attraverso un fitto sistema di rimandi spettacolarizzato nelle Wunderkammer e negli spazi espositivi universali –> contribuirono alla costruzione di stereotipi e idee orientaliste del mondo coloniale e alla conferma di aspettative fondate su bias culturali
- Edward Said e l’orientalismo
LA METAFISICA DELLA CARTA
Il funzionamento della ragione cartografica posa sul meccanismo del mondo come esibizione.
1) Sulla carta, il territorio diventa manifestazione materiale di un progetto, significato (trascendente o intenzionale) che per esistere deve essere ordinabile attraverso la carta. Quindi la carta è la rappresentazione di una rappresentazione che contiene una dimensione simbolico/progettuale.
2) Essa contiene l’unica realtà possibile, quella delle nostre rappresentazioni. Esiste infatti una certezza legata al significato attribuito alle rappresentazioni: se non esiste altra realtà se non quella rappresentabile, ciò che non è incluso/rappresentato o è dis-ordinato o non esiste. Mitchell mette in discussione questo sistema di certezze –> decostruzione del discorso geografico da parte della geografia critica
COS’E’ LA METAFISICA DELLA RAPPRESENTAZIONE
Secondo Timothy Mitchell, è l’effetto teologico che ha consentito all’Occidente moderno di colonizzare l’Altro.
Poggia sulla logica del “mondo come esibizione”, dispositivo che ha legittimato nella cultura europea una radicale separazione tra rappresentazione e realtà.
Le rappresentazioni hanno consentito all’uomo di METTERE IN ORDINE LA REALTA’, che è fatta dipendere dal sistema di rappresentazioni e dalle gabbie concettuali che la ingabbiano e la raccontano. Il vero potere della metafisica della rappresentazione consiste nel FAR RIENTRARE TUTTA LA REALTA’ NELL’ORDINE DELLE NOSTRE RAPPRESENTAZIONI: non esiste altra realtà al di fuori di quella rappresentabile, quindi ciò che non è incluso nella rappresentazione non è ancora ordinato, oppure non esiste.
PREMESSE DELLA METAFISICA DELLA RAPPRESENTAZIONE NELL’800
- wunderkammer: camere delle meraviglie in cui si raccoglievano, con un sistema classificatorio, manufatti e oggetti provenienti da luoghi lontani oggetto di esplorazione da parte di naturalisti e viaggiatori. Questi rappresentavano un rimando evocativo a dimensione lontana di un altrove misterioso e di grande attrattiva
- spazi espositivi universali nelle città europee: si riproducevano e si ricontestualizzavano spazi che rimandavano al passato e all’altrove attraverso la messa in scena di oggetti visibili, tangibili e classificabili che possono essere osservati da un soggetto da una posizione isolata ed esterna –> distanza tra rappresentazione (dentro spazio espositivo) e realtà (quella a cui gli oggetti rimandano, che è tale in quanto rappresentabile).
Questi spazi contribuivano al rafforzamento di immaginari e stereotipi di luoghi e società in essi descritti e rappresentati.
1) l’osservatore si aspetta di ritrovare fuori dallo spazio di rappresentazione la realtà rappresentata
2) in realtà questa appare come riflesso di una verità, un significato, un progetto espresso da una società e dalle relazioni che l’attraversano (es: i progetti coloniali sono i significati intenzionali che contribuiscono a significare il territorio nell’unica forma in cui viene concepito, ovvero come rappresentazione di un progetto)
3) la realtà quindi, di fatto, non è mai raggiungibile. Si presenta come portatrice di un significato e di una verità che viene ordinata attraverso le rappresentazioni, ma mai veramente presente
Quindi il potere della metafisica della rappresentazione: a) non-presentabilità della realtà b) ma fiducia nella sua rappresentabilità
EFFETTI SULLO SGUARDO DEL VISITATORE A CAUSA DELLA LOGICA DEL WORLD-AS-EXHIBITION
1) l’osservatore si aspetta di ritrovare fuori dallo spazio di rappresentazione la realtà rappresentata
2) in realtà questa appare come riflesso di una verità, un significato, un progetto espresso da una società e dalle relazioni che l’attraversano (es: i progetti coloniali sono i significati intenzionali che contribuiscono a significare il territorio nell’unica forma in cui viene concepito, ovvero come rappresentazione di un progetto)
3) la realtà quindi, di fatto, non è mai raggiungibile. Si presenta come portatrice di un significato e di una verità che viene ordinata attraverso le rappresentazioni, ma mai veramente presente
Quindi il potere della metafisica della rappresentazione: a) non-presentabilità della realtà b) ma fiducia nella sua rappresentabilità
DECOSTRUZIONE DEL DISCORSO GEOGRAFICO
Confutazione della posizione che interpreta le rappresentazioni geografiche come un riflesso innocente del territorio. In realtà servono a noi per ordinare la realtà, che viene ingabbiata nell’ordine delle nostre rappresentazioni e nelle nostre gabbie concettuali.
1) Ogni RAPPR. CARTOGRAFICA HA UN CARATTERE PARZIALE E POSIZIONATO.
La soluzione potrebbe essere l’accettazione e l’ESPLICITAZIONE DELLA NATURA SITUATA DELLA CONOSCENZA che ogni lettura cartografica esprime nel suo rapporto con la realtà. Esistono mille cammini in evoluzione cartografabili; CAMBIA IL FILTRO TEORICO che si decide di adottare per produrre una versione del territorio. I luoghi ora non appaiono più dis-ordinati, ma si presentano associati alla grande complessità dei processi di significazioni presenti e alla traccia delle negoziazioni di significato passate. La geografia è liberata dal bisogno di verità.
2) La decostruzione della carta processo avviato negli anni ‘80 da Brian Harley e tempo prima da Farinelli: confutazione della presunta autonomia della carta come modello di rappresentazione che pretende di presentarsi quale modello accurato, oggettivo e scientifico del mondo.
Due regole sottese alla produzione cartografica: regola dell’etnocentrico e dell’ordine sociale.
La carta è
a) strumento tecnico di potere e di controllo incardinato nell’epistemologia positivista, secondo cui
- oggetti del mondo da cartografare reali ed esprimibili in termini matematici con osservazione e misurazione
b) prodotto di un rapporto tra potere e sapere
c) determinato modo di imporre ordine nel mondo ed esercitare su di esso controllo semantico e materiale (confini naturali = confini che impongono territorialità e definiscono spazio su cui stato esercita controllo)
d) proposta culturale e soggettiva, in grado di colonizzare il mondo attraverso la sua rappresentazione geografica
e) seleziona, generalizza e normalizza la complessa varietà dei territori, disconoscendo le differenze che li distinguono e riducendo la natura a formula grafica. Immagina gli elementi guardati tutti contemporaneamente da un punto perpendicolare.
COS’E’ L’ORIENTALISMO DI SAID
Said usa il termine “orientalismo” per descrivere quel filtro storico e culturale e quel sistema di conoscenze attraverso cui l’Oriente è entrato nella cultura occidentale nella forma di un mito materiale e tangibile, attraverso
- letteratura di viaggio
- documentazione ufficiale dei governi
- visioni geopolitiche
- allestimento di spazi espositivi universali e di Wunderkammer (messa in scena in forma spettacolarizzata di oggetti e manufatti che costituiscono un efficace sistema di rimandi evocativi che generano stereotipi e contribuiscono alla costruzione dell’identità europea)
La costruzione dell’identità europea e occidentale si fonda sull’esistenza di un’alterità forte, stabile e riconoscibile. E’ una geografia immaginaria che applica una visione dicotomica: Occidente è il maschio positivista, compatto, unitario e affidabile, l’Oriente è il fascino esotico, sensuale e femmineo, inaffidabile e disordinato.
E’ un prodotto della metafisica della rappresentazione che, fondandosi sulla logica del world-as-exhibition ha consentito all’occidente di colonizzare l’altro e il suo territorio, presentato come riflesso/rappresentazione di un significato, una verità, un progetto (come quello coloniale), in grado di significare il territorio nell’unica forma in cui esso è concepito, ovvero come rappresentazione di un significato fornito dal dominatore europeo.
OGGETTIVITA’ E SOGGETTIVITA’ DELLA RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA (in ragione cartografica)
Ogni RAPPR. CARTOGRAFICA HA UN CARATTERE PARZIALE E POSIZIONATO.
Non esistono visioni o rappresentazioni oggettive e non culturalmente determinate. Ciononostante, lo sguardo cartografico sul mondo ci sembra ovvio, naturale, originario.
1) L’idea che le carte forniscano un modello accurato e scientifico del mondo risale al Seicento. La carta è il linguaggio e la misura del mondo espressi dalla geografia, con cui il territorio viene espresso attraverso un modello relazionale.
Esso e gli oggetti posti in esso esistono indipendentemente dal geografo, che può rappresentarli traducendoli in un linguaggio scientifico attraverso l’osservazione e la misurazione.
2) L’ordine della carta secondo Dematteis è invece
a) un insieme di rapporti convenzionali stabiliti da chi produce la carta. Coordinate non esistono realmente, servono solo ad assegnare una posizione tra gli oggetti, eppure le relazioni metriche che da quei punti sono rappresentate finiscono per apparire come proprietà intrinseche all’oggetto rappresentato, ma sono in realtà di ordine geometrico e topologico.
La carta diventa così specchio del mondo valutata sulla base di standard scientifici di accuratezza, obiettività e veridicità.
b) Le carta sono elaborate, lette e interpretate all’interno di uno specifico contesto sociale, politico e culturale, entro cui il linguaggio che parlano, le affermazioni di principio e le formazioni discorsive sono comprese e acquisiscono significato.
MONDO COME RAPPRESENTAZIONE/WORLD-AS-EXHIBITION
Dispositivo che legittima una radicale separazione tra rappresentazione e realtà e che contribuisce alla spettacolarizzazione del mondo in età moderna.
LE METAFORE GEOGRAFICHE, COSA SONO?
Sono i diversi modi di dire, i modelli, le teorie e i linguaggi apparentemente neutrali con cui parlano le diverse geografie.
Sono
1) ancorati al soggetto che li produce
2) esprimono una visione parziale e situata della conoscenza
3) esprimono una traduzione e un atto di appropriazione semantica del mondo
2 dati in comune alla mille formazioni discorsive possibili/metafore geografiche:
- messa al centro di teorie e rappresentazioni spaziali con le quali leggere i fenomeni visibili e invisibili
- presentare come descrizioni della Terra neutrali e oggettive quelle che invece sono le forme di organizzazione sociale dello spazio, che riflettono dinamiche di potere storicamente connotate.
LA NASCITA DELLA CARTOGRAFIA
Nasce dal bisogno umano di colonizzare, organizzare e trasformare lo spazio della superficie terrestre, e dall’esigenza di tradurre questo atto in una rappresentazione geografica coerente che risulti in un atto di appropriazione discorsiva del mondo.
LA DEFINIZIONE DI CARTOGRAFIA
E’ la riduzione del mondo alla sua rappresentazione e un atto di appropriazione geografica del mondo, presente ben prima delle società complesse.
Lo spazio ha bisogno di essere compreso e pensato razionalmente.
STORIA IN BREVE STEP DELLA CARTOGRAFIA
Atto di appropriazione discorsiva e geografica del mondo ben prima delle società complesse
- preistoria: situare una serie di oggetti nella loro relazione con lo spazio (arte rupestre della Valcamonica e di Catal Huyuk)
- Antica Grecia: nascita dei primi modelli rappresentativi e descrittivi dello spazio, che ha natura matematica, geometrica, scientifica e meccanica. Sono rappresentazioni svincolate da riferimenti di ordine religioso e che si applicano ai progetti geopolitici e geostrategici dei greci: (ad esempio, come racconta Erodoto, il pinax di Anassimandro perfezionato poi da Ecateo viene presentato al re di Sparta Cleomene I per convincerlo a sorreggere le altre polis nello scontro contro l’impero persiano. Lo spazio a oriente della penisola ellenica diventa un oggetto su cui estendere una dominazione politica e militare).
- Tolomeo con la sua Geografia rappresenta un tentativo di ricomporre il sapere accumulato e fornire un modello visuale, grafico e matematico del mondo. A Tolomeo si deve a) la suddivisione del mondo in coordinate basate su un reticolo di meridiani e paralleli con cui carta = immagine della terra b) proiezione geometrica (tecniche con cui tridimensionalità tradotta in un’immagine bidimensionale). Modello aristotelico-tolemaico valido fino alla rivoluzione scientifica di Galilei e Copernico
- Medioevo: Le carte cosmografiche del Medioevo sono ricche di simboli religiosi e allusioni allegoriche, che parlano un linguaggio comunicato e compreso soltanto all’interno di uno specifico contesto, già fatto di affermazioni di principio e di formazioni discorsive che al suo interno acquisiscono significato. Il pubblico a cui le cartografie simboliche si rivolgono possiede già come requisito la pre-conoscenza della complessa combinazione di segni e simboli.
- Età moderna: agli studi tolemaici si aggiunge la 1) prospettiva lineare, che rivoluziona la pittura, lo sviluppo della cartografia finalizzata a conquiste e a viaggi di esplorazioni. (es: un centro di produzione di carte Olanda, Mercatore e Ortelio)
2) Il perfezionamento di conoscenze matematico-scientifiche fa dello spazio astratto cartografico un territorio su cui poggia la sovranità, il potere e il controllo dello stato territoriale, che ha bisogno di definire, conoscere e controllare il suo contenuto e i suoi confini
3) le istituzioni accademiche scientifiche diventano gli organismi deputati allo studio approfondito del territorio (coniugare riflessione immaginifica e osservazione empirica). Es: Accademica delle scienze di Parigi del 1666.
CHE COS’E’ LA GEOGRAFIA
- descrizione della Terra (Farinelli) /sua scrittura geometrica e insieme delle narrazioni sul mondo, un globo irriducibile a forma piana
- riduzione a discorso dei rapporti economici, storici e socionaturali tra gli esseri viventi e la vita organica del pianeta
- studio spaziale dei fenomeni antropici
DIFFERENZE PROIEZIONE GEOMETRICA E PROSPETTIVA LINEARE
Proiezione tolemaica: ridurre sfericità e tridimensionali della terra in un’immagine bidimensionale, ma l’osservatore è posto in verticale rispetto al punto osservato
Prospettiva lineare: ribaltamento in orizzontale della proiezione, perché l’osservatore è posto in orizzontale, di fronte.
DA DOVE DERIVA STATO TERRITORIALE
da “terrere”: terrore, uso di violenza e potere
LA TEORIA DEL FUNZIONAMENTO DEL POTERE DI FOUCAULT: COSA HA INFLUENZATO E COSA SOSTENEVA?
Influenzato gli studi sul rapporto-spazio politica.
Sostiene che la relazione tra conoscenza e potere si basi su meccanismi di spazializzazione: considera l’organizzazione dello spazio come strategia fondamentale per il controllo della vita sociale, politica ed economica degli individui di uno stato.
SOCIETA’ TRADIZIONALI/FEUDALI: potere esercitato in forma visiva, con manifestazioni pubbliche e celebrative. Disciplina esibita pubblicamente attraverso atti spettacolari
SOCIETA’ MODERNE/DISCIPLINARI: esercizio del potere è mimetizzato, ha perso la sua visibilità ed evidenza. Il controllo sociale avviene attraverso una sorveglianza invisibile e impercettibile, attraverso l’istituzione di regole interiorizzate dai cittadini. Lo stato mette in atto tecnologie atte a controllare silenziosamente ma pervasivamente ogni aspetto della vita sociale degli individui.
CHE COS’E’ LO STATO
1) Prima forma di organizzazione politica che esercita il proprio potere, militare e non, su un territorio unificato e delimitato da confini.
Nasce come prodotto storico, sociale e politico, nell’Europa del Seicento, e rappresenta
2) Modello geografico ideale di organizzazione della politica che nasce in risposta a un bisogno di contenitore di potere e di sicuro controllo sul territorio (che dalla pace di Vestfalia è un’entità contigua, compatta, chiaramente definita su cui lo stato esercita la propria autorità)
Viene riconosciuto anche il diritto interstatale.
3) Modello alternativo di organizzazione socio-economica che diventa un soggetto economico, disponibile e capace di competere dal pov economico/commerciale con stati rivali
QUANDO NASCE LO STATO? E IN CHE FORME SI PRESENTA?
E’ una formazione politica e sociale che nasce in prossimità della fine della guerra dei Trent’anni, nell’Europa del ‘600.
1) Organizzazione politica che esercita il proprio potere, militare e non, su un territorio delimitato da chiari confini.
2) Modello geografico di organizzazione dello spazio che nasce in risposta a un bisogno di contenitore di potere e di sicuro controllo del territorio
3) Modello alternativo di organizzazione socio-economica che diventa un soggetto capace di competere dal pov economico/commerciale con stati rivali e di guadagnarsi quindi i mezzi necessari per assicurare la sovranità sul territorio
DA DOVE NASCE LO STATO NAZIONE MODERNO?
Dall’associazione tra ‘700 e ‘800 tra l’idea di stato inteso come
- unità politico-amministrativa (contenitore territoriale)
- contenitore spaziale del corpo della nazione
NAZIONE, COS’E’ SECONDO L’APPROCCIO DEL COSTRUTTIVISMO SOCIALE DI ANDERSON E HOBSBAWM?
E’ una costruzione sociale e politica legata allo sviluppo dello stato moderno e del capitalismo globale.
La nazione è una comunità immaginata che fonda la sua esistenza sull’invenzione di una tradizione nazionale da parte di un’élite economicamente, politicamente e culturalmente egemonica.
Quest’invenzione possiede un grande potere evocativo: dall’‘800 si pone enfasi sul senso di comunione, di condivisione e partecipazione nazionale, di relazione di compresenza tra tutti i membri di uno stato che tuttavia non si incontreranno mai tutti quanti, che non possiedono legami di parentela.
Ciò che consente di pensarsi come insieme, comunità che condivide un legame spaziale e un’unica matrice identitaria è la forza dell’immaginazione
COSA HA CONTRIBUITO ALLA NASCITA DELLO STATO NAZIONE?
Lo smantellamento delle visioni universaliste di stampo religioso.
Età della secolarizzazione illuminista –> esigenza di trovare una nuova fede in grado di rassicurare l’essere umano, che vuole sapere di vivere in continuità rispetto al passato.
Allora il passato diventa il luogo dove radicare l’immaginario collettivo nazionale, da arricchire con racconti di trascorsi ed eventi gloriosi che legittimano la forza della nazione e proiettino i suoi progetti nel presente e nel futuro.
RAGIONE CARTOGRAFICA
1) STRUTTURA DELLA CONOSCENZA manifestata attraverso la costruzione di carte geografiche.
2) E’ un MODELLO DEL MONDO che tracima la semplice struttura della Terra, per INVESTIRE VARIE REGIONI DEL SAPERE e molteplici pratiche di controllo della nostra comprensione ed esperienza del mondo.
3) Visione cartografica si fonda su IMPIANTO SPAZIALIZZANTE, TENDENZA CLASSIFICATORIA volta a produrre una visione complessiva del mondo, posizionamento dell’OSSERVATORE ALL’ESTERNO e oggettivazione della conoscenza del pianeta.