ACIDI E BASI. Flashcards

1
Q

Acidie basi secondo Arrehenius?

A

gli acidi sono composti che dissociandosi in acqua sono in grado di liberare protoni o ioni H
+
Le basi sono composti che dissociandosi in
acqua sono in grado di liberare ioni OH
-.

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2
Q

COMPOSTO CHE FA ECCEZIONE AD ARRHENIUS

A

L’ammoniaca. NH3, che si comporta da base, nonostante non abbia nella sua struttura OH. Libera ioni OH-.

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3
Q

Perchè l’ammoniaca si comporta da base?

A

Questo è dovuto, alla presenza di un doppietto non condiviso, presente in un orbitale ibrido dell’atomo di azoto ibridato sp3. Questo doppietto strappa un protone all’acqua, formando ione idro io H3O+ e ione OH-.

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4
Q

ACIDI E BASI SECONDO BRONSTED E LOWRY

A

Un acido è una sostanza capace di cedere protoni ad un’altra sostanza indipendentemente dall’ambiente.
➢ Una base è una sostanza capace di accettare questi protoni derivanti da un’altra sostanza.

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5
Q

TEORIA ACIDO-BASE BRONSTED E LOWRY

A

L’acido può donare lo ione H+, solo in presenza di una sostanza in grado di accettare questo protone. Perciò non esistono acidi e basi come tali, ma solo composti che tendendono a comportarsi come acidi o come basi, a seconda della sostanza con cui interagiscono. Quindi ci sono solo coppie di acidi e basi, che in soluzione acquosa danno luogo ad una reazione: acido-base.

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6
Q

Reazione di dismutazione o di disproporzionamento:

A

Sono reazioni acido-base e di ossido riduzione, in cui la sostanza o l’elemento può comportarsi in modo differente in base alla situazione. Sia da acido che da base.

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7
Q

SOSTANZE DHE SI COMPORTANO IN PIÙ MODI:

A

Sotanze anfiprotiche o elettrolite anfotere.

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8
Q

Sostanza elettroliti a godere per eccellenza?

A

L’acqua, che eicomporta da base in presenza di HCl, un acido forte, accettando il protone e formando ione idronio e si comporta da acido in presenza di ammoniaca NH3, cedendo un protone e formando ione OH-.

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9
Q

ACIDI E BASI DI LEWIS:

A

Gli acidi sono tutte quelle sostanze che possono accettare una coppia di elettroni da un’altra sostanza al fine di formare un nuovo legame.
➢ Le basi sono in grado di donare una coppia di elettroni ad un’altra sostanza in modo tale da formare un nuovo legame.

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10
Q

Un acido di Lewis è quindi?

A

Una specie avida di elettroni, e sarà tanto più forte, quanto più è capace di legare a sé elettroni.

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11
Q

Quindi una Base di Lewis è?

A

Un specie che cede elettroni, ed è tanto più forte, quanto maggiore è la sua disponibilità a fornire coppie elettroniche.

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12
Q

Cosa sono i complessi di coordinazione?

A

I complessi o composti di coordinazione sono dei composti in cui è presente, al centro della molecola, uno ione che appartiene ai metalli di transizione. Questi elementi sono tutti quegli elementi che presentano gli orbitali d.

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13
Q

Come viene definito lo ione al centro el complesso di coordinazione?

A

Centro di coordinazione. Che può fungere da acido di Lewis, andando a interagire con altre molecole o ioni che si trovano intorno. Queste cedono elettroni comportandosi da basi di Lewis e sono detti leganti.

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14
Q

DIMMI 3 COSE SUI COMPLESSI DI COORIDINAZIONE:

A

-Hanno una struttura geometrica precisa, lineare, planare quadrata, tetraedrica o ottaetdrica.
-gli ioni metallici presenti al centro, presentano una valenza primaria, dovuta al loro stato di ossidazione e una valenza secondaria, determinata dal numero di leganti presenti.

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15
Q

I LEGANTI, DI UN COMLESSO DI COORDINAZIONE POSSOMO ESSERE?

A

Polidentati e quindi presentano più punti, che gli permettono di legarsi allo ione del metallo di transizione.

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16
Q

EDTA4-?

A

È un legante polidentato, possiede sei zone a carica negativa, che possono donare coppie elettroniche. L’edta può celare, inglobare uno ioneal centro, È infatti, un ottimo, agente chelante, in grado di complessare ioni come Ca2+ o Mg
2+e, in virtù di questo, può essere utilizzato come anticoagulante (rimuovendo il calcio, essenziale per la coagulazione sanguigna) oppure per rimuovere ioni metallici pesanti che si possono trovare negli alimenti (frutta e verdura sono lavate usando agenti chelanti).

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17
Q

COMPLESSO DI COORDINAZIONEIN AMBITO BIOLOGICO:

A

è quello del gruppo eme dell’emoglobina: l’emoglobina è una proteina tetramerica costituita da quattro subunità che presentano una parte proteica, rappresentata dalla catena polipeptidica, a cui è associata una parte non proteica, rappresentata dal gruppo eme, indicato dal piano in rosso nella seguente immagine, al cui centro è coordinato uno ione in forma ferrosa (𝐹𝑒 ), grazie al quale è in 2+ grado di legare l’ossigeno e trasportarlo dagli alveoli
polmonari ai tessuti periferici.

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18
Q

Differenza tra l’emoglobina deossigenata, che non lega l’ossigeno, e l’ossiemoglobina, in cui invece l’ossigeno è legato al ferro:

A

il ferro è coordinato in maniera ottaedrica, per cui si ha che 4 atomi di N sono posti sul piano del gruppo eme e lo coordinano al centro, mentre da una parte e dall’altra come quinto e sesto legame di coordinazione ci sono rispettivamente un’istidina (His prossimale) e l’ossigeno (quando si legherà). Quando l’ossigeno non è legato, si ha la deossiemoglobina, per cui il sangue ha una
colorazione bluastra e il Ferro si trova nella
configurazione ad alto spin (∆𝑜 piccolo), di conseguenza lo ione Ferroso non è esattamente coplanare con il gruppo eme, ma si trova più spostato verso l’istidina di circa 0,4Å; quando, invece, l’ossigeno si lega come
sesto gruppo di coordinazione, si forma l’ossiemoglobina, per cui il sangue apparirà di un rosso brillante, ma ciò che è importante è che l’ossigeno è un legante a campo forte,di conseguenza si avrà una configurazione a basso spin: ciò causa una riduzione delle dimensioni dello ione ferroso che, essendo più piccolo, troverà posto esattamente
all’interno e sarà coplanare al piano del gruppo eme, per cui c’è uno spostamento verso il centro di 0,4Å.
Questo spostamento comporta anche un minimo spostamento dell’istidina: quando si lega l’ossigeno, essa è
tirata di 0,4Å verso destra e ciò comporta un piccolo cambiamento conformazionale che si propaga anche in
zone lontane dall’origine dello spostamento (cambio conformazionale a lungo raggio), che ha delle
conseguenze importanti.

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19
Q

Fonzo ionica di una soluzione

A

Un ‘altro modo per indicare la concentrazione di soluti di una soluzione e rende conto
anche della carica elettrica posseduta da questi soluti.

20
Q

come s i calcola la forza ionica?

A

Rappresenta quindi la metà della sommatoria
delle concentrazioni molari di un componente “i”, moltiplicata per la sua carica elevata al quadrato.

21
Q

La forza ionica cosa influenza?

A

La forza ionica ha un effetto maggiore o minore, su macroioni come le proteine.

22
Q

Perchè le proteine sono considerate dei macroioni e come vengono influenzate dalla forza ionica?

A

1) Perchè sono costituite da amminoacidi, che possono avere cariche negative o positive. Quindi è un unione di queste specie in forma ionica.
2)Si consideri un sistema costituito da una proteina con carica netta superficiale positiva (blu) e negativa
(rossa) e intorno gli ioni del sale (particelle rosse e nere), in cui questi macroioni si trovano nel sistema
considerato. Se questi macroioni si trovano in una soluzione salina a bassa forza ionica, avente bassa
concentrazione del sale, probabilmente con cariche elettriche unitarie, si osserva una forte attrazione tra macroioni di segno opposto. Se gli stessi macroioni sono posti in una soluzione salina ad alta forza ionica, si crea un guscio esterno di ioni di segno opposto rispetto ai macroioni, che li schermano, non permettendo il loro avvicinamento, per questo c’è un’attrazione tra i due macroioni molto più debole, rispetto al caso precedente.

23
Q

A cosa viene utilizzata la calibrazione della forza ionica?

A

Per purificare alcune proteine ed estrarle dai materiali biologici.

24
Q

Quando una soluzione viene definita ideale?

A

Quando è abbastanza diluita e quindi non vi sono interazioni gra molecole o ioni del soluto. In particolare quando le concentrazioni non superano certi livelli limite, che per le molecole in forma neutra è pari a 0.1 M, mentre per gli ioni dei soluti è 0.01 M.

25
Q

Una soluzione non è ideale quando?

A

Quando le concentrazioni superano i livelli limite e quindi le soluzioni non sono molto diluite.

26
Q

Per soluzioni non ideali non si parla di concentrazione, ma di?

A

Attività di un soluto.

27
Q

L’attività corrisponde?

A

Il rapporto tra la concentrazione del soluto e la sua concentrazione in condizioni standard,
1M.

28
Q

Per i solidi e liquidi puri, l’attività corrisponde?

A

Senza soluto è pari ad 1.

29
Q

Cosa correla l’attività di un soluto i alla concentrazione stechiometrica dello stesso?

A

La relazione per cui l’attività è = al coefficiente attività del soluto per la concentrazione del soluto.

30
Q

Coefficiente di attività di tipo termodinamico cosa misura?

A

Misura la deviazione del soluto, dal comportamento ideale.

31
Q

Si può usare un’espressione semiempirica dovuta
a Debye e Huckel, per calcolare il coefficiente di attività. quando?

A

Per soluzioni abbastanza diluite in cui si conoscono le concentrazioni di tutte le specie ioniche e le loro
cariche elettriche (Z), per calcolare il coefficiente di attività.

32
Q

Per soluzioni IDEALI, quindi con coenctrazioni sotto i valori limite il coefficiente di attività è pari:

A

Ad 1, quindi l’attività del soluto è uguale alla sua contrazione.

33
Q

Soluto polare?

A

Un soluto che se solvatato da molecole d’acqua, si dissocia in molecole non cariche.

34
Q

Un soluto ionico?

A

Soluto, in ambiente acquoso, da origine a particelle cariche(ioni positivi o negativi)

35
Q

Cosa è un’elettrolita?

A

Un elettrolita è una sostanza che dissolta in acqua è in grado di condurre corrente.

36
Q

Differenza tra elettroliti:

A

Elettroliti forti, si dissociano completamente negli ioni positivi e negativi.
Elettroliti deboli: sostanza che in soluzione si dissocia parzialmente.
Non elettrolita: sostanza che in soluzione non si diccssocia in ioni positivi o negativi.

37
Q

Differenza tra ionizzazione e dissociazione:

A

-Con la ionizzazione si ha la rottura di un legame covalente polare ( come quello in HCl) che porta in
soluzione ioni (H+ e Cl
-).
-Con la dissociazione si portano in soluzione ioni già presenti allo stato solido in un
reticolo cristallino. Di solito queste due terminologie si confondono tra loro.

38
Q

Per identificare se una sostanza (soluto), sia elettrolita, cosa vado a valutare?

A

Il suo grado di dissociazione:
● Per α=0, il soluto è un non elettrolita ( la sostanza non si dissocia in ioni positivi e negativi).
● Per 0<α<1, il soluto è un elettrolita debolissimo, debole, medio, medio forte (in base alla sua natura).
● Per α=1, il soluto è un elettrolita forte (tutte le moli dell’elettrolita si sono dissociate sul totale).

39
Q

Come si calcola il grado di dissociazione? ALFA

A

Facendo rapporto tra numero di moli di elttrolita dissociate e numero di moli di elettrolita inizialmente presente.

40
Q

La legge di diluizione di Ostwald, quando viene e applicata? E come si calcola?

A

Agli elettroliti deboli,quindi con valori di α compresi tra 0 e 1. Con la costante di equilibrio, in cui al nominare c’è (Co x alfa^2) /1 - alfa.

41
Q

Cosa stabilisce la legge di Ostwald?

A

Che il grado di dissociazione tende ad aumentare quando le soluzioni sono via via più diluite. Invece tende a diminuire man mano che la concentrazione dell’elettrolita debole tende ad aumentare. Queste due grandezze sono inversamente correlate: è come se un aumento di concentrazione dell’elettrolita si opponga alla dissociazione dell’elettrolita stesso.

42
Q

Coefficiente di Van’t off?

A

È un fattore moltiplicativo, con il quale si ottiene, il numero totale di particelle(molecole e ioni), presenti in soluzione, conoscendo natura e quantità di soluto introdotto.

43
Q

Come si calcola il coefficiente di van’t Hoff?

A

i= 1+alfa (v-1)
In cui v=numero di ioni derivati dalla dissociazione di una singola molecola o unità formula di elettrolita.
Quindi se io ho un n= che è il numero di moli di soluto presenti prima della ionizzazione.
Per ottenere il numero totale di particelle in soluzione, dopo la ionizzazione, ecco moltiplicare il numero di moli per il coefficiente di Vant’hoff.

44
Q

Perchè si parla di autoionizzaizone dell’acqua?

A

L’acqua è una sostanza anfotera, quindi in grado di cedere o acquistare protoni, per cui si può pensare che in una certa massa di acqua ci possa essere una reazione di autoionizzazione (o autoprotolisi) e che, quindi, tra due molecole d’acqua, una agisca da acido cedendo un protone e l’altra agisca da base accettando un protone, formando 𝐻 e , sempre considerando che gli e gli non esistono come tali in acqua.

45
Q

Equilibrio della reazione di autoprotolisi dell’acqua?

A

La reazione di autoprotolisi dell’acqua è molto spostata verso sinistra, ciò significa che l’acqua è molto poco dissociata, in quanto se fosse molto dissociata non esisterebbe: si può dire che soltanto una molecola d’acqua su 555 milioni subisce autoprotolisi.