psicologia sociale Flashcards

1
Q

psicologia sociale

A

studio scientifico del contesto fisico determinato da elementi strutturali che contiene persone e relazioni, studio dei processi individuali e psicologici (cognizioni e motivazioni) e la loro intersezione con processi sociali (relazioni interpersonali e cultura) -> come le persone da questo rapporto si muovono nel contesto sociale percependosi, relazionandosi e influenzandosi gli uni con gli altri

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2
Q

capisaldi della psicologia sociale

A
  • percezione e pensiero sociale= noi ci costruiamo la nostra realtà sociale, intuizioni sociali e atteggiamenti che influenzano comportamenti
  • influenza sociale = comportamenti sono influenzati da mondo sociale e comportamenti sono influenzati da disposizioni
  • relazioni sociali = sentimenti e azioni verso persone e gruppi possono essere sia positive che negative
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3
Q

tre principi motivazionali

A
  • acquisizione della padronanza
  • ricerca di affiliazione
  • valorizzazione di me e di mio
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4
Q

nome del modello di Doise

A

articolazione psicosociale dei livelli di analisi

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5
Q

articolazione psicosociale dei livelli di analisi di Doise

A
  • Livello intra personale (es. formazione delle prime impressioni) = come le persone organizzano la propria esperienza del mondo (percezione e valutazione del mondo sociale, e come si comporta con esso)
  • Livello interpersonale o intrasituazionale (es teoria attribuzione causale -> fallisco esame e do la colpa alla prof) = come le persone interagiscono a uno a uno, le dinamiche che si manifestano tra le persone in maniera acontestuale (indipendentemente dalle loro posizioni sociali)
  • Livello posizionale (es. teoria del confronto sociale di Festinger) = come le persone interagiscono per la posizione / ruolo che occupano nella società (azioni hanno valore diverso in base alla posizione gerarchica che occupa il soggetto)
  • Livello ideologico (es. ipotesi del mondo giusto -> le persone hanno quel che si meritano e si meritano quello che hanno) = il modo in cui le credenze ideologiche portino a rappresentazioni mentali e sociali, e come queste si traducano nell’assunzione di comportamenti differenziati e discriminatori -> qualcosa di non tangibile che però influenza il comportamento, come le persone interagiscono in relazione ai sistemi sociali di credenze e valori sociali attivi nei contesti di vita
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6
Q

trasmissione dei valori nella psicologia sociale

A

via manifesta = valori del ricercatore divengono manifesti nella scelta dell’ambito dell’oggetto di studio
via non manifesta gli scienziati interpretano la natura in base alle loro categorie mentali  leggere in maniera pregiudiziale la realtà, fondata sulle nostre aspettative è un aspetto base della nostra mente, ciò che crediamo oggettivo in realtà è spesso frutto di credenze condivise o RAPPRESENTAZIONI SOCIALI (Moscovici)

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7
Q

BIAS DELLA RETROSPEZIONE

A

sopravvalutare la propria capacità di conoscere e prevedere nozioni sapendo già che esse si sarebbero verificate

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8
Q

psicologia delle folle

A

studio degli effetti sul comportamento individuale nell’interazione simultanea con un grande numero di proprio simili / studia cosa si agita nelle folle quando esse si costituiscono e mettono in atto azioni  per Le Bon le folle sono persone in presenza fisicamente che spinte da situazioni particolari (es. disagio, rabbia, fatica…) in qualche modo si riuniscono (anche non consapevolmente) mettendo in atto comportamenti e arrivando ad annullarsi

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9
Q

MENTE COLLETTIVA

A

identità psicologica sovraindividuale (che non appartiene solo al singolo) capace di influenzare e determinare pensieri e azioni delle persone facendogli perdere la loro individualità  entità negativa che fa regredire i soggetti, che vanno ad accantonare la loro capacità di ragione e pensiero (razionalità e coscienza) lasciandosi governare da istinti (i più primitivi) ed emozioni

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10
Q

caratteristiche della folla

A

suggestionabilita e suggestionabilita ipnotica
contagio mentale
senso di potere e senso di responsabilità ridotto
prestigio del capo

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11
Q

prestigio del capo

A

affermazione
ripetizione
contagio

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12
Q

ciò che è alla base dell’azione umana secondo tarde

A

tendenza all’ imitazione
tendenza all’invenzione

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13
Q

tre cause di ordine psicologo alla base della società secondo tarde

A

desiderio
invenzione
relazione inter psicologica

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14
Q

differenza tra tarde e le bon

A

le bon parla di folla specificando la presenza di soggetti in presenza mentre tarde parla di folla come soggetti in rapporto virtuale
tarde dice che nella massa non si perde la coscienza di sé, si continua a vedersi come oggetti con le proprie caratteristiche personali

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15
Q

psicologia del popoli

A

si occupa di studiare i soggetti in interazione e i prodotti dell’interazione umana (miti, costumi, linguaggio) e come questi influenzano la mentalità del soggetto

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16
Q

critica della psicologia sociale europea bei confronti di quella americana

A

era individualista
era troppo semplicistica

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17
Q

differenze tra psicologia sociale europea e americana

A

interazionista e vede la società come un concetto dinamico composto dalla continua interazione tra i soggetti
vede la società come una struttura articolata composta da stratificazioni di gruppi e sottogruppi in base alla posizione e al ruolo sociale
non vede il soggetto come un soggetto sperimentale ma come un cittadino che vive nella sua realtà sociale

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18
Q

conflitto per moscovici

A

tensione continua che deve e può trovare punti di risoluzione ed equilibrio sia nella storia delle persone che nelle storie dei gruppi

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19
Q

oggetto di studio della psico sociale per Moscovici

A

comportamento simbolico del soggetto sociale delle persone e dei gruppi

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20
Q

SGUARDO PRESOCIALE

A

modalità particolare di osservare e indagare i fenomeni sociali, orientato da teorie e osservazioni dirette dei rapporti tra persone e gruppi in uno specifico contesto sociale

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21
Q

IO ALTRO E OGGETTO

A

La relazione tra soggetto e oggetto è sempre mediata dall’altro attraverso le rappresentazioni, le credenze, i significati elaborati e costruiti da questo sistema e in base al quale il soggetto agisce e reagisce

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22
Q

TEORIA DEL CAMPO

A

“il campo psicologico che esiste in un dato momento contiene anche i punti di vista da cui l’individuo guarda al suo futuro e al suo passato”
Il comportamento (C) di una persona è funzione sia di elementi di personalità (P) che di elementi ambientali (A)

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23
Q

INTERSOGGETTIVITA

A

caratteristica in comune tra tutti gli oggetti di studio della psicologia sociale
relazioni tra le persone, tra i gruppi e tra le persone e il contesto sociale in cui è inserita (oggetti della psicologia sociale sono parte della vita quotidiana)

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24
Q

variabile

A

caratteristiche fisiche e psichiche del soggetto, può assumere valori diversi in vari intervalli e che variano da individuo a individuo

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25
Q

COSTRUTTI

A

concetti astratti che vogliamo indagare (es. valore / pregiudizio) che vengono resi osservabili tramite strumenti di misurazione

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26
Q

TEORIA

A

insieme integrato di principi che spiegano e predicono gli eventi osservati

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27
Q

VALIDITÀ INTERNA

A

garantisce il legame di causa tra variabile indipendente e variabile dipendente (modifica della variabile dipendente è dovuta esclusivamente a quella indipendente, e non ad altre)

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28
Q

VALIDITÀ ESTERNA

A

e presente una generalizzazione tale da permettere alla teoria di valere anche per soggetti al di fuori di quelli del gruppo sperimentale

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29
Q

tipi di finalità di ricerca

A
  • analisi di un dato
  • analisi del legame tra due variabili = ricerca correlazionale
  • comprensione di un fatto ricercandone le cause = ricerca sperimentale
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30
Q

due tipi di osservazione

A
  • partecipante
  • naturalistica
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31
Q

tipi di rilevazione dell’osservazione

A

continua
a intervalli

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32
Q

categorie di comportamento

A
  • molari
  • molecolari
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33
Q

tipi di intervista

A

strutturata o semi strutturata
non strutturata

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34
Q

tipo di domande in un questionario

A

codificate
aperte

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35
Q

tipo di risposte in un questionario

A

dicotomiche
unipolari
bipolari

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36
Q

CONFEDERATI

A

persona usata dal ricercatore che interpreta un ruolo nella situazione della

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37
Q

DEBRIEFING

A

spiegazione dello studio in un momento successivo alla conclusione delle ricerca, in cui si chiede ai soggetti cosa hanno capito dell’esperimento e cosa hanno provato

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38
Q

regole su cui si basa il codice etico italiano

A

competenza
integrità
responsabilità sociale

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39
Q

Effetto spotlight

A

convinzione (finta) che le altre persone prestino più attenzione al nostro aspetto e comportamento più di quanto non lo facciano in realtà  pensiamo di essere importanti per gli altri, ma non tanto quanto noi crediamo

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40
Q

ILLUSIONE DI TRASPARENZA

A

illusione che porta una persona a ritenere che le proprie emozioni nascoste affiorino e possano essere facilmente lette dagli altri

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41
Q

CONCETTO DI SE

A

totalità delle conoscenze (rappresentazione cognitiva) che una persona possiede riguardo alle proprie qualità e attributi personali che non vanno a variare troppo repentinamente con il tempo

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42
Q

PERCEZIONE DI SE

A

processi che richiamano schemi interni, modelli mentali che ci guidano nel reperire, elaborare, immagazzinare e ricordare le informazioni su di noi

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43
Q

SCHEMI DI SE

A

strutture effetto – cognitive capaci di ricercare e organizzare l’elaborazione di informazioni riguardanti il sé (ME come persona dolce e indipendente)  specifiche convinzioni sulla quale si definisce sé stessi

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44
Q

SE POSSIBILI

A

•immagini di ciò che si desidera o si teme di diventare in un futuro -> proiezioni di noi che trattano di un futuro probabile / desiderato / temuto

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45
Q

EFFETTO AUTOREFERENZIALE

A

tendenza a elaborare efficacemente e a ricordare bene le informazioni relative a sé stessi

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46
Q

7 fonti sociali che definiscono il se

A

identità sociale
ruoli che assumiamo
confronto sociale
successi e fallimenti
giudizi degli altri
cultura dominante
comportamento

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47
Q

IDENTITÀ SOCIALE COME COSTRUTTO

A

parte di noi e della nostra rappresentazione cognitiva (immagine e concetto di sé) che deriva dalla consapevolezza di appartenere a un determinato gruppo sociale congiuntamente al valore emotivo che noi diamo a questa appartenenza (identità derivata dalle appartenenze ai gruppi)

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48
Q

CONFRONTO SOCIALE

A

valutare sé stessi e le proprie capacità in base al confronto fra sé e gli altri (soppesare con confronti al rialzo o al ribasso) -> valuto le mie capacità e opinioni confrontandomi con qualcuno

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49
Q

Teoria del confronto sociale

A

quando sono incerto in merito alle mie abilità ed opinioni (ciò accade quando non sono disponibili informazioni oggettive) risponderò alla domanda “chi sono io rispetto a un determinato attributo / qualità” andando a paragonarmi con un altro membro di quel determinato gruppo simile a me (es. mi rendo conto se sono bravo o no come studente confrontandomi con il mio compagno di corso)

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50
Q

perché ci confrontiamo con gli altri?

A

Il confronto sociale ci aiuta a costruire un concetto di noi stessi che ci provoca la sensazione di essere unici e indistinguibili, dobbiamo cercare qualità e attributi che ci permettono di differenziarci dagli altri -> ATTRIBUTI DISTINTIVI

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51
Q

tipi di confronto sociale

A

al ribasso
al rialzo

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52
Q

SE RIFLESSO di cooley

A

una importante fonte di conoscenza di sé stessi è data dalle reazioni altrui -> il fatto che gli altri abbiano una buona opinione di noi ci aiuta a pensare bene di noi stessi

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53
Q

TEORIA DELL’AUTOPERCEZIONE

A

in presenza di indizi interni deboli o ambigui le incertezze sulle proprie caratteristiche personali vengono tratte dai comportamenti che metto in atto -> Comportamenti ci possono aiutare a capire chi siamo

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54
Q

SELF DETERMINATION THEORY

A

si concentra sul grado in cui il comportamento individuale è auto – determinato e auto – motivato -> sensazione provata quando si percepisce di avere il controllo sulle proprie scelte e sulla propria vita, ciò ha impatto sulla motivazione (sono più motivata ad agire se so che ciò che farò avrà effetto)

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55
Q

motivazioni definite dalla self determination theory

A

amotivazione
motivazione intrinseca
motivazione estrinseca divisa in motivazione esterna motivazione introiettata motivazione identificata e motivazione integrata

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56
Q

COMPLESSITÀ DEL SE

A
  • Elevata = persone hanno molteplici ed indipendenti aspetti del sé (es. persona si definisce colta e precisa al lavoro, volenterosa nel volontario, altruista nel tempo libero e simpatico con la famiglia) -> vista come ammortizzatore
  • Scarsa = quando persone hanno aspetti del sé simili tra loro (es. persona si definisce precisa nel lavoro, amorevole nelle relazioni)
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57
Q

AUTOSTIMA

A

valutazione positiva o negativa complessiva che una persona ha di sé stessa (quanto io valgo ai miei occhi) e che trova da informazioni che raccoglie, da schemi di sé, sé possibili e confronto sociale

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58
Q

motivazione all’autostima

A

studi hanno dimostrato che di fronte a un fallimento, persone dotate di una solida autostima sostengono il valore del proprio sé percependo gli altri come falliti, più una persona è turbata a seguito di un insuccesso più è probabile che offra delle scuse per salvaguardare la propria autostima

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59
Q

MODELLO DI COSTANZA DI AUTOVALUTAZIONE

A

quando ci ritroviamo in una situazione di confronto tra le proprie capacità e quelle di un altro soggetto a me vicino, le reazioni che possono scaturire dipendono da due fattori
- vicinanza con l’altra persona
- importanza che ha l’attributo di confronto per noi

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60
Q

GUIDA DEL SE di higgins

A

canoni personali a cui tendiamo a conformarci  modo di autovalutarci (ne consegue una certa autostima), 3 guide del sé
1. Sé reale = come io sono ora, immagine che io ho di me in questo dato momento
2. Sé ideale = come vorrei essere
3. Sé imperativo = come sento di dover essere

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61
Q

TEORIA DELLE DISCREPANZE DEL SE

A

è presente una tendenza delle persone a valutare sé stesse in base a delle guide (canoni interiori ideali o imperativi) il che dà luogo a delle conseguenze emotive

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62
Q

TEORIA DELL’ AUTOCONSAPEVOLEZZA DI wicklund

A

da un ordine di come persone si mettono in uno stato di autoconsapevolezza e come le persone accedono alle discrepanze del sé, due tipi di autoconsapevolezza
- pubblica
- privata

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63
Q

cosa porta all’auto consapevolezza?

A

pensieri autofocalizzanti
situazioni autofocalizzanti

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64
Q

Autostima genuina

A

soggetti sicuri di sé e del proprio valore senza cercare di essere per forza al centro dell’attenzione o senza arrabbiarsi di fronte alle critiche, hanno atteggiamenti meno difensivi e sono meno suscettibili e permalosi

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65
Q

due tipi di autostima

A

esplicita
implicita

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66
Q

AUTOEFFICACIA di Bandura

A

percezione della propria efficacia e competenza nei confronti di un’attività o un ruolo, distinta dall’autostima e dal proprio valore

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67
Q

LOCUS OF CONTROL di Rotter

A

variabile psicologica che indica il grado di percezione rispetto al controllo del proprio destino e degli eventi, può essere
- interno
- esterno

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68
Q

IMPOTENZA APPRWSA

A

impotenza e rassegnazione appresa quando una persona non percepisce alcun controllo su eventi negativi ripetuti

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69
Q

SELF SERVING BIAS

A

Errori del servizio del se, tendenza a percepire noi stessi in modo migliore in situazioni in cui non sto eccellendo in modo eccessivamente positivo e favorevole per il sé

70
Q

OTTIMISMO IRREALISTICO

A

tendenza a percepire noi stessi in modo migliore in situazioni in cui non sto eccellendo in modo eccessivamente positivo e favorevole per il sé

71
Q

PESSIMISMO DIFENSIVO

A

valore adattivo legato all’anticipazione dei problemi e al controllo dell’ansia da parte della persona portata a compiere azioni efficaci -> si è già pronti al risultato negativo e ci rimango meno male

72
Q

STILI ATTRIBUTIVI A FAVORE DEL SE

A

tendenza ad attribuire a sé stessi i risultati positivi e ad altri fattori al di fuori di sé i risultati negativi ricorderemo meglio i successi che i fallimenti (il successo è merito mio mentre il fallimento lo esamino come qualcosa al di fuori di me)

73
Q

SVINCOLO DAI PREGIUDIZI

A

un altro bias sarebbe considerarsi più svincolati dai pregiudizi rispetto agli altri (alcuni si considerano addirittura meno vulnerabili ai self serving bias)

74
Q

FALSO CONSENSO

A

un altro bias sarebbe considerarsi più svincolati dai pregiudizi rispetto agli altri (alcuni si considerano addirittura meno vulnerabili ai self serving bias) -> Dawes afferma che il falso consenso può verificarsi perché si tende a generalizzare partendo da un campione limitato, che include noi stessi in modo preponderante

75
Q

FALSA UNICITÀ

A

tendenza a sottovalutare la diffusione delle proprie capacità e dei propri comportamenti che sono desiderabili o di successo

76
Q

perche si presentano i self serving bias?

A

essi sono un sottoprodotto del modo in cui si elaborano e ricordano le informazioni su di sé che non è sempre affidabile ma è molto spesso distorto (es. ricordiamo meglio ciò che facciamo rispetto a ciò che non abbiamo fatto o abbiamo solo osservato) -> tendiamo a incrementare l’immagine del sé in positivo

77
Q

GROUP SERVING BIAS

A

giudizio tendenzioso a favore del proprio gruppo, tendenza sistematica ad attribuire i fallimenti del proprio ingroup e i successi del gruppo a cui non si appartiene (outgroup) a fattori esterni mentre i fallimenti del gruppo esterno e i successi del proprio gruppo vengono attribuiti a fattori interni

78
Q

AUTOMONITORAGGIO

A

caratteristica della personalità definita come grado di sensibilità alle richieste delle situazioni sociali che porta a regolare atteggiamenti e performance allo scopo di formare e creare l’impressione desiderata -> capacità di cogliere gli indizi di un determinato contesto sociale e decidere di adattarsi ad esso modificando qualcosa di sé

79
Q

AUTOPRESENTAZIONE

A

motivazione a scegliere comportamenti volti a creare l’impressione di sé favorevole e che si desidera non solo a un pubblico esterno ma anche a noi stessi (tipica degli alto monitoraggio)

80
Q

due tipi di autopresentazione

A
  • Autoinnalzamento (portare noi stessi in situazione sociale di prestigio) = creo nell’altra persona una prima impressione positiva e durevole (tramite cura abbigliamento e accentuazione di caratteristiche che ci contraddistinguono facendoci apparire in luce positiva)
  • Eteroinnalzamento (non lavorano su di noi ma sugli altri) = mirano a far sentire gli altri buoni tramite clima di positività (situazione di accettazione, per farci vedere come persone piacevoli es. adulazione) che ci permettono di guadagnare approvazione pubblica dandoci la possibilità di poter esercitare influenza e potere su relazioni che stiamo intessendo in quel momento
81
Q

AUTOSABOTAGGIO

A

proteggere la propria immagine di sé con comportamenti controproducenti che creano una scusa pronta in vista di un possibile insuccesso futuro per la troppa paura di impegnarsi davvero e fallire

82
Q

PERCEZIONE SOCIALE

A

Insieme dei processi che vengono usati dalle persone per formarsi una rappresentazione cognitiva degli altri e per capirli, informazioni basate su osservazione di persone eventi e comportamenti

83
Q

su cosa si basano le prime impressioni?

A

aspetto fisico
comportamento non verbale
comportamento manifesto
familiarità

84
Q

EFFETTO DI MERA ESPOSIZIONE

A

di Zajonc
generalmente sviluppiamo una risposta più positiva verso le persone che incontriamo più spesso

85
Q

INDIZI SALIENTI

A

capacità di un indizio di attrarre attenzione all’interno del suo contesto (indizio viene richiamato alla memoria facilmente), essi acquistano significato per
- associazione
- accessibilità

86
Q

PRIMING

A

risveglio o attivazione inconsapevole di particolari associazioni nella memoria in seguito a stimoli esterni (la nostra memoria è una rete di associazioni) utilizzate per leggere la realtà

87
Q

COGNIZIONI INCORPORATE

A

attivazione reciproca di sensazioni fisiche e giudizi sociali -> dopo aver tenuto in mano una bibita calda, le persone sono portate a considerare gli altri in maniera più calorosa

88
Q

MODELLO CONFIGURAZIONALE DI ASCH

A

si percepiscono le persone come unità psicologiche, le diverse informazioni che si possiedono su di loro vengono rapportate a un nucleo unificante; ci sono dei tratti (detti dati centrali), che attraggono e influenzano di più di altri tratti (definiti come periferici da Asch, sono la derivazione di quelli centrali), responsabili dell’output positivo / negativo (tratti centrali hanno una forza attrattiva maggiore e orientano la formazione di una impressione)

89
Q

EFFETTO PRIMACY

A

informazioni fornite per prime sono quelle che influenzano maggiormente le impressioni

90
Q

MODELLO ALGEBRICO

A

di anderson

l’impressione che si ha di una persona è la risultante di un’integrazione algebrica delle singole informazioni che si hanno di essa, i tratti della personalità hanno un valore che contribuisce in forma algebrica al risultato finale

91
Q

TEORIE IMPLICITE DI PERSONALITÀ

A

aspettative riguardano i rapporti tra pochi tratti essenziali che guidano lo sviluppo e l’elaborazione delle impressioni complesse sugli altri -> se un tratto è positivo si assocerà ad un altro tratto positivo, appena ne colgo uno quello si ricollegherà a tutti gli altri (modo economico di procedere, non si va oltre la conoscenza)

92
Q

rischi della teoria implicita della personalità

A
  • idee fisse date per scontate
  • semplificazione e cristallizzazione di certe idee = non andrò a crearne altre, se quella non è corretta vado incontro a un PREGIUDIZIO CONOSCITIVO (es. qualcuno mi risponde male allora lo considererò in modo negativo)
  • concetto ingenuo che io uso per catalogare le persone-> lo applicherò a tutti gli esseri umani
93
Q

EFFETTO KOULECHOV

A

registi possono controllare le percezione delle emozioni degli spettatori manipolando il setting in cui il pubblico vede un viso

94
Q

PERSISTENZA DELLA CREDENZA

A

persistenza delle proprie credenze iniziali anche quando il loro fondamento è confutato, la credenza iniziale sopravvive per una spiegazione che inizialmente l’aveva resa vera e corretta

95
Q

prime impressioni resistono al cambiamento? si

A
  • Effetto primacy è molto forte = ciò che si presenta per primo è molto forte e viene tendenzialmente ricordato meglio -> si innesca un priming = serie di associazioni
  • Eccessiva fiducia di sé (overconfidence) = abbiamo una tendenza ad essere più sicuri che corretti -> se ci formiamo una determinata rappresentazione quella è, non metto in dubbio la sicurezza delle mie conoscenze
96
Q

EFFETTO INFORMAZIONE FUORVIANTE

A

incorporare nella nostra memoria informazione fuorviante di un evento dopo esserne stati testimoni e aver ricevuto un informazione fuorviante su di esso (di fronte ad una situazione di cui si è testimoni, si riceve un’informazione che non è corretta ma che viene incorporata in memoria)

97
Q

SCHEMI SOCIALI

A

strutture di conoscenza che intuitivamente guidano le nostre percezioni e le interpretazioni delle nostre esperienze-> schemi sociali sono strutture di conoscenza che descrivono sequenze di azioni situate negli opportuni contesti
questi schemi producono aspettative su ciò che è probabile che avvenga generando prescrizioni sul comportamento da tenere e offrendo indicazioni sulla sequenza di azioni che potrà portare al raggiungimento di un obiettivo

98
Q

ECCESSIVA FIDUCIA IN SE

A

tendenza ad essere più sicuri che corretti, a sovrastimare l’esattezza delle proprie impressioni e scadenze

99
Q

EFFETTO DUNNING - KRUGER

A

l’incompetenza alimenta l’eccessiva sicurezza di sé -> l’ignoranza della nostra ignoranza alimenta la sicurezza

100
Q

ERRORI DI PIANIFICAZIONE

A

legati a overconfidence, molti sovrastimano quanto riusciranno a fare e perciò quanto tempo libero gli rimarrà -> progettisti sottostimano abitualmente tempo e costo di un progetto

101
Q

RIMEDI PER OVERCONFIDENCE

A

feedback immediato
scomposizione
richiesta di trattare di un’argomentazione che confuti il proprio pensiero

102
Q

BIAS DI CONFERMA

A

siamo impazienti di verificare le nostre credenze cercando informazioni che confermino le nostre impressioni

103
Q

EURISTICA DELLA RAPPRESENTATIVITÀ

A

giudizi istantanei per decidere se qualcuno o qualcosa si adatta a una categoria

104
Q

EURISTICA DELLA DISPONIBILITÀ

A

strategia utilizzata quando vado a giudicare la realtà in base alla frequenza o probabilità in cui un evento si verifica

105
Q

EURISTICA DELLA SIMULAZIONE

A

facilità con cui può essere riconosciuto un ipotetico scenario diverso da quello appena vissuto

106
Q

PENSIERO CONTROFATTUALE

A

simulazione mentale di ciò che sarebbe potuto succedere ma non è successo

107
Q

EURISTICA DELL’ANCORAGGIO

A

strategia utilizzata quando nel giudicare la realtà ci si ancora a un dato fornito in precedenza con cui viene accomodato il nuovo oggetto

108
Q

quando vengono usate le euristiche?

A
  • Non si ha tempo di analisi profonda e analitica
  • Si è sommersi dalle informazioni e non si riesce a distinguere quali siano rilevanti
  • Oggetto o la questione non è di mio interessa o è poco importante
  • Si hanno scarse conoscenze in merito all’oggetto o alla questione
  • Qualcosa della situazione funge da stimolo con effetto priming (es. frequenza di un evento in memoria)
  • Ci si sente particolarmente ottimisti e si ritiene che non sia necessario compiere eccessivi sforzi cognitivi
109
Q

CORRELAZIONE ILLUSORIA

A

si tende a vedere relazioni di casualità o correlazioni dove non ci sono o si percepisce la relazione più forte di quella reale, causata da due fattori
- associazione di significati simili
- presenza di caratteristiche inusuali in entrambi

110
Q

ILLUSIONE DI CONTROLLO

A

correlazione che porta a pensare che eventi casuali o fortuiti siano sotto il nostro controllo oppure siano più controllabili rispetto a quello che sono

111
Q

REGRESSIONE VERSO LA MEDIA di Tversky

A

la tendenza statistica di punteggi o comportamenti estremi a tornare verso la loro media es. quando sta andando tutto bene sappiamo che qualcosa andrà storto

112
Q

ATTRIBUZIONI CAUSALI

A

uomo e predisposto a ricercare le cause di eventi e comportamenti, egli andrà a farlo per acquisizione della padronanza e per formarsi dei giudizi sociali basandosi su essa

113
Q

TEORIA Dell’attribuzione

A

teorie di come persone spiegano comportamento di altre persone attribuendolo o a disposizioni interne (variabili disposizionali = caratteristiche, motivi e attributi durevoli) o a disposizioni esterne (variabile situazionale = contesto in cui persona è inserita)

114
Q

ROTTER, quali sono i tipi di attribuzioni

A
  • Attribuzione disposizionale = attribuire il comportamento alla disposizione e alle caratteristiche della persona che ha compiuto comportamento (es. carattere, motivazione e abilità)
  • Attribuzione situazionale = attribuire il comportamento al contesto e alla situazione al di fuori di soggetti
115
Q

aggiunte di Weiner alla teoria del locus of control

A

• Weiner ha sviluppato ulteriormente il pensiero di Heider aggiungendo alla distinzione tra cause interne ed esterne le cause stabili (= permanenti e durature) e le cause instabili (=contingenti e fluttuanti) -> è presente inoltre un terzo fattore, controllabilità delle cause = alcune cause sono sotto il controllo delle persone mentre altre no

116
Q

TEORIA DELL’INFERENZA CORRISPONDENTE

A

processo che porta le persone a ritenere che il comportamento osservato (o intenzione comportamentale osservata) delle persone corrisponda a disposizioni interne di tipo stabile (tratti della personalità) -> persona ha messo in atto tale comportamento perché è così

117
Q

quando viene usata teoria dell’inferenza corrispondente?

A
  • soggetti svolgono comportamenti che non coincidono con aspettative o ruoli
  • persone scelgono azione liberamente seguendo motivazione intrinseca
  • soggetti mettono in atto azioni inusuali o atipiche
  • azioni dei soggetti non hanno conseguenze comuni
118
Q

MODELLO DI COVARIAZIONE KELLEY

A

prima di formulare un giudizio di causa in merito a un effetto, le persone compiono una serie di osservazioni e formulano attribuzioni basate su informazioni multiple, più esattamente informazioni che riguardano
- chi ha svolto azione
- verso quale oggetto sociale
- in che ambiente
in seguito analizzeranno le informazioni tramite statistica e individueranno la causa in quella che covaria, cioè che si presenta maggiormente in relazione all’evento

119
Q

tre principi tramite cui so definisce tipo di attribuzione nell modello di covariazione

A
  • coerenza di tempo e modalità
  • consenso
  • distintivita
120
Q

FRAINTENDIMENTO

A

attribuzione erronea di un comportamento alla fonte sbagliata (cercare male / attribuire fonte sbagliata)

121
Q

ERRORE FONDAMENTALE DI ATTRIBUZIONE O BIAS DI CORRISPONDENZA

A

tendenza generale di giudizio che persona hanno quando a capire comportamento altrui sottostimano variabili situazionali e sovrastimano variabili disposizionali -> usano molto teoria dell’inferenza corrispondente trascurando fattori situazionali

122
Q

PERXHE SI COMMETTE ERRORE DI ATTRIBUZIONE?

A
  • differenza attore - osservatore nell’attribuzione
  • distorsione della prospettiva della videocamera
  • modificazione delle attribuzioni nel tempo
  • auto consapevolezza
123
Q

PROFEZIA CHE SI AUTOAVVERA

A

fenomeno percettivo e pervasivo in cui una credenza conduce apparentemente al proprio compimento, essa parte da
- Aspettativa persona A nei confronti della persona B
- Comportamenti della persona A nei confronti della persona B a seconda di quelle aspettative
- Comportamento della persona B nei confronti di persona A conforme a quelle aspettative

124
Q

CONFERMA COMPORTAMENTALE

A

tipo di profezia che si autoavvera dove le aspettative sociali delle persone le inducono a comportarsi in modo da far sì che gli altri confermino le proprie aspettative

125
Q

ATTEGGIAMENTO

A

valutazione positiva o negativa di un oggetto o soggetto, spesso radicata nelle proprie credenze ed esibita nei sentimenti e nel comportamento intenzionale-> tutto ciò che ci circonda è oggetto di atteggiamento

126
Q

tipo di atteggiamento

A
  • Espliciti = li sosteniamo in modo consapevole e possiamo facilmente recuperarli in memoria
  • Impliciti = atteggiamenti inconsapevoli, automatici e involontari (es. incontro persona per lavoro di gruppo andando oltre prime impressioni ma ci si rende conto che non gli va a genio)
127
Q

TEORIA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE di Bandura

A

esseri umani apprendono il comportamento sociale per osservazione e imitazione e mediante un sistema di ricompensa e punizione -> i genitori modellano notevolmente il comportamento e l’atteggiamento dei figli

128
Q

caratteristiche di atteggiamento

A
  • direzione
  • forza
129
Q

DIREZIONE ATTEGGIAMENTO

A

Di fronte a oggetto di atteggiamento possiamo avere reazione positiva o negativa -> ci sono situazioni abbastanza chiare (es. alcune persone hanno atteggiamento molto positivo o molto negativo oppure possono provare indifferenza) ma ci sono persone che hanno contemporaneamente nei confronti di un medesimo oggetto alta considerazione positiva e considerazione negativa

130
Q

FORZA ATTEGGIAMENTO

A

associazione e legame tra nostro atteggiamento e oggetto stesso -> quanto è solido e forte lagame
Solidità e forza di un atteggiamento definita da
- Facilità con cui atteggiamento e oggetto di atteggiamento vengono evocati insieme come legati ->accessibilità (es. penso a vita con atteggiamento positivo)
- Grado di importanza che ha oggetto (es. considero il cibo importante)
- Quanto è estremo atteggiamento

131
Q

MODELLO TRIPARTITO ATTEGGIAMENTO ABC

A

la disposizione nei confronti di un oggetto è determinata da tre diversi tipi di informazioni collegate tra loro -> entrano in gioco le conoscenze dell’oggetto d’atteggiamento, le emozioni che ci suscita e i comportamenti
- AFFETTI / AFFECT = ciò che si prova cioè reazione emotiva (emozioni e sentimenti che oggetto mi suscita)
- COMPORTAMENTI / BEHAVIOUR = ciò che si fa ->informazioni derivanti da azioni di avvicinamento o allontanamento dall’oggetto (modi in cui agiamo)
- CONOSCENZE / COGNITION = ciò che si sa -> informazioni che ho rispetto a oggetto di atteggiamento, ciò che penso e a cui credo

132
Q

MODELLO ASPETTATIVA X VALORE

A

atteggiamento è una funzione della somma delle credenze e ciascuna credenza è costituita dall’aspettativa in termini di probabilità che l’oggetto dell’ atteggiamento possieda una determinata caratteristica

133
Q

SCALA LIKERT

A

= misurazione del bisogno di valutazione legato a un atteggiamento -> tutti noi abbiamo bisogno di sviluppare atteggiamenti ma ci sono persone con bisogno di valutazione molto alto, soggetti che prima di costruire o modificare atteggiamento hanno bisogno di capire e comprendere bene

134
Q

misurazioni dirette atteggiamenti

A

auto descrizioni
osservazione
scala atteggiamento -> scala di differenziale semantico

135
Q

misurazioni indirette atteggiamenti

A

elettromiografia facciale
falso collegamento
test delle associazioni implicite

136
Q

funzioni psicologiche degli atteggiamenti

A
  • Conoscitiva = conoscere e strutturare un mondo che abbia un senso (prospettiva cognitivista)
  • Espressiva dei valori = esprimere importanti aspetti del proprio sé e i valori in cui si crede (prospettiva della psicologia umanistica)
  • Adattamento sociale = capire atteggiamenti degli altri porta a capire come socializzare e come ottenere ricompense e benefici degli altri (prospettiva comportamentista)
  • Egodifensiva = difendono il nostro sé da conflitti interni o da verità spiacevoli aiutando le persone a conseguire un identità più positiva -> questa funzione corrisponde al concetto di meccanismo di difesa (prospettiva psicoanalista)
137
Q

variabili che possono portare a un atteggiamento incoerente con il comportamento

A
  • contesto
  • intenzione comportamentale
138
Q

TEORIA DELL’AZIONE RAGIONATA

A
  1. Atteggiamento verso quel comportamento = ciò che si sa e ciò che si sente -> determinato da altre due variabili
    - Credenza sulle conseguenze del comportamento / credenze comportamentali = che conseguenza avrà comportamento (costi – benefici)
    - Valutazione delle conseguenze
  2. Norme soggettive = ciò che gli altri pensano
    - Credenze normative = giudizio circa l’eventualità che gli altri significativi si aspettino, dal soggetto, quel comportamento (ciò che pensiamo gli altri pensano -> che persone apprezzeranno / non apprezzeranno)
    - Motivazione a conformarsi alle aspettative di tali persone (voglio conformarmi / non voglio farlo)
  3. Intenzione comportamentale = pianificazione consapevole di uno sforzo che porta all’attuazione del comportamento
  4. Comportamento
139
Q

TEORIA DEL COMPORTAMENTO PIANIFICATO

A

introdotta come variabile dell’intenzione la percezione di controllo = percezione del controllo, delle capacità, competenze e risorse che mi porterebbero a svolgere un comportamento efficace -> valutazione soggettiva della facilità o difficoltà di eseguire un particolare comportamento

140
Q

quando gli atteggiamenti sono potenti, e portano a un comportamento coerente?

A
  • quando sia atteggiamento che comportamento e specifico e si svolge in un contesto altrettanto specifico
  • quando atteggiamento riguarda esperienze o interessi personali
  • quando atteggiamento è considerato con attenzione
  • autoconsapevolezza sugli atteggiamenti
141
Q

AUTOMATISMO ADATTIVO

A

comportamento automatico di solito abitudinario che viene svolto senza prestarci attenzione

142
Q

TECNICA DEL PIEDE NELLA PORTA

A

tecnica utilizzata per assicurare l’adesione a una richiesta impegnativa chiedendo dapprima alla persona di accondiscere a una richiesta meno impegnativa -> si crea prima una situazione di complicità tramite un’adesione volontaria iniziale

143
Q

TECNICA DEL TIRO MANCINO

A

tecnica in cui una persona che intende esercitare un’influenza si assicura l’adesione a una richiesta minore e poi aumenta il costo che comporta tener fede alla parola data o all’impegno assunto

144
Q

TEORIA DELL’AUTOPRESENTAZIONE correlata ad atteggiamenti

A

si cercano di manifestare atteggiamenti che corrispondono con le nostre azioni per apparire coerenti e fare una buona impressione sugli altri -> atteggiamenti possono essere simulati
La simulazione della coerenza può spiegare perché gli atteggiamenti si adattano al comportamento → dovuto al fatto che si vuole mantenere una certa impressione sociale.

145
Q

DISSONANZA COGNITIVA COME COSTRUTTO

A

stato spiacevole di mancata armonia causato dalla consapevolezza dell’incoerenza esistente tra informazioni come convinzioni, atteggiamenti o azioni discrepanti simultaneamente accessibili (ma soprattutto tra atteggiamento e comportamento)

146
Q

TEORIA DELLA DISSONANZA COGNITIVA

A

situazioni e momenti in cui ci rendiamo conto di mettere in atto comportamenti incoerenti con il nostro atteggiamento, ciò ci causa una sensazione spiacevole che potrebbe portare alla modificazione dell’atteggiamento -> dissonanza tra atteggiamento e comportamento ci porta a cambiare atteggiamento così da sentire una pressione al cambiamento (non è sempre così)

147
Q

strategie per diminuire la dissonanza cognitiva

A
  • andare a sottostimare l’importanza di una variabile che causa le dissonanza
  • andare a cercare giustificazioni che appoggino il comportamento dissonante
  • modificare atteggiamento
148
Q

perché si modificano gli atteggiamenti e non i comportamenti?

A
  • comportamento e ormai concluso
  • principio del minimo sforzo
149
Q

NEW LOOK DELLA TEORIA DELLA DISSONANZA COGNITIVA

A
  1. Comportamento incoerente con atteggiamento produce conseguenze negative indesiderate
  2. Condizioni antecedenti
    a. Fase 1 = comprensione delle conseguenze negative (incoerenza tra atteggiamento e comportamento)
    b. Fase 2 = responsabilità personale  il comportamento è stato messo in atto volontariamente e si prevede che causerà delle conseguenze negative
  3. Ruolo dell’attivazione fisiologica
    a. Fase 3 = percezione di attivazione fisiologica (es. sudorazione)
    b. Fase 4 = attribuzione dell’attivazione fisiologica al comportamento agito
  4. Cambiamento dell’atteggiamento
150
Q

EFFETTO DELLA GIUSTIFICAZIONE INSUFFICIENTE

A

riduzione della dissonanza tramite giustificazione interna del proprio comportamento, quando quella esterna è insufficiente

151
Q

CONTAGIO EMOTIVO

A

osservando le facce, le posture e le voci degli altri noi mimiamo naturalmente e inconsciamente le loro reazioni sincronizzando i nostri movimenti, posture e voci con le loro così da poter sintonizzarci anche con le loro sensazioni

152
Q

EFFETTO DELLA GIUSTIFICAZIONE ECCESSIVA

A

in presenza di una ricompensa non necessaria, le persone attribuiscono la motivazione delle loro azioni alla ricompensa e non al piacere di farlo → ciò è il risultato dell’indurre le persone a fare per soldi (motivazione estrinseca) ciò che avrebbero già fatto per piacere (motivazione intrinseca), di conseguenza non pensano più alle loro azioni come a qualcosa di piacevole ma come qualcosa di controllato dall’esterno

153
Q

differenza tra teoria di auto percezione e teoria della dissonanza cognitiva

A

sembra quindi che la teoria della dissonanza spieghi quello che accade quando si agisce contro atteggiamenti chiaramente definiti -> sentiamo tensione e andiamo di conseguenza a riadattare i nostri atteggiamenti per ridurla VS teoria dell’autopercezione spiega la formazione dell’atteggiamento quando esso non è ancora ben formato

154
Q

rappresentazione sociale

A

credenza valori e modelli cognitivi condivisi in un gruppo sociale tramite socializzazione e confronto, aiutano a costruire la propria realtà sociale permettendo scoperta e organizzazione della realtà

155
Q

processi generativi di pensiero che formano le rappresentazioni sociali

A

ancoraggio = collocamento dell’oggetto sociale in una categoria precreata e familiare per ridurre l’ignoto -> oggetto categorizzato in base a somiglianza con prototipo
oggettivazione = trasformazione di qualcosa di astratto in concreto tramite riproduzione del concetto in immagine e assimilazione di essa -> naturalizzazione con figurazione e personificazione

156
Q

funzioni delle rappresentazioni sociali

A

rendere familiare ciò che è ignoto
favorire la comunicazione
funzione normativa di formazione dell’identità

157
Q

tre ipotesi delle funzioni delle rappresentazioni sociali

A
  1. ipotesi dell’interesse = persone o i gruppi costruiscono dei discorsi che conciliano le posizioni contrapposte di due o più persone e che vanno nella direzione di favore la posizione che ha più potere, distorcendo la realtà obiettiva
  2. ipotesi dell’equilibrio = rappresentazioni sociali sono utilizzate come mezzi o strumenti che risolvono le tensioni emotive dovute e insuccessi o mancanza di integrazione sociale  ricostruzione di un immaginario equilibrio interno a persone o gruppi
  3. ipotesi del controllo = rappresentazioni sono utilizzate dai gruppi per filtrare le informazioni che provengono da sistemi o ambienti esterni, come per controllare la lealtà delle persone di quel gruppo che le utilizza nei confronti degli scopi del gruppo
158
Q

approccio strutturalista scuola di aix en provance

A

rappresentazioni sociali composte da contenuto e struttura (composta a sua volta da nucleo e sistema periferico)

159
Q

qualità del nucleo della rappresentazione sociale

A

o funzione generatrice = elementi che sono coinvolti al suo interno creano o trasformano il significato degli altri elementi della rappresentazione
o funzione organizzatrice = lega e organizza i legami tra gli elementi della rappresentazione
o proprietà della stabilità = in esso risiedono elementi di rappresentazione più stabili e resistenti al cambiamento

160
Q

caratteristiche del sistema periferico nelle rappresentazioni sociali

A
  • COMPRENSIONE = aiutano la persona a comprendere cosa è corretto fare in una data situazione
  • PERSONALIZZAZIONE = permettono alla persone di identificare in modo soggettivo una determinata rappresentazione (sempre con coerenza col contesto)
  • PROTEZIONE = proteggono la stabilità nel tempo del nucleo centrale -> sistema periferico come cuscinetto di difesa in quanto rappresenta la zona di primo cambiamento
161
Q

fasi di evoluzione di una rappresentazione

A
  1. fase di emergenza = compare un nuovo oggetto associato a saperi stabili collegati ad esso -> non vi è una costruzione istantanea della nuova rappresentazione ma sono presenti dei processi di elaborazione e cambiamento delle conoscenze
  2. fase di stabilità = individui non cercano altre informazioni sull’oggetto ma utilizzano saperi che hanno elaborato
  3. fase di trasformazione = nucleo centrale della rappresentazione cambia, arricchendosi di nuovi elementi o subendo la perdita di alcuni di essi -> nuovi caratteri distintivi possono essere integrati ai vecchi o sostituirsi ad essi dando vita a un cambiamento più o meno radicale
162
Q

approccio genetico della scuola di Ginevra

A

rappresentazioni sociali organizzano processi simbolici e prese di posizione nei rapporti sociali che si verificano attraverso la comunicazione e riguardano gli oggetti i conoscenza rilevanti all’interno delle relazioni

163
Q

processo dialogico delle rappresentazioni sociali

A

rappresentazioni consistono in un processo dialogico di ricostruzione e creazione della realtà e di significato sociali relativi ai fenomeni a cui si interessano gruppi e collettività

164
Q

THEMATA

A

insieme di concezioni generali radicate nella memoria collettiva, che servono per ricostruire la realtà (possono coincidere con massime credenze, valori, categorie ecc.)

165
Q

INFLUENZA SOCIALE

A

modificazione del comportamento, atteggiamento e pensiero di uno o più soggetti in seguito all’esposizione di un dato comportamento atteggiamento e giudizio di un’altra persona in uno specifico contesto

166
Q

POTERE SOCIALE

A

potere di chi influenza di modificare gli atteggiamenti o i cambiamenti di chi è influenzato -> può trarre origine dall’accesso a certe risorse (ricompense, punizioni, informazioni…) grazie alla posizione sociale oppure dall’essere amato e ammirato dagli altri

167
Q

TEORIA DELLA DOMINANZA SOCIALE

A

teoria che spiega la struttura sociale in gerarchie -> in tutte le società i gruppi sono organizzati sulla base di una gerarchia di potere, gruppo dominante esercita potere e influenza sugli altri

168
Q

OBBEDIENZA

A

rispondere a un obbligo o imposizione

169
Q

ACCONDISCENDENZA

A

modificare il proprio comportamento senza però modificare il proprio atteggiamento nei confronti di una data situazione o oggetto sociale -> conformazione solo superficiale in quanto presente disaccordo privato

170
Q

ACCETTAZIONE

A

modificazione sia del proprio comportamento che del proprio atteggiamento -> soggetto non si conforma perché deve ma perché condivide le idee o norme del gruppo che gli sono state presentate in modo sincero e interiore

171
Q

CONFORMISMO

A

modificazione del proprio comportamento in seguito a una pressione sociale immaginata o reale -> soggetto si comporta in modo diverso rispetto al normale