Approcci sociologici Flashcards

1
Q

Come la sociologia moderna analizza la società di massa?

A

La sociologia moderna interpreta la società di massa come un aggregato di individui isolati, privi di coesione sociale. Fenomeni come urbanizzazione e industrializzazione hanno creato “folla solitaria” e anonimato, riducendo le relazioni significative.

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2
Q

Chi sono il “blasé” e il “flâneur” secondo Simmel e Benjamin?

A

Il “blasé” è una persona insensibile agli stimoli urbani per saturazione, mentre il “flâneur” si perde nella folla delle città, esplorandole con disincanto. Entrambi rappresentano figure tipiche della modernità e dell’esperienza urbana.

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3
Q

Qual è l’importanza di un approccio critico verso i media?

A

Un approccio critico permette di riconoscere sia i benefici che i limiti dei media. Favorisce un consumo consapevole, che sfrutti il potenziale dei media senza cadere nella manipolazione o nella perdita di valori culturali profondi.

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4
Q

Da dove nasce l’interesse per gli effetti dei media sulle persone?

A

Gli studi sugli effetti dei media iniziarono nel dopoguerra, motivati da esigenze economiche e politiche. Aziende e partiti volevano misurare l’efficacia di campagne pubblicitarie e messaggi mediatici.

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5
Q

Gli studi sugli effetti dei media iniziarono nel dopoguerra, motivati da esigenze economiche e politiche. Aziende e partiti volevano misurare l’efficacia di campagne pubblicitarie e messaggi mediatici.

A

La manipolazione presuppone un controllo totale sui destinatari, mentre la persuasione lascia spazio alla scelta e può essere efficace solo in determinate condizioni sociali e individuali.

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6
Q

Cos’è la teoria ipodermica?

A

È una teoria iniziale che descriveva i media come “aghi ipodermici”, capaci di iniettare messaggi direttamente nella mente dei destinatari, manipolandoli totalmente.

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7
Q

Come si è evoluta la comprensione degli effetti mediatici?

A

Gli studi successivi hanno mostrato che i media hanno effetti limitati e dipendono dalla pluralità di fonti e dal contesto sociale dei destinatari, mettendo in crisi l’idea di un controllo totale.

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8
Q

Cosa si intende per esposizione selettiva?

A

L’esposizione selettiva è la tendenza degli individui a scegliere contenuti mediatici in linea con i propri interessi e visioni del mondo, evitando fonti che contrastano con le proprie convinzioni.

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9
Q

In che modo operano percezione e memorizzazione selettiva?

A

La percezione selettiva influenza il modo in cui interpretiamo i messaggi mediatici in base ai nostri schemi cognitivi, mentre la memorizzazione selettiva determina quali contenuti ricordiamo, privilegiando quelli coerenti con le nostre idee.

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10
Q

Cos’è la dissonanza cognitiva?

A

La dissonanza cognitiva si verifica quando le azioni di un individuo contraddicono le sue convinzioni, generando disagio psicologico che si cerca di ridurre razionalizzando il comportamento.

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11
Q

Come i media sfruttano la dissonanza cognitiva?

A

I media, soprattutto nella pubblicità, sfruttano la dissonanza cognitiva per persuadere gli individui, ad esempio proponendo prodotti che alleviano il disagio causato da comportamenti incoerenti (es. sigarette elettroniche per fumatori).

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12
Q

In cosa consiste il modello della comunicazione a due fasi?

A

Secondo il modello a due fasi, i messaggi mediatici raggiungono prima i leader di opinione, che li filtrano e li trasmettono al resto della comunità, rendendo più efficace la comunicazione.

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13
Q

Come si è trasformato il concetto di leader di opinione?

A

I leader di opinione oggi includono influencer e testimonial pubblicitari che, attraverso i social media, indirizzano il comportamento e le scelte di ampie comunità.

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14
Q

Quali sono le caratteristiche degli effetti a breve termine dei media?

A

Gli effetti a breve termine sono volatili, legati a specifiche campagne o messaggi, e influenzano temporaneamente opinioni e comportamenti.

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15
Q

Cosa distingue gli effetti a lungo termine?

A

Gli effetti a lungo termine si accumulano gradualmente, plasmando percezioni e atteggiamenti sociali attraverso esposizioni ripetute e prolungate ai messaggi mediatici.

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16
Q

Da quale fenomeno nasce la teoria della spirale del silenzio?

A

La teoria, elaborata da Elisabeth Noelle-Neumann, nasce dall’osservazione del last minute swing, ovvero il cambiamento improvviso di voto che avviene quando gli individui si allineano all’opinione percepita come dominante.

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17
Q

Quali sono i meccanismi principali della spirale del silenzio?

A

La spirale si basa sull’accumulazione di messaggi ripetitivi e sulla consonanza tra diversi media, che rafforzano l’idea che una certa opinione sia quella prevalente, spingendo gli individui a conformarsi.

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18
Q

Qual è il ruolo della paura dell’isolamento nella spirale del silenzio?

A

Le persone, temendo l’isolamento sociale, tendono a tacere opinioni contrarie a quelle percepite come dominanti, contribuendo alla crescita della spirale.

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19
Q

Come i media contribuiscono alla spirale del silenzio?

A

I media creano un’immagine distorta dell’opinione pubblica, attribuendo maggiore visibilità e autorità a certe posizioni, influenzando così il comportamento degli individui.

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20
Q

Cosa si intende per dipendenza sistemica dai media?

A

La dipendenza sistemica si riferisce all’interdipendenza tra media e società, in cui i media sono essenziali per la costruzione dell’identità, l’orientamento e lo svago degli individui.

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21
Q

Quali sono le principali dimensioni della dipendenza individuale dai media?

A

Le principali dimensioni sono: 1) comprensione di sé e degli altri, 2) orientamento nelle decisioni quotidiane e importanti, 3) svago individuale e collettivo.

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22
Q

Cosa si intende per etichettamento nella comunicazione?

A

L’etichettamento è il processo per cui i media attribuiscono a individui o gruppi determinati ruoli o caratteristiche, influenzando la percezione pubblica e il comportamento degli stessi soggetti etichettati.

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23
Q

Come si verifica l’amplificazione dei fenomeni attraverso i media?

A

I media amplificano certi comportamenti o situazioni enfatizzandoli, spesso trasformandoli in emergenze sociali. Questo fenomeno può creare un circolo vizioso che rafforza l’etichetta e i comportamenti associati.

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24
Q

Qual è il concetto centrale della teoria della coltivazione?

A

La teoria della coltivazione sostiene che un’esposizione prolungata a contenuti mediatici tende a plasmare la percezione della realtà, facendo coincidere il mondo reale con quello rappresentato nei media.

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25
Q

Qual è un esempio dell’effetto di coltivazione?

A

Persone che guardano molta televisione tendono a sovrastimare la frequenza di crimini violenti, poiché i media li rappresentano più spesso rispetto alla realtà.

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26
Q

Cosa significa il termine mainstreaming nella teoria della coltivazione?

A

Il mainstreaming è il processo attraverso cui i media riducono le differenze tra individui di culture diverse, creando una visione omogenea e condivisa della realtà.

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27
Q

Come il mainstreaming influisce sugli atteggiamenti culturali?

A

Attraverso il mainstreaming, i media rafforzano valori e norme dominanti, riducendo la diversità culturale e promuovendo una visione unica e standardizzata.

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28
Q

Qual è il principio centrale dell’ipotesi dell’agenda-setting?

A

L’ipotesi dell’agenda-setting afferma che i media non dicono alle persone cosa pensare, ma su quali temi concentrarsi, influenzando l’importanza percepita di determinati argomenti.

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29
Q

Come si manifesta l’agenda-setting?

A

Quando i media dedicano ampio spazio a un tema come il cambiamento climatico, il pubblico tende a considerarlo una delle questioni più rilevanti, indipendentemente dalla sua priorità reale.

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30
Q

Cosa sostiene la teoria degli scarti di conoscenza?

A

La teoria sostiene che l’accesso e la comprensione delle informazioni mediatiche aumentano più rapidamente tra le persone con istruzione elevata rispetto a quelle con istruzione inferiore, ampliando il divario di conoscenza.

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31
Q

Quali sono le implicazioni sociali degli scarti di conoscenza?

A

Gli scarti di conoscenza contribuiscono a disuguaglianze sociali, poiché le persone meno istruite hanno meno opportunità di accedere e beneficiare delle informazioni mediatiche.

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32
Q

Cos’è il digital divide?

A

Il digital divide si riferisce alla disuguaglianza nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie digitali, spesso legata a fattori economici, geografici e culturali.

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33
Q

Quali sono le conseguenze del digital divide?

A

Il digital divide accentua le disuguaglianze sociali, limitando l’accesso a opportunità educative, lavorative e di partecipazione politica per le persone con minori risorse tecnologiche.

34
Q

Cos’è il concetto di “coda lunga” (long tail)?

A

Il concetto di “coda lunga” descrive la trasformazione dei mercati da una struttura di massa a una pluralità di mercati di nicchia, resa possibile dalla personalizzazione dei prodotti culturali e dall’uso di piattaforme digitali per la distribuzione.

35
Q

Come la coda lunga influisce sulla distribuzione culturale?

A

La coda lunga consente di accedere e distribuire contenuti meno popolari, supportando la diversificazione culturale e dando spazio a prodotti di nicchia, grazie alla riduzione dei costi di archiviazione e distribuzione online.

36
Q

Qual è il principio chiave della teoria degli usi e delle gratificazioni?

A

La teoria sostiene che l’audience non è passiva ma attiva, scegliendo i media per soddisfare bisogni specifici, come quelli cognitivi, di intrattenimento, socializzazione o evasione.

37
Q

In che modo questa teoria si oppone alla teoria ipodermica?

A

A differenza della teoria ipodermica, che vede l’audience come passiva e manipolabile, questa teoria enfatizza l’intenzionalità e la consapevolezza dell’utente nel selezionare i media e interpretarne i contenuti.

38
Q

Qual è il contributo di Pierre Bourdieu alla teoria delle pratiche?

A

Bourdieu introduce i concetti di “habitus” (schemi di comportamento e attitudini acquisiti socialmente) e “campo” (spazi sociali con regole proprie), sottolineando la relazione dinamica tra individuo e struttura sociale.

39
Q

In cosa si distingue la teoria di Anthony Giddens sulla strutturazione sociale?

A

Giddens descrive un processo in cui micro e macro dimensioni si intersecano attraverso tre livelli: significazione (attribuzione di senso), legittimazione (norme e valori) e dominio (forme di potere), evidenziando la capacità degli individui di modificare le strutture sociali.

40
Q

Come si caratterizzano i cultural studies?

A

I cultural studies nascono negli anni ’50-‘60 a Birmingham e utilizzano approcci qualitativi per analizzare il legame tra mezzi di comunicazione, contesto sociale e cultura, attribuendo un ruolo attivo all’audience nella decodifica dei messaggi.

41
Q

Cosa descrive il modello di encoding/decoding di Stuart Hall?

A

Hall distingue tre modalità di decodifica dei testi: dominante (in linea con l’emittente), negoziata (combinazione tra significato atteso e attribuito) e oppositiva (contraria all’intento dell’emittente), sottolineando la non passività dell’audience.

42
Q

Cos’è la convergenza tecnologica?

A

La convergenza tecnologica è il processo di fusione tra contenuti, piattaforme e dispositivi, che trasforma i media tradizionali in sistemi integrati e interattivi.

43
Q

Qual è il ruolo della convergenza nei nuovi media?

A

Nei nuovi media, la convergenza facilita l’integrazione di intrattenimento, istruzione e comunicazione sociale, superando le divisioni tra vecchi modelli di trasmissione (one-to-many) e creando modelli interattivi (many-to-many).

44
Q

Cosa intende van Dijck per piattaformizzazione?

A

Van Dijck descrive la piattaformizzazione come il processo in cui le piattaforme digitali passano da strumenti di distribuzione a sistemi che riproducono e trasformano la realtà sociale, influenzando comportamenti, relazioni e dinamiche di potere.

45
Q

Qual è il contributo principale di Castells agli studi sui media?

A

Castells ha introdotto il concetto di “network society”, evidenziando come l’informazione, trasformata in capitale, sia il nuovo mezzo di produzione nella società contemporanea, ridefinendo lo spazio sociale e le dinamiche di potere.

46
Q

Quali sono i tre concetti chiave della network society di Castells?

A

Castells identifica: 1) spazio dei flussi (connessioni digitali riducono le distanze), 2) esperienza collettiva del tempo (multi-tasking e streaming alterano la percezione temporale) e 3) realtà ipertestuale (integrazione tra realtà fisica e virtuale).

47
Q

Quali sono le “7 leggi del web”?

A

Le 7 leggi del web comprendono: 1) interattività, 2) accessibilità, 3) personalizzazione, 4) multimedialità, 5) convergenza, 6) partecipazione e 7) innovazione continua. Questi principi riflettono le caratteristiche principali che regolano la comunicazione e i contenuti online.

48
Q

Perché la convergenza è considerata una legge fondamentale del web?

A

La convergenza permette l’integrazione di contenuti, piattaforme e tecnologie, superando le barriere tra vecchi e nuovi media. Questo principio trasforma il web in uno spazio dinamico e interattivo.

49
Q

Qual è il contributo di Sherry Turkle agli studi sui media digitali?

A

Turkle esplora come la tecnologia digitale trasformi la nostra identità e le relazioni sociali. Nel suo libro Alone Together, analizza come la connessione costante riduca l’empatia e crei un senso di isolamento nonostante l’apparente interconnessione.

50
Q

Cosa intende Turkle con il concetto di “relazioni simulate”?

A

Turkle descrive le “relazioni simulate” come quelle che instauriamo con dispositivi o intelligenze artificiali, le quali appagano il nostro bisogno di relazione senza richiedere il coinvolgimento emotivo delle relazioni reali.

51
Q

Cosa si intende per “cultura convergente” secondo Jenkins?

A

La cultura convergente descrive un ambiente in cui vecchi e nuovi media si incontrano, e dove il pubblico non è solo consumatore ma anche produttore di contenuti, favorendo un’interazione più democratica e partecipativa.

52
Q

Qual è il ruolo del prosumer nella cultura convergente?

A

Il prosumer (producer + consumer) è un utente che non si limita a consumare contenuti, ma li produce e li condivide. Questo ruolo è centrale nella cultura convergente, poiché crea nuove dinamiche nei media e nell’economia digitale.

53
Q

Cos’è la spreadability?

A

La spreadability è la capacità di un contenuto digitale di diffondersi facilmente attraverso le reti sociali grazie alla partecipazione attiva degli utenti, che lo condividono e reinterpretano, aumentando la sua visibilità.

54
Q

Qual è la differenza tra spreadability e viralità?

A

Mentre la viralità è spesso passiva e si concentra sull’automatismo della diffusione, la spreadability si basa sull’intenzionalità e sull’intervento umano nella condivisione e modifica dei contenuti.

55
Q

Qual è il contributo di Perry Wilman agli studi sui media?

A

Perry Wilman ha analizzato l’impatto delle tecnologie digitali sui comportamenti di consumo e produzione culturale, evidenziando come le piattaforme digitali stiano trasformando le dinamiche di mercato e le relazioni tra utenti.

56
Q

Come Wilman interpreta la convergenza mediale?

A

Wilman considera la convergenza non solo come un processo tecnologico ma anche sociale, in cui gli utenti partecipano attivamente alla co-creazione dei contenuti, ridisegnando i confini tra produttori e consumatori.

57
Q

Qual è la critica principale di Evgeny Morozov verso il “tecno-ottimismo”?

A

Morozov critica il “tecno-ottimismo” e il “soluzionismo digitale”, sottolineando che Internet, anziché promuovere democrazia e progresso sociale, può amplificare pregiudizi, localismi e gruppi estremisti. Ritiene che il capitalismo digitale sacrifichi la privacy individuale a favore del controllo e della mercificazione dei dati.

58
Q

Cosa intende Morozov per “soluzionismo digitale”?

A

Il “soluzionismo digitale” è la convinzione che ogni problema sociale o personale possa essere risolto con tecnologie digitali. Morozov critica questo approccio, ritenendolo limitato e potenzialmente oppressivo, poiché trasforma ogni azione umana in dati misurabili e mercificabili.

59
Q

Qual è il contributo principale di Geert Lovink alla critica del digitale?

A

Lovink critica il controllo delle piattaforme digitali e propone un “nichilismo digitale” come strumento per immaginare un futuro tecnologico più libero e democratico. Analizza il blogging come fenomeno che ha trasformato il panorama mediale, pur evidenziandone le disuguaglianze nella visibilità.

60
Q

Quali sono i concetti chiave delle analisi di Lovink?

A

Lovink si concentra su “condivisione” e “proprietà intellettuale” come dinamiche economiche e culturali del web. Critica il “social ranking” e i filtri algoritmici che creano spazi digitali recintati, riducendo la libertà originaria di Internet.

61
Q

Quali sono le due visioni opposte del rapporto tra media e politica?

A

Da un lato, i media sono visti come strumenti di democrazia, che promuovono la partecipazione informata. Dall’altro, sono criticati come mezzi di propaganda e manipolazione, che distorcono l’opinione pubblica e favoriscono interessi di potere.

62
Q

Come i media influenzano le campagne elettorali?

A

I media amplificano temi e personalità politiche attraverso processi di tematizzazione, frammentazione e spettacolarizzazione, spostando il focus dal dibattito critico alla performance e alla retorica.

63
Q

Cos’è la sfera pubblica secondo Habermas?

A

La sfera pubblica è uno spazio intermedio tra Stato e società civile, dove i cittadini discutono temi di interesse comune. Nata nel XVII secolo con la borghesia e la stampa, rappresentava uno spazio di critica e confronto politico.

64
Q

Quali cambiamenti ha subito la sfera pubblica moderna?

A

Habermas descrive una trasformazione dalla critica razionale al consumo passivo di contenuti mediali, con una crescente spettacolarizzazione del discorso politico e una riduzione dello spazio critico.

65
Q

Cosa sono le echo chambers?

A

Le echo chambers sono spazi digitali in cui circolano solo informazioni che confermano opinioni preesistenti, creando isolamento ideologico e riducendo l’esposizione a idee diverse.

66
Q

Qual è la differenza tra echo chambers e filter bubble?

A

Le filter bubble sono create dagli algoritmi che selezionano i contenuti basandosi sulle preferenze dell’utente, mentre le echo chambers sono l’effetto della chiusura ideologica favorita da queste bolle.

67
Q

Cos’è l’intimate politics?

A

L’intimate politics enfatizza la sfera privata dei politici, mostrando gusti, hobby e relazioni personali per creare un senso di vicinanza e autenticità con gli elettori.

68
Q

Qual è la differenza tra lifestyle politics e celebrity politics?

A

La lifestyle politics si basa sull’identificazione tra leader e cittadini, mostrando uno stile di vita ordinario. La celebrity politics enfatizza la popolarità del leader, spesso legata a figure dello spettacolo o della cultura pop.

69
Q

Quali sono le origini della pubblicità moderna?

A

La pubblicità moderna nasce con la rivoluzione industriale, con lo sviluppo di agenzie pubblicitarie che coordinavano inserzioni sui giornali e valorizzavano i marchi come sinonimo di qualità.

70
Q

Come il digitale ha trasformato la pubblicità?

A

La pubblicità digitale utilizza strategie di marketing personalizzato e basate sui dati. Grazie ai social media e agli algoritmi, i messaggi pubblicitari sono altamente mirati e interattivi, permettendo campagne su misura per ogni utente.

71
Q

Quali sono le principali critiche mosse alla pubblicità?

A

Le critiche includono promesse ingannevoli, rinforzo di stereotipi (genere, etnia, classe), manipolazione dei consumatori vulnerabili (es. bambini), violenza e pressione psicologica, obsolescenza programmata, scelta irrazionale, aumento dei costi dei prodotti a causa degli investimenti pubblicitari e la creazione di barriere alla concorrenza per le piccole imprese.

72
Q

Come Horkheimer e Adorno criticano la pubblicità?

A

La pubblicità è vista come “arte del sistema capitalistico”, che riproduce ideologie e crea falsi bisogni per mantenere il controllo sociale. È considerata un mezzo di inquinamento psicologico-sociale, causa di conformismo e materialismo, spingendo i consumatori a identificarsi con oggetti piuttosto che valori reali.

73
Q

Qual è la differenza tra Internet e il World Wide Web?

A

Internet è l’infrastruttura tecnologica che permette il trasferimento di dati, mentre il World Wide Web è un servizio basato su Internet che consente il trasferimento e la visualizzazione di dati in forma di ipertesto.

74
Q

Come è evoluto il Web dal 1.0 al 2.0?

A

Il Web 1.0 era statico e focalizzato sulla visualizzazione di contenuti senza interazione. Il Web 2.0, introdotto nel 2004, ha reso i siti dinamici e interattivi, favorendo la collaborazione tramite social media, blog e piattaforme di condivisione, con una comunicazione più orizzontale (bottom-up).

75
Q

Quali sono i tre contesti identificati da Ritzer tra fisico e digitale?

A

1) Contesto fisico (brick & mortar) come negozi tradizionali; 2) Contesto digitale, dominato dall’e-commerce; 3) Contesto ibrido (brick & click), dove fisico e digitale si integrano, come nelle piattaforme di food delivery.

76
Q

Cosa significa “prosumer”?

A

Il termine, coniato da Toffler (1980), unisce produttore (producer) e consumatore (consumer). Si riferisce a consumatori che partecipano attivamente al processo produttivo, ad esempio personalizzando prodotti o creando contenuti sui social media.

77
Q

Cos’è la sharing economy?

A

È un modello economico che consente di accedere a beni e servizi per il tempo necessario, riducendo sprechi e costi. Tuttavia, alcune piattaforme centralizzate tendono a monopolizzare il mercato, con conseguenze come gentrificazione e squilibri socio-economici.

78
Q

Quali criticità emergono nella sharing economy?

A

Pur narrata come alternativa sostenibile, può portare sfruttamento, precarietà (es. Uber e Airbnb), e dinamiche di squilibrio sociale. Alcune piattaforme non gestiscono direttamente i beni, scaricando i costi sugli utenti.

79
Q

Cos’è la gig economy?

A

È un modello economico basato su lavori occasionali e a breve termine, spesso senza garanzie e tutele. È mediato da piattaforme digitali, ma crea instabilità economica e aumento del precariato.

80
Q

Quali sfide pone la gig economy?

A

Sfide significative includono diritti ridotti per i lavoratori, competizione al ribasso sui salari e sfruttamento tramite algoritmi, con regolamentazioni insufficienti a garantire protezioni adeguate.

81
Q

Quali sono le caratteristiche della quarta rivoluzione industriale?

A

È segnata dall’uso di tecnologie digitali, intelligenza artificiale e robotica, che uniscono sfere fisiche e digitali, trasformando i sistemi economici e produttivi globali.

82
Q

Quali effetti sociali genera la quarta rivoluzione industriale?

A

L’automazione aumenta la domanda di lavoratori altamente qualificati, ma riduce le opportunità per le mansioni non specializzate, creando disuguaglianze economiche e sociali.