NUMERI NATURALI E INTERI Flashcards

1
Q

LA TERNA DI PEANO

A

Sia l’elemento 0∈ℕ, funzione succ: ℕ➝ℕ n⟼n+1

PA 1 ➛ succ. è funzione iniettiva:
n, m distinti ⇒ succ(n) ≠ succ(m) cioè n+1 ≠ m+1

PA 2 ➛ 0∉ Im(succ):
succ. non è funzione suriettiva, cioè ∄ alcun n t.c. 0 è il suo successore

PA 3 ➛ Principio di induzione:
∀A⊆ℕ se 0∈A e se n∈A allora n+1 ∈A ⟹ A = ℕ

La terna (PA1), (PA2), (PA3) caratterizza l'insieme ℕ. 
In particolare (PA 3) fornisce una tecnica di dimostrazione di enunciati che coinvolgono i numeri naturali.
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2
Q

PRINCIPIO DEL MINIMO

A

Sia A⊆ℕ, A ≠ Ø, allora A ammette un minimo rispetto alla relazione ≤.

DIMOSTRAZIONE: assumiamo falsa la tesi: A privo di minimo.
costruiamo B = {n∈ℕ : 0, 1, …, n ∉A}, possiamo dire su B
- 0∈B poiché se 0 appartenesse ad A sarebbe il minimo.
- se n∈B (per costruzione di B 0, 1, …, n ∉A) allora anche succ(n)∈B, perché se non appartenesse a B apparterrebbe ad A e quindi succ(n) [n+1] sarebbe il minimo in A.
⟹B = ℕ, ma allora A = Ø
↳ contraddizione perché per ipotesi A ≠ Ø

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3
Q

PRINCIPIO DI INDUZIONE COMPLETA

A

Sia A⊆ℕ, n∈ℕ;
ogni volta che dalla condizione {m∈ℕ : m < n} ⊆A si dimostra n∈A allora A = ℕ

DIMOSTRAZIONE: Assumiamo falsa la tesi: A ≠ ℕ ➝ ℕ - A =Ø
insieme complementare di ℕ
Per il principio del minimo ℕ - A ammette minimo min(ℕ - a) = n, deduco per definizione di complementare, che n∉A
Segue che m : m < n sono in A ma dalle condizioni del teorema se
{m : m < n}⊆A allora n∈A ⟹ contraddizione.
⟹ La tesi è vera.

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4
Q

DIVISIBILITÀ SU ℕ (definizione e proprietà)

A

La relazione di divisibilità | su ℕ, definita ∀a,b∈ℕ
a | b sse ∃q∈ℕ : b = qa è una relazione di ordine parziale.

Proprietà:
1. ∀b∈ℕ 1 | b ➝ ∃q∈ℕ : b = 1q ➝ q = b [1 = min ℕ]
b | b ➝ ∃q∈ℕ : b = bq ➝ q = 1 [ riflessiva di | ]
b | 0 ➝ ∃q∈ℕ : 0 = bq ➝ q = 0 [0 = maxℕ]
2. ∀a,a¹,b,r∈ℕ se b | a e b | a¹ allora
b | a + a¹
b | a - a¹ (a ≥ a¹)
b | r • a
3. ∀a,b∈ℕ, a ≠ b ≠ 0. Se b | a allora b ≤ a

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5
Q

TEOREMA (del quoziente e resto)

A
Siano a,b∈ℕ, b ≠ 0.
Allora esistono (e sono unici) q,r∈ℕ t.c.     a = b • q + r     r < b
     q si dice quoziente della divisione di a per b
     r si dice resto della divisione di a per b

DIMOSTRAZIONE: bisogna dimostrare l’esistenza di q ed r e la loro unicità

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6
Q

RAPPRESENTAZIONE DI UN NUMERO

A

ad esempio 1527 si scrive come 1•10³ + 5•10² + 2•10 + 7
applico il teorema del quoziente e resto: a = 1527, b = 10 (Base 10)
1527 = 152•10 + 7 ➝ 152 = q , 7 = r < 10
152 = 15•10 + 2
15 = 1•10 +5
1 = 0•10 + 1 mi fermo quando ottengo q = 0.

La sequenza dei resti, presi dal basso, rappresenta 1527.

allo stesso modo si rappresentano anche i numeri in altre basi utilizzando numeri adatti come resto ( ad es. in base 2 si usano 0 e 1 ).

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7
Q

LUNGHEZZA DI UN NUMERO

A
  • in base 10: la lunghezza di un numero a in base 10, cioè il numero di cifre necessarie per rappresentare a è ⎣log₁₀a⎦+ 1
  • in base 2: la lunghezza di un numero a in base 2, cioè il numero di cifre necessarie per rappresentare a è ⎣log₂a⎦+ 1
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8
Q

MASSIMO COMUN DIVISORE

A

Siano a,b∈ℕ, a ≠ 0 oppure b ≠ 0.
Si dice che d è il massimo comun divisori a e b, si indica con (a, b), se

  1. d | a e d | b
  2. e∈ℕ : e | a ed e | b allora e ≤ d

OSSERVAZIONI:
- c’è almeno un divisore comune di a e b ed è 1
- a ≠ 0, allora l’insieme dei divisori comuni di a e b è incluso nell’insieme dei numeri naturali n t.c. 1 ≤ n ≤ a. Tale insieme è finito, ammette un minimo elemento rispetto a ≤.
lo stesso vale per b ≠ 0
⟹ MCD ∃ ed è unico.

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9
Q

PROPRIETÀ DEL MCD

A

Siano a,b∈ℕ a ≠ 0 oppure b ≠ 0, allora:
- (a, b) = (b, a)
- assumiamo che a = 0, allora b ≠ 0 ➝ b | 0 e b | b
b è chiaramente il massimo tra i suoi divisori, (0, b) = b
[lo stesso vale anche per b = 0]
- se a,b ≠ 0 e se b | a allora (a, b) = b infatti b | a e b | b

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10
Q

TEOREMA (MCD)

A

Siano a,b∈ℕ, b ≠ 0
Siano q ed r il quoziente ed il resto della divisione di a per b. Allora:
(a, b) = (b, r) [r < b]

DIMOSTRAZIONE:
- dimostro che (a, b) ≥ (b, r) ➝ (b, r) ≤ (a, b)
per il Teo. del quoziente e resto, a = b • q + r con r < b
i divisori comuni di b per r dividono anche a (proprietà della divisibilità)
⟹ (b, r) ≤ (a, b)
- dimostro che (a, b) ≤ (b, r)
da a = b • q + r posso scrivere r = a - b • q
i divisori di a e b dividono anche r quindi (a, b) ≤ (b, r).

mettendo insieme i due risultati, per la proprietà antisimmetrica di ≤
⟹ (a, b) = (b, r)

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11
Q

ALGORITMO DI EUCLIDE (delle divisioni successive)

A

è un algoritmo per calcolare il MCD tre due numeri.
INPUT: a,b∈ℕ, a,b ≠ 0, a ≥ b
OUTPUT: (a, b)

PROCEDIMENTO: si esegue la prima divisione di a per b, con il teorema del quoziente e resto ➝ a = b•q₀ + r₀ con r₀ < b
- se r₀ = 0 allora si deduce che b | a e (a, b) = b, il procedimento si
arresta. ⟹ OUTPUT: b
- se r₀ ≠ 0 si prosegue effettuando una divisione tra b e r₀
➝ b = r₀•q + r₁ con r₁ < r₀
- se r₁ = 0 allora r₀ | b, (b, r₀) = r₀
si deduce quindi che (a, b) = (b, r₀) = r₀ ⟹ OUTPUT: r₀
- se r₁ ≠ 0 si prosegue effettuando una altre divisione
➝ r₀ = r₁•q + r₂ con r₂ < r₁.
osserviamo che il procedimento prima o poi si arresta perché se non si arrestasse avrei una successione decrescente infinita di naturali e quindi si determinerebbe un insieme di naturali privo di minimo ➝ impossibile.

⟹ sia S l’ultimo passo del procedimento dove si ottiene resto nullo: r = 0.
➝ r(s-2) = r(s-1)•q il MCD è l’ultimo resto non nullo.
r(s-1) | r(s-2)
⟹ (a, b) = (b, r₀) = (r₀, r₁) = … = (r(s-2), r(s-1)) = r(s-1) ➝ OUTPUT: r(s-1) = (a, b)

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12
Q

IDENTITÀ DI BÈZOUT

A

Siano a,b∈ℕ, non entrambi nulli, e sia d = (a, b)
Allora ∃ x, y∈ℤ t.c. d = a•x + b•y

DIMOSTRAZIONE:
- se a = 0 (o b = 0) la tesi è ovvia: d = b = a•o + b•1, x = 0, y = 1 ∈ℤ
- se a,b ≠ 0 si procede con la dimostrazione per induzione sui passi dell’algoritmo di Euclide:
Si verifica per S = 0 ➝ se S = 0 a = b•q + 0 r = 0
d = b = a•o + b•1 tesi verificata.
Sia S > 0. Assumiamo la tesi vera per S - 1. Si applica il Teo del quoziente e resto ➝ a = b•q₀ + r₀ r₀ < b
possiamo osservare ce la ricerca di (b, r₀) richiede al più S - 1 passi allora sfrutto l’ipotesi induttiva ➝ ∃ x,y ∈ℤ t.c. (b, r₀) = b•x₁ + r₀•y₁
⟹ d = (a, b) = (b, r₀) = b•x₁ + r₀•y₁ =
= b•x₁ + (a - b•q₀)•y₁ =
= b•x₁ + a•y₁ - b•q₀•y₁ =
= a•y₁ + b•(x₁ - q₀•y₁) =
∈ℤ ∈ℤ

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13
Q

COROLLARI DELL’IDENTITÀ DI BÈZOUT

A
  1. Siano a,b ∈ℕ e∈ℕ t.c. e | a ed e | b. Allora e | (a, b)
    DIMOSTRAZIONE:
    e | a ➝ a = e•p con p∈ℕ
    e | b ➝ b = e•q con q∈ℕ
    (a, b) = (I. B.) a•x + b•y (x,y∈ℕ) = e•px + e•qy = e•(px + qy) ⟹ e | (a, b)
  2. Siano a,b,c ∈ℕ∖{0} t.c. a | b•c e (a, b) = 1. Allora a | c
    DIMOSTRAZIONE:
    a | b•c ➝ ∃q∈ℕ : bc = aq
    (a, b) = 1, allora per I. B. ∃x,y∈ℕ : 1 = ax + by
    c = c•1 = c • (ax + by) = acx + bcy = acx + aqy = a • (cx +qy)
    ↳∈ℕ ⟹ a | c
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14
Q

MINIIMO COMUNE MULTIPLO

A

Siano a,b∈ℕ a,b ≠ 0. Si dice che m è il minimo comune multiplo di a e b, si indica con [a, b], se m ≠ 0 e

  1. a | m e b | m
  2. n ≠ 0 t.c. a | n e b | n ⟹ m ≤ n
    osservazione: se b | a allora [a, b] = a
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15
Q

NUMERI PRIMI

A
  • Un numero naturale p > 1 si dice PRIMO se gli unici suoi divisori sono 1 e se stesso.
  • Un numero naturale a > 1 si dice COMPOSTO se ammette altri divisori oltre a 1 e se stesso.
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16
Q

LEMMA (sul teorema fondamentale dell’aritmetica)

A

Siano b,c,p ∈ℕ t.c. p è numero primo e p | (b • c). Allora p | b oppure p | c

DIMOSTRAZIONE:
Supponiamo che p ∤ b allora (p, b) = 1
Siccome p | (b • c) e (p, b) = 1 allora p | c (dal corollario 2 di I. B.)

17
Q

TEOREMA (fondamentale dell’aritmetica)

A

Sia a∈ℕ, a > 1. allora a si decompone in UNO E UN SOLO modo, (a meno dell’ordine dei fattori) come prodotto di numeri primi.

DIMOSTRAZIONE:
- esistenza: si procede per induzione completa su a > 1. Supponiamo l’esistenza della scomposizione in fattori per 1 < b < a, e la proviamo per a.
- se a è primo, a = a quindi la tesi è verificata.
- se a non è primo, a = bc dove 1 < b,c < a allora applico l’ipotesi
induttiva su b e c. Quindi anche a = bc è scritto come decomposizione di
primi ⟹ tesi verificata ⟹ esiste la decomposizione.
- unicità: si procede per induzione completa su a, assumendo la tesi vera per
1 < b < a, e la si prova per a.
- se a è primo la tesi è ovvia, decomposizione unica uguale ad a.
- se a non è primo, a = p₀ • p₁ • … • pᵣ = q₀ • q₁ • … • qᵥ
con p₀ , p₁ , … , pᵣ , q₀ , q₁ , … , qᵥ ∈ℕ, primi r,v > 0. Bisogna provare che r = v
p₀ | a ➝ p₀ | q₀ • q₁ • … • qᵥ ⇒ (per il lemma sul teo F. A.) ∃u∈ℕ : p₀ | qᵤ, possiamo assumere che p₀ | q₀ ⇒ p₀ = q₀.
➝ a/p₀ = p₁ • … • pᵣ = q₁ • … • qᵥ ➝ a/p₀ ∈ℕ < a. Applichiamo l’ipotesi induttiva, cioè r = v e p₁ = q₁, … , pᵣ = qᵣ ⟹ p₀ | a = q₀ • q₁ • … • qᵥ ⟹ ∃u∈ℕ : p₀ | qᵤ

18
Q

TEOREMA (esistenza di infiniti numeri primi)

A

Esistono infiniti numeri primi.

DIMOSTRAZIONE:
supponiamo che esista un numero finito di primi:
p₀ = 2, p₁ = 3, p₂ = 5, …, pᵣ r∈ℕ ∖{0}
costruiamo un numero naturale a nel modo seguente: a = p₀ • … • pᵣ + 1
➝ cosa posso dire su a ? a∈ℕ, a > 1. Applichiamo allora il Teo F. A.
⇒ ∃ un numero primo p che divide a, cioè ∃ p primo : p | a
se dimostro che p è ≠ dai precedenti p₀, …, pᵣ, vuol dire che esistono infiniti numeri primi.
Infatti se p fosse uguale a pᵥ con v ≤ r allora p | p₀ • … • pᵥ • pᵣ ma siccome
p | a = p₀ • … • pᵣ + 1 allora p dividerebbe anche a - p₀ • … • pᵣ
cioè p | a - p₀ • … • p, ma a - p₀ • … • pᵣ = 1.
È impossibile che p | 1 quindi p ≠ p₀, …, pᵣ ⟹ l’ipotesi assurda decade.
⟹ esistono infiniti numeri primi.

OSSERVAZIONI:
1. a,b ∈ℕ, per teo F. A. a = p₀ᴷº• … • pᵣᴷʳ e b = p₀ᴴº• … • pᵣᴴʳ. Allora:
(a, b) = p₀ᵐⁱⁿ⁽ᴷº’ ᴴº⁾• … • pᵣᵐⁱⁿ⁽ᴷʳ’ ᴴʳ⁾
[a, b] = p₀ᵐªˣ⁽ᴷº’ ᴴº⁾• … • pᵣᵐªˣ⁽ᴷʳ’ ᴴʳ⁾ a • b
2. (a, b) • [a, b] = a • b, a,b∈ℕ, a,b ≠ 0 allora [a, b] = ———-
(a, b)

19
Q

TEOREMA (un numero è primo se…)

A

Sia p∈ℕ, p ≥ 2.
p è primo sse, per ogni scelta di b,c∈ℕ se p | b • c allora p | b o p | c

DIMOSTRAZIONE:
(⇒) Supponiamo che p ∤ b allora (p, b) = 1
Siccome p | (b • c) e (p, b) = 1 allora p | c (dal corollario 2 di I. B.)

(⇐) Se p = b• c, allora p | b • c quindi p | b oppure p | c.
Ma possiamo dedurre che b e c dividono p. Allora p è necessariamente primo.

20
Q

RELAZIONE DI CONGRUENZA

A

Sia m∈ℤ fissato e > 0. Si definisce su ℤ la seguente relazione :
∀a,b∈ℤ a≡b modm sse m | a - b

OSSERVAZIONI: 
- mod m non è relazione di equivalenza.
       ℤ
-  ---------   = {[a] ≡ : a∈ℤ} 
   mod m                              [a]≡ = { b∈ℤ : a ≡ b modm}

OSSERVAZIONI:
- a∈ℤ, eseguo la divisione per m applicando il Teo del quoziente e resto
⇒ a = mq + r q,r∈ℤ 0 ≤ r < m
a - r = mq ➝ m | a - r ➝ a ≡ r modm ➝ (per il teo sulle classi di equivalenza) [a]≡ = [r]≡ , usando la notazione a(m) ➝ a(m) = r(m). Quindi ogni intero a è congruo modulo m al resto della sua divisione per m. Quindi se due interi sono congrui fra di loro modulo m, vuol dire che hanno lo stesso resto nella divisione per m.

  • supponiamo r,s∈ℤ t.c. r ed s sono due resti della divisione per m (0 ≤ r < s < m)
    allora si ha 0 ≤ r - s < m ⇒ m ∤ r - s ⇒ r ≢ s modm ⇒ r(m) ≠ s(m)
21
Q

PROPOSIZIONE (indipendenza dei valori di a,b in ℤ)

A

Siano a,a’,b,b’ ∈ℤ. Fissiamo m∈ℤ. Assumiamo a ≡ a’ modm e b ≡ b’ modm
⟹ a + b ≡ a’ + b’ modm
a • b ≡ a’ • b’ modm

DIMOSTRAZIONE: Dall’ipotesi, deduco, per definizione di congruenza modulare, che m | a - a’ e m | b - b’. Dalle proprietà della divisibilità posso dedurre che m | (a - a’) + (b - b’) quindi m | ( a + b) - (a’ + b’)
➝ a + b ≡ a’ + b’ modm
Ora considerato che m | a - a’ possiamo dire che m | (a - a’) • b e m | (b - b’) • a’
Posso dire che m | (a - a’) • b + (b - b’) • a’ ➝ m | ab - a’b + ba’ - b’a’ ➝ m | ab -a’b’
➝ ab ≡ a’b’ modm

22
Q

PROPRIETÀ DELLE OPERAZIONI IN CONGRUENZA MODULARE

A
  • a(m) + b(m) = b(m) + a(m)
  • a(m) • b(m) = b(m) • a(m)
  • a(m) + [b(m) + c(m)] = [a(m) + b(m)] + c(m)
  • a(m) • [b(m) • c(m)] = [a(m) • b(m)] • c(m)
  • 0(m) + a(m) = a(m) ➝ 0(m) elemento neutro dell’addizione
  • 1(m) • a(m) = a(m) ➝ 1(m) elemento neutro del prodotto
23
Q

GLI ELEMENTI INVERTIBILI IN ℤm

A

Ricorda: A insieme non vuoto e ☀︎ operazione su A.
Dire che ☀︎ ammette l’elemento neutro in A significa che
∃e∈A : ∀a∈A a☀︎e = e ☀︎ a = a
Dire che ☀︎ ammette l’inverso in A significa che
∃i∈A : ∀a∈A a☀︎ i = i ☀︎ a = e

L’elemento a(m)∈ℤm si dice invertibile in ℤm se esiste l’inverso x(m) in ℤm, cioè un elemento t.c. a(m) • x(m) = 1(m)

OSSERVAZIONE: se esiste l’inverso di a(m), x(m), esso è unico. Infatti altrimenti: siano x(m), y(m) ∈ℤm t.c. a(m) • x(m) = 1(m) e a(m) • y(m) = 1(m)
⟹ y(m) = 1(m) • x(m) = a(m) • y(m) • x(m) = y(m) • a(m) • x(m) = y(m) • 1(m) = y(m)

24
Q

TEOREMA (elementi invertibili)

A

∀a∈ℤ, a(m) è invertibile in ℤm sse (a, m) = 1, (a visto come a(m) e m in ℤ).

DIMOSTRAZIONE:
(⇒) a(m) è invertibile in ℤm sse ∃x(m)∈ℤm : 1(m) = a(m) • x(m) = (a•x)(m)
Dalla scrittura 1(m) = (a•x)(m) ➝ ax ≡ 1 modm ➝ m | ax -1
➝ ∃y∈ℤ : ax -1 = my ➝ ax + my’ = 1 y’ = -y∈ℤ
Sia d = (a, m) ➝ d | a e d | m ➝ d | ax e d | my’ ➝ d | ax + my’ ➝ d | 1 ➝ d = 1.
(⇐) se d = (a, m) = 1 per I.B. ∃x,y∈ℤ : ax + my = 1 allora percorrendo a ritroso il ragionamento precedente si otterrà che ax ≡ 1 modm, cioè a(m) • x(m) = 1(m)
⟹ a è invertibile in ℤm

25
Q

ELEMENTI INVERTIBILI E NON IN ℤm

A

Fisso m, ℤm, considero a∈ℤ e osservo (a, m):
- (a, m) = 1 ⟹ a(m) è invertibile in ℤm
- (a, m) = m ⟹ m | a quindi a(m) = 0(m) in ℤm
- 1 < (a, m) < m ⟹ poniamo d = (a, m).
Notiamo che d | m ➝ m = dq q∈ℤ 1 < q < m (d ≠ 1)
Essendo 1 < d < m e 1 < q < m, d(m) ≠ 0(m) e q(m) ≠ 0(m)
[perché 0(m) < d(m) ≤ (m-1)(m) e 0(m) < q(m) ≤ (m-1)(m)]
ma d(m) • q(m) = (dq)(m) = m(m) = 0(m)
⟹ il prodotto di due elementi non nulli diventa nullo in ℤm

d(m) e q(m) si dicono i DIVISORI DELLO ZERO

26
Q

CALCOLO DELL’ELEMENTO INVERTIBILE IN ℤm CON L’I.B.

A

a(m) invertibile in ℤm ⇒ ∃x(m)∈ℤm : a(m) • x(m) = 1(m).
Possiamo denotare x(m) ≔ a(m)⁻¹.
Si può calcolare a(m)⁻¹ quando (a, m) = 1 attraverso l’Identità di Bèzout.
a(m)⁻¹ è la classe dell’intero x che soddisfa l’I.B. ➝ ax + my = 1 per un opportuno y∈ℤ. Basta applicare l’algoritmo euclideo.

esempio m = 9, a = 2, (9, 2) = 1 ⇒ 2⁻¹ in ℤq
2x + 9y = 1 y = -1, x = 5 ➝ 2•5 - 9•1 = 1 ⟹ 2⁻¹ = 5 in ℤq
(2•5) = 10 ≡ 1 mod9

27
Q

ALGORTIMO DI CALCOLO DI POTENZE IN BASE m

A

Dati m,a∈ℤ e. n∈ℕ∖{0} per calcolare aᴷmodm si seguono le seguenti istruzioni:
1) scrivere l’esponente K in base 2
2) dalla sequenza di 1 e 0 ottenuta da (1) sostituire
0 con la letter Q
1 con la lettera QX
3) si eseguono poi le seguenti operazioni:
Q: quadrare
X: moltiplicare il numero per la base a
Mentre si eseguono queste operazioni (partendo da 1) calcolare i risultati ottenuti modulo m

28
Q

CRITERI DI DIVISIBILITÀ

A

Si può formalizzare il seguente algoritmo che stabilisce, dati a∈ℤ e p primo se p | a in ℤ oppure no.
Passo 1) Scrivere a nella rappresentazione in base 10.
a = aᵢ•10ⁱ + aᵢ ₋ ₁•10ⁱ ⁻¹ + … + a₁•10 + a₀ con 0 < a₀, a₁, …, aᵢ ≤ 9
Passo 2) Calcolare le potenze di 10 modp
Passo 3) Calcolare a modp tenendo in considerazione i risultati del passo 2

29
Q

DIVISIBILITÀ PER 2

A

1) a = aᵢ•10ⁱ + … + a₁•10 + a₀
2) calcolo 10 mod2 e la potenza 10ⁱ mod2.
10 ≡ 0 mod2 ∀i∈ℕ∖{0}, 10ⁱ ≡ 0 mod2
3) a = aᵢ•0 + … + a₁•0 + a₀ mod2 ⇒ a = a₀ mod2
2 | a sse 2 | a₀ = a mod2
⇒ 2 | a₀ sse a₀ ≡ 0 mod2 ⇔ a₀ è pari.

Per stabilire se a è divisibile per per 2 oppure no basta vedere se lo è la sua cifra dell’unità.

30
Q

DIVISIBILITÀ PER 3

A

1) a = aᵢ•10ⁱ + … + a₁•10 + a₀
2) calcolo 10 mod3 e la potenza 10ⁱ mod3.
10 ≡ 1 mod3, 10ᴷ ≡ 1 mod3.
3) a = aᵢ•1 + … a₁•1 + a₀ mod3 ⇒ a = aᵢ + … + a₁ + a₀ mod3
3 | a sse 3 | aᵢ + … + a₁ + a₀
⇒ 3 | a sse aᵢ + … + a₁ + a₀ ≡ 0 mod3

Per stabilire se un numero è divisibile per tre basta vedere se lo è la somma delle sue cifre.

31
Q

DIVISIBILITÀ PER 5

A

1) a = aᵢ•10ⁱ + … + a₁•10 + a₀
2) 10 ≡ 0 mod5 ⇒ 10ⁱ = (10)ⁱ ≡0ⁱ ≡ 0 mod5
3) a = a₀ mod5 ⇒ 5 | a sse 5 | a₀ ⟹ 5 | a₀ se a₀ = 0 o a₀ = 5

Per stabilire se un numero è divisibile per 5 basta vedere se la sua ultima cifra è 0 o 5.

32
Q

DIVISIBILITÀ PER 11

A

1) a = aᵢ•10ⁱ + … + a₁•10 + a₀
2) osserviamo che 10∈ℤ₁₁ ⇒ 10 ≡ -1 mod11 e quindi anche 10ⁱ ≡ (-1)ⁱ mod11
⟹ (-1)ⁱ ➝ ≡ 1 se i è pari
↳ ≡ -1 se i è dispari
3) a = aᵢ•10ⁱ + … + a₁•10 + a₀ = aᵢ•(-1)ⁱ + … + a₂•1 + a₁•(-1) + a₀
⟹ 11 | a sse 11 | aᵢ•(-1)ⁱ + … - a₃ + a₂ - a₁ + a₀

a è divisibile per 11 sse lo è la differenza tra la somma delle sue cifre di posto pari e la somma tra le sue cifre di posto dispari.

33
Q

DIVISIBILITÀ PER 7

A

1) a = aᵢ•10ⁱ + … + a₁•10 + a₀
2) 10 ≡ 3 mod7
10² ≡ (3)² = 9 ≡ 2 mod7
10³ = 10 • 10² ≡ 3 • 2 = 6 ≡ -1 mod7
3) a = …. - a₃ + 2a₂ + 3a₁ + a₀ mod7

34
Q

PICCOLO TEOREMA DI FERMAT

A

Sia p primo, a∈ℤ. Allora aᴾ ≡ a modp
In particolare, se (a, p) = 1 allora aᴾ ⁻ ¹ ≡ 1 modp

DIMOSTRAZIONE: supponendo a ≥ 0, poiché ogni intero è congruo modp ad un naturale 0, …, p-1, si procede per induzione su a (∈ℕ). Al passo due si usa la formula binomiale di Newton.

Per il caso particolare:
• (a, p) = 1 cioè p ∤ a
• aᴾ ≡ a modp ➝ p | aᴾ - a ➝ p | a (aᴾ ⁻ ¹ - 1)

siccome p ∤ a p deve necessariamente dividere aᴾ ⁻ ¹ - 1
p | aᴾ ⁻ ¹ - 1 ⇒ aᴾ ⁻ ¹ ≡ 1 modp

35
Q

APPLICAZIONI DEL PICCOLO TEOREMA DI FERMAT

A

Il piccolo teorema di Fermat si può applicare per calcolare l’inverso di a modp

Per calcolare l’inverso di a modp ovviamente o l’informazione (a, p) = 1
[a è quindi invertibile modp] ⇒ aᴾ ⁻ ¹ ≡ 1 modp

aᴾ ⁻ ² = aᴾ ⁻ ¹ ⁻ ¹ = aᴾ ⁻ ¹ • a ⁻ ¹ ≡ 1• a ⁻ ¹ modp
⟹ aᴾ ⁻ ² ≡ a ⁻ ¹ modp

36
Q

LA 𝜑 DI EULERO (definizione e proprietà)

A

Sia 𝜑 la funzione da ℕ∖{0} in ℕ∖{0} definita come segue:
𝜑 : ℕ∖{0} ➝ ℕ∖{0}
m ⟼ 𝜑(m)
𝜑 associa ad ogni naturale m non nullo il numero 𝜑(m) dei naturali s
con 1 ≤ s < m t.c. (s, m) = 1
⟹ 𝜑 è detta la funzione 𝜑 di Eulero.

OSSERVAZIONE:
se p è primo ⇒ 𝜑(p) = p - 1
Infatti tutti gli s (1 ≤ s ≤ p - 1) sono tali che (s, p) = 1, altrimenti un certo s dividerebbe p, ma p non sarebbe più primo.

PROPRIETÀ:  siano a,b ∈ ℕ∖{0}
Allora se (a, b) = 1,   𝜑(a•b) = 𝜑(a) • 𝜑(b)
37
Q

TEOREMA DI EULERO

A

Sia m un intero positivo, a un intero primo con m, (a, m) = 1 ⟹ aᵠ⁽ᵐ⁾ ≡ 1 modm

DIMOSTRAZIONE:
Si considerano gli interi b₁, b₂, …, bᵩ₍m₎. Cioè i naturali compresi tra 1 ed m primi con m.
Osserviamo che:
- ∀i (1, …, 𝜑(m)) a•bᵢ è primo con m perché sia a che bᵢ sono primi con m
- ∀i,u (1, …, 𝜑(m)) se prendo due prodotti tali che a • bᵤ = a • bᵢ modm
allora bᵤ ≡ bᵢ modm perché siccome (a, m) = 1 allora a è invertibile modm cioè ∃ a ⁻ ¹ modm quindi a ⁻ ¹•abᵤ = a ⁻ ¹•abᵢ modm ,
➝ semplificando a ⁻ ¹ ottengo bᵤ ≡ bᵢ modm
Così ab₁, ab₂, …, abᵩ₍m₎ si distinguono nelle 𝜑(m) classi di congruenza modulo m degli interi primi con m, uno per classe
∀i (1, …, 𝜑(m)), ∃ r = 1, … 𝜑(m) unico t.c. abᵢ ≡ bᵣ modm
(ab₁) • (ab₂) • … • (abᵩ₍m₎) = aᵠ⁽ᵐ⁾ ∏bᵢ ≡ ∏ bᵣ modm
⟹ aᵠ⁽ᵐ⁾ ≡ 1 modm

38
Q

APPLICAZIONI DEL TEOREMA DI EULERO

A

Tale teorema si può usare per trovare l’inverso di a.
(a, m) = 1 ⇒ qual è a ⁻ ¹ modm?
aᵠ⁽ᵐ⁾ ⁻ ¹ = aᵠ⁽ᵐ⁾ • a ⁻ ¹ ≡ 1 • a ⁻ ¹ modm
quindi a ⁻ ¹ ≡ aᵠ⁽ᵐ⁾ ⁻ ¹ modm