Sociologia dei processi culturali Flashcards

1
Q

Quali sono i due contenitori principali in cui sono raggruppate le 164 definizioni di cultura?

A

Kroeger e Kluchohm scrissero un articolo (“Cultura: una rassegna critica di concetti e definizioni”) dove arrivarono a formulare 164 definizioni, raggruppate in due contenitori principali:
1) definizioni di tipo umanistico/classico: dove vengono raggruppate definizioni che hanno la prospettiva di presentare la cultura come un ideale di formazione individuale, un’attività che consente di coltivare l’animo umano (colere = coltivare)
2) definizioni di tipo antropologico/moderno: la cultura viene presentata come il variegato insieme di tutte quelle costumi e abitudini delle diverse popolazioni del mondo, non concependo soltanto l’individuo ma anche tutta la collettività che sta attorno all’individuo

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2
Q

Quali sono le tre componenti che costituisce la cultura di tipo antropologica/moderna?

A

Le tre componenti che costituiscono la cultura antropologica/moderna sono:
1) complessi di norme e di credenze esplicite, più o meno formalizzate
2) costumi e abitudini (acquisite sin dall’infanzia) da esseri umani
3) artefatti (da opere d’arte vere e proprie a oggetti di uso quotidiano).

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3
Q

Quali sono le tre caratteristiche che costituisco la cultura di tipo antropologica/moderna?

A

Le tre caratteristiche che costituisco la cultura di topo antropologica/moderna sono:
1) la cultura è appresa e non è riconducibile alla dimensione biologica dell’esistenza umana
2) la cultura rappresenta la totalità dell’ambiente sociale e fisico che è opera dell’uomo
3) la cultura è condivisa all’interno di una comunità o società.

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4
Q

Parla del modello Hofstede.

A

G. Hofsede ha pensato di rappresentare, a livello grafico, il concetto di cultura in senso antropologico utilizzando l’immagine di una cipolla. Con questa analogia rappresenta le diverse manifestazioni della cultura.
- livello degli artefatti: formato da oggetti, simboli e linguaggio
- livello intermedio dei miti e narrazioni (fingono da modelli di comportamento per coloro che entrano a far parte di una nuova società)
- livello degli assunti fondamentali: formato da credenze, norme e valori.

E’ importante che questi tre livelli siano tra di loro in uno stato di coerenza: i miti e narrazioni devono riflettere le norme, i valori e le credenze che, a loro volta, devono rispecchiarsi nei simboli, linguaggi ed oggetti. Se ciò non avviene si creano delle incoerenze, ossia la cultura rischia di disintegrarsi oppure essere sostituita da una più forte.

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5
Q

Cosa afferma Marx in merito agli oggetti?

A

Marx afferma che ogni oggetto ci racconta lo sfruttamento di chi l’ha prodotto, come se ci gridasse il dolore di aver sudato e lavorato, per un numero di ore indefinito contro ogni tutela sindacale, per produrre ciò che noi indossiamo (Il Capitale).
Nella prospettiva marxista, ogni oggetto è simbolo dello sfruttamento della persona che l’ha prodotto.

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6
Q

Come definisce E. Schein la cultura?

A

Schein afferma che studiare un’organizzazione equivale a dire studiare la sua cultura. Per Schein, la cultura organizzativa è l’insieme coerente di assunti fondamentali che un dato gruppo ha inventato, scoperto o sviluppato imparando ad affrontare i suoi problemi di adattamento esterno e di integrazione interna, e che hanno funzionato bene in modo da poter essere considerati vali, validi per insegnare ai nuovi membri qual è il modo corretto di percepire, pensare e sentire in relazione a quei pensieri.

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7
Q

Quali sono i tre livelli di cultura, secondo Shein?

A

Schein afferma che la conoscenza di una cultura organizzativa procede attraverso un’analisi che si sviluppa a diversi livelli di profondità:
1) quello degli artefatti (cioè prodotti immediatamente osservabili di una data organizzazione)
2) i valori espliciti dell’organizzazione (Narrazioni, miti e leggende)
3) assunti di base.

La definizione di cultura di Schein sottolinea che lo scopo di ogni gruppo sociale è garantire il miglior adattamento possibile e quindi sottolinea la sopravvivenza di ogni gruppo sociale all’interno del proprio ambiente (sia sociale che naturale). Schein, però, aggiunge che questi tre livelli devono essere coerenti l’uno con l’altro, altrimenti la cultura rischia di subire un processo di inculturazione.

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8
Q

Cosa afferma la teoria del ritardo culturale?

A

Ogburn propone nel 1936 una teoria del ritardo cultuale (cultural lag) secondo la quale la cultura si divide in una cultura materiale (oggetti materiali, tecnologici) e cultura adattiva (riti, norme e credenze). L’essenza di tale teoria è che la cultura adattiva cambia più lentamente rispetto alla cultura materiale e che tale gap provoca tensioni sociali.

In altre parole, secondo Ognurn, la cultura materiale cambia per prima e quella adattiva dovrebbe cambiare in risposta al mutamento poichè è più lenta. La presenza di interessi contrapposti e la tendenza all’inerzia provocano il ritardo culturale.

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9
Q

Qual è la differenza tra sociologia dei processi culturali e sociologia della cultura?

A
  • sociologia dei processi culturali: non studia tutti e tre i livelli che definiscono la cultura, ma prende in considerazione solo il livello più esterno, cioè quello degli artefatto (oggetti, simboli e linguaggio)
  • sociologia della cultura: si occupa innanzitutto degli assunti fondamentali, dei miti e delle narrazioni.
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10
Q

Cosa fece Tobie Nathan?

A

Tobie Nathan aprì il primo laboratorio anapsichiatrico a Parigi per lavorare con gli emigrati dai paesi delle ex colonie. Fece questo perchè, dopo il crollo dell’impero coloniale, molte persone africane emigrano in Francia e iniziarono a rivolgersi a servizi per poter usufruire delle cure.

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11
Q

Parla del diamante culturale di W. Griswold.

A

Il diamante culturale è uno strumento che ci aiuta ad analizzare qualunque prodotto o oggetto culturale: un’analisi e studio del livello degli artefatti obbliga a mettere oggetti e simboli in relazione con il contesto che gli ha prodotti. Da momento che, la sociologia dei processi culturali focalizza la propria attenzione all’analisi degli artefatti (e quindi degli oggetti).

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12
Q

Com’è costituito il diamante culturale?

A

Il diamante culturale è una bussola di orientamento per l’analisi degli oggetti culturali e la sua forma geometrica è quella di un diamante che richiama la forma di un campo da baseball. E’ formato da quattro vertici che costituiscono le sfaccettature di un elemento della cultura:
- l’oggetto culturale
- mondo sociale
- creatore
- ricevitore

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13
Q

A cosa corrisponde l’asse verticale e quello orizzontale del diamante culturale?

A
  • sull’asse verticale, la relazione tra mondo sociale e oggetto culturale (cioè ciò che collega tra loro gli oggetti culturali e la società in cui sono stati creati), si sono sedimentati, nel corso del tempo, diverse spiegazioni note come teorie del riflesso sociologico.
  • sull’asse verticale, collega il creatore al ricevitore (cioè ciò che collega il creatore dell’oggetto al suo consumatore), si sono create diverse teorie sull’argomento noto come industria cultuale.
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14
Q

Quali sono le teorie del riflesso di Stendhal, Weber e Marx?

A
  • Stendhal afferma che nelle cose si riflette la società e quindi gli oggetti ci raccontano della nostra società
  • Weber sostiene che la società è il riflesso dei prodotti culturali
  • Marx afferma che gli oggetti segnalano una società capitalistica che sfrutta i lavoratori e quindi l’oggetto è il riflesso della struttura economica società.
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15
Q

Da dove deriva il termine “hikikomori”?

A

Il termine “hikikomori” deriva dal Giappone che significa “stare in disparte” e si riferisce a tutte quelle persone/adolescenti che decidono di isolarsi volontariamente.

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16
Q

Chi sono gli hikikomori?

A

Gli hikikomori sono:
- ragazzi tra i 15 e i 25 anni che abbandonano scuola, lavoro e amici e scappano da tutti gli occhi fonte di pregiudizio e pressione perché ricordano loro di essere diversi
- ragazzi fragili, inibiti socialmente che non riescono a legare con le altre persone
- ragazzi che subiscono bullismo e hanno una repulsione verso la società, cominciano a vedere la società e le relazioni sociali come qualcosa di negativo e quindi lo ripudiano
- si convincano che sia meglio vivere da soli e che stiano meglio da soli (si tratta per un periodo di tempo di 20 - 30 anni).

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17
Q

Cos’è la sindrome della capanna?

A

La sindrome della capanna riguarda a comportamenti che si verdicano nel momento in cui, per un certo periodo di tempo, si è costretti all’isolamento. La persona si isola perchè ha paura che l’ambiente esterno sia pericoloso e insicuro, è una fobia, perché la persona paura di ammalarsi, uscendo.
La differenza con gli hikikomori è la motivazione: per quanto riguarda questi ultimi l’isolamento è volontario (si vive in una solitudine psicologica); mentre nel caso della sindrome della capanna, l’isolamento è forzato (si vive in solitudine fisica).

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18
Q

Cosa afferma B. Bernstein?

A

B. Bernstein fa uno studio molti importante (“Class, Codes and Controll”) nel 1971 in cui afferma che la stessa scuola britannica, anzichè diminuire il divario sociale, non solo lo mantiene, ma anche lo accresce.

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19
Q

In che modo, secondo Bernstein, la scuola pubblica britannica, non solo mantiene, ma anche accresce le disuguaglianze sociali?

A

Nella sua ricerca suggerisce che la scuola, invece di essere un luogo che annulla le disuguaglianze sociali, contribuisce ad aumentarle, con gli stessi libri di testo che vengono maneggiati dagli scolari poiché, ogni libro di testo, quando viene scritto, si trova di fronte ad un’operazione sul codice linguistico da operare.

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20
Q

Quali sono i due diversi tipi di codici?

A
  • codice ristretto, dipende dal contesto, è povero di sfumature e di articolazione sintattica (con meno vocaboli e povero)
  • codice elaborato, modo di esprimersi poco legato al contesto e ricco di articolazione semantica e sintattica (lessico elaborato, vocabolario tecnico, con metafore).
    Bernstein afferma che il fatto di usare un codice elaborato per scrivere i libri usati poi nelle scuole, invece di diminuire il divario sociale, non solo lo mantiene, ma anche lo accresce.
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21
Q

Cosa afferma Le Breton in “Antropologia del corpo e modernità”?

A

Le Breton afferma che la cultura occidentale ha subito un’enorme e reversibile trasformazione che ci porta a distinguere tra una concezione tradizionale di corpo a quella che, invece, è la concezione moderna del corpo. Il punto di svolta fu dato dalla rivoluzione scientifica (1500/1600) poiché si opera la triplice frattura a livello culturale rispetto al concetto tradizionale di corpo.

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22
Q

In che cosa consiste la triplice rottura?

A

Con la rivoluzione scientifica, si opera la triplice frattura a livello culturale rispetto al concetto tradizionale di corpo che aveva guidato il mondo occidentale dall’antica Grecia in avanti.
1) rottura tra me e il mio corpo
2) rottura tra me e il corpo degli altri
3) rottura tra me e il cosmo

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23
Q

Cosa afferma Cartesio?

A

Con Cartesio si inizia a considerare il corpo umano come qualcosa di distante e separato dalla psiche e dall’anima. Questo è possibile attraverso la rivoluzione della medicina, agli studi in cui si dissezionavano i cadaveri ai quali Cartesio spesso partecipava.
Tant’è che Cartesio descrive la diserzione citando il corpo come un meccanismo di assoluta perfezione, più perfetto degli ingranaggi di un orologio, con tutti gli organi in armonia gli uni con gli altri.
Cartesio non sente più quel corpo in quanto unità con la psiche, con l’individuo, ma lo percepisce come l’oggetto su cui si possono compiere determinate operazioni, in questo caso la disezione.

24
Q

Come si percepisce, al giorno d’oggi, il corpo?

A

Da Cartesio in poi è normale dire di avere un corpo, che significa distanziare quel qualcosa che è un oggetto che ci si trova a disposizione e di cui spesso si è insoddisfatti per questo lo modifichiamo: io in quanto psiche mi sento a disagio in un corpo che indosso male. In questo modo, il corpo, da dotazione diventa un prodotto culturale, da modificare, abbellire a mio piacimento (tatuaggi).

25
Q

Cosa sono i riti di passaggio?

A

Van Gennep definisce i riti di passaggio come tutte quelle cerimonie pubbliche che celebrano un cambiamento di status, ovvero un mutamento della posizione che un individuo occupa nella società, una variazione dei compiti che egli svolge.

26
Q

Come definisce Le Breton, il tatuaggio?

A

Le Breton afferma che il tatuaggio è come una traccia sulla pelle, il tratto comune dei ragazzi che si tatuano è quello di farlo quando c’era stato nella loro vita un cambiamento importante e volevano in qualche maniera, celebrarlo attraverso un segno. Il tatuaggio va bene fintantoché non diventa patologico.

27
Q

Cosa sono le scarificazioni e il branding?

A
  • la scarificazione è un’incisione cutanea a scopi decorativi e protettivi per modellare le cicatrici
  • il branding è la pratica per marchiare a fuoco gli animali ed era utilizzato durante il nazismo per marchiare il numero sugli ebrei.
28
Q

Che cos’è l’autolesionismo?

A

Nell’autolesionismo la ferita non è una traccia sulla pelle come il tatuaggio, ma bensì un’apertura in quanto è come se la persona si fa del male per far uscire il dolore che ha dentro perchè non c’è nessuno disposto ad ascoltarlo o accoglierlo.
Inoltre, l’autolesionismo è un rituale, cioè vengono ripetuti in maniera uguale i medesimi gesti; ed è anche un disturbo relazionale in quanto la persona ha il bisogno di gridare il disagio perché non riesce a trovare una persona che ascolti il suo dolore.

29
Q

Qual è la scuola tedesca di Marx, Weber e Tonnies? E come viene considerata?

A

La scuola tedesca, in cui Marx, Weber e Tonnies governarono le sorti tra il 1909 e il 1913, è chiamata Kulturalpessimismus (tragedia della cultura moderna). Questa scuola tedesca, la sociologia è considerata una scienza dello spirito, e si differenza fortemente da quella francese di Durkheim, in quanto la considerava una “scienza della natura”.

30
Q

Che tipo di professore era Simmel?

A

Simmel era di origine ebraica e non riusciva a raggiungere delle posizioni di prestigio. Tant’è che viveva la sua carriera accademica da docente a contato, cioè non era mai stabilizzato in ruolo, ma come docente privato e si pagava vendendo i biglietti a coloro che andava ad ascoltare le sue lezioni. Per attirare le persone alle sue lezioni doveva trattare argomenti di richiamo, per questo motivo scrive dei testi con dei titoli molto accantivanti e trattava argomenti sempre nuovi (sociologia del paesaggio, sociologia dell’arte, sociologia della prostituzione…)

31
Q

Spiega “La metropoli e la vita dello spirito” (1908).

A

Ne “La metropoli e la vita dello spirito” Simmel vuole far capire le conseguenze del vivere all’interno di un ambiente iper-razionalizzato, quello della nuova organizzazione sul territorio urbano, la metropoli. Infatti Berlino nel 1908, grazie alle innovazioni, alle infrastutture (metropolitane, ferrovie) diventa una metropoli in soli trent’anni e quelle stesse persone, dopo trent’anni, si ritroveranno in un vortice di nuove sensazioni, chiamate da Simmel stimolazioni neuro-sensoriali, indotte dalle innovazioni tecnologiche.

32
Q

Cosa intende Simmel per stimolazioni neuro-sensoriali?

A

Per stimolazioni neuro-sensoriali, Simmel intende quei cambiamenti importanti di un paese velocemente. Quando una persona, per esempio, cresciuta in un contesto che non era ancora ipertecnologico delle fine dell’Ottocento e quindi girava per la città con carrozze trainate da cavalli, si trova a vivere in un contesto pieno di tecnologia e si trova a girare per la città con i bus urbano.

33
Q

Cosa afferma Simmel di questa trasformazione tecnologica (Homo Blasè).

A

Simmel afferma che tanto più il cittadino della vecchia Berlino diventava un abitante della nuova metropoli, tanto più assumeva un carattere Blasè, ossia grigi, indifferenti e melanconico. Si tratta di un individuo che preferisce chiudersi nei suoi spazi protetti per tutelare la sua mentalità psichica dalle stimolazioni neurosensoriali.
Si tratta di un individuo bombardato da un eccesso di stimolazioni neurosensoriali che per difesa si rende apatico, insensibile rispetto a ciò che accade intorno a lui.

34
Q

Spiega “La tragedia della cultura moderna”

A

“La tragedia della cultura moderna” tratta di una tragedia con esito drammatico di questo prodotto scientifico e tecnologico a partire dalla rivoluzione scientifica dalla nascita del capitalismo alla prima e seconda rivoluzione industriale.

35
Q

Cosa sono e quali sono i tre a priori sociologici?

A

Simmel afferma che noi teniamo a controllo il nostro incontro con la società attraverso tre a priori sociologici con cui sperimentiamo la società:
1) quando incontriamo uno sconosciuto, tendiamo, attraverso l’apparenza, di capire che ruolo occupa nella società
2) percepiamo che dietro alla maschera o divisa che egli porta, c’è sempre una persona
3) abbiamo fiducia e speranza che nella società c’è una posizione sociale che ci attenda.

36
Q

Cosa afferma Weber nell’“Etica protestante e spirito del capitalismo”?

A

Weber nell’“Etica protestante e spirito del capitalismo” evidenza le fondamenta dell’affermarsi della razionalità di scopo del mondo. Infatti lo spirito del capitalismo del ‘500 era la rinuncia personale a godere del frutto del proprio lavoro, usato non per procurarsi piaceri, ma per reinvestirlo nel processo produttivo.

37
Q

Cosa intende Weber con ascesi?

A

Weber parla di ascesi, ossia proprio quando l’uomo decide di reinvestire il suo profitto nella sua attività, privandosi di una vita agiata, che definisce intra-mondana (rinuncia, non si gode la vita, non bada alla casa).

38
Q

Quali sono i quattro tipi di agire sociale di Weber?

A

1) razionalità di scopo: agire guidato da un fine specifico che viene raggiunto in maniera razionale e logica
2) razionalità di valore: agire guidato da valore o principi considerati importanti, indipendentemente che portino o meno ad uno scopo specifico
3) agire affettivo: agire che si basa sull’emozione e sui sentimenti
4) agire tradizionale: agire guidato dalle tradizioni tramandate nel tempo.

39
Q

Che cos’è la gabbia d’acciaio di Weber?

A

Con questa espressione ci spiega quanto l’uomo sia soggetto ad una serie di costrizioni a cui non può sottrarsi, costrizioni che provengono dall’economia capitalistica e dalla burocrazia, due invenzioni che hanno caratterizzato la società moderna. L’uomo è la principale vittima del processo di modernizzazione e progresso che egli stesso ha creato. L’uomo non gode più, quindi, del suo frutto, ma investe il profitto nel processo produttivo per ottenere altro.

40
Q

Qual è l’obiettivo di Karl Mannheim nell’“L’uomo e la società in un’età di ricostruzione”?

A

L’obiettivo di Karl Mannheim è quello di costruire una società alternativa ai totalitarismi. Infatti egli pensa a come dalla struttura burocratica si arrivi alla gabbia d’acciaio di Weber, cioè alla prigionia dell’individuo all’interno dell’individuo stesso che condiziona il suo agire.

41
Q

Quali sono i quattro tipi di razionalità di Karl Mannheim?

A

1) razionalità sostanziale: quando noi ci prefissiamo degli obiettivi o traguardi e cerchiamo tutti i mezzi che ci servono per soddisfare il nostro obiettivo
2) razionalità funzionale: quando noi, volente o nolente, ci troviamo obbligati a confrontarci con la razionalità di scopo
3) razionalizzazione del sè: a forza di lavorare quotidianamente, siamo obbligati a seguire i stessi protocolli
4) auto-osservazione: tale logica è talmente dentro di me che io mi sento costruito uno specchio autoriflettente dove mi valuto rispetto agli stessi criteri.

42
Q

Cosa intende G. H. Mead con Io, Me e Self?

A

Mead vedeva l’identità come la costruzione di tre elementi:
1) Io: componente spontanea dell’identità, realizzazione individuale
2) Me: componente sociale che suggerisce al soggetto il comportamento adeguato in circostanze specifiche, componente sociale
3) Self: corrisponde ad una compenetrazione tra le due, cioè quando la mia parte spontanea e quella di società, si integrano dentro di me.
Mead afferma che una persona si identifica nella società (=ha un’identità) quando riesce ad equilibrare le due dimensioni all’interno della propria personalità: la mia parte sociale e quella personale. Mead ci afferma, così, che noi abbiamo costruito un’identità sociale (self) che è costituita dalla mia parte spontaneaa (Io) che si deve confrontare con la mia parte sociale (Me dove ho appreso le regole di comportamento).

43
Q

Qual è il modello a fasi che immagina Mead?

A

Mead afferma che la mia parte sociale si sviluppa seguendo delle fasi:
1) play: si tratta di imparare il ruolo imitando le persone che ci circondano in quel momento della nostra vita
2) game (gioco di squadra, organizzato): tutti imparano a rispettare i ruoli e le regole da seguire nel gioco che sono le stesse della società
3) altro generalizzato: capacità di sentire e integrarsi con quelli che sono i valori e le aspettative del gruppo sociale di cui facciamo parte.

44
Q

Esponi il modello di Shannon e Weawer.

A

Il modello Shannon e Weawer (1949) descrive gli elementi coinvolti in un processo di comunicazione, che sono sei: sorgente, trasmissione del messaggio, trasmettitore, canale di trasmissione, ricevitore, destinatario. Secondo questo modello, i messaggi percorrono un tragitto lineare che parte da una sorgente, una persona che, ad esempio, fa una telefonata e che parla attraverso un telefono, (trasmettitore). Questo trasforma la voce in segnale (canale di trasmissione) che arriva a un altro telefono (ricevitore), che consegna il messaggio alla persona con cui stiamo conversando (destinatario).

45
Q

Descrivi la prima fase degli studi sulla comunicazione di massa.

A

La prima teoria della comunicazione di massa (anni ‘40) elaborata da Lippman e Lasswel, è quella dell’ago ipodermico, secondo il quale i mass media sono potenti strumenti persuasivi che agiscono direttamente sulle masse passive e inerti.
Questo avviene solamente quando il pubblico è concepito come un pubblico di massa, costituito da atomi, persone sole anche se sono insieme, un pubblico manipolabile.

46
Q

Cosa si intende con Scuola di Francoforte?

A

La Scuola di Francoforte raccoglie vari intellettuali accumunati da una forte critica nei confronti della società capitalistica. Il suo obiettivo è quello di liberare gli stessi esseri umani dalle influenze delle ideologie delle società in cui essi vivono.
La Scuola di Francoforte, creò quella che oggi noi chiamiamo teoria critica, cioè un approccio di tipo critico a degli aspetti inerenti a quella che era proprio l’industria dei media della comunicazione di massa.

47
Q

Chi sono gli intellettuali principali della Scuola di Francoforte?

A

Adorno, Marcuse e Horkheimer.

48
Q

Qual è e in che cosa consiste l’opera principale della Scuola di Francoforte?

A

Dialettica dell’Illuminismo. Quest’opera è una dicotomia in quanto Adorno e Horkheimer spiegano il fatto che l’Illuminismo ha fatto delle promesse che non ha mantenuto e dunque la cultura occidentale si è trasformata in un’industria dello sfruttamento.

49
Q

Quali erano le promesse che aveva fatto l’Illuminismo?

A

L’Illuminismo era quella corrente di pensiero che voleva tirare fuori gli uomini e le donne dall’essere stati servi delle superstizioni e, attraverso la luce della ragione, emancipare l’umanità.

50
Q

Cosa afferma Benjamine nell’Opera della riproducibilità delle fruizione dell’arte?

A

Benjamine afferma che oggi l’opera d’arte comporta una democratizzazione della fruizione dell’arte. L’industrializzazione ha portato quella che Benjamine chiama la perdita dell’aura, ovvero è come se l’arte, oggi, sia contornata da un cerchio di significato che distingue da ciò che non sono oggetti quotidiani.

51
Q

Chi fa parte della Scuola di Toronto?

A

Della scuola di Toronto fanno parte Maschall McLuhan e Horold Innis.

52
Q

Cosa afferma Horold Innis?

A

Innis, in “Imperi e comunicazione”, sostiene che il territorio dei grandi imperi della storia (antica Roma e Cina) siano sempre più estesi grazie allo sviluppo delle vie di comunicazione.

53
Q

Cosa intende Marshall McLuhan con villaggio globale?

A

McLuhan con l’espressione di villaggio globale, intende l’evoluzione dei mezzi di comunicazione (tv, telefono o radio) ha portato le persone ad essere sempre più connesse tra di loro, assumendo i comportamenti di un villaggio globale, dove tutti avrebbero potuto interagire anche a grandissime distanze.

54
Q

Cosa intende Marshall McLuhan con l’espressione “il medium è messaggio”?

A

McLuhan con l’espressione “il medium è messaggio” afferma che la caratteristica più importante non è il contenuto che i media trasmettono, ma la forma che i media stessi danno a questo contenuto.

55
Q

Cosa intende Marshall McLuhan con media caldi e media freddi.

A
  • Media caldi: media ad alta definizione e a bassa partecipazione (cinema)
  • Media freddi: media ad alta partecipazione e a bassa definizione (telefono, radio).
56
Q

Cosa afferma Joshua Mayrowitz, nell’opera “Oltre il senso del luogo”?

A

Joshua Mayrowitz spiega gli effetti causati dai mass media, in particolare la tv. Afferma che le nuove tecnologie della comunicazione hanno annullato il confine che tra scena e retroscena, pubblico e privato, a punto da cercare un nuovo spazio intermedio che non è più totalmente proscenico e nemmeno retroscena, ma un miscuglio delle due.

57
Q

Spiega il titolo di identità in frammenti.

A

Il titolo riassume la trasformazione avvenuta nell’uomo durante il passaggio da una società pre-moderna a una società moderna. L’industrializzazione, da una parte ha permesso di sviluppare una grande libertà, ma dall’altra ha distrutto la sicurezza dei punti di riferimento che erano garantiti nel passato.
Bauman definisce la società moderna dell’incertezza, in cui nulla è definito in modo permanente e il
processo di individualizzazione comporta rapporti freddi, distaccati e l’uomo finisce per smarrire la
sua identità.