Psicologia clinica Flashcards

1
Q

Definizione disturbo mentale

A

-Distress personale
-Disfunzione
-Disabilita
-Violazione norme sociali

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2
Q

Distress personale

A

prensenza di emotioni negativi con frequenza e intensita elevate

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3
Q

Disabilità

A

Compromissione di almeno una delle aree importanti di funzionamento. Riduzione della liberta. (pensiero, movimento, motivazione, rapporto con gli altri,…)

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4
Q

Disfunzione

A

-Biologica
-Psicologica
-Socio-relazionale

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5
Q

Normalita e sviluppo

A

Normalità come esito del compimento di
tappe maturative
Cosa normale dipende dell’eta e della fase evolutiva.

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6
Q

Problemi nel concetto di violazione delle norme

A

Usi, customi a regole variano in culture. (normalita e patologia del fumo)

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7
Q

concetto di “patologia” (problemi)

A
  1. Attribuzione di etichetta
  2. Etichetta associata con qualita indesiderate
  3. Persone considerate diverse
  4. Discriminazione
  5. Stigma
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8
Q

Antipsychiatria

A

movimento determinante a superare i
manicomi mediante una serie di azioni di protesta.

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9
Q

La legge 180 (1978)

A

chiude i manicomi e regolamenta il
trattamento sanitario obbligatorio
-nasce l’attuale SPDC
(Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura)

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10
Q

Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO)

A

La legge stabilisce che si può attuare il TSO a sole due condizioni:
* La persona necessita di cure
* le rifiuta.
Viene messo in atto solo quando la persona appare pericolosa per sé o per gli altri

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11
Q

Chi puo prendere la decizione del TSO

A

Il sindaco (maire de la commune, wtf….)

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12
Q

Durata TSO

A

7 giorni
Prolungamento deve essere motivato

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13
Q

I paradigmi che studiamo

A

-Psichodinamico
-comportamentista
-Cognitivista
-Sistemico-familiare e socio-culturale
-umanistico-esistenziale

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14
Q

Il paradigma comportamentista (visione uomo e della mente)

A

Uomo = meccanicistica
Mente = black box che non puo essere studiata. Si puo conoscere unicamente il comportamento

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15
Q

Approccio empirista

A

L’uomo è una tabula rasa su cui l’esperenzia traccia ogni caratteristica normale o patologica

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16
Q

Condizionamento classico

A

A stimulus unconditionnal is linked with a neutral stimulus and after the conditionnement, the conditionned stimulus gives a conditionned response from the doggo.

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17
Q

Condizionamento operante

A

Importanza dei rinforzi = aumentano la probabilita del comportamento desiderato.

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18
Q

rinforzi postivi o negativi

A

positivi: premiano il comportamento
negativi : fa evitare e terminare un comportamento

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19
Q

Punizione

A

Fa diminiure la probabilita di un comportamento non desiderato

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20
Q

Generalizzazione, Estinzione e Shaping

A

Generalizzazione = trasferimento della risposta condizionata ad altri stimoli.
* Estinzione = la risposta condizionata decade perché non rinforzata.
* Shaping = rinforzo di parti o approssimazioni del comportamento desiderato.

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21
Q

Apprendimento mediante osservazione

A

-Bandura : bobo doll experiment
-Molti apprendimenti si verificano osservando gli altri.
-Imitazione quando comportamento è motivato o attraenti

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22
Q

Il senso di impotenza appreso

A

-Seligman
-La passività e la sensazione di essere incapace di agire e di controllare la propria vita sono acquisite attraverso esperienze negative su cui l’individuo ha cercato invano (en vain) di esercitare il proprio controllo e che hanno provocato un senso di impotenza che infine potrà sfociare (conduire à) nella depressione

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23
Q

Osservasione Selgman

A

-Seligman comprese che non si apprendono solo risposte motorie, ma anche le motivazioni intese come disposizioni all’azione. (motivation comme disposition à l’action)
-Similitudini nelle manifestazioni del senso d’impotenza osservate negli animali da laboratorio e alcuni sintomi umani della
depressione (passività e rassegnazione) associati a condizioni di svantaggio sociale.

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24
Q

Cognitivista

A

Studio dei processi cognitivi normali –> attenzione, percezione, memoria

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25
Q

Ambito del cognitivista

A

-Terapia della depressione : ristrutturazione della triade cognitiva negativa
-Terapia Razionale-emotiva : Focus sulle conseguenze dell’evento temuto(craint)

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26
Q

La triade cognitiva di Beck

A

– la visione negativa di Se stessi: le persone affette da depressione si vedono come deboli e inutili.
– la visione negativa del Mondo: si sentono socialmente sconfitti e non si percepiscono all’altezza delle esigenze proprie e altrui e, per questo, disprezzati dagli agli.
– la visione negativa del Futuro: pensano che questa situazione non possa essere modificata, sarà così per sempre.

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27
Q

Techniche di intervento triade cognitiva

A

-ristrutturazione cognitiva
- Analisi dei pensieri automatici negativi e sostituzione con pensieri positivi
- Messa in discussione delle credenze irrazionali

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28
Q

Il razionale della terapia Cognitivo-Comportamentale (cbt)

A

Sottolinea l’importanza delle distorsioni cognitive e della
rappresentazione soggettiva della realtà nell’origine e nel
mantenimento dei disturbi emotivi e comportamentali

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29
Q

Depressione

A

Interactione tra schemi negativi, triade negativa e distorsioni cognitive

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30
Q

Schemi negativi

A

Pacchetto di conoscenza e informazioni su di noi e sul mondo che si sviluppa durante l’infanzia

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31
Q

Distorsioni cognitive

A

Le persone affette da depressione si concentrano sulle informazioni negative

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32
Q

ABC

A

-Ellis
-Quando si è individuato (identifié) il problema, si comincia a esplicitare il modello ABC:
* Antecedents
* Beliefs
* Consequences
-Aiuta il paziente a comprendere i suoi meccanismi
cognitivi di valutazione degli eventi

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33
Q

Antecedents

A

è lo stimolo di partenza, ossia la situazione
problematica

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34
Q

BELIEFS:

A

Le convinzioni usate per valutare negativamente gli
antecedenti.

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35
Q

Consequences

A

emozioni, comportamenti, azioni,..

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36
Q

Focus della CBT

A

Maggiormente focalizzata sulla relazione della persona con i propri pensieri/emozioni piuttosto che sul contenuto di questi ultimi.

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37
Q

Principi della prospettiva sistemico-familiare

A

-La psicopatologia nasce entro sistemi famigliari organizzati e complessi.
-I sistemi famigliari tendono a mantenere lo status quo del loro funzionamento (omeostasi).
-La psicopatologia non è altro che un segnale del malfunzionamento del sistema famigliare.

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38
Q

Tipi di organizzazioni famigliari disfunzionali

A

-Famiglie invischiate (mêlée) : i confini fra i membri della famiglia non sono chiari ma confusi;
-Famiglie disimpegnate (désemparée) : in cui i le relazioni fra i membri della famiglia sono fredde, distaccate e distanti

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39
Q

Tecniche di intervento

A

-Terapia strutturale della famiglia: esame dei ruoli svolti dai
membri della famiglia e dei confini (invischiamento-distacco).
-Terapia strategica della famiglia: uso di tecniche come la
provocazione e la prescrizione del sintomo.

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40
Q

Il paradigmo umanistico-esistenziale

A

-Rodgers
- gli esseri umani sono fondamentalmente sani e sono guidati da una motivazione generale alla base di tutte le altre motivazioni: crescere e sviluppare le proprie potenzialità.

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41
Q

La malatia mentale per il paradigmo umanistico-esistenziale

A

non è altro che una distorsione del normale processo di crescita e di progresso verso il benessere
individuare.

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42
Q

La terapia fondata sul cliente

A

-Umanistico-esistenziale
-valorizzare le risorse (punti di forza) e le opportunità.
-Focus sul presente piuttosto che sul passato/futuro. (fiducia, contributo vita altri,…) POSITIVE THINKING

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43
Q

Paradigma diatesi-stress

A

= Integrazione fra paradigmi
-integrare la maggior parte dei paradigmi differenti fin qui
esaminati;
-spiegare, oltre che descrivere, l’insorgenza delle condizioni di disagio (gêne) psicopatologico;
-integrare i risultati della maggior parte della ricerca clinica
condotta finora sull’eziologia (étiologie) dei disturbi mentali.

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44
Q

Diatesi (eziopatogenesi)

A

-Eziopatogenesi (etiolopathogénie, cause des maladies)
-Un disturbo insorge quando esistono nella persona o nel suo ambiente un insieme di fattori di rischio o di vulnerabilità, ovvero fattori in grado di aumentare la probabilità di sviluppare un disturbo.

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45
Q

Fattore di rischio

A

elemento presente prima
dell’insorgenza del disturbo che si associa ad una maggiore
probabilità di sviluppare quel disturbo

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46
Q

2 tipi di fattore di rischio

A

Fattori di rischio generali o trasversali o transdiagnostici : aumentano la probabilità di presentare una qualche forma di disagio mentale.
* Fattori di rischio specifici :aumentano specificamente la probabilità di presentare uno specifico disturbo.

47
Q

AB (antecedents and beliefs) che tipo di fattore di rischio

A

-sono fattori di rischio indipendenti: se uno non precede l’altro, non sono correlati fra loro e sono co-dominanti
-A è un fattore di rischio prossimale di B per l’outcome: se uno non precede l’altro, sono correlati fra loro e A
domina su B

48
Q

Stress (eriopatogenesi)

A

-Fattori Precipitanti
-Si associano all’esordio (début)
-Meccanismi di scompenso

49
Q

Sviluppo di un disturbo diatesi-stress

A

-Entrambi sono necessari per sviluppare un disturbo
-Puo avere une alterazione al livello cerebrale ma non è obligatorio

50
Q

Epigenetica

A

-Dal greco : fuori del gene
-Studia i cambiamenti stabili ed ereditabilima reversibili nell’espressione dei genisenza cambiamenti nella sequenza originale del DNA.
-un fattore ambientale (cure materne) è responsabile dell’espressione di un specifico gene e questocambiamento si trasmette da una generazione all’altra

51
Q

Fattore di protezione (eziopatogenesi)

A

-Sono fattori che devono essere presenti contemporaneamente ai fattori di rischio e ne attenuano l’impatto
-sono necessari studi longitudinali o sperimentali c

52
Q

Mediatore

A

E’ una variabile che spiega in che modo il predittore influenza l’outcome

53
Q

Due sistemi di tassonomia

A

-DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi
Mentali) proposto dall’American Psychiatric Association
(APA) (DSM-5)
-ICD (Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie
e dei Problemi Sanitari Correlati) proposto dalla World
Health Organization (WHO) (ICD-11)

54
Q

Breve storia delle tassonomie : vari censimenti

A
  • Censimento del 1840 – frequenza di “idiocy/insanity” nella
    popolazione.
  • Censimento del 1880 – per la prima volta si distinguono più classi di disturbo: mania, melancholia, monomania, paresis, dementia, dipsomania, and epilepsy.
  • Censimento 1917 e successivi - tentativo di avere una
    classificazione della malattia mentale utile anche a scopo
    clinico-diagnostico.
55
Q

Dopo la seconda guerra mondiale

A

-World Health Organization (WHO) pubblica l’ICD-6 che, per la prima volta include una sezione per i disturbi mentali: 10 categorie per le “psicosi”e 7 per i “disturbi del carattere, del comportamento e dell’intelligenza”.
-1952: La American Psychiatric Association sviluppa una variante dell’ICD-6 per i disturbi mentali, pubblicando la prima versione del Diagnostic and Statistical Manual: Mental Disorders (DSM-I)
-Dalla versione DSM-II l’opzione eziologica scompare.

56
Q

DSM-IV

A

-Pubblicazione in 1994
-profondi cambiamenti rispetto alle versioni precedenti (categorie eliminate, aggiunte o riorganizzate, criteri modificati,…)
-Collaborazione di 1000 professionisti.
-Cambiamenti con una solida base empirica

57
Q

DSM-IV-TR

A

-Il DSM-IV-TR è un sistema multiassiale di classificazione del
disturbo mentale e in quanto tale comporta la valutazione su diversi assi, che si riferiscono a un diverso campo di informazioni.

-La classificazione multiassiale comprende 5 assi:
1) Asse I : Disturbi Clinici e altre condizioni d’attenzione clinica
2) Asse II : Disturbi di Personalità e Ritardo Mentale
3) Asse III : Condizioni Mediche Generali
4) Asse IV : Problemi Psicosociali ed Ambientali
5) Asse V : Valutazione Globale del Funzionamento

58
Q

Regole empiriche per la distinzione fra disturbi di ASSE I e
ASSE II

A
  1. Dal momento che la personalità è una caratteristica stabile delle persone, i disturbi di personalità (DP) tendono ad essere stabilmente presenti e a cronicizzarsi ed accentuarsi nel tempo.
  2. I DP tendono ad avere effetti pervasivi nella vita delle persone, mentre i disturbi sintomatici tendono a riguardare specifiche aree di funzionamento.
  3. I DP tendono ad essere ego-sintonici (ego-tonique = en adéquation avec les valeurs de l’individu) al contrario dei disturbi sintomatici che sono tipicamente ego-distonici e si accompagnano a disagio (gêne) rilevante per la persona.
59
Q

ASSE III

A

-Comprende le condizioni mediche generali in atto potenzialmente rilevanti per la compromissione o il trattamento del disturbo mentale dell’individuo
-Se un disturbo mentale è la conseguenza diretta di una condizione medica generale, sull’Asse I va indicato “Disturbo mentale dovuto a una condizione medica” e la condizione medica dovrebbe essere registrata sia sull’Asse I che sull’Asse III.
- Se la relazione etiologica non è così definita, si codifica sull’Asse I il disturbo mentale e sull’Asse III la condizione medica generale.

60
Q

ASSE IV

A

Si riportano i problemi psicosociali e ambientali che possono influenzare la diagnosi, il trattamento e la prognosi dei disturbi mentali e medici (Asse I e Asse III).

61
Q

ASSE V

A

-Su questo asse si riporta il giudizio del clinico sul livello di
funzionamento globale.
-Il funzionamento globale viene riportato sull’asse V tramite la scala per la Valutazione Globale del Funzionamento (VGF).
-La scala VGF è divisa in dieci ambiti di funzionamento.

62
Q

Cambiamenti introdutti nel DSM-5

A

1) organizzazione delle diagnosi
2) da sistema multiassiale a sistema non assiale
3) inclusione di una valutazione dimensionale

63
Q

Organizzazione delle diagnosi (dsm-5)

A

Prima : DSM-IV-TR raggrupava le diagnosi in base alla somiglianza (similitudes)
After: DSM-V riorganizzato in modo da riflettere le conoscenze acquisite nel tempo riguardo fattori di rischio, fattori etiologici condivisi e alti tassi di comorbilità.

64
Q

2) Multiassiale –> non assiale

A

-ASSE I, II, III—> diagnosi psichiatriche e mediche
-ASSE IV —> problemi sociali e ambientali
-ASSE V —> Specifiche scale di valutazione per ogni disturbo

65
Q

3) Inclusione di une valutazione dimensionale

A

DMS-5 mantiene l’approccio categoriale e aggiunta une valutazione dimensionale della gravita.

66
Q

Impatto della cultura sull DSM-5

A

Nel DSM-5 sono stati fatti sforzi per aggiornare i criteri in modo da riflettere le differenze cross-culturali nel concetto di sofferenza.

67
Q

Sezioni DSM-5

A

1) Basics
2) Diagnostic criteria and codes
3) Emerging measures and models
4) Appendix

68
Q

Vantaggi dell’approccio tassonomico

A

-Semplicità della concettualizzazione: È più semplice valutare la presenza/assenza di un disturbo
trascurando l’eventuale presenza di sintomi non compatibili
-Familiarità : La maggior parte dei clinici ha, ormai, notevole familiarità con il sistema diagnostico categoriale condiviso dalla maggior parte dei colleghi medici

69
Q

Limiti dell’approccio tassonomico

A

-Troppe categorie diagnostiche e troppe condizioni considerate patologiche
-difficoltà nel distinguere classi teoricamente diverse
-Disomogeneità dei quadri sindromici inclusi entro una stessa classe.

70
Q

Approccio dimensionale della psicopatologia (non categoriale)

A

In un’ottica dimensionale i quadri sintomatologici possono essere descritti attraverso un numero ridotto di dimensioni piuttosto che attraverso un numero elevato di categorie.
* Specifici gruppi di sintomi che si manifestano
contemporaneamente possono costituire delle sindromi che, a loro volta, possono raggrupparsi entro famiglie di disturbi.
* Differenze nelle manifestazioni sintomatologiche fra le persone possono essere descritte a vari livelli (da differenze più specifiche a differenze più generali o astratte) o facendo ricorso a profili

71
Q

Vantaggi approccio dimensionale

A
  • Risoluzione della maggior parte dei problemi di classificazione precedentemente enunciati
  • Spiegazione migliore della varietà delle situazioni cliniche e della presenza di sintomi anche nella popolazione non clinica
  • Flessibilità: si possono ottenere gli stessi vantaggi dell’approccio categoriale includendo, semplicemente, dei cut-off point
72
Q

Limiti dell approccio dimensionale

A

-Non c’è ancora un accordo circa quali e quante dimensioni
-Dati empirici mostrano come le varie forme di disagio si aggreghino entro categorie comuni.

73
Q

Mind-wandering

A

la modalità di default di funzionamento del nostro cervello (Mason et al., 2007);
In normali circostanze, occupa un’ampia percentuale del nostro tempo (46.9% in Killingsworth & Gilbert, 2010);

74
Q

Confusione tra mind wandering and pensiero ripetitivo

A

Mind wandering : usato per daydreaming, resting state e distrazione da un compito
Pensiere ripetitivo : Rumination (perche?) and Worry (a se?)

75
Q

Rumination

A

Comportamenti e pensieri che concentrano passivamente la propria attenzione sui sintomi depressivi e sulle implicazioni di questi sintomi” (Nolen-Hoeksema, 1991, p. 569).

76
Q

Worry

A

“Una catena di pensieri e di immagini a valenza negativa e relativamente incontrollabili; rappresenta un tentativo di impegnarsi nella risoluzione dei problemi mentali su un problema il cui risultato è incerto e contiene la possibilità di uno o più risultati negativi; di conseguenza, il rimugionio è strettamente legato al processo di paura” (Borkovec et al., 1983, p. 10).

77
Q

Diversi triggers

A

1) Interferenza con un obiettivo rilevante per la persona
2) L’umore è un’importante fonte di informazioni sul livello di raggiungimento di un obiettivo.
3) Evitamento esperienziale : Il rimuginio è un meccanismo di evitamento perchè la sua natura prevalentemente verbale e astratta contribuisce a sopprimere i correlati fisiologici dell’ansia.
4) Credenze meta-cognitive
5) Deficit de memoria : Difficoltà a staccarsi dalle informazioni negative a causa di un deficit a livello inibitorio.
6) Vulnerabilità biologica

78
Q

Attivazione fisilogica durante rimuginio

A

il loro sistema autonomo è cronicamente attivato, seppure moderatamente
Quello che i rimuginatori patologici VOGLIONO EVITARE è dipassare da uno stato di rilassamento ad un improvviso picco di attivazione, ovvero preferiscono essere sempre preparati al peggio.

79
Q

La risposta di “Default” al stress

A

-E adattivo
-risposta veloce e automatica
-La risposta di stress iniziale dunque continua o si interrompe dopo un processo di appraisal più deliberato

80
Q

Risposta di default : cambiamenti nell’organismo

A
  • cambiamenti cognitivi (ipervigilanza e pensiero ripetitivo
    intrusivo);
  • cambiamenti fisiologici (dominanza del sistema nervoso
    simpatico e rilascio di noradrenalina e cortisolo);
  • cambiamenti comportamentali (evitamento o fuga; conosciuta come fight-or-flight response).
81
Q

Che il brain si ricorda sopratutto

A

-Amigdala è piu sensibile alle informazioni negative
-Informazioni negative hanno priorita su quelle positive
-Informazioni relative a fallimenti sono processate per periodo di tempo piu lunghi.

82
Q

Come il corpo fa diminuire il stress

A

-Con il controllo inibitorio del corteccia prefrontale. Se questo è ipo-attiva, vengono disinibiti i percorsi simpato-eccitatori
-Il stress parte cuando riconosciamo il mondo come sicuro. Il pensiero intrusivo non permette questo è fa rimanere il stress.

83
Q

Difficoltà ad inibire la default stress response per I rimginatori patologici

A

(1) Impegno nel raggiungimento di un obiettivo
(2) pensiero ripetitivo come strategia di coping per avere una sensazione di controllodell’ambiente;
(3) sono biologicamente vulnerabili al pensiero intrusivo.

84
Q

1) Impegno nel raggiungimento di un obiettivo

A

La durata del pensiero intrusivo dipende dall’importanza che l’individuo dà all’obiettivo. Tale importanza è funzione dell’interazione fra due fattori
(a) l’ aspettativa (positiva, nessuna o negativa. L’ultima fa emergere il pensiero negativo)
(b) il valore dell’obiettivo

85
Q

2) Pensiero negativo = Strategia di coping

A

Prove empiriche mostrano come l’utilizzo del pensiero intrusivo siarinforzato quando le persone lo utilizzano come:
(a) strategia di problem solving (ipotizzare tutto)
(b) strategia di evitamento cognitivo.

86
Q

a) Ipotizzare tutto

A

I rimuginatori hanno poca fiducia nelle proprie capacità di problem solving (Davey, 1994), e tentano di ipotizzare qualsiasi soluzione possibile prima di provarne concretamente una

87
Q

Evitamento cognitivo

A

I rimuginatori utilizzano il rimuginio come strategia di evitamento perchè esso, proprio per la sua natura astratta, sopprime l’ansia somatica, ad esempio riducendo la risposta cardiovascolare di fronte all’evento temuto

Questo evitamento avrebbe l’effetto di rinforzare negativamente l’utilizzo del rimuginio come strategia di coping.

88
Q

Studi longitudinali sulla ruminazione

A

Hanno mostrato come il rimunginio porta ad una maggiore probabilita di infarto e altri disturbi cardiovascolari a distanzi di 20 anni.

89
Q

Quadri clinici dei disturbi d’ansia

A

-Caratteristica comune: livelli di ansia elevati per intensità o
frequenza.
-Fatta eccezione per il Disturbo d’ansia generalizzato, i disturbi d’ansia implicano anche la tendenza a esperire un grado elevato di paura.
-Perché possa essere fatta la diagnosi:
* I sintomi devono interferire con le principali aree di
funzionamento dell’individuo o causare marcato distress.
* I sintomi non devono essere causati da un farmaco o da
una condizione medica

90
Q

Fobie specifiche

A

Paura sproporzionata, provocata da un oggetto o situazione particolari, es. paura di volare, paura dei serpenti.
La persona riconosce che la sua paura è eccessiva e tuttavia è disposta a fare sforzi notevoli pur di evitare l’oggetto o la situazione che la provoca.

91
Q

5 sottotipi di fobie

A
  • Animali
  • Ambienti naturali (altezze,…)
  • Sangue, iniezioni, ferite
  • Situazionale (ponti, spazi chiusi,…)
  • Altro (soffocare, clown,…)
92
Q

Fobie DSM-5 (blablabla)

A

A. Paura marcata e sproporzionata provocata
sistematicamente da particolari oggetti o situazioni
B. paura immediata o ansia
C. evitata o sopportata con intensa ansia
D. La paura o ansia è sproporzionata al pericolo reale
E. durata di 6 mesi o più
F. disagio clinicamente significativo o menomazione nella area sociale, lavorativa o di altre aree importanti del funzionamento

93
Q

Disturbo d’ansia sociale

A

-Paura marcata e intensa, irrazionale e persistente, delle
situazioni sociali che potrebbero implicare l’essere sottoposti al giudizio di persone sconosciute o anche soltanto esposti alla loro presenza.
-Le persone che soffrono di questo disturbo cercano di evitare situazioni in cui potrebbero essere oggetto di valutazione da parte di altri o mostrare segni di ansia o imbarazzo.
-Occupazioni lavorative al di sotto delle capacità a causa
dell’estrema paura sociale

94
Q

Ansia sociale evolution

A

-Insorge solitamente durante l’adolescenza, ma in alcuni casi i sintomi hanno il loro esordio già in età infantile.
-Se non adeguatamente trattato, tende a cronicizzare.
-La gravità è ampiamente variabile

95
Q

Disturbo da attaco di panico

A
  • Caratterizzato da frequenti attacchi di panico, non collegati a situazioni specifiche e dalla preoccupazione di soffrire di attacchi.
  • Attacco di panico:
  • Altri sintomi: senso di depersonalizzazione (percepirsi al di
    fuori del proprio corpo) e derealizzazione (senso di irrealtà del
    mondo), paura di perdere il controllo, impazzire o morire.
96
Q

Attaco di panico

A

attacco improvviso di intensa apprensione, terrore e sensazione di disastro incombente

97
Q

cluster sintomatologici dell’attaco di panico

A

1- Sintomi cardiorespiratori (tachicardia, senso di oppressione al petto, di affogare, dispnea, ecc.)
2- Sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, mal di stomaco, tensione e/o dolori addominali, diarrea, ecc.)
3- Sintomi vestibolari (sensazione di instabilità, vertigini,
sensazione di svenimento, ecc.)
4- Sintomi psicosensoriali (derealizzazione,
depersonalizzazione, disorientamento, sensazione di camminare sulla gomma piuma o di gambe molli, ecc.)

98
Q

Agorafobia

A
  • Dal greco agorà = piazza del mercato.
  • Paura di situazioni da cui potrebbe essere difficile o
    imbarazzante allontanarsi, nel caso si manifestassero i
    sintomi d’ansia.
  • A volte si tratta di situazioni che non lasciano molte vie di
    fuga, come essere in treno, attraversare un ponte o trovarsi su strade a lunga percorrenza.
  • Molti sono incapaci di uscire di casa o lo fanno con profondo malessere
98
Q

Agorafobia

A
  • Dal greco agorà = piazza del mercato.
  • Paura di situazioni da cui potrebbe essere difficile o
    imbarazzante allontanarsi, nel caso si manifestassero i
    sintomi d’ansia.
  • A volte si tratta di situazioni che non lasciano molte vie di
    fuga, come essere in treno, attraversare un ponte o trovarsi su strade a lunga percorrenza.
  • Molti sono incapaci di uscire di casa o lo fanno con profondo malessere
99
Q

Disturbo d’ansia generalizzato

A
  • La principale caratteristica è la preoccupazione persistente.
  • Gli aspetti della vita su cui si incentrano queste preoccupazioni sono simili a quelle che angustiano la maggior parte delle persone (relazioni, salute, situazione economica) ma più intense e persistenti.
100
Q

Paura della paura

A

-La radice comune ai disturbi d’ansia: la persona esposta alla situazione stimolo proverebbe un’emozione che è ritenuta insopportabile, che potrebbe far impazzire o morire

101
Q

Anxiety Sensitivity e Ansia di Tratto

A

-sono costrutti differenti
* Anxiety Sensitivity: disposizione a diventare ansiosi in seguito all’arousal autonomico neurovegetativo
* Ansia di tratto: tendenza generale ad essere spaventati di
fronte ad un ampio spettro di stimoli

102
Q

Fatto di rischio dell’ansia

A

Condizionamento alla paura :
-Classico : la persona apprende a temere un stimolo neutro che è stato associato
-Operante : evitamento dello stimolo condizionato per ridurre questa paura condizionata

103
Q

Eziologia dei disturbi d’ansia

A

1) Fattori genitici
2) fattori biologici
3) Fattori cognitivi

104
Q

Fattori genitici d’ansia

A
  • Studi sui gemelli suggeriscono un’ereditabilità del 20-40%
    per le fobie specifiche, il disturbo d’ansia sociale, il disturbo
    d’ansia generalizzato e del 50% per il disturbo di panico.
  • La vulnerabilità genetica ai disturbi d’ansia è associata alla
    presenza di fenotipi intermedi come ad esempio la anxiety
    sensitivity oppure a tratti neurobiologici quali una maggiore risposta di startle
105
Q

Fattori biologici d’ansia

A

-Amigdala: è un’area centrale del circuito della paura, con connessioni con aree inferiori (locus coeruleus) e superiori (corteccia prefrontale).
-Al momento, si ritiene che due sistemi di neurotrasmettitori siano primariamente coinvolti negli attacchi di panico : il sistema noradrenergico e serotoninergico.
-L’attività noradrenergica può determinare i sintomi cardiovascolari associati al panico.
-Un aumento di attività serotoninergica porta a una diminuzione di attività noradrenergica

106
Q

Fattori cognitivi

A

1) Convinzioni negative persistent riguardo al futuro
2) Percezione di mancanza di controllo : Le esperienze vessute danno il convicimento che sia impossibile d controlare la sua propra vita.
3) Bias attentivo nei confronti di potenziali minacce

107
Q

Trattamenti psicologici

A
  • Esposizione: il soggetto deve confrontarsi con ciò che ritiene troppo spaventoso per essere affrontato.
  • Desensibilizzazione sistematica (Wolpe, 1958): implica,
    innanzitutto, far apprendere al paziente strategie di
    rilassamento che poi userà mentre è esposto (exposé) a situazioni temute, partendo da quella che gli provoca meno paura.
108
Q

prevenire le ricadute

A

L’esposizione deve includere quanti più aspetti possibili
dell’oggetto temuto

  • L’esposizione dovrebbe essere applicata nella più vasta gamma di possibili contesti differenti
109
Q

Funzione de l’esposizione

A

-comportamentale : l’esposizione funziona tramite l’estinzione della risposta di paura (non cancellazione)
-Cognitivo : L’esposizione aiuta a correggere l’erronea convizione (corriger la conviction fausse) di non essere in grado di affrontare lo stimolo temuto (craint)

110
Q

Trattamento fobie

A

esposizione in vivo

111
Q

Trattamento ansia sociale

A

role playing

112
Q

Trattamento panico

A

esposizione e terapia del controllo del panico