PDC Flashcards
⁃ Metacomunicazione (approccio psicologico)
È la comunicazione che ha come oggetto la comunicazione stessa. La metacomunicazione è costituita da atti comunicativi che hanno come oggetto altri atti comunicativi e ha luogo quando a seguito di un determinato commento l’emittente si rende conto che il destinatario non ha interpretato in tal senso il messaggio e chiarisce, con un’altra comunicazione, il contenuto del precedente enunciato. Bateson ha osservato che in ogni atto comunicativo l’individuo procede su due livelli distinti e interdipendenti: livello di notizia, dove vengono manifestati i contenuti e livello di comando, dove vengono indicate all’interlocutore le modalità di come intendere le cose. Questo profilo di comunicazione si articola su un livello di contenuti e su un livello metacomunicativo, dove l’oggetto della comunicazione è la cornice in base alla quale intendere e interpretare il messaggio stesso. La comunicazione finisce così con il mantenere, modificare e rinnovare i legami fra i soggetti.
⁃ Atti linguistici (approccio pragmatico)
Il punto di vista pragmatico pone in evidenza la comunicazione come azione e come fare. In questo senso Austin propone la teoria degli atti linguistici, che ribadisce che “dire qualcosa è anche fare sempre qualcosa”, individuando tre tipi di azioni che si compiono quando si parla:
• Atti locutori: azioni che si compiono per il fatto stesso di parlare
• Atti illocutori: azioni che si compiono attraverso il parlare e corrispondono alle intenzioni comunicative.
• Atti perlocutori: produzione di determinati effetti da parte del parlante sul sistema di credenze, sentimenti, emozioni dell’interlocutore. Austin dice che esistono inoltre:
• Atti linguistici diretti: la forza illocutoria è conforme ed è corrispondente al significato letterale dell’enunciato
• Atti linguistici indiretti: la forza illocutoria deriva non dal significato dell’enunciato, ma dai modi non verbali in cui è manifestato.
⁃ Enunciato e frase
In pragmatica si distingue tra: - Frase: espressione linguistica astratta esaminata sul piano grammaticale; può essere semplice o complessa - Enunciato: uso concreto della frase in un contesto reale; frammento di testo scritto/orale
⁃ Modello lineare (approccio matematico)
Lo studio della comunicazione è stato reso possibile dal concetto di informazione. L’informazione è: - Espansiva: l’informazione genera altra informazione - Comprimibile: sia a livello sintattico che semantico - Facilmente trasportabile e trasmissibile
Informare significa eliminare le ambiguità. Secondo Shannon, la comunicazione va considerata come la trasmissione di informazioni. Il modello proposto da Shannon consiste nel passaggio di un segnale o messaggio da una fonte A (emittente) attraverso un trasmettitore lungo un canale più o meno disturbato da un rumore a un destinatario B (ricevente) grazie ad un recettore. Elementi: - Fonte: entità che crea il messaggio - Trasmettitore: dispositivo che trasforma il messaggio in segnale fisico (voce) - Canale: mezzo che trasferisce il messaggio (cavo telefonico) - Rumore: elementi che interferiscono alla trasmissione del segnale - Recettore: converte il segnale e lo rende comprensibile (cornetta telefonica) - Destinatario: entità a cui è rivolto il messaggio
⁃ Funzioni della comunicazione
Funzione proposizionale. Le conoscenze non rimangono a uno stato vago, ma sono raccolte e organizzate sotto forma di preposizioni. Funzione proposizionale significa inoltre riconoscere la rilevanza del linguaggio, che consente di organizzare e comunicare il pensiero, passando dai sensi al significato, o preposizioni. Il linguaggio inoltre è caratterizzato dalla composizionalità, ossia dal fatto di essere costituito ricorsivamente da unità componibili. Questa composizionalità comporta una serie di proprietà uguali: sistematicità (struttura sintattica), produttività
(comprensione degli enunciati), possibilità di dislocazione (differenti referenze spaziali o temporali). Si evidenzia che la proposizionalità della comunicazione è specie-specifica, ovvero esclusiva della specie umana. Funzione relazionale. La comunicazione è la radice della società intrinseca e, in quanto tale, essa partecipa a: generare e sviluppare una relazione, mantenere e rinnovare la relazione, cambiare la relazione, restaurare una relazione, estinguere una relazione. Funzione espressiva. La comunicazione è alla base della creatività umana nelle sue diverse forme, la quale si fonda su alcuni aspetti come la novità, la sensibilità soggettiva, la comprensibilità e la partecipazione.
⁃ Avvicendamento dei turni
La conversazione, nonostante le apparenze, è una interazione molto ordinata. A riguardo è stato osservato un sistema a gestione locale che consente l’alternanza fluida dei turni. Ogni parlante è responsabile della costruzione del turno, inteso come unità minima di parole compresa tra due possibili segnali di intesa fra i partecipanti. Il punto di rilevanza transizionale segna il momento in cui è possibile che si verifichi uno scambio del turno fra parlante e ascoltatore. Tale passaggio è regolato dalla minimizzazione della pausa fra i turni (gap) nell’ordine dei decimi di secondo, nella cultura Occidentale, al fine di rendere più fluida la conversazione. I PRT sono regolati da una serie di regole che consentono uno spazio di negoziazione fra i parlanti: - Conservazione del turno - Cessione del turno. - Richiesta del turno. - Rifiuto del turno.
⁃ Relazione simmetrica e complementare
Bateson, resosi conto dell’importanza degli scambi comunicativi nel costruire e regolare le relazioni, ha individuato due modelli di relazione: - simmetrica: si fonda sull’uguaglianza dei rapporti e si instaurano forme di competizione comunicativa - complementare: si basa sulla differenza dei rapporti e si ha una posizione di dominanza da parte di qualcuno
⁃ La comunicazione assertiva
La comunicazione assertiva è un modo di comunicare in maniera diretta e chiara, è l’abilità di dare messaggi anche duri o sfidanti in modo non offensivo per l’interlocutore; è anche la capacità (che si apprende) di creare le condizioni perché’ gli altri possano esprimersi in modo chiaro, onesto e diretto nelle conversazioni. Tutti devono sapere che cosa succede e che cosa gli altri pensano veramente e tutti devono poter esprimere le loro opinioni senza timore e con dovuto rispetto.
⁃ Differenze comunicazione verbale e non verbale
La comunicazione verbale è nata solo in tempi recenti su una piattaforma di comunicazione non verbale, che supporta il linguaggio. Quest’ultimo e la comunicazione non verbale hanno seguito percorsi evolutivi diversi: - Digitale vs analogico. La potenza e l’adattabilità del linguaggio sono connesse con la sua convenzionalità e arbitrarietà, che assegnano a una lingua un valorò digitale per la presenza (o assenza) di tratti che caratterizzano le sue varie componenti. Per contro, negli aspetti non verbali prevale un valore analogico in quanto presentano variazioni continue e graduate in modo proporzionale a ciò che intendono esprimere. - Denotativo vs connotativo. Il primo si rifà al linguaggio in quanto ha una funzione semantica che esprime il “che cosa viene detto”. Il secondo si rifà al codice non verbale in quanto ha la funzione espressiva e riguarda le modalità con cui le informazioni e contenuti sono veicolati (“il come viene detto”)
- Arbitrario vs motivato. Il segno linguistico è arbitrario in quanto regolato da un rapporto di semplice contiguità; per contro elementi della CNV hanno un valore motivato e iconico nell’esprimere un certo evento e trattengono in sé degli aspetti della realtà che intendono evocare.
La comunicazione non verbale
La comunicazione non verbale comprende quei processi comunicativi che vanno dalla qualità della voce alla mimica facciale, dai gesti allo sguardo, dall’abbigliamento al trucco. All’interno della comunicazione non verbale troviamo: il sistema vocale con la voce e il silenzio, il sistema cinesico con la mimica facciale e i movimenti del corpo, i sistemi prossemico e aptico con la distanza e il contatto fisico, e il sistema cronemico, ovvero il modo in cui gli individui percepiscono e usano il tempo per scandire le varie attività. In generale, la CNV fornisce una rappresentazione spaziale e motoria, ma non proposizionale, esclusiva del linguaggio.
I gesti iconici e lessicali, definiti anche illustratori, accompagnano l’azione del parlare e variano per forma, estensione spaziale e durata e sono in stretta relazione con quello che si dice. Esiste una certa interdipendenza fra gesto e parola. Importante è il rapporto fra i gesti iconici e le parole. Essi costituiscono una parte integrante del discorso e il linguaggio va considerato come un sistema integrato di gesti e parole. I gesti iconici costituiscono un dispositivo comunicativo importante, in grado di generare un loro significato autonomo. Fra i gesti iconici ed eloquio si crea una compensazione e un’interdipendenza simmetrica. I gesti iconici accompagnano gli scambi comunicativi in modo sincronizzato ed aggiungono porzioni rilevanti di significato per la definizione del percorso di senso dell’enunciato.
⁃ Sistema cinesico (sorriso)
Il sorriso è uno dei segnali fondamentali del sistema cinesico e può sembrare che sia un’espressione relativa a situazioni piacevoli e di gioia. In realtà, il sorriso è un’espressione ambigua; infatti, si può sorridere perché si è felici o contenti, oppure perché si è dubbiosi o paurosi. Ekman ha individuato diversi tipi di sorriso: - Sorriso autentico - Sorriso miserabile - Sorriso finto - Sorriso sociale - Sorriso di disgusto - Sorriso ecoico
Il sorriso va inteso come un “promotore dell’affinità relazionale” perché è coinvolto in condizioni di empatia, collaborazione, armonia con gli altri individui e aiuta nelle relazioni sociali. Infine, a livello fisico, il sorriso produce endorfine e dà benessere al proprio corpo.
⁃ Sistema prossemico e aptico
La prossemica è la disciplina semiologica che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale. La distanza è un bisogno psicologico e fisico. Si distingue tra: - Territorio domestico - Territorio pubblico Si distinguono diversi tipi di distanza: - Zona intima - Zona personale - Zona sociale - Zona pubblica
In generale vi è il principio secondo cui tanto più spazio ha a disposizione una persona, tanto più gode di una posizione sociale elevata. La violazione del proprio spazio suscita consistenti reazioni di difesa, in quanto percepito come una forma di intrusione, invasione e minaccia. Si notano rilevanti differenze culturali per quanto concerne la prossemica.
L’aptica concerne le azioni di contatto corporeo nei confronti degli altri. Si è soliti distinguere le sequenze di contatto reciproco dai contatti individuali. Le prime sono formate da due o più azioni di contatto compiute in modo reciproco nel corso della medesima interazione. Il contatto individuale è unidirezionale ed è rivolto da un soggetto ad un altro. Per entrambi i tipi di contatto vi sono regioni del corpo non vulnerabili come le mani, le braccia, la schiena ecc. In ogni caso il toccare l’altro è un atto comunicativo non verbale primario che influenza la natura e la qualità della relazione e che esprime diversi atteggiamenti interpersonali. Fra essi, riguarda i rapporti amorosi.
⁃ Sistema visivo
Lo sguardo è uno dei più potenti segnali non verbali. - Durata dello sguardo. Esistono profonde differenze culturali nella durata dello sguardo. - Fissazione oculare. È uno sguardo che non può essere ignorato e può assumere diversi valori in base alla situazione
- Sguardo e genere. In media, le donne guardano di più e più a lungo - Sguardo e immagine personale - Sguardo e conversazione. Nelle culture occidentali, lo sguardo durante la comunicazione è importantissimo e serve per inviare e raccogliere informazioni, ed è anche efficace per gestire i turni dei parlanti.
Lo sguardo è un potente segnale non verbale. Negli scambi comunicativi il contatto oculare aumenta l’attivazione del sistema nervoso ed è fondamentale per qualsiasi rapporto interpersonale. Dopo che si è stabilita l’interazione, il contatto oculare trasmette in modo immediato informazioni sulla situazione relazionale in atto. Unica fra i primati, l’orbita dell’occhio umano si è evoluta per mostrare la sclera (o il bianco), in base alla quale siamo in grado di discernere la direzione dello sguardo altrui a distanza senza possibilità di camuffamento (come negli altri primati).
⁃ Ekman ed espressione delle emozioni
Nell’ambito della psicologia delle espressioni facciali, la domanda centrale concerne il significato di tali espressioni. Ekman propose la “teoria dei programmi affettivi” secondo la quale tutte le espressioni facciali si manifestano solo con le emozioni cosiddette di “base” (gioia, rabbia, paura, tristezza, disgusto, sorpresa) intese come manifestazione immediata delle emozioni che un individuo prova. Inoltre, conducendo degli studi, Ekman affermò il “principio dell’universalità”, secondo il quale le emozioni di base hanno le stesse espressioni facciali in tutte le culture, salvo poi dichiarare che in realtà esistono alcune differenze culturali perché le emozioni sono frutto di alcune “regole” apprese nei primi anni di vita in seguito a diverse esperienze di apprendimento nelle diverse società. Ekman distinse le espressioni in genuine (involontarie) e false (volontarie): le prime fanno riferimento ad esperienze veramente “sentite” dall’individuo, le altre si riferiscono alla manifestazione di simulazione e finzione.
⁃ Discomunicazione
criptica e indecifrabile. È dire qualcosa per dire qualcos’altro. In questi casi si ha una condizione di opacità intenzionale, poiché l’intenzione comunicativa del parlante è diversa dall’intenzione espressiva. La discomunicazione, però, non è considerata solo come un limite ma anche come un’opportunità, perché aumenta i gradi di libertà tra i partecipanti. È il fondamento della comunicazione intrigante. Secondo Kursch, la comunicazione scadente ha dei vantaggi: - Riduce o esclude le domande e le obiezioni - Consente di negare quanto si è detto - Permette di nascondere che non sappiamo - È una tecnica per conservare il potere - Si può dire una cosa e il suo contrario - Aiuta a evitare il confronto e l’ansia - È una tecnica per mascherare il proprio vero intento - Incoraggia la creatività
Esistono forme di discomunicazione specifiche:
- La comunicazione ironica - La comunicazione seduttiva - La comunicazione menzognera
- La comunicazione patologica - La comunicazione persuasiva
⁃ Comunicazione menzognera
La menzogna è la trasmissione intenzionale di conoscenze ritenute non vere al destinatario in modo che quest’ultimo assuma credenze false sulla realtà dei fatti. Si differenzia dalla finzione (in queste situazioni il parlante non ha intenzione di ingannare bensì di smascherare) e dall’errore (diciamo il falso per ignoranza). Lo scopo della comunicazione ingannevole è che il destinatario abbia una rappresentazione fuorviante della situazione. Per dire una menzogna è necessario che si realizzino tre condizioni nello stesso tempo: la falsità del contenuto di quanto è detto, la consapevolezza di tale falsità e l’intenzione di ingannare. Esistono numerose strategie menzognere: - Menzogna per omissione - Menzogna per commissione - Falsificazione - Falsa conferma - Occultamento
Esistono diversi tipi di menzogne: - Menzogne preparate - Menzogne impreparate - Menzogne cooperative - Menzogne non cooperative
In base ai soli indizi vocali è possibile distinguere fra i mentitori ingenui e quelli abili. I mentitori abili mantengono lo stesso profilo vocale che hanno quando sono sinceri, per cui non è possibile discriminare quando dicono il vero o il falso.
⁃ Modalità linguistiche della menzogna
I mentitori adottano particolari stili linguistici. Lo stile dell’ambiguità e prolissità prevede l’uso di frasi lunghe e contorte con scarsi riferimenti sulle informazioni principali per rendere meno visibile la menzogna, disorientando il destinatario e qualora fosse scoperto può sempre dire di essersi sbagliato. La seconda strategia linguistica è quella dell’assertività e dell’evitamento ellittico, specialmente quando il mentitore si trova di fronte ad un destinatario sospettoso. Il mentitore dice il minimo necessario. Le frasi sono brevi e incomplete, pause frequenti e lunghe. Una terza strategia è quella dell’impersonalizzazione attraverso un limitato numero di autoriferimenti, un ricorso frequente a terze persone e un elevato uso di forme impersonali . Il mentitore cerca in questo modo di evitare di assumersi la responsabilità di quanto dice.
⁃ Comunicazione seduttiva
La seduzione ha lo scopo di raggiungere una relazione intima con il partner e può essere guidata da sentimenti forti quali l’innamoramento o dall’esigenza di provare la propria competenza interattiva. La seduzione è accompagnata da un processo comunicativo specifico che chiamiamo comunicazione seduttiva. Si parla di danza della seduzione perché la seduzione, appunto, avviene come un passo a due, un movimento armonico, che si sviluppa in una dinamica di gesti e sguardi che si rispondono e corrispondono e portano il contatto ad evolversi .
La seduzione costituisce un importante processo di avvicinamento tra le persone e l’esito sperato è quello di una drastica riduzione della distanza psicologica tra due individui. La seduzione è dunque una sequenza strategica di mosse il cui scopo è quello di attrarre un’altra persona, anche sessualmente. Per certi aspetti, può essere vista come un imbroglio ed è sinonimo di amore passionale. L’eccezionalità della seduzione consiste in un formidabile salto di status. Questo passaggio dall’essere uno qualsiasi a essere unico per l’altro e viceversa è la manifestazione dell’attrazione reciproca sotto la spinta del desiderio sessuale nella ricerca dell’altra metà. Nella seduzione i messaggi del corpo contano più delle parole. In particolare, bisogna prestare particolare attenzione allo sguardo, alla mimica facciale, ai gesti e alla voce.
⁃ Dilemma della seduzione
Alla base del sistema di vicinanza fisica e psicologica degli individui vi è il cosiddetto dilemma del porcospino: i porcospini, durante la stagione invernale nella tana, se stanno troppo vicini si pungono l’un l’altro, se stanno troppo lontani, non si scaldano a vicenda. La seduzione costituisce un importante processo di avvicinamento tra le persone e l’esito sperato è quello di una drastica riduzione della distanza psicologica tra due individui.
⁃ Comunicazione ironica
Il significato etimologico di ironia è finzione, copertura. La comunicazione ironica rappresenta una pratica conversazionale diffusa che evita di sbilanciarsi sul vero e falso delle cose. Salvaguarda i rapporti interpersonali lasciando ampi spazi di libertà di interpretazione del significato all’interlocutore. L’ironia è una maschera comunicativa complessa, poiché mostra ciò che apparentemente nasconde. Siamo in presenza di un’inversione pragmatica: avere la consapevolezza e la competenza di articolare un dato contesto per l’uso di una frase che a livello linguistico, con le parole, veicola un certo significato, ma che, sul piano relazionale, fa trapelare un’intenzione comunicativa antitetica. Il contrasto insito nella frase è generato dalla disparità fra piano linguistico e piano pragmatico. Ci sono diversi tipi di ironia: - Ironia sarcastica. Disprezzare il partner attraverso parole d’elogio. Si vuole condannare l’altro senza scomporsi, umiliandolo con il sarcasmo e, nello stesso tempo, si vuole evitare il ricorso a forme comunicative di offesa esplicita; - Ironia bonaria. Elogiare il partner facondo ricordo a frasi di critica: in questo modo è possibile stemperare l’euforia dell’elogio diretto che può essere fonte di imbarazzo; - Ironia socratica. Modo di comunicare che risulta elegante, conveniente per mettere in dubbio delle certezze attraverso interrogativo garbati; - Ironia scherzosa. Si avvicina alla battuta di spirito e serve a sdrammatizzare una situazione tesa o conflittuale; - Ironia ecoica. L’ironista fa un commento che funge da eco a quanto detto o fatti in precedenza dall’interlocutore, e che in modo implicito pone in evidenza il proprio atteggiamento critico o umoristico rispetto ad esso. L’ironia è l’arte di esser chiaro senza essere evidente.
Sul piano psicologico la comunicazione ironica assolve distinte funzioni: - Comunicazione ironica come rispetto delle convenzioni
- Comunicazione ironica come confine di riservatezza - Comunicazione ironica come ambiguità relazionale
⁃ Comunicazione patologica e teoria del doppio legame
La comunicazione paradossale può assumere un ruolo centrale nella manifestazione di patologie psichiatriche molto gravi come la schizofrenia, patologia che Bateson e colleghi (1956) hanno definito come modello specifico di comunicazione patologica. Infatti, questo gruppo di studiosi ha proposto una teoria che tenta di spiegare la particolarità della comunicazione paradossale alla base della schizofrenia conosciuta come “teoria del doppio legame”. Hanno tentato di identificare le caratteristiche essenziali del doppio legame: - due o più persone sono coinvolte in una relazione intensa - esperienza ripetuta - in un contesto come questo viene dato un messaggio strutturato in maniera tale che: A) viene asserito qualcosa B) viene asserito qualcosa sulla propria asserzione e C) tali asserzioni si escludano a vicenda. Il significato del messaggio è perciò indefinibile, infatti, se si tratta di un’ingiunzione l’interlocutore deve disattendere per poterla soddisfare (ad es. “Ti ordino di non obbedirmi”), se si tratta di una definizione del Sé, la persona di cui è stata data la definizione conferma la definizione solo se non segue l’indicazione ( ad es. “Sii spontaneo”)
Viene impedito al destinatario del messaggio di uscire dallo schema definito dal messaggio stesso o metacomunicando su di esso o chiudendosi in sé stesso. Qualsiasi tentativo fato dal destinatario in tale direzione viene classificato con le tradizionali etichette usate per definire comportamenti ritenuti non convenzionali.